Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1608 del 19 novembre 2015 - Resoconto

OBJET N° 1608/XIV - Approbation de résolution: "Condamnation des attentats de Paris et renforcement de la coopération internationale pour la lutte contre le terrorisme".

Président - Chers collègues, à la suite des terribles attentats terroristes qui ont frappé la capitale française vendredi 13 novembre dernier, en concertation avec les Chefs des groupes, nous avons voulu présenter une résolution afin de renforcer notre position face à ces attaques. Le devoir de la politique est celui d'affronter ces questions car ces actes abominables minent les valeurs et les fondements culturels des démocraties européennes et provoquent la peur dans nos communautés. Il est donc important que notre Assemblée s'exprime d'une façon unanime: d'un côté, pour exprimer notre participation à la douleur des familles et des proches des victimes et notre solidarité au peuple et aux institutions françaises; d'autre part, pour condamner fermement ces attaques lâches et barbares, ainsi que tous les actes de terrorisme qui ont frappé non seulement la France, mais aussi tous les peuples qui se reconnaissent dans les valeurs de la Déclaration des droits de l'homme. Nous sommes tous concernés, mais à la peur il faut opposer notre vision de la démocratie, une vision faite de respect des droits fondamentaux, de respect pour la vie de l'être humain. Nous avons aussi le devoir de contraster au sein de nos communautés respectives toutes les tentatives d'alimenter les conflits entre les religions et les communautés. Aujourd'hui dans un monde de globalisation il faut apprendre à vivre avec l'autre, il faut donc des politiques culturelles aptes à éviter un conflit entre civilisations, qui aujourd'hui, en raison d'une mobilité accrue et de migrations forcées, entrent de plus en plus en contact. Tout comme il faut faire appel au Gouvernement italien pour qu'il exprime la nécessité de renforcer la coopération internationale pour la lutte contre le terrorisme principalement par le biais d'initiatives politiques et culturelles qui valorisent le respect de la démocratie et de la liberté afin de contraster toute tentative d'alimenter le risque de conflits entre les religions et les civilisations.

Quelqu'un demande la parole? La parole au collègue Ferrero.

Ferrero (M5S) - Grazie Presidente.

Solo per una rapida precisazione. Noi abbiamo chiesto esplicitamente l'inserimento nella risoluzione del fatto che l'articolo 11 della nostra Costituzione prevede che l'Italia ripudia la guerra come metodo di risoluzione delle controversie internazionali, questo perché non ci fosse nella risoluzione un mandato in bianco quasi ad utilizzare qualsiasi mezzo per risolvere le cose. Rapidamente quindi il significato della risoluzione è anche di combattere il terrorismo, ad esempio, non andando a visitare e a prendere accordi commerciali come ha fatto il Presidente del Consiglio Renzi con l'Arabia Saudita, non vendere le armi, le bombe che stanno partendo dall'Italia per alimentare il commercio di armi che poi va anche ai terroristi. È ricordare che l'ISIS deriva sostanzialmente da gruppi che erano finanziati dagli Stati Uniti e che si sono poi trasformati alla fine, all'inizio dovevano combattere il Dittatore Assad poi si sono trasformati invece in quello che ben sappiamo. È anche bene ricordare che se a tutti i francesi, al popolo francese va la nostra solidarietà e la nostra vicinanza, non può andare, per quanto ci riguarda, al Governo francese, Governo che ha bombardato deliberatamente la Siria senza alcun accordo internazionale, Governo che all'epoca è partito a bombardare la Libia e poi abbiamo visto quello che ci è rimasto, dalla Libia arrivano tutti i profughi disperati qui in Italia, Governo che ha bloccato le frontiere di Ventimiglia perché poi i profughi non li voleva prendere. Ci sono stati quindi dei grossi errori da parte del Governo francese. Va potenziata l'intelligence, va potenziata la lotta al terrorismo, i terroristi vanno trattati come terroristi, quindi incarcerati o comunque eliminati, ma, attenzione, dobbiamo vedere che ci sono delle grosse responsabilità, quindi vicinanza alla Francia, ma i metodi delle bombe a casaccio per poi lasciare posti come la Libia, l'Iraq, in cui c'erano, è vero, dei dittatori, alla mercé dell'estremismo islamico non è stata una buona ricetta, quindi vicinanza al popolo francese, ma presa di distanza da un certo metodo di trattare il terrorismo, che è il vecchio metodo delle bombe che serve per dare consenso ai Governi come quello di Hollande, che ormai non aveva più consenso e che stanno per morire sulla pelle dei cittadini europei e di quelli di altri Paesi.

Presidente - Altri chiedono la parola? La parola al collega Guichardaz.

Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente.

Qualche parola la voglio dire per questa commemorazione, per quest'evento e credo sia necessario in qualche modo dire qualcosa. Vi sono commemorazioni di fatti che risalgono a decine di anni fa che sanno suscitare sentimenti anche di forte partecipazione ideale e mantengono certamente intatto il loro significato simbolico, ma che a volte forse proprio perché in là nel tempo non incidono in modo viscerale nella nostra sfera emotiva. I fatti che oggi ricordiamo invece oggi sono ancora vivi, abbiamo tutti negli occhi le scene terribili dei ragazzi del Bataclan riversi sul pavimento, per strada, il sangue di centinaia di persone ferite o barbaramente uccise. Persone la cui unica colpa è stata di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato, la cui unica colpa è stata di volersi distrarre per una sera ascoltando musica, bevendo qualcosa in compagnia di amici, fidanzati, di altre persone, nessun altra colpa, nessuna responsabilità, neppure per gesti per provocazione come a volte succede in contesti a rischio...che so? cortei, manifestazioni, sommosse. Questo colpisce dei fatti di Parigi: la normalità del contesto, si potrebbe dire parafrasando Hannah Arendt: la banalità del contesto. D'altronde i terrorismi sono proprio questo: la totale casualità sia nella scelta dei luoghi, sia delle persone coinvolte, la spersonificazione delle vittime, bersagli e non uomini, non persone, obiettivi incolpevoli.

Ora, noi siamo qui ancora sgomenti, profondamente turbati per fatti che sono capitati a qualche centinaio di chilometri da casa nostra, accaduti a persone con le quali abbiamo, tra l'altro, anche delle affinità e non solo linguistiche. Donne e uomini, ragazzi per lo più che facevano le stesse cose che facciamo noi, che fanno i nostri figli, che si divertivano purtroppo allo stesso modo di come facciamo noi, di come fanno i nostri ragazzi. Quest'affinità ci porta a partecipare al dramma vissuto dai protagonisti di quegli attentati, ci porta a partecipare ai fatti di Parigi con un senso di particolare vicinanza, dicevo prima, con un trasporto emotivo fortissimo. Siamo vicini - e credo di poter parlare anche a nome dei colleghi - alle famiglie di queste persone, di questi ragazzi che oggi piangono i loro cari con quel senso di stordimento che sopravviene quando non si sa dare una spiegazione alle cose, non si sa trovare una giustificazione ai fenomeni. Uccidere, anzi essere uccisi in nome di un Dio, che non è, permettetemi di dirlo, lo stesso Dio misericordioso a cui miliardi di fedeli di ogni credo e religione si rivolgono quotidianamente, a cui miliardi di persone affidano le proprie preghiere, dicevo che essere uccisi nel nome di Dio è inspiegabile, anacronistico, addirittura surreale. Credo che moltissimi mussulmani, cristiani, induisti, buddisti, ebrei, moltissimi praticanti delle varie religioni di massa abbiano pregato, stiano pregando e continueranno a pregare per le numerose vittime degli integralismi, per le loro famiglie, condannando senza riserve la profonda iniquità, la scelleratezza di quegli atti. Qui voglio ricordare anche tutte le persone uccise e mutilate in questi ultimi 14 anni, a cominciare dai quasi 3.000 morti e 6.400 feriti delle Twin Towers di New York, proseguendo con i 56 morti di Londra e gli oltre 700 feriti, le vittime degli attentati di Madrid, di Copenaghen, di Parigi, di Tolosa, di Lione, di Bali, di Sharm, del Cairo, di Ankara, di Tunisi, di Beirut, di Baghdad, della Nigeria, della Somalia, dell'Afghanistan, del Pakistan, del Sud Sudan, del Kenya, dello Yemen e chissà di quanti altri luoghi della terra. Anche noi ci uniamo, ognuno come sa fare o come crede opportuno di fare al cordoglio per le vittime, al dolore delle famiglie, con l'idea profonda e intima che rispondere al terrorismo con la guerra totale, con i bombardamenti a volte indiscriminati, con altra violenza non sempre è la soluzione migliore, anzi quasi mai lo è stata. Auspichiamo che una forte azione diplomatica con alleanza tra i Paesi nemici dei terrorismi di tutto il mondo sappia spezzare innanzitutto quei legami economico-finanziari che sono alla base di ogni regime illiberale, che sappia incidere quest'alleanza che si sta delineando in questi giorni sui traffici illegali di petrolio, di opere d'arte, di armi, di stupefacenti, di esseri umani, che sappia bloccare all'origine con azioni anche di intelligence coordinate le fonti di finanziamento dei gruppi terroristici. Solo così, facendo muro contro i flussi di denaro illegale si potrà arginare un fenomeno che rischia di dilagare in modo incontrollato e forse anche - vengo alla conclusione - ripristinando un'etica pubblica che sappia dire "no" alla produzione, alla vendita di armi e armamenti di offesa, a volte fatti - e non ho problemi a dirlo - anche attraverso canali del tutto legittimi, magari da industrie pubbliche o partecipate dal pubblico, affinché, colleghi, non ci si debba trovare nella paradossale condizione di complici e vittime allo stesso tempo. Grazie.

Presidente - Grazie collega. Altri che intendono intervenire? Non vedo altre richieste. La parola al collega Marquis.

Marquis (SA) - Merci Président.

Les actions cruelles qui ont eu pour cadre la belle ville de Paris transgressent les valeurs de la vie et de la justice. Les jeunes et les moins jeunes qui ont été frappés dans le cœur de la ville dans des moments particuliers de relax et d'insouciance ont laissé dans notre conscience un fort sentiment de désespoir. Dans un certain sens le monde entier a ouvert les yeux sur son extrême fragilité devant ces actes, qui veulent toucher au plus profond de l'être sans honte et sans remords. Nous valdôtains, italiens et européens nous sommes loin de cette stratégie destructive du moment que nous avons grandi dans le respect de l'autre et que nous aimons la continuité de la vie. Ce vendredi là tout a basculé, a été déchiré, nous avons vécu des heures douloureuses, nos convictions ont pris un mauvais coup, mais ce n'est qu'un instant fugitif de la surprise et nous retrouvons plus que jamais la force et la détermination de nous relever. Le groupe de la Stella Alpina est proche par la pensée à toutes les familles des victimes, à leur chagrin qui est irrémédiable.

Questo drammatico attentato, unitamente all'esplosione dell'aereo russo nel Sinai e a tante altre iniziative violente in Siria e Medio Oriente, sono il frutto dell'azione terroristica e sanguinaria attuata dall'ISIS, gruppo che, facendo leva sull'estremismo religioso, arruola tra le sue file giovani senza progetti e senza speranze disposti a sacrificare la propria vita in nome di Allah, quindi a trasformare ogni luogo in un teatro di morte. L'ISIS non è solo un'organizzazione fanatica e crudele tra la Siria e l'Iraq, è nelle nostre strade, è tra di noi, terrorizza i cittadini europei per costringerli a non uscire più di casa, a sentirsi impotenti, a chiudersi in un sentimento di paura. Il cosiddetto "Stato islamico" ha i propri nuclei organizzati nelle nostre società, ragazzi spesso cresciuti nelle case accanto alla nostra, alimentati da un odio inesauribile verso l'Occidente, i suoi costumi di vita, le sue libertà. Siamo in una guerra globale e l'Europa è uno dei suoi campi di battaglia, ma è una guerra difficile da combattere, sappiamo dove sono le roccaforti dei fondamentalisti in Medio Oriente, ma sappiamo poco o nulla del nemico interno, che ha dimostrato di poterci colpire in ogni momento, anche perché non ha alcun scrupolo nel giustiziare persone indifese nei loro momenti di normalità e di vita quotidiana. La Francia per l'impegno militare in Siria è diventata uno degli obiettivi principali, ma le rivendicazioni e le minacce dell'ISIS hanno detto chiaramente che nel mirino ci sono anche Roma e Londra, c'è l'Europa, c'è l'Occidente con i suoi valori, nessuno può volgere lo sguardo da un'altra parte. In Europa si sono risvegliati i sentimenti comunitari latenti che accomunano i popoli di fronte a questi barbari atti. Tutto d'un tratto è affiorata la fragilità degli Stati e pare manifestarsi l'esigenza di rafforzare l'identità comune e la condivisione a livello comunitario di iniziative di difesa globale. Ci si auspica che il dover affrontare questo nemico comune possa far costituire l'impulso per una vera integrazione europea, che vada oltre all'unione economico-finanziaria e che sostenga la concretizzazione dell'Europa dei popoli.

Il processo di globalizzazione che stiamo tuttora vivendo ha aumentato la disparità tra i Paesi più avanzati e quelli arretrati e tra i ricchi e i poveri, tra coloro dotati di progetti di vita e coloro che vivono senza speranze. In vaste aree del mondo un gran numero di persone vive in condizioni di povertà estreme in contesti in cui è difficile procurarsi i mezzi di sussistenza, acqua e cibo, contesti in cui la libertà e la democrazia sono obiettivi ancora tanto lontani, molti fuggono dalle guerre in atto nei loro luoghi di origine e cercano fortuna attraverso migrazioni di massa versi i Paesi occidentali. L'Europa si è dimostrata impreparata ad accogliere dei flussi così importanti anche perché capitano in un periodo di crisi e stagnazione economica in cui vi è carenza di opportunità lavorative. Oltretutto questi grandi numeri riflettono anche problematiche di approccio socio-culturale legate alla convivenza e all'inclusione di culture profondamente diverse che spesso non riescono a rapportarsi e vivono in compartimenti stagni e senza relazioni.

Nessuno può combattere da solo la guerra all'ISIS, serve un'azione di responsabilità collettiva per costruire una coalizione internazionale che decida gli strumenti più efficaci per rovesciare il Califfato diventato centrale e punto di riferimento di tutto il terrorismo islamico. La strategia dei bombardamenti aerei e del sostegno ai combattenti anti ISIS ha dimostrato di essere insufficiente, c'è bisogno di una svolta che coinvolga pienamente gli Stati della regione nella lotta all'ISIS che va isolato e colpito. Serve un ordine internazionale che duri e trovi soluzioni per sconfiggere un'organizzazione terroristica diventata ormai globale. Serve una strategia di isolamento dei terroristi, che gli blocchi i flussi economici, determinati dal commercio del petrolio, dei beni archeologici, del traffico di stupefacenti, che le consentono di sostenere i costi logistici e di armamenti. In Occidente a livello politico occorre poi contrastare l'affermarsi di derive populiste che contribuiscono ad alimentare processi di tensione sociale destinati a destabilizzare il labile equilibrio sociale attuale. Auspichiamo che tutte le forze politiche e sociali della Valle d'Aosta, francesi ed europee facciano fronte comune nel difendere la libertà e la vita dei propri cittadini, che si adoperino per intraprendere un progetto comune finalizzato, attraverso un'azione di forte inclusione che possa eliminare le grandi iniquità sociali tra i popoli, alla creazione di una cultura di pace e solidarietà nel mondo.

Presidente - Grazie. Non vedo altre richieste di intervento. La parola alla collega Morelli.

Morelli (ALPE) - Merci Monsieur le Président.

Évidemment nous partageons le contenu de la résolution que nous avons suscrit, mais je crois que dans ces cas il n'est pas superflu d'intervenir, même si l'on risque parfois un peu d'être rhétoriques. Ce qui s'est passé vendredi dernier nous a profondément troublés tous pour différentes raisons, si l'attaque à Charlie Hebdo avait été perçue comme quelque chose de très grave et bien là c'est bien pire, parce qu'il s'est agit d'un acte absolument gratuit, qui a frappé au cœur la plus belle ville de France, une des plus belles villes d'Europe, de cette Europe à laquelle nous appartenons nous aussi dans notre petite Vallée d'Aoste, de laquelle nous partageons toutes les contradictions, toutes les criticités, les problèmes, les défauts, mais également la culture, la liberté, la démocratie.

En plus Paris est pour nous aussi autre chose, cette métropole a été pendant longtemps pour les valdôtains un point de repère important où les valdôtains ont trouvé un travail, des conditions de vie parfois meilleures par rapport à celles desquelles ils fuyaient. Elle représente encore aujourd'hui pour nous une ville que nous considérons une ville amie, une ville fraternelle, y nous allons pour rencontrer les gens issus de notre région que cette ville a accueillis dans le temps.

Paris est la ville où tant d'étudiants valdôtains ambitionnent aller pour faire leurs études, mais aussi pour vivre des expériences sociales, culturelles qui vont les former dans leur vie, qui vont ouvrir leur esprit et c'est justement cette ouverture d'esprit et la liberté de choix, la liberté de comportement que nous revendiquons en tant qu'européens, que l'on a voulu cibler par ces attentats, qui ont eu comme objectif des lieux de rencontre et de loisir où l'on était sûrs de faire beaucoup de victimes, des endroits qui représentent l'art, la musique, le sport, la convivialité, tous ces aspects qui pour nous sont des valeurs, que nous considérons des aspects censés à améliorer notre vie, mais que les fanatiques condamnent. Ils ont voulu semer la terreur dans la vie de citoyens tranquilles au nom d'une religion, qui sert de paravent à des intérêts bien plus grands et bien plus forts par rapport aux motivations qui peuvent avoir poussés les terroristes. Terroristes qui, tout compte fait, sont mi-bourreaux et mi-victimes prêts à se transformer en instruments de mort dans les mains de manipulateurs sans scrupules et donc nous vivons un combat qui est apparemment un combat impair quand nous sommes plus fragiles avec notre amour pour la vie face à leur culte pour la mort.

Comment pouvons nous réagir, comme pouvons nous faire face à ce phénomène qui est en train de devenir toujours plus une partie de notre vie? Il y a évidemment plusieurs plans de réaction, mais ce que à tous les niveaux il ne faut pas faire c'est de céder à l'instinct de nous renfermer sur nous-mêmes, de rétablir les frontières entre les États à l'intérieur de l'Europe, de nous retrancher derrière les nationalismes poussés, soyons unis, soyons nous-mêmes, conscients de nos défauts, des imperfections de nos systèmes, qu'il faut naturellement essayer de corriger, mais également fiers de notre culture occidentale, qui n'a jamais cessé de s'interroger. Restons ouverts au monde, prudents mais pas méfiants, soyons respectueux, mais exigeant aussi le respect, nous devons avoir la capacité de distinguer entre le fanatisme mortifère des terroristes et la culture de l'Islam, ne nous abandonnons pas aux attitudes racistes et xénophobes, mais faisons attention à non céder non plus aux complexes de culpabilité, aux attitudes politiquement iper correctes comme parfois il arrive, les attitudes qui tendent toujours à trouver des atténuantes pour des actes qui ne peuvent pas en avoir.

Là, en tant que Conseil de la Vallée, nous ne pouvons que condamner avec la plus grande fermeté, comme il a été écrit dans la résolution, et, parallèlement à toutes les actions possibles dans le champ de la diplomatie, de la prévention, de l'intelligence que nous devons souhaiter et pour lesquelles nous devons solliciter avec force le Gouvernement italien, nous devons également continuer à cultiver le germe de la démocratie et des droits de l'homme, ce sont notre histoire et notre degré de civilisation qui le demandent et qui l'imposent à nous tous. Merci.

Président - Merci collègue Morelli. La parole au collègue Laurent Viérin.

Viérin L. (UVP) - Merci Président.

Pour exprimer au nom du groupe de l'Union Valdôtaine Progressiste, des collègues, notre solidarité et notre adhésion à ce document, solidarité au peuple français, mais à travers le peuple français une solidarité à toutes les victimes du terrorisme. Nous savons que ce document n'est pas seulement une formalité, mais il est un convaincu moment pour nos institutions d'être proches à ces victimes, un document qui ouvre aussi une réflexion...d'autres collègues ont touché certains thèmes, c'est inutile de se répéter quand on touche certains sujets, en effet, la collègue Morelli a raison, on risque d'être rhétoriques, mais les considérations doivent nous faire tenir en compte qu'à partir d'aujourd'hui ou, mieux, de vendredi - et déjà le 11 septembre avait été une date bien négative et néfaste pour le monde entier -, après la date du 13 novembre rien ne sera plus comme avant.

Niente sarà più come prima perché questa non è una guerra, abbiamo sentito spesso in questi giorni parlare di attacchi, di bombardamenti, di guerra, lo stesso Presidente Hollande ha sin da subito parlato di guerra, di attacchi. Qui si tratta di una forma di fondamentalismo e di violenza che supera tutti i crismi delle guerre che noi tutti abbiamo sempre conosciuto. Rispetto alle generazioni che ci hanno preceduto, abbiamo vissuto meno conflitti diretti e ci ricordiamo i nostri nonni o bisnonni che ci raccontavano del primo e secondo conflitto mondiale, del dramma di ragazzi soprattutto per quanto riguarda il primo conflitto mondiale, che se parliamo dei Cavalieri di Vittorio Veneto, partirono giovanissimi, come anche i nostri nonni nella seconda guerra mondiale dovettero affrontare drammi umani, ma erano guerre codificate e guerre spesso tra Stati come anche nel passato recente: pensiamo alla guerra del Golfo, conflitti armati che hanno sì reso preoccupante la situazione a livello internazionale, ma che mai hanno avuto queste sfaccettature. Le considerazioni quindi sono due: nulla sarà più come prima e, a partire dal 13 di novembre e anche dall'11 settembre, il mondo intero si è reso conto che esiste un conflitto, che è un conflitto che si manifesta nei modi più barbari e soprattutto senza una possibilità o, meglio, con una difficoltà di intervento per individuare non solo le cause e le ragioni, ma soprattutto le dimensioni e la portata di questi fatti. È chiaro che stupisce o, meglio, crea imbarazzo e anche grande preoccupazione il fatto che oggi ci si renda conto di una sorta di presenza di cellule un po' in tutta Europa, e non solo, che sono cellule che rischiano ad un certo punto di creare ulteriori attacchi. Oggi il Primo Ministro francese ha parlato addirittura di rischio di terrorismo legato alle bombe batteriologiche o comunque attacchi chimici, questo ci preoccupa ancora maggiormente e questa situazione che oggi si sta manifestando giorno dopo giorno, anche ora dopo ora, che viene seguita dalla comunità, ci fa anche sperare in un coordinamento, in un'azione a livello nazionale e internazionale almeno delle forze democratiche, che possano arginare questi fenomeni. È chiaro che dall'11 settembre al 13 novembre di quest'anno, abbiamo sentito parlare tanto di lotta al terrorismo, di piano di contrasto a questi fenomeni, eppure gli effetti oggi non sono quelli sperati. Concordiamo sul fatto e su certe considerazioni che intanto le cellule non sono nate in due giorni, qualcuno le armi gliele fornisce a questi terroristi, quindi la riflessione deve essere un po' più profonda, ma sicuramente la solidarietà di un Consiglio Valle e l'azione di un Governo e l'appello di una comunità di solidarietà e di azione nei confronti di un fenomeno che ci preoccupa è qualcosa a cui noi sicuramente aderiamo.

Nous sommes donc proches à toutes ces victimes, nous sommes proches à la communauté française et nous avons particulièrement apprécié la partie de la résolution qui parle des initiatives politiques et culturelles, car le réseau de la francophonie est une opportunité pour la Vallée d'Aoste et c'est surtout une opportunité aujourd'hui pour faire sentir à ce peuple que nous lui sommes proches.

Paris, entre autres, est une ville valdôtaine, la plus grande ville valdôtaine, est Paris on l'a souvent entendu dire par nos aïeuls, qui à travers cette phrase entendaient dire que tous les émigrés valdôtains et les nombreux émigrés valdôtains étaient presque plus nombreux que la population valdôtaine. Au-delà justement des jeunes valdôtains qui étudient en France et non seulement à Paris, il y en a beaucoup qui étudient en France heureusement, qui cultivent la francophonie, aujourd'hui nous avons une pensée de solidarité aussi à nos émigrés, nos émigrés valdôtains qui ont choisi la France, cette ville car ils étaient pauvres. Ils ont dû aller dans un autre Pays qu'ils ont retenu démocratique et qui aujourd'hui est menacé dans sa démocratie et dans son cœur, comme le monde entier aujourd'hui a été atteint à la dignité et surtout au cœur de sa liberté d'expression et de sa revendication de souveraineté, ce qui signifie aujourd'hui que le monde entier, et non seulement la France, est en danger et que même le plus petit des peuples comme la Vallée d'Aoste peut être proche à ces communautés. Merci.

Président - Merci. La parole à la Conseillère Certan.

Certan (ALPE) - Merci Monsieur le Président.

Je me joins aux sentiments énoncés par ma collègue et par les collègues, mais je me sens de porter ma contribution à cette discussion en essayant d'être concrète. Au-delà des mots de solidarité que nous pouvons dire au lendemain de cette tragédie, qui, l'on rappelé les collègues, n'a pas été malheureusement la seule et probablement ne sera pas l'unique, nous avons une grande responsabilité: celle d'aborder chaque jour le thème de l'intégration et l'intégration s'exerce surtout avec la culture. Soyons sensibles à l'aspect culturel qui se cultive d'abord chaque jour, à chaque instant, qui s'élève comme on élève l'avenir de nos fils chaque jour. N'hésitons pas à réserver des ressources pour les médiateurs culturels dans les écoles, parce qu'ils ont un grand rôle: ils ont un rôle d'écoute et ils ont un rôle de progrès dans la compréhension des cultures. Je crois donc que dans ces jours, en écoutant tout ce qui est arrivé, nous nous rendons compte que souvent les jeunes trouvent des motivations dans des pratiques, même cherchent des idéaux et des idéologies dans...sans avoir vraiment cultivé l'aspect de l'intégration et des autres cultures. Il faut donc motiver les prochaines générations, il faut motiver nos jeunes pour qu'ils puissent dans l'avenir être vraiment des messagers et des médiateurs.

Président - Merci. La parole au collègue Farcoz.

Farcoz (UV) - Merci Président.

Bien sûr au nom du groupe pour partager cette résolution et bien sûr pour condamner ces actes barbares. Évidemment bien a déjà été beaucoup dit et je partage toute une série de réflexions, toutefois j'en voudrais en ajouter encore une: c'est le fait que même dans l'Occident, même dans un territoire que nous considérons très civilisé il y a des personnes, on l'a vu dans les medias, qui ne condamnent pas officiellement tous ces actes terribles qui se sont passés dans les derniers mois, en particulier celui de Charlie Hebdo et celui des derniers jours. Je crois que cela cache des conflits sociaux, des conflits très délicats que la société occidentale devra amoindrir et donc je me joins aussi au discours de la collègue Certan sur l'intégration et surtout sur le respect de toutes les cultures: la route est encore longue. Merci.

Président - Merci collègue. On ne voit plus des requêtes, on passe à la votation. La votation est ouverte. Je prie les collègues de voter. La votation est close.

Présents: 35

Votants: 35

Favorables: 35

La Conseil approuve à l'unanimité.

Président - On passe au dernier point: le point 35.03 à l'ordre du jour.