Oggetto del Consiglio n. 2181 del 23 ottobre 1996 - Resoconto
SEDUTA ANTIMERIDIANA DEL 23 OTTOBRE 1996
OGGETTO N. 2181/X Intendimenti della Giunta per risolvere la vertenza fra società SITAV e la gestione straordinaria del Casinò. (Interpellanze)
Interpellanza Premesso
che alcuni organi di informazione hanno reso noto del deposito, presso il Tribunale di Aosta, di una istanza di fallimento presentata dalla SITAV S.p.A. nei confronti della Gestione Straordinaria regionale;
che la società SITAV ha dichiarato di vantare un credito di circa cinquanta miliardi nei confronti della Gestione Straordinaria;
che la società SITAV avrebbe agito in tal senso, manifestando la preoccupazione di non riuscire a recuperare il proprio credito "considerato che la Gestione Straordinaria regionale non possiede alcun bene e ha accumulato, con la perdita di gestione al 30 giugno 1996, un patrimonio netto negativo di dodici miliardi";
che le risposte laconiche del Commissario straordinario non sembrano smentire con fermezza la presunta situazione di insolvenza che la SITAV attribuirebbe alla Gestione Straordinaria regionale;
che la tensione nei rapporti tra la Gestione Straordinaria regionale e la società SITAV è già emersa nelle trattative per il rinnovo della convenzione per l'utilizzo del Grand Hotel Billia da parte della casa da gioco di Saint-Vincent, mettendo a serio repentaglio 180 posti di lavoro;
tutto ciò premesso, il sottoscritto Consigliere regionale
Interpella
la Giunta regionale per conoscere:
1) se le pretese creditorie della società SITAV nei confronti della Gestione Straordinaria sono fondate e se, parimenti, l'ente preposto alla gestione del casinò di Saint-Vincent verserebbe in stato di insolvenza;
2) quali sono le motivazioni che sottendono alle richieste avanzate da SITAV ovvero quali sarebbero le inadempienze contrattuali che la Gestione Straordinaria regionale non avrebbe puntualmente onorato;
3) quale giudizio esprime su tali vicende e quale linea di condotta intende assumere in merito alle medesime, con particolare riferimento alla definizione delle trattative per l'utilizzo dei servizi offerti dalla società SAAV (controllata da SITAV) e per scongiurare il licenziamento collettivo dei dipendenti della stessa società.
F.to: Tibaldi
Interpellanza Appreso da quotidiani e settimanali locali della preoccupante situazione venutasi a creare presso il Grand Hôtel Billia, dove, a causa dell'impossibilità di giungere ad un accordo tra SITAV e Gestione Straordinaria del Casinò circa l'affitto dei parcheggi, l'utilizzo del Software e l'accordo sull'impiego delle strutture del Grand Hôtel, potrebbero essere a rischio 180 posti di lavoro;
Preso atto del fatto che la Società ha già avviato la procedura di mobilità per tutto il personale dell'albergo, e che in mancanza di soluzioni alternative la stessa si vedrebbe costretta, a suo dire, a licenziare i dipendenti;
Avuto notizia che la Società SITAV ha presentato, presso il tribunale di Aosta, istanza di fallimento nei confronti della gestione straordinaria;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
la Giunta regionale per sapere quali sono le intenzioni dell'amministrazione regionale circa la possibilità di un intervento della stessa finalizzato a risolvere le sovracitate questioni alla luce della rilevanza gestionale ed occupazionale.
F.to: Lanièce - Collé - Marco Viérin
Président Il y a une requête de passer à l'examen des points n° 13 et n° 15 à l'ordre du jour, ce n'est pas un problème; on demande également de le discuter ensemble et cela va de soi parce que les deux thèmes concernent le même objet, donc on peut passer - si le Conseil est d'accord - à l'examen de ces deux points.
La parole au Conseiller Lanièce.
Lanièce (GA) Con questa interpellanza ci siamo fatti promotori di portare in quest'aula ciò che vorrebbero sapere i dipendenti dell'Hôtel Billia, e cioè quello che a fronte della situazione attuale, dei contrasti fra la gestione straordinaria del casinò e la SITAV per quanto riguarda l'affitto dei parcheggi, l'utilizzo del software e l'accordo sull'impiego delle strutture, e anche alla luce dell'avvio della procedura di mobilità per il personale del Billia, intende fare il Governo regionale per tutelare i posti di lavoro. Questo a dimostrazione, ancora prima che ci fosse la Conferenza dei Capigruppo, che alcune forze politiche erano consce della situazione, le quali forze, non appena hanno verificato l'evolversi della situazione, si sono premunite quindici giorni fa di presentare quest'interpellanza.
In questo dimostrando una certa sensibilità per un problema che riteniamo fondamentale non solo per l'importanza, per il collegamento che questa vicenda ha con la vicenda del Casinò, ma anche perché è un problema con una forte rilevanza occupazionale. Penso che ogni problema che abbia una forte rilevanza occupazionale sia un problema importante e debba essere seguito con particolare attenzione, anche perché può portare a urgenti danni economici per le famiglie dei dipendenti che vedono il loro posto di lavoro "a rischio".
In questa triste commedia che vede protagonisti a Saint-Vincent da una parte il Billia e la società che lo gestisce, il Casinò e la Regione manca solo il finale; è una guerra di sigle, fra SAAV, SITAV, FINOPER e Regione autonoma Valle d'Aosta, una guerra che purtroppo si è spostata sulla pelle dei dipendenti di una struttura come è quella dell'Hôtel Billia, e questa è un fatto preoccupante e pericoloso. Quello che solo pochi giorni fa sembrava un allarme, lanciato da circa 180 dipendenti del Grand Hôtel, acquista di ora in ora concretezza drammatica e nemmeno più i mezzi d'informazione riescono a star dietro ad una vicenda che assume sempre più i contorni di una sconfitta, o eventualmente di una vittoria di Pirro, perché se verrà messo in pratica il motto biblico "cada Sansone con tutti i Filistei", abbiamo ragione di credere che dalle ceneri di quello che un tempo era considerato il paradiso laico della nostra regione, non si potrà levare alcun grido di vittoria.
Il destino del Grand Hôtel, legato indissolubilmente alla questione del Casinò, non potrà che essere solo uno se fra i sindacati, la gestione straordinaria del Casinò - ovvero il Governo regionale - e la SITAV non si troverà un accordo definitivo. Le porte di questo famoso albergo potranno solo chiudersi, mettendo fuori dipendenti e clienti, mandando all'aria tutte quelle promesse e mettendo in difficoltà la sorte di tante famiglie valdostane, con evidenti enormi danni occupazionali ed economici per la nostra intera comunità.
Il Consiglio regionale però non è scevro di colpe su questa vicenda, non possiamo dire che questa vicenda non coinvolgo assolutamente il Consiglio regionale; anzi, possiamo leggere gli avvenimenti odierni come una sorta di naturale conseguenza - se così si può dire - di una scelta operata in questo Consiglio all'inizio di questo mese, scelta che portava all'azzeramento della situazione per quanto riguarda la concessione della Casa da gioco, e alla decisione di bandire un nuovo appalto europeo. Questo è un punto fermo, non possiamo non pensare che quello che si sta verificando non sia la conseguenza di questa scelta operata dalla maggioranza di questo Consiglio. Ovviamente ognuno, come diceva un collega prima, quando ha votato a favore o contro quella scelta, ha fatto una sua valutazione, però l'ha fatta e ne è responsabile.
Siamo qui oggi non per fare polemiche o per strumentalizzare politicamente questa situazione; riteniamo - parlo a nome mio, ma anche a nome degli altri firmatari di questa interpellanza - che dobbiamo oggi trovare il modo di garantire la tutela del posto di lavoro di questi dipendenti. D'altronde penso che sia un'esigenza di un amministratore regionale - che sia in maggioranza o all'opposizione - quella di porre in essere tutte quelle modalità che portino a risolvere un problema così importante come quello che è oggetto di questa interpellanza e che è stato sollevato in questi giorni dai rappresentanti sindacali, dai lavoratori e dai mass media.
Cosa dobbiamo attenderci dall'assemblea dei lavoratori della SAAV prevista per dopo domani? Mi auguro che il tempo degli scioperi dei lavoratori sia finito e che si riesca a far tornare un po' di serenità fra i dipendenti, che giustamente hanno annunciato di voler difendere il loro posto ad ogni costo.
Certo, molto dipende dalle decisioni e dalla volontà della gestione straordinaria, e quindi dal Governo regionale; quindi l'invito al Governo regionale è di riuscire a dare una soluzione nell'immediato a questo problema, magari tenendo conto che la prima esigenza è quella di pensare agli interessi dei lavoratori, mettendo in seconda battuta i cosiddetti "giochi di potere", gli scontri politici.
Il senso dell'interpellanza è quindi quello di cercare di condurre il dibattito non in modo strumentale, per riuscire a trovare un accordo che possa garantire la salvaguardia dei posti di lavoro al Billia.
Attendiamo le risposte che ci verranno date dal Presidente della Giunta; ribadiamo che questo è un problema molto importante, sul quale è necessario che ci sia una particolare attenzione da parte dei consiglieri regionali, ma soprattutto da parte del Governo regionale che è comunque responsabile della gestione straordinaria del Casinò ed è il primo a doverci dire le scelte che vorrà operare.
Si dà atto che, dalle ore 10,47, presiede il Vicepresidente Aloisi.
Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Tibaldi.
Tibaldi (Ind) A differenza di quanti mi hanno preceduto nel corso delle dichiarazioni di replica a quanto detto dal Presidente della Giunta, non vedo nulla di eccezionale in quella che ritengo una legittima manifestazione di preoccupazione da parte di coloro che ieri sono venuti in sede di Conferenza dei Capigruppo ad illustrarci la profonda situazione di disagio che stanno vivendo in questo momento al Grand Hôtel Billia.
Non ci trovo nulla di eccezionale, anche se hanno legittimamente - perché la legge lo riconosce il diritto di sciopero - proclamato una giornata di astensione dal lavoro ed hanno proclamato uno stato di agitazione. Quindi mi sembra più che mai naturale che di fronte a questa probabile o possibile - volendo essere più ottimisti - perdita del posto di lavoro, si facciano promotori di iniziative che sono strumenti riconosciuti, aventi valenza di legalità.
Piuttosto direi andiamo a verificare dove stanno le cause di questa situazione, perché con questa interpellanza e con quella proposta da alcuni miei colleghi vogliamo approfondire le ragioni ed esaminare quelle che possono essere le vie di uscita a questo ginepraio inestricabile che è stato creato.
Partiamo anzitutto dai soggetti attori di questa vicenda. Sono solo due: la Regione e la famiglia Léfèvre, che attraverso le loro più o meno diverse emanazioni stanno giocando una battaglia fra Titani, una battaglia che ha motivazioni più profondamente politiche che non altre. Da una parte abbiamo la Regione, che come emanazione ha la gestione straordinaria regionale, e questo, benché sia un ente di diritto privato istituito con legge n. 88/93, sappiamo benissimo che è un ente che esegue le volontà politiche che promanano dalla Regione.
Dall'altra parte abbiamo la famiglia Léfèvre che, attraverso una serie di società controllate collegate, ha accerchiato o possiamo dire anche assediato quello che è l'esercizio della Casa da gioco acquistando prima SITAV, quindi il Grand Hôtel Billia, facendo una serie di operazioni societarie, finanziarie ed economiche che hanno di nuovo congelato la situazione della Casa da gioco.
I due Titani sono, dicevo, Regione e famiglia Léfèvre. Ma chi è la Regione? Giustamente ieri i sindacalisti sono arrivati in aula dei Capigruppo ed hanno sentito che da parte dei Capigruppo non è stata data alcuna risposta, da parte dei consiglieri non è promanata alcuna soluzione se non un impegno a quella solidarietà che oggi viene di nuovo profusa in quest'aula, ma penso che più che di solidarietà queste persone abbiano bisogno di azioni concrete. La solidarietà va bene, però se alla fine del mese non c'è la pagnotta, la solidarietà rimane sulla bocca di chi la esplicita e nulla di più.
Quindi il Consiglio regionale, benché abbia sempre avuto il potere di approvare quelli che sono gli atti fondamentali riguardanti i rapporti Regione-Casinò, sappiamo che in realtà più che un organo di approvazione non è. Qui ci sono delle responsabilità politiche.
I consiglieri - è stato detto - erano e sono coscienti delle conseguenze del loro voto del 26 settembre, ed è vero; non devono però essere solo consapevoli e coscienti ed avere piena cognizione di quelli che sono i fatti e le vicende che si sono svolti o che si stanno svolgendo, devono anche avere la responsabilità delle proprie azioni. Bisogna avere oltre che la consapevolezza, la responsabilità che facendo determinate scelte, si possono o si debbono sopportare anche certe conseguenze.
Diciamo subito che questa responsabilità il Consiglio non so fino a che punto potrà manifestarla; la potrà manifestare però la persona che sappiamo ha portato il Consiglio su questa decisione e che è il Presidente della Giunta. In fondo il Presidente della Giunta è colui che ha avallato, se non formalmente almeno sostanzialmente, tutte le iniziative prese dal '93 ad oggi; prima ci ha portato al commissariamento e siamo tutti d'accordo, che però doveva avere una funzione di transitorietà, dopo di che siamo arrivati al 26 settembre con l'eliminazione di quella che era l'unica concorrente. Giusta o ingiusta che sia, quest'aula si è ripronunciata, noi dell'opposizione abbiamo dato la nostra versione con le nostre ragioni, voi della maggioranza avete dato la vostra versione con le vostre ragioni. Se è giusta o ingiusta non so se saremo di nuovo noi a stabilirlo, o purtroppo per l'inefficacia dell'azione amministrativa saranno altri organi competenti.
Dico che il Presidente della Giunta deve colmare quelle lacune che si stanno creando; non si può permettere che due Titani come Regione da una parte, attraverso le sue emanazioni, e famiglia Léfèvre dall'altra con le sue società, si combattano e il prezzo di questo loro combattimento sia rappresentato da 180 dipendenti. Non possiamo permetterlo. Allora mi auguro che le dichiarazioni che verranno fatte oggi non siano fini a se stesse, ma da quest'aula si esca con una proposta più concreta, una proposta che può essere un documento di impegno del Presidente della Giunta ad attivarsi, perché lui è il primo che può e che deve attivarsi per mediare la questione. D'altronde così è stato fatto nel '94, quando è stata avviata la gestione straordinaria; d'altronde vi ricordate che quei contratti-capestro che nel '94 soprattutto noi dell'opposizione abbiamo censurato fin dall'inizio, sono stati avallati, nel senso che l'esigenza di continuità di esercizio della Casa da gioco non poteva permettere nemmeno un giorno di chiusura. Queste sono le parole che continuamente abbiamo sentito in quest'aula.
Questo non vuol dire che oggi debbano essere riproposti gli stessi termini contrattuali, che sono comunque iugulatori per la gestione straordinaria, perché abbiamo visto i calcoli e ci sono meno 12 miliardi di passivo, i quali pesano e alla fine dovranno essere ripianati da qualcuno. Chi li ripiana: la Regione? Oppure si accumulano dei passivi a seconda delle perdite che progressivamente gli esercizi assommano? Anche questo è un punto che, se non oggi, quanto prima, discuteremo.
La Regione e quindi il Presidente ha il dovere di intervenire, perché è l'unico che ha questo potere di mediare - la stessa legge lo dice, la Giunta in particolare, ma sappiamo che le funzioni sono state assorbite in prevalenza dal Presidente o quasi in toto -: di mediare non alle stesse condizioni, ma di permettere che si faccia un passo avanti da una parte e dall'altra si possa fare anche un passo indietro per contemperare le reciproche esigenze, nei limiti naturalmente di quelle che sono le convenienze. Però penso che dalla decisione del 26 settembre, se queste sono le conseguenze di cui vi siete accollati la responsabilità voi della maggioranza, e ci terrei a distinguere questa differente posizione, sarebbe particolarmente ingrato lasciare andare allo sbaraglio 180 persone senza preoccuparsi del loro futuro.
Soprattutto sul punto 3 dell'interpellanza vorrei avere una risposta precisa dal Presidente, ovvero conoscere bene quale linea di condotta intende assumere con particolare riferimento a quelle che sono le definizioni delle trattative fra la SAAV, che offre un pacchetto di servizi e di beni, cercando dall'altra parte di scongiurare questi licenziamenti perché già ne abbiamo avuti molti.
Sui primi due punti le domande so che sono particolarmente puntuali e che siamo nelle more del giudizio civile, quindi personalmente ritengo che, anche se non ci sarà una risposta puntuale, poco importa; se le richieste sono fondate, sarà il Tribunale a stabilirlo e non certo il Presidente della Giunta. Però vorremmo conoscere in maniera più approfondita, come avevo anticipato anche a Viérin, quali sono queste inadempienze contrattuali, visto che noi della IV Commissione, checché ne dica il Presidente Piccolo, siamo praticamente inibiti di attività di controllo di tipo approfondito, ed oggi è l'occasione giusta per conoscere qualcosa di più.
Mi riservo di intervenire successivamente sulla base di quelle che saranno le risposte. Come ripeto, i primi due punti se anche non sono dettagliati, poco importa; mi interessa soprattutto il terzo punto che tratta la materia fondamentale, ovvero la questione "Grand Hôtel Billia", che è un albergo di lusso, che è legato in maniera simbiotica con la Casa da gioco. E questo è un grosso vantaggio che ha Saint-Vincent sulle altre case da gioco perché grazie al Billia e grazie all'attività esercitata al suo interno, Saint-Vincent, negli anni passati soprattutto, è riuscito a conservare una clientela di qualità, è riuscito a gestire e a mantenere un indotto di cui hanno beneficiato direttamente o indirettamente anche le casse del Casinò.
Presidente Ha chiesto la parola il Presidente della Giunta, Viérin Dino.
Viérin D. (UV) Tout d'abord il faut remercier les conseillers qui ont bien voulu soumettre à l'attention de l'Assemblée tous ces différents problèmes, c'est une occasion ultérieure pour essayer de mettre au point certains aspects de "l'affaire du casino", de fournir des éclaircissements, d'apporter des précisions.
Nous avons toujours été disposés à fournir tous les éléments requis et à participer à toute réunion de commission ou pas; il y a une dizaine de jours la gestion extraordinaire avait annoncé au président de la IVème commission qu'elle était disposées à aborder immédiatement les différents thèmes soulevés par Tibaldi, afin de fournir à la IVème commission tous les éléments de connaissance nécessaires et afin que ce soient les membres de la IVème commission les premiers à avoir les données nécessaires pour exprimer ensuite un jugement propre et autonome et les appréciations subséquentes. Il me semble que la réponse n'aille pas dans le sens dont M. Tibaldi se plaint; il me semble que la IVème commission a dit: on n'est pas pressé, on veut attendre la réunion du Conseil régional parce que nous avons présenté des interpellations et, donc, attendons d'abord la réunion du Conseil régional et ensuite il y aura cette audition. La gestion extraordinaire et le Gouvernement ont pris acte d'une volonté exprimée par la IVème Commission. Il me semble donc un peu contradictoire qu'aujourd'hui l'on se plaigne du fait que la IVème commission n'a pas été informée sur ces événements.
Je voudrais séparer les deux problèmes: l'un concernant les rapports entre gestion extraordinaire et SITAV, afférent au système informatique, aux parkings et à quelques immeubles qui sont utilisés par la gestion extraordinaire en tant qu'entrepôts; l'autre, concernant les accords qui ont été conclus entre SAAV et gestion extraordinaire concernant l'utilisation des services fournis par le Grand Hôtel Billia. Je pense qu'il est important de les séparer parce que ce sont des thèmes différents qui n'ont pas les mêmes conséquences, même s'ils font référence aux mêmes volontés.
Avant de fournir ces éléments sollicités par les conseillers, je voudrais néanmoins souligner quelques aspects que je considère comme contradictoires, et je regrette que le conseiller Lanièce ne soit pas présent. Sur le problème de l'information et de la connaissance il est peut-être mieux de jeter la pierre et ensuite retirer la main, parce que je ne dialoguerai pas avec M. Lanièce, qui pourtant s'est porté défenseur des intérêts des travailleurs.
Je voudrais apporter une précision sur ce thème spécifique, parce qu'au-delà des tons catastrophiques et d'une certaine conception catholique d'un lien (comme s'il s'agissait d'un mariage catholique, indissoluble) entre le Grand Hôtel Billia et la maison de jeu, nous avons toujours parlé de rapports fonctionnels. C'est une chose différente qu'un rapport, que nous reconnaissons important, nécessaire et fonctionnel, et une présentation qui veut lier les deux choses comme indissolubles. Il suffit, à cet égard, que vous vous promeniez dans les rues de Saint-Vincent et que vous parliez avec la municipalité de Saint-Vincent ou avec les responsables de l'Association des hôteliers de Saint-Vincent et vous aurez des appréciations différentes quant à ce rapport.
Mais je voulais souligner une contradiction, parce qu'il est bon et il est nécessaire de défendre les intérêts des travailleurs, mais il faudrait que l'on soit cohérent, parce que quand on avait signé les premiers accords, ces mêmes personnes, qui aujourd'hui nous disent qu'il faut tout faire, nous avaient accusés de ne pas faire les intérêts de l'Administration, d'être subordonnés aux exigences de la SITAV...., et nous avions dit que le tout avait été nécessaire pour des raisons spécifiques. Et sur la base des indications qui ont été fournies directement par cette Assemblée ou par la IVème commission nous avons renégocié ces accords, compte tenu également des changements qui étaient intervenus entre-temps. Aujourd'hui ces mêmes personnes, par contre, en oubliant tout ce qu'elles avaient dit précédemment, sont là pour nous dire que nous devons reprendre les mêmes conditions. J'espère que le débat nous mettra à même d'éclaircir ce thème, et je me permettrai de citer les affirmations des conseillers, notamment celles de M. Tibaldi, à l'époque, pour souligner cette contradiction.
On nous dit qu'il faut faire attention, et c'est peut-être la véritable raison, parce qu'aujourd'hui nous discutons de certaines actions et de certaines volontés, mais ces actions et ces volontés sont la conséquence d'un choix que la majorité a fait. De ce point de vue il aurait suffi - l'on continue - d'accepter une autre solution, d'avoir une autre position, et tout aurait été calme comme de l'huile.
Je trouve que sur le plan politique c'est quand même quelque chose d'important, parce que ce qui est en jeu encore une fois c'est le pouvoir, c'est la compétence de ce Conseil et de cette communauté, quant aux décisions qu'elle envisage de prendre vis-à-vis de la maison de jeu. Il est inutile de crier haut et fort, permettez que ce soit moi pour une fois qui utilise ce mot, parce que les conseillers qui ne sont pas présents l'utilisent, qu'il faut être maîtres chez nous et sur ce thème, par contre, il faut suivre et céder à tout chantage. Alors, pour ne pas avoir de problème, il suffit d'accepter ce que d'autres demandent. Il me semble là que tout a été fait avec l'attention nécessaire; évidemment si on a fait un choix, c'est un choix responsable, on a choisi un camp et donc on défend les intérêts de ce camp, il faut le dire explicitement.
Je veux rassurer quant à l'attention du Gouvernement: les choix ont été effectués avec cohérence et continuité sur la base des avis qui ont été formulés par cette assemblée et par la IVème commission; il y a plusieurs propositions qui ont été formulées, il y a plusieurs possibilités pour résoudre notamment le problème du fonctionnement de l'Hôtel Billia et donc de la sauvegarde des emplois; il s'agit simplement que l'on dise exactement qu'il faut la rencontre de deux volontés.
Alors, d'un côté il y a explicitation d'une volonté, nous essayerons de montrer quelles sont les volontés exprimées par les deux parties, et non seulement par l'une d'elle, comme il a été fait ici.
Dernière considération générale: toutes les fois l'on nous rappelle à une responsabilité, je ne sais jamais si ce rappel à la responsabilité - responsabilité qui est implicite, à mon avis, dans notre présence et dans notre action - ne veut pas être un message indirect, dans le sens que nous sommes conscients de notre fonction, de notre rôle, de notre responsabilité, mais nous n'acceptons pas que toutes les fois quelqu'un veuille nous faire peur en disant: "Faites encore une fois attention", parce qu'ici on doit toujours faire attention.
Je veux souligner encore une fois que chacun a la responsabilité des choix qu'il a faits; M. Tibaldi l'a fait, il a été au tribunal témoigner en faveur de M. Governale, il a oeuvré au sein de la IVème commission également pour modifier les déclarations exprimées par le commissaire Arrigoni, ça a été un choix, il en assume la responsabilité, mais nous ne sommes pas là tous les jours à lui reprocher d'avoir choisi un camp. Alors, que toutes les fois M. Tibaldi considère ses collègues comme des gens qui acceptent sans réflexion des impositions que je ne sais pas de quel côté ou de la part de qui leur viennent, c'est un leit motiv dont nous prenons acte, comme nous prenons acte du fait que M. Tibaldi a choisi son camp et c'est bien, il défend des intérêts et il est là à exercer fonctions, mais il ne peut pas continuellement nos rappeler à une responsabilités. C'est la même logique, M. Tibaldi: vous vous en prenez à certaines déclarations des journaux, mais vous suivez exactement la même logique, en disant à tous vos collègues: "Vous ne comprenez rien parce que c'est quelqu'un qui vous impose les décisions et vous oblige à faire certains choix", du point de vue de la logique c'est exactement la même chose.
Pour ce qui est de l'interpellation de M. Tibaldi, je l'aborderai en premier parce qu'elle me permet d'éclaircir la première partie des problèmes concernant les rapports entre gestion extraordinaire et sociétés différentes qui font référence à FINOPER. Il faut tout d'abord répéter que les prétentions de crédit de la SITAV à l'égard de la gestion extraordinaire n'ont pour l'instant aucun fondement, et qu'elles sont l'objet d'une action en justice intentée contre la SITAV tout d'abord par la gestion extraordinaire dès décembre 95.
En effet c'est par cette action en justice que la gestion extraordinaire conteste à la SITAV la totale inexécution des accords passés en date du 11 août 95, qui prévoyaient le renouvellement global du logiciel dans les délais acceptés mais non respectés par SITAV. Comme vous le savez, un premier accord avait été passé entre gestion extraordinaire et SITAV, concernant l'utilisation du système informatique: logiciel, parkings, immeubles, logo, parce que, quand la gestion extraordinaire a commencé à exercer ses fonctions, tout était propriété de la SITAV, et, donc, à l'époque se référer à l'autonomie de la maison de jeu n'était qu'un voeu. Si on n'avait pas passé certains accords, difficilement on aurait pu assurer le fonctionnement de la maison de jeu dans les meilleures conditions.
Cet accord en tout cas avait une échéance, qui était le 30 juin 1996; avant cette échéance une négociation avait été entamée entre gestion extraordinaire et SITAV sur la base des remarques formulées par la IVème commission, par les différents conseillers. Un nouvel accord, sur lequel le Gouvernement avait exprimé son jugement par la délibération n° 6249 du 21 juillet avait été conclu entre SITAV et gestion extraordinaire, tant il est vrai que cet accord a été signé d'un côté par le commissaire Arrigoni, de l'autre côté par la SITAV.
Cet accord, qui avait une durée 1er juillet 1995 - 31 août 1996, prévoyait un loyer qui permettait tout d'abord de payer l'utilisation des parkings - 20 millions par mois - ensuite une partie couvrait la location du système informatique, une partie la mise à jour de ce même système, et une autre partie le rachat de la part de la gestion extraordinaire. Donc, à la fin de cette période le système informatique aurait dû passer à la gestion extraordinaire, SITAV aurait maintenu la propriété de ce même système qui aurait été mis à jour et donc elle aurait pu bénéficier de cet avantage en mettant à disposition d'autres sujets ce logiciel.
Cet accord, qui a été approuvé par le Gouvernement et signé par les responsables de l'époque, n'a pas été respecté dans le sens que M. Pavan quelques mois après n'était plus le responsable de la SITAV et les nouveaux responsables n'ont pas reconnu l'accord signé par M. Pavan, d'où le contentieux.
L'accord prévoyait qu'il y aurait eu une formalisation, se qui s'est jamais produit, et la gestion extraordinaire a porté plainte contre SITAV pour réclamer l'exécution de cet accord qui avait été signé. De là il n'y a eu plus de volonté, tant il est vrai que la gestion extraordinaire a procédé pour son compte en ce qui concerne le système informatique et à compter du 1er septembre de cette année il y a un logiciel qui est propriété de la gestion extraordinaire. Il y a donc également autonomie en ce qui concerne ce point fondamental.
Sur la base de ces rapports et des décisions qui devront être prises par le tribunal, SITAV a présenté des "fatture pro-forma" pour un montant de 50 milliards de lires, réclamant le paiement de la part de la gestion, et sur la base de la présentation de ces factures a déposé au tribunal la requête de faillite. Il nous semble que, pour qu'il y ait requête de faillite, "i crediti devono essere liquidi, certi ed esigibili", donc ce n'est probablement pas le cas, parce qu'il y a un contentieux qui est encore en cours. Quant à la solvabilité de la gestion extraordinaire, je ne pense pas non plus qu'il y ait des doutes, parce que tout d'abord il faut qu'il y ait sur la base de ces conditions une requête officielle de paiement et un refus de paiement ou une impossibilité de paiement pour que la procédure se déclenche. De ce point de vue je reviendrais sur certaines données, parce qu'il est vrai que du point de vue comptable il y a ces résultats négatifs, mais les résultats économiques et la solvabilité de la gestion extraordinaire ne font pas de doute.
La gestion, ayant su d'une manière non officielle que cette instance de faillite avait été introduite, a demandé une confrontation immédiate à ce sujet, pour démontrer que l'instance, que la gestion considère clairement non fondée, a été introduite contre une gestion dont les comptes confirment la validité des choix opérés. Comptes qui ne manqueront pas de peser sur la définition du nouvel appel d'offres.
Il convient de souligner à cet égard que la gestion extraordinaire, suite à une volonté bien précise de l'Administration régionale et malgré le fait que la loi n° 88, portant institution de cette même gestion, prévoie des conditions de gestion analogues à celles appliquées au gérant précedent sur la base de la même convention, donc même pourcentage de répartition de recettes et maintien des mêmes prévisions, par exemple quant aux manifestations, la gestion n'a pas bénéficié de ces avantages, ce qui a été par conséquent tout à l'avantage de l'administration publique. Il s'agit de financements globaux qui, à la date d'aujourd'hui, peuvent se chiffrer à quelque 64 milliards de lires.
De plus, si au cours de deux années de gestion et grâce à une augmentation des recettes qui ne s'était plus produite depuis des années, nous ajoutons cette augmentation de recettes, nous pouvons dire aujourd'hui que l'Administration a bénéficié également de 16 milliards supplémentaires à titre de quote-part, sur la base des pourcentages établis.
En fait, dans la période examinée l'Administration régionale a obtenu des recettes globales accrues par rapport à celles d'une hypothétique gestion privée sur la base non pas de résultats différents, mais sur la base de la convention réglementant les rapports, à la date d'aujourd'hui, de quelque 80 milliards de lires supplémentaires.
Dans cette même période et ce, suivant entre autres les indications de l'Administration, la gestion extraordinaire s'est engagée à acheter à SAAV et à SITAV, en sus des services, des nuitées pour un montant total de plus de 57 milliards de lires, en échange de l'utilisation des services auxquels il est fait référence: logiciel, parkings, hangars, standard téléphonique, hébergement, obligations découlant, dans une première phase, de la servitude absolue qui s'était créée au fil des années de l'Administration régionale vis-à-vis des gérants SITAV et SAAV, propriétaires des terrains, équipements et structures en partie fonctionnelles pour l'activité de la maison de jeu.
La détermination de la gestion extraordinaire a permis de réduire progressivement ces servitudes, au point que les utilisations au cours des années considérées ont été redéfinies de concert avec SAAV, en échange d'un nombre de nuitées moindre et d'une autonomie opérationnelle accrue dans la gestion du casino.
Outre le nombre de nuitées annoncé lors des entretiens qui ont eu lieu au Bureau du travail, à présent la gestion extraordinaire n'exploite que les parkings et les hangars, à titre temporaire. Les litiges entre les parties et le jugement que le magistrat doit encore prononcer à ce sujet, nous obligent en ce qui concerne les réponses définitives à attendre la solution des litiges, bien que nous soyons convaincus que la gestion extraordinaire a adopté des mesures correctes parce qu'il s'agit là de vérifier quel a été le déroulement des différentes actions.
Sur le point 3, concernant l'attitude que l'Administration régionale entend adopter à l'égard de la SAAV lors des négociations pour éviter le licenciement des personnels, je répondrais maintenant sur la deuxième partie. Je veux simplement sur ce thème citer M. Tibaldi, qui au cours d'une séance du Conseil avait dit: "E questo anche per dimostrare un altro dato contabile, con 42 miliardi - se il problema era soprattutto o prevalentemente occupazionale - non si pagano solo 300 dipendenti, ma rimangono di gran lunga miliardi per pagare anche altri lavoratori che sono in assenza di lavoro e che devono trovare una sistemazione lavorativa. Se vogliamo, con 42 miliardi si pagano anche più di 1000 dipendenti". Il avait ajouté, de concert avec M. Collé, "l'invito a ristabilire da parte di quest'Amministrazione un onesto equilibrio contrattuale tra gestione straordinaria e Grand Hôtel Billia" e concluait: "Rescindere vuol dire riacquistare quella dignità che la Regione sta perdendo, vuol dire ristabilire condizioni di equità che assolutamente ora non ci sono, vuol dire acquisire quella forza contrattuale che un domani ci servirà, quando questa casa da gioco verrà riconsegnata al privato o alla società privata, che sarà in grado - per condizioni di affidabilità e di trasparenza del suo azionariato - a portarla avanti decorosamente".
Je ne peux que partager ses affirmations et c'est ce que nous avons fait et que nous continuons à faire, tout en considérant les aspects sociaux de ces rapports et, donc, la nécessité de sauvegarder au mieux les conditions d'emploi des travailleurs.
Sur l'autre question, celle des rapports avec le Grand Hôtel Billia, il y a déja eu au cours des deux années une modification; au départ il y avait les 112.000 nuitées assurées, mais le dernier accord souscrit était déjà tout à fait différent, parce qu'il ne faut pas oublier qu'entre-temps une partie du personnel a déjà été embauchée par des sociétés touristiques valdôtaines et donc les conditions ne sont plus les mêmes. Cela pour souligner encore une fois qu'accepter les conditions de juin 94, sans tenir compte des changements intervenus et en ce qui concerne le personnel et en ce qui concerne l'utilisation du système informatique, c'est démontrer une non-volonté de négociation, parce que le Gouvernement a adhéré au choix de la gestion extraordinaire, afin que cette dernière s'engage dans l'achat d'hébergement et de services au Grand Hôtel Billia dans une optique commerciale. Dans le cas où le volume de ce dernier serait jugé insuffisant par le Grand Hôtel Billia, elle se propose comme gérante temporaire contre un loyer approprié pour les structures et en accordant une royalty sur les recettes de la SAAV. Il n'y a pas eu donc qu'une proposition. Néanmoins nous n'avons même pas pu entamer une négociation parce que face à la proposition de 40.000 nuitées la réponse à été: 112.000 nuitées, 9 ans de durée du contrat et possibilité de restructuration de l'Hôtel Du Parc.
Alors, autre proposition formulée dans l'impossibilité de trouver un accord ou quelqu'un qui puisse négocier, toujours pour assurer les emplois: "Mais pourquoi vous n'acceptez pas, si vous jugez ces conditions inacceptables, que ce soit la gestion extraordinaire qui gère temporairement ces structures, moyennant le paiement d'un loyer et en reconnaissant à SAAV une royalty sur les recettes?". Cela, en prenant en charge tous les frais de gestion et de personnel utilisé dans cette structure, dans le but de maintenir les emplois du Grand Hôtel Billia, ou bien courant ces risques d'entreprise, que d'autres ne semblent pas vouloir s'assumer à cause des choix opérés.
Le Gouvernement - là c'est une volonté du Gouvernement - a insisté par l'intermédiaire de la gestion extraordinaire sur ce qu'il avait à maintes reprises anticipé à SAAV ou à SITAV ou à FINOPER, à savoir sa totale disponibilité à acquérir les biens jugés fonctionnels pour la maison de jeu, et en premier lieu pour le Grand Hôtel Billia.
Quant aux emplois qu'il s'agit de sauver, il est évident que le Gouvernement est conscient de l'importance que cette structure revêt pour le tissu économique, et qu'il n'entend pas négliger le futur de tous ceux qui quotidiennement oeuvrent au Grand Hôtel Billia, mais sans pour cela accepter des pactes léonins, sur la base des indications fournies par cette Assemblée, notamment par les conseillers d'opposition.
Il est, à cet égard, important de rappeler que depuis le début de la gestion extraordinaire, celle-ci a défini avec SAAV des accords toujours plus orientés vers l'occupation réelle des chambres et que le dernier accord signé entre les parties et accepté par SAAV prévoyait pour ce qui est de l'hébergement un total de 60.000 nuitées par an, subdivisées en un premier accord de 25.000 et en un accord suivant semestriel de 35.000. L'offre conséquente qui a été formulée par la gestion extraordinaire au sein du Bureau de l'emploi de 40.000 nuitées, valables pour l'année 97, bien que cohérente avec les nécessités effectives de cet établissement, n'avait pas été formulée à titre définitif, et - comme l'a souligné la gestion au cours de l'entretien officiel au Bureau du travail - elle pouvait avec des limites acceptables être revue.
La gestion offrait, par rapport aux précédents accords, des possibilités de discussion qui ont été, en dépit de toute volonté, catégoriquement exclues par SAAV, parce que là l'on pouvait et l'on peut encore aujourd'hui prendre en considération le problème lié aux emplois. L'engagement global dans les deux années précédentes de gestion a enregistré pour ce qui est de l'hébergement un total de 155.000 nuitées, donc les 2/3 seulement ont été utilisés effectivement, tandis que l'autre partie n'a pas été utilisée.
La requête de SAAV, un contrat sur 9 ans lui assurant 112.000 nuitées, requête confirmée devant les responsables de la maison de jeu et les salariés, ne permet pas à la gestion extraordinaire de conclure un accord et ne peut absolument pas être acceptée parce qu'elle ne prend pas en considération les changements intervenus entre juin 1994 et aujourd'hui.
Cette requête, en sus de la durée, 9 ans, évidemment inacceptable et contraignante même pour le prochain gérant du casino, envisage un hébergement avec des coûts et des utilisations tout à fait irréalisables dans le cadre de la structure actuelle du Grand Hôtel, parce qu'il s'agit de doubler par rapport aux données relatives au dernier accord.
Une dernière considération: à Saint-Vincent plusieurs hôtels 4 étoiles, ayant passé des conventions avec le casino, offrent des chambres à des prix qui sont moyennement inférieurs de 50 pour cent aux prix du Grand Hôtel Billia. Au cours des contrats précédents le Grand Hôtel a régulièrement et justement utilisé sa structure de manière complémentaire à la maison de jeu, parce que 20 pour cent des chambres dont il pouvait disposer d'une manière autonome, a été partiellement vendu sur le marché des congrès à des prix plus bas que ceux que la SAAV prétendait de la gestion extraordinaire. Cela, malgré les données que nous venons d'indiquer et malgré la priorité proclamée à plusieurs reprises pour la maison de jeu.
Ce sont là des réponses quant à l'attention et quant à la sensibilité que le Gouvernement a toujours prêtées aux problèmes de la sauvegarde des emplois, parce que s'il n'y avait pas cette obligation, l'on ne justifierait pas ces prix contractuels et cet engagement de lagestion extraordinaire quant à l'acceptation de ces conditions. Cette attitude a été l'objet de sommation répétée de la part de la gestion extraordinaire, qui déplorait des conditions peu correctes à l'égard d'un partenaire défini naturel et privilégié pour la structure.
Or, sans préjudice des impératifs sociaux et de notre disponibilité, parce que si l'on veut rouvrir une négociation nous sommes disponibles, en tant que garants d'un certain accord au Bureau du travail, à trouver des solutions alternatives, nous en avons fourni trois; s'il y en a d'autres, nous pouvons les examiner. Nous nous trouvons malheureusement aujourd'hui face à un refus, qui est probablement à insérer dans un autre contexte, et sur la base d'autres appréciations qui sont exprimées quant au rapport avec la Région, mais il y a un refus catégorique de négocier sur la base de ces différentes propositions. Il n'y a qu'une proposition ferme, qui est celle de 112.000 unités et du contrat pour 9 ans, il n'y a pas d'autre disponibilité.
Je ne pense pas, tout en réaffirmant cette disponibilité, que l'Administration régionale puisse accepter des chantages en matière d'emploi, dont les coûts sociaux s'avéreraient injustifiés et risqueraient de se répercuter dramatiquement sur la communauté, parce qu'ils ne pr11ennent pas en considération l'évolution réelle que l'utilisation des services et les rapports entre maison de jeu et les différentes sociétés ont eue au cours de ces deux dernières années.
Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Collé.
Collé (PpVA) A differenza di altre volte che il Presidente della Giunta mi accusava, quando si parlava della vicenda Casinò, di fare tutta la cronistoria del passato, devo dire che oggi il Presidente della Giunta è stato molto puntuale e è andato a rivedere tutta la vicenda inerente questa interpellanza.
Volevo poi ricordare al Presidente della Giunta, visto che dalla sua replica sono nati dei punti interrogativi che non sono bene a chi fossero indirizzati, che l'interpellanza presentata chiedeva alla Giunta in merito alla situazione che avevamo appreso dai giornali per "sapere quali sono le intenzioni dell'Amministrazione regionale circa la possibilità di un intervento della stessa finalizzato a risolvere le sovracitate questioni alla luce della rilevanza gestionale ed occupazionale". Credo che questa sia una cosa legittima per un consigliere regionale in un momento così difficile come sta vivendo il Grand Hôtel Billia insieme ai dipendenti che vi lavorano.
Così come mi pare giusto ribadire il passaggio fatto al Presidente della Giunta in merito ad una mia dichiarazione, dove all'epoca, nel giorno in cui è stato siglato il primo contratto, abbiamo parlato di rivedere questo contratto portando dignità all'Amministrazione regionale, andando incontro ad un discorso onesto fra le parti. Io ribadisco oggi queste cose, Presidente Viérin, non rinnego nulla di quanto ho detto, però da quanto abbiamo appreso dai giornali, da quelle che sono state le dichiarazioni in modo particolare del Commissario Ramojno, il quale dice ad un certo punto: "Ritengo chiudersi definitivamente i rapporti", credo che siamo passati dalla parte opposta. Allora mi pare che sia giusto trovare una via di mezzo e il motivo della presentazione di questa interpellanza andava in questo senso, andava cioè nel senso di invitare la Giunta a piantarla lì, come ha detto in un passaggio il Presidente della Giunta che voglio riprendere, quando dice che ognuno qui dentro si deve assumere le proprie responsabilità, a piantarla lì di dirci noi, voi, minoranza, maggioranza. E siccome anche stamani alcuni passaggi in questo senso sono stati fatti, in particolare il Consigliere Perrin ha detto: "Noi abbiamo fatto il nostro lavoro", ebbene qui dentro, Consigliere Perrin, il nostro lavoro lo facciamo tutti, e quanto facciamo lo facciamo - per quanto mi riguarda, ma credo di poter parlare per tutti i consiglieri - in buona fede. Quindi evitiamo, se da parte nostra alcuni errori sono stati fatti lo possiamo anche riconoscere, ma evitiamo quando si parla di questioni delicate come queste, di distinguere fra gli uni, che lavorano bene, e gli altri, che lavorano male. Per quanto ci riguarda, riteniamo anche noi per questa vicenda di aver lavorato bene e in buona fede.
Riprendendo il discorso degli accordi, ricordava il Presidente l'accordo che all'epoca è stato firmato per quanto riguarda parcheggi, software, disponibilità dell'Hôtel Billia, ha parlato anche di logo; vi sono stati alcuni avvicendamenti, c'è stata la delibera che ci è stata quasi interamente esposta dal Presidente della Giunta, il quale ha poi ricordato l'autonomia in cui la gestione voleva muoversi, e qui una piccola battuta me la consenta, Presidente: c'è anche un bel logo che è stato fatto, il nuovo logo del Casinò: "C.V.", che qualcuno ha detto non sta per "Casinò de la Vallée" ma per "Casinò Viérin" e va nella direzione delle cose che in quest'aula abbiamo sempre detto.
Credo che alcune osservazioni debbano comunque essere fatte. Il Presidente della Giunta su quella che è l'ipotetica indissolubilità dell'Hôtel Billia e del Casinò invita i consiglieri ad andare a sentire cosa ne dicono gli albergatori, i ristoratori, gli operatori economici. Al di là dei problemi che ci sono sempre stati di rapporto fra comunità di Saint-Vincent e Casinò sin dagli anni della SITAV per arrivare ad oggi, credo che nessun operatore turistico o albergatore abbia la volontà di dire che un domani, se la struttura del Grand Hôtel Billia non ci fosse, le cose migliorerebbero. Credo che tutto sia da farsi perché la ricettività e la professionalità del Grand Hôtel Billia debba migliorare, su questo siamo tutti d'accordo, lo abbiamo detto più volte e lo ribadiamo oggi, ma credo che questa struttura debba continuare ad esistere e l'Amministrazione regionale, il Consiglio regionale, la Giunta regionale - che è la prima responsabile perché è al governo di questa regione - debba far di tutto affinché questa struttura possa continuare ad esistere e ad essere aperta al pubblico, anche per quello che avverrà a partire dal 7 gennaio 1997.
Quanto al problema della IV Commissione, il Consigliere Piccolo mi potrà smentire, è vero che abbiamo parlato in IV Commissione di un incontro da farsi con il Presidente della Giunta e con il commissario, per quanto mi riguarda - lo dico con sincerità, mi sono confrontato con Tibaldi il quale conferma la mia interpretazione, quindi riteniamo sia così - si è parlato di questo incontro per quello che era l'andamento del Casinò, mai in IV Commissione si è parlato di vicende giudiziarie, mai si è parlato della situazione che si era venuta a creare fra gestione straordinaria e SITAV a livello giudiziario. Poi, per carità, liberi di smentire!
In merito alla notizia che è uscita oggi sui giornali e che il Consigliere Borre nel suo intervento ha voluto ricordare come una cosa non giusta, in parte concordo con Borre che non è giusta, perché siamo qui a lavorare ognuno a modo suo, ma ritengo nel miglior modo possibile, secondo le capacità di ognuno; tuttavia, una cosa va rilevata. Molte volte, come abbiamo detto a più riprese, alcune documentazioni o vengono prodotte alla commissione in ritardo, o comunque queste per arrivare in commissione devono essere sollecitate più volte. Quante volte, Presidente Piccolo, sulla questione delle assunzioni abbiamo chiesto di poter avere un confronto, di poter vedere com'era la situazione? Quante volte, Presidente Piccolo, sulla situazione della gestione dei bar abbiamo trovato difficoltà, ma lei stesso a volte è venuto in commissione a dirci che aveva difficoltà a riunire o a trovare?
Con questo non voglio far polemica, voglio solo dire le cose come ritengo essere giuste, e mi sembrava doveroso fare queste precisazioni.
In merito ad una battuta che ha fatto il Consigliere Ferraris, che dice che questo Consiglio avrà un grosso peso nel momento in cui dovrà formulare il nuovo bando per il futuro della gestione privata del Casinò, mi permetto di obiettare al Consigliere Ferraris che sicuramente non sarà questo Consiglio che formulerà questo bando, ma prevedibilmente neanche un altro. Allora, cerchiamo di essere onesti e non andiamo a dare degli "specchietti per le allodole" quando sappiamo benissimo che questo non potrà avverarsi.
Concludendo, credo che si debba arrivare al più presto a questo confronto, sono convinto che la Regione debba andare avanti con dignità e debba portare avanti questa dignità; ma credo che ci sia anche lo spazio, se c'è la volontà, di giungere ad un accordo che stia in piedi per le due parti. Mi auguro vivamente che si lavori per questo. Sicuramente i toni duri e il muro contro muro non servono né alla Regione, né al Grand Hôtel Billia, né alla comunità valdostana. Mi auguro che alla fine di questa storia non si verifichi che a gennaio la gestione straordinaria assumerà i 167 dipendenti, che si chiuderà il Grand Hôtel Billia, che si riempiranno così gli alberghi di Saint-Vincent e dintorni, risolvendo anche un altro problema. Ma credo che questa prospettiva, anche se potrebbe rappresentare un vantaggio per gli albergatori di Saint-Vincent, non possa essere la storia a lieto fine che tutti vorremmo.
Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Tibaldi.
Tibaldi (Ind) Il Presidente ha ripercorso i punti salienti della contrattazione e gli eventi che ne sono conseguiti fra le parti; personalmente ho apprezzato questa cronistoria che è servita a conoscere anche altri aspetti della vicenda, che conosciamo o dagli organi di informazione o per stralci di documenti che talvolta pervengono in IV Commissione.
Vorrei fare però anch'io alcune considerazioni. Riallacciandomi ad una premessa che ha fatto il Presidente in merito al concetto di responsabilità, il senso di responsabilità - perlomeno intesa nel mio senso, cerco di dare un'interpretazione autentica - si riferisce alla responsabilità politica, dove la parola "politica" è intesa nell'accezione più ampia del termine. Quando questo concetto di responsabilità viene o focalizzato sul Presidente o esteso ai consiglieri, secondo quelle che sono le mie intenzioni è per mettere in risalto l'ampia fiducia che la maggioranza ha dato al Presidente della Giunta nella gestione della questione Casinò, punto e basta. Ed è importante ribadirlo, perché quest'ampia fiducia abbiamo visto che si è manifestata in una serie di atti che in questi tre anni si sono susseguiti. Ne cito uno solo, un atto per me di straordinaria importanza, che oggi è stato sorvolato e che adesso riprendo un attimo che riguarda il primo commissario straordinario, il Commissario Arrigoni. Questo Consiglio in quell'occasione ha votato su proposta una persona che si sapeva già in anticipo avere avuto delle responsabilità per concorso in bancarotta. Queste cose vengono sempre dimenticate, ma sono gravi.
Il 2 giugno, quando la maggioranza di questo Consiglio ha votato il primo Commissario Arrigoni, il Presidente della Giunta che ce lo ha proposto, o chi per esso, sapeva già, perché gli atti erano chiari che c'erano delle ombre su questa persona. Ho avuto una sensazione di dissociazione fra la figura della gestione straordinaria e la figura della Presidenza della Giunta o della Regione dalle dichiarazioni del Presidente, ma questa dissociazione allora non mi sembrava così marcata; oggi, invece, mi pare di coglierla. In quell'occasione c'è stato un avallo sostanziale da parte della Regione, non sto ad indicare chi rappresentava la Regione ma normalmente sappiamo chi rappresenta la Regione ai sensi dello Statuto, per quei contratti-capestro che abbiamo condannato e che continuiamo a condannare.
Sul ragionamento della responsabilità qui nessuno vuole considerare degli ebeti i propri colleghi, lungi da me questo pensiero; però bisogna riconoscere che la maggioranza ha dato amplissima fiducia al Presidente della Giunta, e questo dovete metterlo in conto, cari colleghi consiglieri. Per carità, lo dico dalla mia parte, dalla parte di oppositore.
Quindi il concetto di responsabilità, per quanto mi concerne, lo riconosco anche per quelle dichiarazioni che ho fatto e che tuttora sostengo, di cui il Presidente ha dato lettura. In particolare sono dichiarazioni che mi sono portato anch'io in aula, che riguardano una seduta del 23 novembre 1994, dove si chiedeva la rescissione del contratto per la pesantezza delle clausole che vi erano contenute, dove si evinceva la posizione assolutamente debole della Regione nei rapporti con SITAV, non con questa SITAV, con la vecchia SITAV, perché non possiamo neppure disconoscere che all'interno di SITAV sono mutate delle situazioni societarie. C'era un'altra SITAV, oggi la compagine societaria è cambiata, o perlomeno la vecchia SITAV è rimasta in parte minoritaria. Anche questo i consiglieri lo devono sapere.
Quelle dichiarazioni che sono state fatte dal sottoscritto, e sono contento che il Presidente le abbia riprese, le riconosco e le sottoscrivo anche oggi, perché se iugulatorie erano allora, iugulatorie sarebbero anche oggi, tant'è che nelle affermazioni che ho fatto quando ho illustrato l'interpellanza non invoco assolutamente di andare in quella direzione, ma affermo che il Presidente, o chi per esso, non questo Consiglio perché ieri abbiamo dato una dimostrazione di impotenza nei confronti dei sindacati, e comunque la Regione debba farsi promotrice di un'azione di mediazione fra le parti. Se questa mediazione non si conseguirà, il prezzo di questo attrito fra colossi verrà pagato in primis da 180 persone. Non vorrei che ci fossero degli annacquamenti di discorsi o travisamenti di fatti per comodità politica, diciamo le cose come stanno: io riconosco le mie dichiarazioni, però dovete anche voi avere il coraggio di riconoscere anche gli atti che avete votato e di conseguenza avallato.
Di fronte a questa situazione un'altra lacuna nelle dichiarazioni del Presidente è stata quella relativa ad Arrigoni. Come mai? Potevo chiederlo prima, lo chiedo adesso, non lo pongo come quesito, lo pongo come ragionamento. Arrigoni è colui che ha impostato l'azione gestionale della Casa da gioco dal 1994 ad oggi; se l'abbia impostata con quella autonomia completa che sottolineava il Presidente, oppure con un'autonomia vincolata, che ritengo più propria io, non lo so, si può desumere da quegli atti che in parte vi ho citato. Però sta di fatto che questi contratti hanno dimostrato sì la debolezza della Regione nei confronti della vecchia SITAV, ma hanno anche vincolato la Regione nelle trattative ulteriori. Cosa si può evincere da questo discorso? Che queste operazioni siglate dal commissario possono creare o creeranno un danno alla Regione. E qui vedremo come la dissociazione delle figure verrà in essere; se la dissociazione delle figure ci sarà...
(... Intervento del Presidente della Giunta, fuori microfono...)
... il Presidente della Giunta in rappresentanza della Regione chiederà i danni al suo ex commissario, non mi interessa l'aspetto penale, mi interessa l'aspetto civile. É l'origine dei fatti. Vedremo, mi auguro che la Regione se riconosce il nocumento creato dal suo commissario, che ha votato, abbia anche il coraggio di chiedere i danni, come sono danni gli stipendi mancati che ci saranno in capo ai 180 dipendenti. Perché è comodo disegnare solo una parte del discorso, io ho apprezzato la cronistoria del Presidente, ma bisogna anche integrarla con altri aspetti sui quali si glissa o che vengono sottaciuti.
La sensazione che oggi raccolgo è quella di dissociazione; non vorrei che si lasciasse da solo il nuovo Commissario Ramojno, che dopo alcuni mesi che si è insediato si trova davanti ad uno scontro fra titani, ad un'istanza di fallimento che non mi sembra tanto favorevole per quello che è il Casinò, che ha 12 miliardi di patrimonio negativo; è vero quello che ha detto il Presidente, i crediti devono essere certi, liquidi ed esigibili, ed è altrettanto vero che per dichiarare lo stato di fallimento ci deve essere lo stato di insolvenza della società, però non possiamo negare, perché i bilanci li abbiamo anche noi, che mancano 12 miliardi nel patrimonio netto di questa G.S.R.. Questi sono fatti, non sono affermazioni di carattere politico, quindi certe pretese mi auguro che non vengano assolutamente accolte, senza entrare nel merito della questione, perché altrimenti sarebbe un grosso danno per la Valle d'Aosta: un casinò che rischia il fallimento sarebbe paradossale!
La sostanza del discorso mi sembra di averla esternata tutta. C'è da parte di qualcuno la tendenza a voler mascherare la questione come un ricatto, può darsi: qui sono in gioco grossi interessi e si utilizzano gli strumenti di convenienza che purtroppo possono essere anche i dipendenti. Però di fronte a questa situazione bisogna fare anche un'analisi cosciente di quelle che sono le cause, e la prima causa continuo ad individuarla in quella scelta e in certe impostazioni che sono state avallate, e poi come seconda cosa dico che non possiamo lasciare la gestione in balia di se stessa di fronte a questi grossi problemi.
Per quello sottolineo la necessità che il Presidente per primo, che ha fatto una serie di delibere innumerevoli per quanto riguarda l'attività della gestione, addirittura per l'acquisto di beni materiali di piccola entità c'è stata la delibera di Giunta e quindi il Presidente ha messo il suo okay con la Giunta affinché venissero acquistati i beni, e questo in una disparata serie di campi, c'è la necessità che non ci sia questa dissociazione di comodo, ma ci sia l'impegno dell'ente Regione per contemperare le esigenze delle parti. Contemperare le esigenze delle parti non vuol dire favorire l'una o sfavorire l'altra, vuol dire trovare quella soluzione mediana che in questo momento è più che mai necessaria.
Come dicevo in apertura, occorre trovare il modo di far fare un passo avanti a qualcuno e un passo indietro a qualcun altro, evitando soluzioni estreme come quella del '94, che è stata gravemente lesiva degli interessi della Regione, o come altre che potrebbero profilarsi a svantaggio di quelli che sono i principali interessi, che sono sì di carattere economico, ma anche di carattere sociale.
Mi auguro che dal dibattito che è conseguito alla presentazione delle interpellanze scaturisca qualche azione concreta. Sappiamo che il Consiglio può fare ben poco, direi che sia doveroso da parte del Presidente fare forse la prima mossa.
Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Piccolo per fatto personale.
Piccolo (ADP-PRI-Ind) Per fatto personale, visto che sono stato chiamato in causa. Solo per chiarezza nei confronti dei consiglieri e soprattutto per rispondere al collega Collé. Caro Collé, avevo fatto richiesta alla commissione di audire Ramojno proprio su esplicita richiesta loro, per chiarire qual era la situazione relativamente al caso specifico del contenzioso fra SITAV, SAAV, Billia e gestione straordinaria.
Prova ne è che il Consigliere Tibaldi ha replicato dicendo: "Preferiamo che venga rinviata a dopo il Consiglio, perché vogliamo che venga data risposta alle interpellanze e alle interrogazioni che abbiamo presentato sull'argomento specifico"; perciò la buona fede era reciproca.
Presidente Più che un fatto personale, questa è una precisazione, della quale si prende doverosamente atto. Non credo che il Consigliere Tibaldi voglia intervenire per fatto personale, perché non è emerso alcun fatto personale... prego.
Tibaldi (Ind) Ho tralasciato quell'aspetto, che mi sembrava di secondaria importanza per trattare nel mio intervento cose un po' più ampie e più importanti, tant'è che quello che ha detto Collé vale anche per me. Però diciamo le cose come stanno: la IV Commissione non può agire solo su impulso del secondo piano, quindi quando i commissari riterranno opportuno approfondire la questione ne faranno richiesta...
(... Intervento del Consigliere Piccolo, fuori microfono...)
... perché se, caro Presidente Piccolo, arrivi in commissione e dici: ci sarebbe la possibilità di sentire questo perché me lo ha detto quello, basta, non si può sempre agire di rimessa. Si ha una certa autonomia, bisogna agire anche motu proprio. Mi sembra assurdo finire in quest'aula a polemizzare su questioni che sono di importanza assolutamente sterile o di minima importanza...
Piccolo (fuori microfono)... ho solo risposto ad una domanda...
Presidente ... Consiglieri Piccolo e Tibaldi, vi prego. Ho fatto già un'eccezione al Regolamento, vorrei solo evidenziare che le commissioni lavorano in forte autonomia, quindi non penso che possano rispondere all'input di un piano, primo o secondo o terzo o quarto o quinto.
(... Intervento del Consigliere Lanièce, fuori microfono... )
Presidente Consigliere Lanièce, il tempo a sua disposizione è stato esaurito dall'intervento del Consigliere Collé, con il quale lei era sottoscrittore dell'interpellanza. Il Consigliere Piccolo, più che un fatto personale, ha portato una precisazione al quale ha già dato risposta il Consigliere Tibaldi. Il Regolamento non prevede questo tipo di ragionamento, pertanto non le do la parola.
(... Proteste in aula...)
Marguerettaz (fuori microfono) Perché al Consigliere Piccolo viene permesso di fare una precisazione e a lui no?
Presidente Il Consigliere Piccolo l'ha posta come fatto personale, poi io l'ho evidenziato in quella direzione. Consigliere Lanièce, è stato per caso toccato nella sua dignità di persona dal Consigliere Piccolo? No.