Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 1147 del 25 gennaio 1995 - Resoconto

SEDUTA POMERIDIANA DEL 25 GENNAIO 1995

OGGETTO N. 1147/X Riapprovazione, ai sensi dell'ultimo comma dell'articolo 31 dello Statuto Speciale, della legge regionale: "Elezione diretta del sindaco, del vicesindaco e del consiglio comunale".

Riapprovazione 1°) I commi 5 e 6 dell'articolo 12 sono abrogati.

2°) L'articolo 14 è sostituito dal seguente:

"Articolo 14

(Elettorato passivo)

1. Sono eleggibili alla carica di sindaco, di vicesindaco, di consigliere comunale e circoscrizionale, gli elettori iscritti nelle liste elettorali di un qualsiasi comune della Repubblica che abbiano compiuto il diciottesimo anno di età entro il primo giorno fissato per la votazione."

3°) Il comma 7 dell'articolo 15 è sostituito dal seguente:

"7. L'aspettativa è concessa anche in deroga ai rispettivi ordinamenti per la durata del mandato, senza assegni, fatta salva l'applicazione delle norme di cui alle leggi 12 dicembre 1966, n. 1078 (Posizione e trattamento dei dipendenti dello Stato e degli Enti pubblici, eletti a cariche presso Enti autonomi territoriali), 20 maggio 1970, n. 300 (Norme sulla tutela della libertà e dignità dei lavoratori, della libertà sindacale e dell'attività sindacale nei luoghi di lavoro e norme sul collocamento), 26 aprile 1974, n. 169 (Indennità agli amministratori delle province e dei comuni. Attribuzione di un gettone di presenza ai consiglieri provinciali e comunali), e successive modificazioni e 27 dicembre 1985, n. 816 (Aspettative, permessi e indennità degli amministratori locali)."

4°) Il comma 2 dell'articolo 30 è sostituito dal seguente:

"2. Le schede riproducono in facsimile i contrassegni di tutte le liste regolarmente presentate secondo l'ordine risultato dal sorteggio."

5°) Il comma 1 dell'articolo 33 è sostituito dal seguente:

"1. La dichiarazione di presentazione delle liste dei candidati al consiglio comunale e delle collegate candidature alla carica di sindaco e di vicesindaco deve essere sottoscritta:

a) da non meno di 10 e da non più di 20 elettori, che non siano candidati, nei comuni con popolazione da 501 a 3.000 abitanti;

b) da non meno di 30 e da non più di 60 elettori, che non siano candidati, nei comuni con popolazione da 3001 a 15.000 abitanti."

6°) Il comma 9 dell'articolo 33 è sostituito dal seguente:

"9. Per ogni candidato si deve, inoltre, presentare il certificato di iscrizione nelle liste elettorali di un comune della Repubblica."

7°) Il comma 1 dell'articolo 34 è sostituito dal seguente:

"1. Nei comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti, la dichiarazione di presentazione delle liste dei candidati al consiglio comunale e delle collegate candidature alla carica di sindaco e di vicesindaco deve essere sottoscritta da non meno di 100 e da non più di 200 elettori, che non siano candidati."

8°) Il comma 7 dell'articolo 34 è sostituito dal seguente:

"7. Per ogni candidato si deve, inoltre, presentare il certificato di iscrizione nelle liste elettorali di un comune della Repubblica."

9°) Il comma 1 dell'articolo 35 è sostituito dal seguente:

"1. La Commissione elettorale circondariale, di cui all'articolo 21 del DPR 223/1967 e successive modificazioni, entro il giorno successivo a quello stabilito per la presentazione delle liste:

a) verifica che le liste siano sottoscritte dal numero richiesto di elettori, eliminando quelle che non lo sono;

b) ricusa i contrassegni di lista che siano identici o che si possano facilmente confondere con quelli presentati in precedenza o con quelli notoriamente usati da altri partiti o raggruppamenti politici, ovvero riproducenti simboli o elementi caratterizzanti di simboli che, per essere usati tradizionalmente da partiti presenti in Parlamento o nel Consiglio regionale, possono trarre in errore l'elettore. Ricusa altresì i contrassegni riproducenti immagini o soggetti di natura religiosa;

c) elimina dalle liste i nomi dei candidati a carico dei quali viene accertata la sussistenza di alcuna delle condizioni previste dall'articolo 15, comma 1, della legge 55/1990, e successive modificazioni, o per i quali manca ovvero è incompleta la dichiarazione di accettazione di cui all'articolo 33, comma 8 e all'articolo 34, comma 6, o mancano i requisiti di cui all'articolo 14 o la documentazione di cui all'articolo 33, comma 9 e all'articolo 34, comma 7;

d) cancella i nomi dei candidati già compresi in altre liste presentate in precedenza;

e) ricusa le liste che contengono un numero di candidati inferiore al minimo prescritto e riduce le liste che contengono un numero di candidati superiore al massimo consentito, cancellando gli ultimi nomi;

e-bis) verifica che nelle liste dei candidati siano rappresentati entrambi i sessi, ai sensi dell'articolo 32, commi 3 e 4. In caso contrario invita i delegati di lista ad inserire tale rappresentanza entro le 24 ore successive;

f) assegna un numero progressivo ai candidati alla carica di sindaco e collegato vicesindaco, mediante sorteggio da effettuarsi alla presenza dei delegati di lista, di cui all'articolo 33, comma 12 e di cui all'articolo 34, comma 10, appositamente convocati;

g) per i comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti, assegna, successivamente, un numero progressivo ad ogni singola lista, facente parte di un gruppo di liste, mediante sorteggio da effettuarsi alla presenza dei delegati di lista di cui all'articolo 34, comma 10, appositamente convocati."

10°) L'articolo 48 è sostituito dal seguente:

"Articolo 48

(Operazioni preliminari del seggio)

1. Successivamente alla costituzione dell'ufficio elettorale, ai sensi dell'articolo 28, il presidente, dopo aver effettuato sulla lista sezionale le eventuali annotazioni previste dall'articolo 42, comma 3, lett. a), e dall'articolo 45, comma 3, lett. a), estrae a sorte il numero progressivo di ogni gruppo di 100 schede, le quali devono essere autenticate dagli scrutatori designati dal presidente.

2. Il presidente apre il pacco delle schede e ne distribuisce agli scrutatori un numero corrispondente a quello degli elettori iscritti nella sezione.

3. Lo scrutatore appone la sua firma a tergo della scheda stessa.

4. Nel verbale si fa menzione della serie di schede firmate da ciascuno scrutatore.

5. Quindi il presidente, constatata l'integrità del sigillo che chiude il plico contenente il bollo della sezione, lo apre e, dopo aver fatta attestazione nel verbale del numero indicato sul bollo, imprime il bollo stesso a tergo di ciascuna scheda.

6. Il presidente depone le schede nella prima urna o in apposita cassetta, se unitamente all'elezione del consiglio comunale si svolgono altre elezioni, e, sotto la sua personale responsabilità, provvede alla custodia delle schede rimaste nel pacco.

7. Durante le operazioni di cui al presente articolo, nessuno può allontanarsi dalla sala.

8. Il presidente rimanda, quindi, le ulteriori operazioni alle ore sette del giorno seguente e, dopo aver provveduto a sigillare le urne, le cassette o le scatole recanti le schede ed a chiudere il plico contenente tutte le carte, i verbali ed il timbro della sezione, scioglie l'adunanza.

9. Successivamente, fatta sfollare la sala da tutti gli estranei al seggio, provvede alla chiusura e alla custodia di essa in modo che nessuno possa entrarvi. A tal fine il presidente, coadiuvato dagli scrutatori, si assicura che tutte le finestre e gli accessi della sala, esclusa la porta o le porte d'ingresso, siano chiusi dall'interno, e vi applica opportuni mezzi di segnalazione ad ogni fraudolenta apertura; provvede, indi, a chiudere saldamente dall'esterno la porta o le porte d'ingresso, applicandovi gli stessi mezzi precauzionali.

10. Affida, infine, alla Forza pubblica la custodia esterna della sala alla quale nessuno può avvicinarsi. É tuttavia consentito ai rappresentanti di lista di trattenersi all'esterno della sala durante il tempo in cui questa rimane chiusa."

11°) Il comma 2 dell'articolo 53 è sostituito dal seguente:

"2. Nella scheda sono indicati, a fianco del contrassegno, il cognome e il nome del candidato alla carica di sindaco ed il cognome e il nome del candidato alla carica di vicesindaco scritti entro un apposito rettangolo; sono inoltre tracciate le linee orizzontali in numero pari a quello dei voti di preferenza che l'elettore ha facoltà di esprimere per i candidati della lista votata."

12°) Il comma 3 dell'articolo 53 è sostituito dal seguente:

"3. Ciascun elettore ha diritto di votare per un candidato alla carica di sindaco e per un candidato alla carica di vicesindaco ad esso collegato, segnando il relativo contrassegno. Qualora l'elettore abbia tracciato un segno sia su un contrassegno di lista, sia sui nominativi dei candidati alla carica di sindaco e di vicesindaco collegati alla lista votata, il voto si intende validamente espresso. Può altresì esprimere due voti di preferenza per i candidati alla carica di consigliere comunale compresi nella lista collegata ai candidati alle cariche di sindaco e di vicesindaco prescelti, scrivendone il cognome nelle apposite righe stampate sotto il medesimo contrassegno. Sono vietati altri segni o indicazioni."

13°) Il comma 6 dell'articolo 53 è sostituito dal seguente:

"6. Alla lista collegata ai candidati alla carica di sindaco e di vicesindaco che hanno riportato il maggior numero di voti, nel primo o nel secondo turno di votazione, sono attribuiti i due terzi dei seggi assegnati al consiglio, con arrotondamento della cifra decimale all'unità superiore qualora il numero dei consiglieri da assegnare alla lista contenga una cifra decimale superiore a cinquanta. I restanti seggi sono ripartiti proporzionalmente fra le altre liste. A tal fine si divide la cifra elettorale di ciascuna lista successivamente per 1, 2, 3, 4,... sino a concorrenza del numero dei seggi da assegnare, e quindi si scelgono, tra i quozienti così ottenuti, i più alti, in numero eguale a quello dei seggi da assegnare, disponendoli in una graduatoria decrescente. Ciascuna lista ottiene tanti seggi quanti sono i quozienti ad essa appartenenti compresi nella graduatoria. A parità di quoziente, nelle cifre intere e decimali, il seggio è attribuito alla lista che ha ottenuto la maggiore cifra elettorale e, a parità di quest'ultima, per sorteggio."

14°) Il comma 3 dell'articolo 57 è sostituito dal seguente:

"3. I restanti seggi vengono assegnati, alle altre liste o gruppi di liste collegate, dividendo la cifra elettorale di ciascuna lista o gruppo di liste collegate successivamente per 1, 2, 3, 4,... sino alla concorrenza dei seggi da assegnare, scegliendo, fra i quozienti così ottenuti, i più alti e disponendo gli stessi in ordine decrescente. Ciascuna lista o gruppo di liste collegate avrà tanti seggi quanti sono i quozienti ad esse appartenenti compresi nella graduatoria. A parità di quozienti, nelle cifre intere e decimali, il seggio è attribuito alla lista, o al gruppo di liste collegate, che ha ottenuto la maggiore cifra elettorale e, a parità di quest'ultima, per sorteggio. L'assegnazione dei seggi all'interno dei gruppi di liste collegate avviene secondo quanto disposto al comma 2."

15°) Il comma 2 dell'articolo 58 è sostituito dal seguente:

"2. I restanti seggi vengono assegnati, sulla base dei risultati conseguiti nel primo turno di votazione, alle altre liste o gruppi di liste collegate, dividendo la cifra elettorale di ciascuna lista o gruppo di liste collegate successivamente per 1, 2, 3, 4,... sino alla concorrenza dei seggi da assegnare, scegliendo, fra i quozienti così ottenuti, i più alti e disponendo gli stessi in ordine decrescente. Ciascuna lista o gruppo di liste collegate avrà tanti seggi quanti sono i quozienti ad esse appartenenti compresi nella graduatoria. A parità di quozienti, nelle cifre intere e decimali, il seggio è attribuito alla lista, o al gruppo di liste collegate, che ha ottenuto la maggiore cifra elettorale e, a parità di quest'ultima, per sorteggio. L'assegnazione dei seggi all'interno dei gruppi di liste collegate avviene secondo quanto disposto al comma 1."

16°) Il comma 2 dell'articolo 66 è sostituito dal seguente:

"2. Completate, per quanto dovuto, le operazioni previste agli articoli 64 e 65, il presidente del seggio, o il presidente della prima sezione, trasmette immediatamente alla Commissione elettorale circondariale i nominativi dei candidati ammessi al ballottaggio."

17°) L'articolo 73 è abrogato.

18°) L'articolo 74 è abrogato.

19°) L'articolo 75 è abrogato.

20°) L'articolo 76 è abrogato.

21 °) L'articolo 77 è abrogato.

22°) L'articolo 78 è abrogato.

23°) L'articolo 79 è abrogato.

24°) L'articolo 80 è abrogato.

Stévenin (Presidente) La parola al Presidente della Giunta, Viérin Dino.

Viérin D. (UV) Le Président de la Commission de Coordination a renvoyé à l'examen du Conseil en formulant des remarques la loi régionale portant: élection directe du syndic, du vice-syndic et du conseil municipal, approuvée le 22 décembre dernier. Le Gouvernement, lors de sa réunion hebdomadaire de vendredi, a examiné les observations formulées par le président de la Commission de coordination et en les accueillant partiellement propose aujourd'hui, aux termes du dernier alinéa de l'article 31 du Statut spécial, la réapprobation avec modifications de la loi susdite. Les observations du président de la Commission de coordination, que vous avez eu la possibilité d'examiner, portent sur plusieurs articles de la loi, sans toutefois mettre en discussion son critère directeur, ses contenus et ses aspects fondamentaux.

La remarque la plus importante concerne sans doute l'article 14 portant dispositions sur l'électorat passif. A cet effet, je voudrais, compte tenu même des implications d'ordre juridique et constitutionnel outre que politique de cette disposition, rappeler que l'article 16 du Statut spécial, dans son deuxième alinéa, prévoit que pour l'exercice du droit de vote actif la condition de la résidence sur le territoire de la région pourra être requise pour une période n'excédant pas une année et pour l'éligibilité, l'obligation de la naissance ou de la résidence pendant une période n'excédant pas trois ans.

C'est une formule qui a été reprise pas la loi régionale n° 3 du 12 janvier 1993, portant dispositions pour l'élection du Conseil régional de la Vallée d'Aoste, où, à l'article 3, il est dit en effet, que sont éligibles au Conseil régional tous le citoyens inscrits dans les listes électorales d'une des communes de la Vallée d'Aoste ayant 21 ans révolus le jour des élections, nés dans une commune de la région ou résidant sur le territoire de la région depuis trois ans, sans interruption, à la date de la publication de l'affiche de convocation des électeurs.

Il nous avait donc semblé opportun, pour une question d'uniformité, d'homogénéité en plus de la réaffirmation d'un principe, d'introduire cette même disposition dans la loi électorale qui réglemente les élections municipales, tout en voulant atteindre l'objectif, celui-ci de nature plus politique, de garder un lien avec les communautés concernées, avec la réalité valdôtaine, au moins pour ce qui concerne les éligibles, notamment à la charge et aux fonctions de syndic, de vice-syndic et de conseiller municipal.

A cet effet, nous maintenons notre conviction, nous estimons qu'il s'agit d'un principe qui a une validité et nous considérons que toute objection à ce principe est l'expression d'une certaine volonté centralisatrice. Nous reconfirmons la validité de ce principe et nous affirmons même l'intention de reproposer, en tant que modification d'une loi, ce même principe. Mais aujourd'hui nous sommes confrontés à d'autres problèmes, nous devons considérer que la date des élections municipales approche, qu'il y a donc des temps techniques, qu'il y a une certaine procédure qui doit être respectée et surtout qu'il y a une exigence non seulement juridique, mais également d'ordre politique, à savoir que les différentes forces politiques et les électeurs doivent connaître les modalités électorales qu'ils devront suivre lors des prochaines élections municipales.

Il est donc important d'établir au plus tôt ces règles, ces modalités, tout en exploitant cette compétence qui nous a été reconnue. De ce point de vue, le Gouvernement a estimé opportun d'accueillir, pour les raisons que je viens de présenter, cette remarque concernant l'article 14 de la loi, ainsi que celles qui concernent d'autres questions, essentiellement techniques, d'interprétation ou de coordination législative et juridique, voire les dispositions réglementant les recours en matière d'inéligibilité ou les dispositions d'ordre pénal.

Par contre, le Gouvernement n'a pas modifié l'article relatif à la méthode de détermination de la population résidente dans les communes, à savoir la détermination sur la base de la population résidente au 31 décembre de l'année précédant celle des élections, au lieu de la méthode proposée de recensements décennaux; de même, il n'a pas accueilli les remarques du président de la Commission de coordination visant à compter au nombre des sujets incompatibles les parents et les alliés jusqu'au troisième degré et à fixer la limite de deux mandats successifs pour les fonctions d'assesseur municipal.

Lesdites remarques auraient, en effet, selon l'avis du Gouvernement, engendré une augmentation des incompatibilités, ce qui aurait pu conditionner fortement la possibilité de former des Juntes surtout dans les communes les moins peuplées, qui en raison de toutes ces contraintes n'auraient peut-être pas la possibilité de former un Conseil ou une Junte. C'est pour ces raisons que nous avons reproposé à votre attention, avec les modifications, le texte de loi, tout d'abord pour réaffirmer encore une fois une compétence et une volonté d'approuver des procédures, des règles, des modalités électorales qui nous soient propres et qui permettent donc le déroulement des prochaines élections municipales sur la base des règles que nous nous sommes données.

L'alternative est le vote sur la base des dispositions de la loi n° 81 de l'Etat, compte tenu de la date prévisible des prochaines élections et du temps nécessaire pour préparer tout ce qui est nécessaire au bon déroulement des élections. Il s'agit donc d'une proposition aux termes du dernier alinéa de l'article 31 du Statut et le fait d'avoir choisi cette modalité est également le signe d'une certaine volonté politique en effet, le dernier alinéa de l'article 31 du Statut établit que, si le Conseil de la Vallée approuve à nouveau à la majorité absolue de ses membres un projet de loi qui a été renvoyé à son examen, le Gouvernement de la République peut, dans les 15 jours suivant la communication - il y a donc des termes réduits - soulever la question d'égalité devant la Cour Constitutionnelle ou celle d'opportunité pour conflit d'intérêt devant les Chambres.

Il s'agit donc d'une procédure spécifique qui a toujours été utilisée dans les cas où on a voulu réaffirmer une volonté politique précise d'une Assemblée pour ce qui est de ses compétences. Il s'agit donc d'une volonté qui dépasse, si vous me le permettez, les contenus spécifiques de la loi: nous en avons discuté lors de la séance de décembre dernier. C'est une volonté qui veut réaffirmer, sur la base de cette procédure constitutionnelle et statutaire, la primauté et la compétence de cette assemblée quant à l'approbation d'une loi. Il n'y a plus de possibilité de négociation: ou cette loi est approuvée ou, sinon, il y a conflit institutionnel, la Cour constitutionnelle ou le Parlement, selon le jugement. J'espère que cette volonté politique pourra être appréciée par cette assemblée et évaluée comme dans le passé.

Je me souviens que toutes les fois qu'il s'agissait d'une réapprobation aux termes de l'article 31 du Statut, cette assemblée a voulu privilégier l'affirmation d'une certaine compétence par rapport aux interprétations, aux avis différents qui avaient été exprimés et qui gardent évidemment toute leur validité, lors de la discussion en première lecture de la loi, et qui aujourd'hui sont relégués au deuxième plan par rapport à la procédure et au choix de réapprobation de cette mesure aux termes du dernier alinéa de l'article 31 du Statut spécial de la Vallée d'Aoste.

Presidente La parola al Consigliere Chiarello.

Chiarello (RC) L'esposizione del Presidente non fa un grinza. Se la guardiamo con lo Statuto alla mano. Io non ho fatto polemica su questa legge, ho solo espresso la mia posizione. É vero che nell'elettorato passivo la Regione ha la possibilità di mettere un limite di tempo di residenza ai possibili eletti.

Io ritenevo, l'avevo già detto, che era una questione a livello comunale, di buon senso. Chi vive nei comuni sa che c'è l'immigrazione, che ci sono delle persone che contribuiscono alla crescita sociale dei comuni stessi e che sono residenti in Valle, pagano le tasse in Valle e non hanno diritto per un anno a poter usufruire del loro diritto di voto, e per 3 anni non possono venire candidati. Io penso che chi non ha pendenze penali, impedimenti che hanno usurpato della libertà, abbia diritto a partecipare alle varie elezioni come ha il dovere di contribuire alle spese della società. Non possiamo togliere dei diritti che sono sacrosanti dei cittadini, non si fa polemica, si esprimono delle posizioni, ed è questo un punto dello Statuto che non condivido perché l'autonomia non si misura in queste cose; se è stata scritta questa cosa per salvaguardare l'autonomia, per me è un punto sbagliato. Io ritengo che chi contribuisce col lavoro al benessere di questa regione abbia anche il diritto di partecipare all'amministrazione di questa regione.

Presidente Passiamo all'esame delle modificazioni così come sono state proposte. Possiamo quindi votare sulla prima modificazione concernente i commi 5 e 6 dell'articolo 12.

Presenti: 31

Votanti: 24

Favorevoli: 23

Contrari: 1

Astenuti: 7 (Florio, Lanièce, Marguerettaz, Riccarand, Squarzino, Tibaldi, Viérin M.)

Presidente Pongo in votazione la seconda modificazione concernente l'articolo 14.

Presenti: 33

Votanti: 31

Favorevoli: 29

Contrari: 2

Astenuti: 2 (Marguerettaz, Viérin M.)

Presidente Pongo in votazione la terza modificazione concernente il comma 7 dell'articolo 15.

Presenti: 33

Votanti e favorevoli: 27

Astenuti: 6 (Chiarello, Florio, Marguerettaz, Riccarand, Squarzino, Viérin M.)

Presidente Pongo in votazione la quarta modificazione concernente il comma 2 dell'articolo 30.

Presenti: 33

Votanti e favorevoli: 28

Astenuti: 5 (Chiarello, Florio, Marguerettaz, Squarzino, Viérin M.)

Presidente Pongo in votazione la quinta modificazione concernente il comma 1 dell'articolo 33.

Presenti: 34

Votanti e favorevoli: 29

Astenuti: 5 (Florio, Marguerettaz, Riccarand, Squarzino, Viérin M.)

Presidente Pongo in votazione la sesta modificazione concernente il comma 9 dell'articolo 33.

Presenti: 34

Votanti e favorevoli: 31

Astenuti: 3 (Marguerettaz, Riccarand, Viérin M.)

Presidente Pongo in votazione la settima modificazione concernente il comma 1 dell'articolo 34.

Presenti: 34

Votanti e favorevoli: 29

Astenuti: 5 (Florio, Marguerettaz, Riccarand, Squarzino, Viérin M.)

Presidente Pongo in votazione l'ottava modificazione concernente il comma 7 dell'articolo 34.

Presenti: 33

Votanti e favorevoli: 31

Astenuti: 2 (Marguerettaz, Viérin M.)

Presidente Pongo in votazione la nona modificazione concernente il comma 1 dell'articolo 35.

Presenti: 33

Votanti e favorevoli: 31

Astenuti: 2 (Marguerettaz, Viérin M.)

Presidente Pongo in votazione la decima modificazione concernente l'articolo 48.

Presenti: 33

Votanti e favorevoli: 27

Astenuti: 6 (Chiarello, Florio, Marguerettaz, Riccarand, Squarzino, Viérin M.)

Presidente Pongo in votazione l'undicesima modificazione concernente il comma 2 dell'articolo 53.

Presenti: 33

Votanti e favorevoli: 25

Astenuti: 8 (Chiarello, Florio, Linty, Marguerettaz, Riccarand, Squarzino, Tibaldi, Viérin M.)

Presidente Pongo in votazione la dodicesima modificazione concernente il comma 3 dell'articolo 53.

Presenti: 33

Votanti e favorevoli: 25

Astenuti: 8 (Chiarello, Florio, Linty, Marguerettaz, Riccarand, Squarzino, Tibaldi, Viérin M.)

Presidente Pongo in votazione la tredicesima modificazione concernente il comma 6 dell'articolo 53.

Presenti: 33

Votanti e favorevoli: 26

Astenuti: 7 (Marguerettaz, Chiarello, Florio, Riccarand, Squarzino, Tibaldi, Viérin M.)

Presidente Pongo in votazione la quattordicesima modificazione concernente il comma 3 dell'articolo 57.

Presenti: 33

Votanti e favorevoli: 27

Astenuti: 6 (Florio, Linty, Marguerettaz, Riccarand, Tibaldi, Viérin M.)

Presidente Pongo in votazione la quindicesima modificazione concernente il comma 2 dell'articolo 58.

Presenti: 33

Votanti e favorevoli: 26

Astenuti: 7 (Chiarello, Florio, Linty, Marguerettaz, Riccarand, Tibaldi, Viérin M.)

Presidente Pongo in votazione la sedicesima modificazione concernente il comma 2 dell'articolo 66.

Presenti: 33

Votanti e favorevoli: 27

Astenuti: 6 (Chiarello, Florio, Marguerettaz, Riccarand, Squarzino, Viérin M.)

Presidente Pongo in votazione le successive modificazioni concernenti gli articoli 73, 74, 75, 76, 77, 78, 79, 80.

Presenti: 33

Votanti e favorevoli: 27

Astenuti: 6 (Chiarello, Florio, Marguerettaz, Riccarand, Squarzino, Viérin M.)

Presidente La parola al Consigliere Dujany per dichiarazione di voto.

Dujany (PVA) Ci troviamo di fronte ad una riapprovazione ex articolo 31 dello Statuto speciale della legge elettorale per i consigli comunali. Legge che il gruppo Pour la Vallée d'Aoste non ha approvato nel merito, esternando queste ragioni sostanziali:

- poiché la legge, da una parte, tendeva a limitare il diritto di scelta dei propri rappresentanti comunali, soprattutto per le realtà sotto i 15.000 abitanti, prefigurando e limitando la scelta del sindaco, del vicesindaco su soggetti prescelti e preindicati per lo più dai partiti o da gruppi presenti nei paesi e, d'altra parte, limitando la scelta dei consiglieri che col vecchio metodo era garantita col panachage;

- poiché la legge tendeva a ridare forza ai partiti come titolari del diritto di scelta o di proposizione delle figure del sindaco e del vicesindaco da sottoporre al voto;

- poiché la legge non individuava degli adeguati contropoteri conseguenti allo strapotere della figura del sindaco e vicesindaco che conseguirà, in assenza di quei poteri che prima erano attribuiti al consiglio comunale, e che il presente metodo tende a sottrarre.

Si rilevava che questa scelta risultava incomprensibile in quei comuni, ad eccezione di Aosta, laddove il problema della governabilità e il vecchio sistema non aveva creato alcun problema ed aveva dato un buon risultato in questi 40 anni.

Sappiamo bene che in sede di riapprovazione si dovrebbero lasciar perdere le valutazioni di metodo tendendo ad assumere una maggiore rilevanza quello spirito di solidarietà che dovrebbe emergere nell'ambito del Consiglio rispetto ad atteggiamenti di revisione che provengono dall'organo statale della Commissione di Coordinamento. Peraltro la riapprovazione non appare integrale rispetto alla legge regionale non vistata e il presente progetto di legge tende solo parzialmente a difendere le scelte di autonomia di questa Assemblea rispetto al controllo esercitabile dalla Commissione. In particolare ci viene proposto un articolo 14 che subisce le indicazioni centralistiche e assolutamente non accettabili della Commissione.

Credo che questo articolo sia sintomo di un momento di rigurgito di centralismo, di appiattimento tra regioni a statuto speciale e a statuto ordinario e mi pare grave che si confonda il contenuto dell'articolo 51 della Costituzione, che tende a mettere sullo stesso piano chiunque intenda affrontare un'elezione, e la legge regionale, così come proposta, che garantiva questa massima parità di condizioni per tutti coloro che intendevano partecipare alla corsa elettorale, rispetto ad un concetto di unitarietà che è stato espresso dal Consigliere di Rifondazione Comunista che tende a mettere in evidenza che tutte le realtà dello Stato devono essere predeterminate in modo uguale. Noi non accettiamo questa impostazione e rivendichiamo la totale autonomia in uno spirito federalistico e di revisione di questo Stato della presente Assemblea.

Peraltro debbo registrare che la riproposizione dell'articolo 14, così come approvato da questa Assemblea nello scorso Consiglio, rischierebbe di portare alle elezioni comunali con un metodo non più scelto dalla Valle d'Aosta, bensì scelto dallo Stato; nel senso che si potrebbe configurare con tutta probabilità uno scontro di poteri tra Regione e Stato che determinerebbe una lite tra i due enti, tale da portare l'esame davanti alla Corte Costituzionale con il rischio certo di non riuscire entro i prossimi mesi a far effettuare le elezioni con un metodo scelto dalla Valle d'Aosta.

É per questa ragione che al fine di permettere all'elettorato di votare comunque con una legge regionale, seppur imperfetta, anziché che con una normativa esterna alla Valle, pur imperfetta, che potremmo ritenerci favorevoli alla votazione di questo disegno di legge, qualora da parte della Giunta e da parte del Presidente vi fosse un impegno specifico a rivedere immediatamente dopo le elezioni amministrative il presente disegno di legge, sulla base dei seguenti presupposti:

1°) riproposizione integrale dell'articolo 14 cassato dall'organo di controllo;

2°) revisione della normativa relativa all'elezione dei consigli sotto i 15.000 abitanti in una linea di una maggior libertà di scelta del corpo elettorale, secondo le osservazioni già evidenziate dal nostro gruppo anche nel precedente Consiglio.

Di fronte a tali assicurazioni il nostro voto favorevole sarebbe unicamente finalizzato a rendere evidente all'opinione pubblica la capacità politica di questa Assemblea di darsi uno strumento elettorale autonomo, che altrimenti non sarebbe stato possibile garantire rendendosi applicabile la norma statale.

Presidente La parola al Vicepresidente, Viérin Marco.

Viérin M. (PpVA) Mi sorprende la dichiarazione del collega Dujany; come avete visto noi ci siamo astenuti su tutti gli articoli per ribadire che questa è un'ulteriore farsa. Ci troviamo a riapprovare una legge che ha avuto un grosso dibattito e forse si è persa un'occasione per trovare un più ampio consenso. Però dopo l'intervento di Dujany non vorrei che qui oggi nascesse un'ulteriore favola, nel senso che dopo 30 giorni, sugli stessi contenuti, dobbiamo essere chiari; i contenuti essenziali non sono cambiati di una virgola, quindi se qualcuno cambierà il suo voto lo farà per uno scopo prettamente politico e non per poter dare maggiore potenzialità ai nostri comuni e per fare, come diceva Dujany, una legge "calzante" per la Valle d'Aosta. Quindi posso solo sperare che i colleghi non cambino idea perché la legge non è stata modificata, anche perché se il Presidente dovesse raccogliere quello che è stato chiesto da Dujany, penso che qualche altra forza politica dovrà votare inversamente perché un domani si troverebbe obbligata a votare queste variazioni chieste da Dujany. Noi non cambieremo la nostra posizione e il nostro voto sarà contrario.

Presidente La parola al Consigliere Florio.

Florio (VA) A noi sembra, e il modo in cui ci siamo espressi di fronte agli emendamenti proposti lo ha dimostrato, che la sostanza della legge non venga modificata dalle richieste avanzate dal Presidente della Commissione di Coordinamento. A noi sembra che il fatto che si sia messo mano all'articolo 14 non costituisca, accettando quanto rilevato dal Presidente della Commissione, un pregiudizio sulla legge. Questa è una legge che rappresenta un'altra occasione perduta da questa Regione. Non mi sembra che il fatto che le richieste avanzate dal Presidente della Commissione possano riguardare aspetti che possono essere ritenuti lesivi dell'autonomia regionale, possa cambiare l'atteggiamento delle forze politiche e di quella a cui appartengo. Io non credo che l'autonomia in sé costituisca un valore assoluto, può diventare un obiettivo per cui battersi, se si ha la voglia di guardare al futuro, se non si ha paura di cambiare, di tentare di cambiare.

Noi non crediamo che sia possibile votare a favore di queste modificazioni, del disegno di legge così come ne scaturisce, solo per il fatto che questo potrebbe rappresentare una presa di posizione unitaria di questa Assemblea, ci sembra una prospettiva sbagliata. Il problema era quello di dare ai nostri comuni quella prima legge tale da consentire la costruzione di un rapporto tra Regione e enti locali tale da poter costruire una competenza degli enti locali degna sì di una regione a statuto speciale, di una regione autonoma che continui a mantenere le prerogative che ha in uno Stato anche federale, ma soprattutto con una forza propulsiva moderna, nuova, aperta ai problemi della società di oggi, aperta e sollecitata a risolvere i problemi con gli strumenti nuovi che ci possono essere.

A noi è parso che ci si sia lasciati attanagliare da una sorta di timore, non condividendo come musica di fondo le prospettive della legge dello Stato, temendole, obiettando su di essa, ma chiamati comunque a formulare una legge che modificasse quella precedente. Quindi adattandosi come una carta bagnata sul minimo possibile di modificazioni tale da non sconvolgere i rapporti di forza che ci sono, le abitudini consolidate, le esperienze verificate. Questo lo dico non perché sia comunque e bene sempre cambiare; certo è che avevamo la possibilità di cambiare radicalmente, sapendo tutti che con ogni probabilità questa legge che avremmo auspicato sarebbe stata da modificare nel giro di una legislatura. Ma soprattutto per Aosta, la conoscenza del passato, della situazione attuale, ci aveva consigliato a far sì che si andasse con forza verso il cambiamento. Non lo si è voluto fare; non sto qui a sindacare sulle motivazioni diverse, tutte degne, ma non si può condividere quel timore.

Noi non voteremo la legge, ci asteniamo. Nei confronti degli atteggiamenti del Governo centrale, delle tentazioni centraliste, dei rumori strani che ho iniziato a sentire provenire da Roma, allora bisogna essere chiari: o abbiamo il coraggio di batterci ogni volta che accade di poter intuire che ci sia un atteggiamento di questo genere da parte del Governo centrale, oppure non si può bluffare. Tra l'altro non possiamo continuare a giocare di rimessa con il Governo, noi dobbiamo diventare propositivi, motori della riforma delle istituzioni del Paese, senza timori di giocare in questa riforma le prerogative, i privilegi che talora ci sono stati riconosciuti e non solo lamentarsi o comunque ragionare passivamente, come mi pare di intuire solo ogni qualvolta riteniamo che lo Stato tenti o agisca in modo da prevaricarci.

Presidente La parola al Consigliere Perrin Giuseppe Cesare.

Perrin G.C. (UV) L'Union Valdôtaine votera évidemment ces modifications mais pour des motivations je crois opposées à certaines que nous avons entendues ici. Nous nous sommes préoccupés de la modification qui est apportée à l'article 14 parce que nous croyons que, par analogie avec l'article 16 de la loi constitutionnelle de 1948, c'était un droit de ce Conseil d'affirmer pour les élections communales le même principe qui est appliqué pour l'élection du Conseil régional.

Si nous n'étions pas à quelque mois de la prochaine compétition électorale évidemment nous nous sentirions d'agir de façon différente et d'ouvrir à l'égard de l'Etat une bataille, mais justement, comme le Président a dit, les temps sont étroits et un conflit nous porterait à devoir affronter les prochaines élections communales avec la loi n° 81 de 1993, la loi de l'Etat qui est pénalisante par rapport à notre situation. Pour cette raison d'intérêt pour nos collectivités locales nous acceptons momentanément ce dictat du pouvoir central, mais nous nous disons prêts à ouvrir sur ce point une bataille parce que nous croyons être de la part du droit. Mais nous ne voulons pas que, en ce moment, ce conflit puisse nuire à nos collectivités. Leur besoin est de pouvoir se donner leurs administrateurs par une loi régionale ainsi que la nouvelle compétence acquise nous donne le pouvoir de faire, mais la bataille doit être continuée. Je ne sais pas de quelle façon, mais nous devons trouver un accord à l'intérieur du Conseil pour sauvegarder une compétence qui est la nôtre et cela ne signifie pas vouloir sauvegarder des privilèges, mais un droit.

En ce qui concerne les autres modifications, je crois qu'il s'agit de modifications techniques qui n'incident pas sur la loi, donc elles ne nous préoccupent pas. C'est dans cette perspective d'une bataille future pour une sauvegarde de notre Statut et des compétences que nous votons les modifications.

Je crois que nous devrons aller plus loins encore, nous devrons promouvoir une bataille pour une profonde modification de notre Statut qui devrait pouvoir contenir un seul article, c'est à dire que la Vallée d'Aoste se dote de son propre Statut, sans aucune ingérence de l'Etat et c'est pour cela que l'Union Valdôtaine a présenté, à travers ses Parlementaires, un projet de révision de la Constitution qui va dans le sens de la création d'une République fédérale où chaque région, canton, état - appelons-les comme nous voulons - seront autonomes et pourront se doter de leur propre Statut, mises à part les compétences que la nouvelle Constitution réservera à l'Etat, contrairement à ce que nous avons eu, car l'Etat nous a octroyé de petites séries de compétences en se réservant le restant pour maintenir et garder son contrôle. Cela dit, je déclare le vote favorable de l'Union Valdôtaine à ces modifications.

Presidente La parola al Consigliere Chiarello.

Chiarello (RC) Una delle cose che mi è difficile capire è che vogliamo distinguerci, quello che ha detto Dujany e ha confermato Perrin, vogliamo distinguerci dallo Stato facendo pagare a certi Valdostani. Io sono dell'avviso che la Valle debba avere più competenze, ma non capisco questa riproposizione di questa legge che prevede i 3 anni; non sono contro lo Statuto, ma non capisco perché uno diventi valdostano solo dopo 3 anni, perché non dopo 5, mi pare una limitazione a certe persone. Poi non sono cambiati i presupposti per cui avevo votato contro questa legge: c'è il sindaco, il vicesindaco, non c'è la possibilità dell'apparentamento al 2° turno; mi sembra che sia un mezzo tra il proporzionale e il maggioritario, abbiamo perso un'occasione e io voterò contro.

Presidente La parola al Consigliere Parisi.

Parisi (VAP) Avevamo chiesto alcune modifiche che, se accolte, avrebbero recepito meglio la volontà dell'opinione pubblica valdostana nel momento in cui aveva votato per un sistema maggioritario. Ritenevamo che almeno per la figura del sindaco e del vicesindaco dovevano essere le parti trainanti delle aggregazioni, e non viceversa.

Questo non è stato accolto, per cui le perplessità che avevamo espresso in sede di approvazione sono rimaste. Le modifiche di oggi sono quasi per la loro interezza di ordine tecnico, forse incidono sull'autonomia valdostana, però ciò va al di là del contenuto della legge. Per cui non è necessario fare dei "bizantinismi" per giustificare il cambiamento di opinione sulla sostanza politica della legge e credo che, in un momento in cui vi è una grande confusione, sia opportuno che ognuno di noi abbia un minimo di coerenza. É inutile giustificare degli atteggiamenti diversi per cui, rimanendo le perplessità politiche, a malincuore, mantengo il voto di astensione.

Presidente La parola al Consigliere Mostacchi.

Mostacchi (UV) Io voterò a favore, anche se ero contrario in certi punti alla legge elettorale, ma oggi l'argomento è diverso. Non si tratta di discutere la legge elettorale; quelli che hanno parlato prima hanno perso il concetto di come si discute. Io vorrei chiedere, se fosse stato un altro punto riportato in questo Consiglio per la riapprovazione, in base all'articolo 31, quale sarebbe stato il loro comportamento. Oggi l'argomento è la riapprovazione di un atto approvato dal Consiglio; io non mi sento di approvare la legge elettorale, ma voto a favore perché l'argomento non è la legge elettorale.

Presidente La parola al Consigliere Ferraris.

Ferraris (GV-PDS-SV) Anch'io sono d'accordo con quanti dicevano che qui non stiamo riapprovando l'intera legge; quindi non si tratta di fare discussione di merito, che abbiamo già fatto nel passato Consiglio. Si tratta di vedere se, rispetto ai 24 punti che abbiamo votato precedentemente, c'è assenso o meno.

Da parte del nostro gruppo c'è assenso, anche perché questo non rappresenta una modificazione della struttura della legge; non sono in discussione il sistema maggioritario, la questione del sindaco e del vicesindaco, neanche le modalità di votazione dei comuni sia sopra, sia sotto i 15.000 abitanti. Io ritengo poco condivisibile cercare, in modo più o meno surrettizio, di riproporre una ridiscussione facendosi forti di alcuni rilievi della Commissione di Coordinamento, che sono circoscritti; in particolare all'articolo 14 sull'elettorato passivo, la nostra posizione è nota. Noi non avevamo votato questa norma perché la ritenevamo eccessivamente di "chiusura" che escludeva la partecipazione dei residenti in Valle alla vita amministrativa dei comuni, e quindi il fatto che ora siano eleggibili in Valle i cittadini iscritti in qualunque comune della Repubblica la vediamo come una cosa positiva. Ma non va utilizzato questo in termini surrettizi. Non ho capito la posizione del Consigliere Dujany: egli difende giustamente l'autonomia, ma facendosi forte di una posizione centralistica della Commissione di Coordinamento e ponendo condizioni per l'approvazione della legge.

Credo che questa legge vada sperimentata; oggi non possiamo fare scelte diverse. Ci saranno le elezioni in una domenica tra il 1 di maggio e il 15 giugno e verificheremo se questa legge ha o non ha funzionato. Viviamo in un momento in cui le questioni legate alle leggi elettorali vanno approfondite e quindi questa legge non è immodificabile, ma è un punto di partenza positivo, e dichiariamo il nostro voto positivo.

Presidente La parola al Consigliere Marguerettaz.

Marguerettaz (PpVA) Stavo cercando di organizzare un discorso meno confuso di quelli che ho sentito finora, ma non ci riuscirò. Ho capito proprio molto poco di come si è svolto il dibattito. É stato detto di tutto e il contrario di tutto.

Qualcuno ha detto che qui non siamo a ridiscutere la legge elettorale; mi sembra vero, ma non si può dire che oggi non stiamo rivotando la legge elettorale. Oggi votiamo la legge elettorale modificata non sostanzialmente, è difficile dire: "Io voto a favore perché non votiamo la legge"; no Mostacchi, oggi votiamo una legge.

Una seconda questione che non ho capito è quella dell'amico Dujany. Se il problema è un lotta nei confronti dello Stato che è troppo ingerente verso le potestà affidate a questo Consiglio, la lotta non si fa votando questa legge con una promessa che un domani si riprenda in mano per ripresentarla così come era stata votata a dicembre. Il ragionamento mi sembra complesso anche perché c'è un sospetto e qual è? Se partiamo dal presupposto che la delibera della Commissione di Coordinamento sia lesiva nei confronti del Consiglio, stiamo attenti a non fare come l'Esaù biblico che vendette una primogenitura per un piatto di lenticchie. Se siamo convinti di questa cosa, qui si sono dette delle cose che possono apparire gravissime proprio per la nostra autonomia: per un certo verso, si può capire che noi chiniamo la testa di fronte ad un presunto attacco alla nostra autonomia per sostenere una legge elettorale che questo Consiglio ha votato un mese fa.

Io qui un rilievo lo devo fare, perché se siamo qui a difendere le istituzioni democratiche, lo Statuto, l'autonomia della Valle, è bene ricordare come questa legge è stata votata, quale è stata la reale rappresentatività della volontà degli elettori da parte di questo Consiglio quando votò la legge. Allora non si può non dire, senza strumentalizzazioni, come in passato qualche altra forza politica aveva fatto sulla delegittimazione del Consiglio in generale, ma su questo atto il Consiglio, che ha approvato l'atto, era in un certo senso delegittimato.

Noi sappiamo che tutti coloro che siedono in quest'aula sono stati eletti nel 1993 in liste, con programmi, con un mandato da parte degli elettori; noi abbiamo visto, nel corso di questi 2 anni, alcuni consiglieri cambiare casacca, ma in questa particolarissima situazione quei 2 consiglieri che hanno cambiato casacca sono diventati determinanti per l'approvazione della legge e questo è un passaggio significativo per la difesa forse non dello Statuto, ma per la reale rappresentatività che questo Consiglio deve avere che io metto sullo stesso piano, se non a uno superiore, delle nostre istituzioni quali la Statuto e l'autonomia. I Valdostani che hanno eletto questo Consiglio, questa legge elettorale, il 23 dicembre scorso, non l'avevano approvata.

Presidente La parola al Consigliere Bich.

Bich (APA) Queste mie considerazioni non vogliono esaminare l'aspetto implementativo della legge, le caratteristiche giuridiche e non voglio scomodare i teoremi giuridici sulla fonte del diritto su come devono essere acquisite le gerarchie, se lo Stato, la Regione e quale capacità deve avere la legge. Io voglio fare una considerazione di tipo politico sulla legge elettorale comunale, atto secondo.

L'atto primo si era chiuso con una polemica feroce, diverse forze, anche della maggioranza, non avevano votato la legge perché su di essa gravava un sospetto che con questo sistema di votazione, soprattutto per Aosta, a mettere la spada sulla testa del sindaco e del vicesindaco non erano gli elettori, ma i partiti, e che dalla fucina dei partiti si potesse manipolare un manicaretto che poi l'elettore volente o nolente dovesse gradire.

Ritenevamo che ciò fosse contrario sia allo spirito referendario che in tutta Italia è gradito e vincente e anche perché l'innovazione voleva così e le vecchie istanze delle segreterie fossero un appello alle vecchie realtà, non gradite all'elettorato. Su quelle motivazioni alla fine della seduta ci furono delle dichiarazioni che hanno creato del malumore, ma anche delle ripercussioni all'interno delle formazioni politiche. Si è riscontrato come delle posizioni così distanti di fatto interrompessero il processo di aggregazione delle forze, di fatto si bloccasse la funzione di costituire un canale per la formazione del consenso. Si era detto che anche in Valle prima o poi sarebbe arrivato il momento della strategia bipolare e che si potevano individuare, attraverso gli schieramenti, quali erano le posizioni di una maggioranza e di una minoranza.

Ebbene, quelle posizioni a cui si era dato corso si sono manifestate per dare spazio a questo tipo di strategia e ho capito che una chiamata dei gruppi originari di questo Consiglio a una esasperata individualità potevano e possono frantumare di queste difficili formule di aggregazione. Ho capito che già all'interno del nostro gruppo, che in un anno ha dibattuto come e perché unirsi, il seme del dubbio se questa legge sarebbe stata la cassa armonica di accordi di partito o se poteva essere una legge normale, sperimentabile, ebbene questo dubbio aveva creato una frattura che ci riportava al 1993. Non solo si interrompeva questa convergenza, ma anche un'altra, quella che abbiamo chiamato il Polo federalista: l'Union, Pour la Vallée d'Aoste, Fédération.

Abbiamo capito che lo stopparci su posizioni pregiudiziali di fatto creavano una barriera difficilmente superabile per creare l'unificazione di questa esperienza. Ci siamo consultati e abbiamo ritenuto che in questa fase è meglio rinunciare ad una parte della propria individualità e accettare un compromesso. Il Consigliere Aloisi e il sottoscritto voteranno a favore di questa legge, come apertura per il processo di convergenza delle forze autonomiste, a uno sperimentalismo attivo, realistico di una legge che non sappiamo come potrà essere attuata, con un piccolo "arrière passé" e cioè che negli spazi liberi di questa legge ci possono essere ancora praterie dove manovrare le legioni della partitocrazia. Cioè ci sono spazi lasciati liberi alle segreterie, ai gruppi di apparato.

É una scommessa, noi andremo alle elezioni con questa legge e noi pensiamo come è stato ribadito sui comunicati anche insolenti, sui giornali, e penso che forse l'ottimismo sarà premiato all'interno della Fédération, all'interno di questo processo di aggregazione del Polo autonomista e saremo attenti a che siano salvaguardati questi principi.

Ecco perché Aloisi e il sottoscritto cambiano un'astensione in un voto favorevole: è un atto di ottimismo e di ulteriore apertura di credito e io spero che sarà onorata.

Presidente La parola al Consigliere Bavastro.

Bavastro (Ind) Non avevo alcuna intenzione di intervenire, ma l'intervento di Marguerettaz mi spinge a farlo. Si è parlato di delegittimazione, questo è un termine giuridico e quindi ricordo che il mandato è libero; non credo che di illegittimità si possa parlare. Inoltre ribadisco che ho partecipato direttamente alla predisposizione del progetto di legge, per cui, indipendentemente dalla casacca che ho indossato ed da quella che indosserò, sarebbe stato contraddittorio se non avessi votato comunque a favore di una legge che avevo predisposto. Infine, se allora il mio voto può essere stato determinante prendo atto che oggi lo è meno e dichiaro soddisfazione per le motivazioni espresse da Bich che richiamano all'unità delle forze regionaliste e federaliste.

Presidente La parola al Consigliere Tibaldi.

Tibaldi (LN) Oggi abbiamo assistito al fatto che la politica è l'arte del possibile e dell'impossibile. Primo, non possiamo condividere il postulato che oggi non siamo chiamati a riapprovare una legge elettorale. Fino a prova contraria, l'accettazione da parte di quest'aula di questo testo significa approvare una legge; il fatto che siano stati avanzati rilievi di carattere formale da parte della Commissione di Coordinamento non significa che viene snaturato oggi il nostro voto, anzi, essendo state avanzate solo considerazioni formali e quindi legittimità costituzionale di alcune norme - tra le quali l'articolo 14 - il nostro voto favorevole sugli emendamenti non vuol dire voto favorevole sui contenuti della legge come abbiamo manifestato il 22 dicembre: il voto rimarrà inalterato, perché a nostro avviso la legge privilegia i giochetti delle segreterie e mortifica le istanze della società civile.

Io penso anche che sia inutile ridiscutere la legge immediatamente dopo le elezioni amministrative, la legge doveva essere affrontata per tempo, con tutto il tempo che necessita agli organi regionali per addivenire ad una soluzione più rispondente alla nostra realtà e alle nostre esigenze. Condivido le perplessità e le opinioni di chi ha affermato che non c'è stato il coraggio politico di trovare una formula legislativa più aderente alle nostre particolarità e concludo dicendo che mi lasciano perplesso alcune dichiarazioni di voto che fingono di far riferimenti a sistemi maggioritari, a collanti ritrovati; diciamo che oggi è stato siglato formalmente un accordo politico e ne abbiamo preso visione.

Riconfermo il voto contrario della Lega.

Presidente La parola al Consigliere Lanièce.

Lanièce (GA) Riconfermo il voto contrario perché ritengo che oggi si riapprovi la legge elettorale con le modifiche e, dato che sono modifiche tecniche, il voto è contrario. Questa legge non ha ottemperato agli obiettivi che secondo me erano importanti e il fatto che ci siano alcuni passaggi, come la figura istituzionale del vicesindaco e il mancato scollegamento tra il voto di lista e il voto al sindaco, mi fanno riconfermare il voto contrario e ribadire un certo sconforto, perché non si è cercato un maggior dialogo tra le forze, facendo un muro contro muro che ha portato solamente ad una votazione sul filo del rasoio.

Presidente La parola al Presidente della Giunta, Viérin Dino.

Viérin D. (UV) Le choix auquel nous sommes appelés est politique, le débat l'a mis en évidence et il est tout à fait normal qu'à ce point de la discussion on aborde le thème de la loi électorale sur un plan politique. Permettez-moi donc de souligner, encore une fois, quelques éléments de ce débat politique que j'estime prioritaires, tout d'abord l'attention que nous devons prêter aux les procédures de représentation au Conseil d'une loi qui a été votée par ce même Conseil et le fait d'y procéder aux termes du dernier alinéa de l'article 31 du Statut spécial.

C'est un choix qui a une signification politique d'affirmation d'une certaine compétence de cette assemblée vis-à-vis d'observations et de remarques formulées par le président de la Commission de coordination, remarques que nous pouvons partager ou ne pas partager, mais qui en tous cas doivent conduire cette assemblée à réaffirmer son pouvoir législatif, sa compétence propre dans un domaine qui nous a été reconnu. Nous avons été appelés au mois de décembre et nous sommes encore aujourd'hui appelés à exercer un pouvoir, une compétence, grâce à l'action des nos deux parlementaires qui ont obtenu, de la part de l'Etat, cette importante reconnaissance de ce pouvoir.

Ne pas approuver aujourd'hui cette loi c'est d'une part renoncer à exercer cette compétence et d'autre part amoindrir, sur un plan éminemment politique au delà des contenus spécifiques d'une disposition de loi, la force et l'importance d'une disposition statutaire qui modifie totalement la confrontation avec l'Etat pour ce qui est de cette compétence et de l'exercice de ce pouvoir législatif.

Nous aurions pu choisir une autre méthode, mais ce choix aurait signifié l'ouverture d'un nouveau processus et donc on aurait renoncé à une prérogative. Je veux encore une fois souligner l'importance de la réapprobation aux termes du dernier alinéa de l'article 31 du Statut spécial en tant que réaffirmation d'un pouvoir, d'une compétence, d'un droit de cette assemblée.

Nous voulons exercer cette compétence parce qu'aujourd'hui l'alternative qui nous est offerte est une alternative politique, compte tenu de l'échéance électorale du printemps prochian. Est-ce-que nous voulons, sur la base de cette compétence, l'exercer avec les règles que cette Assemblée s'est données? Nous pouvons critiquer ces règles mais elles représentent l'expression de la volonté politique d'une assemblée valdôtaine, de ce point de vue l'alternative étant donc: votons suivant des modalités électorales que nous nous sommes fixées ou, par contre, votons suivant des modalités fixées par une loi de l'Etat.

Le choix étant politique nous n'avons pas de doute quant au choix même, il est important de le réaffirmer par cette assemblée. Ici les raisons qui ont été présentées pour justifier des prises de position politiques légitimes ont fait référence à la légitimité de cette compétence, de ce pouvoir de cette assemblée. C'est un thème d'actualité, compte tenu des différences, c'est l'objet même du débat politique qui s'est déclenché les jours derniers au sein du Parlement italien et là les prises de position et les jugements des forces politiques, représentées aussi dans cette assemblée, ont été différentes vis-à-vis des jugements qu'elles ont exprimés sur la légitimité du Gouvernement "Dini". Mais là on soutient qu'il s'agit d'une République parlementaire et donc c'est le Parlement qui est le dépositaire du pouvoir législatif.

Au XIXème siècle on disait que c'est là où va le coeur de la nation mais, si ce principe est valable pour le Parlement italien, il doit être valable pour le Parlement valdôtain. Donc il est dans le droit de cette assemblée de dégager une volonté, d'exprimer une position par un vote, librement et démocratiquement exprimé, mais qui représente sa volonté. Si nous voulons donc souligner ces aspects, et nous ne l'avons pas fait lors du rapport préliminaire à cette proposition de réapprobation, certaines perplexités, certains jugements politiques sont sur un plan politique différent par rapport à la volonté que nous exprimons ici.

Mais quand on fait de la politique, évidemment il faut aussi faire une différence entre les principes réaffirmés en tant que tels et les décisions qui doivent mettre en application ces principes, et tenir compte aussi des situations contingentes; parfois donc il y a un jugement d'opportunité qui prime certains choix et certaines volontés dans un contexte plus simple et qui veut donner une primauté à l'exercice d'une certaine compétence d'une assemblée par rapport à un aspect et à certains principes importants qui ne trouvent pas, d'application dans un texte tel qu'il sera ou qu'il a été voté par ce Conseil.

Je l'ai souligné tout à l'heure et je le réaffirme: nous avons, quant à l'article 14, pris date, nous le maintenons sur la base des considérations exprimées quant à la portée de l'article 16 de notre Statut, quant aux modalités établies par la loi électorale régionale, quant à la nécessité d'avoir une uniformité sur les différentes procédures électorales, quant-aussi-à la nécessité de sauvegarder un lien pour la communauté valdôtaine, surtout en ce qui concerne l'électorat passif, mais nous sommes dans la nécessité de réaffirmer la primauté d'un pouvoir et d'une compétence, afin d'offrir la possibilité à la communauté valdôtaine de se présenter aux urnes sur la base des règles et des méthodes que nous avons nous-mêmes fixées. Nous avons donc sur ces points pris date, nous avons affirmé une volonté politique de revenir sur ces points spécifiques de façon à combattre cette volonté centralisatrice, mais nous voulons le faire sur la base de modifications d'une loi déjà en vigueur, qui représente l'expression d'une volonté valdôtaine quant à la fixation des principes et des règles.

Il y a aussi un autre aspect politique qui est celui de rechercher autant que possible la plus ample convergence, une unité de la part de tous ceux qui se rattachent aux principes autonomistes et fédéralistes; il est important de le réaffirmer afin que l'on puisse en prendre conscience et que l'on puisse librement se confronter sur cet objectif et sur cette perspective même.

C'est pour toutes ces raisons que nous reconfirmons cette volonté de réapprobation de cette loi et les différentes interventions, qui soulignent, notamment, la signification des modifications qui ont été apportées à la loi en les considérant d'ordre éminemment technique, réaffirment, dans un autre sens, l'importance politique de ce choix, c'est-à-dire celui de réapprouver cette loi aux termes du dernier alinéa de l'article 31 du Statut, en tant que volonté spécifique de cette assemblée qui va dans le sens de réaffirmer sa compétence et sa primauté.

Presidente Passiamo alla votazione della legge nel suo complesso. Con le modifiche votate, si votano anche gli annessi.

Presenti: 32

Votanti: 29

Favorevoli: 24

Contrari: 5

Astenuti: 3 (Parisi, Riccarand, Squarzino)

Il Consiglio approva