Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 8 del 30 giugno 1993 - Resoconto

OGGETTO N. 8/X - Elezione del Presidente della Giunta.

Presidente L'articolo 8 del regolamento interno prevede che, subito dopo l'elezione del Presidente del Consiglio regionale e degli altri componenti l'Ufficio di Presidenza, si proce­da alla elezione del Presidente della Giunta regionale e alla nomina degli Assessori, con le modalità di cui all'articolo 33 dello Statuto Speciale per la Valle d'Aosta. Le votazioni hanno luogo a scrutinio segreto, è richiesta la maggioranza assoluta e, dopo il secondo scrutinio, la maggioranza relativa.

A demandé la parole le Conseiller Rollandin.

Rollandin (UV) Au nom des forces qui ont trouvé un accord pour cons­tituer une majorité et spécifiquement: Alleanza del Progresso, Alleanza Popolare Autonomista, ADP-PRI-Indipendenti, Pour la Vallée d'Aoste, Verdi Alternativi, PDS et Union Valdôtaine. Je propose comme Président de la Junte, Monsieur Dino Viérin.

Presidente La parola al Consigliere Tibaldi.

Tibaldi (LN) Grazie. Io non conosco la prassi consiliare, ma ho sotto gli occhi l'articolo 8 e conosco l'articolo 33 dello Statuto. Prima di passare alla votazione del Presidente incari­cato mi sembrerebbe logico che egli stesso illustrasse il pro­gramma di governo affinché si possa aprire il dibattito.

Président La parole au Conseiller Rollandin.

Rollandin (UV) En principe nous serions d'accord de demander à l'as­semblée d'élire le Président afin qu'il ait la possibilité de présenter le programme et donc d'ouvrir le débat. Je crois qu'il n'y a pas des différences substantielles mais c'est évident que le Président, qui a été indiqué par les forces de la majorité, ait la possibilité par la suite d'ou­vrir le débat en présentant le programme que je crois sera à la base du débat lui-même.

De ma part je me suis limité à cette indication pour le fait qu'il y aura par la suite la possibilité de présenter de la part de chaque force politique, les considérations qui sont à la base de certains choix dans cette assemblée. J'estime donc qu'il soit correct de présenter, comme on a toujours fait, la candidature, de voter le Président de la Junte et par la suite d'ouvrir le débat.

Presidente La parola al Consigliere Tibaldi.

Tibaldi (LN) Se la mettiamo sul terreno della correttezza vorrei solamente ricordare al Consigliere Rollandin che noi della Lega Nord non siamo nemmeno stati presi in considera­zione per quanto riguarda la copia del programma; noi non l'abbiamo ancora letto e quindi non possiamo esprimere una valutazione obiettiva. Quindi, o si procede ad una inversione di questa prassi oppure chiediamo una sospensione dei lavori.

Presidente La richiesta di sospensione da parte del Consigliere Tibaldi viene accolta e quindi il Consiglio è sospeso per cinque minuti per verificare se ci sono le intenzioni e le condizioni per trovare un accordo su questo problema.

Si dà atto che la seduta è sospesa dalle ore 10,41 alle ore 10,56.

Presidente Riprendono i lavori del Consiglio dopo la sospensione. Ha chiesto la parola il Consigliere Tibaldi.

Tibaldi (LN) Le nostre critiche si appuntano su questa me­todologia che ci pare scorretta. Alcune considerazioni possiamo quindi farle per quanto riguarda l'aggregazione di maggioran­za e quindi la composizione e la scelta dei partners che faranno parte della stessa. Secondo noi questo esecutivo che viene pro­posto per la guida della Valle d'Aosta nei prossimi cinque anni può essere sinteticamente definito vecchio, perché dopo tante prediche in campagna elettorale all'insegna del rinnovamento oggi ci viene riproposta una formula di governo superata, anzi già testata nell'ultimo anno della precedente legislatura con un esito negativo che ha semplicemente dilazionato grandi pro­blematiche regionali.

Non riscontriamo perciò elementi di novi­tà, non ritroviamo in questo esecutivo le richieste che la gente valdostana ha invocato a viva voce chiedendo il cambiamento, esasperata dalla poca serietà e dalla scarsa responsabilità di­mostrate dalla classe politica negli anni precedenti.

Gli stessi tempi di gravidanza della nuova Giunta e la metodologia delle trattative, ne abbiamo avuto anche una prova in aula, ci la­sciano perplessi; si arriva alla definizione dello schema solo do­po un mese dall'elezione del nuovo Consiglio regionale, non tanto per decidere chi farà parte o meno della stessa maggio­ranza ma per stabilire quali posti si dovranno occupare nel nuovo assetto istituzionale.

Prevale ancora una volta, secondo noi, la logica spartitoria dell'assegnazione di questa o quella poltrona, della suddivisione più becera del potere e del sottopo­tere a seconda della capacità rappresentativa di ogni singola componente della maggioranza.

La manifesta iniquità dell'at­tribuzione della duplice carica presidenziale alla forza di mag­gioranza relativa la abbiamo già sottolineata. Anche la scelta del nuovo Presidente della Giunta, secondo noi, non è stata ponderata, difettando sia sul piano quantitativo sia su quello qualitativo. Sotto il primo profilo esiste una palese incongruen­za tra la scelta del Comité Exécutif e la volontà dell'elettorato; l'organo direttivo unionista ha scartato il candidato con un numero di voti quasi doppio rispetto al politico designato, e noi sappiamo che in casa unionista il peso politico personale ha una rilevanza notevole.

La differenza risalta tuttavia soprat­tutto sul piano qualitativo: il Presidente incaricato, Dino Viérin, appartiene, secondo noi, a una corrente di pensiero an­corata a schemi tradizionali, poco innovativi, mentre Robert Louvin ci sembra più orientato verso una nuova concezione della politica e della tecnica di governo perciò il ballottaggio, a nostro avviso, non avrebbe nemmeno dovuto porsi all'interno dell'Exécutif e la scelta, se fosse stata di segno opposto, avreb­be potuto significare un barlume di rinnovamento.

L'aggregazione di maggioranza è poi variopinta, non vi man­cheranno certo la dialettica e i vivaci scambi di opinione; l'am­piezza della coalizione dimostra, da un lato, la sua relativa potenzialità numerica e dall'altro la sua evidente debolezza funzionale.

La nostra attenzione si ferma inoltre sulla scelta dei partners; la lotta alla partitocrazia si è risolta inglobando alcuni partiti stato-nazionali, tanto criticati, ma comodi per raggiungere il quorum di governo, o addirittura accettando l'appoggio di quei frammenti dell'esplosione socialista che propagandano all'ul­tima ora la loro azione autonomista, riformista e progressista pur di ritagliarsi uno spazio di potere.

Ciò che tuttavia ci scandalizza maggiormente è l'adesione dei Verdi a questa maggioranza. Per anni Riccarand si è dilettato a demolire ogni iniziativa delle Giunte che si sono succedute, mantenendo questo atteggiamento fino al 28 maggio scorso; ora improvvisamente si accoppia con una Union Valdôtaine re­denta, una volta primo obiettivo della sua belligeranza sfrena­ta, ora partner della futura azione politica, con una fermezza di principi degna di nota che penso non sfuggirà agli occhi dell'elettorato. Lo stesso coordinamento regionale del Movimento Verde sottolinea la non corrispondenza del pro­gramma proposto in campagna elettorale e quello contrattato durante le consultazioni per la formazione del nuovo governo, inoltre reclama per l'assenza di un quadro definito per quanto concerne la responsabilità dell'esecutivo.

E' questa sommatoria di ragioni e considerazioni che induce noi della Lega Nord, soprattutto in riferimento alle metodologie, a votare contro il nuovo Presidente incaricato.

Presidente Qualcun altro intende chiedere la parola?

La parola al Consigliere Chiarello.

Chiarello (RC) Ritengo anch'io di dover fare un intervento. Intanto anch'io rimarco la scorrettezza della procedura perché noi consiglieri dobbiamo prendere visione di un programma stilato tra l'altro in un periodo piuttosto lungo, impiegare trenta giorni per elaborare un programma senza distribuirlo alle forze considerate di opposizione è una scorrettezza.

Volevo comunque salutare tutti i consiglieri e augurare loro di essere tutti il più vicini possibile ai problemi valdostani, anche se mi sembra che si cominci piuttosto male; vedendo infatti le prime nomine, noto che anche chi è fuori dalla Giunta in qual­che modo riesce comunque ad entrarci.

Noi, forza di sinistra, abbiamo visto che la gente ci ha dato il consenso proprio quan­do facciamo delle proposte, quando facciamo cioè una opposi­zione propositiva, e questo è quello che ci proponiamo di fare anche in Valle d'Aosta. Rifondazione Comunista ribadisce che anche in questa sede, come in tutto il territorio, continuerà la sua battaglia propositiva sui grandi temi che stanno attraver­sando la Valle d'Aosta, in primis: moralizzazione della vita pubblica, occupazione, Cogne, lavoratori autoporto, crisi dell'edilizia, spazi giovanili, sanità, elettrificazione e raddoppio della linea ferroviaria Aosta-Chivasso, autostrada Morgex-Courmayeur. Questi che ho appena elencato sono i punti qua­lificanti del programma con il quale ci siamo presentati ai val­dostani.

Il giudizio che Rifondazione Comunista dà di questa maggioranza che si propone di governare i cittadini valdostani non è certo positivo, e questo per i motivi che andrò di seguito elencando. La forza che fa da perno a questa maggioranza non è attendibile in quanto è la stessa che in dieci anni, a parte un breve interregno DC, non ha saputo gestire 15 mila miliardi per favorire lo sviluppo autocentrato dell'economia valdostana; con la distribuzione a pioggia ha soltanto favorito un'economia assistita e parassitaria. Nei prossimi anni se non ci sarà una inversione di tendenza e se non faremo un salto di qualità nella gestione dell'economia, sarà molto difficile uscire dalla grave crisi economica.

L'Union Valdôtaine e le cosiddette forze di progresso che hanno governato con essa hanno guardato con molta sufficienza al rapporto De Rita sull'economia regionale, dando per scontato che tutto ciò che non è pensato in Valle non è attendibile. Sulla questione morale le forze politiche che si apprestano a far parte di questa maggioranza hanno dimostra­to proprio in questi giorni una superficialità gravissima nei ri­guardi della possibilità di infiltrazioni mafiose, tanto da susci­tare lo sconcerto dei commissari e del On. Violante Presidente della Commissione antimafia. Enumerare tutte le problemati­che che travagliano la nostra regione sarebbe troppo lungo; mi sento però in dovere di fare ancora due osservazioni: il Piano paesaggistico non è ancora stato approvato e i Piani regolatori sono stati approvati con estremo ritardo, favorendo in questo modo la proliferazione delle seconde e terze case e non risol­vendo d'altro canto il problema delle aree per l'edilizia popola­re, problema disatteso sempre da tutte le Giunte succedutesi.

Oggi questa maggioranza nasce debole in quanto pende sul ca­pogruppo della forza di maggioranza relativa la sentenza di se­condo grado; noi siamo garantisti, non pronunciamo nessuna condanna fino al grado definitivo ma poniamo a tutte le forze presenti in Consiglio un problema di opportunità e di seria credibilità politica. Ho riservato per ultima la questione della legge elettorale, non perché meno importante ma perché a no­stro avviso è la più emblematica del comportamento di questa maggioranza. Per settimane i cittadini sono rimasti all'oscuro delle trattative e dei contenuti del programma della Giunta. I giornali dicevano che il problema centrale era la nuova legge elettorale, ora, ci sembra assurdo che chi come l'Union si batte per tutelare le minoranze linguistiche si accodi a chi vuole can­cellare le minoranze politiche e sociali, Rifondazione Comunista ribadisce che si farà portavoce delle categorie so­ciali più deboli e dei loro problemi, pertanto nel confermare il voto contrario a questa maggioranza, Rifondazione fa appello a tutte le forze di reale progresso perché promuovano un impe­gno per la soluzione dei problemi sociali che incombono sulla nostra regione. Sarà di grande soddisfazione per noi consegna­re ai nostri successori una regione caratterizzata da uno svi­luppo equilibrato e da una migliore qualità della vita.

Presidente La parola al Consigliere Marguerettaz.

Marguerettaz (DC) Aspettavo che qualcun'altra delle forze della maggioranza desse le proprie motivazioni sulla scelta di Dino Viérin. Così non è stato e mi adeguo. C'è una domanda importante:"E'la legge che fa la morale o è la morale che fa la legge? " Ponendosi oggi questa domanda alla luce delle tratta­tive per il governo regionale io credo che senza dubbio si debba propendere per la prima ipotesi. Tutti sono concordi nell'affer­mare la necessità della trasparenza, della partecipazione, della riforma del sistema politico.

A fronte di ciò si è preferito, forse in assenza di una legge specifica, ripercorrere le antiche strade. Sono le strade che hanno determinato le scelte degli schiera­menti piuttosto che dei programmi, che hanno richiesto un me­se di lunghe e segrete trattative, speso a decidere di spartizioni anche all'interno delle singole forze politiche. Ci era stato detto che questa maggioranza si sarebbe creata su delle convergenze programmatiche, è evidente che il mese avrebbe dovuto servire per stendere il programma, ma esso ci è stato proposto non più di 10 minuti fa, diventa davvero difficile pensare di votare una qualsiasi maggioranza al buio. Ci aspettavamo che ci fosse una presentazione da parte dell'uomo che si pone alla guida dell'esecutivo, prima di ricevere il voto favorevole o contrario del Consiglio. Inoltre vorrei ripercorrere le tappe a cui come DC abbiamo assistito nel corso di questo mese. L'esperienza è molto simile a quella che ha vissuto il consigliere Riccarand 5 anni or sono quando egli ricordava di essere stato interpellato dall'Union Valdôtaine e di aver visto una bozza interessante di programma e poi, di non aver saputo più niente.

La nostra esperienza è stata simile, anche se abbiamo appreso qualcosa in più dai giornali, infatti abbiamo appreso attraverso una di­chiarazione del segretario politico dell'UV Grimod che la DC non era una forza né autonomista né progressista. Io non so quali aggettivi furono accostati all'allora Nuova Sinistra, sicu­ramente i metodi dell'UV erano i medesimi e cioè isolare una forza politica affibbiando etichette anacronistiche a seconda delle convenienze. Comunque bisognava giustificare politica­mente l'accordo di maggioranza, quindi si è detto che la mag­gioranza uscente aveva operato bene ed era stata premiata dell'elettorato, sarebbe giusto ricordare che le forze che compo­nevano la maggioranza uscente non sono state premiate ma scopriamo che c'è stata una flessione. É stato detto che i Valdostani desiderano la continuità e così scopriamo, come premio del lavoro svolto, che lo stesso ex Presidente Lanivi non risulta tra i banchi dell'esecutivo e sembra che solo due degli ex Assessori mantengano il loro incarico. Comunque un risultato è stato raggiunto: dopo anni di tormenti, di studi abbiamo capito quale era la molla che poteva far nascere l'unità delle sinistre: una bella tavola imbandita, offre l'Union Valdôtaine.

La tavola ha veramente del miracoloso perché io non avrei mai potuto immaginare di vedere un giorno a braccetto con Bich, sotto l'ala protettrice di Rollandin. Si è poi detto che era necessario dare un governo forte e stabile alla Valle, bene, noi non cre­diamo che la scelta fatta vada in questa direzione: non è l'am­piezza numerica che crea un governo forte per la Valle d'Aosta, credo invece che le scelte fatte rappresentino un passo indietro, proporre una maggioranza composta da sette forze politiche si­gnifica legittimare la frammentazione del Consiglio. Io ricordo che alcuni membri della maggioranza si preoccupavano forte­mente dell'ampiezza numerica dell'allora maggioranza, preoc­cupandosi dell'appiattimento del Consiglio. Devo dire che sono assai meno preoccupato di questa possibilità anche perché, questa maggioranza Benetton, i mille colori del mondo, ci sarà un forte dibattito che spero non sarà limitato ai vari posto di governo e sottogoverno.

Un'altra questione è il rinnovamento, di questa parola magica tutti si sono riempiti la bocca, io credo che esso passi necessariamente per un'autocritica e per nuove proposte e metodi, dulcis in fundo anche attraverso nuovi uo­mini.

Questo percorso la DC l'ha fatto, completamente, ma evi­dentemente la sua strada, a fronte della maggioranza che si compie, è sbagliata, forse la DC ha sbagliato qualcosa. Mi è in­fatti parso di capire che questa maggioranza, quando parla di rinnovamento, preferisce legittimare altre strade, l'avessimo saputo. Ci si fa eleggere in forze con un simbolo ben riconosciu­to, una di quelle forze soprannominate partiti stato-nazionali, ci si fa eleggere in questa forza politica, poi si bisticcia un po', ci si dissocia e voilà, il rinnovamento è legittimato, tanto che questa forza può entrare a far parte della maggioranza regio­nale. Io credo che le riflessioni politiche che ho fatto sostengano il voto contrario all'elezione di Dino Viérin come Presidente della Giunta, non in quanto persona ma in quanto rappresen­tante apicale di questa maggioranza. Le due forze che sono la prima e la seconda in Valle, non dimentichiamolo, hanno un rapporto difficoltoso e ce lo siamo detto, ma la DC non svolgerà un'opposizione di tipo polemico o strumentale anche perché siamo coscienti dei problemi della Valle d'Aosta e del fatto che essi necessitano della collaborazione di tutti per essere risolti. Quindi ci confronteremo di volta in volta con le proposte fatte, decideremo di conseguenza e daremo anche un contributo pro­positivo. Termino con la dichiarazione di voto che ho già fatto e auguro un buon lavoro al Presidente Viérin e ai membri della Giunta.

Presidente La parola al Consigliere Riccarand.

Riccarand (VA) Intervengo per dichiarare il voto favorevole del gruppo Verde Alternativo alla proposta di Dino Viérin quale Presidente della Giunta regionale. Noi aderiamo a que­sta maggioranza e dopo l'illustrazione del programma motiveremo le ragioni forti che ci spingono a questa decisione.

Presidente Possiamo passare alla votazione del Presidente della Giunta, ricordando che è necessario precisare il nome e il cognome.

Esito della votazione

Presenti e votanti: 35

Schede valide: 35

Schede bianche: 5

Hanno ottenuto voti:

Viérin Dino: 25

Louvin Roberto: 4

Viérin Marco: 1

Presidente Proclamo quindi eletto Presidente della Giunta regionale Viérin Dino.