Oggetto del Consiglio n. 3676 del 23 settembre 1992 - Resoconto
OGGETTO N. 3676/IX Presa di posizione del Consiglio sulla manovra economica del Governo. (Approvazione di risoluzione)
Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Riccarand.
Riccarand (VA) Vorrei formalizzare con una mozione d'ordine la richiesta di inserire un oggetto al punto 3 bis per la discussione immediata in Consiglio regionale nel merito del decreto legge del Governo Amato.
Si tratta di un argomento su cui il Consiglio regionale deve esprimere un orientamento.
Io ho fatto pervenire alla Presidenza del Consiglio il testo di una risoluzione, e credo che anche altri gruppi vorranno presentare delle risoluzioni.
Comunque chiedo che sia inserito un punto specifico all'ordine del giorno in modo che possiamo affrontare questo argomento.
Presidente Colleghi consiglieri, io ho già fatto diramare il testo della risoluzione. Come conoscete la prassi prevede una maggioranza di 24 consiglieri per l'iscrizione.
Do la parola quindi, come prevede l'articolo 50 del Regolamento, per l'iscrizione. Poi andremo a valutare dove è possibile inserirla all'ordine del giorno.
Se nessuno chiede la parola, metto in votazione la richiesta formulata dal Consigliere Riccarand ai sensi dell'articolo 53, 2° comma del Regolamento interno del Consiglio per l'iscrizione immediata del testo della risoluzione che è a vostra conoscenza.
Si può votare.
Presenti, votanti e favorevoli: 30
Il Consiglio approva all'unanimità.
La proposta di iscrizione è accettata, io direi che potrebbe essere discussa...
Ha chiesto la parola il Presidente della Giunta Lanivi.
Lanivi (GM) Chiederei al Consigliere Riccarand se accetta la mia proposta di spostare a venerdì la discussione su questo ordine del giorno, perché domani pomeriggio sono convocato a Roma proprio per discutere la manovra finanziaria con i Presidenti delle Regioni a Statuto speciale e delle Provincie Autonome di Trento e Bolzano.
Con ogni probabilità venerdì potrei fornire alcuni dati proprio sulla manovra finanziaria.
Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Riccarand.
Riccarand (VA) A me non sembra opportuno un rinvio a venerdì, non so se venerdì ci sarà ancora Consiglio perché non abbiamo tanti argomenti all'ordine del giorno.
E poi credo che, soprattutto se ci sono degli incontri con le altre Regioni per concordare una linea di azione, a maggior ragione sarebbe opportuno che in questo Consiglio ci fosse un dibattito preliminare che facesse emergere degli orientamenti.
Credo che i dati siano tutti sul tappeto, il decreto legge è stato pubblicato, l'abbiamo letto ed esaminato. Ci saranno sicuramente delle valutazioni diverse, però credo che siamo in grado oggi di esprimere dei giudizi.
Mi sembra sbagliato un rinvio della discussione a tempo sostanzialmente non determinato, come coda del Consiglio regionale, quando questo è l'argomento su cui tutti oggi si stanno interrogando.
Possiamo andare in qualsiasi località e i cittadini stanno dibattendo su questi temi, esprimendo valutazioni, chiedendo un pronunciamento.
Io credo che sarebbe sbagliato, da parte di questo Consiglio, non aprire i lavori di questa adunanza proprio con una presa di posizione sull'argomento centrale del dibattito politico che c'è oggi in tutto il paese.
Quindi io insisto perché ci sia la discussione subito, salvo poi fare un aggiornamento venerdì, se i lavori del Consiglio saranno ancora in corso.
Non mi sembra opportuno un rinvio di un pronunciamento su una questione così importante lasciando soltanto che si esprimano le forze politiche all'esterno del Consiglio, senza che questo organo istituzionale prenda una posizione precisa.
Quindi io insisto per un dibattito immediato.
Presidente C'è una proposta del Presidente della Giunta e di fatto una mozione d'ordine.
Ha chiesto la parla il Presidente della Giunta Lanivi.
Lanivi (GM) La mia richiesta era motivata esclusivamente dal fatto di fornire, prima di una valutazione, ulteriori elementi, quindi non era una proposta tendente a rinviare sine die, perché la proposta si limitava a spostare il dibattito alla giornata di venerdì invece che alla giornata odierna, fornendo eventualmente notizie su questo incontro che è stato richiesto.
Se la cosa viene interpretata in questo modo io non ho difficoltà a discuterla anche adesso.
Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Milanesio.
Milanesio (PSI) Io sono dell'avviso che, se tutti vogliono fare tesoro dell'invito alla sobrietà nella discussione perché quello che conta alla fine non è la discussione ma è la risoluzione finale, si potrebbe discuterne immediatamente, ma vorrei anche fare due piccole osservazioni al testo presentato.
Sono brevissime, quindi non sottraggo tempo.
Mi sembra che ci siano delle contraddizioni. Per intenderci, se lì al punto dove si dice: "...invita i Parlamentari della Valle d'Aosta a votare contro...", si dicesse: "...a lottare per una profonda modifica di tale decreto...", è in sintonia con quello che si chiede al Presidente della Giunta di fare.
Poi nell'ultima parte, là dove si dice....
Presidente Non possiamo discuterla adesso.
Milanesio (PSI) Io facevo una proposta...
Presidente La proposta sul testo è la discussione nel merito, quindi...
Milanesio (PSI) Ad ogni buon conto, io sono favorevole alla discussione.
Presidente Visto che c'è una posizione unanime del Consiglio, io direi di porre immediatamente alla discussione del Consiglio stesso la risoluzione presentata dal Consigliere Riccarand.
Quindi discutiamo il punto 3 bis: risoluzione presentata dal Consigliere Riccarand.
Ha chiesto la parola il Consigliere Riccarand per illustrare la risoluzione.
Riccarand (VA) Credo che la gravità della situazione finanziaria della Repubblica italiana sia chiaramente davanti agli occhi di tutti.
Non credo sia opportuno snocciolare una serie di dati sul debito pubblico e sui deficit che abbiamo, sono dati che diventa persino difficile, quantificare tanto si tratta di cifre gigantesche.
Quindi credo che da parte di tutti coloro che si pongono responsabilmente di fronte a questa situazione è evidente la necessità di una riduzione della spesa pubblica e di un incremento dell'entrata, perché altrimenti c'è un deficit di bilancio che continua ad aggravarsi e che rischia di travolgere non solo le istituzioni pubbliche, ma le condizioni economiche e la vita di tutti i cittadini.
Che ci debba essere un impegno straordinario da parte del Governo e dei sacrifici complessivi da parte di tutta la cittadinanza per risanare una situazione deteriorata, credo sia una cosa su cui tutti siamo d'accordo.
Però ci sono almeno due aspetti della manovra del Governo che, in base alla nostra valutazione politica, sono inaccettabili.
Il primo aspetto è che si tratta di una manovra iniqua dal punto di vista sociale, perché colpisce prevalentemente quella fascia di cittadini che già è sempre quella più pesantemente tartassata dal sistema fiscale, cioè i lavoratori dipendenti.
É a senso unico questo provvedimento, e quindi va in una direzione che noi non condividiamo.
Inoltre c'è un ulteriore aspetto. Questo provvedimento va a colpire in modo pesante il diritto dei cittadini di usufruire di servizi sociali fondamentali che lo Stato deve fornire a tutti, nel settore della previdenza e nel settore della sanità.
É inaccettabile che si crei una società con milioni di cittadini che non possono più usufruire di determinati servizi, fondamentali per una società civile.
C'è poi un altro aspetto che è più una riflessione politica, ma anche questo credo spinga a dare un giudizio negativo e determini un rifiuto così diffuso, ed è la carenza di credibilità da parte di chi propone questi provvedimenti, perché sostanzialmente si tratta di provvedimenti che vengono avanzati dalle stesse persone e dalle stesse forze politiche che sono responsabili della situazione che si è determinata.
Non c'è credibilità in questi provvedimenti, poiché vengono da chi ha alimentato, per un decennio almeno, un sistema che ha portato a queste conseguenze e che adesso, senza un rinnovamento di persone, di forze politiche, ripropone di far pagare tutto il processo di risanamento ai lavoratori, ai cittadini, ad una fascia ben precisa della società. Quindi noi esprimiamo un giudizio nettamente negativo sul decreto legge 384, 1992.
Siamo favorevoli ad un discorso di maggiore austerità, di riduzione del consumismo, ma questo non si può fare cancellando il diritto all'assistenza sanitaria di milioni di cittadini che pagano delle somme ingenti proprio finalizzate a questo servizio. Noi riteniamo che questo sia veramente un aspetto paradossale.
Ci sono altri settori della spesa pubblica in cui si può intervenire, ad esempio il settore dei grandi appalti del piano decennale della grande viabilità, un settore in cui sono stati buttati migliaia di miliardi, spese faraoniche che sono il terreno ideale in cui si sviluppa il cosiddetto "sistema della tangentopoli".
É lì che bisogna tagliare, perché quelli non sono interventi essenziali, anzi molte volte sono sbagliati e dannosi. Così come c'è un ampio margine di taglio nel settore militare del riarmo. Sta andando avanti un discorso di riordino dell'esercito che sta comportando un aumento, anno dopo anno, delle spese militari.
Perché non si interviene in questo settore riducendo le sue spese gigantesche, perché non si interviene in una razionalizzazione di questo Stato, andando effettivamente in una direzione di Stato regionalista, con trasferimenti di poteri significativi a livello regionale e abolizione di una serie di ministeri, che sono solo il terreno di sperperi e sprechi, di doppioni di competenze, e che non servono in alcun modo al Paese?
C'è in tale senso una proposta di referendum, di cui è promotore anche questo Consiglio regionale, ma questo è sicuramente un terreno su cui è possibile un'azione di taglio radicale, da cui il Paese può uscire in positivo con un'organizzazione istituzionale di tipo avanzato.
Questi sono solo accenni evidentemente, non voglio presentare una manovra economica alternativa né sono nella posizione in cui è possibile farlo, però sicuramente ci sono dei filoni evidenti a tutti, così come invece, sul versante delle entrate, credo sia inaccettabile che si continui, da una parte, con i condoni fiscali per racimolare in fretta alcuni miliardi e, dall'altra parte, si lascia via libera all'evasione fiscale che permetterebbe di innalzare, se combattuta, se neutralizzata, le entrate dello Stato italiano e di tutta la comunità nel suo complesso.
Noi riteniamo che il Consiglio regionale debba prendere una posizione chiara in previsione degli incontri che ci saranno e del dibattito parlamentare.
L'articolo 6 del decreto, che affronta proprio uno dei nodi più scottanti - quello della revisione delle prestazioni sanitarie - dice chiaramente che entro il 30 novembre 1992, d'intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Provincie autonome, il Governo definisce i livelli dell'assistenza sanitaria tagliando le prestazioni sanitarie ai nuclei familiari con reddito superiore ai 40.000.000.
Quindi c'è un primo terreno d'intervento in cui il Presidente della Giunta e questo Consiglio potranno esprimere la loro voce, questa Conferenza con il Presidente del Consiglio dei Ministri per definire gli interventi nel settore sanitario, e in quella sede bisogna che la Regione Valle d'Aosta faccia sentire fino in fondo la sua opposizione rispetto all'articolo 6, chiedendone una radicale modificazione.
Non è possibile cancellare dal servizio sanitario quasi metà della popolazione della Valle d'Aosta: è una cosa inconcepibile. Credo che ci debba anche essere un intervento molto fermo e molto preciso da parte dei Parlamentari della Valle d'Aosta.
Su questo terreno devo dire che sinora non ho sentito levarsi la voce del Deputato e del Senatore della Valle d'Aosta.
Le redazioni giornalistiche della Valle d'Aosta vengono inondate di comunicati stampa ogni volta che Luciano Caveri apre la bocca in Parlamento per intervenire sulla Bosnia o su qualsiasi altra cosa. In questo caso io non sentito ancora la voce dei nostri Parlamentari su detto decreto, che pure è conosciuto da quasi una settimana.
Questo mi preoccupa, così come mi preoccupa il silenzio che c'è stato intorno all'atteggiamento dei nostri Parlamentari sulla legge-delega in materia di previdenza, di sanità, di pubblico impiego e di finanza locale.
Questo provvedimento è già stato votato al Senato e, adesso, alla Camera.
Io non so quale è stato l'atteggiamento dei nostri Parlamentari, non ne è giunta notizia, eppure si tratta di un provvedimento estremamente importante perché è lì che si va a stabilire la cosiddetta ICI.
Qui non si capisce qual'è la linea che viene portata avanti dai nostri Parlamentari, nostri Parlamentari per modo di dire, perché sono evidentemente espressione non di tutta l'approvazione, ma di una serie di forze politiche che hanno ottenuto la maggioranza dei consensi.
Infine c'è un ultimo aspetto che vorrei rapidamente affrontare.
Io credo che se questo decreto legge non verrà radicalmente modificato, in particolare se non verrà modificato questo articolo 6 che riguarda le prestazioni sanitarie, allora un ruolo dovremo assumercelo come Regione.
Non è possibile che noi continuiamo, non uso la parola buttare che forse può offendere qualcuno, a utilizzare centinaia di miliardi in contributi che vanno in direzioni che non sono assolutamente essenziali, e poi non siamo in grado di garantire l'assistenza sanitaria di base a tutti i cittadini della Valle d'Aosta.
Quindi, se non si ottiene un risultato sul versante governativo, ci deve essere sin d'ora un impegno perché si intervenga a livello regionale per garantire a tutti l'assistenza sanitaria di base.
Questi sono i contenuti della risoluzione che ho presentato.
Ritengo che sia già stata letta, e quindi non do un'ulteriore lettura.
Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Milanesio.
Milanesio (PSI) Brevemente, per completare quello che avevo cercato di dire prima, forse non rispettando il Regolamento.
Io ritengo che questa risoluzione, se opportunamente emendata in due aspetti che poi voglio indicare, potrebbe avere quel significato che può servire rapidamente nel dibattito in corso sulla trasformazione del decreto legge in legge e potrebbe, diciamo così, utilmente contribuire a questa discussione di carattere generale che sta attraversando il Paese.
Io ho già detto prima che proponevo di modificare la parte là dove si dice: "...invita i Parlamentari della Valle d'Aosta a votare contro tale decreto legge...", per due ragioni.
Primo, perché io credo che i Parlamentari della Valle d'Aosta non siano a sovranità limitata, cioè votano come meglio credono, secondo coscienza.
Noi li possiamo invitare invece, a lottare per una profonda modifica di tale decreto legge.
Questo è il primo emendamento che proporrei all'ordine del giorno, Riccarand.
Il secondo ed ultimo emendamento è nella parte: impegna l'Assessore regionale alla sanità a predisporre gli opportuni provvedimenti per garantire comunque l'assistenza medica di base a tutti i cittadini valdostani.
Questa formulazione, secondo me, è estremamente pericolosa ed è anche iniqua.
Io la modificherei in modo da garantire comunque l'assistenza medica di base ai cittadini valdostani delle fasce di reddito più modeste, perché mi sembra improponibile, da parte di una Regione a Statuto speciale che è già oggetto di polemiche malevole, che si presenti in un contesto nazionale dicendo: "fate quello che volete, non vi chiediamo di modificare il decreto, comunque sappiate che noi garantiremo l'assistenza medica di base a tutti i cittadini valdostani".
Questo è voler definire la nostra regione come una regione che non vuole partecipare, o far partecipare almeno i cittadini più provveduti di questa regione, ad un sacrificio di carattere generale che deve essere imposto.
Quindi questo tipo di formulazione è iniqua e pericolosissima.
Io proporrei di modificare nel senso che ho detto: garantire comunque l'assistenza medica di base ai cittadini valdostani delle fasce di reddito più modeste.
Stabiliremo poi quali possono essere, ma questo mi pare che abbia un senso e che non si possa prestare a polemiche malevole di cui certamente saremo il bersaglio da parte di Ministri più o meno taglieggiatori dei bilanci.
Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Gremmo.
Gremmo (UAP) Io penso sia un po' riduttivo questo documento, perché riguarda soltanto il problema della sanità.
Ho l'impressione che i traffici messi in campo dal Governo di Roma riguardano una materia più complessa, come sanno tutti i valdostani che sono stati sommersi dall'ICI, che colpisce quello che è un diritto, cioè la casa.
Quindi mi sembra che ridurre tutto il ragionamento solo al fatto sanitario limiti il senso di questa presa di posizione.
Se c'è un momento in cui avrei visto rilanciato, ma si capisce che non può farlo Riccarand, su questo non ci sono dubbi, un discorso regionalista forte, sarebbe stato di fronte al salasso fiscale che viene fuori adesso.
Io ero quasi convinto di vedere Grimod rilanciare l'idea della nazione valdostana indipendente; forse in questo momento avrebbe avuto anche più adesioni, e invece tutti zitti.
Chissà perché il Parlamentare mandato con la lista Valle d'Aosta è allineato e coperto. Non bisogna sconfessarlo, perché giustamente deve conquistare il suo posto al sole nella Commissione bicamerale per le riforme, chiaramente se rompe le scatole non lo mettono più nella Commissione bicamerale per le riforme e non bisogna ostacolare le grandi manovre.
Qui in Valle l'Union Valdôtaine è tornata al Governo, quindi non può prendere certe posizioni.
L'ho già detto prima, le patate bollenti le dà a Lanivi il quale, essendo un galantuomo, si brucia le mani. Questa è la politica dell'Union Valdôtaine.
Io ripeto, di fronte alle scelte inique, le scelte spaventose di tassare addirittura la casa, vedrei una posizione forte non limitata alla questione sanitaria.
Si parlava prima della Conferenza delle Regioni, ma secondo me la Valle d'Aosta deve uscire da questa Conferenza delle Regioni.
Quelli del PDS a Torino, colleghi dell'Union Valdôtaine, nel dibattito che è stato fatto sui problemi delle regioni, hanno interrotto i rappresentanti autonomisti dicendo: "...ma questi valdostani hanno troppo, togliamogli qualcosa, siamo stufi...".
Quindi, se i partiti di Roma, e dico il PDS perché è il vostro alleato di adesso, ma posso dire tutti gli altri, stanno montando una campagna antivaldostana, proprio perché l'esempio Valle d'Aosta è un esempio vincente e importante, io dico al Presidente: "usciamo dalla Conferenza delle Regioni, andiamo ad assumere un atteggiamento diverso".
Se Roma sta facendo solo delle scelte antidemocratiche impopolari... apro una parentesi, sono arrivati al punto, il Ministro Mancino, di fare un decreto che rinvia le elezioni comunali perché hanno paura che le leghe prendano troppi voti, sono arrivati al golpe elettorale, perché quello è un golpe elettorale...se questa è la realtà giriamogli le spalle, guardiamo all'Europa, rivolgiamoci al Parlamento europeo, rivendichiamo quello che dicevate voi e che diceva qualcuno in campagna elettorale.
Non l'ho fatta io la campagna elettorale della lista Valle d'Aosta, c'era chi diceva giustamente certe cose.
Quindi prima cosa usciamo dalla Conferenza delle Regioni.
Se le altre Regioni hanno un contenzioso con la Valle d'Aosta, noi rispondiamo dicendo va bene, amici come prima, da Carema in giù fate quello che volete, noi guardiamo verso l'Europa.
Nel merito invece di questa cosa, caro collega Riccarand, non è vero che questo decreto cancella l'assistenza sanitaria gratuita per tutti.
I lavoratori extracomunitari, come li chiama la collega Monami, cioè un milione e mezzo di clandestini che sono arrivati in Italia con mezzi fraudolenti, che sono stati regolarizzati e che sono qui e non ce li togliamo più dai piedi, hanno l'assistenza sanitaria gratuita.
Io sono andato l'altro giorno dal medico, pagando di tasca mia, e c'erano i signori extracomunitari che pretendevano addirittura di non fare nemmeno la fila, perché sembra che nel Marocco chi è più forte e grida di più passi davanti agli altri. Questi l'assistenza sanitaria continuano ad averla, pagata dalle regioni.
Quindi, se alla fine diciamo che vogliamo garantire ai nostri poveri qualche cosa, dobbiamo cominciare a dire che a questi signori, in attesa di rispedirli al mittente, dobbiamo togliere i privilegi che hanno.
Riccarand dice che non bisogna più fare le strade, viaggiamo di nuovo con il carretto. É una scelta, c'è a chi piace anche questo, perché fare le strade è solo uno spreco.
Io dico che fare le strade è utile.
Se vogliamo tagliare gli sprechi cominciamo a pensare a cosa succede da Roma in giù, in certe regioni in cui lo sperpero è totale.
Allora sì che risaniamo, ma questo è il contenzioso politico che dobbiamo aprire, cioè dire che ormai l'Italia è divisa in due, e non lo è perché lo vogliamo noi, lo è oggettivamente.
Ci sono delle regioni europee che vengono castigate, punite, bloccate nel loro sviluppo in tutte le maniere da un Governo che deve garantire i privilegi da Roma in giù.
É questo il senso politico del nostro ragionamento, prendiamone atto. Leggevo ieri l'ultima notizia, una banalità: le assicurazioni non assicurano più le macchine a noleggio da Napoli in giù, perché i furti delle auto sono talmente tanti che non è più possibile garantirli.
Allora, se l'Europa si è fermata sugli Appennini, prendiamone atto, abbiamo il coraggio di dirlo.
Quindi non corriamo dietro a nessuna manovra di Amato. Noi dobbiamo fare un discorso autonomista forte, perché solo un discorso autonomista forte può, in qualche maniera, dare certezza di una soluzione.
In Italia ci sono un milione e mezzo di politicanti che vivono di politica. La prima cosa che noi dobbiamo chiedere è che vengano eliminate tutte queste burocrazie sindacali, partitiche, cioè che i partiti non abbiano più i diritti e i privilegi che hanno adesso.
Il fatto che esiste una legge sul finanziamento pubblico dei partiti è una cosa oscena.
Il fatto che ci siano un milione e mezzo di extracomunitari da una parte, un milione e mezzo di politici a tempo pieno dall'altra, fa tre milioni di parassiti che gravitano sulla situazione, e io li metto sullo stesso piano proprio perché non sono razzista.
Riguardo al problema della sanità, cominciamo a dire che non vogliamo più che sia data l'assistenza sanitaria gratuita agli extracomunitari, primo punto.
Secondo punto, noi vogliamo che i controlli siano fatti davvero, perché non è possibile che gli uffici della Valle d'Aosta e delle regioni del Nord riescono a controllare la situazione di ogni cittadino al punto che la possibilità di salasso fiscale è enorme, mentre a Napoli 50.000 persone non risultano nemmeno iscritte all'anagrafe.
Come volete che questi paghino le tasse se non risultano neanche all'anagrafe?
Il discorso regionalista e autonomista deve essere forte, coraggioso. Il fatto politico importante è quello di essere consequenziali con quelle che erano le promesse fatte in campagna elettorale, perché a tutte le campagne elettorali i movimenti autonomisti dicono che vogliono battere i pugni con Roma, poi nei fatti silenzio assoluto davanti alle scelte più inique.
La gente queste cose non le sopporta più.
Il malcontento che cresce in Valle d'Aosta è enorme, voi non ve ne rendete conto perché andate solo alle inaugurazioni dove ci sono i vostri amici di partito, andate nelle crotte a fare la bevuta con gli attivisti del partito e pensate che questa visione idilliaca della Valle sia ancora reale.
Io che non vado alle inaugurazioni perché non ho niente da inaugurare, non bevo quindi non vado nelle crotte; parlando con la gente ai mercati mi rendo conto che c'è una insoddisfazione generale.
O questa classe politica riesce ad essere valdostana nel senso migliore del termine, cioè capire che ci sono anche dei momenti in cui bisogna rompere con certe situazioni e battere i pugni sul serio, oppure se l'andazzo è quello della doppia politica, qui in Valle rouge et noir, a Roma zitti, allineati e coperti, non riuscite più a prendere in giro nessuno.
Su questo documento io chiederei al collega Riccarand di mettere che il Governo deve drasticamente ridurre e togliere gli aiuti agli extracomunitari arrivati nel nostro Paese, questo è l'emendamento che propongo io.
Seconda cosa, l'invito ai Parlamentari della Valle d'Aosta togliamolo, perché è inutile invitarli, tanto non ci sono neanche, hanno cose più importanti, fanno parte della Commissione bicamerale che deve studiare le grandi riforme dello Stato.
Non invitiamo nessuno, però ci impegniamo, e questo è l'impegno che può prendere il Presidente, a uscire dalla Conferenza delle Regioni.
Usciamo dalla Conferenza delle Regioni, perché c'è, nel giro dei partiti delle altre Regioni, una marea montante antivaldostana, e purtroppo, Bondaz, è così, perché ci sono dei regionalisti di certe regioni che tu conosci, che noi conosciamo, che fanno la nostra stessa battaglia, ma ci sono delle forze politiche ambigue, e ripeto, il PDS in questo è campione.
Allora, se c'è un sentimento diffuso di questo tipo, noi dobbiamo reagire con altrettanta chiarezza, e l'autonomia è questo.
Io non ho ancora capito cos'è per voi l'autonomia.
L'autonomia, da quello che ho visto negli ultimi mesi di governo è: la questione "Casinò" non è stata risolta, la questione "Mercedes" non è stata neanche affrontata, la questione "Autoporto" nemmeno, la questione "Fontina" siamo allo sbando più completo come la questiona "Autostrada"; e questa è la vostra idea di autonomia.
Bondaz, che fondamentalmente è un buono, diceva che è una concezione statica. Mi sembra che sia qualche cosa di peggio.
La mia concezione di autonomia è un po' differente.
La mia concezione di autonomia è che i soldi che ci spettano devono rimanere qui e non andare a Roma, perché al massimo un regime federale dà i soldi per la difesa, ma la difesa ha mandato i soldati in Sardegna creando tutto lo scompenso possibile immaginabile.
Per le spese comuni di funzionamento dello Stato basta poi rivendicare tutti i posti pubblici della Regione, e sarebbe un 'ottima cosa perché daremmo lavoro ai disoccupati, mentre invece forze di Polizia, agenti carcerari, eccetera, arrivano tutti da fuori Valle.
Rivendichiamo maggiori competenze, e a questo punto l'esigenza di dare dei soldi a Roma cade. Questa è la mia idea di autonomia, cioè i soldi rimangono qua e vanno a tutti, perché non è assolutamente detto che l'autonomia debba essere un fatto di classe.
I veri poveri non sono quelli che hanno soltanto un certo reddito, perché la grande iniquità, la grande truffa, è quella di dire che i poveri sono gli extracomunitari perché non hanno niente, mentre poi si scopre che in realtà sono privilegiati in tutte le cose.
Io chiedo al collega Riccarand di inserire questo emendamento, cioè che non vengano più dati soldi per l'assistenza sanitaria degli extracomunitari i quali essendo lavoratori, come li chiama la collega Monami, possono pagarsela. Io ritengo debole questo documento, perché il contenzioso sanitario è solo un aspetto, mentre le scelte di questo Governo, che qualcuno ha definito giustamente "di lacrime e sangue", sono chiare.
Primo è la continuazione del sistema partitocratico che in qualche modo vuole difendere i suoi privilegi al punto di fare un golpe elettorale rinviando le elezioni nelle città dove le leghe sarebbero il primissimo partito. Secondo compito è garantire i privilegi di certe regioni.
Ci sono stati alcuni parlamentari del Belice che hanno persino ricattato Amato apertamente dicendo: "noi non ti diamo la fiducia se tu non continui a darci i soldi". Mi pare che il terremoto del Belice sia passato da qualche settimana, eppure vogliono ancora soldi. Quindi il Governo Amato deve coprire gli sprechi assistenziali e parassitari di certe Regioni, e quindi deve salassare continuamente qua.
É rilevante il fatto che sia stata tassata la casa, un bene primario, e non a caso le Leghe dicono di non pagare.
Il fatto che questo documento parli solo del fatto sanitario lo trovo limitativo.
C'è della gente che dovrà pagare tasse su immobili ereditati, e questo grida vendetta.
La prossima volta tasseranno l'aria e siccome l'aria della Valle d'Aosta è buona, oltre tutto avrà una tassa maggiore.
Inoltre questi estimi catastali sono un'ingiustizia unica.
I livelli della Valle d'Aosta superano di gran lunga, anche per il paese meno turistico, quelli di qualunque altro posto.
Quindi non c'è posto per l'equità in chi ha stabilito questi criteri.
Li hanno stabiliti sulla volontà di tartassare chi ha sempre pagato perché, caro collega Riccarand, è giusta la lotta contro l'evasione fiscale, ma bisogna cominciare a farla nelle regioni dove nessuno ha mai pagato niente, perché se nel Meridione le case non sono neanche state iscritte al catasto, ditemi voi come riescono a fare pagare l'ICI.
Noi dobbiamo avere il coraggio di innescare un meccanismo diverso, cioè quello dell'autonomia.
Certo, in questo momenti gli attacchi verso l'autonomia della Valle d'Aosta vengono fatti in modo pretestuoso per una semplice ragione, perché l'esempio Valle d'Aosta è un esempio vincente, un grande esempio, e non a caso tutti i partiti su questo sono d'accordo.
É notizia di due o tre giorni fa che in Friuli il Partito Socialista si è reso autonomo.
Fatelo anche voi, la Democrazia Cristiana abbia questo coraggio.
Non lo dico al PDS perché ha già un nome locale, però poi, al di là del nome, la sostanza politica di alcuni partiti è quella o della doppia faccia o del silenzio, e questo documento così come è coniato è debole, anche perché l'opinione pubblica va oltre le mediazioni e gli equilibrismi di partito e ha ormai maturato certe coscienze, ed è bene che tutti quanti cominciamo a rendercene conto.
Presidente Chiederei al Consigliere Gremmo di voler formalizzare, se crede, gli emendamenti che ha proposto verbalmente.
Ha chiesto la parola l'Assessore alla sanità ed assistenza sociale, Cout.
Cout (PCI-PDS) Ho chiesto la parola perché mi sembra importante sottolineare alcune questioni.
La discussione di oggi non è solo un problema di sanità, il problema è che ci ritroviamo in questo momento addosso, in Italia, una serie di scelte non fatte e di problemi non risolti che si trascinano da anni.
Però, secondo me, il nostro compito di oggi, al di là di quella che può essere una discussione demagogiga, è di cercare di dare dei contenuti alle parole.
Se noi parliamo di autonomia è necessario trovare i modi per portare avanti una battaglia autonomistica, sia nella Conferenza dei Presidenti delle Regioni nelle riunioni che avvengono a Roma, sia nel Parlamento, e soprattutto dobbiamo riuscire nel concreto, in Valle, ad operare quelle scelte che sono necessarie per fare in modo che la soluzione dei problemi che non ci viene data da parte dello Stato riusciamo in qualche modo a darla noi.
Per ciò che sono riuscito a capire in riferimento ai problemi della sanità, non tutte le scelte sono ancora definite e alcune sorprese dovranno ancora arrivarci quando ulteriori decreti definiranno alcune questioni nei loro contenuti.
Se adesso si parla di interventi a carico dei cittadini, per ciò che riguarda il riparto delle spese a carico dello Stato e a carico delle Regioni, cosa che è avvenuta sempre con anni di ritardo, sapremo qualcosa solo quando la questione verrà affrontata e decisa nei suoi piccoli termini.
Finora i tagli della sanità, per ciò che riguarda la Valle d'Aosta, sono avvenuti continuamente. La Regione Valle d'Aosta assieme ad altre Regioni pagava il 20 percento, e assieme a qualcun altro ha pagato poi il 28 percento di questa spesa.
Anche se per il momento non si sa ancora esattamente come avverrà, si può intravedere che, se è vero quello che si è capito in alcune riunioni che ci sono state a Roma alle quali abbiamo partecipato, quando verranno fissati esattamente i livelli assistenziali in tutta Italia per gli interventi sanitari, questi saranno uguali per tutti e avranno degli standard, e ci sarà, da parte dello Stato, un rimborso su questi livelli.
Per il resto lo Stato ci dirà: "Voi non siete obbligati a stare in questi livelli, se volete qualcosa in più ve lo dovete pagare".
Allora qui, probabilmente, a carico della Valle d'Aosta ci sarà non più il 20 o 28 percento come avveniva ultimamente, ma il 50 percento o più di spesa a carico per ciò che riguarda la spesa sanitaria. Da parte della Regione vi sarà una possibilità di intervenire con scelte sue e al limite vi potrebbe essere una capacità impositiva.
Ma mi chiedo come sarebbe possibile, in questo momento, per una Regione, dopo le imposizioni che ci sono state nei confronti dei cittadini, andare ulteriormente a gravare con un'altra scelta impositiva, sarebbe una doppia stangata.
Quindi penso che la prima cosa da fare, da parte dei Parlamentari della Valle d'Aosta, nella discussione per ciò che riguarda le scelte che possono essere ancora fatte o modificate e da parte del Presidente della Giunta nella sede della Conferenza, è di sottolineare tali questioni.
L'altra possibilità di intervento che rimane è una possibilità della quale si è già avvertita in maggioranza la necessità e della quale si è già discusso.
Noi abbiamo, come Assessorato, già avuto con l'USL una riunione in cui siamo andati ad individuare una prima possibilità di ridurre la spesa sanitaria con degli interventi che, per il momento, seppur marginali, potrebbero definire alcune questioni.
Come Assessorato abbiamo, senza aspettare detto decreto, già dato un piccolo taglio a quelli che sono alcuni contributi individuali, e l'impegno che ci siamo presi è comunque di rivedere la questione.
Abbiamo, per razionalizzare le spese di acquisto per esempio di materiale per l'Ospedale, voluto mettere in piedi una Commissione che esaminasse più precisamente e razionalizzasse queste scelte. Per quanto riguarda la maggioranza, una prima discussione è stata fatta, e secondo noi qui ci saranno grosse scelte da fare.
Se è vero infatti che il taglio sulla spesa socio-sanitaria, cioè sul bilancio che noi dovremo integrare per il pagamento delle spese dell'USL, sì porterà via una fetta dei fondi che abbiamo a disposizione, è pur anche vero che, malgrado tutto, alcune scelte giuste sono state fatte in questi anni, come l'intervento nel "sociale" per ciò che riguarda l'inserimento degli handicappati, la lotta alle tossicodipendenze, la questione degli anziani, le microcomunità i cui bilanci continuano ad aumentare - mentre l'anno scorso in bilancio c'erano 18.000.000.000 con una previsione di una trentina di miliardi, si parlerà quest'anno di 34.000.000.000 -, gli asili nido nuovi che dovrebbero essere aperti, e anche lì la spesa continua ad aumentare, e così per altre spese nel "sociale" che non sto ad indicare.
Quindi, nel momento in cui dette spese hanno teso in questi anni ad aumentare e tendono ad aumentare, noi dobbiamo già sapere che dovremo, con il bilancio a disposizione dell'Assessorato alla sanità, andare a coprire un disavanzo maggiore per le spese sanitarie.
Quindi, all'interno di questo, vanno fatte delle scelte e sarà qui, secondo me, la grossa discussione che andrà fatta, al di là della discussione su questa risoluzione o sull'impegno che viene chiesto all'Assessore.
É una discussione di fondo che dovrà individuare dei capitoli e delle spese in bilancio che potranno essere tenute momentaneamente da parte, perché io concordo con quanto diceva Riccarand e con quanto dicevano altri nei loro interventi, che bisogna soprattutto pensare alle fasce più deboli, a quelli che maggiormente ne hanno bisogno, con degli interventi che sono stati messi in piedi in questi anni e che non possono essere abbandonati, e così pure deve essere garantita un'assistenza medica di base a chi effettivamente ne ha bisogno.
E qui concordo con chi diceva che va fatta una distinzione.
É già fissato entro il limite di 40.000.000 di reddito chi dovrà pagare in un certo modo e chi dovrà essere esente.
Però io direi che anche qui, a livello nazionale, c'è una scelta di fondo che apre la possibilità ad un intervento nella sanità in forma diretta, per chi dovesse sceglierlo, con delle assicurazioni e senza gravare sulla spesa sanitaria delle USSL. Ma c'è un pericolo di fondo che, almeno secondo il parere di molti, ci riporta indietro nelle scelte.
C'è appunto il pericolo che chi può permetterselo abbia una spesa di prim'ordine, e noi dobbiamo fare in modo che anche tutti gli altri abbiano quello che è necessario per garantire quest'assistenza di base, così come si è fatto in questi anni e così come dovrà essere la scelta per gli anni futuri.
Per concludere voglio appunto sottolineare, come dicevo all'inizio, il fatto che non si può fare demagogia su queste questioni.
Ci sono delle scelte che non potremo fare oggi anche perché alcune disposizioni le sapremo solo con i decreti successivi che devono ancora essere emanati dallo Stato.
Va fatto in modo che questi decreti avvengano con tutte le garanzie per un indirizzo che vada in un certo senso per ciò che riguarda le spese socio-sanitarie, ma soprattutto una serie di decisioni le dovremo prendere successivamente, andando a valutare ciò che può essere fatto con il bilancio che avremo a disposizione e facendo delle scelte oculate sugli interventi da fare.
E qui ci vorrà non solo l'impegno della Giunta e della maggioranza ma di tutto il Consiglio.
Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Bajocco.
Bajocco (PCI-PDS) La manovra finanziaria del Governo Amato sta facendo arrabbiare milioni e milioni di cittadini italiani.
In questo Consiglio sento il Presidente della Giunta dire che questa manovra era necessitata, sento il Consigliere Milanesio dire che chiediamo ulteriori sacrifici.
Mi sembra che fino ad ora i sacrifici li abbiano fatti le categorie più disagiate, perché la maggior parte delle tasse sono sempre state pagate da chi è a reddito controllato e non da altri.
La responsabilità di tutto questo non penso che sia nostra.
La colpa è di questo Governo, che da 45 anni sta governando l'Italia. Condivido quanto dicevano anche altri consiglieri, che dobbiamo arrivare a rinnovare non solo strutture e leggi ma uomini, mettere facce nuove per poter lavorare in un modo diverso.
Io voglio ricordare una cosa, in una Conferenza dei Capigruppo regionali con i due Parlamentari, quando dovevano avere la consultazione con il Governo Amato per decidere il loro voto, questi chiedevano a noi quali erano i punti salienti che potevano sostenere con il Governo Amato per poter dare o no il voto.
Dopo aver sollevato certi problemi, si parlava dell'occupazione, del problema della Cogne, si è parlato del problema del riparto fiscale che non deve essere toccato, delle massime garanzie.
É vero che la Valle d'Aosta può avere quattro soldi più degli altri, ma è vero che la Valle d'Aosta ha anche delle responsabilità diverse rispetto agli altri, ha delle spese maggiori.
Si è parlato della moralizzazione e della trasparenza.
Io ho detto ai due Parlamentari di non votare il Governo Amato perché era un Governo debole e non avrebbe realizzato niente di tutto questo.
Io non ho votato i due Parlamentari perché facevo parte di un'altra coalizione, e sono contento di non averli votati perché hanno votato questo Governo che sta colpendo maggiormente i più deboli.
Condivido una gran parte della risoluzione di Riccarand proprio perché segue un indirizzo, e cioè di non toccare sempre i più deboli.
Il problema della sanità e delle pensioni sono cose su cui questo Governo dovrebbe riflettere.
L'altro discorso è la tassa sulla casa, l'ICI.
É una vergogna che questo Governo faccia pagare una tassa a coloro che stanno facendo ancora sacrifici, pagandosi il mutuo, per avere una prima casa.
Per questo, in linea di massima, concordo con questa risoluzione presentata dal Consigliere Riccarand.
Presidente Ha chiesto la parola il Presidente della Giunta Lanivi.
Lanivi (GM) Chiederei una breve sospensione per concordare alcuni emendamenti.
Presidente Prima della sospensione io proporrei di chiudere la discussione, se ci sono altri interventi.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ricco.
Ricco (DC)Il discorso del collega Bajocco ce lo dovevamo aspettare, specialmente nel dare la colpa sempre agli altri in quanto loro non hanno mai governato.
La sostanza è che oggi noi tutti siamo in una situazione abbastanza sfortunata.
É noto che il nostro Paese si trova in condizioni disastrose, anzi direi fallimentari.
Era indispensabile prendere delle decisioni rapide, produttrici di risparmi e di nuove entrate.
É indiscusso che quando vengono chiesti sacrifici ai cittadini, questi non siano sempre felici e ben disposti.
Il decreto legge presentato dal Consiglio di Ministri contiene certamente una cura violenta.
Ritengo che tale decreto debba essere analizzato con profonda calma per apportare delle modifiche significative, specialmente nel campo pensionistico e nel campo della sanità.
Quindi siamo favorevoli ad esaminare la risoluzione di Riccarand, apportandovi delle modifiche da concordare, tenendo anche presente quello che diceva il collega Milanesio.
Collega Gremmo, in parte condivido il tuo pensiero, ma volevo ricordarti che la Valle d'Aosta non produce tutto quello che spende; in sintesi, è una Regione che ha una finanza derivata, derivata dalla legge di riparto fiscale.
Per quanto poi riguarda le case non iscritte in catasto in altre Regioni, sono d'accordo, ma volevo ricordargli che purtroppo tale fenomeno esiste ed è diffuso anche in Valle d'Aosta.
Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Beneforti.
Beneforti (DC) Io volevo aggiungere a quello che ha detto il collega Ricco alcune considerazioni.
É vero che esiste una manovra economica che certamente va a colpire i ceti più deboli della società.
Io non dico che una manovra economica oggi non sia necessaria, anzi è indispensabile per poter far fronte al debito pubblico che lo Stato ha realizzato nel nostro Paese; però occorre tener presente la situazione in cui questa manovra viene realizzata e quali ceti va a colpire.
Sembra impossibile che tutte le volte che si parla di manovre economiche si debba parlare di sanità e di pensioni.
Questi sono due settori che, se vengono toccati, colpiscono le categorie più deboli, quelle che hanno maggiori bisogni, perché io credo che chi ha soldi si possa curare, ma non sono certamente i pensionati con i minimi di pensione che possono andarsi a curare una volta effettuati i tagli nel settore sanitario.
Tutto questo dà l'impressione che si voglia giungere all'abbattimento dello stato sociale nella nostra società.
Io ritengo, e riteniamo come partito, che oggi non si possa eliminare lo stato sociale, in quanto esistono ancora delle categorie di cittadini che non sono autonome finanziariamente ed economicamente, che non possono far fronte alle spese che gli si presentano, e questi sono gli 8.000.000 di pensionati al minimo di pensione, sono quelli che appartengono alla vecchia e nuova povertà, ci sono gli extracomunitari che oggi risiedono nella nostra regione e gli stranieri che risiedono in questo Paese e che certamente non sono in grado di far fronte a tutte le evenienze che hanno di fronte.
Nella risoluzione che deve essere presentata non è sufficiente dire: "...impegna l'Assessore alla sanità a predisporre alcuni provvedimenti per garantire comunque l'assistenza medica di base a tutti i cittadini valdostani..."; qui bisogna impegnare il Presidente e l'Assessore, che partecipano alle Conferenze Stato-Regioni, a battersi perché non venga eliminato lo stato sociale nel nostro Paese.
Se noi riusciamo ad ottenere che rimanga lo stato sociale, che vuol dire prendere tutte quelle precauzioni per venire incontro a chi appartiene a questo stato sociale, il problema è risolto, anche quello dell'assistenza di base.
Come facciamo oggi ad abbattere lo stato sociale, chiudiamo le microcomunità? Restringiamo gli asili- nido, non diamo più l'assistenza agli anziani?
Per cui bisogna battersi con il Governo centrale, riaffermare in questo delle soluzioni come fanno le Organizzazioni sindacali, le quali fanno una manifestazione a Roma il 26 per il mantenimento nel Paese dello stato sociale.
É chiaro che dobbiamo recuperare dei finanziamenti, che lo Stato ha bisogno di coprire il debito pubblico; ma allora portiamo avanti un'azione diversa, un'azione innanzitutto di recupero delle evasioni fiscali o contributive.
Non si può pensare di ridurre tutto a scapito della sanità oppure delle pensioni.
Se guardate le pensioni dal 1968 ad oggi, le conquiste fatte dai lavoratori attivi nel 1968 sono state tutte rimangiate dalla situazione che si è venuta a creare nel Paese, e a pagare sono sempre stati coloro che certamente sono più deboli, quindi i pensionati e coloro che hanno i redditi più bassi.
L'azione da portare avanti, per noi, è il mantenimento dello stato sociale, e deve essere chiaro nella risoluzione proporremo la necessità di portare avanti un discorso di recupero delle evasioni fiscali e il recupero delle evasioni previdenziali.
La Previdenza sociale si è messa un po' al passo con i tempi e oggi riesce a recuperare un certo numero di miliardi di evasioni contributive che c'erano state nel passato.
Noi dobbiamo riaffermare il principio che ogni cittadino deve pagare le tasse in base al reddito che ha, e allora noi possiamo mantenere quello stato sociale senza doverlo smantellare a discapito di chi ha più bisogno.
Presidente Credo a questo punto di poter dichiarare chiusa la discussione e quindi passare ai dieci minuti di sospensione che avevamo indicato prima.
La seduta è sospesa alle ore 11.38.
La seduta riprende alle ore 12.01.
PresidenteRiprendiamo i lavori del Consiglio.
A questo proposito posso annunciare che è stata raggiunta una vasta convergenza di posizioni relative alla risoluzione presentata dal Consigliere Riccarand, con emendamenti e inserimenti di altri punti.
Quindi io do lettura, dal momento che è molto articolata questa nuova riscrittura della risoluzione, alla risoluzione stessa.
Risoluzione Esaminato il Decreto legge 19 settembre 1992, n. 384, contenente: "Misure urgenti in materia di previdenza, di sanità e di pubblico impiego, nonché disposizioni fiscali";
rilevato che, nel suo complesso, la manovra finanziaria del Governo è ispirata ad una volontà centralistica e, quindi, in contrasto con l'esigenza di valorizzare il ruolo e le funzioni delle autonomie per garantire lo sviluppo democratico e ordinato del Paese;
rilevato che tale provvedimento colpisce pesantemente i redditi dei lavoratori dipendenti e contiene misure che cancellano per molti cittadini la possibilità di usufruire di fondamentali servizi sociali;
sottolineato in particolare, il carattere iniquo della norma che elimina l'assistenza medica di base per milioni di cittadini;
evidenziato che è possibile e necessario un risanamento del bilancio dello Stato tagliando sprechi, spese pubbliche non essenziali e accrescendo le entrate con una effettiva lotta contro l'evasione fiscale;
il Consiglio regionale della Valle d'Aosta
esprime un giudizio negativo sul decreto legge 19 settembre 1992, n. 384.
Poi, al punto dove dice "invita", sulla bozza di risoluzione presentata da Riccarand, viene sostituita con un secondo punto:
Emendamento Sollecita i parlamentari della Valle d'Aosta ad impegnarsi in sede di conversione per una profonda modifica di tale decreto legge al fine di salvaguardare le conquiste fondamentali dello stato sociale;
chiede al Presidente della Giunta di esprimere in sede di Conferenza permanente Stato-Regioni il dissenso della Valle d'Aosta sull'impostazione del decreto legge - qui viene meno il codicillo - e a richiedere sostanziali modifiche;
impegna l'Assessore alla sanità ed assistenza sociale ad adoperarsi a tutti i livelli perché l'assistenza sanitaria venga garantita con equità e siano comunque tutelate le esigenze delle fasce socialmente più svantaggiate della comunità valdostana.
Ecco, questo è il testo, se credete posso farlo riscrivere in forma dattilografica, ma questo porta via un po' di tempo
Ha chiesto la parola il Consigliere Gremmo per dichiarazioni di voto.
Gremmo (UAP) Io mantengo il mio emendamento.
Presidente Altri mantengono gli emendamenti?
Ha chiesto la parola il Consigliere Milanesio.
Milanesio (PSI) No, io ritiro gli emendamenti presentati perché sono in qualche modo contenuti nel testo finale presentato.
Presidente Pongo in votazione l'emendamento presentato dal Consigliere Gremmo, il quale dice:
Emendamento "Chiede al Governo di eliminare ogni contributo sanitario agli extracomunitari", compresi gli svizzeri, immagino.
Presenti: 30
Votanti: 25
Favorevoli: 1
Contrari: 24
Astenuti: 5 (Aloisi, Martin, Milanesio, Mostacchi e Pascale)
Il Consiglio pertanto respinge l'emendamento presentato dal Consigliere Gremmo.
Pongo ora in votazione la risoluzione emendata e integrata come ho letto.
Presenti: 30
Votanti e favorevoli: 29
Astenuti: 1 (Gremmo)
Il Consiglio approva la risoluzione.