Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 2400 del 17 novembre 1986 - Resoconto

OGGETTO N. 2400/VIII - RINNOVO DELL'INCARICO ALLA COMMISSIONE AFFARI GENERALI DI EFFETTUARE ACCERTAMENTI E VERIFICHE SULLA CASA DA GIOCO DI SAINT-VINCENT. - APPROVAZIONE DI ORDINE DEL GIORNO E RITIRO DI MOZIONI.

PRESIDENTE: Do lettura della mozione presentata dal Consigliere Baldassarre:

MOZIONE

Nella seduta consiliare del 22 ottobre è tornato nuovamente alla ribalta il problema connesso all'inchiesta giudiziaria in corso sulla Casa da gioco di Saint-Vincent e ciò in considerazione del fatto che nei giorni scorsi, sempre per intervento dell'Autorità giudiziaria, è stata sequestrata documentazione relativa all'ampliamento della Casa da gioco.

Nel corso della soprammenzionata adunanza consiliare da parte dei Gruppi di opposizione, è stato lamentato il fatto che alcuni documenti (relazioni dei Commissari presso la Casa da gioco)

non sono stati trasmessi alla competente Commissione nominata dal Consiglio regionale per avviare una indagine sulla gestione della Casa da gioco.

In seguito poi, nelle recenti audizioni del Commissario regionale presso la Casa da Gioco Sig. Manganone Eraldo, sono emersi fatti che sarebbero stati senz'altro di utilità alla Commissione nel corso del suo lavoro di indagine.

Tutto ciò premesso,

Il Consiglio regionale

DELIBERA

1) di ricostituire la Commissione consiliare incaricata di effettuare una indagine conoscitiva sulla gestione della Casa da gioco;

2) di impegnare il Presidente della Giunta regionale a voler far pervenire ai Capi Gruppo consiliari tutta la documentazione inerente ai rapporti fra Regione e Casa da gioco.

PRESIDENTE: Do lettura della mozione presentata dal Consigliere Aloisi:

MOZIONE

PREMESSO CHE, l'Ufficio di Presidenza, allargato ai Capigruppo, in occasione dell'audizione del Commissario regionale presso il Casinò di Saint-Vincent, geom. Eraldo Manganone ha potuto verificare che, da parte dell'Avv. Celestino Biagini di Roma, e da parte della Commissione d'inchiesta amministrativa "Commissione Porzio" è stato fatto un uso distorto delle relazioni della Commissione d'inchiesta regionale di cui è Presidente il Consigliere Beneforti;

E CHE tali deformazioni, riguardanti altri ambiti e fatti risalenti fin dal lontano 1948, si sono dati per scontati ed avvenuti solo in tempi recenti;

E CHE, le persone cui si accenna nelle "memorie" dell'Avv. Biagini, risultano anche essere diverse da quelle in cui si fa riferimento nelle audizioni dei controllori regionali;

CONSTATATO CHE, come affermato in più occasioni dal Presidente della Commissione d'inchiesta regionale Consigliere Beneforti, (diversamente ed erroneamente da quanto affermato ed accertato dall'avv. Biagini e dal Dott. Porzio nei loro ricorsi e nelle risultanze della loro inchiesta) trattasi di pura trascrizione delle audizioni di persone che all'epoca non hanno potuto avere obiettivi riscontri, e che sono stati elencati per dovere di cronaca, senza che la Commissione esprimesse su di esse parere definitivo, e che pertanto le stesse dovevano essere viste ed analizzate in modo diverso e con più serietà dai sopracitati signori;

ACCERTATO CHE, le interpretazioni dell'Avv. Biagini e del Dott. Porzio non rispecchiano nè il pensiero dei componenti la Commissione regionale (come emerse dalle risultanze delle varie dichiarazioni rese in sede di riunione) nè tanto meno la realtà dei fatti, e che così, come sono state scritte in varie memorie inoltrate al T.A.R. ed al Consiglio di Stato, potrebbero preludere a situazioni imbarazzanti sotto il profilo sia penale che amministrativo nell'ambito della nostra Amministrazione;

RITENUTO CHE, per i suddetti fatti, di enorme rilevanza per il prestigio ed il buon nome della Pubblica Amministrazione occorre rivedere in modo chiaro, corretto e definitivo le relazioni della Commissione "Beneforti", soprattutto in considerazione della nuova documentazione trasmessaci dal Commissario geom. Manganone di cui, come membri della Commissione ne ignoravamo addirittura l'esistenza;

RICORDATO CHE, solo oggi con una visione e valutazione più corretta dei fatti, e soprattutto con l'apporto di nuovi elementi è possibile dare una risposta definitiva ai vari ordini del giorno approvati in Consiglio;

Il Consiglio regionale della Valle d'Aosta

DELIBERA

di dare mandato alla Commissione Affari Generali, allargata ai Capigruppo, per una prosecuzione dei lavori da effettuarsi in collegamento con il Governo regionale, finalizzato a:

1) affrontare concretamente e senza pregiudizi la questione del sistema dei controlli regionali, soprattutto in relazione all'esistenza di nuova documentazione di cui la Commissione ne era stata tenuta all'oscuro;

2) avviare una riflessione sul comportamento alquanto persecutorio dell'Amministrazione regionale nei confronti del Commissario Eraldo Manganone, contro il quale è stato fatto e se ne fa tuttora un uso distorto e non veritiero delle relazioni della Commissione d'inchiesta regionale;

3) di operare in modo che, la Commissione Affari Generali allargata ai Capi gruppo possa acquistare tutta la documentazione in possesso dell'Amministrazione regionale inerente il "controllo" di cui finora la Commissione ne è stata tenuta all'oscuro.

PRESIDENTE: Do lettura della mozione presentata dai Consiglieri Mafrica, Viberti e Torrione:

MOZIONE

RICORDATA la deliberazione consiliare 163/VIII del 24 novembre 1983, approvata dopo ampio dibattito, con la quale si incaricava la Commissione Affari Generali allargata ai Capigruppo di:

a) chiarire i rapporti tra Regione e Casa da Gioco di Saint-Vincent, attraverso l'analisi di tutti gli aspetti delle convenzioni in atto, comprese le opere;

b) accertare gli assetti societari della SITAV e della SAISET, allo scopo di raggiungere la completa trasparenza della proprietà;

c) verificare la congruità del sistema regionale dei controlli;

d) esaminare eventuali forme diverse di gestione delle attività della Casa da Gioco;

RICORDATO ALTRESÌ il buon lavoro svolto dalla citata Commissione;

PRESO ATTO della nuova documentazione acquisita dai Capigruppo, concernente i controlli effettuati dall'Amministrazione regionale presso la Casa da Gioco negli anni '80/83;

APPRESO che la Guardia di Finanza ha proceduto recentemente a nuovi sequestri di documentazione relativa ai lavori di esecuzione del "Tiro a volo" di Saint-Vincent e che in questi giorni sono stati anche interrogati alcuni ex assessori e funzionari regionali;

RITENUTO NECESSARIO, alla luce dei fatti sopra esposti, riaffidare precisi compiti ispettivi ad un organo consiliare

IL CONSIGLIO REGIONALE

DELIBERA

di incaricare la Commissione Affari Generali allargata ai Capigruppo di:

1) riesaminare alla luce dei fatti nuovi la documentazione già vagliata;

2) formulare proposte per una revisione delle norme che regolano l'attività dei controllori regionali presso il Casinò;

3) acquisire tutta la documentazione relativa, o comunque connessa, ai lavori del "Tiro a volo" e relazionare nel più breve tempo possibile al Consiglio regionale, nell'intento di ridare fiducia all'opinione pubblica e credibilità al massimo Consesso istituzionale valdostano.

PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Baldassarre; ne ha facoltà.

BALDASSARRE (P.S.D.I.): Speriamo di non recare fastidio a questa maggioranza nel presentare ed illustrare brevemente questa mozione, la cui ragion d'essere scaturisce dall'incontro avuto con i Capigruppo. Poi ci sono state consegnate delle relazioni importanti per il lavoro sul Casinò svolto dalla Commissione e che io (E di questo sono orgoglioso) non ho mai votato. Queste nuove relazioni, a mio parere, rendono opportuna la riapertura dei lavori della Commissione Affari Generali.

Pur non entrando nel merito delle relazioni, cercherò di spiegare alcuni particolari che possono aver influito in questa mia decisione.

Quando la Commissione Affari Generali era ancora nella pienezza delle sue funzioni, con il punto d) della nota n. 190 di prot. del 12/12/1983, a firma dell'allora Commissario Beneforti, i Commissari, tra le altre cose, chiedevano al Presidente della Giunta: "Relazioni, lettere, documenti pervenuti alla Regione in merito al funzionamento del la Casa da Gioco, inviati dagli incaricati dei controllori o da altre persone". Questa richiesta è stata fatta dalla Commissione Affari Generali allargata ai Capigruppo in data 12/12/1983.

La Presidenza della Giunta, in data 17/1/1984 rispondeva in questi termini: "Per quanto riguarda il quarto comma (Quindi l'invio di tutta la documentazione in possesso della Presidenza della Giunta), la richiesta pare finalizzata a dati interni e riservati". Il Presidente della Giunta, quindi, rispondeva di no ad una richiesta avanzata dai membri di una Commissione di inchiesta, nascondendosi dietro i "dati riservati", ma io non capisco l'uso dell'aggettivo "riservati" nei confronti di una Commissione che stava indagando su di un problema importante come quello del la Casa da Gioco, quando lo stesso Consiglio regionale aveva deliberato che si proseguisse nell'opera di chiarimento e che le si mettesse a disposizione anche tutta la documentazione riservata.

La Commissione, però, non si accontentava della risposta del 17/1/1984 ed in data 2 febbraio 1984, sempre in una lettera a firma del Commissario Beneforti, a nome di tutta la Commissione, tra le altre cose scriveva: "La commissione ribadisce l'esigenza di venire in possesso di tutta la documentazione esistente, anche di quella a carattere riservato, allo scopo di essere in grado di svolgere completamente il mandato affidatole dal Consiglio".

Però l'atteggiamento del Presidente della Giunta non cambiava. L'ex Presidente della Giunta, Mario Andrione, aveva dichiarato che l'attuale Presidente Rollandin era "il suo delfino" e come tale si è servito degli stessi metodi usati dall'ex Presidente Mario Andrione. In data 6/6/1984, infatti, con una lettera prot. n. 436, sempre a firma del Presidente Rollandin, si rispondeva ancora una volta in modo evasivo ad una richiesta che ribadiva la necessità di avere in Commissione i documenti occorrenti alla prosecuzione del lavoro e si accampava la scusante che quella documentazione era riservata.

Ma la cosa non finiva lì. In data 23/10/1984, viene inviata al dott. Laudi, giudice istruttore per le questioni inerenti il Casinò, tutta una serie di documenti e relazioni in possesso dell'ex Commissario Manganone e, fra le al tre cose, nella lettera di trasmissione si dice: "Come promessole l'altra settimana, mi accingo a portarle a conoscenza tutta la documentazione in mio possesso". Mancavano però alcuni documenti che erano in possesso della Presidenza della Giunta. Era stata inviata una certa documentazione, che si riferiva agli anni 1980/81/1982, ma tra essa non c'erano alcune relazioni del periodo tra i mesi di luglio-agosto ed il mese di dicembre del 1981! Mancavano anche relazioni importanti in possesso della Presidenza della Giunta e riferentisi al periodo gennaio-dicembre del 1982! Mancavano relazioni riferentisi all'anno 1983!

In quell'incontro è stato affermato che si trattava di relazioni importanti e che potevano essere utili allo svolgi mento dei lavori della Commissione di inchiesta.

Mi chiedo, allora, che senso può avere il fatto che sia stata nascosta alla Commissione d'inchiesta la documentazione che sarebbe potuta servire a chiarire alcuni aspetti delle vicende legate al Casinò. Ci si è nascosti dietro la scusa di "lettere riservate, relazioni riservate..."; si è sostenuto che certi dati non potevano essere forniti ad una Commissione, per cui siamo stati costretti ad andare avanti a tentoni, così come capitava e abbiamo comunque scoperto cose che noi non sapevamo affatto.

Dopo il sequestro operato dalla Guardia di Finanza, abbiamo scoperto che anche l'operazione "tiro a volo" ha suscitato tante polemiche e tante altre ne susciterà ancora.

Mi chiedo allora se è possibile che il Presidente di una Giunta si possa comportare in questo modo nei confronti di una Commissione di inchiesta. Io credo che egli abbia rifiutato dei documenti non solo a noi, ma forse anche ad altri organi che stavano e stanno ancora indagando sull'argomento.

Io ritengo che le documentazioni di cui noi siamo venuti in possesso, e che sono solo una minima parte delle relazioni depositate presso la Presidenza della Giunta, siano importanti per far riaprire i lavori di questa Commissione.

Signor Presidente, lei non doveva nasconderci niente! Lei doveva inviare, non quello che conveniva a lei, come ha fatto in alcune occasioni, ma tutte le relazioni che servivano alla Commissione! Gliele avevamo richieste con diverse lettere, ma di questa ulteriore documentazione siamo venuti a conoscenza solo due mesi fa, perché era stata tenuta nascosta, forse perché la relazione finale della Commissione doveva essere "pilotata" ed infatti la "relazione Beneforti è stata pilotata ed è andata nel senso desiderato da qualcuno".

Non è tollerabile che degli Amministratori vengano presi in giro così spudoratamente solo per nascondere delle verità che noi avevamo il dovere di conoscere!

Oggi ci viene detto che questa Commissione non è più valida, ma io ritengo che sia ancora valida e sarebbe negativo se la maggioranza si nascondesse ancora una volta dietro il gioco dei numeri, dietro i 19 o 20 voti di maggioranza. Così facendo non farebbe un buon lavoro, anzi, provocherebbe tutta una serie di reazioni a catena. È nostro interesse, invece, chiarire agli occhi dell'opinione pubblica che cosa abbiamo fatto, come Commissione Affari Generali, e perché abbiamo fatto quel tipo di relazione; perché abbiamo criminalizzato alcuni personaggi e ne abbiamo tenuti fuori degli altri forse per mancanza di documentazione e di elementi certi.

Se voi continuerete ancora a nascondervi dietro i numeri, non farete certo un buon lavoro e ne seguiranno reazioni a catena!

PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Aloisi; ne ha facoltà.

ALOISI (M.S.I.): Pregherei i colleghi Consiglieri di prestare molta attenzione alle osservazioni che avevo già espresso nel passato, in occasione di vari incontri e dibattiti, e che oggi ripropongo e riconfermo con il supporto di nuovi elementi che io considero della massima importanza perché mettono in evidenza quanto abbiamo appena sentito dire da un nostro Collega.

Qualcuno ha ascoltato le sue dichiarazioni sorridendo, qualche altro gli ha mosso qualche obiezione. Sembra, comunque, che non si tengano nella debita considerazione le dichiarazioni del Consigliere Baldassarre relative al fatto che tutta la problematica della Commissione d'inchiesta, nonché tutta la relazione che ne è scaturita, siano state in parte pilotate, come dimostrerò con elementi probanti. Anch'io, come il Consigliere Baldassarre, sostengo che quanto egli ha detto corrisponde, purtroppo, a verità! Abbiamo ricevuto la documentazione fornita dall'ex Commissario Manganone. Essa è molto importante perché ci fa capire quello che era successo e soprattutto quanto non avevamo capito allora perché non eravamo in possesso di quest'ultima documentazione.

Ci sono delle relazioni del 1980, 1981, 1982 e del 1983, che parlano dei controllori, dei fuoribusta, della famosa questione dei prestasoldi... Ve ne risparmio, ovviamente, la lettura ma ve ne citerò alcuni passi.

Manganone dice che riferiva al Presidente della Giunta e all'Assessore al Turismo "qualsiasi problema di particolare importanza". Aggiunge anche una considerazione molto importante: "Vi sono state riunioni ad Aosta con l'Assessore al Turismo e con rappresentanti sindacali che rivendicano nuove e maggiori concessioni: bar, orario, servizio notturno, indennità, emolumenti....".

Se noi avessimo avuto allora "il pudore" di ascoltare il maggior "personaggio" di tutta l'inchiesta sul Casinò, saremmo arrivati a dei risultati diversi, avremmo senz'altro capito certi problemi ed avremmo cambiato certi indirizzi!

Ragion per cui cito testualmente quello che aveva dichiarato il Presidente della Commissione d'Inchiesta sul Casinò), il Consigliere Beneforti, nella famosa seduta del 15 maggio del 1984:

"Come Commissione avevamo richiesto tutto il materiale che ci potesse servire nelle indagini e la relazione è venuta fuori in base al materiale ed alla documentazione dei quali la Commissione è venuta in possesso. Dalle affermazioni sul controllo, riprese dalla verbalizzazione dell'audizione dei controllori Valle che si può riascoltare, risulta che i controllori hanno affermato che era impossibile lavorare e collaborare con il Commissario Manganone in quanto i loro rapporti e le loro lettere al Commissario venivano imboscate e trattenute dallo stesso che diceva: Adesso vedo e poi provvederò! Ma non provvedeva mai.

Quanto abbiamo scritto nella relazione scaturisce interamente dall'audizione dei controllori regionali (avvenuta) in quella riunione nella quale, mi pare, che ci fossero tutti.

La relazione è fedele alle dichiarazioni fatte ed alla documentazione di cui la Commissione è venuta in possesso.

La relazione (In questo punto risponde al Consigliere Aloisi) resta e rimane quella che è, perché è fedele a quanto la Commissione ha potuto accertare".

Non c'è niente di più falso, niente di più ipocrita di quello che ha dichiarato allora il Presidente della Commissione, Beneforti! Ora ve lo dimostro.

Innanzitutto, in base alla documentazione che ci è stata fornita dal Commissario Manganone, tutti siamo venuti a conoscenza di una lettera a firma del signor Ferrero, uno dei controllori, indirizzata al Commissario regionale nella quale si dice:

"Oggetto: Segnalazione. Durante il mio turno di notte del 28 ottobre 1983 sono accadute alcune cose poco piacevoli ai tavoli dello chemin de fer. Il signor..". Questa lettera è stata scritta il 29 ottobre 1983.

Il 3 novembre 1983, pochissimi giorni dopo la segnalazione precedente, il Commissario Eraldo Manganone scrive al Presidente della Giunta: "In allegato troverà la segnalazione del controllore signor Ferrero. In detta segnalazione compaiono nomi di persone e fatti avvenuti nella notte del 28 ottobre ai tavoli dello chemin de fer. Mi corre l'obbligo di ricordare che nel tempo si sono susseguite azioni e fenomeni curiosi che hanno visto accaniti giocatori perdere ogni loro avere...".

Questo smentisce le dichiarazioni dell'ex Presidente della Commissione quando afferma che il Commissario: "...riceveva i rapportini e poi li imboscava". Appena tre giorni dopo, infatti, egli mette al corrente il Presidente della Giunta della segnalazione che gli era stata fatta dal Ferrero.

Ma non è tutto. Noi siamo venuti a conoscenza di questo documento grazie al Commissario Manganone e possiamo anche giustificare certe affermazioni del Presidente Beneforti, proprio perché anch'egli non aveva a disposizione quest'ultimo documento.

Però c'erano i verbali delle audizioni dei vari controllori regionali ed ogni membro della Commissione aveva preso parte a quelle audizioni.

Il controllore regionale Navarretta dice: "I nostri rapporti hanno avuto dei seguiti perché della gente è stata sospesa, alcuni sono stati licenziati e poi certi impiegati sono stati riassunti, magari a distanza di anni". In una di quelle audizioni quindi il controllore Navarretta ci riferisce queste cose che sono in netto contrasto con quanto è stato scritto nella relazione.

Continua sempre il Navarretta: "I rapporti per fatti di una certa gravità arrivavano sempre qui all'Amministrazione regionale dal Presidente della Giunta". Non è vero quindi che venivano sempre imboscati. Essi venivano sempre inviati al Presidente della Giunta.

Ma non c'è solo Navarretta. Posso capire qualche perplessità se da una parte ci fossero 10 controllori a dichiarare una cosa e dall'altra anche uno solo a dichiarare il contrario. Però abbiamo anche la dichiarazione del Barmaverain che dice: "In riferimento a 3 miei rapporti, uno è stato sospeso per un mese e gli altri due per sette giorni. In altri casi invece alcuni croupiers sono stati sospesi per 5 giorni ed altri per 3 giorni".

Queste affermazioni, fatte durante le audizioni dei controllori regionali, so no la dimostrazione delle menzogne e delle falsità dichiarate dal Presidente della Commissione d'Inchiesta.

Io mi appello alla vostra coscienza ed al vostro giudizio perché dobbiamo guardarci in faccia ed in fondo al cuore per dire se abbiamo effettivamente la volontà di andare sino in fondo per fare chiarezza, oppure se intendiamo proseguire il discorso della contrapposizione tra i numeri. È chiaro che io posso dire tutte le verità possibili, ma di fronte alla ragione dei numeri sarebbe come se io non dicessi niente! È chiaro che, di fronte a certi atteggiamenti, è come se nulla fosse successo!

Continuerò a dimostrare le falsità della relazione, però voglio fare un appello a tutti i Consiglieri, sia di maggioranza che di opposizione, proprio affinché da parte di tutti ci sia la più decisa conoscenza e la più ferma volontà di ricercare insieme la verità, altrimenti non ha senso che noi stiamo a discutere, a provare ed a documentare, se poi alla fine si fanno le solite votazioni come quelle che abbiamo visto fare prima: il Consigliere Aloisi è uno, non conta niente, ha sempre torto perché contano i numeri.

Prendiamo la prima relazione della Commissione d'Inchiesta. Ovviamente io citerò solo alcuni passaggi importanti, altrimenti ci vorrebbe troppo tempo per rileggere tutte le inesattezze in essa presenti.

A pagina 14 si dice testualmente: "...che al personale di controllo regionale non è mai stato permesso, stante quanto previsto dalla convenzione relativa ai giochi americani, di avvicinarsi al gioco del punto e banco per qualsiasi verifica e controllo". Questa è una delle risultanze della Commissione d'Inchiesta ed in essa si dichiara che non è mai stato permesso alcun controllo al gioco del punto e banco.

A questo punto mi corre l'obbligo di citare una relazione del Commissario Eraldo Manganone in data 10/12/1982 nel la quale si dice: "Osservazioni. Si può affermare che la clientela del punto e banco si sofferma a giocare perché esiste una forte differenza di puntata minima rispetto allo chemin de fer e rispetto al trenta e quaranta, e che tale clientela, dopo momentanee e consistenti vincite, rivolge l'attenzione e l'attività verso altri giochi. Tale situazione (Quella del punto e banco), attentamente controllata (Caro Consigliere Beneforti!), a partire dal marzo del 1982, si evidenzia e si concretizza nel conteggio giornaliero dei biglietti tradizionali ove i gettoni, provenienti dalla SAISET, si aggirano sui 70-80 milioni e le placche superiori al milione in genere provengono dal punto e banco....". Ciò dimostra che il punto e banco veniva controllato, contrariamente a quanto risulta dalla relazione della Commissione d'Inchiesta, nella quale è scritto che non veniva assolutamente controllato.

C'è un'altra relazione riservata (Queste relazioni venivano sempre inviate al Presidente della Giunta e mi sembra di aver capito che venissero inviate anche agli Assessori al Turismo ed alle Finanze) in data 10/3/1983, nella quale si dice:

"Al fine di poter ancora meglio individuare e focalizzare i risultati positivi e negativi dello chemin de fer, del trente et quarante e del punto e banco, nella terza decade di febbraio e nella prima di marzo, ho voluto, con la collaborazione dei Vicecommissari e dei controlli regionali (Quindi non c'era solo il Commissario), predisporre meticolosi e molti accorgimenti, osservazioni e controlli, sia a campione, sia parziali, sia su tutto l'arco dell'attività giornaliera...".

Vi risparmio il resto che, peraltro, è un'ulteriore dimostrazione delle falsità scritte nella relazione della Commissione d'Inchiesta.

Prendiamo un altro passaggio. A pagina 65 si dice:

"Nel rispetto della forfettizzazione dei proventi, non sono mai stati posti in essere controlli sui giochi americani...".

Questo l'ho già documentato e si tratta sempre della stessa cosa, ma dimostra che non è vero quanto affermato nella relazione della Commissione d'Inchiesta.

A pagina 67 si dice:

"Il prelievo degli introiti lordi dei giochi è avvenuto, fino al 30/6/1977 e cioè fino a quando non è stata approvata la legge n. 39 del 6/6/77 che prevedeva la corresponsione diretta, si busta paga, di dette indennità nella misura di 165.000 lire uguali per tutti e non più collegate, come nel passato, alle giornate in cui lo speciale servizio veniva prestato".

Non c'è niente di più falso! Non c'è niente di più falso di questa dichiarazione! Che questa dichiarazione sia falsa lo possiamo riscontrare nei verbali delle audizioni dei controllori regionali e delle quali il Presidente della Commissione avrebbe dovuto stilare i resoconti per poi stendere la relazione.

Il Presidente Beneforti chiede: "Voglio che sia chiarita una cosa o almeno lo spero. Praticamente c'era una tabellina che era stata fatta nel 1946, 1947 e 1948, sulla base della quale veniva data una certa indennità di conteggio?"

Barmaverain gli risponde: "Non era una indennità di conteggio, era legata all'orario".

Presidente Beneforti: "Questa tabellina ha continuato ad andare avanti anche dopo la regolarizzazione delle 165.000 lire?"

Barmaverain: "Sì, perchè era una cosa a parte del conteggio biglietti, era una cosa diversa".

Presidente Beneforti: "Ho capito, era legata alle presenze".

Ma in effetti non aveva capito niente, perché nella relazione il Presidente Beneforti dice:

"Il prelievo degli introiti lordi dei giochi era avvenuto fino al 30/6/1967 e cioè fino a quando non è stata approvata la legge n. 39 del 6/6/67....", entrando così in contraddizione con quanto dichiarano i controllori e con quanto egli dichiara di aver capito perché infatti ci dice esattamente il contrario!

Ma non è tutto. Barmaverain dice che quell'indennità era legata alle presenze in servizio ed era legata, soprattutto, all'orario di chiusura. Specifica poi tutta la problematica ed asserisce che ad un certo punto sono stati introdotti due controlli notturni, l'8 e l'8 bis.

Dell'8 bis si parla anche in una lettera inviata ai sindacati nel luglio del 1978 ed il Presidente Beneforti doveva conoscere molto bene quell'indennità dell'8 bis, perché "una cosa è l'indennità legata al conteggio dei biglietti ed un'altra cosa è l'indennità legata all'orario".

Eppure allora disse di aver capito, però nella relazione ha dichiarato il contrario! È un'altra conferma che nella relazione sono state inserite delle "castronerie" e pertanto, se allora fosse stata accolta la richiesta di audizione del Commissario Manganone, non si sarebbero scritte certe "fesserie" e certamente si sarebbe fatta più chiarezza.

In un'altra parte delle audizioni il Presidente Beneforti chiede:

"Io vorrei sapere a quanto ammontavano di preciso questi importi. Lei ne era a conoscenza? Da dove venivano prelevati? Da quali tavoli del Casinò di St. Vincent venivano prelevati? Da parte del Commissario venivano fatte rilasciare delle ricevute?"

Barmaverain: "Nell'introduzione lei ha parlato di un conteggio. Lei però ha solo parlato di un conteggio dei biglietti del quale, dal 1° dicembre 1977, non avete più notizie, quello che ho citato prima e per il quale erano state messe in busta le 165.000. Vorrei precisare (Ed è la seconda volta che precisa. Eppure il Presidente Beneforti ha detto di aver capito tutto ma in verità non ha capito niente!) che dal 1948 c'era una tabellina che era la nostra tabellina di marcia per il prelievo durante il conteggio della cagnotte. Questa tabellina è sempre esistita, però voi non ne avete parlato. Penso che la tabellina ce l'hanno i magistrati. È una tabellina di prelievo che si è modificata nel tempo, dal 1948 in poi. Questa tabellina era stata concordata tra il Commissario ed i responsabili SITAV, previa autorizzazione del Presidente. Questa tabellina è sempre esistita ed è andata avanti negli anni sino a quando ci hanno presi, e non fino al 1967, ma fino al dicembre del 1983".

Si tratta di una seconda dichiarazione.

Quindi oltre a questa tabellina c'era un secondo prelievo e una seconda tabellina completamente diversa da quella relativa al conteggio dei biglietti. È un'altra dimostrazione delle inesattezze e delle falsità scritte nella prima relazione della Commissione d'Inchiesta.

A pagina 68 si dice:

"La Commissione tuttavia, sia a seguito dei mandati di cattura emessi dalla Magistratura nei confronti del Commissario, del Vicecommissario e dei controllori in data 6/12/1983, e sia a seguito delle audizioni degli interessati, nonché dei rappresentanti SITAV, ha accertato...".

Che cosa ha accertato, Consigliere Beneforti? Che forse il Commissario Manganone è stato ascoltato? Ma allora bisognava chiarire meglio questa circostanza, perché chi legge questo passo immagina che si sia realmente effettuata l'audizione degli interessati! Manganone però non è stato sentito e questa precisazione non è stata inserita. Presidente Beneforti, doveva essere più chiaro; non è stato chiaro!

A pagina 69 si dice:

"In merito alle suddette somme, prelevate dagli introiti di gioco di cui sia la Giunta che il Consiglio non erano a conoscenza, dato che nel merito non esisteva una deliberazione, i controllori interessati hanno dichiarato....".

Non c'è niente di più falso, perché il controllore Barmaverain alla pagina 7 dice una cosa importante:

"Quella tabellina era stata concordata tra il Commissario ed i responsabili SITAV, previa autorizzazione del Presidente. Oltre a quella tabellina...".

Il Presidente Beneforti viene smentito da questa dichiarazione. Non è vero quindi che nessuno fosse a conoscenza della cosa. Non è assolutamente vero!

A pagina 61 si dice:

"Ciò dimostra chiaramente che all'interno della Casa da Gioco esisteva l'abitudine di prelevare gli importi, prima di procedere alla conta degli introiti ed alla loro suddivisione in base al riparto previsto dalla convenzione Regione SITAV. Il controllo pertanto non è avvenuto nei modi e nei termini previsti dalle vigenti disposizione di legge".

A questo punto richiamo un mio precedente intervento sull'esistenza o meno di disposizioni di legge in merito, dal quale risulta che non esistono disposizioni del genere. Nel maggio del 1984 io dichiaravo:

"Lo respingo nel modo più categorico (E lo riconfermo oggi, perché quello che era vero ieri è vero anche oggi)! Questo commento è stato fatto in modo subdolo e maligno e mira a qualche altro obiettivo. Anzi si è fatto di peggio: si è voluto arbitrariamente commentare che all'interno della Casa da Gioco esisteva l'abitudine di prelevare importi prima di procedere alla conta degli introiti, e si dice inoltre che il controllo non è avvenuto nei modi e nei termini previsti dalle vigenti disposizioni di legge regionali".

Questa è una falsa dichiarazione. Presidente Beneforti, dove sono le leggi regionali? Ci terrei proprio a saperlo!

Dirò di più. Dicevo allora e riconfermo oggi:

"Non vi è neppure una legge nazionale che regolamenti il controllo dei Casinò, e non vi è neppure una legge che ne regolamenti la gestione! Le case da gioco sono tollerate esclusivamente in base alla deroga di un articolo del Codice Penale. Dobbiamo essere innanzitutto obiettivi e sereni se vogliamo cerare di valutare in modo giusto l'insieme di questo problema, se vogliamo veramente andare alla ricerca della verità".

Questo dicevo allora e questo ridico anche oggi! Ci terrei ad avere delle risposte a queste affermazioni ed in particolare in riferimento all'interrogativo: "Dove sono le leggi?"

A pagina 73 si dice:

"Il Commissario Colombi, nominato in sostituzione di Manganone a seguito dell'intervento della magistratura, sospendeva l'erogazione ai clienti dei gettoni fuori corso in data 7/12/1983. Tale sospensione veniva confermata dal Commissario Sanchioli in data 22/12/1983".

Ma questo non è assolutamente vero! Questa è un'altra falsità presente nella relazione della Commissione d'Inchiesta e ce lo dimostra innanzitutto una registrazione a TVA, che possiamo riferire in qualsiasi momento, relativa ad un famoso dibattito con il dott. Conca il quale, durante la registrazione, dichiarò esattamente il contrario. Ricordo che a quel dibattito erano presenti i Consiglieri: Tamone, Baldassarre e Mafrica.

A supporto della dichiarazione del dott. Conca c'è anche una sua dichiarazione, riportata da La Stampa e da altri giornali, nella quale egli dice: "Voglio precisare che l'abolizione dei gettoni promozionali gratuiti è stata decisa all'inizio del 1984 con intervento autonomo della SITAV. Non vi furono imposizioni né dalla Regione, né dalla Magistratura".

Quindi, caro Presidente Beneforti, è falso quello che è scritto nella relazione della Commissione d'Inchiesta! Caro Assessore, se vogliamo guardare la realtà e la verità, è un discorso; se invece vogliamo fare riferimento ai numeri ed alle Forze contrapposte, è tutt'un altro discorso ed in questo secondo caso avrete sempre ragione voi, statene pure certi!

Sui prestasoldi sorvolo, perché c'è una relazione molto eloquente (che avrebbe potuto fornirci delle delucidazioni su questo problema) del Commissario Eraldo Manganone, inviata, sempre in via riservata, al Presidente della Giunta in data 3/11/1983.

A pagina 81 si dice:

"In seguito il conteggio avveniva al mattino seguente con personale esterno alla Casa da Gioco in quanto, dopo una vertenza sindacale, i croupiers erano stati esonerati da tale servizio".

Questo non è vero, Presidente Beneforti! I croupiers non erano stati esonerati, ma si erano rifiutati, come risulta dalle dichiarazioni del Commissario Manganone, e c'è una bella differenza tra essere esonerati ed essersi rifiutati!

Voglio concludere il mio intervento facendo delle osservazioni molto importanti. Io non ho fatto tutta questa panoramica sulle falsità e scorrettezze presenti nella relazione della Commissione d'Inchiesta, per niente. L'ho fatta per dimostrare che la relazione non è veritiera, come avevo già detto due anni fa, e soprattutto perché, sulla base di questa relazione e delle sue menzogne e falsità, l'Amministrazione regionale e l'avvocato che tutela gli interessi della Regione contro il Commissario Manganone, hanno avanzato dei ricorsi al Consiglio di Stato contro le sentenze del T.A.R. che davano torto alla Regione e ragione al Manganone.

Queste menzogne e falsità, che io ho appena dimostrato con documenti alla mano e non solo a parole, sono state quindi il fondamento del ricorso da parte dell'Amministrazione regionale contro questo "personaggio". Per questo io chiedo a voi tutti di essere sensibili, perché non si può inveire contro una persona sulla base di elementi non veri e falsi! Non si possono fare dei ricorsi al Consiglio di Stato sulla base di menzogne e di falsità! Dobbiamo prestare attenzione a questo aspetto per porvi rimedio.

Ecco cosa scrive l'avv. Biagini nel ricorso al Consiglio di Stato contro una sentenza del T.A.R. che dava ragione al Commissario Manganone: "Conclusione dell'inchiesta amministrativa in senso sfavorevole all'inquisito. La Commissione d'Inchiesta ha concluso che...".

(Quindi ha dato dei giudizi e tutto il suo ricorso si basa sulla relazione del la Commissione che non è vera, ma è falsa!). Essa è tale da salvaguardare al tempo stesso l'Amministrazione dalla riammissione in servizio di una persona sospetta e pericolosa allo stato". Questo l'avevo già detto, ma ci tengo a riconfermarlo, perché questa persona, proprio sulla base di quei giudizi falsi, viene dichiarata "sospetta" e "pericolosa". E noi, in coscienza, non dobbiamo porre rimedio ad una simile situazione?

L'avv. Biagini va anche oltre: "Il T.A.R. ha affermato che tale inchiesta sarebbe viziata da istruttoria carente e da motivazione incongrua (Il T.A.R., quindi, aveva capito che c'era una strumentalizzazione di parte). Ma tali giudizi non sussistono ed invero, come si è già detto in primo grado, la Commissione d'Inchiesta, nominata nell'aprile-maggio del 1985, aveva concluso i suoi lavori affermando che: la condotta tenuta dal Manganone (E si fa sempre riferimento alle risultanze della Commissione)....".

Quindi dice: "Non vi sono dubbi sulla manata osservanza, da parte del medesimo, degli obblighi che scaturiscono dall'articolo....

È inutile rilevare a questo punto che alla pagina 71 di detta relazione si di ce: "La Commissione regionale ha accertato che...", quando le premesse erano che la Commissione non doveva accertare niente, ma doveva solamente prendere atto delle dichiarazioni dei vari esponenti che erano stati ascoltati!

Di fronte ai risultati dell'inchiesta amministrativa, evidenziati nel verbale del 12 luglio, e soprattutto di fronte agli elementi acquisiti dalla Commissione consiliare, e messi in particolare risalto dalla Commissione d'Inchiesta amministrativa, non poteva che sospendere ulteriormente il Manganone.

Vi risparmio il resto, perché è tutto una falsità il ricorso di questo avvocato (pagato dall'Amministrazione regionale con soldi nostri) che si permette di ricorrere al Consiglio di Stato sulla base di elementi falsi e tendenziosi. Noi dovremmo vergognarci al solo sentire queste cose! Dovremmo chiedere al Presidente della Giunta di intervenire perché noi dobbiamo tutelare una pubblica amministrazione! Non siamo dei privati che devono tutelare i propri interessi personali. Noi dobbiamo tutelare gli interessi della collettività!

Eraldo Manganone è un cittadino valdostano, come ognuno di noi e come qualsiasi altra persona. Quindi, se noi siamo coscienti che tutto questo ricorso si basa su elementi non veri, su elementi che io ho dimostrato essere falsi, è nostro dovere intervenire per far sì che venga riaperta la Commissione d'Inchiesta affinché, di fronte alle nuove documentazioni e ai nuovi elementi, si possa rendere giustizia ad una situazione che suona soltanto vergogna per questo Consiglio regionale!

Questo dovrebbe essere fatto senza la solita contrapposizione tra i numeri, e cioè tra la maggioranza che conta perché ha il potere, e noi, cioè il sottoscritto e qualcun altro, "poveri cristi", che componiamo la minoranza e che, pur dicendo tutte le verità di questo mondo, non contiamo assolutamente niente! Grazie.

Si dà atto che dalle ore 19.08 assume la Presidenza il Vice Presidente DE GRANDIS.

PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Mafrica; ne ha facoltà.

MAFRICA (P.C.I.): Ci sono tre mozioni: una del Consigliere Baldassarre; una del Consigliere Aloisi ed una che è stata firmata dal Gruppo Comunista, dal Gruppo Socialista e da Nuova Sinistra. Quella che illustro io richiede in sostanza che venga rimessa al lavoro la Commissione consiliare allargata ai Capigruppo per esaminare i fatti emersi dopo la conclusione della sua prima fase di lavori.

Quali sono questi fatti? Innanzitutto c'è la vicenda, già richiamata, relativa alla documentazione dei rapporti tra Commissario, controllori e Giunta regionale.

Il Presidente della Giunta ricorderà che noi, appena avuta notizia della loro esistenza, come Gruppo ci eravamo posti il problema del perché non fossero stati forniti alla Commissione gli ulteriori documenti. Rispondemmo allora che i casi potevano esse due: 1) che il Presidente della Commissione non li avesse richiesti; 2) che il Presidente della Giunta non li avesse forniti.

Ricordo che allora il Presidente della Giunta rispose: "Tutta la documentazione richiestami dalla Commissione è stata fornita". Adesso, invece, il Consigliere Baldassarre dice che nella corrispondenza tra il Presidente della Giunta ed il Presidente della Commissione si è fatto cenno a documenti riservati. Non so se ciò corrisponda al vero, ma ritengo che se ne debba occupare la Commissione.

A che cosa serve una Commissione d'indagine quando non può accedere a tutta la documentazione? Chiedo poi al Presidente della Giunta se crede di poter confermare quello che aveva detto allora quando affermò di aver rispettato le richieste della Commissione.

Però non credo che spetti al Consiglio valutare queste circostanze, perché è difficile seguire e sostenere in aula tutta una serie di discussioni su documenti, lettere, relazioni e pezzi di relazioni. Io ritengo invece che la Commissione, oltre al contenuto della documentazione che in parte le è già stata fornita, abbia anche il compito di esaminare la vicenda relativa alla trasmissione della documentazione. Si tratterà anche di chiarire perché essa non è giunta prima.

La seconda questione da esaminare in sede di Commissione è quella relativa al tiro a volo e agli ultimi documenti sequestrati dalla Guardia di Finanza che non abbiamo mai esaminato perché non ne abbiamo sentito l'esigenza, non avendo mai supposto che ci fossero delle situazioni discutibili. Visto però che c'è stata questa iniziativa della Magistratura, ritengo opportuno che la Commissione ne chiarisca alcuni aspetti. Occorre poi che la Commissione adempia completamente al mandato del 24 novembre 1983, perché essa aveva anche il compito di verificare la congruità del sistema dei controlli e di avanzare pro poste per una loro migliore organizzazione. Alcuni problemi, specie quelli di natura economica, sono stati risolti con il regolamento organico approvato di recente, ma credo però che siano rimaste ancora da chiarire alcune questioni di carattere normativo prima di dare completa soluzione a questo lavoro.

Questi sono i motivi per i quali noi riteniamo che la Commissione debba riaprire i suoi lavori. Non vogliamo tranciare giudizi e neppure fare processi a nessuno. Non ci sembra neppure logico, come è stato detto da qualcuno, affermare che la Commissione ha lavorato male e nel contempo chiedere che la stessa riprenda i suoi lavori.

Noi diamo un giudizio positivo sul lavoro fatto dalla Commissione e voglia mo verificare se quel lavoro sia stato o meno rimesso in discussione dagli elementi acquisiti in un secondo tempo.

Per tagliare le gambe a sospetti e malintesi, crediamo che la cosa migliore da fare sia quella di riaffidare alla Commissione l'incarico di valutare la nuova documentazione ed i fatti verificatisi successivamente. Se si fa questo, in sede di Commissione sarà possibile discutere con calma, esaminare i documenti e le varie relazioni. Se invece non si accetta di affidare questo impegno alla Commissione, succederà che documenti, relazioni, giudizi ed artico li sui giornali continueranno a lasciare nel dubbio e nel sospetto i Consiglieri della minoranza e della maggioranza nonché l'intera popolazione valdostana. Lavorando invece in sede di Commissione, sarebbe possibile raggiungere, anche se con approssimazioni forse un po' eccessive perché la verità non può essere raggiunta facilmente, una serie di giudizi convergenti del Consiglio regionale su fatti accaduti nella nostra Regione e nel contempo potrebbero emergere anche delle proposte utili.

Noi quindi sosteniamo con fermezza e serietà la riapertura dei lavori della Commissione perché crediamo che l'accertamento della verità rientri negli interessi del Consiglio.

Se invece, per questioni di schieramento, non si vuole ottenere questo risultato, i problemi non saranno risolti e continueranno la confusione, le voci e le illazioni, ma non si dirà la parola definitiva su questa vicenda che ormai da oltre tre anni torna quasi a ripetizione all'esame del Consiglio regionale.

Credo che lo spirito della mozione firmata dai Gruppi Comunista, Socialista e di Nuova Sinistra, intenda avanzare una proposta seria per continuare un lavoro serio che finora è stato anche utile. Ci auguriamo che questa proposta venga accolta dall'intero Consiglio.

PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Torrione; ne ha facoltà.

TORRIONE (P.S.I.): Io ritengo opportuno fare alcune considerazioni sull'andamento dell'odierna discussione, sia perché le cose dette in questo Consiglio hanno una certa risonanza all'esterno e sia perché è stato sottoposto alla nostra attenzione qualche nuovo elemento.

Voglio subito sgombrare il campo da un equivoco. La Commissione Beneforti (o le Commissioni Beneforti) ha fatto un lavoro onesto, sulla base del mandato consiliare, per una ricerca abbastanza approfondita della verità. Il largo consenso trovato in quest'aula al momento dell'approvazione delle due relazioni è la più evidente dimostrazione che le Forze politiche si riconoscevano in quelle relazioni. Pertanto è abbastanza opinabile il fatto che oggi, a distanza di tempo, si metta in dubbio, come fa il Consigliere Aloisi, la veridicità di quel lavoro in termini "un pochino brutali". Io non voglio fare il difensore d'ufficio del Consigliere Beneforti; voglio difendere invece l'operato del nostro Gruppo in quella Commissione; voglio difendere ciò che in buona fede noi abbiamo fatto in un momento particolarmente difficile. Non ci dobbiamo affatto dimenticare che facciamo questa discussione oggi, in un clima ben diverso da quello di tre anni fa.

Allora eravamo condizionati dall'incessante susseguirsi degli avvenimenti esterni ed era per noi molto difficile riuscire a districarci in quel "mare magnum" di notizie che si accavallavano; era così difficile orientarci in una materia tanto ostica che, a tre anni di distanza, anche i magistrati che hanno aperto un'inchiesta sono ancora in attesa di esprimere un giudizio definitivo in proposito.

Credo che noi dobbiamo riflettere con particolare attenzione intorno a questa circostanza, senza però lasciare spazio a situazioni ed indugi che potrebbero rendere difficile un ulteriore approfondimento nella ricerca della verità.

Non ritengo opportuno assumere la difesa d'ufficio dell'ex Commissario Manganone, come ha fatto con estrema passione il Consigliere Aloisi, perché, ammantando di colorazione politica l'operato dell'ex Commissario, non gli si rende un buon servizio; del resto egli non ha bisogno di essere difeso da nessuno perché, quando lo abbiamo ascoltato, ha dimostrato di sapersi difendere molto bene da solo.

Invece bisogna fare una riflessione complessiva sul modo di essere dell'intero personale regionale all'interno della Casa da Gioco di St. Vincent e cioè sui controlli regionali, sulla difficoltà nella quale essi hanno dovuto operare e sulle discrepanze che lo stesso Consigliere Aloisi ha trovato tra le dichiarazioni dei controllori e quelle del Manganone.

Credo che tutto ciò possa essere osservato da diversi punti di vista. Io attribuisco la più totale buonafede all'ex Commissario Manganone (e lo dico pubblicamente), ma nello stesso tempo attribuisco analoga buonafede ai vari controllori regionali che noi abbiamo ascoltato.

So di non godere le simpatie dei controllori regionali, ma ho il dovere di dire in aula che quanto essi hanno prospettato alla Commissione poteva essere senz'altro accettato come elemento probatorio perché al momento non avevamo altri elementi di riscontro.

Proprio perché non si creino ulteriori equivoci su di un argomento così importante, come quello del controllo della Casa da Gioco, è bene che la Commissione d'Inchiesta riprenda in esame anche questo aspetto.

Allo stesso modo ritengo utile ed opportuno aprire una nuova parentesi, con la stessa buonafede e con lo stesso impegno di prima, qualora si prospettino elementi nuovi su altri aspetti della vicenda "Casinò", la quale purtroppo non è circoscritta al solo sistema di controllo, ma va ben oltre ed investe campi e settori che noi tutti conosciamo, come ad esempio quello dei lavori.

Faccio queste considerazioni perché ho sempre sostenuto che l'attività della Commissione doveva garantire che il Consiglio non lasciava nulla di intentato per fare chiarezza; perché la collettività ha bisogno di certezze e non dei "si dice..., ma..., può essere vero...". La società ha bisogno di verità e noi la dobbiamo cercare con grande impegno.

Per questo motivo il mio Gruppo, congiuntamente a quelli Comunista e di Nuova Sinistra, ha firmato la mozione sulla riapertura dei lavori della Commissione.

Alcuni aspetti devono essere ancora approfonditi. La Commissione, infatti, aveva sottovalutato la questione dei lavori del tiro a volo, tant'è che la stessa non era neppure stata presa in esame. Del resto sarebbe sciocco ed inopportuno, a mio avviso, far finta che non esista, perché quella questione esiste e noi ne siamo venuti a conoscenza. Pertanto, agiamo come abbiamo sempre sostenuto ed andiamo a vedere di che si tratta, per accertare la verità!

Io non credo che ci siano state sottrazioni di documenti o siano venuti al la luce elementi che possano inficiare i lavori svolti dalla Commissione d'Inchiesta. Bisogna stare attenti alle affermazioni che facciamo, perché se pensiamo che ci siano state sottrazioni di documenti, allora dobbiamo avere il coraggio di dire che "sono stati fasulli" tutti i lavori della Commissione e che "siamo stati fasulli" anche noi!

Io ho apprezzato, per altri versi, il fatto che si sia proceduto all'audizione del Commissario Manganone; ma ho anche detto che, almeno per quanto riguardava il P.S.I., il caso Manganone poteva considerare chiuso con l'ultima sua audizione, anche perché, come abbiamo già dichiarato ma lo ripeto ancora, ritenevamo che la Commissione avesse acquisito tutti gli elementi che allora le era stato possibile acquisire.

Guai, infatti, se dovessimo confondere il caso Manganone con la vicenda del Casinò! Così facendo dapprima sminuiremmo l'attività della Commissione e poi rimetteremmo in gioco tutto.

A noi spetta fare chiarezza sulla base di ciò che abbiamo o di ciò che ci può essere ancora fornito, ma non dobbiamo assolutamente trasformarci in giudici e neppure in inquisitori! Questo compito spetta ad uno dei tre poteri dello Stato, come è ben chiarito nella nostra costituzione, e cioè al potere giudiziario!

Noi abbiamo sempre rifiutato questo ruolo che, tra l'altro, ci sta anche stretto e sul quale il nostro Partito per anni ha detto alcune cose, rimanendo però sempre inascoltato.

Per fortuna che quelle nostre supposizioni sono oggi diventate patrimonio anche di altre Forze politiche. La giustizia però spetta all'organo giudiziario. Noi dobbiamo solo fare degli accertamenti di ordine amministrativo, dobbiamo approfondire gli aspetti non chiari relativi alla vicenda "Casinò" e pertanto dobbiamo riprendere i lavori della Commissione d'Inchiesta.

Mi appello alla maggioranza per ricordare che schierarsi contro la riapertura di questi lavori potrebbe essere un errore che peserebbe negativamente su tutto il Consiglio.

Ci sono delle motivazioni di ordine psicologico che sovente sfuggono alla nostra sensibilità, ma che non sfuggono all'attenzione dell'opinione pubblica. Certi nostri atteggiamenti vengono valutati all'esterno e la riapertura dei lavori della Commissione, dovuta all'acquisizione di nuovi elementi, potrebbe essere interpretata e valutata come ferma volontà del Consiglio di chiarire fino in fondo, come ha fatto prima, quanto resta ancora da chiarire, senza fraintendimenti, senza nascondere niente e, se sarà il caso, si potrà tornare in quest'aula anche con una terza "relazione Beneforti" per chiarire tutti quegli aspetti che non abbiamo ancora chiarito! Ecco come noi Socialisti intendiamo procedere.

Facciamo solo un'ultima considerazione, anche perché in quest'aula si è già parlato troppo, sia a proposito che a sproposito, sulla "vicenda Casinò". La difesa delle istituzioni, nel nostro caso la difesa dell'autonomia regionale, si attua anche proiettando all'esterno un'immagine diversa. Non è vero infatti che l'immagine non conta, perché la politica è anche spettacolo e noi dobbiamo dare alla collettività valdostana un'immagine di gente seria che vuole fare chiarezza, che vuole andare sino in fondo, che non vuole occultare niente e che, anzi, vuole rendere esplicite le sue valutazioni, anche se difformi.

Dico questo alla luce di ciò che è stato, perché noi abbiamo approvato in quest'aula le due relazioni quando in coscienza eravamo convinti che la Commissione avesse proceduto a determinati accertamenti. Così è stato non solo per noi, ma anche per altre Forze politiche dalle quali, forse, ci si sarebbe atteso un atteggiamento diverso; anch'esse invece hanno approvato coerentemente e conseguentemente quelle relazioni. Io mi auguro che questa maggioranza non faccia blocco, perché il blocco può essere fatto di fronte all'opposizione, ma non di fronte alla verità: quand'anche rimanesse un solo sospetto noi avremmo il diritto-dovere di rimuoverlo!

Per questo mi appello alla maggioranza affinché non voti questa mozione (anche se a volte la maggioranza fa delle strane questioni di principio che non mi hanno mai trovato d'accordo) per consentire la riapertura dei lavori del la Commissione, con un compito più specifico e con la prevista conclusione de gli stessi entro un termine ben preciso, anche perché non si deve rimettere in discussione tutto ciò che abbiamo fatto. Per evitare equivoci in futuro, occorre precisare che il nostro voto di allora deve essere inteso come approvazione di quelle relazioni. Oggi, invece, dobbiamo solo discutere e far chiarezza su ciò che rimane ancora da chiarire. Punto e basta!

Ripropongo, pertanto, in questa sede la riapertura a termine dei lavori della Commissione, che non devono durare un'eternità perché non dobbiamo fare 2000 accertamenti, come all'inizio. Noi dobbiamo solo verificare due o tre argomenti, non di più e fra due o tre mesi è possibile tornare nuovamente in Consiglio.

È per questo motivo che noi abbiamo firmato la mozione e per questo stesso motivo noi riaffidiamo alla sensibilità di questo Consiglio un argomento delicato come quello del Casinò, affinché su di esso sia possibile esprimere tutto ciò che si deve dire nell'interesse di quella chiarezza che la collettività valdostana esige. Grazie.

PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Beneforti; ne ha facoltà.

BENEFORTI (D.C.): Non sarei intervenuto in questa discussione se non vi ci fossi stato tirato per i capelli. Io non mi vergogno per niente di quello che abbiamo fatto come Commissione, così come noi non ci siamo vergognati neppure allora quando approvammo in questo Consiglio la prima relazione della Commissione, che io non voglio definire "relazione Beneforti" proprio perché abbiamo lavorato molto collegialmente.

Fu proprio il Collega Riccarand che, di fronte a certe affermazioni del Consigliere Aloisi ed a qualche interferenza del Consigliere Baldassarre, disse allora che non poteva esserci alcuna vergogna nel lavoro della Commissione, ed aggiunse invece che eri tu, Consigliere Aloisi, "la vergogna di questo Consiglio!"

Quello che disse allora il Consigliere Riccarand io te lo riconfermo oggi, per ché come non si poteva allora, al termine dei lavori e senza aver contribuito che in minima parte ai lavori della Commissione, almeno per quanto ti riguarda, così non si può oggi, a due o tre anni di distanza, venire a rimettere in discussione quello che la Commissione ha fatto!

Tutti i componenti della Commissione non hanno da vergognarsi proprio di niente e non devono neanche vergognarsi della supposizione tua o del Consigliere Baldassarre, relativa al fatto che i lavori della Commissione sarebbero stati pilotati. Io non capisco da chi potrebbero essere stati pilotati questi lavori! Chi mi conosce dovrebbe certamente sapere che io non ho il "caratterino" di quelli che si fanno pilotare. I miei compagni di Partito ben sanno, così come ben sapevano i miei amici del Sindacato, ch'io non sono molto tenero e non è molto facile ch'io possa essere pilotato da qualcuno!

La realtà è che allora si viveva un momento del tutto particolare e chi ha avuto voglia di lavorare e di dare un contributo sa che si è cercato di stabilire la verità con quei mezzi che avevamo a disposizione e sa anche che allora si è cercato di fare chiarezza affinché l'immagine della Valle d'Aosta non ne uscisse offuscata.

Lascio al Presidente della Giunta ed alla maggioranza ogni decisione in merito, ma io vi dico che, personalmente, dopo gli attacchi che ho sentito e che sono stati avanzati anche da certi giornali, sarei ben felice (e cercate di capirmi anche voi della maggioranza!) di riaprire i lavori della Commissione d'inchiesta, perché solo nei lavori di una Commissione è possibile dimostrare più ampiamente che "le cacchiate" o "il falso", come hai detto tu o come ha detto...

ALOISI (fuori microfono): Io ho letto...

BENEFORTI (D.C.): No, tu hai letto quella parte che ti pareva!...

Anche per dimostrare che non c'è stata animosità verso nessuno e tantomeno si è cercato di trovare il colpevole di tutta questa vicenda, come qualcuno ipotizza...

Tutte le osservazioni sulla relazione che sono state fatte qui oggi potevano benissimo essere avanzate allora, quando si lavorava insieme e ci si incontra va anche molto spesso.

Credo che noi abbiamo lavorato a fondo. Certamente abbiamo cercato di inserire nelle relazioni quello che a noi risultava. Torno a ripetere che, specie per quanto riguarda la prima relazione, noi, e non la Giunta, ci eravamo assegnati il mandato di fotografare la situazione per consentire al Consiglio di assumere le decisioni conseguenti.

Pertanto io non ho né dubbi e né so spetti d'aver sbagliato! Non voglio dire che tutto sia stato perfetto e che non possa esserci qualche incongruenza, ma ritengo di dover difendere non il mio operato, ma l'operato della Commissione e di quelli che effettivamente hanno contribuito ai suoi lavori!

Aggiungo anche che non abbiamo lavorato da soli, perché in una relazione c'è anche scritto che il Presidente del la Commissione ha avuto anche dei contatti con i magistrati di Torino e, se ci fossero state delle falsità, come quelle supposte dal Consigliere Aloisi, credo che mi sarebbero state fatte notare. Del resto tutta la documentazione che abbiamo avuto a disposizione e tutte le nostre relazioni non ce le siamo tenute chiuse "in saccoccia" perché bisognava tenerle lì, ma esse circolavano liberamente e sono giunte anche a Torino. Ritengo che quei giudici non siano affatto teneri e che non si facciano pilotare, per cui se avessero notato qual che incongruenza avrebbero certamente assunto dei provvedimenti.

Il Consigliere Baldassarre ha presentato una mozione sulla documentazione richiesta e che non è stata data...

BALDASSARRE (fuori microfono): Ci sono le lettere...

BENEFORTI (D.C.): Nessuno smentisce l'esistenza delle lettere; le lettere ci sono! Però io voglio dire che, se la documentazione che ci è mancata è quella prodotta nella Conferenza dei Capigruppo, alla quale io ho partecipato, o quella prodotta per iscritto dall'ex Commissario Manganone, non cambia assolutamente niente!

BALDASSARRE (fuori microfono): Ce n'è dell'altra!

BENEFORTI (D.C.): Consigliere Baldassarre, per piacere! L'ex Commissario Manga none non dice che ce n'è dell'altra e non l'ha scritto da nessuna parte!

(...INTERRUZIONE...)

PRESIDENTE: Consigliere Baldassarre, per cortesia!

BENEFORTI (D.C.): Abbi pazienza, Consigliere Baldassarre! Sarà il giudice che

BALDASSARRE (fuori microfono): Lo dice in una lettera!

PRESIDENTE: Consigliere Baldassarre, per cortesia! Avrà poi tutto il tempo per intervenire nella discussione generale!

BENEFORTI (D.C.): Non mi interessa quel lo che lui dice! La documentazione che abbiamo avuto noi e che io ho in mano...

ALOISI (fuori microfono): Lui dice che manca!

BENEFORTI (D.C.): Ma lascia...! Signor Presidente! Mi lasciate parlare?

PRESIDENTE: Consigliere Baldassarre, per cortesia! La smetta di interrompere! Avrà tutto il tempo per intervenire e parlare. La stessa cosa vale per il Consigliere Aloisi!

BENEFORTI (D.C.): I Consiglieri Baldassarre ed Aloisi hanno assunto le funzioni di "Carnelutti Junior" (il Presidente Bondaz sa bene che Carnelutti fu un grandissimo avvocato)...

(...INTERRUZIONE...)

Ecco, e voi volete fare "i piccoli Carnelutti" della situazione e cercate di difendere l'ex Commissario Manganone...

BALDASSARRE (fuori microfono): Ma che Manganone! Ma che Manganone!

PRESIDENTE: Per cortesia, Consigliere Baldassarre!... Consigliere Baldassarre!... Consigliere Baldassarre!... Consigliere Baldassarre, la smetta!

BENEFORTI (D.C.): Consigliere Baldassarre!

PRESIDENTE (D.C.): Consigliere Beneforti, per cortesia, lei prosegua nella sua esposizione, ma eviti di tirare per i capelli i suoi oppositori!

BENEFORTI (D.C.): Caro Presidente, prima hanno tirato anche me per i capelli! Deve essere chiaro che io non ho animosità nei confronti di nessuno, né nei confronti dell'ex Commissario Manganone e né, tantomeno, nei confronti dei controllori regionali! Mi auguro soltanto che si riesca a trovare la verità e che si possa dimostrare che nulla è vero di quanto qualcuno suppone! Per l'amor di Dio, io non ho assolutamente di questi problemi e non godo certamente nel sapere che altri siano accusati a torto di aver commesso alcunché! Io non ci sono...

BALDASSARRE (fuori microfono): Ma i fatti...

PRESIDENTE: Consigliere Baldassarre, la deve smettere! Glielo dico per rispetto al Consiglio!

BENEFORTI (D.C.): Io, per rispetto al Consiglio, non dico di più!

PRESIDENTE: Consigliere Beneforti, prosegua la sua esposizione!

BENEFORTI (D.C.): Probabilmente dire la verità dà fastidio a qualcuno!

Le lettere ci sono, e ci sono anche le risposte! Nessuno nega questo, va bene! Io voglio dire che la documentazione che ci ha rimesso l'ex Commissario Manganone non modifica proprio niente! Che noi l'avessimo avuta o meno, le cose non sarebbero affatto cambiate!

Il Manganone ci ha rimesso quella documentazione il 6 marzo 1986 ed io ho convocato una riunione apposita della Commissione per vedere se era il caso di dare una risposta; ma, guarda caso, nessuno, in quella sede, ha ritenuto di dover dare una risposta a quella lettera ed io non ho mandato la risposta che pure avevo preparato.

In quella lettera il Manganone dice va ancora: "Era assolutamente necessario sentire lungamente vecchi e nuovi dipendenti, sia di Aosta che di St. Vincent, soprattutto i Vicecommissari ed a maggior ragione il sottoscritto, sia in Giunta che nelle due inquirenti, Beneforti e Porzio. Si sarebbero chiariti e sviluppati molti quesiti ed interrogati vi al momento giusto, che ci avrebbero fatto comprendere e maggiormente giustificato alcune decisioni, accordi...".

La documentazione che ci ha rimesso l'ex Commissario Manganone in quel giorno, in allegato alla lettera del 6 marzo 1986, è insignificante ed io avevo preparato in proposito una risposta del la quale ora vi leggo ora qualche passo.

"La Commissione non ha esaminato le relazioni che il signor Manganone sostiene... perché non le avevamo ricevute. Tuttavia, da un esame della documentazione che il signor Manganone ha allegato alla lettera del 6 marzo, si rileva che la stessa era, come è, ininfluente per i lavori della Commissione, in quanto si trattava di tre comunicazioni di servizio del 1975, 1978 e 1980, inerenti compiti e doveri dei controllori regionali.

Una delle suddette comunicazioni di servizio, che erano state emesse dal Commissario Daniele Fosson e precisamente quella del 6 gennaio 1975, contiene una tabellina sugli orfanelli, di cui la Commissione era venuta a conoscenza del contenuto, ma non della copia (vedi relazione del Consiglio del 14 gennaio); una fotocopia del solo frontespizio di un'unica relazione che il Manganone sostiene di aver rimesso al Presidente della Giunta in data 7 dicembre 1983, della quale allora ci lanciò soltanto un fischio; di due fogli di un verbale di consegna che il signor Manganone avrebbe sottoscritto con il suo predecessore.

Da questi non si poteva, come non si può oggi, trarre alcun supporto per la verifica che la Commissione era chiamata ad effettuare".

Quindi, questa documentazione del 6 marzo, che del resto tutti avete a disposizione, non influisce affatto sulle decisioni assunte dalla Commissione. Sfido chiunque a rileggersela ed a stabilire se c'è qualche influenza.

(...INTERRUZIONE...)

Scusa Consigliere Baldassarre, ma ascolta! Così dopo non interrompi. E non ascoltare solo quello che ti pare!

La documentazione che sta dentro il plico che ci è stato rimesso non influisce sui lavori della Commissione! Io mi sono riletto attentamente tutte le dichiarazioni in essa contenute.

C'è una relazione che comunica tutti i fatti e le entrate e che, in relazione al gennaio del 1981, dice: "Il tempo buono permette l'esecuzione a regola d'arte delle opere che si stanno facendo"; nel febbraio del 1981 precisa che: "I lavori esterni di ampliamento procedono in modo regolare e veloce. La costruzione delle sale giochi è ormai fuori, mentre la strada di accesso al Billia ed al parcheggio è in fase di buon avanzamento, così pure le altre opere...

L'organico regionale sviluppa con attenzione i compiti affidati e, per il momento, non sono assolutamente necessari altri turni e servizi; l'orario è identico a quello vigente in passato... Il conteggio dei biglietti è eseguito dalle ore 15 del giorno successivo...

L'approvazione della convenzione SAI-SET, da parte del Consiglio regionale, pare abbia fatto riflettere molti, anche se da parte di alcuni tecnici è emersa l'intenzione di ricorrere, dicono loro, al T.A.R. ed al Coordinamento".

(...INTERRUZIONE...)

BENEFORTI (D.C.): Ma lasciate parlare! Tutte queste note dicono praticamente che le cose vanno avanti, che tutto è sotto controllo, che la situazione va bene, che i lavori delle varie opere procedono, che i rapporti con le società sono ottimali...

BALDASSARRE (fuori microfono): Vogliamo leggere l'intero fascicolo!

BENEFORTI (D.C.): Consigliere Baldassarre, se la metti su questo piano, ogni volta che parlerai tu ti interromperò anch'io! Abbi pazienza, perché questa è una scorrettezza bella e buona anche nei confronti degli altri Colleghi!...

Si parla di un ambiente troppo sindacalizzato. Vi dà fastidio che l'ambiente SITAV sia sindacalizzato? Magari vi va bene quello SAISET che non era sindacalizzato?

Ma tutte queste note che cosa modificano? Le avete lette? Che cosa modificano rispetto alla convenzione che noi abbiamo fatto?

Dei fuori-busta già sapevamo! Delle tabelline già sapevamo! Di tutto quello che avveniva e che è scritto qua dentro noi già sapevamo! Io me le sono lette molto attentamente e vi potrei citare tante altre circostanze, ma, guarda caso, l'unica cosa che manca qui dentro è il fatto che in quattro anni non è mai stato registrato alcun bisticcio con la SITAV e neppure con la SAISET! Tutto va bene! È possibile che in tre o quattro anni non si sia mai verificato alcuno scontro tra il Commissario e la SITAV? Eppure qui dentro non c'è niente in merito!

ALOISI (fuori microfono): Leggi bene, leggi bene!

BENEFORTI (D.C.): L'ho letto tutto e del resto non voglio far perdere del tempo al Consiglio, ma qui dentro non c'è niente che noi non sapevamo; vi si parla anche dei fuori-busta! Chiaro?

Anche in riferimento al controllo del punto e banco e dei giochi americani sappiamo ben tutti che il controllo non c'era perché una convenzione prevedeva che si dovesse corrispondere alla Regione una cifra fissa. Con questo però, io non voglio dire che l'ex Commissario Manganone non abbia fatto bene a presentare la presente documentazione. Per l'amor di Dio! Egli ha fatto bene, perché cerca la propria difesa! Ma di qui a dire che questa documentazione incide su quello che la Commissione ha già fatto e che quindi bisogna modificare la relazione, proprio perché c'è questa documentazione, ne passa di strada e di tempo!

Veniamo ora alla relazione del Consiglio ed alle famose pagine dalla 67 alla 73...

RICCO (fuori microfono): Stai calmo, stai calmo!

BENEFORTI (D.C.): Sono calmo, sono calmo!

Quanto è detto dalla pagina 67 alla pagina 73 e poi più avanti fino alla pagina 83 (pagine che l'ex Commissario Manganone contesta e per le quali si risente anche il Consigliere Aloisi perché sono presenti nella difesa dell'avv. Biagini) non l'abbiamo inventato noi come Commissione. In quelle pagine si dice:

"La Commissione, nell'adempimento del mandato conferitole dal Consiglio, ha altresì esaminato gli aspetti connessi con la congruità del sistema regionale dei controlli sull'attività della Casa da Gioco.

A questo scopo la Commissione ha avuto diversi incontri con il Commissario regionale provvisorio presso la Casa da Gioco, con l'Ispettore regionale addetto alle manifestazioni, nonché con il personale regionale di ruolo addetto ai controlli dei giochi...".

Va bene, se non vi interessa, io...

PRESIDENTE: Signori Consiglieri!

BENEFORTI (D.C.): Voglio dire che noi abbiamo sentito tutti coloro che doveva no essere sentiti ed inoltre che le dichiarazioni riportate in questa relazione sono proprio le stesse che quelle persone hanno effettivamente rilasciato.

Non dico altro, anche se anch'io dovrei aggiungere qualche cosa che però esporrò in un altro momento.

Si dice ancora: "Nel rispetto delle disposizioni di forfetizzazione dei proventi non sono mai stati posti in essere controlli sui giochi americani del punto e banco e simili...". Ma questo non l'ho inventato io, non l'ha inventato il Consigliere Mafrica o il Consigliere Pollicini, o chi era allora presente in Commissione, perché queste cose le ha dette il Sanchioli! Noi ci sia mo solo limitati a riportare in questa relazione la fotografia della situazione, tant'è che e stesse cose sono state dette anche dal corpo dei controllori regionali!

Sappiamo tutti che c'era una tabellina (del resto è scritto anche qui!), sappiamo tutti che c'erano le 165.000 lire e che c'era il fuori-busta e tutto il resto!

L'ex Commissario Manganone, in sede di Conferenza dei Capigruppo, ha dichiarato che era falso che i gettoni fossero stati dati come mancia al personale della SITAV. In realtà, però, essi veni vano dati proprio come mancia al personale della SITAV, tant'è vero che lo stesso personale, tramite la propria rappresentanza sindacale aziendale, avanzò reclamo, mi pare, sia nei confronti dell'ex Commissario Manganone e sia nei confronti della SITAV, perché, non ricevendo più i gettoni, essi sosteneva no di essere decurtati delle mance. Tutti ci ricordiamo di questo fatto che è anche registrato a verbale negli atti della Commissione, dai quali risulta che i controllori sostenevano che i gettoni fuori corso dovevano rimanere perché avevano un carattere promozionale per il gioco all'interno della Casa da Gioco.

Allo stesso modo era venuto fuori anche il discorso dei fuori busta che ci era stato chiaramente detto in Commissione dai controllori, così come quello delle "poussettes", degli orfanelli, dei prestasoldi...

Su tutti questi aspetti, però, il Consiglio ha preso i suoi provvedimenti, alcuni proposti dalla Giunta, molti dal suo Presidente ed altri direttamente dallo stesso Consiglio, che hanno cambiato moltissime cose all'interno del Casinò!

Forse ci vogliamo dimenticare che abbia mo cambiato quasi tutto con la regolamentazione che abbiamo portato avanti: dai gettoni fuori corso che non ci sono più, dalle "poussettes", dai prestasoldi, dal conteggio biglietti che veniva effettuato al giorno dopo, dal biglietto d'ingresso alle sale da gioco, dai biglietti omaggio?

Io non ho qui l'elenco di tutti i provvedimenti che sono stati presi, ma il Presidente della Giunta, che è qui presente, è anche buon testimone di quanto è stato cambiato!

Non ci si venga a dire: "Quale legge ha detto che non si doveva eseguire alcun controllo?" Si tratta della legge regionale n. 167, quella che prevedeva le 165.000 lire; ed in essa c'è scritto che i controllori regionali, all'interno del Casinò, non possono toccare né fiches e né soldi! In quella legge sono specificati tutti i vari obblighi e doveri dei controllori regionali!

Non ci si può certamente rifare alle leggi del Parlamento italiano, ma ci si deve rifare alla legge con la quale la nostra Regione determinò quelle 165.000 lire al mese e con quella stessa legge furono anche ribaditi i diritti ed i doveri dei dipendenti. In essa erano specificati i compiti del Commissario, quelli del Vicecommissario ed anche quelli dei controllori regionali. Quindi noi non abbiamo inventato niente!

Quando si dice che essi avevano preso quei soldi "fuori legge", si dice il vero, perché nessuna legge prevede che un ente pubblico, come siamo noi, possa dare, come in questo caso, dei fuori-busta ai controllori regionali!

Che la colpa sia loro o meno, questo è un altro discorso! La realtà però è che li hanno presi "fuori legge", perché la legge non c'era! E queste cose bisogna tenerle presenti e bisogna dirle!

Noi allora non abbiamo fatto il processo alla persona Manganone ed ai controllori dell'Amministrazione, così come non mi sento in obbligo di farlo oggi. Ma non si può neanche dire che abbiamo portato avanti in modo falso e distorto i lavori della Commissione e che abbiamo interpretato le cose così come pareva a noi!

Vi ho già detto una volta che anche i giudici hanno ritenuto valido il contenuto della relazione e ciò è la dimostrazione più evidente della falsità dell'accusa di falsa interpretazione dei fatti. Anche il T.A.R. ha ritenuto valido il contenuto della relazione quando noi abbiamo portato avanti il discorso della revoca.

Dov'è, allora, quel "grande controllo" a cui si fa riferimento? Il T.A.R. dice in proposito: "Le risultanze della terza relazione sui lavori della Commissione Affari Generali, allargata ai Capigruppo, sono tali da consentire di individuarla responsabilità della SAISET in relazione alle soppressioni ed occultazioni accertate..."

(...INTERRUZIONE...)

Noi sappiamo che esisteva una convenzione e che il punto e banco non era controllato.

Ma senza cattiveria io posso dire che se tutto fosse stato sotto controllo, per quanto concerne i giochi americani, non si sarebbe di certo arrivati alla disdetta della convenzione.

E la sentenza del T.A.R. dice appunto: "Le risultanze della terza relazione sui lavori della Commissione Affari Generali allargata ai Capigruppo sono tali da consentire di individuare la responsabilità della SAISET in relazione alle sottrazioni ed occultazioni accertate...

È emerso che in sede di indagine penale a carico di responsabili della gestione della SAISET sono emersi fatti e situazioni comprovanti...

È stato accertato che la SAISET operava una sistematica sottrazione...".

Queste cose sono state scritte dal Tribunale, sulla base della terza relazione che noi abbiamo fatto ed approvato in questo Consiglio con la revoca! Quale controllo quindi è stato fatto sui giochi americani? Solo dopo la chiusura dell'istruttoria potremo vedere quale sarà la situazione e solo allora potremo avere in mano una parte di verità, certamente più estesa di quella di cui disponiamo oggi.

Mi scuso con i Colleghi se ho parlato in questa maniera, forse un po' risentita, ma l'ho fatto perché nei lavori di questa Commissione io ci ho messo l'anima ed intendo mettercela anche oggi.

Non mi sono mai messo contro nessuno, neppure contro il Commissario e contro i controllori regionali.

È chiaro che io non godo né della stima né della fiducia dei controllori regionali e ciò forse da diverso tempo. Ma questo non significa nulla.

Per quanto mi riguarda posso dirvi in tutta sincerità e serenità di coscienza ch'io mi sento tranquillo del lavoro che ho svolto. Do anche atto, come qualcuno ha già riconosciuto qui dentro, che la Commissione ha effettivamente lavorato.

Pertanto, personalmente dico e ripeto che, se la maggioranza e la Giunta riapriranno i lavori di questa Commissione (ed io mi atterrò alle loro decisioni), io mi riterrò l'uomo più contento del mondo per il semplice fatto che potrò finalmente dimostrare che molto poco si può ancora fare oltre a quello che noi abbiamo scritto nella nostra relazione, il contenuto della quale certamente corrisponde a verità. Grazie.

Si dà atto che alle ore 20,01 riassume la Presidenza il Presidente BONDAZ.

PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Presidente della Giunta, Rollandin; ne ha facoltà.

ROLLANDIN (U.V.): Le débat, c'était normal, a réexaminé une série de requêtes, et a même porté à des accusations au ni veau des différents membres de la Commissions. Etant donné que nous avons toujours respecté un rapport loyal tant avec les autres forces politiques qui ne font pas partie de la majorité qu'avec une information que nous voudrions correcte au maximum, étant donné aussi qu'il y a plusieurs requêtes, je demanderai cinq minutes de suspension pour examiner certains problèmes.

Si dà atto che la seduta è sospesa dalla ore 20.15 alle ore 20.22.

PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Presidente della Giunta Rollandin; ne ha facoltà.

ROLLANDIN (U.V.): En remerciant le Conseil d'avoir accepté la suspension de cinq minutes, je crois que lorsqu'on veut examiner les problèmes administratifs, nous avions toujours souligné que nous ne voulions pas nous substituer aux juges qui doivent examiner les différents dossiers, pour donner les réponses que nous souhaitons très rapides pour rétablir la clarté sur toute cette période et, parallèlement nous avons toujours soutenu que la possibilité du débat et la disponibilité des Conseillers visaient à donner un jugement politique sur les faits qui concernent les années que nous connaissons à propos de la gestion et des rapports entre Administration régionale et Casino.

J'ai écouté avec attention les interventions des différents Conseillers sur les trois motions qui partaient des propositions différentes. La motion de Baldassarre dénonçait le manque de documentation vis-à-vis de certaines requêtes à ce propos je dis que suite à la première lettre, lue par M. Baldassarre - et n'oublions pas certaines dates: la première lettre envoyée par le Président de la Commission date du 12 décembre '83 et les faits commencent en novembre '83 il y a une lettre de réponse - et si M. Baldassarre était honnête il devait dire qu'elle n'a pas été signée de ma part. Il faut être honnête jusqu'au fond: je ne renie pas cette lettre mais je ne l'ai pas signée.

Il y a un'autre lettre de M. Beneforti qui demande des éclaircissements, à la quelle on répond le 6 février: "Con riferimento alla nota del 2 febbraio concernente l'oggetto si trasmette la seguente documentazione: corrispondenza e atti riguardanti i giochi di cui al punto b) dell'articolo 2 della Convenzione SAISET..., corrispondenza riguardante l'accantonamento di una aliquota.., della Regione e prospetto delle somme relative. Per quanto riguarda ancora la generica richiesta di altri documenti si prega di voler meglio precisare la natura degli stessi poichè è impensabile di dover riprodurre a caso la documentazione riguardante l'argomento, in atti presso questa Presidenza, dove peraltro la stessa è consultabile".

Ce qui signifie deux choses:

1) il n'y a jamais eu l'intention de la Présidence de la Junte, ni des Conseillers des forces de la majorité de cacher n'importe quoi; 2) les documents étaient là pour être consultés.

Suite à cette lettre, on n'a jamais eu d'autres requêtes.

En effet, lorsque M. Mafrica m'avait accusé d'avoir caché les documents, j'avais répondu: "je ne veux ni entrer dans la polémique, ni donner une réponse selon les accusations qui me sont adressées".

Je veux répéter que chaque fois que j'ai reçu une lettre, j'ai toujours répondu aux requêtes. Je n'ai pas ici les lettres pour donner des réponses sérieuses; je vérifierai s'il y a des documents auxquels je n'ai pas répondu.

Les documents diront certainement quelque chose de différent par rapport à ce que disait M. Baldassarre. La lettre du 1er octobre '84 était la réponse à M. Manganone avec laquelle je transmettais les documents qui sont indispensables à la Commission et comme je donnais à M. Manganone ces documents, j'avais adressé pour information la même lettre à M. Maurizio Laudi.

Sur la question de la motion présentée par M. Aloisi, sans entrer dans les détails, il faut surtout retenir que dans son ensemble l'Administration régionale vis-à-vis de M. Manganone a une attitude qui, selon M. Aloisi n'est pas juste etc...

Nous avons déjà dit quelle était l'attitude à la base du choix vis-à-vis de M. Manganone. Justement, l'autre jour j'ai donnée une réponse à M. Aloisi ou j'ai dit: "Je souhaite qu'il ait le plus tôt possible la réponse du Conseil d'Etat sur le problème n. 1: M. Manganone est-il oui ou non employé de l'Administration régionale? Résolu ce problème tous les autres auront un différent relief.

Sème motion de M. Mafrica: je crois que là le problème a été examiné avec une autre envergure. On a repris certaines exigences qui étaient à la base du choix de charger la commission d'examiner une série de problèmes, à laquelle la commission a donnée des réponse et le Conseil régional a déjà adopté une série de mesures qui ont changé les attitudes au sein de la Maison de jeu. Je suis le premier à reconnaître qu'il y aurait encore des améliorations à faire. Mais je crois que l'attitude des Conseillers était la suivante: "Il y a du bruit vis-à-vis de documents, des questions qui se sont passées, etc...".

Alors s'il y a la volonté du Conseil d'examiner tous es dossiers et de permettre à l'opinion publique de juger ce qui se passe afin de dissiper tous les doutes, il y a l'exigence de reprendre les travaux de la Commission, pour examiner les faits et donner une réponse.

En considération de ces faits, je crois qu'on ne peut que partager la solution de reprendre les travaux et on le fait pour une considération assez simple qu'on a essayé de remettre dans cet ordre du jour:

"Il Consiglio regionale,

a conclusione del dibattito svoltosi in merito alla vicenda del Casinò, al fine di:

- rispettare l'esigenza di una puntuale informazione;

- evitare facile strumentalizzazione su una vicenda su cui tutti sperano di fare chiarezza;

- esaminare eventuali fatti intervenuti dalla conclusione dell'inchiesta ad oggi;

- mantenere un corretto rapporto tra tutte le forze politiche:

DELIBERA

di dare mandato alla Commissione affari generali allargata ai Capigruppo, di riprendere i propri lavori di accertamento e verifiche sulla casa da gioco e rassegnare al Consiglio una relazione conclusiva entro il 30 marzo '87."

Avec cette proposition, nous voulons démontrer que nous ne voulons pas un débat stérile, pour cacher les faits, et surtout pas pour mettre certains membres de la commission compétente en difficulté.

A maintes reprises, les Conseillers avaient quelque peu reproché de n'avoir pas le temps disponible d'examiner les vrais problèmes de notre Vallée.

Je me souhaite qu'il y ait la possibilité d'examiner avec tout le calme possible les documents et tout ce que la commission croira bon de faire. Je crois que, comme d'autres Conseillers l'ont fait, on ne peut que se rappeler que l'Administration régionale ne doit pas uniquement concentrer son travail sur le problème du Casino.

Je souhaite du sérieux de la part de tous les Conseillers pour donner des réponses sérieuses à tous ceux qui attendent de la part du Conseil un travail dans la bonne direction.

J'invite les Conseillers à accepter cette proposition et de renvoyer à la commission compétente toutes les questions qui doivent être posées.

PRESIDENTE: Credo che i lavori del Consiglio potrebbero anche ritenersi conclusi, almeno per quanto concerne questo punto all'ordine del giorno, anche perché tutte le altre discussioni, richieste e valutazioni potranno essere fatte in sede di Commissione Affari Generali allargata ai Capigruppo.

Apporto solo una modificazione al testo del deliberato, nel senso che la dizione "entro quattro mesi" dovrà essere sostituita con la nuova formula "entro il 30 marzo 1987" anzi "entro il 31 marzo 1987", così diamo un giorno di tempo in più alla Commissione che potrà darci una relazione molto più ponderata.

Ha chiesto la parola il Consigliere Torrione; ne ha facoltà.

TORRIONE (P.S.I.): Prendo atto con soddisfazione che la maggioranza ha accolto l'impostazione che noi avevamo suggerito. Do anche atto al Presidente della Giunta di aver raccolto alcune delle raccomandazioni che noi avevamo avanzato.

Se così non fosse stato, probabilmente oggi sarebbe risultato "sconfitto" l'intero Consiglio regionale. In questo modo, invece, ancora una volta, di fronte ad una vicenda difficile e per certi versi paralizzante (anche se non lo dovrebbe essere), il Consiglio ha saputo riappropriarsi delle sue competenze, per non lasciare zone d'ombra, per evitare che illazioni varie turbino la collettività valdostana e per cercare, nei limiti del possibile, di dare un giudizio politico e amministrativo, ripeto politico e amministrativo, sui fatti emersi negli ultimi tempi.

Dobbiamo prendere atto di questo atteggiamento della maggioranza e, siccome non siamo qui solo per fare dell'opposizione preconcetta, riconosciamo che, quando gli atteggiamenti sono coerenti e conseguenti, devono essere debitamente rimarcati. L'atteggiamento di oggi della maggioranza è estremamente responsabile e noi lo condividiamo.

Per questo motivo il nostro voto sarà favorevole nei confronti dell'ordine del giorno. Grazie.

PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Baldassarre; ne ha facoltà.

BALDASSARRE (P.S.D.I.): Io non farò dei complimenti alla maggioranza, perché ritengo che l'approvazione di questo ordine del giorno sia un atto dovuto verso l'opinione pubblica e noi ci aspettavamo che il Consiglio regionale provvedesse a far effettuare ulteriori accertamenti su questa vicenda che interessa il Casinò di St. Vincent.

Approfitto dell'occasione per tranquillizzare il Consigliere Mafrica ricordandogli che la mia mozione, a differenza delle altre, partiva dal presupposto che io qui ribadisco e cioè che quelle lettere, con quei numeri di protocollo, esistono effettivamente e sono il risultato di ricerche da me effettua te; di tutte le lettere in mio possesso distribuirò una fotocopia.

Apro una parentesi per dire che non si può offendere, non solo l'intelligenza di un Consigliere regionale, ma addirittura il prestigio umano, che per noi è sacro. In questo momento non posso ricordarmi e quindi non posso giurare se la prima lettera, prot. n. 126 Gabinetto della Presidenza della Giunta, era firmata o meno dal Presidente Rollandin, perché non ho quelle lettere a portata di mano; però quello era il tenore della lettera.

Signor Presidente, non certo per fare polemica ma solo per precisare alcune cose, possiamo anche andare oltre...

ROLLANDIN (fuori microfono): Riprendiamo ancora tutto il discorso?

BALDASSARRE (P.S.D.I.): No, no! Non lo riprendiamo, ma facciamo solo una doverosa precisazione! Potrei polemizzare...

ROLLANDIN (fuori microfono): Se vuoi quella lettera ce l'ho anch'io!

BALDASSARRE (P.S.D.I.): Sì, va bene! Però io non so se...

PEDRINI (fuori microfono): C'è una apposita Commissione e, invece di continuare qui, non devi far altro che continuare in sede di Commissione!

BALDASSARRE (P.S.D.I.): Io non sto aprendo i lavori della Commissione, ma sto cercando di fare delle precisazioni.

Può darsi che la prima lettera della Presidenza della Giunta, siglata dal Presidente Rollandin e firmata da non so quale Consigliere, negasse, con la scusa di "fatti riservati", la documentazione richiesta.

Ma nella lettera-richiesta successiva, alla quale ha poi fatto seguito una lettera-risposta "firmata" dal Presidente Rollandin, la Commissione diceva: "Si ribadisce la necessità...".

Quando si risponde ad una lettera io credo che, perlomeno, la si debba aver letta con una certa attenzione e serietà; ne consegue che il sottoscritto ritiene che il Presidente debba aver letto la lettera-richiesta inviatagli dalla Commissione.

Non vado oltre, perché si tratta di questioni che dobbiamo dibattere in sede di Commissione, ed ho voluto solo precisare questa circostanza.

Non condivido la parte preliminare di questo ordine del giorno, dove si parla di "strumentalizzazione", perché non credo che in questo Consiglio si stia facendo della strumentalizzazione, così come credo che non la si possa fare fuori. Ne consegue che non stiamo cercando di "evitare possibili strumentalizzazioni", perché noi stiamo cercando di avere dei chiarimenti.

Sono invece d'accordo sulla parte deliberante di questo ordine del giorno.

Nutro delle perplessità sull'affidare di nuovo alla Commissione Affari Generali (Però, quando si parla di "ricostruire", non si può che riaffidare alla stessa Commissione) questo supplemento di indagini, perché, come ho già avuto modo di dire, e me ne assumo la piena responsabilità, a me non è piaciuto il lavoro della Commissione Affari Generali sotto la Presidenza del Consigliere Beneforti, tanto è vero che nessuna delle tre relazioni è stata da me votata.

Poiché il mio voto contrario non servirebbe a far cambiare idea alla maggioranza, voterò a favore di questo ordine del giorno sperando che finalmente (Mi pare che in tal senso ci sia già un impegno) sia data alla Commissione tutta la documentazione necessaria, attualmente in possesso della Giunta e dei vari Assessorati.

Noi operiamo in questo modo non certo per ottenere chiarezza nei nostri confronti, ma nei confronti dell'opinione pubblica che si attende quella chiarezza che noi intendiamo perseguire.

Pertanto, dopo aver espresso le mie perplessità su questa approvazione da parte della maggioranza, cosa che invece io ritengo un atto dovuto, dichiaro che voterò a favore di questo ordine del giorno.

PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Mafrica; ne ha facoltà.

MAFRICA (P.C.I.): La distinzione fatta dal Presidente della Giunta ha colto abbastanza nel segno il senso della mozione presentata dai Gruppi: Comunista, Socialista e di Nuova Sinistra.

Infatti, nel deliberato di questa mozione c'era scritto:

"1) riesaminare alla luce dei fatti nuovi la documentazione già vagliata;... 3) acquisire tutta la documentazione relativa, o comunque connessa, ai lavori del Tiro a volo e relazionare nel più breve tempo possibile al Consiglio regionale, nell'intento di ridare fiducia all'opinione pubblica e credibilità al massimo Consesso istituzionale valdostano".

Poiché ci sembra che in questo ordine del giorno, che manifesta al Consiglio un indirizzo di serietà ed un chiaro intento di massimo approfondimento del problema, siano rispettate le indicazioni della mozione, noi voteremo a suo favore.

PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Pedrini; ne ha facoltà.

PEDRINI (P.L.I.): Pochi minuti fa è stato distribuito "il malloppo" relativo al prossimo Consiglio regionale. In esso è prevista anche una mia mozione, relativa al presente ordine del giorno.

La stessa mozione sarebbe dovuta arrivare tre giorni prima, ma, per un disguido tecnico non imputabile al sottoscritto, essa è arrivata in ritardo. Senza il ritardo lamentato la mozione sarebbe stata discussa questa sera insieme alle altre tre.

Poiché quanto ha detto il Presidente della Giunta può essere interpretato come la giusta conclusione del dibattito di questa sera comunico sin d'ora che ritirerò quella mozione perché sarà già superata dalle circostanze per il prossimo Consiglio.

PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Aloisi; ne ha facoltà.

ALOISI (M.S.I.): Accetto con soddisfazione la decisione della maggioranza del Consiglio di approvare questo ordine del giorno relativo alla riapertura dei lavori della Commissione e quindi, ritenendomi più che soddisfatto, dichiaro che voterò a favore dell'ordine del giorno.

Vorrei rispondere ad alcune provocazioni, come quella del Consigliere Beneforti: "La vergogna di questo Consiglio sei tu, Aloisi!", ma non lo faccio per rispetto al Consiglio ed anche perché è stata assunta una decisione corretta e che va, finalmente, nel senso che io auspicavo e cioè quello di rendere giustizia e di ricercare la verità in merito sull'intero problema.

PRESIDENTE: Do lettura e pongo in votazione le premesse ed il testo finale del deliberato:

IL CONSIGLIO REGIONALE

a conclusione del dibattito svoltosi in merito alla vicenda del Casinò, al fine di:

- rispettare l'esigenza di una puntuale informazione;

- evitare facili strumentalizzazioni su una vicenda su cui tutti sperano di fare chiarezza;

- esaminare eventuali fatti intervenuti dalla conclusione dei lavori della Commissione ad oggi;

- mantenere un corretto rapporto fra tutte le forze politiche;

DELIBERA

di dare mandato alla Commissione Affari Generali allargata ai Capi Gruppo di riprendere i propri lavori di accertamenti e verifiche sulla Casa da Gioco e rassegnare al Consiglio una relazione conclusiva entro il 31 marzo 1987.

ESITO DELLA VOTAZIONE

Presenti, votanti e favorevoli: 32.

Il Consiglio approva all'unanimità.

PRESIDENTE: Signori Consiglieri, a questo punto, prima di andare avanti e prendere in considerazione il punto dell'ordine del giorno che interessa l'Assessore Borbey, credo che si debbano intendere come ritirate le tre mozioni che sono state presentate.