Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 3115 del 7 febbraio 1992 - Resoconto

OGGETTO N. 3115/IX Iniziative per conoscere la verità sulla sorte degli alpini prigionieri in Russia nella campagna dell'Armir. (Approvazione di risoluzione)

Presidente Do lettura della proposta di risoluzione presentata dai consiglieri Rollandin, Viérin, Bich, Mostacchi, Stévenin, Faval, Trione, Perrin, Louvin, Vallet, Maquignaz, Andrione, Agnesod, Lanivi, Marcoz e Voyat, iscritta in via d'urgenza all'ordine del giorno dell'adunanza in corso (oggetto n. 3072/IX).

Risoluzione Appreso con stupore ed orrore dai mezzi di comunicazione (scritti e televisivi) della lettera di risposta di Palmiro Togliatti alla richiesta presentata da Vincenzo Bianco per un interessamento per salvare la vita a migliaia di alpini prigionieri in Russia nella campagna dell'Armir;

sottolineata la gravità dell'atteggiamento tenuto dal "Migliore" in un momento così tragico per i soldati prigionieri che denota disprezzo e cinismo inspiegabili ed ingiustificabili;

ravvisata l'esigenza di esprimere tutta la solidarietà verso le famiglie che ancora ricordano con orrore il tragico periodo storico contrassegnato dal fascismo e dalla seconda guerra mondiale;

sottolineata l'esigenza di mantenere vivo il ricordo dei periodi storici vissuti tragicamente anche in Valle d'Aosta e la lotta al fascismo in tutte le sue espressioni;

ricordato come troppi episodi siano ancora poco chiari e come l'azione svolta da molti esponenti politici sia coperta da un silenzio spesso reticente;

il Consiglio regionale della Valle d'Aosta

invita

la Giunta regionale:

1) ad adottare tutte le iniziative possibili anche in accordo con organizzazioni ed enti particolari per cercare di conoscere tutta la verità sulla sorte degli alpini prigionieri nella campagna di Russia e a presentare una relazione conclusiva in Consiglio;

2) a presentare a tutte le associazioni alpini locali e nazionali le espressioni di profonda partecipazione al rinnovato dolore nell'apprendere dell'inqualificabile rifiuto di Palmiro Togliatti di aiutare i prigionieri dell'Armir;

esprime

la ferma condanna del tragico e cinico disinteresse di Palmiro Togliatti nei confronti di migliaia di alpini prigionieri in Russia.

Presidente Do lettura della proposta di risoluzione presentata dai consiglieri Milanesio, Ricco, Rusci, Lavoyer e Cristina Monami, iscritta in via d'urgenza all'ordine del giorno dell'adunanza in corso (oggetto n. 3072/IX).

Risoluzione Il Consiglio regionale

preso atto delle rivelazioni di alcuni organi di informazione in merito ad una lettera che Palmiro Togliatti, nella sua qualità di dirigente del Comintern, avrebbe inviato a Vincenzo Bianco in risposta ad una richiesta che invocava il suo intervento per salvare la vita di migliaia di militari dell'Armir prigionieri in Russia;

partecipa al sentimento di sgomento e di orrore che tale notizia ha suscitato nell'opinione pubblica regionale e nazionale;

ritiene che l'accertamento delle responsabilità sia necessario e vada compiuto in sede storica e politica, sottraendolo alle possibili polemiche e strumentalizzazioni del momento;

concorda con l'iniziativa della Presidenza della Repubblica di nominare una commissione di storici, al fine di "acquisire elementi sull'autenticità della documentazione e garantire il corretto svolgimento della campagna elettorale";

ribadisce che la vita umana non può mai cinicamente diventare mezzo per il raggiungimento di un fine politico;

esprime solidarietà ai parenti delle vittime innocenti di un momento storico in cui prevalsero violenza, disumanità e barbarie.

Presidente Credo di poter proporre che le due risoluzioni siano discusse congiuntamente, mentre, per quanto concerne la loro votazione, vedremo cosa scaturirà dalla discussione.

Ha chiesto la parola il Consigliere Trione; ne ha facoltà.

Trione (DC) Ho chiesto la parola per ribadire la validità della risoluzione e della sua votazione. Tuttavia, rivolgendomi ai consiglieri che hanno sottoscritto le due risoluzioni e considerato che il contenuto delle stesse sembra abbastanza simile, li inviterei ad elaborare un testo unitario su cui possano convergere i più ampi consensi. Mi sembra assurdo votare due risoluzioni dal contenuto molto simile.

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Riccarand; ne ha facoltà.

Riccarand (VA) Anch'io credo che sarebbe opportuno votare una sola risoluzione.

Ambedue le proposte contengono affermazioni in gran parte condivisibili, ma noi proporremmo alcune correzioni al testo proposto dai capigruppo della maggioranza.

La prima è un'integrazione, perché noi riteniamo di fondamentale importanza inserire nel testo che si andrà a votare...

Presidente Consigliere Riccarand, le chiedo scusa, ma siccome era stata proposta una sospensione, se il Consiglio l'accetta, credo che le correzioni possano essere apportate durante la sospensione, ciò anche allo scopo di evitare una doppia discussione. Consigliere Riccarand, può comunque continuare il suo intervento.

Riccarand (VA) Proprio in vista della sospensione vorrei consegnare alla Presidenza due emendamenti alla proposta di risoluzione dei capigruppo della maggioranza.

Il primo emendamento concerne l'aggiunta di un aspetto fondamentale, che manca in ambedue le risoluzioni: "Ribadisce la condanna nei confronti del regime fascista che si rese responsabile dell'aggressione nei confronti dell'Unione Sovietica e che inviò alla morte migliaia di giovani italiani"...

(...interruzione del Consigliere Rollandin...)

Presidente Forse io avevo interrotto troppo presto il Consigliere Riccarand, che ha detto di voler presentare degli emendamenti. Penso che gli stessi possano essere accettati prima della discussione.

Riccarand (VA) Io li voglio presentare alla Presidenza del Consiglio, perché non ho sottoscritto le proposte di risoluzione che saranno oggetto di discussione in sede di Conferenza dei capigruppo. Se si discuterà l'unificazione delle due proposte di risoluzione, chiedo che in quella sede vengano esaminati anche i miei emendamenti.

Il primo è quello che ho letto, mentre l'altro concerne l'abrogazione di un punto della risoluzione dei capigruppo della maggioranza.

Presidente Va bene. Gli emendamenti saranno distribuiti.

Ha chiesto la parola il Consigliere Rollandin; ne ha facoltà.

Rollandin (UV) Au début de la première matinée de Conseil il y a eu la présentation de cet ordre du jour, à la fin de la matinée il y a eu un autre ordre du jour et je crois qu'à présent on nous annonce des amendements. Si on veut prévoir une suspension, c'est possible.

Je demande tout de même de tenir compte du fait que cet approfondissement devrait être, dans des brefs délais, porté à une solution. Je crois que la teneur des deux est un peu différente. On peut faire cette tentative. Je crois qu'on peut accepter cette suspension.

Presidente Invito i capigruppo a riunirsi per qualche minuto con i consiglieri interessati per cercare di modificare le mozioni o concordare un testo unitario.

Se il Consiglio è d'accordo, sospendiamo per qualche minuto la seduta.

Si dà atto che la seduta è sospesa dalle ore 12,21 alle ore 12,39.

Presidente Riprendiamo i lavori. Ha chiesto la parola il Consigliere Rollandin; ne ha facoltà.

Rollandin (UV) Vu qu'il y a l'accord de clôturer la séance dans l'après-midi, je crois tout de même devoir lire le texte d'une résolution qui reprend les thèmes qui sont à la base des deux résolutions présentées et des amendements.

Par conséquent, le texte définitif est le suivant. Ensuite on fera un collage des parties que je vais lire. Autrement il fallait attendre une demi-heure pour retaper la résolution qui sera retapée à la fin.

PrésidentSi le texte est concordé, je crois qu'on peut l'accepter.

Rollandin (UV) Oui, on a trouvé un accord

Président On peut prendre comme valable le texte qui est lu par Monsieur Rollandin?

Rollandin (UV) Oui, la résolution serait la suivante:

"Il Consiglio regionale della Valle d'Aosta

appreso con stupore e sgomento dai mezzi di comunicazione (scritti e televisivi) della lettera di risposta di Palmiro Togliatti alla richiesta presentata da Vincenzo Bianco per un interessamento per salvare la vita a migliaia di alpini prigionieri in Russia nella campagna dell'Armir;

ribadita la condanna nei confronti del regime fascista che si rese responsabile dell'aggressione all'Unione Sovietica e che inviò alla morte migliaia di giovani italiani;

ravvisata l'esigenza di esprimere tutta la solidarietà verso le famiglie che ancora ricordano con orrore il tragico periodo storico contrassegnato dal fascismo e dalla seconda guerra mondiale;

ritenuto che l'accertamento delle responsabilità sia necessario e vada compiuto in sede storica e politica, sottraendolo alle possibili polemiche e strumentalizzazioni del momento;

invita

la Giunta regionale

1) ad adottare tutte le iniziative possibili anche in accordo con organizzazioni ed enti particolari per cercare di conoscere tutta la verità sulla sorte degli alpini prigionieri nella campagna di Russia ed a presentare una relazione conclusiva in Consiglio;

2) a presentare a tutte le Associazioni Alpini, locali e nazionale, le espressioni di profonda partecipazione al rinnovato dolore nell'apprendere del rifiuto di Palmiro Togliatti di aiutare i prigionieri dell'Armir".

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Gremmo; ne ha facoltà.

Gremmo (UAP) Io ho partecipato solo per un minuto alla Conferenza dei capigruppo, ma quel minuto mi è bastato per farmi capire che non voterò questo ordine del giorno, di cui non condivido quasi nulla e comunque non condivido lo spirito molto elettorale che vi aleggia. Cercherò di spiegare ad alta voce le ragioni per cui io mi dissocio da questo documento, ma senza una particolare volontà polemica.

La prima ragione sta nel fatto che, come diceva un pensatore e uomo politico del '700, basta disporre di una sola frase di una qualunque persona per trovare motivi sufficienti per impiccarla, ammesso ovviamente che sia una frase reale, cosa di cui però non si è certi in questo caso. Sulla veridicità delle affermazioni di questa lettera privata, ma rinvenuta in archivi segreti, poi diventati pubblici, e quindi scritta in condizioni sicuramente non ottimali per esprimere proprie opinioni, mi pare che si debba avere una certa cautela che questa risoluzione non ha. Essa dà per scontato che il contesto è acquisito e che l'attribuzione è certa.

Negli anni '50, su un altro versante vi fu una persona degnissima, che io stimo altamente, Giovanni Guareschi, che si fece un anno e passa di galera per aver pubblicato sul suo giornale come certa una lettera di De Gasperi, che poi risultò apocrifa, in cui chiedeva agli alleati di bombardare città italiane.

E' in questo senso che la cautela dovrebbe essere maggiore e mi dolgo che invece così non sia. Prima di muoversi in questa direzione, sarebbe stato bene attendere qualcosa di più.

Le ragioni più di merito che mi portano ad essere diffidente nei confronti di questa iniziativa sono due.

La prima: anche se c'è la frase che richiama le colpe del fascismo, sembrerebbe quasi che sia stato Togliatti ad ammazzare i poveri alpini dell'arco alpino dello Stato italiano ad aggredire l'Unione Sovietica.

Questa è una semplificazione sicuramente tirata molto per i capelli, sicuramente forzata e che sembra di guardare l'albero, ma di perdere di vista la foresta. Allora il contesto, secondo me, era un po' più generale. C'erano due imperialismi che si combattevano, quello russo e quello tedesco-italiano. In quel contesto erano vittime sia i poveri soldati che vestivano la divisa italiana, sia i soldati delle varie nazionalità che erano costretti a vestire la divisa sovietica.

Vi era però una differenza: i valori di cui erano portatori i soldati dell'armata rossa erano valori di libertà e tendevano al ristabilimento di una situazione in cui venisse sconfitto il maggior pericolo di allora, cioè il nazifascismo.

Che in quel contesto sia emersa tutta la grettezza e in qualche maniera il cinismo di una persona come Togliatti, non è una grossa novità. E' curioso invece che sia stato tirato fuori in campagna elettorale, secondo me con uno scopo molto preciso: dimostrare "urbi et orbi" quanto è orbo il signor Occhetto, che su tale questione ha perso sicuramente un'occasione per tacere ed evitare quello che io considero un vero e proprio harakiri politico, cioè le sue famose dichiarazioni sull'idea di essere rimasto agghiacciato.

Francamente, voglio prendere le distanze da questo contesto di strumentalizzazione, anche perché non è certo quella paginetta che ci può interessare della figura storica di Togliatti. L'ambiguità di tutti i grandi personaggi della politica sta nell'avere zone d'ombra estremamente misere, ma anche grandi voli.

Io continuo a pensare che bisogna essere chiari sulle colpe, sullo stalinismo di Togliatti, sul suo coinvolgimento diretto, ad esempio, in certe situazioni che hanno interessato gli antifascisti italiani che vivevano in Russia, sul suo atteggiamento di sudditanza nei confronti di Stalin, ma anche che bisogna tenere presente - ecco perché non me la sento di votare questo ordine del giorno - che lo Stato democratico lo si deve non solo a quello che il Presidente Cossiga, giustamente ed intelligentemente, chiama "il popolo comunista", ma anche al fatto che questo popolo aveva una grossa personalità come Palmiro Togliatti alla sua testa.

La Valle d'Aosta deve molto a Palmiro Togliatti, che fu un grande sostenitore della sua autonomia. Non fu il solo certamente, ma sul fronte della Sinistra fu uno dei pochi che credettero alle autonomie e, quando fu il caso - penso all'esperienza unitaria e molto interessante del Leone - vide con favore una certa situazione.

Torno a ripetere, quindi, che enfatizzare in qualche maniera poche righe e farne oggetto di una crociata, per andare a raccattare qualche simpatia marginale, mi sembra del tutto fuori posto.

Vengo ora alla seconda osservazione. Io aderisco ad una organizzazione politica che si chiama "Lega Alpina", però non ho mai confuso la Lega Alpina e gli alpini con i dirigenti delle associazioni d'arma e non ho mai pensato - e ne sono sempre più convinto - che lo spirito che aleggia nelle associazioni d'arma sia davvero lo spirito alpino.

Mio nonno fu disertore della prima guerra mondiale, poi fu segretario della Camera del lavoro di Aosta all'avvento del fascismo e si rifiutò di andare a combattere contro altri montanari come lui, che vestivano un'altra divisa.

Io ho sempre pensato che i popoli devono sviluppare rapporti di pace e non di guerra. L'esercito che venne mandato da Mussolini e dal re ad aggredire la Russia era un esercito di invasione e quindi bisogna tenere presente che le vittime, anche i nostri soldati che vestivano quelle divise, per essere vendicate moralmente, devono aver pensato che tutto quello che avevano fatto sotto certe insegne era sbagliato. Quindi, un discorso alpino, un discorso di recupero dei valori profondi dei popoli alpini deve cercare strade nuove.

Io non posso dimenticare che negli anni '60, nel Sud Tirolo, i nostri ragazzi mandati a fare gli alpini erano considerati dalla gente del posto come invasori che andavano ad imporre delle sudditanze. Questa è una realtà...

(...interruzione del Consigliere Bich...)

... Questa è una realtà profonda, che brucia pesantemente.

Ecco allora che, come autonomista, devo cercare di pensare a qualcosa di diverso dalle strumentalizzazioni e dai luoghi comuni che vanno per la maggiore per quanto riguarda i partiti. Io penso che sul ruolo dell'esercito e degli alpini devono essere recuperati altri valori. Io non penso che le popolazioni alpine debbano sentirsi nemiche, come purtroppo è accaduto quando sono prevalse logiche nazionaliste ed imperialiste.

Bisogna cercare ottiche alternative. Ecco perché l'accenno alle associazioni ed alle famiglie lo trovo perlomeno di cattivo gusto. Io credo, invece, che sarebbe stato importante cominciare a distinguere tra la povera gente che è stata trascinata in avventure sciagurate ed i regimi che ne sono stati responsabili, i quali, al di là di ogni colore, erano regimi centralisti, che avevano al fondo una verità sciovinista. Ecco perché io non mi sento di entrare in questo contesto.

Credo di avere spiegato il più chiaramente possibile il mio pensiero. Da un lato, non me la sento di criminalizzare una figura importante per la democrazia del nostro Paese, come era e rimane Palmiro Togliatti. Credo che fare ciò sia un grande sbaglio, sia come aprire una grande falla che può in qualche maniera legittimare certe "voglie di destra" che stanno venendo fuori e che non è il caso di lasciar emergere. L'antifascismo è un valore in cui io credo profondamente. Dico di più: credo nell'antifascismo, al di là degli sbagli che possono essere stati compiuti personalmente da grandi o piccoli protagonisti della battaglia antifascista. Su tali sbagli la riflessione storica ci deve essere, ma non deve farci dimenticare che in certe situazioni o si è rossi o si è neri. Io non ho mai scelto di essere nero e penso che la strada della democrazia nel nostro Paese passi anche attraverso questa scelta.

Penso inoltre che su questo particolare aspetto si sia stati troppo frettolosi. Il discorso di guerra e non guerra, il discorso del ruolo degli alpini ed anche del nostro, di Regione e persone che partecipano ad una realtà umana e complessa, dovrebbe essere studiato in termini diversi.

Ribadisco qui, perché ne sono profondamente convinto, quello che dissi anche al Consiglio comunale di Torino, quando si parlò di fascismo ed antifascismo e venne proposta la soppressione della denominazione Corso Unione Sovietica. Allora io dissi che la bandiera rossa con la falce e il martello che venne innalzata sul palazzo della Cancelleria di Berlino, in quel momento era una bandiera di libertà. Ribadisco pertanto che, nonostante tutti gli sbagli possibili ed immaginabili, non si può cancellare un momento di storia, cioè un grande momento cui mi sento di appartenere moralmente.

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Bajocco; ne ha facoltà.

Bajocco (PCI-PDS) Parlo a nome personale. Mi rifiuto categoricamente di seguire un discorso così grave come quello in oggetto.

Dal momento che è costume e metodo del mio partito aiutare tutti, credo che se in quel momento il compagno Togliatti avesse veramente potuto aiutare gli alpini in Unione Sovietica, lo avrebbe sicuramente fatto.

Non si sa se quella lettera sia stata scritta da Togliatti. E' stata nominata un'apposita commissione, composta da eminenti studiosi, per accertarne l'autenticità. Qui, invece, sembra che si voglia attribuire al compagno Togliatti la colpa di aver mandato a morire migliaia e migliaia di Italiani in Unione Sovietica.

Io non penso che siano stati i comunisti di allora a mandare gli alpini in Unione Sovietica, credo invece che dobbiamo esaminare con attenzione tutti questi aspetti.

Forse, a livello nazionale questo discorso è servito a determinate forze politiche per sollevare una campagna elettorale contro il PDS, cioè contro il nuovo partito che si è costituito.

Ieri abbiamo sentito al telegiornale che a Roma è morto un cittadino perché non era stato curato con attenzione. In questi giorni, a qualsiasi ora, in tutti i telegiornali si parla della lettera di Togliatti. Non si parla d'altro, non si parla degli altri problemi di questo nostro Paese, ma si parla solo di quella lettera.

Certi giornalisti dicono che la compagna Iotti avrebbe dovuto sollecitare un intervento di Togliatti. Guarda caso, allora ella non conosceva Togliatti, perché non era ancora sua moglie.

Quelli che scrivono dovrebbero riflettere e pensare attentamente su molte cose, prima di scrivere.

Io credo che il compagno Togliatti sia stato un grande uomo per il nostro partito, anzi il migliore ed io vorrei che ce ne fossero altri come lui...

(...interruzione...)

... E' inutile che voi ridiate... Ognuno è libero di dire quello che gli pare e piace, ma, prima di fare dell'ironia verso una persona come il compagno Togliatti, è bene riflettere seriamente. Possono esserci stati anche degli errori, ma dobbiamo ricordare che quelli erano momenti particolarmente gravi.

Per queste ragioni non concordo affatto su questo ordine del giorno e sono fermamente convinto che si tratta di una strumentalizzazione contro il nostro partito.

Se il compagno Occhetto ha voluto frettolosamente dichiarare agghiacciante quella lettera, bene ha fatto il compagno Natta a ribattere che forse in quel momento era svestito e lo ha invitato a vestirsi. Credo che un segretario nazionale, a qualunque partito appartenga, dal momento che è un personaggio di primo piano, dovrebbe riflettere a fondo e verificare con attenzione prima di esprimere certi concetti. Grazie.

Presidente Chiedo ai consiglieri di avere un attimo di pazienza, perché il testo della risoluzione concordata che vi è stato distribuito contiene alcune imperfezioni... Rimane inteso che il testo esatto è quello letto dal Consigliere Rollandin.

Ha chiesto la parola il Consigliere Bich; ne ha facoltà.

Bich (Ind)Il mio intervento sarà molto conciso.

Vorrei innanzitutto puntualizzare quanto ha detto il Consigliere Gremmo un attimo fa. Io sono stato alpino in Sud Tirolo o Alto Adige proprio negli anni caldi e respingo nel modo più assoluto che le truppe alpine in Alto Adige fossero considerate come invasori, anzi c'era un rapporto discreto con la popolazione per qualche sospetto di terrorismo che si stava profilando e che ha creato anche qualche vittima, mai peraltro fra gli alpini.

Le truppe alpine sono sempre state considerate come parte integrata nella popolazione, quindi non c'è stata polemica in questo senso e gli alpini non erano certamente visti come la "longa manus" di uno Stato oppressore e centralista.

Vorrei introdurre qualche elemento di serietà in questo tentativo di dibattito su argomenti di valenza storica di indubbia forza ed efficacia, che forse piovono sulle prime pagine dei giornali in un momento poco appropriato, certamente anche strumentalizzabili come messaggi elettorali, volti a cogliere forse il maggior frutto nella campagna elettorale che si annuncia incandescente.

Mi sembra, però, che non si possa negare la gravità dei messaggi e dei contenuti che sortiscono dagli archivi del KGB di Mosca. Tali messaggi non sono circoscritti a Palmiro Togliatti, perché ormai ogni giorno questi archivi vomitano sangue e sentimenti che, rapportati proprio a quel periodo, "al contesto" come si dice sui giornali, ci danno un senso non solo di nausea e di orrore, ma anche di rabbia.

Abbiamo sentito questa mattina i vari giornali radio. Pensare che il PSI avesse degli infiltrati e che i rappresentanti dell'ala autonomistica, nel senso nenniano, fossero schedati e di fatto inseriti in elenchi di futuri proscritti, che nel movimento della resistenza non ci fosse unità di intenti, se non nel battere il fascismo, mentre all'interno della resistenza, tra le posizioni di Ercoli e quelle delle formazioni "Matteotti" e "Giustizia e libertà" ci fosse una volontà di sopraffazione al momento della resa dei conti - stando almeno a quello che si legge sui giornali, come ad esempio su "La Stampa", e che emerge dagli archivi di Stato di Mosca - ebbene, tutto questo non è che possa essere limitato ad un semplice ordine del giorno.

Certamente ci saranno approfondimenti ed ulteriori valutazioni, però si tratta comunque di atti gravi. Quando noi reagivamo duramente all'offesa di social-fascisti, c'era la sensazione che nascessero alcune remore tra i partiti della Sinistra storica, mentre oggi veniamo a sapere che i nostri padri-penati erano trascritti in un elenco di proscrizione, ma questo non può essere considerato come un fatto propagandistico, solo ad uso di una campagna elettorale.

Che la classe dirigente di allora, che in qualche modo si riverbera ancora oggi in molti iscritti del PDS sia esentata da ogni tipo di responsabilità in questa materia... Santo cielo! Credo che si vada un po' al di là di ogni umana comprensione.

Capisco benissimo il travaglio, capisco benissimo che forse è giunto il momento di metterci una pietra sopra..., del resto è una reazione legittima a queste novità. Ecco perché io ho sottoscritto questo ordine del giorno.

Per carità, lo si è voluto edulcorare, anche per cercare di raccogliere i voti di tutti, ma è un'ipocrisia, perché in questo ordine del giorno io mi riconosco solo in parte e vorrei essere portatore di una rabbia profonda, ancorché io sono un ragazzino del '40... Ma allora si sentivano già queste cose e negli anni '50 e '60, quando è intervenuto un duro contrasto tra il movimento socialista ed i residuati del Comintern e dell'Internazionale comunista, beh, credo che oggi possiamo dire che erano ben radicate queste posizioni. Anche allora eravamo accusati di essere propagandisti, deviazionisti e revisionisti!

Per carità! Non scriviamolo sui giornali... Sono sicuro che Tele-Alpi non ne parlerà, sono sicuro che il TG3 resterà muto su questa argomentazione, ma credo che almeno tra noi dell'ala sinistra possiamo dircele queste cose! Dobbiamo reprimerle al nostro interno, oppure, ancora una volta, le misurate parole del Capogruppo del PSI cercheranno di edulcorare il tutto in modo che la maggioranza sia salvaguardata? Santo cielo! Ci vuole anche un po' di sentimento, un po' di sangue!

Giustamente Formica dice che i partiti sono formati di sangue e di elmi. Santo cielo! Ma qui, da una certa parte non vediamo mai il sangue...! Questo è proprio il caso: che salti fuori un minimo di indignazione! Non volevo aggiungere di più.

Presidente Vorrei solo comunicare ai consiglieri che il testo distribuito non era esatto. Il comma dove si diceva: "Concorda con l'iniziativa..." va sostituito con il seguente: "Ritenuto che l'accertamento delle responsabilità sia necessario e vada compiuto in sede storica e politica, sottraendolo alle possibili polemiche e strumentalizzazioni del momento". Ribadisco che il testo esatto è quello che è stato letto dal Consigliere Rollandin e che verrà poi battuto a macchina e sarà distribuito anche agli organi di informazione.

Ha chiesto la parola il Consigliere Milanesio; ne ha facoltà.

Milanesio (PSI) Io credo che la Conferenza dei capigruppo abbia fatto un ottimo lavoro, perché ha raggiunto quello che potrebbe essere definito "l'equilibrio verbale". Questo è un lavoro a cui spesso ci ha abituati il Consiglio sulle risoluzioni e sulle argomentazioni presentate per ragioni strumentali, sulle quali poi si svolge un dibattito monco e alla fine si approda a considerazioni banali o quantomeno largamente parziali e carenti.

Già prima che si riunisse la Conferenza dei capigruppo io avevo detto che avrei votato a favore di qualunque accordo fosse stato raggiunto. Naturalmente mantengo l'impegno, ma nel far questo svaluto il voto che mi accingo a dare, perché le cose che vengono dette nell'ordine del giorno sono assolutamente insignificanti ed inutili. Forse sarebbe stato il caso di fare un dibattito più approfondito, probabilmente non in questa sede o anche in questa sede, ma non in questo momento. Per questo le considerazioni fatte oggi sembrano scimmiottare in qualche modo prese di posizione già assunte altrove, senza il pregio dell'originalità e del rigore scientifico.

Sotto questo profilo, io devo dare atto che l'intervento più rigoroso è stato fatto dal Consigliere Gremmo.

Presidente Do lettura della proposta di risoluzione concordata dai capigruppo:

Risoluzione Il Consiglio regionale della Valle d'Aosta

appreso con stupore e sgomento dai mezzi di comunicazione (scritti e televisivi) della lettera di risposta di Palmiro Togliatti alla richiesta presentata da Vincenzo Bianco per un interessamento per salvare la vita a migliaia di alpini prigionieri in Russia nella campagna dell'Armir;

ribadita la condanna nei confronti del regime fascista che si rese responsabile dell'aggressione all'Unione Sovietica e che inviò alla morte migliaia di giovani italiani;

ravvisata l'esigenza di esprimere tutta la solidarietà verso le famiglie che ancora ricordano con orrore il tragico periodo storico contrassegnato dal fascismo e dalla seconda guerra mondiale;

ritenuto che l'accertamento delle responsabilità sia necessario e vada compiuto in sede storica e politica, sottraendolo alle possibili polemiche e strumentalizzazioni del momento;

invita

la Giunta regionale

1) ad adottare tutte le iniziative possibili anche in accordo con organizzazioni ed enti particolari per cercare di conoscere tutta la verità sulla sorte degli alpini prigionieri nella campagna di Russia ed a presentare una relazione conclusiva in Consiglio;

2) a presentare a tutte le Associazioni Alpini, locali e nazionale, le espressioni di profonda partecipazione al rinnovato dolore nell'apprendere del rifiuto di Palmiro Togliatti di aiutare i prigionieri dell'Armir.

Presidente Se nessuno chiede la parola, pongo in votazione la proposta di risoluzione testé letta.

Esito della votazione

Presenti: 29

Votanti: 29

Favorevoli: 27

Contrari: 2

Il Consiglio approva