Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 2694 del 23 luglio 1997 - Resoconto

SEDUTA POMERIDIANA DEL 23 LUGLIO 1997

OGGETTO N. 2694/X Presa d'atto della petizione concernente: "Realizzazione di un poligono di tiro per carabine di grosso calibro".

Petizione I sottoscrittori tiratori sportivi e cacciatori valdostani chiedono che la Regione autonoma Valle d'Aosta ci metta a disposizione un'area o un impianto per l'utilizzo e la taratura delle carabine di grosso calibro.

Seguono le firme di 170 cittadini

Allegati

(... omissis...)

Presidente È pervenuta alla Presidenza una petizione per la realizzazione di un poligono di tiro di grosso calibro. Ha chiesto la parola il Consigliere Bavastro.

Bavastro (UV) Vorrei illustrare brevemente quest'esigenza che non emerge oggi per la prima volta; in base anche alla documentazione che ci ha fornito la Presidenza della Giunta, è evidente come già in altri momenti questo problema fosse stato affrontato. Resta comunque un problema da risolvere.

È un problema che riguarda anzitutto la popolazione locale, nel senso che vi sono in Valle d'Aosta sicuramente più di mille utenti di questo genere di armi - carabine di grosso calibro per tiri a lunga distanza - e sia i cacciatori, sia un consistente numero di appassionati di tiro a segno non hanno in Regione un poligono adeguato in quanto quello esistente attualmente è abilitato per il tiro a 50 metri al massimo e solo con carabine calibro 22.

Ma credo che il discorso sia interessante forse ancor più per quanto riguarda l'esigenza più generale di un poligono con determinate caratteristiche avvertita non solo nella nostra Regione, ma anche nelle regioni limitrofe. Infatti, in tutto il nord Italia esistono solo due poligoni e di questi solo uno, quello di Tolmezzo, è abilitato per il tiro con carabina a 300 metri di conseguenza, si può facilmente ipotizzare che sarebbero moltissimi i tiratori che fruirebbero volentieri di un poligono in Valle d'Aosta.

Attualmente, a parte quello di Tolmezzo che è molto lontano, il poligono che i cacciatori e i tiratori del nord-ovest possono utilizzare è quello di Codogno. Evidentemente, dato che questo poligono è molto frequentato da gente di Lombardia, Piemonte, Liguria, regioni a noi abbastanza vicine, è facilmente ipotizzabile che tutta questa gente potrebbe utilizzare più volentieri un poligono in Valle d'Aosta, che è una Regione che può attrarre maggiormente che non la bassa Lombarda...

(... commento di qualche consigliere, fuori microfono...)

... ho parlato di bassa Lombarda, cioè da un punto di vista panoramico è incontestabile che un poligono dalle nostre parti sia più suggestivo...

Dal punto di vista del perché costruire un poligono credo che quanto ho detto sia sufficiente. Evidentemente c'è il grosso problema della realizzazione di questo progetto.

Indubbiamente la soluzione da privilegiare sarebbe quella di adattare allo scopo il poligono che esiste attualmente nella Regione di Buthier, che è utilizzato dai militari solo però per esercitazioni con la bomba a mano, quindi è utilizzato soprattutto come spazio libero; poi ovviamente ci sono tutte le strutture del poligono attualmente in funzione. Di conseguenza, essendoci la possibilità di utilizzare quella zona, predisponendo un poligono fatto a regola d'arte in quella zona, si può fruire di tutte quelle infrastrutture che lì già esistono e che invece in un'altra località sarebbero da realizzare, quindi con costi molto maggiori.

Dalla documentazione che ci è stata distribuita ho constatato come l'Amministrazione regionale abbia già a più riprese contattato le autorità militari e credo che questa sia la via da seguire.

Dato che c'è un rimpallarsi di responsabilità fra il comando della scuola militare alpina, il comando della Regione nord-ovest, ma in realtà pare che nessuno di questi comandi sia in grado di prendere una decisione risolutiva, credo che, eventualmente anche tramite la mediazione dei nostri Parlamentari, sarà necessario contattare direttamente il Ministero perché credo che solo il Ministro possa dare le autorizzazioni necessarie per poter utilizzare quest'area attualmente militare, acquisirla ed eventualmente trattare con l'Amministrazione militare l'approntamento di un'altra area - che ci sarebbe subito in zona limitrofa disponibile - per gli scopi militari per i quali è utilizzata attualmente l'area che interesserebbe a noi.

Qualora questa soluzione risultasse non praticabile, ci possono essere altre soluzioni. Sono stati fatti dei progetti già per un poligono nella zona di Porossan e ci sono anche altre località, ad esempio so di una zona che sarebbe sicuramente idonea in località Vignole, anche quella utilizzata talvolta per i tiri militari quindi, di possibilità ce ne sono parecchie.

Rimane il fatto che poter utilizzare l'area di Buthier sarebbe la soluzione meno dispendiosa, di più rapida realizzazione e sicuramente la soluzione preferibile, anche le altre comunque non sono da scartare a priori.

Sarebbe importante che questo Consiglio esprimesse la volontà, del resto già espressa anche dal Governo regionale, di percorrere tutti i passi necessari per arrivare alla realizzazione di questo poligono.

Avevo pensato di presentare una risoluzione in questo senso, ma mi pare che da parte della Giunta regionale ci sia già una presa di posizione e una dichiarazione di volontà di andare in questo senso, quindi mi sembrerebbe voler fare un qualcosa di superfluo visto che questa volontà c'è già. Mi riprometto in futuro di seguire l'iter, non solo ma di mettermi personalmente a disposizione per trattative con le autorità militari o con il Ministero.

Presidente Ha chiesto la parola il Vicepresidente Viérin Marco.

Viérin M. (Aut) Condivido l'illustrazione di questa petizione fatta dal Consigliere Bavastro, condivido anche il ragionamento fatto sulla stessa.

L'unica cosa che volevo chiedere alla Giunta è, visto che è stata consegnata una fotocopia di una lettera del 15 luglio che richiama una nota del comando regionale militare nord-ovest e sollecita il comando della scuola militare alpina di pronunciarsi in merito, se era possibile avere anche quella documentazione.

Ribadisco il concetto espresso dal collega Bavastro, già da vari anni l'Amministrazione regionale parla di questo poligono, che risolverebbe il problema di cacciatori, di persone che lavorano nella pubblica sicurezza, ma che darebbe nel contempo più sicurezza a tutti quei cittadini che potrebbero essere toccati dalla situazione attuale. Sappiamo che non c'è un luogo dove si può esercitare in maniera tranquilla la prova delle armi, quindi potrebbe anche verificarsi un fattaccio.

Nonostante che quest'argomento sia stato a più riprese affrontato, le forze armate finora hanno risposto in maniera evasiva. Per questo chiedo la copia della documentazione che viene richiamata nella lettera della Presidenza della Giunta e mi riprometto, come il Consigliere Bavastro, di tornare sull'argomento in autunno se la Giunta non darà risposta in merito.

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Chiarello.

Chiarello (RC) Parlo più che altro come membro della Commissione per le aree militari...

(... ilarità dell'Assemblea...)

Presidente ... fai parte del Patto di Varsavia...

Chiarello (RC) ... pensate che sono antimilitarista, però coerentemente poi non vorrei che si andasse in televisione a difendere l'Esercito ad Aosta...

Pongo una domanda al Presidente. Dato che ad Aosta sono previsti i corsi per i nuovi militari volontari a lunga ferma, vorrei chiedere al Presidente della Giunta se questo poligono, che è il più vicino alla caserma, non figuri fra le zone indispensabili a questo nuovo tipo di addestramento che avranno i reparti che vengono ad Aosta.

Mi va benissimo tutto, ma non vorrei che mettessimo i bastoni fra le ruote all'Esercito e questo decidesse di andarsene perché allora andremmo a piangere sul latte versato.

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Squarzino Secondina.

Squarzino (VA) L'evento è atteso perché, diceva Marguerettaz, in V Commissione non è stato possibile lavorare su questo tema. Comunque, la petizione presentata e anche la relativa relazione ed illustrazione individuano la risposta ad un bisogno preciso, sollevato in quest'occasione dalla petizione ed evidenziato in modo particolare da una categoria, quella dei cacciatori, e per di più dei cacciatori di camosci che hanno bisogno di fucili di precisione.

È ben vero che a questa categoria si aggiungono anche altri possibili fruitori della struttura, che è chiesta e pensata per i cacciatori, ma la molla di fondo è data dalla necessità dei cacciatori di avere dei fucili sempre più precisi per uccidere con più sicurezza la preda avvistata.

Anche il fatto che tale poligono potrebbe servire all'Esercito non mi pare un argomento tale da essere preso in esame da chi appoggia la non violenza ed è obiettore alle spese militari. Consentite pertanto alla sottoscritta di non aderire in modo convinto a questo progetto, si tratta infatti comunque di attivare strutture che consentono di ammazzare animali e persone, visto che questo poligono serve anche all'Esercito...

(... protesta il Consigliere Mostacchi, fuori microfono...)

... vorrei piuttosto spostare il problema... mi ha anticipato il Consigliere Mostacchi, quindi vede che sto rispondendo proprio alla sua obiezione, vorrei piuttosto spostare il problema ed affrontarlo da un altro punto di vista, quello più prettamente sportivo, dato che sono questi i frequentatori più assidui del poligono di tiro. Non solo, ma se c'è un settore che tutti ritengono importante potenziare e sostenere, è proprio il settore dello sport, anche per quell'azione di prevenzione che svolge nei confronti dei giovani e per l'apporto che dà complessivamente alla qualità della vita l'attività sportiva in genere.

Ora, la richiesta che proviene dalla Federazione sportiva Tiro a Segno è molto più completa di quella presente nella petizione e nella relazione del primo firmatario; essa mette in luce esigenze ben precise che vanno nella direzione di arricchire l'attuale offerta di servizi non tanto e non solo di linee di tiro sulla distanza di 300 metri per fucili di grosso calibro, ma anche e soprattutto di linee di tiro per le diverse specialità, dall'arma corta all'arma lunga, ad avancarica, armi ad aria compressa, specialità tutte di carattere olimpionico. Specialità tutte, aggiungo, che hanno come bersaglio dei punti e non degli animali o delle persone.

Se si vuole affrontare il problema di un poligono di tiro, allora l'attenzione va posta innanzitutto al mondo sportivo, aspetto questo che vedo preso in considerazione dalla relazione dell'Assessore Agnesod.

La III Commissione propone di far eseguire uno studio da un professionista affinché individui la località in cui ubicare tale struttura, formuli delle proposte sulla tipologia dell'impianto da realizzare e ne indichi i relativi costi. Ma ci sono già stati diversi studi, come ricorda fra l'altro anche la relazione del Presidente della Giunta che è stata allegata alla petizione; sono stati già spesi diversi milioni, almeno una settantina a quel che mi risulta per progetti esecutivi e per studi di fattibilità ambientale, per cui non so se è proprio il caso di dare altri incarichi.

Abbiamo già di fronte diverse ipotesi: c'è l'ipotesi di realizzare nel Vallone del Trie un poligono di tiro all'aperto, di 300, poi da 50, 25 metri solo per carabine e di qualificare invece le attuali strutture della Regione Saumont per il tiro al fucile ad aria compressa, per il tiro all'arco. C'è l'altra ipotesi di realizzare nel Vallone del Trie un poligono di tiro a tunnel per il tiro a 500, 50 e 25 metri e di completarlo con le altre attrezzature sportive attualmente presenti in Regione Saumont. C'è ancora l'ipotesi di realizzare nella Regione Saumont un poligono di tiro a tunnel per il tiro di 300, 50 e 25 metri e di completarlo con le altre attrezzature sportive attualmente presenti nella Regione Saumont, in base alla relazione della Presidenza della Giunta mi sembra sia questa l'ipotesi che è stata esaminata nel ?95.

Rispetto a queste ipotesi esistono già studi di impatto ambientale, progetti esecutivi, individuazione di costi, rispetto ai quali quindi è già possibile fare delle scelte di massima, è già possibile assumere alcune linee per le decisioni. È stata ad esempio scartata l'ipotesi di costruire un poligono di tiro coperto a tunnel, dati i costi alti che esso richiederebbe; basti confrontare il costo di circa 3 miliardi del progetto all'aperto al Trie rispetto ai 19 miliardi del progetto a tunnel, sempre al Trie, senza contare - e qui vorrei aggiungere personalmente un particolare che mi interessa - che questi progetti a tunnel andrebbero nella logica di cementificare ulteriormente la nostra Regione.

Nell'analizzare le varie ipotesi non bisogna dimenticare soprattutto che si tratta di investimenti nell'ambito sportivo, nel quale va data priorità alle attività rivolte ai giovani, alle attività che entrano nelle competizioni di tipo olimpionico e che quindi ogni progetto che si prende in considerazione deve tener conto in modo prioritario di queste esigenze.

Non va nemmeno trascurato il fatto che esiste un progetto di area verde del Comune di Aosta per la Regione Saumont, che è ancora una delle poche aree verdi che costituiscono il polmone della città quindi, qualunque progetto si voglia attuare in quella Regione, questo progetto va verificato con il Comune di Aosta.

Ho voluto fare queste considerazioni - non mi soffermo sull'altra del rapporto di collaborazione che ci deve essere con il comando militare della Regione nord-ovest in quanto altri lo hanno fatto e questo è già un dato scontato - proprio perché chiedo che nell'affrontare il problema del poligono di tiro e del suo eventuale ampliamento vengano presi in considerazione i punti che ho prima evidenziato, cioè venga mantenuta la scelta di non costruire un poligono di tiro a tunnel, che venga data innanzitutto una risposta alle esigenze di tipo sportivo avanzate dalla sezione valdostana di tiro a segno, avendo di mira anche i giovani che frequentano queste specialità, e che qualunque soluzione venga prospettata non contrasti con il progetto di destinazione della Regione Saumont da parte del Comune di Aosta.

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Parisi.

Parisi (Aut) Intervengo dopo aver sentito l'intervento del Consigliere Squarzino che citava il Saumont e si meravigliava del fatto che la III Commissione avesse indicato come soluzione la possibilità di avere degli elementi per poter poi proseguire in positivo o in negativo rispetto alla richiesta della petizione, per dire che sapevamo benissimo che esistevano degli studi di fattibilità che però erano stati scartati.

Il Trie era già una vecchia idea scaturita dal Comune di Aosta, erano stati fatti dei sopralluoghi e c'era stata un'opposizione violentissima da parte del Gruppo Verde, che riteneva, anche per le motivazioni che ricordava il Consigliere Squarzino, che quel progetto non potesse essere realizzato, quindi noi eravamo a conoscenza di tutto un antefatto perché questa petizione l'ha portata oggi il Consigliere Bavastro ma fa seguito ad altre iniziative che risalgono ad anni passati, ed è chiaro che tutte le soluzioni prospettate in passato erano state scartate.

Allora come si fa per sapere se possiamo avere in Valle un poligono di tiro e quali criteri si devono seguire per avere questa risposta? La risposta penso che non possa essere altro che quella di prendere un professionista che vada a fare dei sopralluoghi in tutto il territorio valdostano, che individui la zona idonea dove installare questo tipo di struttura e quantifichi la spesa perché ci siamo preoccupati anche dell'aspetto economico.

Il professionista nel caso di Trie ha proposto un poligono di tiro del costo di 20 miliardi e anche se è comprensibile l'esigenza di coloro che devono provare le carabine, una spesa di 20 miliardi deve farci riflettere un momento prima di andare a realizzare una struttura del genere.

Queste sono state le considerazioni che ha fatto la III Commissione, però la III Commissione è andata oltre perché ha ritenuto, sentendo il Consigliere Bavastro, che la costruzione di un poligono potesse dare una risposta in termini di indotto legato a queste figure che si spostano per fare le gare o le prove e che probabilmente non si spostano da soli, quindi potrebbero esserci dei familiari o altre persone che, frequentando la Valle d'Aosta, potrebbero poi diventare potenziali clienti del nostro territorio.

Per quanto riguarda il Saumont, mi fa piacere che lo abbia citato il Consigliere Squarzino alla quale devo far presente che - purtroppo non per meriti suoi, ma il sottoscritto allora era Assessore all'ambiente - è ancora nel cassetto un concorso di idee a livello nazionale che all'epoca avevo promosso e che era stato fortemente contrastato.

Avevamo scartato l'idea di andare a fare quel tipo di struttura proprio perché non si prestava all'idea che era nata sul Parco Saumont e che era quella di creare un parco fruibile dai cittadini valdostani, dai giovani ai meno giovani. Venivano pertanto previsti dei campi da tennis ed altre strutture a livello sportivo, ma non quello che viene chiesto dalla petizione, che mi sembra sia una cosa ben diversa anche dall'attuale attività che viene fatta al Saumont con la carabina o con la pistola e altre armi, a cui aderiscono le forze dell'ordine ed altri soggetti che sono tenuti per legge a fare queste esercitazioni.

Per concludere credo che, per poter avere un'indicazione su quest'argomento, l'unica possibilità che abbiamo sono le cose che ho detto, non ci sono alternative però, concordo sul fatto che oltre a questo - come diceva il Consigliere Squarzino - vada prestata la massima attenzione ad una struttura di carattere sportivo perché è un'esigenza molto sentita. Probabilmente ne riparleremo di questi problemi che non riguardano solo questo settore, ma tantissimi altri settori dello sport che purtroppo oggi in Valle sono carenti.

Si dà atto che, dalle ore 17,25, presiede il Presidente Stévenin.

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Bavastro.

Bavastro (UV) Solo per fornire alcuni chiarimenti. Per quel che riguarda il progetto e gli studi di fattibilità, il poligono di Tolmezzo è realizzato sulla base di un progetto che è stato a sua volta copiato dal progetto di alcuni poligoni costruiti soprattutto in Germania. È un progetto valido per qualunque posto in cui si voglia fare un poligono in quanto prevede esclusivamente una certa modalità di predisposizione dei posti di tiro e poi tutta una serie di piccoli muretti para-rimbalzi che escludono che da quelle posizioni di tiro un colpo possa andare a finire in qualche posto indesiderato.

Direi che dal punto di vista progettuale non ci sono particolari problemi perché quel progetto è universalmente valido, a maggior ragione in quanto tutte le autorità competenti lo hanno già approvato a Tolmezzo, quindi è un progetto a prova di verifiche di tipo burocratico.

Per quel che riguarda il tunnel, sono d'accordo - e deve essere l'unica cosa sulla quale siamo d'accordo - con il Consigliere Squarzino. Il tunnel non solo ha dei grossi costi di realizzazione, non solo costituisce un'ulteriore cementificazione, ma ha anche degli altissimi costi di esercizio perché oltre all'illuminazione che già costituisce un onere c'è il grosso problema dello smaltimento dei gas provocati dagli spari. Aggiungo che per chi utilizza il poligono mi sembra particolarmente deprimente sparare in questo tunnel.

Quanto alle categorie di utenti, la differenziazione che faceva il Consigliere Squarzino fra i tiratori sportivi e i cacciatori non ha senso sotto nessun aspetto.

Prima di tutto non ha senso sotto l'aspetto tecnico perché il poligono per tiro con carabine a 300 metri è il massimo che si può fare in questa materia; ogni altro tipo di poligono è compreso, nel senso che ci sono tiri a 200, a 100, a 50, a 25, a 10 come specialità sportive. Evidentemente in quello da 300 è possibile fare tutti questi tiri, mentre se lo facessimo da 100, i tiri da 200 e da 300 non si farebbero. Questo mi sembra un dato matematico di tutta evidenza.

Non ha senso la distinzione in quanto i cacciatori e i tiratori spesso sono la stessa persona, cioè sono molti quelli che in autunno vanno a caccia e fanno il tiro a segno sportivo il resto dell'anno.

Non ha senso dal punto di vista morale, moralistico direi più che altro in questo caso perché sono entrambe categorie più che legittime. Oltre tutto i cacciatori praticano uno sport perché tale la caccia è considerata in quanto la Federcaccia fa parte del CONI, il che significherà pur qualcosa.

Quindi direi che anche concettualmente questa differenziazione non esiste proprio. In più voglio ancora dire che alla caccia è riconosciuta la funzione di contenimento delle specie selvatiche; per la caccia è necessario sparare con precisione non solo per uccidere, ma anche per non ferire gli animali, cosa che forse il Consigliere Squarzino non ha considerato in quanto un camoscio colpito ad una zampa muore lo stesso, ma muore dopo 15 giorni di sofferenze, mentre se colpito bene muore subito e non se ne parla più.

(... ilarità dell'Assemblea...)

Il problema invece della distinzione fra gli utenti ha un suo rilievo se pensiamo ai militari e qui il discorso si fa più complesso perché i militari usano armi automatiche. È chiaro che, se nel poligono che andiamo a costruire ci vanno a sparare gli alpini con la Browning calibro 12,7, in tre giorni ci smontano tutti i muretti in cemento armato che abbiamo costruito e abbiamo subito solo un danno.

Quindi con i militari bisognerà chiarire quest'aspetto: se vogliono sparare con armi semiautomatiche non vedo nessun problema che possa escludere l'uso anche per i militari. Chiaramente non per le armi automatiche, che hanno un'altra logica, un altro tipo di utilizzo, un'altra destinazione e quello sì è incompatibile con un poligono del tipo che si propone.

Presidente Ha chiesto la parola il Presidente della Giunta, Viérin Dino.

Viérin D. (UV) Comme il a été souligné, le problème de la réalisation en Vallée d'Aoste d'un polygone de tir a, depuis longtemps, attiré l'attention de l'Administration régionale, compte tenu de l'intérêt général que cette initiative éveille.

A plusieurs reprises la Présidence du Gouvernement s'est employée à en accélérer la procédure. Le Conseil régional lui-même a déjà pu approfondir cette question à l'occasion de la présentation des interpellations qui portaient sur ce sujet.

Dans le cadre des différentes solutions, l'hypothèse principale qui a été envisagée consistait à étendre et restructurer le polygone de tir de la Région Saumont dans la commune d'Aoste, en lui ajoutant les nouveaux postes de tir nécessaires et en assurant les indispensables conditions de sécurité.

Comme chacun le sait - et les interventions d'aujourd'hui l'ont de nouveau mis en évidence - cette solution n'a pas encore pu être mise en pratique, faute d'accord avec les autorités militaires, qui n'ont toujours pas fait savoir si elles sont disposées à céder ou à autoriser l'accès à la zone de leur propriété, qui est aujourd'hui utilisée pour les tirs des militaires. Et aucune des tentatives en ce sens qui ont été faites tant par la commune d'Aoste - Monsieur Parisi le rappelait tout à l'heure - que par l'Administration régionale, n'a abouti jusqu'à maintenant. Et ce, à partir du mois de février de 88, suite à un débat qui s'était tenu au sein de cette Assemblée en passant par différentes phases: la présentation d'études de faisabilité en vue de la construction d'une installation mixte et même avec la réalisation d'une initiative analogue à Porossan avec la présentation d'un projet d'un polygone de tir au hameau de Trie dans la commune d'Aoste.

Le projet qui avait été présenté par l'Architecte Bertone a été mis de côté, compte tenu du montant élevé de la dépense et compte tenu également des études effectuées par l'Assessorat régional du tourisme qui, à l'époque, s'était exprimé à cet égard.

Au cours de l'année 95 des contacts ont été renoués avec les autorités militaires en vue d'examiner la possibilité d'un éventuel échange de terrain, toujours dans la Région Saumont, ce qui aurait permis de réaliser un polygone de tir à 300 mètres, destiné aux civils (chasseurs, sportifs). A cette fin une inspection du terrain avait été effectuée au mois d'avril 95 en compagnie des représentants des autorités militaires, lesquels à l'époque avaient fait savoir que l'éventualité d'un échange de terrain se heurterait à des obstacles de nature législative et juridique. Il avait été décidé d'un commun accord de vérifier de manière plus approfondie la possibilité de réaliser, surtout dans la Région Saumont et sur le terrain déjà disponible, un polygone à usage mixte et pour les civils et pour les militaires. Après quoi les choses en restaient là.

C'est en avril 97 que la Présidence du Gouvernement a nouvellement proposé aux autorités militaires d'acheter le terrain destiné aux entraînements, situé dans la Région Saumont, afin d'y réaliser ce polygone de tir.

La Région militaire du nord-ouest a écrit au mois d'avril 97 à l'école militaire alpine, pour lui demander son avis en la matière. Elle a souligné dans sa lettre que cette initiative pouvait être développée et orientée de manière à ce que toutes les parties intéressées puissent en tirer bénéfice puisque l'école militaire alpine pourrait elle aussi utiliser le polygone civil, tandis que la Région pourrait identifier une zone propre à accueillir les activités d'entraînement de l'école militaire que la nouvelle structure ne permettrait plus d'effectuer.

Or, de ce point de vue, tout en acceptant la requête de Monsieur Marco Viérin, de lui fournir un double du courrier que nous avons échangé avec les Responsables militaires et en tenant compte du fait que l'école militaire est en train de vérifier, à juste titre, également le bien-fondé de la question qui a été posée par Monsieur Chiarello, à savoir avec les changements qui sont déjà en cours d'exécution, concernant les activités de formation de l'école militaire alpine, ils doivent également considérer quelles seront leurs nécessités en fonction de la formation des militaires qui viendront ici parfaire leurs compétences, mais comme je le disais, à l'heure actuelle toute nouvelle évolution de ce dossier est liée à la position que les autorités militaires décideront d'adopter, que la Présidence du Gouvernement vient d'ailleurs de relancer par cette lettre du 15 juillet dernier, dont vous avez eu un double.

Il est donc à notre avis nécessaire d'attendre cette réponse de façon à pouvoir ensuite faire le point de la situation, en tenant compte évidemment des remarques qui ont été exprimées et pour pouvoir vérifier si les différents besoins des parties intéressées peuvent être conseillés et donc pour que nous soyons à même de répondre à une exigence réelle, qui pourra avoir des effets positifs sur différents aspects et pour ces différentes utilisations.

Président Avec cette intervention nous concluons cet objet à l'ordre du jour.

Il Consiglio prende atto della petizione e della documentazione ad essa relativa.