Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 663 del 29 luglio 2014 - Resoconto

OGGETTO N. 663/XIV - Continuazione della discussione sulla valutazione in ordine alla sussistenza o meno di una causa di insindacabilità del Consigliere regionale Stefano Ferrero, ai sensi dell'articolo 3 della legge regionale 18 novembre 2005, n. 27. (Approvazione di un ordine del giorno).

Presidente - Qualcuno chiede la parola? Siamo in dichiarazione di voto, avendo chiuso il discorso. La parola al collega Bertschy.

Bertschy (UVP) - Per mozione d'ordine. Dia tempo tre minuti a tutti i Consiglieri di leggere questo parere! Grazie Presidente.

Presidente - Va bene, giusto: cinque minuti, grazie.

Si dà atto che la seduta è sospesa dalle ore 15,57 alle ore 16,02.

Viérin M. (Presidente) - Grazie colleghi, riprendiamo i lavori. La parola al collega Bertschy.

Bertschy (UVP) - Buongiorno Presidente, le chiedo una sospensione per una riunione dei gruppi di minoranza. Grazie.

Presidente - Mi sembra giusto e normale, sospensione accordata.

Si dà atto che la seduta è sospesa dalle ore 16,02 alle ore 16,26.

Viérin M. (Presidente) - Riprendiamo i lavori. Ha chiesto la parola Laurent Viérin, ne ha la facoltà.

Viérin L. (UVP) - Grazie, Presidente.

Abbiamo letto con attenzione la nota degli uffici che, a nostro modesto parere, confermano quanto sollevato questa mattina. Nella fattispecie: in caso di votazione segreta, chi non intende partecipare al voto deve annunciarlo; abbandona l'aula o - e questo voi l'avete messo nero su bianco - " o far constatare la loro assenza o allontanarsi dall'aula". Come determinare i presenti in aula, Presidente Viérin, pare essere il dilemma di questa nota che voi avete scritto. Ma ad un certo punto scrivete: "che nelle votazioni con procedimento elettronico, il Consigliere presente inserisce la scheda". Cioè, qual è l'elemento determinante per capire chi è presente in aula da chi è assente? Con il vecchio procedimento, se si ritira la pallina si va a votare, se non si ritira la pallina automaticamente si dice che si è assenti. Passando dal voto meccanico a quello elettronico, la scheda fa fede per le presenze in aula: la scheda! Ve lo scrivete voi in questa nota: "nelle votazioni con procedimento elettronico, il Consigliere presente inserisce la scheda per la votazione o si astiene"! Dopodiché spiegate che cos'è l'astensione, cioè il non partecipare al voto: i Consiglieri che non prendono parte alla votazione possono far constatare la loro assenza, ma noi non abbiamo sentito nessuno che lo ha dichiarato, tranne il Presidente che ha dichiarato che usciva per questioni di doppio mandato e quindi di inopportunità. Ci chiediamo come mai il collega Isabellon, che ci risulta essere all'interno nel consiglio di amministrazione del Forte di Bard, invece, sia rimasto. Ma al di là di questo: "o allontanarsi dall'aula"! Quindi, caro Presidente Viérin, trentaquattro persone avevano la scheda inserita e quindi erano presenti al momento del voto! Non hanno partecipato al voto, ma i diciassette che hanno votato, hanno votato per far passare l'ordine del giorno, che a questo punto è stato approvato!

Presidente - Scusi...

Viérin L. (UVP) - Mi lasci finire Presidente!

Presidente - Si, ma deve dire le cose come stanno!

Viérin L. (UVP) - Scusate, ma avete scritto voi la nota! Guardi, non le diamo così tanta importanza da aver scritto una nota così articolata: "avete", nel senso che gli uffici hanno scritto una nota.

Voi fate un excursus in base alle disposizioni vigenti, cioè il nostro Regolamento. Poi, date un'interpretazione, visto che c'è un voto sul quale non si capisce come vengono computate le presenze per chi non partecipa al voto; ma voi avete scritto questa cosa! Noi le chiediamo, Presidente, di leggere attentamente le note che gli uffici le hanno scritto, ma noi riteniamo che di due cose l'una: se voi ritenete che non c'erano diciotto presenti, la votazione non andava neanche fatta, nel senso che in assenza del numero legale non si fa la votazione, Presidente Viérin, non si fa! Ecco perché il nostro Regolamento dice che uno deve dire se partecipa al voto o meno, perché se non partecipano al voto diciotto persone non c'è il numero legale! Eh, Presidente, mi sembra che non sia di difficile comprensione! Quindi, se abbiamo capito bene, non so se è il caso di tornare sulla questione, ma di due cose l'una: o rifacciamo la votazione, o qualcosa nella votazione non ha funzionato! Perché in quest'aula bisogna dichiarare se si partecipa o meno al voto, e in assenza di disposizione di voto meccanico, dove uno ha la possibilità di non ritirare la pallina, quando c'è il voto elettronico è la scheda che fa fede sulla presenza. Chi aveva la scheda inserita era a tutti gli effetti presente nell'aula per il quorum strutturale; altra cosa è il quorum funzionale, che è il numero di voti necessari per fare approvare un atto. Per il quorum strutturale, trentaquattro persone avevano la scheda inserita ed erano a tutti gli effetti presenti nell'aula! Li abbiamo anche visti, non è che non erano presenti!

Quindi, nella prima parte voi avete scritto questo, ma poi invece l'interpretazione (dove voi dite che non si disciplina espressamente se considerare o meno presenti alla determinazione del quorum strutturale e funzionale i Consiglieri che non dichiarino di astenersi, cioè quelli silenti) cozza con quanto avete scritto prima! Però, per noi fanno fede le disposizioni vigenti, cioè quelle che sono scritte negli articoli. Al di là di tutte le considerazioni politiche della mattina sul controllo del voto, questa è una questione che segue alla nota che voi ci avete preparato.

Presidente - Chiedo scusa al collega Ferrero che si è prenotato: posso? Grazie.

Il discordo politico è su un altro versante, stiamo ragionando sulla normativa, o meglio, sul Regolamento per i lavori dell'aula. Noi abbiamo fatto una Conferenza dei Capigruppo proprio per capire se c'erano delle domande da porre o quant'altro, anche da un punto di vista molto tecnico, visto che questa è una relazione di tre pagine che hanno scritto i funzionari.

Ora, ha ragione anche lei, ma il ragionamento noi lo abbiamo fatto in sede di Capigruppo e, se c'erano dei dubbi di questo tipo, si poteva fare un'altra sospensione, anche perché ci sono delle questioni tecniche di votazione di cui bisogna anche avere contezza da chi le conosce e come le spiega. Comunque, lei ha anche letto una parte del parere, senza leggere i due commi successivi: "il nostro Regolamento interno non disciplina espressamente se considerare o meno presenti ai fini della determinazione del quorum strutturale e funzionale i Consiglieri i quali non dichiarino di astenersi, ma rimangono fisicamente in aula e non partecipino al voto."; poi, "Nella prassi i Consiglieri che non partecipano alla votazione, cioè che non dichiarano di astenersi, se pur fisicamente presenti in aula, non sono considerati presenti ai fini della determinazione del numero legale e del quorum di maggioranza". Potremmo andare avanti, ma non voglio leggere qui tutto il parere che i dirigenti hanno scritto. Io ho solo ribadito, con la ripresa dei lavori, che: "Conclusivamente, non si rinviene nel Regolamento interno una disposizione che possa far ritenere non valida la votazione sull'ordine del giorno nella seduta antimeridiana odierna". Quindi, come avete chiesto voi, ci affidiamo al parere espresso dagli uffici. Dopodiché, volete fare un'altra sospensione, vogliamo riparlarne? Per carità, non è un problema! Dobbiamo però capirci: se abbiamo chiesto un documento che ci viene fatto e prodotto, dobbiamo attenerci a quel documento. Poi, tutto può essere modificabile o quant'altro.

La parola al collega Ferrero, grazie.

Ferrero (M5S) - Grazie Presidente.

Non essendo un principe del foro, cercherò di spiegarmi in maniera comprensibile. Esistono due momenti: un momento in cui viene determinato il quorum strutturale, vale a dire - leggo testualmente - "il numero dei membri che devono essere presenti affinché il collegio sia legittimamente costituito"; un secondo momento è quello della votazione, in quel momento viene determinato il quorum funzionale, vale a dire quanti voti devono essere espressi perché la votazione sia valida. Se noi andiamo a leggerci un solo articolo, non c'è bisogno di chiedere l'interpretazione di costituzionalisti o di chissà chi. L'articolo 76 è chiarissimo e dice: Le deliberazioni del Consiglio della Valle - che è il nostro, tanto per capirci - non sono valide se non è presente - presente fisicamente in aula - la maggioranza dei suoi componenti - e la maggioranza c'era ed era presente in aula - e se non sono adottate a maggioranza dei presenti, salvo che sia prescritta una maggioranza speciale. Là non c'era una maggioranza speciale, non c'era nessun tipo di maggioranza speciale! E allora? Perché continuate ad insistere sul fatto che ci vuole una maggioranza speciale: chi vota fa la maggioranza.

Per noi, non ci sono grossi problemi. Non riusciamo a capire perché bisogna ricorrere a certe interpretazioni che vanno a svicolare da quello che effettivamente è il senso delle cose. Secondo noi, non c'è neanche da rifare la votazione: la votazione che c'è stata è valida! E dirò di più: la votazione che c'è stata la volta scorsa, nel caso della mia insindacabilità sulla prima questione, in cui c'è stato un esito esattamente diverso - io le chiederò poi, ufficialmente, con nota - quella era una votazione in cui era stata espressa l'insindacabilità con la maggioranza prescritta. Quindi mi farò rilasciare il parere entro un determinato termine, se no parte una bella richiesta di omissione di atti d'ufficio. Grazie mille.

Presidente- La parola al collega Laurent Viérin.

Viérin L. (UVP) - Solo per specificare bene il mio pensiero, Presidente.

Intanto io non faccio parte della Conferenza dei Capigruppo. Mi scuso se l'ho colto impreparato...

Presidente - Non ero impreparato.

Viérin L. (UVP) - ...da una lettura della nota che dovrebbe essere la sua nota, cioè dei suoi uffici. Cercherò di ripetere quello che ho detto.

Dimentichiamoci la seconda parte del parere, perché è un'interpretazione. È un'interpretazione nel momento in cui si dice che il nostro Regolamento non disciplina: secondo noi questa è un'interpretazione, come avete scritto anche voi. La prima parte invece cita l'articolo 74: questa non è un'interpretazione degli uffici, è l'articolo 74 che, a integrazione di quanto diceva il collega Ferrero, stabilisce tra il quorum strutturale e quello funzionale come dirimere la questione dei presenti, come considerare una persona presente, visto che siamo passati dal voto con le palline a quello con la scheda. Prima era semplicissimo, perché chi non ritirava la pallina diceva "io non ritiro le palline" e non partecipava al voto, quindi era computato come non presente, astenuto al voto nel senso di non partecipante al voto.

Voi scrivete, citando l'articolo 74, che "i Consiglieri astenuti - cioè non partecipanti - sono considerati presenti sommandosi a coloro che esprimono voto favorevole", ma nelle votazioni con procedimento elettronico il Consigliere presente inserisce la scheda per la votazione o si astiene. Quindi, chi inserisce la scheda è presente o si astiene! Chi è quello che si astiene? Quello che fa constatare la sua assenza, quindi che lo dice - "non partecipazione al voto, in genere anche alla discussione in oggetto"; l'avete scritto voi - oppure si allontana dall'aula. Quindi, non è un'interpretazione, è scritto: chi non voleva partecipare al voto o lo diceva o estraeva la scheda o se ne andava dall'aula!

Presidente - Non è così Laurent Viérin!

Viérin L. (UVP) - Allora se lei Presidente, al di là di ripetere quello che qualcun altro le dice, mi spiega perché non è così, dopo averlo scritto...

Presidente - Non l'ho scritto io. Forse è questo che lei si dimentica. L'ha scritto chi è deputato a...

Viérin L. (UVP) - Scusi, ma questo che le ho letto io è quello che avete scritto voi! Se lei mi dice no...

Presidente - No, lo hanno scritto i dirigenti che erano presenti prima in Conferenza dei Capigruppo. L'ho detto: se lei ritiene necessario fare ancora una riunione e se lei ritiene essere presente, la facciamo. È un ragionamento molto diverso l'astensione o la non partecipazione...

Viérin L. (UVP) - Presidente Viérin, noi siamo stati votati per fare discussione in quest'aula. Se poi non si è in grado di capire una nota che avete scritto voi...!

Noi le stiamo dicendo che questa mattina, a fronte di trentaquattro schede presenti e inserite, quindi di trentaquattro Consiglieri presenti, diciassette Consiglieri hanno partecipato al voto e quindi questi diciassette voti hanno fatto approvare un ordine del giorno. Se lei o gli uffici ritenete che ci sia il dubbio su questo, eventualmente si potrà anche rifare la votazione, ma rimane un dubbio interpretativo e non c'è una lacuna nel Regolamento, secondo noi. Poi in futuro dovremmo scriverlo meglio perché magari non è esplicitato bene, ma questa nota l'avete scritta voi e i presenti vengono computati in base alla scheda inserita o meno. Questo è quanto noi capiamo da quello che avete scritto voi! La parte interpretativa degli uffici a cui siamo abituati, non ci interessa! Nel senso che, se ci sono delle interpretazioni su quello che non è scritto, quelle sono interpretazioni, Presidente Viérin: noi ci atteniamo all'articolo 74. Secondo noi l'articolo 74 è chiaro!

Presidente - La parola al collega Gerandin.

Gerandin (UVP) - Grazie Presidente.

Vorrei provare a condividere un ragionamento anche in base a quanto gli uffici ci hanno trasmesso con la nota. Allora: o l'uno o l'altro. L'esito del sistema elettronico ti dice diciassette presenti, maggioranza nove: o il sistema elettronico non è stato tarato, non è stato aggiornato al Regolamento, non so dire come, qualcosa deve essere successo; o c'è una omissione, per cui il sistema elettronico non è così all'avanguardia come l'interpretazione dei nostri uffici. Oppure qualcosa non torna, perché il sistema elettronico ti dice diciassette presenti, quorum a nove! Lei doveva dire "votazione non valida" e sciogliere il Consiglio, perché non c'era il numero legale.

Se invece è valida, è valida la nota che ci hanno trasmesso gli uffici, dove nell'unico passaggio sulla votazione con procedimento elettronico - la leggo, perché mi pare chiara - Si dice che "nelle votazioni con procedimento elettronico, il Consigliere presente inserisce la scheda per la votazione, pro, contro o astenuto". Non votante non esiste. Non esiste il non votante! Partecipo ma non voto: non esiste! È chiarissimo! Ditemi, delle due qual è l'interpretazione corretta! Io voglio sapere quale delle due, perché: uno, lei doveva sospendere il Consiglio per mancanza di numero legale; due, nessuno poteva permettersi di essere presente e non votare, pro, contro o astenersi. Non esiste il "presente, ma me ne frego"! Non esiste! L'avete scritto voi! L'avete scritto voi, per cui io non entro nel merito della votazione segreta o no: ti dice che questi sono i procedimenti. Per me il capitolo è chiuso, l'ho già detto stamattina!

Presidente - La parola al collega La Torre.

La Torre (UV) - Grazie, Presidente.

Cerchiamo di ripartire da un attimo di serenità, che credo qui dentro in qualche modo sia necessaria, anche perché ci siamo infilati, credo, senza cercare responsabilità da nessuna parte, presi un po' dalla dinamica di un discorso che stava scappando di mano, in una situazione che evidentemente sta mostrando tutti i suoi limiti, sia di regolamento che di funzionamento dell'apparato.

Non è una situazione che si dirime dando ragione o torto a qualcuno. Io credo che qui questo ci debba servire come esperienza e raccogliere un po' quello che è stato l'invito di buon senso che ho sentito da Laurent Viérin, che dice in qualche modo di non approfondire più di tanto, perché se no le ragioni qui sono veramente da dirimere, probabilmente con complessi pareri e situazioni che poi avrebbero degli strascichi. Troviamo invece il buon senso e ripetiamo la votazione. Ripetiamo la votazione prendendo una posizione, che è - come dire - chiara a tutti quanti. Non creiamo un precedente di confusione che potrebbe generare, a mio avviso (questo è quello che penso io, ed è per quello che mi sono arrabbiato), una degenerazione del sistema del voto di questo Consiglio che scapperebbe di mano a tutti e non tornerebbe utile a nessuno, tanto meno per quello che è l'aspetto esterno e l'immagine che diamo a chi ci guarda. Quindi mi sembra di avere colto un'apertura nel ragionamento di ripetere la votazione, dove chiaramente ognuno si prenderà le sue responsabilità, farà le sue dichiarazioni di voto e si atterrà alla prassi, al normale procedere del Consiglio. Questo mi sembra che potrebbe essere un modo intelligente per uscire tutti da questo impasse che, a mio avviso, è un impasse che non si risolve.

Presidente - Altri? La parola al collega Bertschy.

Bertschy (UVP) - Grazie Presidente.

Intanto rimane il fatto politico e su questo credo che ci sarà ancora occasione, durante questo dibattito e dopo, di trovare delle soluzioni, perché noi riteniamo che l'esposizione e la relazione non sia assolutamente interpretativa del senso del Regolamento, che è quello di fare in modo che non ci sia il controllo del voto. Il vostro atteggiamento di rimanere presenti in aula: rimane il fatto politico che noi sottolineano e che vi chiediamo di non assolutamente tenere nelle occasioni che ancora ci saranno, perché altrimenti non ci sarà modo per procedere e per lavorare. Quindi, il fatto politico rimane ed è quello più importante.

Sull'aspetto tecnico è chiaro che ci sono degli errori di forma che ci obbligano a chiedere di rivedere la votazione, di rifare la votazione; ci obbligano a chiedere di fare in modo che cambiate assolutamente il vostro atteggiamento e a verificare la posizione del Consigliere Isabellon, se è in condizione di rimane in aula, oppure in conflitto di interessi, perché le due posizioni sono uguali, ma questo non è un argomento che attiene alla nostra posizione.

Quindi, Presidente, vi chiederemmo di rimetterci in condizione di lavorare, di riprendere da dove abbiamo cominciato e fare una votazione che sia una votazione regolare. E vi chiediamo di non avere più questo atteggiamento, anche perché i regolamenti bisogna smetterla di interpretarli e, in questo senso, mi sembra talmente chiaro che chi non vuole partecipare ad un voto debba dichiararlo, debba fare in modo di far capire di non essere presente, altrimenti non ci sarà mai questa possibilità e questa libertà di votare. È quello che dicevano il collega Viérin e il collega Gerandin, ed è quello che noi vi chiediamo di verificare. Non siamo assolutamente d'accordo con il parere che è stato espresso e le modalità non sono quelle previste dal Regolamento. Quindi non è una questione di Capigruppo: sono cose che in Conferenza Capigruppo possono essere discusse o non discusse, soprattutto quando si vede che l'interpretazione è legata a delle volontà che non dipendono dalla Conferenza, però poi è in Consiglio che bisogna chiarirle, perché non le dobbiamo chiarire per noi stessi, le dobbiamo chiarire perché qua rappresentiamo la democrazia e la popolazione valdostana. Dobbiamo fare in modo che le cose che facciamo qua dentro siano legittime e coerenti con l'espressione popolare che ci ha sostenuto per arrivare fino qua. Quindi, sul Regolamento noi diciamo che non siamo d'accordo su questa interpretazione e le chiediamo di rifare la votazione; soprattutto, di cambiare atteggiamento.

Presidente - Qualcuno chiede la parola?

Se vogliamo fare un ragionamento che guardi anche in prospettiva, io ribadisco che il Consiglio è sempre sovrano. A me, come a chiunque altro qui al posto mio come vicepresidente, spetta di far rispettare le regole della gestione dell'aula. Sulle regole, io sono fermamente convinto che quanto hanno scritto i funzionari, che fanno questo lavoro e quindi sono deputati a fare questo, siano confacenti a quello che è stato poi scritto. Quindi, se vogliamo fare una sospensione - mi sembra che sia arrivata una richiesta - e fare un ragionamento per eventualmente trovare un'intesa e capire se vogliamo rivedere la votazione, lo possiamo anche fare. Se siamo d'accordo, facciamo una sospensione di cinque minuti, senza nessun problema.

Siamo d'accordo fi fare cinque minuti di sospensione? Cinque minuti di sospensione.

Si dà atto che la seduta è sospesa dalle ore 16,50 alle ore 17,13.

Viérin M. (Presidente) - Riprendiamo i lavori. Siamo fermi su una proposta pregiudiziale, non mi ricordo se del collega Bertschy o La Torre. Su questa questione, come prevede il Regolamento, è possibile un intervento di un Consigliere contro e uno a favore, in modo che il Consiglio si possa esprimere sul fatto di ripetere la votazione o meno. È stato chiesto questo. Chiedo se c'è una richiesta per uno a favore e uno contro, o tutti e due a favore...

La parola al collega Borrello.

Borrello (SA) - Grazie Presidente. Colleghe e colleghi a me l'onore e l'onere di prendere la parola dopo la sospensione, dove abbiamo avuto modo di confrontarci. Nulla di più rispetto all'analisi del documento che ci è stato prodotto dagli uffici. Ovviamente, solo per ricordare una nota a margine: è stato richiesto questa mattina dai colleghi della minoranza, che si potesse analizzare tecnicamente l'esito della votazione.

Anche io come il collega Ferrero non sono un giurista, non sono un tecnico, quindi non mi addentro rispetto ai passaggi regolamentari. Leggo quanto scritto e quanto fornito dai dirigenti, in particolar modo gli ultimi due passaggi: "Il Regolamento interno non contiene alcuna disposizione che obblighi il Consigliere che non intenda partecipare alla votazione ad allontanarsi dall'aula, né una disposizione che, in caso di voto segreto, preveda l'obbligo per il Consigliere di votare. Conclusivamente, non si rinviene nel Regolamento interno una disposizione che possa far ritenere non valida la votazione sull'ordine del giorno effettuata nella seduta antimeridiana odierna". Noi ci soffermiamo su questo parere tecnico, riteniamo che la votazione di questa mattina sia valida, così come certificato anche dal sistema elettronico e quindi dichiaro che non siamo favorevoli alla richiesta pregiudiziale che voi avete posto, a nome di tutta la maggioranza. Non siamo favorevoli ad accogliere la questione pregiudiziale che voi avete posto.

Presidente - Uno a favore, se si vuole intervenire, altrimenti si passa alla votazione su questo fatto procedurale. La parola al collega Guichardaz.

Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Io ho solo un dubbio, che non riesco a togliermi dalla testa. Io vedo qui il report della votazione effettuata con il procedimento elettronico. Siccome cercavo prima di discutere sul filo della logica (neanche interpretativa, ma proprio sul filo della logica), se il risultato della votazione è "presenti diciassette" e il numero legale è diciotto, Presidente, perché lei non ha rinviato la votazione alla seduta successiva? Perché non ha detto: non c'è il numero legale, si rinvia di un'ora la seduta, ci vediamo tra un'ora e ripetiamo finché non c'è il numero legale? Qua il problema è che, nel momento in cui i presenti sono in numero di diciassette, da che mondo e mondo, per regola e non per prassi, si blocca il Consiglio di un'ora, dopodiché si riprendono i lavori! Perché in questo modo, quanto meno, chi ha trovato questa furbata di sistema, di bloccare attraverso il cosiddetto non voto nel voto segreto, si assume la responsabilità di rinviare ad libitum, fin quando un omino dei vostri non si assume quantomeno la responsabilità di fare arrivare il numero legale al diciottesimo. Questa è la questione!

Perché voi avete applicato questo sistema, che a rigore di logica potrebbe valere per la minoranza, che non avendo i diciotto la minoranza può anche far mancare il numero, voi siete in diciotto e tranquillamente potreste far andare avanti la questione? Invece no, qua capovolgiamo la questione! Voi siete in diciotto, vi assumete la responsabilità di rinviare ad libitum questo Consiglio, quindi di rinviarlo ora per ora fin quando qualcuno dei vostri non si prende la responsabilità di rimanere in aula e di schiacciare "astensione", "voto favorevole" o "voto contrario".

Peraltro qualcuno mi spieghi, scusate! Siccome non volete far passare quest'ordine del giorno avendo perso di vista la motivazione, visto che l'ordine del giorno chiede che il Presidente della Giunta non sia anche Presidente del Forte di Bard - magari fra un po' lo mettiamo pure presidente, non lo so io... Facciamo una regola che è il presidente dell'universo e di qualsiasi tipo di associazione -, perché non vi mettete lì e votate contro, con voto segreto? Ve lo dico io perché non vi mettete lì! Perché avete paura! Avete paura, come avete già dimostrato una volta, che qualche omino dei vostri al voto segreto sia disobbediente, cioè vi mandi l'ennesimo segnale. Allora, assumetevi questa responsabilità: fatene rimanere dentro uno, fatene rimanere dentro due, votate contro, abbiate il coraggio delle vostre azioni! Se non arrivate a diciotto il numero legale non c'è, si sospendono i lavori, così come è sempre stato, e si riprendono dopo un'ora!

Io sarei per far ripetere la votazione. Vediamo se siamo in diciotto, dopodiché se non siamo in diciotto assumetevi la responsabilità di tenerci qua inchiodati fino a non so quando!

Presidente - Grazie collega Guichardaz. Dobbiamo procedere alla votazione. Per mozione d'ordine il collega Laurent.

Viérin L. (UVP) - Grazie Presidente.

Non intervengo su questa particolare questione, di uno a favore e di uno contro, ma per annunciare che abbiamo depositato al tavolo della Presidenza un ordine del giorno che chiede le sue dimissioni.

Presidente - Grazie collega Laurent Viérin di aver anticipato questa notizia. Comunque, va benissimo, adesso procediamo alla votazione procedurale di cui abbiamo parlato prima. Chi è a favore della richiesta di rifare la votazione vota SI, chi è contrario a rifare la votazione vota NO. È aperta la votazione.

La votazione è chiusa. Esito della votazione:

Presenti: 34

Votanti: 34

Favorevoli: 16

Contrari: 18

Il Consiglio non approva, quindi rimane valida la votazione.

Distribuiamo anche l'ulteriore ordine del giorno arrivato a questa Presidenza.

L'ordine del giorno è stato distribuito. Chi lo vuole illustrare? La parola al collega Cognetta.

Cognetta (M5S) - Grazie Presidente.

Come già preannunciato dal mio collega Laurent Viérin, con questo ordine del giorno la invitiamo alle dimissioni, perché sappiamo bene che, come Consiglio regionale, non possiamo direttamente dimetterla. Abbiamo scritto alcuni punti piuttosto generici rispetto a quanto accaduto in quest'ultimo Consiglio, ma anche nei Consigli precedenti, e quindi con quest'ordine del giorno siamo qui per dibattere questo punto, relativo anche a ciò che è successo rispetto all'insindacabilità del mio collega Ferrero. Grazie.

Presidente - Grazie collega. Qualcun altro? Se non c'è nessun altro metterei in votazione l'ordine del giorno. La parola al collega Borrello.

Borrello (SA) - Solo per una piccola considerazione in merito a quest'ordine del giorno. Ovviamente è una valutazione totalmente politica, perché l'atto che voi avete predisposto ha una valenza politica. Noi la riteniamo una provocazione e come tale la rimandiamo al mittente. Noi ovviamente ci esprimeremo contro questa vostra richiesta.

Presidente - La parola al collega Nogara.

Nogara (UVP) - Io più che altro vorrei rispondere al collega Borrello: diciamo che questa non è una provocazione. Noi abbiamo dato la massima fiducia al collega Viérin, quando è stato nominato Presidente del Consiglio. Abbiamo parlato anche molto con il collega Viérin, perché nei mesi passati abbiamo avuto modo di averlo nei nostri uffici per una settimana e ci siamo un po' confrontati, ma diciamo che del credito che gli abbiamo dato non è che siamo stati molto ripagati! Noi, non volevamo essere né avvantaggiati né niente, ma almeno avere lo stesso trattamento di tutti gli altri Consiglieri regionali.

L'abbiamo visto proprio oggi! La cosa macroscopica di oggi è stata il fatto che quando (lo ha anche letto) c'erano diciassette presenti all'interno del Consiglio, la prima cosa che doveva fare era quella di sospendere il Consiglio, perché il Consiglio legalmente non poteva andare avanti in quel modo. Invece ci ha portato, come Presidente del Consiglio, a questa votazione, per decidere se era il caso o no di rivotare l'ordine del giorno che era stato presentato. Sotto questo punto di vista qui non c'era da fare il tifo per nessuno, Presidente Viérin, c'era solo da fare quello che lei doveva fare, e basta.

Tutti gli appunti che le abbiamo fatto, anche sulla relazione! Perché guardi, abbiamo poi avuto il tempo anche di confrontarci con i dirigenti e la cosa sulla quale erano d'accordo anche loro era proprio questa: una volta che è venuto fuori che si era solo in diciassette, il Consiglio doveva essere sospeso e quindi la votazione era nulla. Questa è una decisione che ha preso lei: lei ha detto che non passava l'ordine del giorno ed è finita lì.

Qui non è il fatto di essere tifosi o di fare il tifo per una parte o per l'altra, per la maggioranza o la minoranza, qui ognuno deve fare il suo lavoro e lei, devo dire che in queste settimane, non l'ha proprio dimostrato, anzi ha fatto di tutto per dimostrare il contrario. Grazie.

Presidente - La ringrazio. La parola alla collega Morelli.

Morelli (ALPE) - Merci Président.

Credo che, al di là di tutte le possibili interpretazioni giuridiche, la questione sia essenzialmente politica: prima di tutto è una questione politica. Il fatto grave, gravissimo, che si è verificato questa mattina, è che è stato impedito ai Consiglieri di esprimere il loro voto! È ugualmente grave il fatto che gli stessi Consiglieri non si oppongano a questi diktat e non abbiano preteso di esercitare un loro diritto, ma anche un loro dovere! Lo stesso Consigliere La Torre, che ha preso posizione in modo così veemente, in realtà non aveva che da pigiare il tasto quand'era il momento. Perché questo è controllo del voto! Lo dico a lei, Presidente Viérin, questo è palesemente controllo del voto! Perché evidentemente la paura del voto segreto è tale per cui si preferisce impedire, adottare questi sistemi ed impedire di votare. Ma questa è naturalmente un'ammissione di debolezza, che sta a significare che questa maggioranza, anche se rinnovata e rimpastata, in realtà è allo sfascio. Ed è un metodo inaccettabile, da cui lei, Presidente Viérin, deve assolutamente prendere le distanze, perché se questo metodo diventasse sistema, verrebbe vanificata ogni possibilità di proposta da parte della minoranza! Ma vi rendete conto di quale metodo avete messo in atto questa mattina? Se questo metodo lo adottate ad ogni proposta della maggioranza, ma non ha più senso...non c'è nessun...! Il dibattito politico stesso non ha senso, se la conclusione è questa, perché si ha paura del confronto, perché si ha paura che all'interno della maggioranza ci possano essere posizioni diverse!

Quindi l'ordine del giorno di richiesta di invito al Presidente Viérin di rassegnare le dimissioni è assolutamente fondato, perché nonostante le sue dichiarazioni, Presidente Viérin, di essere super partes, lei oggi lo ha dimostrato che super partes non è! Perché di fronte al controllo del voto messo in atto, lei si è adeguato e questo non è accettabile. Ma che democrazia è? Poi, che questo avvenga dopo una crisi e dopo dichiarazioni da parte della maggioranza di condivisione, di apertura al confronto, beh, è veramente qualcosa che ci lascia esterrefatti e indignati!

Presidente - La parola al collega Rosset.

Rosset (UVP) - Grazie Presidente.

Io stamattina, con tutto il rispetto che ho per la sua funzione, le chiedevo la massima vigilanza. Ora, la massima vigilanza è venuta meno. I fatti che sono emersi hanno evidenziato la possibilità del controllo del voto e questo non dà serenità al Consiglio e ai suoi membri. A tal proposito le ho citato anche una lettera del defunto e compianto Albert Cerise, e le vorrei ricordare un passaggio di questa lettera: "I Consiglieri regionali esercitano la loro funzione senza vincolo di mandato e in ogni occasione dev'essere ribadito il rispetto del loro status, che si manifesta in primis attraverso l'esercizio del voto, costituzionalmente garantito ad ogni eletto e che prescinde da ogni disciplina di partito". Questo chiediamo! Questo chiediamo, questa trasparenza, questa libertà di pensiero, questa possibilità! Quello che non è emerso questa mattina, perché qualcuno ha condizionato questo voto. Grazie.

Presidente - Grazie collega Rosset. Altri? La parola al collega Farcoz.

Farcoz (UV) - Merci Président.

Semplicemente per chiedere alla Presidenza con quale logica si possono inserire gli ordini del giorno. Il punto madre da cui oggi abbiamo iniziato la discussione è stato la valutazione della sussistenza di una causa di insindacabilità, poi abbiamo inserito con un ordine del giorno la possibilità far dimissionare il Presidente della Regione dalla Presidenza della Forte di Bard, ora siamo sul far dimissionare il Presidente del Consiglio. Se continuiamo su questa linea, è ovvio che ci si può attaccare a qualsiasi argomento e discutere solo di ordini del giorno presentati. Quindi volevo semplicemente capire qual era la logica con cui si costruisce l'ordine del giorno su questo punto che, ripeto, è l'insindacabilità del Consigliere Ferrero. Grazie.

Presidente - La parola al Consigliere Laurent Viérin...

(voci fuori microfono)

Io vorrei fare poi una risposta complessiva, se credete, quindi volevo ascoltare un po' tutte le motivazioni, visto che cerco di lavorare per l'aula.

Mi sembra che su questo fatto - è una delle questioni che io avevo segnato per replicare soprattutto alla collega Morelli - abbiamo sempre accettato gli ordini del giorno, anche se l'articolo 64 del Regolamento dice: "Durante la discussione generale o prima del suo inizio, possono essere presentati da ciascun Consigliere ordini del giorno concernenti il contenuto delle disposizioni del disegno di legge o del provvedimento amministrativo in esame, che ne determinino o ne specifichino il concetto o servano di norma alle Commissioni consiliari". Quindi noi, almeno qui al tavolo della Presidenza, abbiamo sempre fatto un ragionamento, proprio per venire incontro all'aula, di accettarli quasi tutti; direi, più o meno tutti, mi sembra, da quando sono io Presidente. Questa è una risposta ad una parte delle motivazioni che ho ascoltato adesso, che sono motivazioni che chiaramente non mi gratificano.

La parola al Consigliere Laurent Viérin.

Viérin L. (UVP) - Merci Président.

Brevemente due questioni, una sulla presentazione di quest'ordine del giorno. Credo che vi siete già risposti, tra di voi, sulla validità e sulla possibilità di presentare ordini del giorno, malgrado...

(voci fuori microfono)

Bertschy (fuori microfono) - Dategli due poltrone!

Presidente - Scusi, Presidente...

Viérin L. (UVP) - ...malgrado le sollecitazioni del Presidente della Giunta, che in questi minuti sta cercando di scontrarsi anche lui con il Regolamento. Siamo felici che lo stesso metro utilizzato per giustificare certe cose che possono essere favorevoli a qualcuno, poi magari possono essere non favorevoli in un altro momento. Quindi noi ci atteniamo, come sempre, al Regolamento, che prevede la possibilità di presentare ordini del giorno inerenti l'argomento in discussione. Tant'è, collega Farcoz, che se legge attentamente o anche non attentamente l'ordine del giorno, nella nostra premessa è citata l'insindacabilità, cioè il punto che noi stiamo discutendo, perché noi riteniamo, e lo abbiamo detto questa mattina, che il Presidente del Consiglio non abbia avuto e non abbia tuttora un atteggiamento super partes su questa questione che riguarda il collega Ferrero. Capiamo che questo può disturbare, perché gli argomenti sono collegati e ci rendiamo conto di essere di fronte a una maggioranza che ha una sola preoccupazione: non affrontare voti, non affrontare soprattutto votazioni segrete!

Siamo tornati dopo la crisi in quest'aula e in due sedute del Consiglio non avete avuto i numeri, siete andati sotto: una volta con due franchi tiratori più uno, cioè tre, due e mezzo, non so come li volete quantificare, e all'inizio di questa seduta con uno! Noi capiamo che prima di tutto ci sia la volontà di stare a galla, la volontà di continuare dopo la crisi malgrado tutti i proclami a, per forza, voler mantenere un equilibrio che non esiste più. Se voi dovete stravolgere il Regolamento, forzare le persone a non partecipare al voto e continuare con queste modalità, sfidando l'aula e sfidando il ruolo dei Consiglieri regionali, voi siete liberi di farlo, ma quello che noi mettiamo in discussione è che il Presidente del Consiglio non si debba prestare a giochi del genere! Lo abbiamo contestato alla Presidente Rini durante dieci mesi e lo facciamo anche con lei, Presidente Marco Viérin! Se ci fosse qualcun altro al posto suo lo faremmo anche con questa persona, al di là della persona!

Altri colleghi lo hanno detto bene: noi non abbiamo condiviso le modalità che hanno portato la scelta del suo nome per ricoprire il ruolo di Presidente del Consiglio, non tanto da un punto di vista personale, ma perché - e poi questo è successo - avevamo qualche dubbio che lei non fosse lì a ricoprire un ruolo super partes, ma che lei fosse stato posteggiato lì per politiche spartitorie - qualcuno l'ha anche ricordato -, per accompagnarla ad una più quieta carriera dopo questa legislatura, se arriverà alla fine di questa legislatura, come noi le auguriamo, nel suo ruolo. Noi invece abbiamo sollevato dei dubbi che lei, durante la settimana di vacatio, ci aveva invece rassicurato non fossero dubbi fondati, sulla sua volontà di creare un clima diverso, di non operare assolutamente in modo da schierarsi soprattutto su questioni trasversali, come può essere trasversale la questione dell'insindacabilità, come può essere e deve essere trasversale la questione del controllo del voto in quest'aula! Se oggi in quest'aula passa il principio che non si partecipa al voto, inteso come lo intendete voi, ogniqualvolta che ci sarà una votazione segreta...ah, sicuramente per voi non ci sarà più il problema dei franchi tiratori! L'avete risolto a monte! Così come è stato scelto di risolvere questo problema nella scorsa legislatura, e lo abbiamo ricordato questa mattina.

Noi, collega La Torre (che non vediamo in aula), non vogliamo inasprire i toni, anzi. Noi i toni li inaspriamo semplicemente quando siamo provocati e su questa questione dell'insindacabilità noi abbiamo ritenuto che l'impostazione della discussione di questa mattina sia stata una forzatura da parte vostra, dopo la disponibilità del collega Ferrero ad analizzare la questione in futuro con certe modalità che voi non avete accettato, salvo poi addurre le motivazioni del non aver accettato al collega Ferrero stesso. Dopodiché si è invece instaurata e aperta una discussione su un'altra questione, di incompatibilità, secondo noi, vista proprio la problematica inerente all'insindacabilità del doppio ruolo, cosa che poi è sfociata nella famosa questione del voto segreto.

Noi crediamo che lei, Presidente Viérin, nelle ultime settimane e all'inizio di questo rimpasto, non abbia saputo mantener fede ai suoi impegni. Sicuramente ci saranno altre occasioni, se lei manterrà la sua carica, essendo noi solo diciassette, ve lo ricordiamo. Vi ricordiamo anche che avete paura di qualcosa che non esisterebbe, teoricamente, se voi non aveste i vostri problemi o i vostri timori che derivano non da responsabilità nostre, ma probabilmente da questioni che sono vostre e che dovete risolvere! Prendetevi l'estate, prendetevi le serate, fate quello che volete, risolvete i vostri problemi! Noi, la nostra volontà di cambiare il sistema ve l'abbiamo ripetuta per un anno e continuiamo a ripetervela.

Quello che fa specie - veramente! - è che si possano cambiare le poltrone, si possano cambiare le persone, possono cambiare i ruoli, ma il sistema non cambia. Il sistema è sempre lo stesso! È un sistema che non dà la possibilità ai Consiglieri di esprimersi, altrimenti non ci sarebbero i franchi tiratori nelle modalità in cui voi e noi le conosciamo, e soprattutto voi risolvete il problema annullando il problema stesso.

A questo punto, si potrebbe addirittura proporre in modo provocatorio di togliere il voto segreto! Si potrebbe proporre di togliere il voto segreto! Almeno, chi non ha il coraggio di prendere le proprie responsabilità e di esprimerle, potrà farlo.

En conclusion, une petite considération aux collègues qui ne sont pas de la Stella Alpina et aux unionistes, à ceux qui font partie du groupe de l'Union même en n'étant pas de l'Union Valdôtaine. Ça fait du mal qu'un mouvement qui est né de la lutte de libération antifasciste et qui voit dans Émile Chanoux le martyre de la cause valdôtaine, ses principes fondateurs, arrive à tant! Arrive à devoir contrôler, à travers l'invitation obligatoire aux Conseillers, de ne pas participer au vote, à travers cette invitation à contrôler ce que devrait être une action libre des élus. Ça c'est la confiance que vous avez et que quelqu'un a vis-à-vis de vos personnes, vis-à-vis de vos rôles de Conseillers ou d'Assesseurs, et ça c'est la dégénération d'un système que nous avons voulu abandonner.

Je le dis avec le mal au c?ur, car c'est déjà à cause de ces problèmes que nous avons décidé de rompre, car les épisodes que nous avons vécu dans la dernière législature, tout en étant de l'autre côté, à vos postes, c'est quelque chose que nous ne pouvions plus tolérer. Et nous ne pensions pas, après toutes les proclamations de la lutte interne, de la bataille, de la volonté de changement de quelqu'un qui est disparu tout de suite au moment où les postes ont été attribués - nous le disons avec amertume -, nous pensions que ces épisodes ne se seraient plus passés à l'intérieur de la salle des institutions valdôtaines, source de l'autonomie et expression du peuple valdôtain. Aujourd'hui, à notre avis, vous avez démontré encore une fois de ne pas être autonomes et libres dans vos expressions, dans votre modalité de travail et peut-être pas de par la volonté de vous-mêmes, mais de par une imposition qui continue à arriver et qui ne fait pas honneur à vos personnes.

Presidente - La parola alla collega Certan.

Certan (ALPE) - Grazie Presidente.

Poche considerazioni, perché la Capogruppo Morelli è stata già chiarissima e ha sintetizzato bene qual è la nostra posizione. La risposta al collega Farcoz, chiaramente, dovrà darla lei, perché ha chiesto a lei in quanto Presidente del Consiglio di attenersi al Regolamento.

Io credo che l'ordine del giorno che oggi abbiamo presentato fosse assolutamente attinente all'argomento, tant'è che la fragilità sull'insindacabilità del Consigliere Ferrero, la fragilità della situazione si è vista chiaramente: un Presidente della Regione che è anche Presidente del Forte di Bard ha dovuto lasciare l'aula, perché era in qualche modo in conflitto di interessi. Quindi l'ordine del giorno che è stato presentato, collega Farcoz, era assolutamente attinente, come recita l'articolo 64 comma 1, sugli ordini del giorno, che dice: "Durante la discussione generale o prima del suo inizio, possono essere presentati da ciascun Consigliere ordini del giorno concernenti il contenuto delle disposizioni del disegno di legge - non era un disegno di legge - o del provvedimento amministrativo in esame, che ne determinano e ne specifichino il concetto o servano di norma alle Commissioni consiliari". E se lei legge bene, io ho il dubbio che oggi, quando la maggioranza ha visto arrivare l'ordine del giorno, non avesse letto attentamente quello che c'era scritto, perché qualcuno di voi - non dirò chiaramente chi (si dice il peccato, ma non il peccatore) - mi ha detto che avevate già deciso ieri di non partecipare al voto sull'insindacabilità del collega Ferrero. Ora, mi chiedo come facevate ad aver deciso già ieri, quando noi l'abbiamo presentato questa mattina e l'abbiamo scritto fisicamente e deciso fisicamente questa mattina? Quindi ho anche il dubbio che non abbiate letto il contenuto, comunque sicuramente chi l'ha letto molto bene è stato il Presidente della Regione, su questo non vi è dubbio.

Vado su un altro punto. Il problema, come lo ha ricordato la collega Morelli, è assolutamente solo di tipo politico, non andiamo a tirare fuori altre questioni, soprattutto quelle giuridiche: io su quelle non intervengo perché non ho le competenze e, comunque, non ne ho di più di chi è in quest'aula deputato a questo. Però se il Presidente Rollandin ha voluto fare il beau geste di abbandonare l'aula, ma poi è dovuto rientrare per impartire gli ordini, vuol dire che non aveva fiducia nella sua maggioranza, perché se così fosse stato lui poteva benissimo stare fuori o nel suo ufficio e non avrebbe avuto dubbi che la sua maggioranza avrebbe votato tranquillamente contro quest'ordine del giorno. Se è dovuto entrare e si è creato il panico, il problema è politico ed è di tutt'altro tipo.

Oggi io credo che si sia verificato in Valle d'Aosta un problema. Il Presidente vi ha teso una grandissima trappola. È stata una trappola micidiale e in qualche modo anche gli altri colleghi l'hanno già anticipato, perché con questo sistema che si è creato oggi probabilmente il voto segreto non avrà più validità. Probabilmente molti consiglieri sono in qualche modo caduti nella trappola, nella trappola micidiale che è stata tesa, e la conclusione è che molti Consiglieri hanno perso la libertà, perché se si instaura questo meccanismo il voto segreto non ha più senso. Bastava dire "Signor Presidente, ha dei dubbi sul nostro voto?", punto! Il Presidente usciva e la maggioranza votava come probabilmente aveva deciso in altri momenti o secondo la linea politica. Quindi credo veramente che sia stato questo il fulcro di tutta questa discussione: la gravissima perdita di libertà e della facoltà di decidere cosa votare.

Presidente - La parola al collega Donzel.

Donzel (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente.

Certo, non faccio molto titolo io su questo ordine del giorno, visto che ho sempre avuto un rapporto conflittuale con tutti i Presidenti del Consiglio. Rapporto conflittuale che deriva dal fatto che sostanzialmente il Presidente del Consiglio dell'Union, e adesso scopriamo anche quelli della Stella Alpina, sono di fatto Presidenti del Consiglio di maggioranza e oggi più che mai lo dimostrano. Però la gravità di quanto accade in queste ore nell'aula non può essere certamente minimizzata: si potrebbe creare un precedente che di fatto neutralizza la segretezza del voto e quindi è un fatto che non può essere lasciato passare così in sordina, neanche dal punto di vista regolamentare.

C'è un documento, con la sigla di tre dirigenti dell'Amministrazione regionale, che dice che tutto è regolare, ma nulla è regolare e nulla può continuare come nulla fosse. Sicuramente bisognerà rimettere mano al Regolamento, e non mi stupirei neanche se magari questi dirigenti, che già in un'altra occasione hanno cambiato un parere sottoscritto, lo cambiassero ancora rispetto a questa cosa, probabilmente non per colpa loro ma perché ci vuole anche una riflessione giuridica, alle volte, quando ci sono dei passaggi difficili; magari meditandoci su, avendo dei pareri, andando a verificare cosa succede altrove, probabilmente facilmente scoprirebbero che non è possibile che si neutralizzi il voto segreto attraverso il meccanismo del "sto in aula ma non voto".

C'è una impasse da cui dobbiamo venir fuori e non mi sembra che in questa situazione il Presidente del Consiglio si stia dimostrando quella figura super partes che quasi ambiva ad essere, quando presentò le linee guida del suo operato, prima ancora che si determinassero le vere e proprie condizioni della sua candidatura. L'invito a dimettersi è per lui un'occasione di riflessione, perché o si sceglie di essere super partes o, se si deve servire una maggioranza, lo si dice apertamente, la si serve e si lasciano perdere i fronzoli; magari come faceva il vecchio Presidente Cerise, che era di parte ma almeno non stava a menare il can per l'aia e diceva chiaramente da che parte stava. Quindi abbiamo davvero bisogno di una gestione diversa dell'aula, di un Consiglio regionale che si riappropri del suo ruolo e che viva un rapporto diverso con il Governo regionale, che qui è abituato a comandare e non a governare.

Presidente - Altri? La parola al collega Gerandin.

Gerandin (UVP) - Merci Président.

Vede, lei quando è stato eletto, tra le sue dichiarazioni ne ha detta anche una sorridendo: "io, comunque, ho un'appartenenza politica". È innegabile la cosa! Peraltro, anche se non lo diceva, lo sapevamo ed era comprensibile avere un'appartenenza politica! Però, lei ci disse anche un'altra cosa, che per noi era un motivo, se vogliamo, anche di speranza, per una gestione super partes dell'aula. Lei ci disse: io cercherò di essere un Presidente che tutela il ruolo del Consiglio, soprattutto che tutela la libertà di espressione dei Consiglieri. Questo lei ci disse: se c'è qualcosa da cambiare sul regolamento lo cambieremo, se c'è qualche lato oscuro che paralizza l'attività dell'aula noi saremo disponibili a rivedere questo sistema che a volte è farraginoso.

Al di là di quella che può essere un'omissione del Regolamento, ci sono a volte degli obblighi o delle opportunità di carattere politico, che vanno al di là dell'appartenenza politica che ognuno di noi ha. Questa, diciamo, necessità di superare è legata a volte anche al buon senso, alla volontà di avere trasparenza, di avere quella libertà interpretativa - lei peraltro ha sottolineato più volte che il ruolo del Consiglio regionale è sovrano anche nelle interpretazioni - di avere quella libertà interpretativa per guardare quelle che possono essere delle carenze di Regolamento, al fine di tutelare il dibattito nell'aula. Ora, a noi pare veramente che - l'han già detto i colleghi che ci hanno preceduto - un articolo molto importante come quello che tutela il voto segreto possa essere messo in discussione per un'omissione, per una interpretazione, per non so cosa, per un passaggio poco chiaro. Allora, Presidente Viérin, o lei si fa garante ora, immediatamente, proponendo a questo Consiglio un'interpretazione che vada nel senso di chiarire e tutelare il voto segreto, che ripristini la validità del voto segreto, oppure veramente abbia un sussulto di orgoglio e dica: io voglio continuare a rivendicare questa mia appartenenza politica, non mi sento di tutelare l'indipendenza, la possibilità, la garanzia che ognuno possa prendere la parola senza essere tacciato o comunque messo sotto accusa, possa esprimere liberamente il voto; oppure, le dicevo, ne prenda atto e dica: io voglio continuare a essere il referente di Stella Alpina, voglio continuare a esercitare il mio ruolo, ma non quello di Presidente del Consiglio! Per cui non aspetti neanche le decisioni dell'aula, lei se ne renda conto e dica: io non ho mantenuto fede agli impegni presi con quest'aula.

Perché dico questo? Perché sono veramente convinto, l'ho già detto prima, sono veramente convinto che non sarà un'omissione del Regolamento a legittimare il controllo del voto! O siamo in grado immediatamente di porre rimedio a questa carenza, con un'interpretazione o con quello che vogliamo, oppure ci sarà qualcun altro che ci penserà a tutelare la segretezza del voto! Perché è innegabile che questa interpretazione equivale al controllo del voto! Su questo non c'è ombra di dubbio, perché non esiste più la possibilità di esprimersi liberamente nella segretezza del voto. Cancelliamo l'articolo, se non interessa più, ma non penso che sia molto democratica la cosa.

Quando non si riesce più a garantire la libertà di voto, quando la trasparenza, la democrazia sono messe in discussione da una politica miope e asservita, probabilmente è un po' il segnale della fine di un sistema: il capolinea! Un capolinea per tanti eletti in questo Consiglio, che hanno perso oltre la parola anche la faccia! Perché io ricordo che questa mattina, al di là degli ordini impartiti con una fugace presenza da parte del Presidente della Giunta, siete rimasti poi in sedici, perché il collega La Torre ha manifestato il suo disagio e si è allontanato dall'aula, a sentirvi rimproverare il fatto che non avevate neanche il coraggio: avevate gli sguardi bassi, avevate veramente perso anche la volontà di difendere una posizione indifendibile, perché non potevate difenderla; eravate mortificati, ma è comprensibile che lo foste!

Questa non può essere la politica del futuro della Valle d'Aosta, non può esserla neanche in una situazione di Paese del Bengodi, immaginiamoci in un sistema in cui in questo momento stiamo vivendo una crisi, una crisi palese! E mi dispiace! Veramente mi dispiace che questa chiusura, questa attitudine, da parte della maggioranza avvenga alla vigilia di una condivisione per tutti noi molto importante, come quella della riforma degli Enti locali. Se la democrazia che noi vorremo trasmettere agli Enti locali è questa, facciamo ben attenzione a come modifichiamo le leggi, è meglio che li lasciamo con le vecchie leggi! Se questo è l'esempio che diamo ai nostri Consigli comunali, su cui la maggioranza ha fatto una battaglia di principio, dicendo: ritorniamo a dare importanza ai Consigli comunali...! Ma che importanza gli diamo? Che importanza gli diamo, se poi il messaggio che traspare da quest'aula è: controlliamo il voto, abbiamo paura di non avere i numeri? Non parlate - perché penso che questo sia stato il diktat - non parlate per evitare di alimentare ancora di più le polemiche.

Dico questo perché penso che la ragionevolezza vada al di là dell'appartenenza politica. E se non si è in grado di garantire questa libertà di espressione, come ha detto qualcuno che mi ha preceduto, beh è un pessimo segnale! Un pessimo segnale per una democrazia che noi crediamo sia veramente quella che avete scritto, soprattutto per la Giunta, e che noi vediamo di fronte su quei pannelli sullo sfondo dell'aula e che è un po' il simbolo di questo Consiglio. In questo momento io penso che ognuno di voi - ognuno di voi! - che non garantisce questa segretezza, questa democraticità, questa libertà di espressione, io penso che si sentirà un po' in coscienza sua come uno di quelli che hanno, oserei dire, mortificato chi ha creduto veramente in questi principi.

Presidente - Altri? Non ci sono altri colleghi?

Permettetemi una breve replica. Io non voglio rispondere a domande, voglio rispondere a dei concetti o a delle visioni, tanto per essere chiari. Io capisco che la politica vada fatta con tutte le armi e le possibilità che uno ha di fronte, però visto che si parla del mio lavoro, voglio solo ricordare in maniera molto succinta quello che oggi mi viene contestato:

- che è stato impedito di esprimere il voto;

- che dovevo avere la massima vigilanza;

- che non devo prestarmi ai giochi che non rispettino l'aula;

- e l'augurio, poi, di arrivare alla fine di questa legislatura, spero in salute, perlomeno.

Io voglio solo dire, ricordare due o tre cose, perché non siamo qui per fare lunghi discorsi. Io credo che per il rispetto dell'aula la prima cosa che deve fare un Presidente è far rispettare le regole! E le regole non sono interpretabili né dal sottoscritto né da uno dell'opposizione o da uno della maggioranza. Oggi, sulle regole in merito al Regolamento e al funzionamento, ci deve essere un soggetto terzo e il soggetto terzo sono gli uffici, i dirigenti. Anche oggi, come altre volte, io ho detto che se è necessario si può anche lavorare per cambiare le regole, perché non c'è scritto da nessuna parte che le regole non si possano modificare: basta essere d'accordo. Quindi anche oggi ho detto che c'è la volontà, se dobbiamo cambiare qualcosa, di confrontarci per vedere le regole. Vi ricordo solo che - questo è importante - per cambiare le regole bisogna essere almeno in ventuno, maggioranza qualificata. Se qualcuno ha messo ventuno è perché ci vuole un confronto e io ho sempre cercato di lavorare per arrivare a un confronto, per quello che era possibile.

Dopodiché abbiamo altri argomenti, solo nel breve lasso di tempo in cui mi sono dedicato a questo incarico. Parliamo di ammissibilità? Parliamo di interpretazione dell'ordine del giorno? È chiaro che da una parte abbiamo l'opposizione e dall'altra parte la maggioranza o viceversa, e tutti ritengono che non è ammissibile, è ammissibile, la risoluzione è ammissibile, non è ammissibile! Ma io credo - anzi, i dati sono lì! - di non aver mai rifiutato nessuna iscrizione di ordini del giorno o di risoluzioni; nessuna mancanza di disponibilità verso i colleghi, non solo in Consiglio, ma anche in altri organismi nei quali sono inserito. Quindi credo di aver cercato di lavorare in collaborazione.

Questo lo volevo dire, perché mi sembra che giocare in politichese su quanto oggi io rappresento, non sia - non dico corretto, perché in politica è una parola... - non sia consono alla discussione di oggi. Dopodiché l'aula è sovrana, l'aula faccia il suo lavoro; mi viene presentato questo ordine del giorno, io l'ho accolto, l'ho ritenuto ammissibile senza nessun problema, quindi possiamo tranquillamente andare ad una votazione su questa proposta dei colleghi dell'opposizione.

La parola al collega Guichardaz.

Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Mi scusi, io sono duro di testa, però sono anche testone allo stesso modo. L'ho ascoltata con attenzione e lei non ha risposto alla domanda che io le ho fatto all'inizio. Se il verbale della votazione dice "Il Consiglio non è in numero legale", qualcuno mi vuole dire se vale o non vale l'articolo 40 del Regolamento? O è un Regolamento a interpretazione alternata? Se l'articolo 40 dice: "Se non risulta presente la maggioranza dei componenti, il Presidente può rinviare la seduta ad altra ora dello stesso giorno - di solito un'ora - oppure toglierla, a sua discrezione". Qua si pone un problema di controllo del voto, attraverso un escamotage e una furberia, che voi oggi avete applicato e che ha applicato il vostro Presidente, per disinnescare magari i dissenzienti, perché il voto segreto solitamente vi riserva delle brutte sorprese. Siccome c'è questa furberia, vi assumete la responsabilità di dire che qualora manchi il numero legale, cioè non ci siano diciotto persone, il Consiglio si rinvia, sì o no? Perché se così fosse, quanto meno, i signori della maggioranza che sono sempre lì a guardare gli orologi, perché devono andare a cena, al "Guste party" o chissà dove, probabilmente si rassegnerebbero al fatto che si devono inchiodare a questo Consiglio e magari questo Consiglio dovrà essere rinviato alla settimana prossima, quando qualcuno ha già prenotato le ferie. Io sono convinto che a quel punto lì magari anche le furberie di tipo strategico, tattico-strategico e di controllo del voto, potrebbero anche venire meno, con una risoluzione di carattere più funzionale che non di carattere politico o chissà che cosa.

Siccome lo avete scritto voi qua, che manca il numero legale, allora: o manca il numero legale o non manca il numero legale, o altrimenti l'interpretazione è valida quando dev'essere valida e non è valida quando non dev'essere valida. Qua il problema è che a voi, in occasione di quel voto, non interessava far mancare il numero legale, perché se l'idea era "manca il numero legale, magari andiamo alla settimana prossima", io sono convinto che qualcuno lì dentro sarebbe rimasto comunque, malgrado le minacce visive e le occhiatacce del Presidente Rollandin; sareste rimasti! Voi volevate tout simplement togliere la possibilità a qualcuno dei vostri colleghi di esprimere a voto segreto un dissenso, perché voleva dire porre l'ennesimo problema politico! Questa è la prima cosa.

Riguardo poi al collega Farcoz, meno male che ogni tanto si risveglia dal torpore, quando ci chiede se le procedure sono queste. Mi spiega che cosa ha fatto in tredici mesi qua dentro? Voglio dire, qual è la novità rispetto a una prassi che abbiamo applicato fino ad ora? Adesso ci siamo risvegliati e diciamo: eh, ma è possibile iscrivere, non iscrivere, altrimenti diventa un escamotage, diventa una manfrina! Ma scusate, il fatto di non aver votato e di aver fatto saltare il numero legale, cosa che avrebbe comportato il rinvio del Consiglio, era una manfrina? Allora, sono manfrine quando sono gli altri che chiedono l'iscrizione degli ordini del giorno, delle risoluzioni, delle mozioni, tranne quando vi fanno comodo pure a voi, perché anche voi avete richiesto iscrizioni di iniziative o di ordini del giorno durante il Consiglio; cercate di ricordare e di avere un po' di memoria! Non è che sono manfrine! Io penso che le prassi che sono applicate qua dentro debbano valere per tutti e debbano meritare quantomeno il rispetto istituzionale, quantomeno dal Capogruppo del partito apparentemente di maggioranza presente qua dentro.

Quindi le chiedo per l'ennesima volta, Presidente Viérin, al di là del fatto dell'ordine del giorno in cui si chiede a lei sostanzialmente di andarsene, le chiedo: c'è il numero legale o non c'è il numero legale, quando non votano diciotto persone e quando il report dice che manca il numero legale? Se manca il numero legale si rinvia il Consiglio! Allora, vuol dire che dalla prossima volta se fate mancare il numero legale non andate in ferie.

Presidente - Collega Guichardaz, dal punto di vista del Regolamento, giustamente e correttamente lei ha letto l'articolo 40 che dice anche "può...a sua discrezione". Il discorso è che dopo quella votazione noi abbiamo chiuso la seduta per andare al pomeriggio e, se ricordate, avete chiesto il parere legale. Ricordate? Allora, il ragionamento qual è? L'articolo 40 è molto semplice. Dopodiché sull'altra questione dovete anche guardare l'articolo 76 che va collegato con l'articolo 74.

Ha chiesto di parlare il collega Guichardaz. Terzo intervento? Dichiarazione di voto?

Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Eh, forse non ho neanche bisogno di dirlo per l'ennesima volta...! Approfitto di questi cinque minuti di dichiarazione di voto solo per dire che: "Se non risulta presente la maggioranza dei componenti del Consiglio - dico questo non per lei, che mi pare l'abbia capito, ma per i colleghi - il Presidente può rinviare la seduta ad altra ora dello stesso giorno - prima opzione - oppure toglierla, a sua discrezione". Lei ha due opzioni, Presidente: rinviare ad altra ora del giorno, cioè posticipare di un'ora, oppure... Sono le due opzioni! Voglio dire - abbiamo lì tre interpretatori di calibro - "il Presidente può rinviare la seduta ad altra ora, oppure...": può, oppure! Vuol dire che lei ha due possibilità: può rinviare...oppure...! Quindi colleghi, questo significa che se voi fate mancare di nuovo il numero legale, con il giochettino che avete fatto stamattina, il Presidente può fare due cose: o rinviare e quindi magari passiamo la nottata a furia di far mancare il numero legale (vi assumete poi la responsabilità di campeggiare dentro questo Consiglio), o altrimenti lo rinvia a quando voi sarete in ferie, quindi dovrete disdettare eventualmente le ferie. Queste sono le uniche due opzioni: se manca il numero legale o si rinvia - e fino ad ora si è sempre rinviato di un'ora, perché probabilmente ci vuole anche un tempo tecnico per riordinare le idee - o rinviamo ad altra data. Questa è l'unica possibilità.

Presidente - Grazie collega Guichardaz per questa precisazione. Se non ci sono dichiarazioni passerei alla votazione dell'ordine del giorno. Collega Cognetta, ha la parola.

Cognetta (M5S) - Grazie Presidente.

Solo per chiedere il voto segreto con la modalità delle palline in cabina, a nome di tutta quanta l'opposizione. Grazie.

Presidente - Prima guardiamo il Regolamento, perché non vorrei fare...

Collega Cognetta, l'articolo 73 dice che se c'è un difetto al sistema elettronico si può votare con le palline, come da lei richiesto, altrimenti c'è il sistema elettronico.

La parola al collega Cognetta.

Cognetta (M5S) - Mi scusi Presidente, ma mi sembra che il difetto è evidente! Seriamente: non si capisce come gestire il voto e lei mi dice "se c'è un difetto"?! Mi scusi! L'ha letto il foglio, no? Cioè, non lo so!

(voci fuori microfono) - È scritto qui... L'aspettavamo proprio qua...

Noi proprio qui l'aspettavamo! Io personalmente proprio qui l'aspettavo! Adesso dice "se c'è un difetto"? Mi sembra che sia palese il difetto nel voto elettronico! O non c'è difetto? No, non so!

(voce fuori microfono) - Ce l'ha scritto!

Infatti, ce l'ha scritto! Adesso quindi torniamo ai vecchi sistemi, così magari risolviamo il problema subito, senza aspettare il cambio del Regolamento, che le ricordo va fatto a ventiquattro, quindi non lo faremo mai.

Presidente - È ventuno il numero per modificare il regolamento.

Le chiedo almeno questo, collega Cognetta, di procedere al voto elettronico.

(voci fuori microfono)

Dovete aspettare un momento. Chiedo scusa un attimo, ma chiaramente gli uffici non erano preparati per questo tipo di votazione. Chiediamo cinque minuti di sospensione.

Si dà atto che la seduta è sospesa dalle ore 18,18 alle ore 18,31.

Viérin M. (Presidente) - Colleghi riprendiamo? Volevo solo dare due spiegazioni: gli usceri daranno le famose due palline, una di colore bianco e una di colore nero. Il voto a favore della proposta dell'ordine del giorno andrà espresso con la pallina bianca, il voto contro l'ordine del giorno con la pallina nera, se qualche collega vuole astenersi mette tutte e due le palline nella scatola "abstension" e chiaramente la pallina non utilizzata, se si vota, si mette nel resto. Quindi, tanto per essere chiari, una pallina si mette nell'urna "vote" e l'altra si mette nel "reste"; se ci si vuole astenere, le due palline dovranno essere messe tutte e due nella scatola "abstension".

Pregherei il collega Segretario di fare l'appello.

Appel nominal

Presidente - Prego gli scrutatori Nogara, Borrello e Restano. Grazie.

(voci fuori microfono)

Scusate, non abbiamo ancora il risultato al tavolo della Presidenza... Parrebbe che abbiano votato in trentasei, quindi bisogna capire... Sono gli scrutatori che devono decidere.

(voci fuori microfono)

Stavo parlando anche con il proponente sulla modalità di votazione, se vogliamo rifarla con le palline o se vogliamo farla con il biglietto scritto, perché il risultato che ci è stato comunicato è di sedici astensioni più due voti contro, che sommati danno diciotto, ma dall'altra parte ci sono diciotto voti a favore, quindi diciotto e diciotto! Quindi qualcuno ha fatto un ragionamento di tipo diverso...! Allora, o noi riprendiamo un po' di serietà e facciamo eventualmente, come proponevo al collega Cognetta, una votazione cartacea a chiamata ("sì" o "no"), altrimenti dobbiamo rifare la votazione con le palline, ma credo che non sia un buon esempio quello che diamo all'esterno, con votazioni del genere. Perché in questo caso sembra che abbiano votato in trentasei, diciotto contro e diciotto a favore. Quindi io chiedo ai proponenti di modificare il modo di votazione, così usciamo da questa impasse che mi sembra proprio disdicevole. Grazie.

La parola al collega Bertschy.

Bertschy (UVP) - Grazie.

Regna la confusione in aula e soprattutto non sappiamo stare ognuno al nostro posto. Gli scrutatori devono concludere il loro lavoro, consegnare il loro rapporto e noi dovremmo stare in silenzio, ma probabilmente c'è troppa tensione e le cose vanno nella direzione sbagliata. Le boîtes sono veramente qualche cosa che non si usava da tempo.

Noi abbiamo chiesto questo voto, perché il voto potesse essere segreto. Evidentemente con gli Assessori seduti lì, che senza farlo apposta ma ascoltando un po' bene possono sentire... gli stessi rappresentanti di minoranza... Questo tipo di voto la segretezza non lo comporta, quindi o si modificano le scatole o si cambia voto. La proposta di votare "sì" o "no" in urna a noi può andare bene, ma certamente bisogna trovare il sistema che la gente possa andare nell'urna senza essere verificata o controllata.

Presidente - Visto che la proposta l'aveva fatta il collega Cognetta, per correttezza chiederei a lui se è d'accordo. Era per evitare...

Cognetta (M5S) - Sì, sì sono d'accordo, ma penso che siamo d'accordo tutti. Per me non c'è problema. Grazie.

Presidente - Allora si procede al voto con schede segrete. Sulle schede si scriverà "sì" se si è favore della proposta dell'ordine del giorno dell'opposizione, "no" se si è contrari, se non si scrive niente ci si astiene. Si vota in cabina.

Appel nominal

Presidente - La votazione è chiusa, prego gli scrutatori Borrello, Nogara e Restano.

Esito della votazione:

Consiglieri presenti e votanti: 35

Schede valide: 35

Schede bianche: 16

SI: 19

Il risultato del voto è diciannove a favore e sedici astenuti, quindi passa l'invito del Consiglio riferito alla mia persona.

La parola al collega Laurent Viérin.

Viérin L. (UVP) - Grazie Presidente.

Al di là della sua comunicazione asettica, noi ci saremmo aspettati che lei desse un'interpretazione politica a questo voto, nel senso che questo voto aveva un obiettivo ben preciso: chiede le dimissioni del Presidente del Consiglio, cioè le sue dimissioni. Quindi, al di là dell'annunciare l'esito del voto, noi crediamo che malgrado questa lunga giornata dove avete voluto ancora una volta dimostrare arroganza, ancora una volta sfidare l'interpretazione dei regolamenti, malgrado le peripezie sulle modalità di voto che arrivano e derivano dal fatto di un vostro tentativo di controllo del voto... È una giornata molto pesante che forse ha anche dato un'immagine non troppo buona della politica in generale. Alla fine di questa giornata arriva un esito che conferma ciò che abbiamo detto in questi giorni e conferma soprattutto la dura realtà, che non potete più fingere, nascondere o celare. Presidente Marco Viérin, la maggioranza a cui lei appartiene non ha più i numeri! Non aveva più i numeri prima della crisi, non aveva i numeri dopo la crisi, non ha i numero neanche adesso che la crisi non è probabilmente risolta e che l'atteggiamento che voi avete voluto portare in quest'aula ha ancora accentuato.

Presidente, visto che abbiamo già assistito in quest'aula tante volte a casi in cui i voti di quest'aula non sono stati rispettati, cosa che sicuramente non sarà nel suo caso, nel senso che lei, essendo il Presidente di questa Assemblea e avendo, questa Assemblea, espresso la sfiducia nei suoi confronti, lei non potrà esimersi dal rassegnare le dimissioni! Noi crediamo che però oggi si debba aprire in questo momento una discussione politica su questo argomento, su questa vicenda. Quindi noi ripetiamo, al di là della sua comunicazione, che ci aspettiamo che lei risponda davanti a questo Consiglio di questo voto, che è senza dubbio un voto chiaro, malgrado la ripetizione, che non può più, com'è successo da parte del Presidente della Regione nella scorsa adunanza del Consiglio, come è successo all'inizio di questa seduta del Consiglio, di questa tre giorni, e non potrà più essere minimizzato e non potrà neppure essere in qualche sorta mimetizzato.

Presidente, noi l'avevamo avvertita. Lei oggi paga uno scotto per non aver saputo o voluto ricoprire quel ruolo super partes, lei si è schierato con la maggioranza che pensava la sostenesse, lei si è schierato non dalla parte del Consiglio che lei rappresentava e che dovrebbe rappresentare, e questo Consiglio oggi le ha tolto quella fiducia che, seppure con numeri risicati, poche settimane fa le era stata accordata.

Al di là del fatto tecnico, la lettura politica sancisce prima della pausa estiva un fatto politico molto importante, che è la mancanza di una maggioranza in questa Regione. Chiaramente, sarà la politica a dover discutere di questo, a meno che ancora una volta voi, come avete fatto in questi ultimi mesi, vogliate continuare a far finta di non vedere ciò che è evidente, che è evidente ai Consiglieri di questo Consiglio, che è evidente a tutta la comunità: non avete più o non avete mai avuto i numeri per governare.

Concludendo, il messaggio è che voi continuate a sfidare le istituzioni e a sfidare quest'aula, sapendo che così bloccate la soluzione dei problemi della gente, i problemi di una comunità che è in forte crisi, la gente che lavora, la gente che non arriva a fine mese, la gente che ha problemi di lavoro, la gente che chiede alla politica che i problemi siano risolti. Voi non avete i numeri, continuate a voler governare, scambiandovi le poltrone avete effettuato un rimpasto, che probabilmente non ha sopito gli appetiti che alcuni di voi o tanti di voi avevano, pensate di continuare a gestire il tutto in questo modo. Noi, senza responsabilità nei vostri confronti, ve lo continuiamo a ripetere: dovete risolvere i vostri problemi prima di tornare in quest'aula e dire che avete i numeri, cercando a tutti i costi di governare sfidando i numeri, sfidando le istituzioni. Noi ne prendiamo atto, Presidente Viérin, ma anche Presidente Rollandin, come prendiamo atto che questa maggioranza è finita.

Presidente - La parola al collega Farcoz.

Farcoz (UV) - Chiedo una sospensione per una riunione di maggioranza. Grazie.

Presidente - Sospendiamo il Consiglio per dieci minuti.

Si dà atto che la seduta è sospesa dalle ore 19,21 alle ore 19,55.

Viérin M. (Presidente) - Chiedo scusa colleghi, facciamo una riunione della Conferenza dei Capigruppo, visto che ho fatto una chiacchierata anche con gli altri gruppi e che preferiscono fare una riunione dei Capigruppo per decidere come proseguire coi lavori. Prego i Capigruppo di portarsi nella sala riunioni, grazie.

Si dà atto che la seduta è sospesa dalle ore 19,56 alle ore 20,15.

Viérin M. (Presidente) - Colleghi, nella Conferenza dei Capigruppo abbiamo concordato di ritrovarci come Conferenza alle 8,30 domani mattina. I lavori riprenderanno alle 9 e la riunione domani mattina alle 8,30 dei Capigruppo è finalizzata ad organizzare i lavori per cercare di finire l'ordine del giorno. Grazie. La seduta di oggi è chiusa.

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La seduta termina alle ore 20,15.