Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 934 du 7 octobre 2021 - Resoconto

OGGETTO N. 934/XVI - Interpellanza: "Notizie in merito al numero di posti letto previsti nel progetto di ristrutturazione e ampliamento dell'Ospedale Parini".

Bertin (Presidente) - Punto n. 39 all'ordine del giorno. Per l'illustrazione la consigliera Erika Guichardaz, ne ha facoltà.

Guichardaz E. (PCP) - Faccio subito una premessa per sottolineare che non è mia intenzione attaccare l'operato dell'assessore Barmasse, con cui peraltro ho sempre lavorato bene, ma sottolineo che questa iniziativa, come quella precedente della mia collega, vuole entrare nel merito della questione che è stata anche oggetto delle mie dimissioni da presidente di Commissione, ossia l'importanza di approfondire la situazione rispetto al progetto di ampliamento del Parini, tenendo conto della pandemia e dell'organizzazione sanitaria che dovrà essere rivista a seguito delle nuove indicazioni.

Dopo la risoluzione del Consiglio regionale del 13 maggio scorso, che impegnava il Governo regionale a procedere con la variante del progetto esecutivo dell'ala est dell'Ospedale Parini e proseguire contestualmente alle fasi della ristrutturazione dell'attuale ospedale, è stata approvata una deliberazione di Giunta il 20 settembre 2021, con la quale viene dato un mandato alla società SIV di dare attuazione alla risoluzione sopracitata. Un mandato di 123 milioni 700 mila euro per ampliare l'ex Parini che prevede, fra gli obiettivi per l'anno 2021: revisione delle progettazioni definitiva ed esecutiva; verifica in corso d'opera e finale dei lavori del terzo lotto di ampliamento ospedaliero, per adeguarli alla salvaguardia e alla valorizzazione dei ritrovamenti archeologici; revisione della progettazione preliminare; verifica in corso d'opera e finale dei lavori delle fasi quarta e quinta di ristrutturazione dell'attuale Ospedale Parini, mediante la realizzazione di un nuovo corpo materno infantile al posto dell'edificio C.

Nonostante la nostra diversità di vedute e l'assoluta convinzione che questa scelta di mantenere una vecchia struttura, un cantiere perenne, una convivenza difficile fra reperti archeologici e ospedale e un impatto molto pesante sulla città di Aosta per noi rimanga completamente sbagliata, è doveroso cercare di capire come l'assessore intenda migliorare l'attuale progetto ormai vetusto e che non teneva conto della pandemia e quale visione sta alla base delle diverse scelte. Non vorremmo ritrovarci fra cinque anni con un edificio nuovo, ma con posti letto inadeguati o, peggio ancora, un edificio su cui forse non potrà nemmeno atterrare un elicottero, senza parcheggi, con problemi di viabilità e chi più ne ha più ne metta. Lei assessore conosce bene la carenza, spesso evidenziata dai suoi ex colleghi, degli attuali posti letto delle tre strutture in cui si articola il presidio ospedaliero. Quello che siamo a chiederle, io e la collega Minelli, è il numero di posti letto di degenza e di day hospital previsti dall'attuale progetto di ristrutturazione e ampliamento, e gli intendimenti su questa tematica rispetto alla variante del progetto esecutivo di cui ho parlato in premessa.

Presidente - Per la risposta l'assessore Barmasse.

Barmasse (UV) - Condivido che abbiamo sempre lavorato bene con la consigliera Guichardaz e quindi, per carità, non voglio prendere questa interpellanza con spirito polemico, ma con spirito di informazione su quelli che sono i dati.

Per quanto riguarda il numero di posti letto di degenza e in day hospital previsti dall'attuale progetto, posso dirvi che la dotazione attuale di posti letto totali esclusivamente per acuti nel presidio ospedaliero Umberto Parini è pari a 425 posti letto, di cui 341 di degenza ordinaria, 39 diurni in day hospital e 45 tecnici; per tecnici si intendono i posti, per esempio, di dialisi, di pronto soccorso, blocco operatorio, eccetera. La dotazione di posti letto totale esclusivamente per acuti prevista nel progetto di ampliamento e ristrutturazione del presidio ospedaliero Umberto Parini è pari a 445, di cui 300 di degenza ordinaria, 84 diurni in day hospital e 61 tecnici, cioè come ho già detto prima: dialisi, OBI [Osservazione Breve Intensiva, ndr], pronto soccorso, blocco operatorio e terapie indifferibili. A questi posti letto se ne aggiungeranno 18 in più, parlo sempre del corpo nel cosiddetto ospedale H24 per acuti, perché dalla revisione del progetto, in relazione all'aumento di un piano e alla revisione per quello che è il ritrovamento ovviamente che sappiamo tutti del guerriero celtico, i progettisti hanno dichiarato che riusciranno a ricavare in più al massimo 18 posti letto. Questo porterebbe i 300 di degenza ordinaria a 318 e i posti totali a 445 + 18, che sono 463 posti letto totali.

Vorrei solamente sottolineare che in questo computo ho parlato di posti letto per acuti, giusto per non confonderci. Attualmente, se noi dobbiamo mettere i cosiddetti posti letto cronici, che sarebbero i lungodegenti più la riabilitazione geriatrica, sono circa 30 posti letto. Ma questi posti letto, proprio perché cronici e anche in previsione di quello che sarà la riforma sanitaria, non sono pazienti che devono rimanere in ambito ospedaliero. Sapete benissimo che c'è anche un tavolo di lavoro che sta valutando cosa fare dell'Ospedale Beauregard, se mantenerlo come riabilitazione, se poterlo trasformare in qualche maniera in un ospedale che, ci fosse necessità per i Covid, potrebbe mantenere questo tipo di patologia al di fuori dell'ospedale. Sicuramente i cronici non sono previsti all'interno dell'ospedale, perché questo vorrebbe dire tornare indietro in quella che è la riforma sanitaria, in cui la cronicità deve stare in altra sede sul territorio. Tanto è vero che, se riusciremo a portare a termine quello che è il piano sociosanitario, noi avremo sul territorio un centinaio di posti letto per i cronici, quindi questo andrebbe a supportare e incrementare le possibilità.

Per quanto riguarda la domanda n. 2, evidenzio che nella DGR n. 1180 del 20 settembre - quella che lei ha citato - cioè l'approvazione del mandato alla società SIV che prevede l'attuazione della risoluzione del Consiglio regionale, eccetera, come lei giustamente ha riportato, quello che è stato dato come mandato SIV è la revisione del progetto della Fase 3, quindi l'ampliamento. È quello di cui stavamo parlando adesso, quindi un eventuale aggiornamento generale dei posti letto ordinari, a cui ho fatto riferimento prima: come posti letto diurni ho detto circa 18 letti in più e anche per quanto riguarda i posti letto tecnici, anche ovviamente in ottemperanza alle nuove prescrizioni Covid-19.

Una revisione, poi, del progetto preliminare delle fasi 4 e 5 della ristrutturazione dell'ex Mauriziano e quindi un eventuale aggiornamento del numero di posti letto di ostetricia, ginecologia, nido, pediatria, neonatologia e psichiatria. Il dipartimento materno-infantile va costruito completamente ex novo, quindi possiamo valutare in base alle necessità. La psichiatria, che è previsto vada nel vecchio Ospedale Parini, anche lì gli spazi devo dire che sono veramente enormi, una volta che noi togliamo la degenza ordinaria, quindi si può anche valutare un eventuale aumento dei posti letto in tal senso, ma penso che questa sia una valutazione che è in corso, perché ci saranno comunque dei tavoli soprattutto tra i progettisti e ovviamente anche l'azienda sanitaria e il Comune di Aosta, per valutare quella che sarà poi la fase 4 e 5.

Presidente - Per la replica la consigliera Erika Guichardaz.

Guichardaz E. (PCP) - Naturalmente le chiedo se può poi farmi avere i dati. Intanto la ringrazio per la sua disponibilità e ringrazio anche il Guerriero celtico di essere apparso, perché grazie a lui possiamo aumentare quel numero di posti letto che evidentemente senza questa revisione sarebbe stato molto inferiore.

Si dice che dovremmo superare il modello ospedale centrico, questo è un po' quello che prevede la riforma sanitaria, cioè evitare il ricorso all'ospedale per una mancata risposta nei servizi territoriali, ma per arrivare a questo è necessaria una strategia delle tappe a cui lei giustamente faceva riferimento. Non dobbiamo ridurre sicuramente le prestazioni dell'ospedale ma, come diceva, aumentare quelle del territorio. In questa visione si confrontano diverse tesi e su questo lei sa bene che non tutti sono dell'idea che ridurremo drasticamente gli ingressi ospedalieri.

L'idea che attualmente siano ricoverati i soggetti che non abbisognano di cure per acuti è un postulato che non ha nessuna dimostrazione, come l'idea che la riorganizzazione territoriale riduca gli ingressi ospedalieri. I servizi territoriali devono curare le persone per mantenere lo stato di salute, non per filtrare i ricoveri. La presunta riduzione di ricoveri con la realizzazione di efficaci servizi territoriali va sicuramente verificata nella pratica, facendo prima funzionare tali servizi. È possibile poi che una migliore gestione della cronicità negli anziani contribuisca auspicabilmente ad allungarne la vita e in tal caso potrebbe anche incrementare le acuzie che richiedono un ricovero.

A chi sogna ospedali di comunità dove si riversino pazienti da dimettere dall'ospedale, ma non a domicilio, e pazienti da non ricoverare in ospedale, ricordiamo che lo stesso fine avevano le RSA. Gli ospedali di comunità che dovrebbero fungere da tappa intermedia fra l'ospedale per acuti e il domicilio sono ancora un'incognita: con quale personale, quali medici e tante altre domande che ci stiamo ponendo in questi mesi. È del tutto evidente, infatti, che ora la vera emergenza è un'altra ed è stata ampiamente sottolineata da diverse iniziative anche in questo Consiglio: non sono i semplici edifici, ma una nuova organizzazione del lavoro di figure plurime sul territorio e in ospedale.

Ce lo ricordano nuovamente i sindacati dei medici nel loro ultimo comunicato, dove evidenziano che le criticità del servizio sanitario regionale, già evidenti e consistenti prima della pandemia, si sono ulteriormente aggravati con l'emergenza Covid. Gli scellerati piani di riordino dell'ospedale e del territorio avallati dai precedenti governi regionali, invece di ottimizzare le risorse in rapporto agli effettivi fabbisogni, hanno comportato la chiusura e la conversione di reparti ospedalieri, con rilevante decremento del numero dei posti letto, peggioramento insostenibile delle condizioni di lavoro e progressivi tagli economici. Il risultato ottenuto è sotto gli occhi di tutti: il sistema sanitario sempre più ospedalocentrico, destrutturato e con ridotta capacità di erogare servizi qualitativi e quantitativi adeguati, a danno della popolazione e della professionalità degli operatori; questo dicono i sindacati medici. Sarebbe quindi magari interessante chiedere al vicepresidente di Commissione di poter audire l'attuale commissario dell'azienda USL, per capire se la pensa come il suo predecessore che diceva "l'importante è fare un ospedale" o se forse in questo senso, più che la rapidità, è importante l'organizzazione sanitaria.