Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 1552 del 2 ottobre 1985 - Resoconto

OGGETTO N. 1552/VIII - CONDANNA DEL REGIME DI SEGREGAZIONE RAZZIALE IN SUDAFRICA.

PRESIDENTE: Do lettura dell'ordine del giorno presentato dalla Giunta regionale:

ORDINE DEL GIORNO

CONSIDERATA la situazione di estrema gravità provocata in Sud Africa dal tentativo del gruppo bianco, minoritario di perpetuare il mantenimento delle proprie prerogative e dei propri privilegi attraverso un regime, l'imposizione con la forza e la repressione manifestamente razzista;

RILEVATO che tale politica ha determinato un preoccupante inasprimento dei rapporti tra le popolazioni di razza bianca e di razza nera, con la conseguenza, nelle sole ultime settimane, della morte di decine di persone, del moltiplicarsi di incendi dolosi, di disordini, di rappresaglie e di scioperi violentemente soffocati dalle forze di polizia;

VISTA l'insensibilità dimostrata dal Governo di Pretoria alla richiesta di estendere i diritti politici e le riforme agli oltre 22 milioni di neri residenti in Sud Africa;

CONSIDERATO che tale situazione, basata su sentimenti di odio razziale volutamente esasperati dal governo stesso, è contraria ad ogni principio di dignità, di giustizia, di libertà, di rispetto per la persona umana;

IL CONSIGLIO REGIONALE

CONDANNA con fermezza le leggi sull'apartheid ancora in vigore in quella parte di continente africano che penalizzano e discriminano le popolazioni di razza nera;

SI SCHIERA dalla parte di coloro che stanno combattendo per affermare la supremazia delle libertà individuali e razziali, senza comunque condividere i metodi violenti attraverso i quali questa lotta si sta affermando;

INVITA il Governo sudafricano ad abolire le leggi ed i regolamenti sull'apartheid in modo da favorire l'instaurarsi di un dialogo democratico e civile tra le popolazioni bianche e nere.

PRESIDENTE: Do lettura della mozione presentata dai Consiglieri Mafrica, Cout, Bajocco, Millet, Dolchi e Tonino:

MOZIONE

CONSTATATO che da ormai numerose settimane si susseguono nelle principali città del Sudafrica imponenti manifestazioni contro il regime di segregazione razziale imposto dal Governo di Pretoria, il quale continua a negare ogni diritto politico alla maggioranza della popolazione del Paese, perchè di pelle nera;

VERIFICATO che il Primo Ministro Botha ha dimostrato di non voler in alcun modo deflettere da una vergognosa politica razzista e che anzi ha intensificato le reppressioni sanguinose, gli arresti e le limitazioni alle libertà politiche e di movimento dei cittadini sudafricani;

NELL'ESPRIMERE la più netta condanna di ogni forma di discriminazione razziale in qualsivoglia campo della vita politica, religiosa e sociale;

NEL MANIFESTARE la propria viva solidarietà al largo fronte di lavoratori, donne, studenti, religiosi, bianche e neri, che nel Sudafrica si battono contro la segregazione razziale e per la conquista di elementari diritti politici per tutta la popolazione sudafricana;

Il Consiglio regionale della Valle d'Aosta

INVITA

il Governo italiano a interrompere le relazioni diplomatiche con il Sudafrica finché non verrà posto fine all'attuale regime di segregazione razziale;

DELIBERA

di inviare copia del presente documento al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro per gli Affari Esteri ed al Primo Ministro della Repubblica del Sudafrica.

PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Presidente della Giunta Rollandin; ne ha facoltà.

ROLLANDIN (U.V.): Je crois que soit l'ordre du jour présenté, qui pourra être examiné en tenant compte des observations qui ont déjà été discutées par les Chefs de groupe, soit les indications qu'on cherche à donner, sont suffisantes et je crois qu'il n'y a pas grand chose à ajouter. On a déjà eu l'occasion d'intervenir plusieurs fois à ce sujet au niveau du Conseil régional et on a dit assez clairement qu'on condamne n'importe quel acte qui prévoit la mortification de l'homme, compte tenu de la différence, comme dans le cas présent, de couleur ou, pire encore, des différences de religion ou d'intérêts.

Je crois que le Conseil dans d'autres occasions s'est déjà démontré unanime à ce sujet et je crois qu'en tant que représentants d'une minorité, même si linguistique, nous sommes encore plus sensibles au fait que quelqu'un puisse, et surtout comme en ce cas, veuille, maintenir une attitude d'oppression, vis-à-vis de certaines forces dont on sait les dégâts qu'en ce moment elles sont en train de subir. Je crois que le Conseil ne pourra que condamner cette attitude et se montrer de plus en plus attentif envers ces problèmes, quel que soit le lieu où ils auront l'occasion de surgir.

PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Mafrica; ne ha facoltà.

MAFRICA (P.C.I.): Il nostro gruppo ha presentato la mozione in data 30/8/1985 e non sapeva che autonomamente anche il Presidente della Giunta aveva preso l'iniziativa di sollevare il problema in Consiglio. Noi concordiamo sia con la nostra mozione che con l'ordine del giorno presentato dal Presidente della Giunta, perchè entrambi condannano il razzismo e soprattutto le limitazioni politiche e sociali per intere popolazioni. Se le forze presenti in Consiglio sono d'accordo si potrebbe votare sia la mozione che l'ordine del giorno.

PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Aloisi; ne ha facoltà.

ALOISI (M.S.I.): Sono convinto che su questo problema ci sia molta disinformazione nell'ambito delle forze politiche nazionali e delle forze rappresentate in questo Consiglio. E' singolare l'accanimento di tutto il mondo contro il Sudafrica: si denuncia giustamente lo sviluppo separato di quel Paese, ma si tace su quello dell'Irlanda del nord contro i cattolici o degli stessi Stati Uniti contro i pellerossa rinchiusi nelle riserve inventate dai nordamericani e non dai sudafricani.

Sovente ci dimentichiamo che l'apartheid esiste anche qui in casa nostra: avete forse dimenticato la vergognosa discriminazione di cui sono oggetto i cittadini di lingua italiana nella provincia autonoma di Bolzano? Discriminazioni sociali, politiche, culturali, situazioni assurde; basti pensare che i cittadini di lingua italiana sono diventati minoranza etnica in una regione facente parte integrante dello Stato italiano. Non a caso in quella regione abbiamo assistito impotenti ad una radicalizzazione del movimento autonomistico della Sudtiroler Volkspartei, con una parziale ripresa del fenomeno terroristico. Solo dal Movimento Sociale Italiano è stato denunciato lo stato di insoddisfazione e di discriminazione di cui è oggetto la popolazione di lingua italiana a causa del famoso pacchetto dell'Alto Adige che è stato voluto da tutti i partiti nazionali, con la sola esclusione del M.S.I.. Il tema potrebbe anche essere oggetto di un dibattito consiliare, ma in questo momento stiamo discutendo del problema sudafricano e quindi torniamo su quest'ultimo, non prima però di avervi ricordato un famoso detto della Bibbia che dice: "Anziché cercare la pagliuzza nell'occhio del vicino, vedi di togliere la trave che hai nel tuo occhio".

La Repubblica Sudafricana, per vostra e mia conoscenza, non è una ex colonia come tante, ma uno Stato vero che si è guadagnato l'indipendenza e la libertà attraverso lunghe e dure lotte militari, politiche e civili. Se si vuole parlare di apartheid bisogna avere il coraggio di andare fino in fondo e di dire le cose come stanno. Sapete, per esempio, ciò che accadde nella Russia sovietica? Nel rosso "paradiso del socialismo reale" vige ogni specie di apartheid, cominciando da quello nei confronti degli ebrei. Potremmo continuare ancora per molto.

Il razzismo, purtroppo, è un male terribile, è una peste da combattere con ogni mezzo, ma guai a non tener conto delle sue radici che affondano nella storia, nella cultura e nella stessa natura dell'uomo. Chi è senza peccato scagli la prima pietra! Gli attuali partiti di sinistra ed anche le "forze di centro", ma in questo caso sono tutte sinistrose proprio per timore di apparire retrogradi, conservatori o addirittura fascisti o nazisti, sappiamo che prima o poi l'apartheid dovrà finire. Tuttavia esso non potrà e non dovrà finire come vuole oggi la propaganda marxista, di sinistra o come volete chiamarla, che non perde mai occasione di fare sentire la sua voce, ma che troppo sovente dimentica ciò che avviene in Polonia, Afghanistan, Lituania, Angola, Etiopia, Cambogia..... L'apartheid deve finire? Si, ma non sulla pelle e sugli interessi morali e materiali di chi ha fatto di una terra, un tempo inospitale e abitata solo da poche e povere tribù, un grande Paese civile, uno Stato ordinato, forte, laborioso e ricco, dove è ancora legalizzato l'odioso ed inaccettabile l'apartheid, ma dove tutti, bianchi, neri e colorati, indigeni ed immigrati, vivono in condizioni sociali ed economiche che non hanno alcun confronto con nessun altro Paese asiatico, africano o, addirittura, europeo.

Se permettete vorrei leggervi un documento inviato dal Consolato Generale del Sudafrica che probabilmente i Capigruppo hanno già ricevuto, ma che è molto importante perchè fa riflettere sulla strumentalizzazione di quel Paese da parte di molte forze politiche. "Il Governo attuale in Sudafrica non è lo stesso che ha fatto le leggi sull'apartheid negli anni '50 e '60. Il Consiglio dei Ministri è formato da ministri di razze e partiti diversi. Il Governo ha dichiarato la sua intenzione di distruggere la discriminazione razziale in Sudafrica ed ha, a questo proposito, abolito numerose leggi e regolamenti concernenti l'apartheid. Il Governo, inoltre, ha invitato i leaders neri a discutere un nuovo assetto politico nel Paese. Questa discussione, iniziata circa due anni fa con la collaborazione dei learders neri moderati, ha scatenato la violenta reazione degli anarchici. Questi ultimi non vogliono una collaborazione pacifica con il Governo,essi vogliono le immediate dimissioni del Governo a favore di forze non sconosciute, per ostacolare il progredire della discussione in corso tra il Governo ed i leaders moderati neri. Essi, 18 mesi fa, hanno dato il via alla violenza con lo scopo di intimorire i neri moderati che collaborano e sono a favore di riforme pacifiche: essi li attaccano fisicamente, li linciano, li bruciano vivi, sono neri che bruciano vivi altri neri".

Cerchiamo di portare chiarezza in quella realtà che è il Sudafrica! A questo proposito il Ministero degli Affari Esteri Sudafricano ha dichiarato: "Coloro che perpetrano la violenza si presentano agli occhi dell'estero come leaders saggi con alto rispetto dei principi democratici occidentali". Essi presentano la popolazione di colore come una massa piena di privazioni e danno l'impressione di essere profondamente preoccupati per le "intollerabili condizioni di vita" dei neri. Il loro scopo è quello di spingere emotivamente la comunità internazionale contro il Governo Sudafricano per isolare totalmente il Paese. Gli organizzatori della violenza in Sudafrica non stanno lottando per migliorare le condizioni di vita dei neri o per un sistema in cui i leaders di colore abbiano una partecipazione alle decisioni che riguardano gli interessi di tutti. Ogni porta è aperta infatti per i leaders neri che rifiutano la violenza come mezzo per raggiungere i loro scopi politici, per migliorare gli interessi dei neri, compresi i diritti politici attraverso un processo di consultazioni o di negoziati. Questo è l'aspetto chiave del problema. Proprio perchè si sta per raggiungere l'istituzione di un sistema pacifico per tutte le comunità sudafricane, quale risultato delle riforme del Governo, sono intervenuti gli elementi che optano per una dittatura filo-sovietica. Il loro scopo è quello di fermare il processo di riforma e di prevenire i leaders di colore dal sostenere un ruolo costruttivo nel nuovo sistema costituzionale.

Essi non rispondono quando si chiede loro perchè un milione e mezzo di lavoratori vengono a cercare lavoro in Sudafrica dagli Stati confinanti. Essi non si preoccupano delle persone che muoiono di fame a milioni in altre regioni dell'Africa; non si preoccupano delle restrizioni dei diritti politici e delle libertà di stampa che esistono nella maggior parte degli Stati africani, proprio perchè hanno segretamente in mente un sistema di tirannia nel quale non esiste nessun diritto o libertà fondamentale. I loro metodi del resto lo dimostrano. Per questa ragione il Presidente della Repubblica si è rivolto a tutti i sudafricani chiedendo loro di avvicinarsi ai problemi del Paese con reciproca comprensione, di discutere le differenze con spirito di tolleranza e di risolverle con senso di responsabilità.". Proprio per questa visione concreta e realistica del problema sudafricano io non condivido né l'ordine del giorno presentato dalla Giunta né, tanto meno, la mozione presentata dal Partito Comunista e presento un nostro ordine del giorno che ora leggo:

ORDINE DEL GIORNO

Il Consiglio regionale della Valle d'Aosta

nell'auspicio del raggiungimento di una civile convivenza fra tutte le varie componenti etniche del Sud-Africa, Stato sovrano, nato non già da un dominio colonialistico, ma che si è guadagnato l'indipendenza e la libertà attraverso lunghe e dure lotte militari, politiche e civili;

nell'esprimersi certamente per la condanna di un sistema inaccettabile, ma altresì con una chiara visione della situazione, e con un'analoga ferma denuncia contro la lotta armata, ispirata, voluta e strumentalizzata dall'Unione Sovietica per ottenere una grave destabilizzazione in una zona strategica che significherebbe la fine del Sud-Africa come potenza occidentale, e la eliminazione od il massacro della gente bianca e il genocidio di quella nera;

si augura che venga fatto ogni sforzo per bandire dall'Africa quelle forze militari sovietiche, cubane, tedesco-orientali e nord-coreane che vi stazionano in nome ed in rappresentanza di un egemonismo imperialistico;

chiede al Governo Italiano di non dimenticare che in Sud-Africa vivono oltre 80 mila cittadini italiani e che per loro debbono essere richiesti al Governo di Pretoria tutte le garanzie di sicurezza di fronte elle violenze dei gruppi estremisti neri;

da mandato al Presidente della Giunta di notificare tale decisione al Ministro per gli Affari Esteri ed al Primo Ministro della Repubblica del Sud-Africa tramite l'Ambasciata Sud Africana a Roma.

PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Tamone; ne ha facoltà.

TAMONE (U.V.): Moi, je n'ai pas l'intention d'intervenir sur les considérations du Conseiller Aloisi, justement parce que je crois que la deuxième partie de son intervention, que sans aucun doute nous avons tous compris, nous dit aussi de la validité de la première partie de son intervention. Tout ce qu'il a dit est faux et contraire à la vérité, aussi bien la deuxième partie que la première. Il a essayé, comme il fait souvent et comme son parti fait toujours, de provoquer les groupes du Conseil et, à mon avis, il ne mérite aucune réponse.

La première partie était identique à l'autre de sorte qu'elle n'a pas besoin de réponse. Il est faux quand il s'exprime sur les problèmes de l'Afrique du Sud et il est faux quand il parle du problème de l'apartheid ou du Tyrol du sud: c'est la même chose. Le Conseiller Aloisi, s'il pouvait, aurait le courage de faire le même discours pour la Vallée d'Aoste. Là, il fait attention parce qu'il a peur de glisser sur une peau de banane, mais il le ferait ce discours, parce que dans son coeur, dans sa tête, dans son action, il pense ces choses. Dans ce sens je m'arrête. Je ne subis pas la provocation et j'en reste là.

PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Torrione; ne ha facoltà.

TORRIONE (P.S.I.): La questione sudafricana è certamente più complessa di come è stata volutamente semplificata dal Consigliere Aloisi. Tengo comunque a precisare che noi non siamo prevenuti nei confronti di nessuno, né verso il Movimento Sociale, con il quale a volte abbiamo anche votato insieme, né verso altri; anche perché, se due più due fanno quattro, risulta per noi indifferente che lo dica il Consigliere Aloisi o che lo dicano i Consiglieri Torrione o Mafrica e consideriamo sciocco non voler ammettere che la verità è sempre verità. In questo ci distinguiamo dal Partito Comunista e lo proclamiamo senza falsi pudori perché si tratta di un nostro precipuo modo di essere e di interpretare la realtà.

Riteniamo anche che le forze politiche, specie quando sono eccessivamente ghettizzate come il Partito Comunista che lo è stato per lungo tempo, soffrono più facilmente di forme di reazione a volte inconsulte. Visto e considerato che nel nostro patrimonio culturale non c'è spazio per il concetto di emarginazione, riteniamo di non doverne fare uso neppure nei confronti del Movimento Sociale e non ci spaventa un nostro eventuale confronto con esso, specie se accettiamo il fatto che la nostra Repubblica affonda le sue radici nella Resistenza. Mao diceva che una lunga marcia comincia sempre con un piccolo passo e anch'io credo che il Partito Comunista Italiano, muovendo qualche piccolo passo, riuscirà ad adottare fra qualche anno altri atteggiamenti. Abbia mo già visto e apprezzato alcuni sforzi fatti in senso riformista e non rivoluzionario, e ci auguriamo che anche il prossimo congresso che ormai è alle porte riesca a fare giustizia di certi tabù.

Detto questo dichiaro con molta franchezza che non posso assolutamente condividere le affermazioni del Consigliere Aloisi, perché per definire il Sud Africa "un grande e civile Paese", ci vuole un coraggio che noi certamente non abbiamo. Consigliere Aloisi, per noi il Sud Africa è uno dei Paesi più barbari che esistono sulla terra! Quando il primato attribuito ad una minoranza è fondato su di un principio razzista, non è più il caso di continuare a discutere, come forse a ragione diceva il Consigliere Tamone. Quando affermiamo che il primato deve essere affidato al colore della pelle o agli occhi azzurri, ci poniamo in sintonia con un concetto assurdo di marca prettamente nazista e, nel caso del Sud Africa, si tratta addirittura di un'assurdità, nell'assurdità perché viene esaltato il primato di una minoranza bianca ai danni di una maggioranza nera.

Io credo invece che ogni popolo abbia diritto all'autodeterminazione e a governarsi secondo principi democratici che non devono assolutamente discrimina re, favorendo chi è bianco o chi è nero. Potremmo anche concordare su tutta una serie di fenomeni legati al post-colonialismo verificatisi nel continente africano dove si è inserito il gioco sottile, ma non sempre tanto sottile, delle grandi potenze, le quali, secondo le zone di influenza e gli interessi, hanno armato ora un popolo ed ora un altro. E' riconosciuta da tutti l'influenza esercitata da Cuba e forse l'Etiopia ne è uno degli esempi più evidenti. Noi però condanniamo questa forma di ingerenza da qualsiasi parte essa provenga, dagli Stati Uniti o dalla Russia, e nell'affermare ciò crediamo di essere molto fermi e decisi. La situazione del Sud Africa comunque deve essere condannata nel modo più categorico e brutale, perché urta contro i principi più elementari della nostra coscienza civile.

Il Presidente della Giunta, durante le celebrazioni per il quarantennale del Decreto Luogotenenziale sulla nostra autonomia, ha detto: "Per lunghi anni una minoranza è stata oppressa da una maggioranza che ha voluto imporle la sua lingua ed il suo modo di essere, e che ha voluto addirittura sradicarla dalle sue radici più profonde!" Proprio questo tentativo che si verifica in Sud Africa in maniera ancora più assurda e più fascista nel senso deteriore del termine, non può che generare repulsione nelle coscienze di tutti coloro che credono nella libertà, nella democrazia e nella convivenza civile. Non è pensabile che nell'anno di grazia 1985 ci sia un regime che tuteli la ghettizza-zione della popolazione nera, la quale non può godere di nessun diritto di fronte a tutte le prevaricazioni della minoranza bianca.

Gli Stati Uniti, che non sono una potenza considerata progressista, hanno avuto parole di condanna verso quella troppo cauta apertura, che poi però non c'è stata, annunciata dal presidente Botha; l'opinione pubblica americana è insorta in modo molto evidente contro l'assurdo regime sudafricano che vuol mantenere uno steccato tra coloro che godono di tutti i privilegi e coloro che invece sono costretti a lavorare a beneficio di una esigua minoranza che ha il solo "pregio" di avere la pelle diversa dagli altri. Notiamo poi che gli "afrikaners" sono i cosiddetti "boeri" emigrati dall'Olanda che, se vogliamo, hanno pur condotto una lotta rivoluzionaria contro la potenza colonialista inglese, ma non sono autoctoni e non sono cresciuti facendo germogliare una mentalità caratterizzata da un radicato attaccamento alla propria terra. Si tratta invece di gente che si comporta come i famosi "pieds noirs" francesi che hanno cercato fino all'ultimo di mantenere condizioni di assoluto privilegio nei confronti di un Paese che avevano oppresso.

Non ho altro da aggiungere e dico solo che noi siamo d'accordo nel votare sia l'ordine del giorno che la mozione, però diciamo ai due presentatori che preferiremmo arrivare alla presentazione di un ordine del giorno unitario. Abbiamo fatto queste considerazioni perché il nostro Partito, nella sua lunga storia, ha sempre dimostrato di essere estremamente aperto, disponibile e sensibile nel sostenere le lotte degli oppressi. Pertanto anche in questo caso non possiamo che essere dalla parte di quei neri che nel loro Paese stanno conducendo una dura battaglia, costellata di morti e di sangue, per riuscire a governarsi per quello che essi sono e rappresentano, senza più essere discriminati solo per la loro pelle che è di colore diverso.

PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Presidente della Giunta Rollandin; ne ha facoltà.

ROLLANDIN (U.V.): Je crois qu'en effet on voulait proposer d'insérer le point de la motion à la fin de l'ordre du jour, afin qu'on puisse dire:

IL CONSIGLIO REGIONALE

CONDANNA con fermezza le leggi sull'apartheid ancora in vigore in quella parte di continente africano che penalizzano e discriminano le popolazioni di razza nera;

SI SCHIERA dalla parte di coloro che stanno combattendo per affermare la supremazia delle libertà individuali e razziali, senza comunque condividere i metodi violenti attraverso i quali questa lotta si sta affermando;

INVITA il Governo sud-africano ad abolire le leggi ed i regolamenti sull'apartheid in modo da favorire l'instaurarsi di un dialogo democratico e civile tra le popolazioni bianche e nere;

INVITA ALTRESI' il Governo italiano a interrompere le relazioni diplomatiche con il Sud-Africa finchè non verrà posto fine all'attuale regime di segregazione razziale.

DELIBERA di inviare copia del presente documento al Presidente del Coniglio dei Ministri, al Ministro per gli Affari Esteri ed al Primo Ministro della Repubblica del Sud-Africa.

Ainsi, je pense qu'on pourra insérer le but de la motion à l'ordre du jour afin d'avoir les deux réunis et faire une votation unique sur l'ordre du jour.

PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Mafrica; ne ha facoltà.

MAFRICA (P.C.I.): Noi siamo d'accordo sull'unificazione dell'ordine del giorno con la mozione e ci sembra che con questa votazione il Consiglio regionale della Valle d'Aosta dimostri la sua sensibilità verso un popolo di 22 milioni di persone che non hanno diritto di voto, non possono spostarsi da una zona all'altra se non in condizioni particolari e sono discriminate anche nella vita quotidiana. Noi accettiamo positivamente questo atteggiamento del Consiglio regionale che, di volta in volta e sui diversi problemi, sa assumere le sue ferme posizioni.

Non è vero invece che si pronuncia solo sul Sud-Africa, perchè si è espresso con un ordine del giorno anche su: Polonia, Afghanistan e Grenada. Il Consiglio regionale dimostra di saper fare la sua parte e di questo noi siamo soddisfatti.

PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Ricco; ne ha facoltà.

RICCO (D.C.): Noi democristiani siamo una forza politica antitotalitaria, tesa a custodire e a diffondere la libertà. Come partito popolare di ispirazione cristiana, la D.C. ha anche il dovere inalienabile di contribuire a portare più giustizia sociale nel mondo. Questi due aspetti, ad un certo livello, si legano perchè non si può avere un solido regime di libertà che non sia, nello stesso tempo, portatore di giustizia sociale, di volontà di pace e di collaborazione tra tutti i popoli. Il rispetto e la salvaguardia di tutte le razze, specialmente delle più deboli, ai quali è improntato il comune sentire di tutto il popolo italiano, per innato suo modo di essere, postulano che ai popoli giovani che si affacciano alla vita politica e sociale non si creino barriere insuperabili che ne potrebbero inaridire le capacità, le possibilità e le prospettive.

La D.C., quindi, che riconosce come scopo essenziale la sintesi tra i valori di libertà e le mete di giustizia sociale e di pace, non può che condividere l'ordine del giorno in questione predisposto dalla Giunta regionale ed integrato, come ha detto il nostro Presidente, con la parte finale della mozione presentata dal Gruppo Comunista.

PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Aloisi; ne ha facoltà.

ALOISI (M.S.I.): Poiché non c'è peggior sordo di chi non vuole ascoltare, vorrei chiarire brevemente un mio concetto già espresso. Nel mio precedente intervento ho dichiarato che l'apartheid deve finire e nell'ordine del giorno dico di: "esprimersi certamente per la condanna di un sistema inaccettabile"; pertanto vorrei che non si facesse confusione. Visto che sono in corso delle trattative e che c'è la possibilità di superare quel sistema e quella situazione inaccettabile con un metodo civile e pacifico, senza arrivare alla lotta armata come avviene in Sud-Africa per sobillazione ad opera di potenze straniere, noi chiediamo solo di condannare l'apartheid in modo pacifico, per dare la possibilità a quel Paese di risolvere il problema interno in modo graduale, come ha già iniziato a fare il governo di Pretoria, intavolando delle trattative con il popolo degli Zulù, all'interno del quale esistono violenti contrasti fra le tribù dei neri. Noi diciamo che bisogna aiutare quel Paese senza che ci siano interferenze straniere, affinché possa risolvere il problema dell'apartheid con gradualità ed in modo pacifico.

PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere De Grandis; ne ha facoltà.

DE GRANDIS (P.R.I.): Volevo solo affermare che voterò a favore dell'ordine del giorno presentato dalla Giunta, con le integrazioni formulate dal Presidente della Giunta, sulla scorta della mozione presentata dal Partito Comunista. Ovviamente non voterò l'ordine del giorno presentato dal Consigliere Aloisi perchè, se è vero che la tolleranza è la principale virtù del laico, è altrettanto vero che tale virtù ha i suoi limiti.

Le dichiarazioni fatte in questo Consiglio dal Consigliere Aloisi sulla situazione del Sud-Africa mi hanno sbalordito ed indignato. Non intendo assoluta mente raccogliere quello che ha detto per farne oggetto di polemiche, perchè non si possono fare queste cose sulla pelle di chi soffre, ma ho il dovere civile di dichiarare, a nome di tutti coloro che hanno votato per il Partito Repubblicano, che le dichiarazioni del Consigliere Aloisi sono indegne di un consesso civile, anche perchè a bene ascoltarle, come ho fatto io, mi sembra vano ispirate dalla perniciosa lettura del "Mein Kampf" di Adolf Hitler.

PRESIDENTE: Dichiaro chiusa la discussione generale.

Se nessuno chiede la parola metto in approvazione l'ordine del giorno presentato dal Consigliere Aloisi:

ESITO DELLA VOTAZIONE

Presenti: 29

Votanti: 29

Favorevoli: 1

Contrari: 28

Il Consiglio non approva.

PRESIDENTE: Do lettura dell'ordine del giorno unificato al quale la Presidenza, se le è concesso, sostituirebbe alla fine, ma solo per motivi di opportunità linguistica, "DELIBERA di inviare copia...." con la nuova dizione: "DECIDE di inviare copia...".

OFDINE DEL GIORNO

CONSIDERATA la situazione di estrema gravità provocata in Sud Africa dal tentativo del gruppo bianco, minoritario di perpetuare il mantenimento delle proprie prerogative e dei propri privilegi attraverso un regime, l'imposizione con la forza e la repressione manifestamente razzista;

RILEVATO che tale politica ha determinato un preoccupante inasprimento dei rapporti tra le popolazioni di razza bianca e di razza nera, con la conseguenza, nelle sole ultime settimane, della morte di decine di persone, del moltiplicarsi di incendi dolosi, di disordini,

di rappresaglie e di scioperi violentemente soffocati dalle forze di polizia;

VISTA l'insensibilità dimostrata dal Governo di Pretoria alla richiesta di estendere i diritti politici e le riforme agli oltre 22 milioni di neri residenti in Sud Africa;

CONSIDERATO che tale situazione, basata su sentimenti di odio razziale volutamente esasperati dal governo stesso, è contraria ad ogni principio di dignità, di giustizia, di libertà, di rispetto per la persona umana;

IL CONSIGLIO REGIONALE

CONDANNA con fermezza le leggi sull'apartheid ancora in vigore in quella parte di continente africano che penalizzano e discriminano le popolazioni di razza nera;

SI SCHIERA dalla parte di coloro che stanno combattendo per affermare la supremazia delle libertà individuali e razziali, senza comunque condividere i metodi violenti attraverso i quali questa lotta si sta affermando;

INVITA il Governo sud-africano ad abolire le leggi ed i regolamenti sull'apartheid in modo da favorire l'instaurarsi di un dialogo democratico e civile tra le popolazioni bianche e nere;

INVITA ALTRESI' il Governo italiano a interrompere le relazioni diplomatiche con il Sud-Africa finchè non verrà posto fine all'attuale regime di segregazione razziale.

DECIDE di inviare copia del presente documento al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro per gli Affari Esteri ed al Primo Ministro della Repubblica del Sud-Africa.

PRESIDENTE: Ha chiesto la parola per dichiarazione di voto il Consigliere Aloisi; ne ha facoltà

ALOISI (M.S.I.): Io, naturalmente, respingo nel modo più indignato possibile le dichiarazioni fatte dal Consigliere De Grandis. I casi sono due: se il Consigliere De Grandis non capisce l'italiano, dovrebbe fare un corso; se invece vuole cercare strumentalizzazioni che

non esistono, è padronissimo di farlo.

Do una breve risposta anche all'intervento del Consigliere Tamone. Mi sembra di essere stato chiaro e se quest'ultimo si riferisce al problema dell'Alto Adige, che forse non conosce, basta che si rechi a Bolzano per rendersi conto che ciò che io dico non è una strumentalizzazione, ma la realtà. E' una realtà il fatto che il cittadino di lingua italiana a Bolzano è discriminato, e che, sempre a Bolzano, c'è l'aparthied a chiare lettere. Potete darmi del fascista, ed in questo caso me ne faccio onere, ma che sia realtà quanto ho detto lo dimostrano i risultati elettorali del 12 maggio a Bolzano, dove il Movimento Sociale è passato da 3 a 11 consiglieri. Respingo nel modo più categorico l'accusa che io venga qui a raccontare frottole. Io ho detto le cose come stanno: siete voi, piuttosto, che fate finta di non capire o capite male perchè avete qualche interesse.

Io ho chiarito la posizione del Movimento Sociale nei confronti del Sud-Africa, ricordando che non mi sono dichiarato favorevole all'apartheid e se qualcuno ha da fare delle dichiarazioni lo smentisco immediatamente e gli do ampia facoltà di prova per dimostrare il contrario. Io ho fatto un'analisi dettagliata e completa della situazione di quel Paese e noi dobbiamo solo prendere atto della sua realtà ed aiutarlo in modo pacifico a risolvere i suoi problemi senza la lotta armata e senza le sobillazioni di potenze straniere (mi riferisco all'Unione Sovietica).

Su questo ordine del giorno mi asterrò; nel mio chiedevo solo di ricordarsi degli 80 mila italiani che vivono il quel Paese: probabilmente non ve ne frega niente! Ma noi ci teniamo e, guarda caso, condanniamo anche noi l'apartheid!

PRESIDENTE: Se nessuno chiede la parola metto in approvazione l'ordine del giorno:

ESITO DELLA VOTAZIONE

Presenti: 30

Votanti: 29

Favorevoli: 29

Astenuti: 1 (Aloisi)

Il Consiglio approva.