Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 2514 del 16 aprile 1997 - Resoconto

SEDUTA ANTIMERIDIANA DEL 16 APRILE 1997

OGGETTO N. 2514/X Presa d'atto della petizione concernente: "Libera pratica del nomadismo in apicoltura".

Petizione I sottoscritti apicoltori residenti in Valle d'Aosta,

affermando:

che la pratica del nomadismo (transumanza) in apicoltura assume sempre maggior importanza al fine di qualificare qualitativamente e quantitativamente le produzioni apistiche,

che le maggiori nazioni europee ne incentivano la pratica;

constatato come il Consorzio Apistico della Valle d'Aosta si sia dimostrato contrario e ostativo nei confronti degli apicoltori che intendano trasportare i loro alveari fuori dal territorio regionale, sia impedendone l'iscrizione al consorzio (per gli apicoltori che mantengono alcuni alveari sul territorio valdostano tutto l'anno), sia impiegando tempi eccessivamente lunghi (fino a 25 gg) per il rilascio dell'autorizzazione al nomadismo, prevista dalla legge regionale n. 56;

ribadendo la necessità di una legge che non penalizzi gli apicoltori nomadisti valdostani che, pur in minoranza numerica, producono il maggior quantitativo di miele valdostano

Chiedono

l'immediata abrogazione dell'articolo 15 della legge regionale 24 agosto 1982 n. 56 successivamente modificato con legge regionale 27 ottobre 1993 n. 78, che impone inutili adempimenti burocratici e ostacola la libera circolazione dei beni tra le regioni in contrasto con quanto stabilito dall'articolo 120 della Costituzione.

Aosta, novembre 1996.

Seguono le firme di 14 apicoltori.

Si dà atto che alle ore 12,15 esce il Consigliere Lanièce.

Presidente La petizione è stata distribuita. Essa contiene tutta una serie di osservazioni che sono state rilevate dal Presidente del Consorzio apistico, dal Presidente della Giunta e dalla Commissione competente. Ha chiesto la parola il Consigliere Chiarello.

Chiarello (RC) La storia di questa petizione è un po' strana, cioè è strano che nel Consorzio apistico valdostano non possano trovare posto gli apicoltori nomadisti.

È vero, ogni ente si mette lo Statuto che vuole, però è strano perché poi nelle leggi regionali si dice che il Presidente di questo Consorzio controlla quelli che sono fuori dal Consorzio e che non possono entrare. Secondo me è un controsenso. Se nella legge fosse scritto che il SATESSA, che è un organo della Regione dedicato alla sanità degli animali, viene nominato per controllare questi nomadisti che sono poi apicoltori valdostani e viene designato per controllare la sanità di questi alveari e il rispetto delle normative di trasporto da un luogo all'altro, mi andrebbe bene; ma che debba essere fatta domanda al Presidente di un consorzio, che in quel momento è anche un concorrente dei produttori di miele, per avere l'autorizzazione a portare fuori dal territorio regionale gli alveari, non lo capisco ed invece è questo che sta succedendo.

Ritengo che questo Consorzio dovrebbe modificare lo Statuto ed avere una parte di Statuto che accoglie anche i nomadisti all'interno del Consorzio, magari con delle norme diverse, con personalità diversa, ma non che non possono entrarvi e il Presidente del Consorzio possa fare la guardia a quelli che sono fuori.

Dico questo perché ho sentito le due voci in Commissione ed i firmatari della petizione si sono dichiarati disponibili a tutti i controlli possibili ed immaginabili, addirittura hanno suggerito, anziché essere loro a portare il miele ai controlli, di fare dei controlli a campione nei negozi dove portano il miele. In questo modo il controllo sarebbe più serio. Ha detto testualmente un apicoltore: "Non sono un coglione, se porto su il miele porto su...

Presidente .... Consigliere Chiarello, la pregherei....

Chiarello (RC) ... ha detto proprio così. Siccome ha detto così, dovevo riportare la parola come l'ha detta. Comunque ha detto: "Non siamo degli scemi, portiamo su il miele buono; se volessimo veramente truffare, non è lì che ci vengono a trovare".

Mi sembrava che da una parte ci fosse la volontà e la disponibilità ad adattarsi alle regole del Consorzio, tranne l'impedimento di portare gli alveari fuori dalla Valle. Fra l'altro voglio precisare che i sottoscrittori della petizione sono i più grossi produttori valdostani di miele. Abbiamo anche notato in Commissione che nella relazione del Presidente del Consorzio ci sono delle cose false e la Regione Valle d'Aosta non ha ancora ottenuto il riconoscimento, come ha ammesso anche il Presidente della Commissione, sicché a suffragio di quello che voleva dire il Presidente del Consorzio ha messo anche delle cose false in questo momento.

Nella discussione in Commissione oltretutto ci sono state delle affermazioni che, secondo me, sono gravissime. Il Segretario del Consorzio ha detto che questi fanno i furbi, che portano fuori 50 alveari e ne dichiarano 30; queste - come ho detto in Commissione - sono cose gratuitamente dette da lui, di cui si prenderà la responsabilità perché, se sa che veramente sono 50 gli alveari ma loro ne dichiarano 30, lui avrebbe tutti gli strumenti per fargli la multa, per denunciarli. Se invece lo dice in un consesso dove non può essere smentito da altri, fa delle affermazioni gratuite e gravi per avvalorare la sua tesi.

Ritengo che in una regione piccola come la nostra, dove il miele valdostano è uno dei prodotti più ricercati dai turisti, lasciare fuori dal Consorzio la metà degli apicoltori non sia normale. Vorrei prendere tanti esempi di altre organizzazioni che raggruppano imprenditori che lavorano sia in Valle che fuori, anzi probabilmente qualcuno addirittura è Presidente degli imprenditori valdostani e ha fabbriche in Valle e fuori.

Ricordo che l'anno scorso ci sono voluti 25 giorni prima che il Presidente desse la sua autorizzazione, è vero, qui è scritto che è stata la prima volta e a suffragio c'è anche scritto che però è il momento di maggiore produzione, quindi non dovrebbero spostare nessuno, ma questo non è vero perché l'anno scorso in quel periodo in quella zona pioveva a dirotto e gli alveari prima li portavano via, meglio stavano.

Nella relazione si accusano gli apicoltori di essere i maggiori trasportatori della Varroa; anche lì metto in dubbio l'affermazione perché, essendo questi dei grossi produttori, ci tengono alle api e hanno controlli più severi di altri.

Vi faccio solo un esempio: chi ha alveari a Pont-Saint-Martin al confine con Carema, con api che quindi vanno a succhiare il polline anche a Carema, per spostarle fino a Courmayeur non ha bisogno di nessun certificato sanitario. Allora uno che ha alveari a Pont-Saint-Martin per spostarli a Carema ha bisogno di due certificati sanitari, uno in uscita ed uno in entrata, quindi non venite a dire che questi non sono controllati.

Mi sembra un protezionismo che va contro una parte dei Valdostani.

In Commissione si era detto di fare un documento di accompagnamento perché sembrava che mancasse un foglio sul quale fare la domanda e perché fossero messi nella legge i tempi massimi entro i quali il Presidente del Consorzio li autorizzava a potere uscire; almeno questo penso che glielo dobbiamo agli allevatori.

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Parisi.

Parisi (RV) Non voglio entrare nel merito di chi ha ragione o di chi ha torto perché il compito della Commissione non era quello di stabilire da che parte stavano le colpe o le ragioni, ma era quello di capire esattamente quelli che erano i problemi sorti in questo settore per verificare se vi era la possibilità di un intervento in modo tale da conciliare sia il compito che svolge il Consorzio apistico sia quello di dare anche la possibilità a coloro che operano sul territorio valdostano nel nomadismo di non avere le difficoltà che avevano denunciato.

La Commissione ha cercato di conciliare queste due esigenze, ha ritenuto anzitutto di non accogliere la richiesta dell'abrogazione dell'articolo 25, che era quello che prevede il controllo, però nello stesso tempo, siccome dalle audizioni effettuate sembrava che ci fosse da parte degli uffici del Consorzio una certa discrezionalità nel dare le risposte alle richieste di autorizzazione, ha cercato di coinvolgere gli uffici e l'Assessorato in particolare, per fare in modo che venissero stabiliti i tempi di risposta alle domande di autorizzazione, e nel contempo che fosse predisposto un fac-simile di domanda nel quale elencare tutti gli elementi per facilitare l'accoglimento della domanda stessa. Quindi la Commissione ha ritenuto che con questa decisione si potessero conciliare le due esigenze senza penalizzare l'attività svolta dagli apicoltori nomadisti.

Un invito che faccio all'Assessore Vallet è di verificare se non vi siano altri interventi da effettuare per vedere qual è la tipologia dei controlli svolti sulla qualità del miele perché pare che il controllo venga fatto a priori e non a posteriori.

Suggerisco un controllo a campione che potrebbe dare una maggiore certezza della qualità del miele valdostano. Come pure un'altra serie di interventi che potrebbero garantire il prodotto che viene venduto con la fascetta con scritto in questo caso miele valdostano, ma lo stesso discorso può farsi per altri prodotti.

Concludendo, a prescindere dalle considerazioni che faceva Chiarello, la preoccupazione della Commissione è stata quella da una parte di salvaguardare l'attività che fa il Consorzio e dall'altra di dare la possibilità agli apicoltori nomadisti di svolgere la loro attività senza tutte quelle pastoie burocratiche che erano emerse dalla loro petizione.

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Mostacchi.

Mostacchi (UV) Solo per fare una considerazione sul discorso che ha fatto Chiarello che contiene una grossa contraddizione di fondo. Prima elogia tutte le qualità del miele valdostano ed è giusto, poi auspica che oltre il 50 percento del miele valdostano venga da fuori.

In parole povere è così il concetto e in questo modo fa cadere tutte quelle specificità del miele valdostano. Il tuo discorso non regge, Chiarello.

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Chiarello.

Chiarello (RC) Lungi da me dire che il miele deve venire da fuori; anzi, cercavo di fare sì che anche il miele di acacia che producono i produttori valdostani, pur messo nei vasetti senza l'etichetta di prodotto valdostano, potesse far concorrenza al miele Ambrosoli e ad altre marche di miele che hanno l'etichetta rossa e nera e non sono mieli valdostani.

Ho detto che sono i più grossi produttori perché questi stanno con gli alveari per più mesi in Valle d'Aosta, vanno solo fuori a prendere la fioritura di acacia, sicché il resto del miele lo producono di rododendro, mille fiori, castagno e altre piante. Non si può dire che la maggior parte del miele lo producono fuori Valle o che nel suo insieme il miele viene prodotto per lo più fuori Valle.

Presidente Se non ci sono altri interventi dichiaro chiusa la discussione generale. Ha chiesto la parola l'Assessore all'agricoltura, forestazione e risorse naturali, Vallet.

Vallet (UV) L'articolo 15 della legge che regola la pratica dell'apicoltura in Valle d'Aosta, di cui i firmatari della petizione chiedono la soppressione, risponde a due esigenze. La prima, sicuramente importante, riguarda gli aspetti sanitari e attiene ad un problema di controllo e di verifica rispetto ai problemi che ci sono stati e che si creano nel momento in cui gli alveari vengono portati in altre regioni o comunque in luoghi dove possono essere presenti delle malattie, la varroa è una di queste. Risponde quindi ad un'esigenza che dal nostro punto di vista è insopprimibile, quella di poter fare controlli sanitari.

La seconda esigenza a cui risponde quest'articolo, non meno importante della prima, è quella della salvaguardia della qualità, della tipicità e quindi del marchio del miele "Valle d'Aosta" pertanto, questa norma prevista dalla legge non può sicuramente essere soppressa, se la scelta è quella di assicurare gli strumenti necessari al Consorzio per poter garantire, attraverso l'attribuzione della fascetta, che quel miele contenuto in quei vasetti è miele prodotto in Valle d'Aosta.

Dov'è la contraddizione sottolineata dal Consigliere Mostacchi nell'affermazione di Chiarello? È vero che questi sono fra i maggiori produttori di miele, ma sono produttori di miele non prodotto in Valle d'Aosta e quindi producono miele che non può essere classificato come miele della Valle d'Aosta.

Dal punto di vista dei meccanismi messi in piedi dal Consorzio per dare quest'autorizzazione, credo che la risposta allegata all'ordine del giorno fornita dal Presidente del Consorzio sia sufficientemente esaustiva, cioè non si può prendere a pretesto un ritardo per dire che complessivamente il sistema non funziona.

Condivido peraltro le conclusioni della III Commissione, prendo atto dei suggerimenti formulati dal suo Presidente e mi impegno ad attivarmi in questo senso, ribadendo la necessità di mantenere quest'articolo 15 della legge.

Presidente Ha chiesto la parola il Presidente della Giunta, Viérin Dino.

Viérin D. (UV) Pour apporter une dernière précision quant à l'intervention de Monsieur Chiarello et pour préciser quelles sont les fonctions des consortiums, dans ce cas le Consortium des apiculteurs de la Vallée d'Aoste, mais de n'importe quel consortium de produits agricoles. Ils ont des fonctions de sauvegarde d'ordre général et c'est pour ces raisons que des fonctions de contrôle leur sont également attribuées.

Ces fonctions représentent donc la nature même, les fonctions et les raisons d'être d'un consortium. Si l'on considère le consortium de Fontina ou si l'on considère n'importe quel consortium, c'est à lui qui reviennent ces tâches. Par ailleurs c'est le consortium également qui est habilité à présenter les demandes aux fins de la reconnaissance, que ce soit du point de vue de la délimitation géographique ou du point de vue de la dénomination d'origine protégée.

Il s'agit donc un cadre juridique d'ensemble et il est impossible de séparer ces fonctions de l'exercice du contrôle, qui doit revenir directement au même organe.

Presidente Ringrazio il Presidente della Giunta, quindi il Consiglio è chiamato a prendere atto.

Il Consiglio prende atto della petizione e della documentazione ad essa relativa.