Oggetto del Consiglio n. 2524 del 20 marzo 2002 - Resoconto
OGGETTO N. 2524/XI Inserimento degli ostelli della gioventù tra i soggetti beneficiari della legge regionale n. 19/2001. (Interpellanza)
Interpellanza Vista la legge regionale 4 settembre 2001, n. 19, "Interventi regionali a sostegno delle attività turistico-ricettive e commerciali" ed in particolare l’articolo 3 che indica i soggetti beneficiari;
Preso atto che tra i soggetti beneficiari non rientrano gli ostelli della gioventù, in quanto, tra i soggetti operanti nel settore della ricettività turistica extralberghiera, vengono indicati solo gli esercizi di affittacamere e di case e appartamenti per vacanze;
Constatato che in valle ci sono attualmente due ostelli della gioventù, e che in prospettiva potrebbe essere incrementata tale forma di turismo, specie per i paesi più marginali rispetto al turismo di massa;
Ritenuto opportuno favorire anche la forma di turismo che risponde al target dei frequentatori degli ostelli della gioventù.
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
l’Assessore competente per sapere:
1) per quali motivi si è inteso escludere dai soggetti beneficiari della legge n. 19/01 gli ostelli della gioventù;
2) se, e come, si intende rimediare a tale scelta.
F.to: Squarzino Secondina - Curtaz
PrésidentLa parole à la Conseillère Squarzino Secondina.
Squarzino (PVA-cU)Una recente legge del 2001, la n. 19, prevede una serie di interventi regionali per sostenere le attività turistico-ricettive e commerciali, indicando anche quali sono i soggetti beneficiari di questo tipo di interventi. Rileggendo questa legge, ho verificato che fra i soggetti beneficiari che operano nel settore della ricettività turistica extralberghiera non vengono previsti gli ostelli della gioventù, ma solo i gestori di camere, case e appartamenti per vacanze.
In Valle d’Aosta ci sono due ostelli della gioventù: c’è un ostello che da parecchio tempo opera nel Comune di Morgex, ad Arpy, e un altro che opera a Bionaz. Sono ostelli della gioventù che svolgono anche un interessante servizio dal punto di vista turistico; pensiamo che l’ostello della gioventù di Arpy registra mediamente seimila presenze durante l’estate e cinquemila durante l’inverno, con una capienza di posti letto che oscilla da 70 durante l’inverno a 130 per l’estate; e l’ostello di Bionaz, pur avendo 38 posti letto, è in grado di registrare l’anno scorso, per esempio, più di duemila presenze, un terzo delle quali stranieri, provenienti da ventisei paesi diversi. Questo per dire anche come l’ostello della gioventù può essere una modalità per accogliere un turismo particolare che può a prima vista sembrare un turismo povero, ma che, nel tempo, diventa un forte fattore conoscitivo, perché queste persone di ventisei paesi diversi sono in grado poi di parlare della nostra regione e di farle pubblicità nelle rispettive zone di provenienza.
Visto che l’ostello della gioventù svolge un ruolo importante per il turismo, e lo svolge proprio per quelle località della Valle che sono collocate a lato dei grandi flussi del turismo di massa, ci chiediamo perché non è possibile prevedere anche per gli ostelli della gioventù la possibilità di beneficiare degli interventi previsti dalla legge n. 19, e se rispetto a questa sollecitazione la Giunta intende ripensare alla scelta che è stata fatta a suo tempo.
PrésidentLa parole à l’Assesseur au tourisme, aux sports, au commerce et aux transports, Lavoyer.
Lavoyer (SA)Gli ostelli della gioventù non sono stati inclusi tra i soggetti che beneficiano delle provvidenze previste dalla citata legge regionale, la n. 19/2001, in quanto tutto l’impianto della normativa che sta alla base di questo provvedimento legislativo, che è stato peraltro approvato nel rispetto dei regolamenti CE, si indirizza alle piccole e medie imprese, quindi a quei soggetti che hanno natura imprenditoriale e, pertanto, iscritti nel registro delle imprese. Questa è una prima grossa motivazione.
L’altra motivazione è legata alle due casistiche che normalmente caratterizzano la proprietà e la gestione degli ostelli della gioventù, che - condivido - sono strutture ricettive importanti che vanno a dare delle risposte ad una certa tipologia di turismo. Le due casistiche sono totalmente al di fuori dei normali canali commerciali, perché o sono gestite direttamente dagli enti pubblici, Comuni o Comunità montane, oppure da enti di carattere morale o religioso, o da associazioni che operano prevalentemente senza scopo di lucro e hanno per lo più finalità di tipo sociale o culturale, e quindi non hanno quelle caratteristiche di imprenditorialità che sono riconducibili alla fattispecie della piccola e media impresa.
Come si fa a dare un mutuo ad un'attività che non è iscritta nel registro delle imprese? Si può dare il mutuo per una iniziativa di un'attività che è senza fine di lucro, che teoricamente non può creare degli utili e che non ha neanche la possibilità di creare quel minimo polmone finanziario per far fronte alle rate di ammortamento.
Ci sono queste considerazioni, una di carattere generale, l’altra oggettiva rispetto a quella che è la realtà di queste presenze sul territorio regionale. Visto che si faceva un raffronto con gli esercizi di affittacamere, case e appartamenti per vacanze, tali requisiti - non posseduti dagli ostelli della gioventù - sono invece posseduti da questi esercizi.
Volevo ricordare che, sempre per queste ragioni, neppure la precedente legge n. 33/1973, che istituiva i fondi di rotazione regionali, includeva fra i suoi beneficiari gli ostelli della gioventù; quindi non abbiamo tralasciato un settore nell’approvare la nuova legge, ci siamo comportati coerentemente, tenuto conto che tutti i beneficiari devono avere dei requisiti commerciali e devono essere iscritti nel registro delle imprese.
Indirettamente ho già risposto al secondo quesito: con questo non vogliamo escludere a priori la possibilità di approfondire l’argomento, di individuare eventuali interventi a sostegno di strutture ricettive tipo quelle dell’ostello della gioventù, ma non possono rientrare in questo tipo di normativa. Non so se questa iniziativa è frutto di una riflessione autonoma dell’interpellante, o se è stata sollecitata da qualche soggetto interessato, perché l’Assessorato non ha avuto sollecitazioni particolari da questo punto di vista.
Diciamo che è comunque un tema che può essere approfondito, non può essere inserito nell'impalcatura della legge n. 19. Invece, per quanto attiene queste strutture, di proprietà dei Comuni o delle Comunità montane, il problema può essere risolto dall’ente locale che direttamente li gestisce. È chiaro?
PrésidentLa parole à la Conseillère Squarzino Secondina.
Squarzino (PVA-cU)Come faccio a rispondere alla sua domanda: "È chiaro?" con un "sì" o con un "no", quando è posta in modo così perentorio? Adesso provo a rispondere, poi lei capirà se è stato sufficientemente chiaro e convincente nei miei confronti. Affronterò solo alla fine l'impegno da lei formulato alla conclusione dell'intervento, perché prima voglio analizzare le risposte che lei mi ha dato.
Lei ha parlato di "natura imprenditoriale", dicendo che gli ostelli della gioventù non sono delle imprese. Non so se lei ha riflettuto sull'importanza che hanno oggi le imprese "no profit"; probabilmente bisogna ripensare al concetto di imprenditorialità, integrandolo con le imprese "no profit". Credo che su questo vada fatta una riflessione.
Lei ha detto che questi ostelli sono fuori dai "canali commerciali", e non so cosa abbia voluto dire con tale affermazione; però le informazioni che ho avuto sui due ostelli della gioventù le ho avute non cliccando sul sito Internet della Regione, ma cliccando con un motore di ricerca il nome "ostelli della gioventù Valle d’Aosta" e mi sono venute queste due tabelle esaustive: questo significa che nel circuito delle informazioni questi ostelli ci sono! Per questo non so cosa intenda con: "sono fuori dai canali commerciali"?
(interruzione dell’Assessore Lavoyer, fuori microfono)
? sì, ha usato questa espressione: "fuori dai canali commerciali", che non so cosa significhi! Sicuramente non sono fuori dai canali informativi, attraverso cui passa l'informazione turistica; quindi sono all’interno dei canali informativi con cui la Valle d’Aosta vende il suo prodotto: io intendo questo per "canali commerciali", ovvero canali informativi tramite cui la Regione vende i suoi prodotti e gli altri acquistano il prodotto Valle d’Aosta.
Lei ha detto che gli ostelli non hanno certi requisiti. C’è la legge regionale n. 11/1996, che disciplina le strutture ricettive extralberghiere e che indica quali sono i requisiti tecnici che devono avere gli ostelli della gioventù. Nessuna impresa pertanto può presentarsi come ostello della gioventù se non ha tutti i requisiti tecnici previsti in legge. Per cui c’è una garanzia sul fatto che queste sono offerte turistiche affidabili in quanto rispondono a requisiti tecnici precisi.
Lei mi ha chiesto se ho avuto sollecitazioni; sì, le ho avute, proprio da parte di alcuni ostelli della gioventù, che avevano bisogno di rinnovare attrezzature e di migliorare la propria offerta. Si sono rivolti all’Assessorato e si sono sentiti dire che non c’è nessuna legge che preveda aiuti di questo tipo; allora mi hanno chiesto se non era possibile affrontare il problema in modo diverso.
Prendo atto dalla sua "mezza promessa" (parlo di mezza promessa, ma poi la verificherò, Assessore, stia tranquillo); lei mi ha detto che c’è una qualche volontà politica di non escludere a priori interventi possibili, anche se non all’interno di quella legge. Non mi è ben chiara in questo momento la logica e in base alla quale esclude gli ostelli della gioventù dalla legge. Io le chiedo formalmente di impegnarsi a studiare in tempi brevi la questione non penso che sia un problema così difficile da affrontare.
Le chiedo di verificare se queste imprese "no profit", che vendono un prodotto Valle d’Aosta e lo vendono non solo ad un circuito limitato, ma ad un ampio circuito italiano e straniero, non vadano sostenute. Le chiedo di verificare se nell'ottica dell'ampliamento dell'offerta turistica, non sia interessato a potenziare e aiutare queste strutture, in modo che anche altri comuni, collocati in zone periferiche della Valle, si possano attivare in questo senso. Le chiedo, se la volontà politica sua e della Giunta è di affrontare il problema di trovare in tempi brevi una risposta. Fra due o tre mesi ritornerò sull'argomento e chiederò che tipo di risposta i suoi uffici avranno individuato. Grazie, Assessore.