Oggetto del Consiglio n. 730 del 25 settembre 2014 - Verbale

Oggetto n. 730/XIV

del 25/09/2014

APPROVAZIONE DI MOZIONE: "AVVIO DI UNA INDAGINE A LIVELLO LOCALE PER UNA VERIFICA DEI COSTI PRATICATI DAI VARI ISTITUTI DI CREDITO PER LA GESTIONE DELLE APPARECCHIATURE POS".

Il Presidente Marco VIÉRIN dichiara aperta la discussione sulla mozione indicata in oggetto, presentata dai Consiglieri COGNETTA, GROSJEAN, BERTSCHY, GUICHARDAZ, NOGARA, Patrizia MORELLI, DONZEL, Carmela FONTANA, FERRERO, GERANDIN, ROSCIO, FABBRI, Chantal CERTAN, CHATRIAN, Laurent VIÉRIN e ROSSET e iscritta al punto 48 dell'ordine del giorno dell'adunanza.

Illustra il Consigliere COGNETTA.

Interviene l'Assessore al bilancio, finanze e patrimonio, PERRON.

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Si dà atto che dalle ore 18,49 assume la presidenza il Vicepresidente ROSSET.

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IL CONSIGLIO

- ad unanimità di voti favorevoli (presenti e votanti: trentatré);

APPROVA

la sottoriportata

MOZIONE

IL CONSIGLIO REGIONALE DELLA VALLE D'AOSTA/VALLÉE D'AOSTE

PREMESSO che, in base al Decreto Legge 30 Dicembre 2013, n.150, convertito - con modificazioni - dalla Legge 27 Febbraio 2014, n. 15 (cd mille proroghe), a decorrere dal 30 giugno 2014 i soggetti che effettuano l'attività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi - anche professionali - sarebbero obbligati ad accettare taluni pagamenti elettronici per le transazioni superiori ai 30 €, con conseguente necessità di dotarsi di apparecchiature POS (point of sale), ossia dei dispositivi elettronici che consentono di accettare pagamenti effettuati mediante l'uso di carte di credito, carte di debito e carte prepagate, peraltro col divieto di richiedere un sovrapprezzo legato all'utilizzo di tale strumento di pagamento.

OSSERVATO CHE:

- benché la norma in questione non preveda attualmente sanzioni per la mancata accettazione delle forme di pagamento considerate, colui che esponesse siffatto rifiuto potrebbe incorrere in una mora credendi, con conseguente necessità di attivare onerose misure per il recupero del proprio credito, senza considerare l'eventuale danno d'immagine nei confronti del proprio cliente;

- a fronte della concreta possibilità che nessun cliente richieda di valersi di forme di pagamento che richiedano un POS, l'installazione di tali dispositivi comporta solitamente rilevanti costi di locazione, nonché - in caso di loro effettivo utilizzo - oneri di commissione e spese di trasmissione mediamente tra le più elevate d'Europa;

- per osservare tale norma, talune categorie di operatori sarebbero peraltro costrette a effettuare transazioni in perdita, essendo i loro margini di guadagno inferiori alle commissioni che gli stessi dovrebbero sostenere e per le quali - in base al dettato normativo - non potrebbero neppure rivalersi sui propri clienti;

- da un lato, la norma considerata non impone la necessità di impiegare forme di pagamento che garantiscano la tracciabilità delle transazioni (limitandosi a garantire una facoltà a vantaggio della clientela, senza incidere sulla possibilità di utilizzare contanti per le transazioni inferiori agli € 1.000) e che - dall'altro lato - sono presenti forme di pagamento che, come gli assegni o i bonifici elettronici, garantiscono la richiamata tracciabilità con costi molto meno elevati su ciascuna transazione;

- in base al rapporto del 2014 sul sistema tributario italiano recentemente pubblicato dalla Corte dei Conti, l'Italia è il Paese dell'Unione Europea con la più elevata pressione fiscale sulle imprese e che, sulla scorta delle ultime rilevazioni ISTAT, la disoccupazione italiana ha da ultimo registrato il più alto livello mai riscontrato nelle serie storiche, giungendo a un tasso generale del 13,6% (in aumento dello 0,8% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente) e, con più specifico riferimento alla disoccupazione giovanile, a un tasso del 46,0%.

CONSIDERATO CHE:

- la norma in questione, lungi dal garantire una tracciabilità delle transazioni funzionale alla lotta all'evasione fiscale (posto che, come osservato, da un lato resta la facoltà, per il cliente, di valersi di altri strumenti di pagamento e che, dall'altro, esistono strumenti molto meno onerosi del POS per realizzare il medesimo fine), si limita a istituire una nuova ed ennesima gabella a danno di milioni di artigiani, commercianti e professionisti, già alle prese con il gravissimo quadro economico sopra descritto;

- sebbene la moneta elettronica presenti indubbi vantaggi in termini di tracciabilità e sicurezza, la sua diffusione è ostacolata, più che dalla mancanza di norme che ne impongano l'utilizzo, dall'onerosità eccessiva di questi strumenti, onerosità che risulta del tutto ingiustificata alla luce dei prezzi medi praticati negli altri Paesi dell'Unione Europea, sicché appare opportuno approfondire la questione per appurare l'assenza di eventuali concentrazioni di mercato da parte degli istituti di credito, i quali hanno peraltro beneficiato, anche recentemente, di sovvenzioni da parte dello Stato attraverso la ricapitalizzazione a loro vantaggio del capitale della Banca d'Italia.

IMPEGNA

LA GIUNTA REGIONALE

- ad avviare un'indagine a livello regionale sui costi praticati dai maggiori istituti di credito, nonché da ogni altro soggetto erogante, per i POS;

- a riferire sullo stato di attuazione della presente mozione entro 3 mesi dall'approvazione della medesima.

INVITA

I PARLAMENTARI REGIONALI

- ad attivarsi con ogni strumento più opportuno al fine di indurre il Parlamento a modificare il provvedimento in premessa e, in ogni caso, a procrastinarlo sino a quando i costi dei servizi POS non siano in linea con la media europea;

- ad attivare un serio dialogo sulle modalità di pagamento, nonché sulle commissioni delle banche, che hanno peraltro recentemente ricevuto risorse pubbliche.

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