Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 933 du 7 octobre 2021 - Resoconto

OGGETTO N. 933/XVI - Interpellanza: "Interventi volti alla soluzione delle problematiche concernenti il deflusso delle acque del torrente Bocqueil in Comune di Issogne".

Bertin (Presidente) - Punto n. 38 all'ordine del giorno. Per l'illustrazione il consigliere Ganis, ne ha facoltà.

Ganis (LEGA VDA) - Prima di discutere l'interpellanza vorrei, se possibile, far pervenire all'assessore competente alcune fotografie sul tema trattato, affinché si possa disquisire su delle criticità riscontrate realmente sul territorio, su segnalazioni fatte da alcuni cittadini, al fine di evitare che ci venga detto che i problemi non esistono; se possibile le faccio avere alcune fotografie, grazie.

I rischi derivanti dalla scarsa manutenzione dei nostri corsi d'acqua sono un problema che persiste da anni e che è stato oggetto di molte iniziative presentate all'interno di quest'aula da parte di diversi gruppi consiliari. Una delle ultime interpellanze è finalizzata a conoscere le azioni per l'attuazione in funzione preventiva degli interventi di pulizia degli alvei della Dora: è stata discussa soltanto pochi mesi fa, esattamente il 26 maggio, dal collega Dino Planaz. Il collega ha evidenziato le criticità che possono emergere nel caso in cui non venga fatta la manutenzione ordinaria dei torrenti, perché le abbondanti piogge potrebbe causare rischi di esondazioni e allagamenti. Una manutenzione fatta a dovere, invece, eviterebbe accumuli di detriti nei punti critici, ad esempio nei punti di confluenza di due fiumi o di un torrente dove capita spesso di vedere accumuli di detriti. Bisogna evidenziare che negli anni si è cercato di addivenire a una soluzione del problema facilitando il regolare deflusso delle acque dei torrenti, che scendendo a valle si incrociano con affluenti di portata maggiore. Ed è proprio in questi punti che si possono trovare accumuli di materiale di inerti che vanno a interferire con il regolare deflusso delle acque e che potrebbero rappresentare un'importante aggravante in caso di eventi idrogeologici estremi.

L'interpellanza che presentiamo oggi è finalizzata a evidenziare nello specifico la presenza di materiali inerti nel comune di Issogne e più esattamente nel punto di confluenza del torrente Bocqueil nella Dora Baltea. Grazie alla collaborazione di un ingegnere, si è evidenziato che la quantità di materiali inerti depositati in prossimità del punto di confluenza con la Dora Baltea e collocati naturalmente in prossimità del ponte potrebbero, come è già avvenuto negli anni passati, creare uno sbarramento e di conseguenza una serie di allagamenti nelle aree urbane vicine.

Fortunatamente non sempre si manifestano situazioni simili, ma dato che il clima è cambiato in questi ultimi anni e che le precipitazioni sono sempre meno frequenti, quando piove la quantità d'acqua che si riversa tende a essere abbondante e di forte intensità, arrivando a creare delle vere e proprie bombe d'acqua imprevedibili e devastanti per la natura e per l'uomo. È proprio per questo motivo che bisogna intervenire in tempi brevi, al fine di poter sistemare preventivamente le criticità segnalate su tutto il nostro territorio valdostano.

Chiediamo quindi all'assessore competente se sia a conoscenza del problema segnalato situato nel comune di Issogne e, in caso affermativo, quali sono i tempi di intervento previsti al fine di addivenire a una soluzione del problema.

Presidente - Risponde l'assessore Marzi, ne ha facoltà.

Marzi (AV-SA) - Le premesse dell'interpellanza confermano la particolare attenzione dedicata ai corsi d'acqua quali elementi fondanti del nostro ambiente ed ecosistema. Pertanto anche in questa occasione, per rispetto dell'attenzione prestata al tema dai colleghi del gruppo Lega, mi sento in dovere di ripercorrere, sempre in sintesi, quanto ho già affermato in occasione dell'iniziativa da lei richiamata e illustrata nello scorso mese di maggio dal suo collega di gruppo Planaz.

In premessa è infatti necessario ribadire che cosa si intende per manutenzione degli alvei e soprattutto quali sono le effettive esigenze idrauliche che rendono necessari questi tipi di intervento. In generale i tecnici intendono per manutenzione l'insieme delle azioni continue volte a ridurre i rischi di degrado della terra e delle opere presenti, sia nei territori di monte che di valle. Nel caso dei corsi d'acqua si tratta di mantenere l'assetto delle opere degli alvei attraverso i seguenti interventi: rimozione dei materiali trasportati dalle piene, potatura e taglio di alberature di ostacolo al deflusso delle piene ricorrenti dall'alveo e dalle sponde, rinaturazione e protezione delle sponde dissestate in frana o in erosione, ripristino della sezione d'alveo e di deflusso, rimozione dei depositi alluvionali o di altri materiali, manutenzione degli argini e delle opere accessorie, ripristino di spondali a diversa tipologia, ripristino e consolidamento di briglie e soglie delle opere di contenimento dei fenomeni di stabilità dei versanti.

Tali azioni comportano che a monte sia condotta un'attenta valutazione delle caratteristiche dei depositi e della vegetazione presente in alveo. Questo per evitare di considerare i corsi d'acqua non come ecosistemi vivi ed elementi importanti del paesaggio del territorio, bensì come canali la cui unica funzione è far defluire le acque stesse. Per chiarezza, gli accumuli di materiali inerti non sono la causa degli eventi citati, ma la conseguenza degli interventi realizzati negli anni che hanno modificato tracciato, assetto e pendenza dei corsi d'acqua. Queste modifiche, introdotte negli alvei naturali, purtroppo determinano in caso di grandi piene la formazione di accumuli in brevissimo tempo anche nelle sezioni più pulite.

Rispondendo al primo quesito, i tecnici dell'Assessorato conoscono molto bene la situazione del torrente Bocqueil a seguito degli eventi meteo di ottobre 2020. Il torrente infatti è stato oggetto di ripristino della funzionalità idraulica nel tratto a monte delle frazioni Sommet-de-ville e le Barmet e la riparazione degli argini a briglia nel tratto sottostante fino alla frazione Follias. Tali interventi sono stati ultimati nel maggio di quest'anno per una spesa di circa 147 mila euro: il torrente è stato continuamente monitorato sia attraverso sopralluogo dei tecnici delle due strutture competenti per le regimazioni idrauliche cioè assetto idrogeologico, bacini idromontani per il reticolo idraulico secondario e opere idrauliche per quello principale, sia attraverso i periodici sopralluoghi svolti dalle stazioni forestali a verifica dello stato di conservazione delle opere idrauliche e degli alvei. A seguito di tali monitoraggi non si è ravvisata la necessità di intervenire a pulizia dell'attuale modesto quantitativo di materiale depositato nei pressi della confluenza della Dora Baltea.

Con riferimento al secondo quesito, la situazione non comporta alcuna significativa compromissione del regime idraulico dei due corsi d'acqua, torrente e Dora Baltea. Ricordo che la competenza ordinaria sui torrenti spetta all'Assessorato alle finanze, opere pubbliche e territorio, mentre spetta alle amministrazioni locali segnalare eventuali situazioni ritenute critiche. A tale proposito preciso che, nelle settimane successive ai predetti sopralluoghi, non risultano essere pervenute richieste da parte delle autorità comunali indicanti problematiche specifiche sul torrente in oggetto.

Nel ringraziarla per le fotografie che, mentre lei spiegava l'interpellanza, io ho già girato alle strutture competenti e di fatto rapportandoci anche all'interrogazione di ieri sullo Chalamy, a breve andremo a fare un sopralluogo e a questo punto lo faremo con tutti i crismi del caso, nel senso che mi metto anche il simpatico cappellino che mi fa sembrare un Minion e alla fine della fiera diamo connotazione alla cosa. Come ho già avuto modo di dire ieri al collega, in realtà il sottoscritto è andato a vedersi questi posti, come citato la volta scorsa, però ho la tendenza, soprattutto quando lo faccio per i fatti miei e quindi in motocicletta - purtroppo se ne stanno accorgendo i colleghi della viabilità delle altre strutture che sono una specie di "trottolone" - di non dare connotazione pubblica alla cosa, nel senso che non è che mi metto a fare la fotografia di me stesso; già faccio schifo a farmi i selfies normalmente, immaginatevi se mi metto a farli anche cercando di prendere massi, pietre, fiumi e quant'altro: i risultati sarebbero, anche da un punto di vista fotografico, abbastanza scadenti.

L'oggetto del contendere, rispetto al fatto che vengano fatte delle iniziative su questo tema, è a me assolutamente gradito e ritengo sia anche davvero sintomo di una sensibilità assoluta. C'è però una questione che, secondo me, va tarata a monte e cioè il concetto di rischio.

Il concetto di rischio è assolutamente fondamentale e in alcuni casi tra l'altro trattato, soprattutto per quanto riguarda i drammi che abbiamo dovuto vivere, ad esempio, un anno fa a ottobre del 2020 per tutta una serie di motivi, sia di ordine climatico che legati agli aspetti morfologici della nostra regione, contemperato alle azioni che si devono porre in essere. Cosa vuol dire? Vuol dire che noi abbiamo un territorio così delicato da gestire, che abbiamo una struttura territoriale che interviene direttamente su tutta una serie di accidenti che possono capitare su un territorio così imponente, ma anche così delicato, che prefigura principalmente il fatto che questo territorio debba essere monitorato: tutte le volte che io esplicito delle cifre, dico degli interventi che sono stati fatti, esplicito il fatto che continuativamente le cose vogliono essere fatte, vuol dire che si sta facendo il massimo possibile rispetto a quello che umanamente è dovuto, e cioè si monitora e si fa attenzione. Questo non evita il fatto che possano accadere delle cose fuori dall'ordinario non previste, perché nel concetto di rischio c'è una parte che è l'alea che fa distinzione tra certezza e rischio stesso. È nella capacità di valutare un rischio, e non di escluderlo nella sua totalità perché altrimenti non sarebbe un rischio, che si racchiude il compito della pubblica amministrazione e di tutti quanti noi, perché altrimenti sembra che si presentano delle situazioni di difficoltà che in alcuni casi hanno anche delle conseguenze drammatiche, alluvioni e quant'altro, e che questo sia dovuto a incuria. No, il fatto che ci si prenda cura di un territorio tutti i giorni, è il massimo che una pubblica amministrazione può fare per fare in modo che le possibilità che succeda qualcosa di non previsto si riducano. Il fatto che ci sia un continuo monitoraggio e una continua sollecitazione nei confronti di problematiche di questo genere, non solo fa piacere, ma è corollario di un'azione quotidiana di attenzione a questo genere di problematiche o fattispecie presenti su tutto il territorio valdostano.

Quanto richiamato ieri, ad esempio, rispetto al fatto che non sono ancora stati eseguiti dei lavori, non ha nulla a che vedere con il fatto che, da un punto di vista operativo, si sia fatto tutto quello che si doveva per fare in modo che prima o poi la ditta aggiudicatrice, vada a compiere un lavoro. Il fatto che non sia ancora andata non ha nulla a che vedere con il fatto che sia stato fatto tutto quanto quello che doveva essere eseguito. Questo è il tema di riferimento.

Presidente - Per la replica consigliere Ganis, ne ha facoltà.

Ganis (LEGA VDA) - Grazie assessore per le risposte. Anzi, le dirò di più: grazie per la collaborazione e per la volontà di fare un sopralluogo, spero senza cappellino.

Premetto che c'è stata una perizia da parte di un ingegnere ambientale e dalle foto il problema, come lei ha appurato, esiste. Vorrei darle alcune informazioni, perché penso che lei guardando le fotografie non riesca a stabilire o a stimare la quantità di materiali inerti, quindi le do io alcune informazioni. Da una stima tecnica il materiale presente nel torrente Bocqueil ha un fronte detritico di circa 350 metri cubi; per fare un paragone e rendersi conto della quantità di materiale presente, un camion da cava trasporta circa dieci metri cubi. Da qui se ne deduce che bisognerebbe impegnare circa trentacinque camion, trentacinque e non due, per asportare tutta la quantità di materiale inerte - un'operazione da programmare e da eseguire nell'immediato, credo - perché la presenza di detriti negli alvei, soprattutto nelle briglie, e mi collego all'interrogazione di ieri fatta dal collega Brunod e che ho firmato anche io, produce come effetto l'innalzamento del fondo, aggravando il rischio di inondazione e andando a vanificare tutti gli investimenti che sono stati fatti per assicurare il giusto grado di protezione al territorio e alla popolazione.

Concludo evidenziando che le opere pubbliche, oltre a essere realizzate, debbono anche essere mantenute in perfetto stato e, come lei sa, tutto questo rimarrà agli atti.