Oggetto del Consiglio n. 2183 del 23 ottobre 1996 - Resoconto
SEDUTA ANTIMERIDIANA DEL 23 OTTOBRE 1996
OGGETTO N. 2183/X Criteri adottati per il rilascio dei carnet di caccia per i non residenti. (Interrogazione)
Interrogazione Venuto a conoscenza che malcontento, perplessità e apprensioni regnano all'interno del mondo venatorio, sia tra i residenti che i non, per i criteri scelti per il rilascio dei Carnet di Caccia ai non residenti;
il sottoscritto Consigliere regionale
Interroga
l'Assessore competente per sapere:
1) quali criteri sono stati adottati e se c'erano criteri non scritti;
2) se tali criteri sono stati adottati in modo imparziale nei confronti di tutti i richiedenti;
3) se risulta vero che, tra i criteri non scritti, vi era anche quello del gradimento di esponenti di vertice del Comitato Caccia.
F.to: Mostacchi
Presidente Ha chiesto la parola l'Assessore all'agricoltura, forestazione e risorse naturali, Vallet.
Vallet (UV) La legge n. 64/94, la legge regionale in materia di caccia, prevede che i criteri per l'ammissione dei cacciatori non residenti vengano definiti in sede di approvazione del piano regionale per la gestione faunistica, piano che è in fase di redazione e che prevedo possa venire alla discussione di questo Consiglio per l'approvazione nel corso del 1997.
Nel frattempo il calendario venatorio all'articolo 13 demanda al Comitato regionale per la gestione venatoria la designazione dei cacciatori non residenti ammessi sulla base di appositi criteri che devono essere approvati dall'Assessorato all'agricoltura.
I criteri che il Comitato caccia ha adottato sono contenuti nel questionario che è stato distribuito a chi ha chiesto di cacciare in Valle d'Aosta, attribuendo ai criteri richiesti dei punteggi.
Quindi, per quanto riguarda la scelta che è stata fatta per l'ammissione dei 46 cacciatori non residenti, risultato è dato da una somma aritmetica che non può prestarsi ad interpretazioni di sorta.
Dei problemi sono sorti per quanto riguarda invece la presa in considerazione di eventuali sanzioni di natura penale, amministrativa o disciplinare in materia di caccia, di cui si richiedeva ai residenti di produrre autocertificazione. La scelta che è stata fatta dal comitato è stata quella di escludere all'ammissione i cacciatori che hanno dichiarato di aver avuto in passato delle sanzioni, e qui oggettivamente ci sono stati dei problemi quanto all'interpretazione di queste sanzioni.
Non ho competenza per entrare nel merito e per poter dare dei giudizi rispetto al merito di questo problema, trattandosi d'interpretazione di carattere giuridico, quindi riporto quelle che sono state le decisioni del Comitato regionale per la gestione venatoria, che aveva affidato ad una commissione formata da 4 persone l'esame di queste domande e la compilazione della relativa graduatoria. Al di là di questi problemi sorti per quanto riguarda l'interpretazione in materia di sanzioni, non mi risulta che siano state commesse delle imparzialità nella scelta.
Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Mostacchi.
Mostacchi (UV) Ringrazio l'Assessore per le risposte date, però vorrei fare alcune considerazioni. Penso che sia lodevole l'iniziativa del Comitato caccia di dotarsi di un codice di comportamento, però ritengo che i criteri scelti siano discutibili e per quanto mi riguarda anche illegali, perché tendono a penalizzare delle persone che nel tempo potrebbero aver commesso delle infrazioni punibili con sanzioni amministrative e oggi depenalizzate o addirittura non più previste dalle attuali norme in vigore. Il Comitato caccia dice, facendo proprie le testimonianze di un parere legale: "Il Comitato caccia non è il soggetto che possa entrare nel merito delle procedure che abbiamo portato nel passato all'irrogazione di sanzioni o alla valutazione delle relative infrazioni, ma soltanto alla presa d'atto del fatto storico dell'esistenza dell'infrazione stessa". Detto questo, visto che il parere legale dice che il Comitato caccia non è il soggetto preposto, per deduzione il soggetto dovrebbe essere l'Esecutivo; pertanto inviterei l'Assessore ad un approfondimento dell'argomento e a vedere se è possibile rimediare a quelle storture, perché andiamo a ledere dei diritti dei cittadini. Ritengo che questo non sia giusto, per quanto mi consiste.
Vorrei fare un'altra domanda sempre in seguito alla risposta del parere legale; gradirei sapere come mai il Comitato caccia, nell'esercizio delle sue funzioni, ha la possibilità di dettare e di scegliere dei criteri, e poi, se questi erroneamente riconosciuti, non ha la possibilità di rimediare. Se uno ha la possibilità di stabilire un criterio, dovrebbe avere anche la possibilità di correggerlo nell'eventualità si ritenesse sbagliato. Adesso non è che voglia fare dei riferimenti particolari, ma tutti sappiamo che a Roma stanno preparando un disegno di legge per concedere l'indulto ai Khmer rossi, qua invece andiamo in segno diametralmente opposto: tendiamo a mettere delle imposizioni che vanno a ledere addirittura i diritti dei cittadini.
Sono convinto che noi da Roma non abbiamo nulla da imparare, però inviterei tutti ad una profonda riflessione, perché se insistiamo con questi metodi, abbiamo anche ben poco da insegnare!