Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 936 del 16 dicembre 2009 - Resoconto

OGGETTO N. 936/XIII - Disegno di legge: "Interventi regionali per l'accesso al credito sociale".

CAPO I

DISPOSIZIONI GENERALI

Articolo 1

(Oggetto e finalità)

1. La Regione promuove iniziative volte a favorire l'accesso al credito sociale a favore di coloro che versano in situazioni di temporanea difficoltà economica, contingenti o legate a momenti di criticità del ciclo di vita familiare e personale, attraverso programmi di microcredito e concessione di prestiti sociali d'onore nella forma del mutuo chirografario o del contributo.

Articolo 2

(Fondo per l'accesso al credito sociale)

1. Per le finalità di cui all'articolo 1, è istituito il Fondo per l'accesso al credito sociale, di seguito denominato Fondo, presso la società finanziaria regionale FINAOSTA S.p.A. (FINAOSTA S.p.A.), alimentato da:

a) risorse appositamente iscritte nel bilancio regionale;

b) eventuali risorse aggiuntive all'uopo destinate dalle organizzazioni di volontariato e dalle associazioni di promozione sociale iscritte al registro regionale di cui all'articolo 6 della legge regionale 22 luglio 2005, n. 16 (Disciplina del volontariato e dell'associazionismo di promozione sociale. Modificazioni alla legge regionale 21 aprile 1994, n. 12 (Contributi a favore di associazioni ed enti di tutela dei cittadini invalidi, mutilati e handicappati operanti in Valle d'Aosta), e abrogazione delle leggi regionali 6 dicembre 1993, n. 83, e 9 febbraio 1996, n. 5), o da enti, fondazioni e associazioni senza scopo di lucro aventi finalità coerenti con gli obiettivi della presente legge;

c) eventuali risorse aggiuntive all'uopo destinate dai Comuni e dalle Comunità montane.

2. Per la gestione del Fondo, la Giunta regionale, con propria deliberazione, approva apposita convenzione con FINAOSTA S.p.A.. Detta convenzione disciplina, inoltre, la cogestione del Fondo per l'utilizzo delle risorse aggiuntive di cui al comma 1, lettere b) e c), previa intesa con i soggetti coinvolti.

3. Per le finalità di cui al comma 2, FINAOSTA S.p.A. è autorizzata a stipulare accordi con istituti di credito.

4. Il Fondo assorbe gli oneri fiscali e le eventuali perdite derivanti dall'attività di erogazione dei finanziamenti del credito sociale.

5. La Giunta regionale, con propria deliberazione, stabilisce la ripartizione del Fondo, definendo la quota destinata al finanziamento dei programmi di microcredito e alla concessione di prestiti sociali d'onore.

Articolo 3

(Agevolazioni per l'accesso al credito sociale)

1. L'accesso ai finanziamenti del credito sociale è esente dal pagamento di spese di istruttoria. L'accesso ai finanziamenti del Fondo consente, inoltre, di usufruire di forme di restituzione agevolate.

2. I finanziamenti del credito sociale possono essere restituiti anticipatamente senza l'applicazione di penalità.

Articolo 4

(Limiti di accesso al credito sociale)

1. I soggetti beneficiari di cui agli articoli 7 e 14 possono accedere ai finanziamenti del credito sociale per un numero massimo di tre volte in un arco temporale di dieci anni e comunque non prima che siano trascorsi dodici mesi dalla restituzione del precedente finanziamento.

2. Sono esclusi dai finanziamenti del credito sociale per un periodo non inferiore a cinque anni i soggetti che, avendone beneficiato in precedenza, non abbiano provveduto alla restituzione del finanziamento.

Articolo 5

(Divieto di cumulo)

1. I finanziamenti del credito sociale non sono cumulabili tra loro e con altre agevolazioni previste da altre disposizioni per le medesime iniziative e per i medesimi beneficiari, intesi quali componenti dello stesso nucleo anagrafico.

Articolo 6

(Comitato tecnico di coordinamento per il credito sociale)

1. Presso la struttura regionale competente in materia di politiche sociali è istituito il Comitato tecnico di coordinamento per il credito sociale, di seguito denominato Comitato.

2. Il Comitato svolge, in particolare, i seguenti compiti:

a) esprime parere in merito all'ammissibilità delle domande di accesso al microcredito nei casi in cui emergano aspetti critici nella fase di istruttoria effettuata da FINAOSTA S.p.A.;

b) valuta i progetti di cui all'articolo 8, comma 2, lettera b), ai fini dell'ammissione al finanziamento;

c) effettua il monitoraggio sui programmi di microcredito ammessi a finanziamento;

d) comunica a FINAOSTA S.p.A. il passaggio a perdita del finanziamento nei casi di cui all'articolo 12, comma 3;

e) valuta le richieste di iscrizione nell'elenco regionale degli operatori territoriali di cui all'articolo 13;

f) valuta le domande di concessione dei prestiti sociali d'onore da restituire secondo le modalità di cui all'articolo 16, comma 1, lettera b), e definisce le modalità e le forme della restituzione e gli strumenti che ne attestino la correttezza.

3. Il Comitato è nominato con deliberazione della Giunta regionale, dura in carica tre anni ed è composto da:

a) due rappresentanti della struttura regionale competente in materia di politiche sociali;

b) un rappresentante designato da FINAOSTA S.p.A.;

c) un rappresentante designato dal Consiglio permanente degli enti locali della Valle d'Aosta;

d) un rappresentante designato dalle organizzazioni di volontariato e dalle associazioni di promozione sociale iscritte al registro regionale di cui all'articolo 6 della l.r. 16/2005.

4. I componenti del Comitato possono essere riconfermati; la partecipazione ai lavori del Comitato è gratuita.

5. Il Comitato si riunisce almeno una volta ogni bimestre e comunque ogniqualvolta sia necessario. Per la validità delle sedute del Comitato è necessaria la presenza della maggioranza dei componenti. Il Comitato delibera a maggioranza dei presenti. Ogni altra modalità di funzionamento del Comitato è stabilita con deliberazione della Giunta regionale.

CAPO II

MICROCREDITO

Articolo 7

(Beneficiari)

1. Possono beneficiare dei programmi di microcredito i soggetti il cui deficit fondamentale è rappresentato dall'impossibilità di accedere al credito per le vie ordinarie, ma che sono meritevoli di fiducia in quanto portatori di patrimoni immateriali quali relazioni, competenze, vocazioni e potenzialità che permettono loro di conseguire un'autonomia tale da superare la situazione di bisogno e che sono in possesso dei seguenti requisiti:

a) aver compiuto diciotto anni di età;

b) essere cittadini italiani o di altro Stato membro dell'Unione europea o cittadini extracomunitari regolarmente soggiornanti nel territorio dello Stato;

c) essere residenti in Valle d'Aosta da almeno tre anni.

2. Ai fini dell'accesso al microcredito i soggetti beneficiari devono coinvolgere, quale garante morale della loro onorabilità circa l'impegno assunto con la presentazione della domanda, un operatore territoriale iscritto nell'elenco di cui all'articolo 13 con il quale predispongono il programma di cui all'articolo 9, comma 1, lettera b).

3. La Giunta regionale, con propria deliberazione, è autorizzata ad approvare ulteriori criteri per l'individuazione dei soggetti beneficiari dei programmi di microcredito.

Articolo 8

(Caratteristiche del microcredito)

1. Il microcredito consiste in un prestito volto a superare situazioni di difficoltà economica e sociale, di importo compreso tra euro 750 ed euro 5.000. Tali importi sono periodicamente rivalutati con deliberazione della Giunta regionale, nei limiti degli stanziamenti previsti annualmente nel bilancio regionale.

2. I programmi di microcredito sono suddivisi nelle seguenti categorie di intervento:

a) crediti di emergenza, finalizzati ad affrontare i bisogni primari dell'individuo, quali la casa e i beni durevoli essenziali. Sono ricompresi, in particolare, nei crediti di emergenza:

1) i depositi cauzionali e gli anticipi per la stipulazione di contratti di locazione per la prima casa, le spese, anche rateizzabili, per i traslochi, i consumi di acqua, gas e energia e le spese condominiali;

2) le spese per l'acquisto dei mobili e degli elettrodomestici indispensabili al richiedente e ai familiari con lui conviventi;

3) le spese per l'acquisto e l'utilizzo di automezzi;

4) le spese per eventi particolari della vita che comportano spese straordinarie quali nascite, ricongiungimenti familiari, malattie, funerali;

5) le spese legali relative a procedimenti in materia di stato o di famiglia, fuori dei casi in cui è ammesso il ricorso al patrocinio a spese dello Stato;

b) crediti per la realizzazione di progetti e forme di cooperazione dirette allo sviluppo di attività a rilevanza sociale o ambientale.

3. Le ulteriori modalità di attuazione delle disposizioni di cui al presente articolo sono determinate con deliberazione della Giunta regionale.

Articolo 9

(Presentazione delle domande)

1. Le domande per la concessione del microcredito sono presentate a FINAOSTA S.p.A. corredate della seguente documentazione:

a) curriculum vitae del soggetto richiedente;

b) lettera di presentazione di almeno un operatore territoriale iscritto nell'elenco di cui all'articolo 13, con allegato il programma che descrive gli obiettivi e gli interventi da porre in atto al fine di superare la situazione di difficoltà;

c) dichiarazione, resa ai sensi dell'articolo 30 della legge regionale 6 agosto 2007, n. 19 (Nuove disposizioni in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi), sulla composizione del nucleo anagrafico;

d) dichiarazione, resa ai sensi dell'articolo 31 della l.r. 19/2007, di non percepire altri finanziamenti previsti dalla presente legge, di non averne percepiti in numero superiore a tre nei dieci anni antecedenti la presentazione della domanda, di non percepire altre agevolazioni previste da altre disposizioni per le medesime iniziative e per i medesimi beneficiari, intesi quali componenti dello stesso nucleo anagrafico.

Articolo 10

(Istruttoria)

1. Entro venti giorni dal ricevimento delle domande per i programmi di microcredito di cui all'articolo 8, comma 2, lettera a), FINAOSTA S.p.A. svolge la relativa istruttoria, richiedendo alla struttura regionale competente in materia di politiche sociali eventuale ulteriore documentazione, e ne comunica gli esiti al richiedente. Nel caso in cui emergano aspetti critici nella fase di valutazione, FINAOSTA S.p.A. trasmette la domanda e la relativa documentazione al Comitato che esprime il proprio parere sull'ammissibilità della domanda a finanziamento.

2. Al termine dell'istruttoria, FINAOSTA S.p.A. trasmette al Comitato la documentazione relativa ai programmi di microcredito ammessi a finanziamento ai fini del monitoraggio sugli stessi.

3. Entro venti giorni dal ricevimento delle domande per i programmi di microcredito di cui all'articolo 8, comma 2, lettera b), FINAOSTA S.p.A. svolge la relativa istruttoria e trasmette le domande e la relativa documentazione al Comitato. Entro i successivi venti giorni, il Comitato comunica a FINAOSTA S.p.A. l'ammissibilità a finanziamento del progetto presentato ai fini dell'erogazione dell'importo finanziato.

4. Le domande sono istruite secondo l'ordine cronologico di presentazione.

Articolo 11

(Erogazione del finanziamento)

1. I finanziamenti per i programmi di microcredito sono erogati da FINAOSTA S.p.A. in una o più soluzioni, nei limiti delle disponibilità del Fondo, previa sottoscrizione del relativo contratto da parte del beneficiario.

Articolo 12

(Restituzione del finanziamento)

1. I beneficiari dei programmi di microcredito devono restituire il finanziamento entro il termine stabilito nel contratto, il quale non può essere superiore a cinque anni.

2. I finanziamenti per i programmi di microcredito sono restituiti ad un tasso di interesse agevolato, differenziato in base alla durata e all'importo del finanziamento, mediante rate posticipate comprensive del periodo di ammortamento. La Giunta regionale, con propria deliberazione, stabilisce il tasso di interesse agevolato e le ulteriori modalità di restituzione dei finanziamenti.

3. Nel caso in cui non siano rispettate le scadenze di pagamento delle rate, FINAOSTA S.p.A. informa il Comitato il quale deve convocare l'operatore territoriale garante del beneficiario moroso affinché si attivi per valutare le modalità di intervento. Nel caso in cui non sia possibile la restituzione del finanziamento, per ragioni motivate e documentate dall'operatore territoriale garante, il Comitato comunica a FINAOSTA S.p.A. il passaggio a perdita del finanziamento non rimborsato.

4. Nel caso di concessione di crediti di cui all'articolo 8, comma 2, lettera b), per il ritardato pagamento delle rate è applicato un tasso di interesse di mora in misura non superiore a quello legale, stabilito con deliberazione della Giunta regionale. Nel caso in cui sia necessario l'avvio di procedure per il recupero del prestito, le relative spese sono poste a carico del Fondo.

Articolo 13

(Operatori territoriali)

1. Ai fini della presente legge, sono operatori territoriali i soggetti iscritti in apposito elenco regionale istituito presso la struttura regionale competente in materia di politiche sociali, previa valutazione del Comitato, appartenenti alle seguenti categorie:

a) organizzazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale iscritte al registro regionale di cui all'articolo 6 della l.r. 16/2005, enti, fondazioni e associazioni senza scopo di lucro aventi finalità coerenti con gli obiettivi della presente legge;

b) Comuni e Comunità montane della Valle d'Aosta.

2. Gli operatori territoriali iscritti nell'elenco:

a) raccolgono e indirizzano le esigenze dei potenziali beneficiari;

b) concordano e predispongono con i beneficiari i programmi di cui all'articolo 9, comma 1, lettera b);

c) supportano i beneficiari nella compilazione delle domande;

d) curano i rapporti con i beneficiari per il regolare rimborso dei finanziamenti e per sostenerli nell'ambito del programma di autonomizzazione;

e) sono garanti morali dell'impegno assunto dai beneficiari con la presentazione della domanda di accesso al microcredito.

3. La Giunta regionale stabilisce, con propria deliberazione, i criteri e le modalità di iscrizione nell'elenco di cui al comma 1 e gli obblighi di formazione degli operatori iscritti.

CAPO III

PRESTITO SOCIALE D'ONORE

Articolo 14

(Beneficiari)

1. Possono beneficiare del prestito sociale d'onore i soggetti che si trovano in una situazione di bisogno caratterizzata da temporanea e contingente difficoltà economica legata a problematiche individuali o familiari, abitative e legali, tale da consentire una ragionevole e ponderata capacità di rimborso e in possesso dei seguenti requisiti:

a) aver compiuto diciotto anni di età;

b) essere cittadini italiani o di altro Stato membro dell'Unione europea o cittadini extracomunitari regolarmente soggiornanti nel territorio dello Stato;

c) essere residenti in Valle d'Aosta da almeno tre anni;

d) possedere un indicatore regionale della situazione economica (IRSE) ricompreso nei limiti minimi e massimi stabiliti con deliberazione della Giunta regionale.

2. La Giunta regionale, con propria deliberazione, è autorizzata ad approvare ulteriori criteri per l'individuazione dei soggetti beneficiari del prestito sociale d'onore.

Articolo 15

(Caratteristiche del prestito sociale d'onore)

1. Il prestito sociale d'onore consiste in un'erogazione in denaro, di importo compreso tra euro 750 e euro 2.000, volto a consentire ai soggetti beneficiari di sostenere spese straordinarie e superare situazioni di difficoltà economica. Tali importi sono periodicamente rivalutati con deliberazione della Giunta regionale, nei limiti degli stanziamenti previsti annualmente nel bilancio regionale.

2. Le categorie di spese ammissibili e le ulteriori modalità di attuazione delle disposizioni di cui al presente articolo sono determinate con deliberazione della Giunta regionale.

Articolo 16

(Modalità di restituzione del prestito)

1. Il prestito sociale d'onore può essere restituito con le seguenti modalità:

a) restituzione in denaro, senza interessi, mediante rate posticipate comprensive del periodo di ammortamento, con modalità differenziate in base alla durata e all'importo del prestito;

b) impiego da parte del beneficiario di parte del proprio tempo libero in servizi a ricaduta sociale sul territorio regionale.

2. Al momento della presentazione della domanda, i richiedenti devono indicare di quale modalità di restituzione intendono avvalersi; nel caso di cui al comma 1, lettera b), i richiedenti devono inoltre indicare le modalità e le forme della restituzione.

3. I beneficiari devono restituire il prestito nel termine di volta in volta stabilito nel contratto o nell'atto di concessione il quale non può essere superiore a due anni.

4. Nel caso di scelta della modalità di restituzione di cui al comma 1, lettera a), per il ritardato pagamento delle rate è applicato un tasso di interesse di mora in misura non superiore a quello legale, stabilito con deliberazione della Giunta regionale. Nel caso di mancata restituzione del finanziamento, la relativa perdita è posta a carico del Fondo.

5. Nel caso di scelta della modalità di restituzione di cui al comma 1, lettera b), il Comitato, al momento della valutazione della domanda, definisce le modalità e le forme della restituzione e gli strumenti che ne attestino la correttezza.

6. Nel caso in cui i beneficiari abbiano scelto di restituire il prestito sociale d'onore con le modalità di cui al comma 1, lettera b), in favore di un ente pubblico, l'ente si impegna a riversare al Fondo un importo pari al 50 per cento del prestito concesso.

Articolo 17

(Presentazione delle domande)

1. Le domande per la concessione del prestito sociale d'onore sono presentate a FINAOSTA S.p.A. corredate della seguente documentazione:

a) preventivo di spesa per la quale si richiede il prestito;

b) dichiarazione IRSE;

c) dichiarazione, resa ai sensi dell'articolo 30 della l.r. 19/2007, sulla composizione del nucleo anagrafico;

d) dichiarazione, resa ai sensi dell'articolo 31 della l.r. 19/2007, di non percepire altri finanziamenti previsti dalla presente legge, di non averne percepiti in numero superiore a tre nei dieci anni antecedenti la presentazione della domanda, di non percepire altre agevolazioni previste da altre disposizioni per le medesime iniziative e per i medesimi beneficiari, intesi quali componenti dello stesso nucleo anagrafico.

Articolo 18

(Istruttoria e concessione del prestito)

1. L'istruttoria delle domande per la concessione del prestito sociale d'onore è svolta da FINAOSTA S.p.A., secondo l'ordine cronologico di presentazione, entro venti giorni dal ricevimento delle medesime.

2. Nel caso in cui la modalità di restituzione scelta dal richiedente sia quella di cui all'articolo 16, comma 1, lettera a), FINAOSTA S.p.A procede all'erogazione del prestito, nell'ambito delle disponibilità del Fondo, previa stipula del relativo contratto.

3. Nel caso in cui la modalità di restituzione scelta dal richiedente sia quella di cui all'articolo 16, comma 1, lettera b), FINAOSTA S.p.A. trasmette la domanda al Comitato ai sensi dell'articolo 16, comma 5. A seguito della valutazione positiva da parte del Comitato, FINAOSTA S.p.A. procede all'erogazione del prestito, nella forma del contributo, nell'ambito delle disponibilità del Fondo.

4. Con cadenza almeno mensile, FINAOSTA S.p.A. trasmette alla struttura regionale competente in materia di politiche sociali copia delle domande istruite, comprese quelle per le quali non è stata disposta la concessione del prestito.

CAPO IV

DISPOSIZIONI FINALI

Articolo 19

(Periodo di sperimentazione)

1. Gli interventi regionali per l'accesso al credito sociale di cui alla presente legge sono promossi in via sperimentale per un periodo di tre anni dalla data di entrata in vigore della stessa.

2. Durante il periodo di sperimentazione, il Comitato è incaricato di monitorarne i risultati, presentando alla Giunta regionale e alle Commissioni consiliari competenti, entro il 30 novembre di ogni anno, una relazione sulle attività realizzate in attuazione della presente legge, al fine di valutare l'eventuale passaggio dal regime di sperimentazione a quello definitivo o di proporre le modificazioni, anche legislative, necessarie al sistema di accesso al credito sociale in relazione alle criticità eventualmente riscontrate.

Articolo 20

(Disposizioni finanziarie)

1. L'onere complessivo derivante dall'applicazione della presente legge è determinato in euro 500.000 annui a decorrere dal 2010.

2. Con riferimento al bilancio pluriennale della Regione per il triennio 2009/2011, l'onere di cui al comma 1 trova copertura nello stato di previsione della spesa nell'obiettivo programmatico 2.2.3.03 (Assistenza sociale e beneficenza pubblica) e al finanziamento si provvede mediante l'utilizzo, per pari importo, degli stanziamenti iscritti nello stesso bilancio e nello stesso obiettivo programmatico al capitolo 61310 (Fondo regionale per le politiche sociali), secondo le modalità di cui all'articolo 22, comma 3, della legge regionale 11 dicembre 2001, n. 38 (Legge finanziaria per gli anni 2002/2004).

3. Con riferimento al bilancio di previsione della Regione per il triennio 2010/2012, l'onere di cui al comma 1 trova copertura e finanziamento nello stato di previsione della spesa nell'unità previsionale di base 1.8.1.10 (Interventi per servizi e provvidenze socio-assistenziali).

4. Per l'applicazione della presente legge, la Giunta regionale è autorizzata ad apportare, con propria deliberazione, su proposta dell'assessore regionale competente in materia di bilancio, le occorrenti variazioni di bilancio.

Si dà atto che dalle ore 17,11 assume la presidenza il Vicepresidente Albert Chatrian.

Président - La parole au rapporteur, le Vice-président André Lanièce.

Lanièce A. (SA-UdC-VdA) - In un'epoca come l'attuale, caratterizzata ovunque da accelerati fenomeni di mutamento economico che hanno profonde ricadute sul piano culturale e sociale, il cui impatto è amplificato dalla crisi imperante, gli strumenti di emancipazione individuale e di affermazione dei diritti diventano quanto mai preziosi. A perdere consistenza è proprio il perimetro delle tutele personali, logorate dalla speculazione finanziaria, da fenomeni inflattivi, dalla disoccupazione e dal ritorno di una povertà diffusa. A ciò si aggiunge che, in base a dati elaborati dalla Banca d'Italia, sembrerebbe che circa il 14 per cento delle famiglie italiane non sia titolare di nessuna attività finanziaria (compreso il conto corrente bancario o postale) e che inoltre circa il 25 per cento della popolazione italiana sia esclusa dai finanziamenti bancari. Per fronteggiare tale situazione, uno dei possibili strumenti di sostegno e di contrasto a tali derive è il microcredito, il cui principio consiste nel permettere a chi non può accedere al credito ordinario, a causa dell'inadeguatezza o dell'assenza di garanzie reali o a causa delle dimensioni delle microattività, ritenute troppo ridotte dalle banche tradizionali, di poter usufruire di finanziamenti di piccola entità necessari per la sopravvivenza quotidiana.

Si parla diffusamente del microcredito da quando al Professor Yunus è stato assegnato il Premio Nobel proprio per le sue attività di microcredito in Bangladesh. Il microcredito è, quindi, uno strumento economico di primaria importanza a favore degli esclusi o degli ultimi, di tutti coloro che cioè non hanno accesso al lavoro, al reddito, al risparmio e, magari, non hanno modo di soddisfare neppure le necessità elementari. Se, allora, il Nobel Yunus può giustamente credere che il microcredito possa smuovere un'economia e rimuovere almeno le prime più insopportabili sacche di povertà in Paesi nei quali lo squilibrio dello sviluppo o il mancato sviluppo provoca sempre il maggior arricchimento dei ricchi e il sempre maggior impoverimento dei poveri, esiste una logica che possa farci considerare utile il microcredito nei Paesi sviluppati? Assolutamente sì, anche e soprattutto perché la presunta ricchezza dei Paesi occidentali determina non solo l'esclusione sociale dei poveri, ma anche il progressivo impoverimento di ceti sociali che, fino a poco tempo prima, non appartenevano alla categoria dei poveri. L'effetto della crisi globale crea questi scompensi e questi crolli. I meccanismi economici e bancari dei quali i Paesi sviluppati si sono dotati favoriscono l'ingresso nella povertà. Ogni giorno nascono nuove forme di privazioni e quotidianamente si allargano le file di coloro che vivono ai margini della povertà; sono soprattutto le periferie delle città dei Paesi sviluppati dove forme di povertà nascoste creano indigenza ed esclusione sociale e/o quella finanziaria. Non si sa cosa venga prima, se l'esclusione sociale o quella finanziaria, certo è che i due mali vanno troppo spesso a braccetto e, spesso, l'esclusione sociale amplifica quella finanziaria. Certo esistono realtà nelle quali importanti interventi calmieratori delle situazioni di crisi limitano i danni, ma non li cancellano.

Anche in Valle d'Aosta abbiamo necessità, quindi, di riflettere sulla crisi, sui suoi effetti indotti, sulla realtà locale e sulle prospettive del futuro, prestando molta attenzione agli allarmi esplicitati soprattutto dal mondo del volontariato e dalle Istituzioni Confessionali. Abbiamo in Valle d'Aosta un sistema di servizi sociali che è sicuramente l'esempio di come quei calmieratori, ai quali facevo testè riferimento, possono essere introdotti secondo una logica che non è quella dell'aiuto, ma del riconoscimento di diritti fondamentali, tra i quali sussiste il diritto a godere dei frutti di un'adeguata ridistribuzione delle ricchezze, nel rispetto della solidarietà verso il più debole. È assolutamente indispensabile potenziare i servizi sociali che si prestano a diversi livelli e a favore di diverse categorie di persone, avendo piena consapevolezza del fatto che, poche o tante, le ricchezze e le potenzialità regionali devono essere ridistribuite alla popolazione, anche tenendo conto della necessità di invertire la tendenza che vede crescere le situazioni di nuova povertà. Bisogna intervenire a favore di chi ha più bisogno e di chi sta precipitando verso una condizione di povertà. Sono gli stessi istituti bancari a percepire la crisi, oltre che nei crolli delle borse, anche nell'aumento delle situazioni di sofferenza dei conti, di inadempienze economiche... Abbiamo anche l'impressione che le modalità di percezione delle difficoltà delle persone e delle famiglie non siano sempre puntuali. Come intercettare tutte le particolarità e le specificità delle situazioni di crisi di persone che, come si dice, non arrivano a fine mese, o di persone che non hanno reddito certo, o di giovani che si barcamenano in un precariato che impedisce loro di metter su famiglia, di comperare casa? E come fare prevenzione intervenendo anche nelle situazioni di progressivo crollo della capacità delle persone di far fronte perfino a bisogni essenziali a fronte di un imprevisto, di un problema inatteso o della caduta di valore del proprio stipendio? Non sto evidentemente immaginando la possibilità di dare una risposta ad una molteplicità di problemi solo con il microcredito, ma sto cercando di evidenziare che il microcredito è una delle alternative nuove che possiamo e dobbiamo mettere in campo, insieme ad altre, per migliorare la qualità della vita di persone altrimenti destinate irrimediabilmente ad andare incontro ad un disagio reale. La crisi economica incombente e la situazione di disagio e di difficoltà economica nella quale versano molte persone, anche nella nostra regione, spiegano quindi la scelta di far ricorso ad uno strumento particolare come il microcredito a loro sostegno anche nella nostra regione.

Il disegno di legge n. 66, che stiamo per analizzare, nasce quindi dall'esigenza di introdurre nel sistema creditizio valdostano nuove forme di prestito a favore di quelle persone che si trovano in difficoltà economiche, definite non bancabili dalle banche tradizionali in quanto non hanno accesso al sistema bancario perché non dispongono di garanzie sufficienti per ottenere un finanziamento. L'idea-forza dalla quale la maggioranza, dopo averla inserita nel proprio programma di legislatura, ha avviato una profonda riflessione, attraverso l'Assessorato competente, è d'altronde la stessa che ha mosso i promotori della cosiddetta "finanza solidale" in ambito internazionale: dare ai soggetti privi di possibilità economiche l'occasione per ottenere crediti e superare condizioni temporanee di difficoltà, facendo in modo che l'accesso al credito sia un diritto di tutti e non di pochi, evitando così il paradosso che solo chi ha già può avere ancora, mentre viene escluso dal processo creditizio chi realmente ha bisogno di credito, ma non ha abbastanza garanzie personali da offrire. Oggi che la crisi colpisce duramente le economie di tutti i Paesi e pone a rischio il benessere di milioni di famiglie, l'idea merita di essere sperimentata seriamente anche nella nostra regione, soprattutto per dare speranza alle famiglie e a coloro che sempre più numerosi stentano ad arrivare alla fine del mese con le risorse normali a loro disposizione, quelle stesse che consentivano, in precedenza, un tenore di vita medio. La proposta, che oggi analizziamo, vuole andare a sostenere anche quelle famiglie che non sono nell'elenco delle famiglie bisognose, già assistite da apposite leggi, ma si trovano in una situazione limite e che con un aiuto ragionato possono essere sostenute nella fascia dignitosa in cui si trovano. Si vuole quindi evitare la possibilità che queste famiglie, in caso di spese straordinarie, utilizzando sistemi tradizionali di credito, scivolino tra le bisognose. Come maggioranza, abbiamo sentito il bisogno di una proposta di questo tipo perché riconosciamo realmente il valore fondante della famiglia e non possiamo di conseguenza fermarci soltanto alle dichiarazioni di intenti, ma vogliamo fare un passo concreto verso un aiuto che tenga in piena considerazione la dignità di questo fondamentale istituto, la famiglia, che rappresenta il nucleo fondamentale della nostra società.

Negli ultimi anni in diverse regioni, province e città italiane sono stati promossi e attivati progetti di diffusione del microcredito e di erogazione di prestiti d'onore, con l'obiettivo di sostenere gli individui e i nuclei familiari che, per il verificarsi di situazioni diverse nel corso della loro vita, sono esclusi dal circuito del credito bancario divenendo soggetti non bancabili. L'obiettivo perseguito con l'introduzione di queste tipologie è stato quello di avviare, anche nelle economie più avanzate, politiche a sostegno dei cosiddetti "nuovi poveri", ossia di coloro che nei Paesi sviluppati vivono ai limiti della soglia di sussistenza o appena al di sotto di essa e che possono trovarsi in gravi difficoltà di fronte a spese improvvise, anche di piccole entità. Sono inclusi in questa categoria coloro che hanno sostenuto un tenore di vita medio e improvvisamente si trovano in situazioni di difficoltà.

La Regione Autonoma Valle d'Aosta vanta un sistema di interventi di assistenza economica, da una parte, e di aiuto alla piccola imprenditoria, dall'altra, che limita i confini in cui è inseribile un intervento sul microcredito tradizionale, ma permette anche di sperimentare nuove vie, originali e situate nello specifico tessuto socio-economico di cui la regione è espressione. Duplici possono essere gli obiettivi: intercettare da una parte i bisogni impliciti di cittadini appartenenti al ceto medio in temporanea difficoltà e non disposti a rivolgersi ai canali ordinari dell'assistenza sociale; dall'altra parte introdurre invece gradualmente forme di aiuto che prevedano atteggiamenti di reciprocità e scambio tra il singolo e la comunità, forme di restituzione di quanto elargito in situazione di bisogno, in modo tale da superare una mentalità di tipo meramente assistenzialistica e unidirezionale. Affinché ciò sia realizzabile è condizione fondamentale che i beneficiari degli interventi si sentano in dovere di restituire il prestito ottenuto come impegno sociale, morale e legale.

Quanti si possono trovare in difficoltà, ancora oggi, nell'accedere ad un finanziamento bancario? Tanti, purtroppo, e le motivazioni sono diverse e, a volte, non così di rado, si tratta di persone, piccole imprese o famiglie con una vita dignitosa, ma con una disponibilità di denaro tanto misurata da non potersi permettere nessun tipo di spesa straordinaria. II microcredito e il prestito sociale d'onore sono forme di aiuto che intendono ovviare a queste situazioni di difficoltà, che si tratti di sofferenza individuale o familiare, di difficoltà abitative, legali o qualunque altro caso in cui non sia possibile accedere al credito per le vie ordinarie. Questo disegno di legge divide in due parti la tipologia di accesso al credito sociale. Il microcredito è pensato per coloro che non possono presentare garanzie economiche sostanziose, ma sono portatori di un patrimonio immateriale: relazioni, competenze, vocazioni, potenzialità che permetterebbero loro di superare la situazione di bisogno. Perciò verrà chiesto loro proprio questo: un garante morale. Gli interventi di microcredito saranno suddivisi in crediti di emergenza e crediti per realizzazione di progetti e forme di cooperazione. I crediti di emergenza serviranno a sostenere i bisogni primari dell'individuo: la casa, ad esempio per quanto riguarda le spese per la cauzione o per l'anticipo dell'affitto, le spese per l'acquisto di mobili o elettrodomestici ritenuti essenziali o di automezzi, le spese sanitarie e di cura, oppure le spese legali in caso di affidamento di figli minori. La realizzazione di progetti e forme di cooperazione potrà riguardare invece attività di rilevanza sociale, oppure legate all'ambiente o all'ecologia. La restituzione del denaro imprestato, che può arrivare a 5.000 euro per i crediti di emergenza e fino a 15.000 per i progetti, potrà avvenire in un massimo di 60 mesi nel caso del microcredito, mentre, per quanto riguarda il prestito sociale d'onore, può comprendere anche altre possibilità. Il prestito sociale d'onore descritto nel testo legislativo, e previsto fino ad un massimo di 2.000 euro, potrà essere restituito in denaro, oppure in una modalità nuova: infatti chi ha ricevuto il prestito potrà investire, in proporzione, parte del proprio tempo libero in servizi e ore di lavoro a ricaduta sociale sul territorio regionale. La gestione di microcredito e prestito sociale d'onore sarà affidata a Finaosta e i richiedenti potranno scegliere la modalità di restituzione, fornendo le proprie motivazioni.

La legge segna pertanto un punto di svolta per la nostra economia, aprendo un nuovo panorama di scelte che salvaguardano la dignità della persona e la sua permanenza nella società nonostante le difficoltà. Dare credito alle persone e alle piccole attività, permettere loro di conservare un profilo di affidabilità, una dignità che le difficoltà economiche possono invece minare: chi si sente inadeguato, incapace di sostenere le spese necessarie per la propria famiglia è a rischio maggiore di malattie e di depressione, lo dicono anche studi portati avanti dalla Caritas di Roma. Il sistema del microcredito e del prestito sociale d'onore, restituibile anche attraverso ore di lavoro, comporta un miglioramento non solo nella situazione economica di chi vi accede, ma anche un sostegno psicologico: una persona motivata a cui si dà fiducia continuerà ad essere propositiva e a dare il meglio di sé all'interno della società che non l'ha voluta scartare, ma aiutare. È del tutto evidente, come già dicevo poc'anzi, che la concessione di fiducia a coloro che vivono in situazioni di difficoltà permette di introdurre forme di aiuto che prevedono atteggiamenti di reciprocità e scambio tra il singolo e la comunità, in modo tale da superare una mentalità di tipo meramente assistenzialistica e unidirezionale. Esperienze internazionali dimostrano che di norma i beneficiari onorano il loro debito così contratto; del resto condizione fondamentale affinché ciò sia realizzabile è che i beneficiari degli interventi si sentano in dovere di restituire, pur con forme agevolate, il prestito ottenuto, come impegno sociale, morale e legale.

Non si tratta di un intervento esterno ai cittadini, quantunque sempre posto in atto dalle istituzioni: il microcredito comporta un coinvolgimento diretto della dimensione comunitaria. Le iniziative, disciplinate dal presente disegno di legge, prevedono il coinvolgimento della comunità nella quale i soggetti in stato di bisogno sono inseriti grazie al coinvolgimento di coloro che godono maggiormente della vicinanza ai cittadini: le associazioni di volontariato e di promozione sociale, le fondazioni e gli enti locali, definiti operatori territoriali proprio per la loro caratteristica di prossimità e di conoscenza delle situazioni di bisogno e il loro coinvolgimento nel processo che ha portato alla stesura del presente disegno di legge e che ha consentito di intercettare e convogliare in un'unica direzione la volontà di sperimentare gli interventi innovativi sopraddetti, che possiedono una risposta reale per le persone in difficoltà. Si tratta insomma di aggiungere con il microcredito e il prestito sociale d'onore una misura di sostegno sociale delle persone a fronte di situazioni di disagio aggiungendo un tassello alla rete di protezione che l'insieme della società, con i suoi enti e le sue associazioni del privato sociale, già rende possibile di fatto. Alimentando così una comunità coesa e solidale che ha voglia di fornire una risposta piena di solidarietà per i meno fortunati.

Il disegno di legge si compone di 4 capi, per complessivi 20 articoli.

Il capo 1 prevede le disposizioni generali. L'articolo 1 individua l'oggetto e le finalità del disegno di legge. L'articolo 2 regolamenta l'istituzione di un Fondo per l'accesso al credito sociale presso la FINAOSTA. L'articolo 3 parla delle agevolazioni per l'accesso al credito sociale e della possibilità di usufruire di forme di restituzione agevolate. L'articolo 4 individua i limiti temporali per l'accesso al credito sociale e all'esclusione dal medesimo per un periodo non inferiore ai 5 anni per i soggetti che, avendone già usufruito in precedenza, non abbiano provveduto alla restituzione. L'articolo 5 dispone il divieto di cumulo dei finanziamenti previsti dal disegno di legge con altre agevolazioni previste da altre disposizioni per le medesime iniziative e per i medesimi beneficiari. L'articolo 6 disciplina l'istituzione del Comitato tecnico di coordinamento per il credito sociale presso la struttura regionale competente in materia di politiche sociali.

Il capo II disciplina i programmi di microcredito. L'articolo 7 individua i soggetti beneficiari degli interventi di microcredito, i quali per accedere a tali interventi devono coinvolgere, quale garante morale della loro onorabilità circa l'impegno assunto con la presentazione della domanda, un operatore territoriale, iscritto in un apposito elenco (di cui all'articolo 13), istituito presso la struttura regionale competente in materia di politiche sociali, con il quale predispongono un programma, da allegare alla domanda, che descrive gli obiettivi e gli interventi da porre in atto al fine di superare la situazione di difficoltà. L'articolo 8 disciplina le caratteristiche del microcredito: il microcredito consiste in prestiti d'importo compreso tra 750 euro e 5.000 euro al fine di finanziare crediti di emergenza finalizzati ad affrontare i bisogni primari dell'individuo, quali ad esempio la casa e i beni durevoli essenziali, e di un importo compreso tra 750 e 15.000 euro per sostenere la realizzazione di progetti e forme di cooperazione dirette allo sviluppo di attività a rilevanza sociale o ambientale. La modalità di presentazione delle domande è regolata dall'articolo 9. L'articolo 10 dispone che l'istruttoria delle domande è svolta da FINAOSTA, che procede inoltre, come regolamentato dall'articolo 11, all'erogazione dei finanziamenti. L'articolo 12 disciplina le modalità di restituzione del finanziamento che deve avvenire al massimo entro 5 anni mediante rate posticipate comprensive del periodo di ammortamento. All'articolo 13 vengono individuati gli operatori territoriali.

Il capo III prevede la disciplina del prestito sociale d'onore. L'articolo 14 individua i soggetti beneficiari di tali prestiti. L'articolo 15 disciplina le caratteristiche del prestito sociale d'onore: il prestito sociale d'onore consiste in un'erogazione in denaro di importo compreso tra euro 750 e euro 2.000. L'articolo 16 individua le modalità del prestito che può essere restituito, senza interessi, mediante rate posticipate comprensive del periodo di ammortamento, con modalità differenziate in base alla durata e all'importo del prestito, oppure con impiego da parte del beneficiario di parte del proprio tempo libero in servizi a ricaduta sociale sul territorio regionale, con modalità e forme definite in sede di valutazione della domanda da parte del Comitato. La scelta della modalità di restituzione spetta al richiedente all'atto della presentazione della relativa domanda. Nel caso in cui i beneficiari scelgano di restituire il prestito attraverso l'impiego del proprio tempo libero a favore di un ente pubblico, lo stesso ente si impegna a riversare al Fondo un importo pari al 50 per cento del prestito concesso. Gli articoli 17 e 18 regolamentano la presentazione delle domande, l'istruttoria delle stesse e la concessione del prestito.

Il Capo IV, infine, prevede le disposizioni finanziarie e finali, introducendo all'articolo 19 un periodo di sperimentazione della durata di 3 anni, durante i quali il Comitato monitorerà i risultati dell'applicazione della legge, comunicandone ogni anno i risultati alla Giunta regionale e alle Commissioni consiliari competenti, in modo da valutare l'opportunità o meno di apportare modifiche, anche legislative, necessarie per superare eventuali criticità che dovessero riscontrarsi nell'applicazione dei contenuti della legge, a tutto vantaggio della comunità valdostana e delle persone interessate dal provvedimento. All'articolo 20 sono previste le disposizioni finanziarie.

In conclusione, questo disegno di legge, introducendo nella nostra regione interventi di microcredito e di prestito sociale d'onore, dalla forte connotazione sociale e adattati alla nostra realtà, rappresenta un'interessante opportunità per la comunità valdostana in questo periodo di crisi. Si tratta di una materia complessa e il provvedimento che oggi voteremo è il frutto di un lavoro lungo e intenso che ha coinvolto diversi attori. A questo riguardo mi permetto qui di ringraziare la Caritas, il CSV, la Fondazione Comunitaria, la commissione consiliare, il collega Crétaz che ha condiviso con me la relazione e in modo particolare l'Assessorato per i contributi portati durante il dibattito effettuato in V Commissione. Oggi questo testo ne è il risultato: l'applicazione concreta, che si avrà a breve, potrà dimostrare l'importanza di tale provvedimento a favore delle persone che versano in situazioni di temporanea difficoltà, ma nel contempo, grazie all'introduzione di uno specifico articolo sulla sperimentazione, potrà permettere, nel caso in cui si evidenzino disfunzioni o criticità, di intervenire celermente apportando quelle modifiche, anche legislative, necessarie per eliminare queste problematiche. Mi sembra questo un atteggiamento serio e non di semplice facciata, anche perché lo scopo di tale iniziativa legislativa è di dare risposte concrete alla popolazione valdostana e non quello di fare tanto per fare. Oggi introduciamo nella nostra legislazione il microcredito e il prestito sociale d'onore convinti di aver dato un ulteriore strumento ai valdostani per affrontare la crisi e le crescenti nuove povertà.

Président - La parole au rapporteur, le Conseiller Crétaz.

Crétaz (UV) - Merci, M. le Président. La Regione Autonoma Valle d'Aosta vanta un sistema di interventi di assistenza economica, da una parte, e di aiuto alla piccola imprenditoria dall'altra, che limita i confini in cui è inseribile un intervento sul microcredito, ma permette anche di sperimentare nuove vie, originali e situate nello specifico... socio-economico di cui la Regione è espressione. Tuttavia gli obiettivi possono essere duplici: intercettare bisogni impliciti di cittadini appartenenti al ceto medio in temporanea difficoltà e non disposti a rivolgersi ai canali ordinari dell'assistenza sociale; introdurre gradualmente forme di aiuto che prevedano atteggiamenti di reciprocità e scambio tra il singolo e la comunità, forme di restituzione di quanto elargito in situazione di bisogno in modo tale da superare una mentalità di tipo meramente assistenzialistica e unidirezionale, affinché ciò sia realizzabile, è condizione fondamentale che i beneficiari degli interventi si sentano in dovere di restituire il prestito ottenuto come impegno sociale, morale e legale. Altri valori aggiunti dell'intervento di credito sociale: non si tratta di sussidi a fondo perduto, sono prestiti di piccole somme, che dunque prevedono una forma di restituzione dell'aiuto, seppure a condizioni agevolate rispetto al credito ordinario, sono una forma di propulsore del cambiamento per la persona, per il nucleo familiare e per la società in cui è inserito.

Chi eroga i fondi è la FINAOSTA: finanziaria regionale legata a regia regionale dei processi, ma aperta a contributi e compartecipazioni di enti e fondazioni presenti nella regione e a stipulare accordi con istituti bancari presenti più capillarmente sul territorio regionale. La scelta di affidarsi a istituti di credito (e non fondazioni) per la gestione dei fondi dedicati al microcredito o al prestito d'onore è stata seguita anche da altre Regioni, Province e città che hanno introdotto questa tipologia di interventi. Gli importi dei prestiti convenuti a seguito di approfondimenti vari sono così suddivisi: da euro 750 a euro 5.000 per il microcredito; da euro 750 a 15.000 (che verrà proposto prossimamente) per i programmi di microcredito; da euro 750 a 2.000 per il prestito sociale d'onore.

Con delibera di Giunta si procederà alla ripartizione del fondo in due parti: una per il microcredito che prevede sempre la restituzione in denaro e il prestito d'onore, che si configurerà come un contributo quando la restituzione sarà accordata sotto forma di disponibilità di tempo per svolgere attività in ambito sociale e non in denaro. Nel caso in cui vi sia la disponibilità di tempo per attività in ambito sociale per il prestito d'onore presso un ente pubblico, questo si impegna a riversare al fondo un importo pari al 50 per cento del prestito concesso. Lo stanziamento, essendo sperimentale, è previsto solo per il triennio 2010-2012. Le modalità di erogazione dei prestiti saranno oggetto di convenzione con Finaosta una volta consolidata l'alleanza tra la stessa e altri enti disponibili a compartecipare al fondo. Presumibilmente potrà avvenire sia mediante bonifico bancario, sia con mandati di pagamento intestati al beneficiario (e mai all'operatore territoriale che ha unicamente funzione di garanzia) o ancora attraverso il pagamento diretto da parte di Finaosta di debiti quali bollette per utenze domestiche, affitti, spese per eventi familiari onerosi come funerali, malattie, eccetera. Il fondo assorbe le spese di istruttoria (bolli, spese del conto corrente, eccetera) e, a seguito di approvazione da parte del Comitato, gli eventuali passaggi a perdita in caso di non restituzione. Solo per le microimprese si prevede l'attivazione di azioni di recupero forzoso del credito non risolto.

I fini e principi espressi nel disegno di legge per l'accesso al credito sociale (nuova forma di solidarietà, dico io) oggi alla nostra attenzione sono la volontà non solo di sostenere momentaneamente l'individuo e i nuclei familiari con un'erogazione in denaro, ma al tempo stesso di promuovere un loro coinvolgimento nel contesto sociale di appartenenza. Grazie.

Si dà atto che dalle ore 17,32 riassume la presidenza il Vicepresidente André Lanièce.

Presidente - Dichiaro aperta la discussione generale.

La parola al Consigliere Lattanzi.

Lattanzi (PdL) - Grazie, Presidente. Vorrei solo fare una richiesta al Presidente: se può fare un controllo tecnologico della comunicazione, perché c'è una vibrazione strana che disturba i lavori.

Considerato che abbiamo udito due relazioni sostanzialmente che hanno ripetuto con dovizia di particolari le caratteristiche tecniche, oggettive, le finalità di queste leggi, mi asterrò da fare un microintervento sul microcredito, farò magari un macrointervento su una legge di microcredito e non di finanza globale, mi fermerò alla finanza territoriale. Quando lo Stato, la Regione, il Comune, quando la comunità deve farsi carico delle necessità di un individuo, di una famiglia... la legge della sussidiarietà ci suggerisce quando l'individuo non è in grado di affrontare con le proprie forze le problematiche che la vita gli può mettere di fronte: vale per la sanità, vale per la scuola, vale per tutte quelle organizzazioni sociali che vengono demandate ad un livello superiore. Questo è stato il concetto che ha accompagnato la condivisione... qui voglio subito fare un ringraziamento sia ai due Presidenti delle commissioni e ai due relatori del disegno di legge, ma soprattutto all'Assessore, che devo dire si è reso disponibile come non mai, anche se questa è una legge con un piccolo impatto sul bilancio, perché parliamo solo di 500.000 euro e, se pensiamo ai soldi che sperperiamo nei mille rivoli di questo bilancio di finanziaria che abbiamo appena discusso qualche giorno fa, fa veramente riflettere. Anzi su questo abbiamo già espresso un'osservazione: che il prossimo anno si possa rivedere il capitolo di spesa di questa "cosa" o magari... se non ci saranno domande, meglio ancora, ma abbiamo il sospetto che sarà una legge piccola, ma molto utile... dicevo che le finalità sono di un'importanza etica e morale molto profonda.

Abbiamo parlato di finalità di sostegno non solo legate alle necessità dell'emergenza individuale e sociale, ma anche - qui riprendendo il concetto di Yunus e quindi della Grameen Bank asiatica che ha vinto anche il Premio Nobel - per sostenere e favorire quelle persone che non possono più rivolgersi a nessun istituto di credito, per poter ripartire o partire per iniziative di tipo imprenditoriale, piccole attività di tipo economico, per poter tornare nel ciclo virtuoso dello sviluppo e della crescita. Questo è quello che ha suggerito al Popolo della Libertà di condividere tale legge, di accompagnarla, di proporre dei suggerimenti, credo che possa essere dato atto al nostro gruppo che il lavoro è stato intenso nel dialogo, quindi ringrazio l'Assessore per aver accolto i suggerimenti che abbiamo umilmente voluto esprimere e non possiamo che essere d'accordo su questa legge con una sola prerogativa, che abbiamo anche qui condiviso con l'Assessore in commissione, ossia che il 2010 sarà per tale provvedimento un primo anno sperimentale. In realtà è una legge che ha una sperimentalizzazione triennale, però abbiamo tutti condiviso che, non conoscendo qual è l'impatto e la disponibilità delle risorse rispetto alle esigenze del territorio, ci ritroveremo alla fine del 2010, primi mesi del 2011 per comprendere qual è stato il reale impatto, speriamo il meno possibile, ma sappiamo che, purtroppo, queste leggi nascono perché il bisogno c'è e per aiutare quei cittadini che ormai non hanno più vie di uscita se non quelle che la comunità gli dia un'opportunità. Abbiamo molto puntato sul fatto che questa opportunità li possa far rimettere in gioco, quindi la divisione dell'aiuto sociale, emergenza sociale, dall'inizializzazione di nuove imprese è stato lo spartiacque che ha permesso alla legge di non replicare altri interventi di assistenza sociale, che noi abbiamo già in bilancio e che l'Assessore ci ha ricordato in commissione. Il Popolo della Libertà non può che sostenere questa piccola legge in termini di spesa, ma grande legge in termini di etica politica e di etica della sussidiarietà, quindi esprimeremo il nostro voto favorevole facendo i complimenti alla Giunta.

Presidente - La parola alla Consigliera Patrizia Morelli.

Morelli (VdAV-R) - Grazie, Presidente. A fronte dell'attuale situazione di bisogno e di precarietà in cui versa un numero crescente di cittadini per effetto della crisi economica, ma non solo, il nostro gruppo considera positivamente la presentazione del disegno di legge sul credito sociale, poiché ne condivide le finalità e considera che il microcredito possa costituire una delle possibili risposte ai bisogni dei cittadini legati alle povertà emergenti già ben analizzati dal relatore Lanièce.

L'idea del microcredito nasce negli anni '70 - non voglio qui fare una microconferenza sul microcredito, ma mi sembra giusto fare una premessa -: nasce in seguito ad una terribile carestia che investì il Bangladesh, ponendosi il problema di come arginare la povertà, ma ritenendo dannosa l'elemosina, poiché rea di innescare un circolo vizioso, l'economista Muhammad Yunus giunse alla consapevolezza che la povertà non fosse dovuta all'ignoranza o alla pigrizia delle persone, ma al carente sostegno dato ai poveri da parte delle banche. Su questa base nasce un nuovo modo di concepire il credito attuato attraverso il prestito di microcrediti ad alcuni cittadini interessati a dare vita a piccole attività, ma troppo poveri per ottenere credito dai circuiti bancari tradizionali. Gli abitanti di un villaggio, riuniti in gruppi di solidarietà, si preoccupavano di garantire la restituzione, sentendosi tutti ugualmente responsabili per il rimborso del prestito ottenuto Mutuato da una realtà territoriale, sociale ed economica molto diversa dalla nostra, il sistema del microcredito deve ovviamente subire degli adattamenti che meglio aderiscano alla situazione nostra occidentale e, nella fattispecie, alla situazione valdostana. Tuttavia le caratteristiche peculiari che potrebbero rendere questo sistema di credito particolarmente innovativo e adatto ad affrontare anche le nuove povertà che stanno emergendo nella nostra società, quelle peculiarità tipiche del microcredito riteniamo che debbano permanere, altrimenti in tutto rischia di ridursi ad una mera erogazione di un mutuo o, nella peggiore delle ipotesi, alla concessione di un contributo assistenziale a fondo perso e quindi il senso profondo e innovatore dell'iniziativa viene meno.

Essendo lo scopo che il microcredito si prefigge principalmente quello di far sì che persone che si trovano temporaneamente in difficoltà riescano ad affrancarsi dallo status di assistito e siano stimolate a cercare di risolvere i loro problemi, è necessario che vengano create le condizioni per cui questo avvenga. In primo luogo bisogna dare loro la possibilità di richiedere con una procedura per quanto possibile semplificata, celere, poco burocratizzata un piccolo prestito sulla fiducia, la cui concessione deve essere la più rapida possibile, perché deve permettere di far fronte a delle emergenze. La concessione del credito la cui unica garanzia è costituita dalla fiducia e dalla reputazione di cui gode il richiedente all'interno della rete di appartenenza, facendo leva sull'orgoglio, sulla dignità, sul senso di responsabilità personale, dovrebbe sollecitare il richiedente ad una controprestazione, che porti alla restituzione nei tempi e nei modi previsti. In questo senso mi pare importante ricordare quanto affermato in commissione dal rappresentante del CSV, ossia che la prima garanzia da ricercare nelle forme di microcredito, quanto meno nel credito per la realizzazione di progetti, è la diretta implicazione dei beneficiari nella gestione del sistema attraverso un investimento minimo di una piccola parte del loro risparmio come preliminare all'ottenimento di un credito. Anche per questo motivo, ma non solo, riteniamo che il soggetto gestore dovrebbe essere diverso da quello individuato dal disegno di legge, ossia da Finaosta che, come è stato da più parti rilevato, è un soggetto sottoposto alla rigidità delle regole bancarie classiche.

Un altro punto nevralgico del disegno di legge n. 66, che è stato anche questo rimarcato e sottolineato da più parti, è quello della mancata restituzione, che nel provvedimento è risolta in modo pragmatico, ma poco responsabilizzante con il passaggio a perdita posto a carico del fondo.

In conclusione, pur condividendo le finalità del disegno di legge e apprezzando il lavoro svolto, in particolare dalle commissioni e da entrambi i relatori, riteniamo che il testo necessiterebbe ancora di un'attenta valutazione su quei punti che dovrebbero risultare qualificanti per la legge stessa e soprattutto renderla coerente alla filosofia e alla definizione di norma tendente a promuovere il credito sociale; pertanto ci riserviamo di proporre degli emendamenti.

Presidente - La parola al Consigliere Rigo.

Rigo (PD) - Grazie, Presidente. È fuori di dubbio che il disegno di legge alla nostra attenzione recepisce uno dei punti prioritari contenuti nel programma comune per la XIII legislatura, documento presentato dalle forze dell'attuale maggioranza all'atto dell'insediamento del Governo regionale. "Studiare formule di microcredito alle famiglie in difficoltà, restituibile con forme di prestazioni lavorative" era, lo ricordo, l'obiettivo e le famiglie, non la persona, erano il soggetto a cui fare riferimento: soggetto per noi importante, che abbiamo cercato in questi mesi - e cercheremo sempre di farlo - di portarlo all'attenzione di questo Consiglio. Spesso si parla della famiglia dal punto di vista sociale e giuridico, in relazione ai temi della vita, della coppia o della sua funzione educativa. Ma in questo momento di grave crisi economico-produttiva - più volte sottolineato in questo Consiglio e da parecchi Consiglieri - che stiamo attraversando da più parti si sta sottolineando anche il ruolo cardine di attore economico che la famiglia gioca. Sia in senso negativo, legato alle difficoltà delle famiglie - soprattutto quelle numerose, o quelle rappresentate da donne sole e anziane, o con uno o più figli, come hanno ben delineato gli estensori dell'indagine sulla povertà poc'anzi dibattuta -, sia in senso positivo di risorsa in relazione al sostegno che la famiglia riesce a dare ai propri membri nei momenti difficili. In famiglia non solo si gestisce il reddito, decidendo dei consumi o del risparmio, sostenendo ad esempio i figli se vivono in situazione di precarietà economica, ma la famiglia assolve alla funzione di cura e di assistenza. La famiglia è pertanto una risorsa sociale che deve essere sostenuta e valorizzata con politiche adeguate e innovative per tenere il passo con le rapide trasformazioni sociali che stiamo vivendo. Di famiglia si parla molto in occasione delle campagne elettorali, poi nei fatti spesso, passata la campagna, le priorità diventano altre. Noi invece riteniamo che la famiglia, anche quella non tradizionale, rappresenti una priorità e meriti investimenti adeguati, affrontando nelle sue diverse sfaccettature il problema in modo concreto. Per questo ne parliamo, cercando di dare il nostro contributo attraverso suggerimenti e proposte e per questo siamo soddisfatti anche quando siamo chiamati, come in questo caso, ad approvare provvedimenti che vanno in questa direzione.

Microcredito o, meglio, credito sociale. Il microcredito è uno strumento di sviluppo economico che permette l'accesso ai servizi finanziari alle famiglie in condizioni di povertà e di emarginazione. Nei Paesi in via di sviluppo milioni di famiglie vivono con i proventi delle loro piccole imprese agricole e delle cooperative nell'ambito di quella che è stata definita economia informale. La difficoltà di accedere al prestito bancario, a causa dell'inadeguatezza o della mancanza di garanzie reali e delle microdimensioni imprenditoriali, ritenute troppo piccole dalle banche tradizionali, non consente a queste attività produttive di avviarsi e svilupparsi libere dall'usura. I programmi di microcredito propongono soluzioni alternative per queste microimprese e in un certo senso sono paragonabili ai prestiti d'onore. Negli ultimi anni sono in corso tentativi di diffusione del microcredito (con gli opportuni adattamenti), anche nelle economie avanzate a sostegno dei cosiddetti "nuovi poveri", ossia di coloro che nei Paesi sviluppati vivono sulla soglia della sussistenza o al di sotto di essa e che possono trovarsi in gravi difficoltà di fronte a spese improvvise anche di piccola entità. Questa area del microcredito può essere definita come sostegno al fabbisogno finanziario indistinto: oltre il 70 per cento delle attività e dei programmi promossi. Sempre nell'ambito dei Paesi sviluppati, esistono altre dimensioni sostenute dal microcredito: avvio e sostegno di attività economiche, oltre il 20 per cento dei programmi promossi in Italia nel 2006 con una possibilità di restituzione del credito relativamente alta, come è stato ricordato, definibile come "lotta all'esclusione finanziaria", ma anche - qui non è stato ricordato - come sostegno durante gli studi universitari: il 9,5 dei programmi promossi in Italia.

Il microcredito in Italia non viene però molto utilizzato, nonostante il Paese abbia uno dei tassi, 25 per cento, come ha ricordato il relatore Lanièce, più alti di esclusione finanziaria secondo l'ultimo rapporto della banca mondiale. La politica sembra disinteressarsi a questi progetti e, quindi, la seconda considerazione positiva, rispetto al disegno di legge, è quella dell'attenzione dedicata dalla Regione a queste iniziative. Positiva l'azione del Governo regionale, che ha individuato, con questo provvedimento, il settore del credito sociale come uno degli aspetti, uno degli strumenti per far fronte alle emergenze delle famiglie in difficoltà.

Consentitemi però, prima di argomentare alcune perplessità nel merito del provvedimento, una riflessione di ordine generale che può apparire fuori tema, ma che ha l'obiettivo di guardare al problema con una valutazione sulla realtà che stiamo vivendo. Che la società possa essere sicura rinunciando ad essere giusta è illusione che gran parte della politica continua ancora ad alimentare, non sappiamo quanto genuinamente credendoci. Il progressivo mutamento del quadro socio-economico della nostra regione, come dell'Italia, quale emerge dai dati presentati in queste settimane - il CENSIS, l'Osservatorio regionale per le politiche sociali, ne abbiamo discusso poc'anzi, l'ISTAT, la Caritas, il Banco alimentare di Aosta, eccetera - ci costringe a riflettere anche sul peggioramento dei fenomeni disgregativi del tessuto sociale, nonché a situazioni di costante erosione delle principali forme di integrazione e di identificazione comunitaria, che facilmente si possono tradurre poi in povertà con un'emersione di nuovi bisogni sociali. La crisi oggi qui, come altrove, deve essere fronteggiata con una politica di investimenti non solo sul versante economico, ma anche su quello sociale ed i provvedimenti anticrisi attivati dalla Regione ne sono un esempio. Ciò al fine di contrastare gli effetti più negativi e mettere in moto meccanismi che aumentino la ricchezza del Paese o della Regione e al contempo modifichino i criteri di distribuzione delle risorse che negli ultimi anni hanno accentuato la differenza di reddito a vantaggio di una minoranza più ricca della popolazione a svantaggio di categorie più fragili, come ha ben relazionato su questo punto il Vicepresidente Lanièce.

La nostra preoccupazione è quella che la forbice fra il povero e il ricco si stia sempre più allargando e che, comunque, tutti, poveri e ricchi, siano indotti ad uno sfrenato sviluppo economico, alimentando nuova emarginazione e nuove povertà. Ecco perché riteniamo necessario che al trasferimento economico - penso ai contributi, ai diversi bonus famiglia e anche al credito sociale - si associ la promozione di comportamenti virtuosi e di corresponsabilizzazione da parte dei destinatari e si affianchi all'accesso al credito sociale, nel nostro caso, un sistema di accompagnamento, di educazione e di verifica insieme ad una serie di servizi e programmi di inserimento. Occorre cioè che le istituzioni, Regione e Comuni, insieme alle associazioni sociali, laiche e cattoliche, si impegnino, attraverso programmi e protocolli, ad educare ad un consumo consapevole e a comportamenti sobri da parte dei cittadini. Altrettanto essenziale è saper leggere in tutta la sua complessità il messaggio che la crisi in atto porta in sé: quello dell'insostituibilità di una forma di vita centrata unicamente sulle incentivazioni del consumo, anche al di là di ogni reale possibilità dei soggetti.

L'Italia è un "paesone" tutto famiglia e piccole-medie imprese, che ha retto all'onda d'urto della recessione mondiale meglio di quanto ci si aspettasse, ma vive in affanno, anzi "in apnea" in attesa della fine della crisi. Ma la vitale resistenza alla pressione degli eventi potrebbe non bastare più. Se nei primi mesi del 2010 i mercati mondiali non ripartissero, se alcune filiere essenziali per l'industria italiana non riprendessero lena, se non fossimo capaci di "andare da soli", avverte il CENSIS, il ricorso all'adattamento potrebbe non essere più sufficiente. E accanto ad un cauto ottimismo, un po' di stanchezza comincia a circolare. "Allora - suggerisce De Rita - quello che bisogna fare è recuperare la dimensione collettiva, persa in questi anni di soggettività e personalismi esasperati. Ricominciare a vivere collettivamente e a pensare agli interessi di tutti a partire dal basso: dal condominio, dal quartiere, dal villaggio fino al sindacato, al partito e all'associazione". Riscoprire la dimensione morale della vita umana è l'esortazione del Papa, che invita ad uno sviluppo che abbia al centro l'uomo e la sua esigenza di promozione umana e sociale. "La salvaguardia del creato - ha affermato rivolto in questi giorni ai grandi della Terra riuniti a Copenhagen - postula l'adozione di stili di vita sobri e responsabili". Ecco perché ne abbiamo parlato durante il Consiglio regionale dedicato al bilancio di previsione ed ecco perché, come forza politica, proponiamo che la Regione, i Comuni, i sindacati, le associazioni promuovano interventi che si dirigano non certo ad una decrescita, non vogliamo tornare indietro, ma ad uno spostamento del consumo, fino ad oggi caratterizzato da un modello di sviluppo che ha di recente mostrato tutte le sue limitatezze, coniugando azioni di solidarietà, di educazione alla sobrietà, di partecipazione per una comunità maggiormente responsabile. Nel disegno di legge per l'accesso al credito sociale volevamo che questo fosse posto al centro dell'attenzione, volevamo fosse chiaro, netto il superamento dell'ottica solo assistenzialistica, per puntare ad un'emancipazione e ad un'autonomia piena e all'inclusione sociale ed economica. Ecco perché, accanto all'iniziativa sul credito sociale, avremmo visto con favore anche altre opzioni possibili, capaci di creare un'idea di sistema, di creazione da parte della Regione di una rete di solidarietà nel territorio tra le associazioni, gli istituti di credito più sensibili, penso alla banche di credito cooperativo, la Caritas, le fondazioni, le parrocchie e ogni altro soggetto che agisce nell'ambito sociale. Voglio ricordare alcune azioni già attuate in altre parti d'Italia con risultati positivi e che non richiedono stanziamenti onerosi. Combattere la povertà con l'educazione al risparmio: attivare e sostenere progetti di asset building (termine solo inglese che penso si possa tradurre in: costruzione di un patrimonio), ossia fornire incentivi al risparmio, integrando i piccoli risparmi con un sussidio fino al limite fissato dalle regole del programma. Non possiamo solo pensare ad incrementare il consumo, è una proposta di educazione al risparmio per le famiglie, ma nel contempo si configura come una sorta di investimento sociale per le amministrazioni pubbliche quale strumento di intervento economico per realizzare nuovi sistemi di protezione sociale. La famiglia si impegna a risparmiare regolarmente piccoli importi con cadenza mensile (penso al gioco: pensiamo solo a quanto viene speso in Valle d'Aosta per il gioco, non quello del casinò, ma quello sotto casa, alle sigarette, al bere in misura scorretta, ecc.) per un determinato periodo. Per ogni importo risparmiato il programma aggiunge lo stesso ammontare o un suo multiplo chiaramente alla cifra stabilita. Non posso dilungarmi, ma l'obiettivo è quello di sostenere l'investimento permesso dal programma, per esempio la piccola imprenditoria o, per esempio, la formazione professionale, l'avvio all'università di un giovane. È molto attivo in Gran Bretagna e, vicino a noi, nella provincia di Torino, dove Banca etica sta promuovendo uno specifico programma. Ancora: il consumo consapevole e solidale: il sostegno di gruppi di acquisto solidali e la promozione della filiera corta nei piccoli negozi. I gruppi di acquisto, a fronte delle nuove difficoltà, con l'incentivo e il sostegno delle istituzioni pubbliche, possono costituire una rete sempre più mirata alla solidarietà e al risparmio economico quale misura diretta per combattere la povertà. Esempi di buone pratiche ci sono nel vicino Piemonte. Oppure sostenere il consumo con la solidarietà degli esercenti tramite una card regionale e non quella nazionale. L'iniziativa di Aosta con il programma "Io centro" potrebbe favorire la diffusione in Valle d'Aosta di una tessera gratuita, emessa dalla Regione o dal Consiglio permanente degli enti locali, per offrire sconti ed agevolazioni alle famiglie numerose o alle fasce più deboli con criteri da definire presso gli operatori che aderiscono all'iniziativa. Scopo della card è contrastare le difficoltà, sostenere le attività economiche dei piccoli negozi e, attraverso un paniere integrato, educare al consumo e alla prevenzione. Ci sono poi i prestiti per le piccole necessità: affrontare le difficoltà con il microcredito o il credito sociale.

Ecco il disegno di legge alla nostra attenzione, che si pone gli obiettivi ben spiegati dagli oratori. Un disegno di legge importante, quindi quella che si dice una buona idea, ma non è chiaro l'obiettivo specifico. Ho detto poc'anzi di alcune perplessità e questa è proprio una di quelle. Non mi sembra chiara la finalità: c'è certo l'assistenza diretta alla famiglia in difficoltà, c'è la relazione con coloro che hanno bisogno di aiuto finanziario, ma non mi sono chiari i meccanismi virtuosi messi in campo per accompagnare quelle famiglie che vogliono e si impegnano ad uscire dalla loro condizione di emergenza. Non vediamo in sostanza i meccanismi che si vogliono mettere in campo per un adeguato supporto di accompagnamento nell'orientare cioè anche nell'educazione al consumo responsabile. Lo ripeto: avremmo preferito non solo uno strumento, il credito sociale, per far fronte alle emergenze, ma un intervento che, superata l'ottica assistenzialistica, puntasse ad un'emancipazione e ad un'autonomia piena delle persone. La seconda perplessità riguarda gli operatori territoriali. Bene coinvolgere le organizzazioni di volontariato e le associazioni di promozione sociale, così come gli enti locali, ma il disegno di legge è molto generico nell'indicare come verranno veramente coinvolti questi attori e non è sufficiente, almeno per me, il riferimento ad una successiva deliberazione della Giunta. Come coinvolgere le associazioni? Come farle partecipare? Come organizzare il lavoro di preparazione e di formazione mirata? Come mettere a punto le modalità di accoglienza, ascolto, definizione del bisogno e presentazione del soggetto che richiede il prestito? In questa direzione avremmo visto molto bene un ruolo specifico assegnato al Centro di servizio per il volontariato. Il compito assegnato per statuto al CSV è proprio quello di coordinamento delle attività delle associazioni e per questo avrei visto molto bene un coinvolgimento diretto del centro, con una funzione di supporto, di costante supervisione, di tutoraggio per offrire su tutto il territorio regionale interventi omogenei e coerenti con il sistema della solidarietà. Un ruolo anche di trait d'union fra i compiti assegnati al comitato previsto nel disegno di legge e le attività, la conoscenza, il lavoro di rete con i soggetti del territorio e gli attori più prossimi alle famiglie. Una perplessità riguarda inoltre l'articolo 8, comma 1: i crediti per la realizzazione di progetti e forme di cooperazione diretta allo sviluppo di attività a rilevanza sociale o ambientale. Positivo l'aver aumentato l'importo finanziario, ma rimane l'incertezza sulla reale fattibilità operativa di questo programma di microcredito. Gli operatori territoriali sono in grado di valutare e orientare a livello imprenditoriale i soggetti interessati? Non sarebbe stato più opportuno un collegamento con i programmi contenuti nel piano di politiche del lavoro e direttamente con la struttura collegata ad essa? Osservazioni e perplessità queste manifestate anche da alcune associazioni durante le audizioni promosse dalle competenti commissioni.

Detto questo, devo riconoscere anch'io all'Assessore Lanièce la massima attenzione prestata nel raccogliere le osservazioni e le proposte presentate nel corso dei lavori della commissione. Alcune di queste hanno trovato spazio, di questo lo ringrazio, nel testo emendato, "altre - ha detto l'Assessore affiancato dai dirigenti - saranno accolte nelle direttive e nella deliberazione della Giunta". In particolare devo riconoscere all'Assessore Lanièce il merito di aver fatto propria l'idea della sperimentazione e della valutazione: è una buona idea, Assessore!

In conclusione, un disegno di legge che seguiremo con amorevole cura, perché crediamo nel microcredito e nella sua funzione di assistenza, ma anche nella sua capacità di stimolare nelle famiglie la capacità di autogovernarsi, augurandomi che la struttura regionale sappia valorizzare in questo percorso le formazioni sociali del territorio.

Presidente - Se non vi sono altri interventi, dichiaro chiusa la discussione generale.

La parola all'Assessore alla sanità, salute e politiche sociali, Albert Lanièce.

Lanièce A. - Grazie, Presidente. Le due relazioni sono state molto approfondite ed esaustive. Gli interventi che sono seguiti sono stati molto interessanti, ad ampio respiro e hanno dimostrato come questo disegno di legge fosse atteso oltre a rappresentare un programma preciso di maggioranza, era molto atteso non solo dalle forze politiche, ma dall'intera società valdostana. Non entro più nel merito della legge, che è stata sviscerata, voglio semplicemente condividere alcune valutazioni, alcune considerazioni che sono state fatte.

È chiaro che il modello di microcredito... e su questo disegno di legge devo dire che le strutture dell'Assessorato stanno lavorando da un anno, proprio perché nel nostro Paese... non solo, anche in Europa è proprio negli ultimi due anni che stanno nascendo iniziative a livello di Regioni e di Comuni le più disparate con interventi portati avanti da fondazioni private... interventi invece pubblici come quello che abbiamo deciso di effettuare nella nostra Regione... e la cosa che abbiamo capito subito è che il microcredito dovesse essere "vestito" alla nostra realtà, dovesse essere un intervento intimamente collegato alla nostra società. Abbiamo visto e partecipato a convegni dove c'erano, ad esempio, proposte di microcredito che vengono portate avanti in zone metropolitane, in periferie di metropolitane: questi non sono dei progetti di microcredito funzionali alla nostra Regione.

Vi è stato sicuramente un grande impegno, che ha incontrato a volte anche momenti di difficoltà, per portare avanti questo disegno di legge e non nascondo la mia soddisfazione di averlo portato oggi all'assemblea regionale perché ha suscitato un ampio dibattito in seno alla commissione e in seno alle forze politiche. Ringrazio la commissione consiliare e il suo Presidente Rigo, la II Commissione e il Presidente Rosset, tutti i commissari che hanno voluto portare in modo concreto delle idee per migliorare la legge, come ringrazio anche tutte le associazioni e fondazioni che hanno voluto partecipare. L'obiettivo, abbiamo detto, è proprio quello di non fare un intervento di assistenza - di interventi di assistenza ne abbiamo e speriamo di migliorarli, volti soprattutto alla povertà più pesante -, esso è volto a quella fascia, di cui parlavo prima nel rapporto povertà, che sempre più spesso si trova borderline fra la non povertà e la povertà, quindi è una spinta per cercare di vedere il futuro un po' migliore. Abbiamo deciso, grazie anche a suggerimenti in V Commissione, di portare a 15.000 gli interventi per le microimprese e questo potrà contribuire in modo ulteriore a dare una propulsione a tale settore, che è già supportato da altri interventi, quali la legge per l'imprenditoria giovanile. Ci sono, è vero, delle perplessità o degli interrogativi per quanto riguarda l'applicazione. Credo non sia una parola magica quella di dire sempre che ci sarà una delibera attuativa, ma presteremo molta attenzione a questa fase attuativa perché sarà la fase che determinerà se abbiamo fatto o meno un buon intervento legislativo. Abbiamo detto del periodo di sperimentazione, dove a fine anno farò una relazione alla Giunta e alle commissioni consiliari competenti, quindi proprio per 3 anni ci sarà questo rito che permetterà di apporre delle modifiche proprio in seguito a ciò che vedremo applicato durante l'anno, a ciò che succederà in base alle domande che verranno inoltrate.

Per quanto riguarda la questione legata a Finaosta, abbiamo scelto un modello molto pragmatico per poter iniziare il più presto possibile, quindi questa scelta che è legata ad una finanziaria regionale. Volevo rapidamente elencare quali sono gli esempi: a Bologna c'è la banca che sosterrà il finanziamento, nel Lazio c'è l'Agenzia Sviluppo del Lazio S.p.A., finanziaria della Regione, in Calabria ci sono istituti di credito Confidi, a Venezia la Banca etica, in Piemonte gli istituti di credito Confidi, in Umbria la Gepafin, anche questa una finanziaria regionale, in Sicilia aziende di credito, in Toscana la FidiToscana, finanziaria della Regione, ci sono quindi diversi esempi in questo senso.

Voglio solo ricordare quella piccola parte di legge che passa quasi inosservata, che però è un'innovazione rispetto agli altri interventi ed è quella legata alla possibilità di restituire il prestito sociale in tempo, impegnandosi a svolgere attività in ambito sociale. Questa è una sfida che abbiamo raccolto e naturalmente qui si sta pensando in fase di applicazione ad una struttura che raccolga, da una parte, le esigenze degli enti e dall'altra, la disponibilità delle persone. In quel modo c'è stata quest'estate un'importante evoluzione per quanto riguarda i voucher lavorativi, dal settore dell'agricoltura si è potuto estenderli anche all'ambito sociale. Mettendo insieme tali elementi, quindi credo che arriveremo all'applicazione di questa importante innovazione.

Concludo dicendo che possibili sviluppi futuri... ad esempio, il risparmio solidale, ossia creare una rete di mutuo aiuto, remunerato indicativamente intorno allo 0,25- 0,50 annuo, da impegnare per erogare microcrediti con tasso analogo per finanziarie iniziative di impatto sociale; altre forme più specifiche legate al Web: il peer-to-peer, intendendo uno scambio solidale determinato dalla formula peer-to-peer, un portale Web dove si presentano e si ottengono microprestiti a tassi vantaggiosi per entrambe le categorie, con trasparenza e garanzie... Come vedete, siamo aperti alle evoluzioni di questo settore, ringrazio ancora per tutto il lavoro che è stato fatto dalle strutture dell'Assessorato, in particolare dalle politiche sociali, come ho detto prima, la commissione consiliare. Spero fra un anno di portare già i primi risultati e sicuramente le richieste arriveranno per un intervento che è molto atteso nella nostra Regione. Grazie.

Presidente - Passiamo all'esame del testo di legge nel nuovo testo. Volevo precisare che discuteremo sul nuovo testo delle Commissioni II e V, che hanno dato parere favorevole a maggioranza; c'è il parere favorevole del Consiglio permanente degli enti locali con osservazioni. Sono stati presentati 2 emendamenti dell'Assessore Lanièce e 6 emendamenti del gruppo Vallée d'Aoste Vive-Renouveau.

La parola al Consigliere Comé, presumo per dichiarazione di voto.

Comé (SA-UdC-VdA) - La mia sarà una dichiarazione di voto breve, anche perché il macrointervento sul microcredito, come è stato sottolineato, lo ha fatto il mio collega Lanièce. Certamente, come gruppo consiliare della Stella Alpina, non possiamo che esprimere il voto favorevole all'approvazione del disegno di legge recante: "Interventi regionali per l'accesso al credito sociale", dichiarando nel contempo la nostra viva soddisfazione, perché un'ipotesi da noi proposta già in fase di stesura del programma elettorale è stata poi convertita nel programma di legislatura. Bisogna riconoscere che fin dall'inizio di questa legislatura si è dato corso all'iter per la formulazione e la realizzazione del disegno di legge sottoposto alla nostra attenzione, che è stato condiviso fino in fondo dall'intera maggioranza di centro autonomista, che mostra ancora una volta tutta la sua coesione di fronte al Consiglio e all'intera comunità valdostana.

In realtà questo progetto di microcredito e prestito d'onore risulta nei fatti essere uno strumento originale e innovativo in campo nazionale perfino al di fuori del nostro Paese. Non esistono infatti altre realtà socio-economiche in cui il prestito concesso dalla collettività possa essere restituito mediante l'attività di servizio sociale prestato a favore della collettività stessa. Non si può passare sotto silenzio come tale prassi rappresenti un innovativo strumento di coesione sociale e di identificazione culturale fra singole comunità di cui fa parte. Il fatto poi di uscire da una logica di mero assistenzialismo nei confronti degli indigenti per creare uno strumento di facilitazione dell'iniziativa individuale a favore di quei ceti medi - che non sono normalmente colpiti dalla povertà e per questo evitano di ricorrere ai normali canali del credito, rischiando di cadere vittime dell'usura in momenti di crisi economica, per coprire con riservatezza molte volte le loro difficoltà - costituisce di per sé un forte strumento di tutela della legalità e della protezione diffusa nei confronti del crimine. Siamo dunque non solo favorevoli a questa norma, ma con un certo orgoglio possiamo sottolineare che la maggioranza, concretizzando la nostra iniziativa, ha adottato quella che mi sento di definire un'autentica norma di civiltà e uno strumento valido, coerente ed assimilabile ad una forma di finanza equa e solidale, attualmente in via di diffusione crescente nel mondo contemporaneo. Esprimo per questa coesione, a nome di tutta la maggioranza, il voto favorevole al disegno di legge n. 66: "Interventi regionali per l'accesso al credito sociale".

Presidente - La parola al Consigliere Louvin, presumo per dichiarazione di voto.

Louvin (VdAV-R) - Grazie, Presidente. Siamo sull'articolo 1 e non ancora in dichiarazione di voto, anche se anticiperò in questo brevissimo intervento delle considerazioni che vogliono spiegare il senso degli emendamenti che abbiamo predisposto e fare qualche piccola sottolineatura ulteriore dopo l'espressione molto chiara da parte della collega Morelli del nostro punto di vista sulla proposta legislativa, di cui tengo a dire fin da subito che apprezziamo seriamente lo spirito, il principio e da cui vogliamo distinguerci non per una necessità tattica, ma perché abbiamo effettive riserve sulle modalità attraverso le quali si dà attuazione in questa regione al credito sociale o microcredito che dir si voglia. Molti colleghi hanno insistito sull'originalità di questo provvedimento, credo si tratti di un disegno di legge piuttosto originale, ma dell'originalità rileviamo alcuni aspetti che ci sembrano un po' inquietanti e diamo una lettura degli interventi che hanno fatto in commissione le forze organizzate del volontariato, di cui una parte delle osservazioni sono state utilmente recepite nel suo lavoro di liaison dal relatore Lanièce e l'Assessore sicuramente ne ha tenuto conto.

Vi è però un'osservazione di fondo effettuata in quella sede che credo vada ripresa: riguarda il fatto che la logica del microcredito e la logica del credito sociale dovrebbero essere quelle di valorizzare il principio di sussidiarietà. Tale passaggio è stato illustrato molto bene in commissione, chiedendo che vi fosse un impegno a superare l'impostazione burocratica, che è sottesa a tutto questo provvedimento legislativo, e a valorizzare le formazioni sociali previste nell'ordinamento e per le quali l'articolo 118 della Costituzione chiede, quando si tratta di uno svolgimento di un'attività di interesse regionale, che si lasci spazio alla libera organizzazione, ma anche alla responsabilità con il coinvolgimento diretto di questi soggetti. Cerco di essere ancora più chiaro nel dire che il credito sociale deve vedere esposti in prima linea, come cofinanziatori laddove possibile, come garanti non solo in termini morali, ma direi anche in parte in termini concreti e materiali, i soggetti privati di questa regione. Abbiamo il fondato timore - "raggiungiamo" la preoccupazione del collega Rigo, che indica come non chiare le finalità e i meccanismi virtuosi di questa legge -, naturalmente a distanza di uno, due e tre anni faremo tutti insieme delle opportune valutazioni, che i soggetti privati di questa operazione non si sentano partecipi, perché? Perché il soggetto preminente regionale sarà finanziatore forse anche esclusivo del fondo; l'ente pubblico ne sarà per 4/5 il verificatore - e qui innesteremo una proposta di emendamento -; perché 4 soggetti su 5 del comitato valutatore sono espressione o della politica regionale, o della politica locale, o di soggetti pubblici al 100 per cento; perché il soggetto attuatore di questa operazione, la Finaosta, è un soggetto 100 per cento pubblico; perché addirittura - questo forse è uno scivolamento ulteriore che c'è stato nel tentativo apprezzabile di migliorare tale testo - c'è stato uno scivolamento ulteriore che ha portato a considerare possibile ente territoriale garante lo stesso Comune o la Comunità montana... per cui la Regione paga, gli enti pubblici controllano, un ente pubblico (Finaosta è ormai un ente pubblico a tutti gli effetti) esegue e gli enti pubblici si rendono garanti anche sul piano morale di questo. La percezione che ha il nostro gruppo di questa situazione è che, nel tentativo di fare sponda, di dare sostegno al bisogno di un credito sociale, ci si sia esposti troppo, ci si sia spinti oltre il limite e si sia pubblicizzato interamente il sistema annullando gli aspetti di sussidiarietà e di coinvolgimento che rimangono assolutamente marginali. Credo che le associazioni di volontariato, il Centro per il volontariato e gli altri soggetti che abbiamo interpellato non abbiano voluto alzare il tono, anche nella preoccupazione che in questo momento di particolare difficoltà la Regione "fermasse i giochi" e non mettesse in campo questo strumento, che pure è visto con favore, ma ne abbiamo percepite le riserve. Noi riteniamo doveroso segnalarle qui adesso, anche perché, quando faremo i bilanci fra uno o due anni di questa operazione, si possa eventualmente - apprezziamo l'idea che ci sia una fase sperimentale - tornare indietro.

Al momento non vorrei aggiungere altro se non questa considerazione di carattere generale sulle riserve rispetto ad un'eccessiva invadenza pubblica su un settore come quello del microcredito, che non solo in India o in Bangladesh, non solo nei Paesi del terzo mondo, ma anche nelle realtà che ci sono vicine, a partire dai Comuni canavesani che lo hanno fatto proprio da tempo, vede sempre in campo soggetti privati con un ruolo molto più largo di quello che noi abbiamo riconosciuto. Spero sia percepita positivamente questa nostra sottolineatura, che farà sì che diamo un'adesione di principio all'intervento legislativo con un voto favorevole su questo primo articolo della legge, a cui farà seguito l'astensione sugli articoli di carattere organizzativo dell'attività di credito sociale, andando a precisare, al momento della discussione dei singoli emendamenti, le ragioni puntuali per le quali esprimiamo queste nostre riserve. Grazie.

Presidente - Pongo in votazione l'articolo 1:

Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: 28

Il Consiglio approva all'unanimità.

Presidente - All'articolo 2 vi sono gli emendamenti n. 1 e n. 2 di Vallée d'Aoste Vive-Renouveau.

La parola al Consigliere Louvin.

Louvin (VdAV-R) - Il Presidente mi permetterà di farne un'illustrazione congiunta, perché hanno una finalità comune. Questa legge individua il soggetto gestore dell'operazione del microcredito all'impresa: la Finaosta S.p.a., un ente molto noto nella nostra regione, un ente che ha una grande competenza tecnica e che è sostanzialmente onnipresente in ogni settore della nostra economia. Credo si tratti di un ente che può radiografare ormai ogni famiglia e ogni impresa valdostana, perché interviene direttamente su ogni aspetto della nostra vita economica, familiare, attraverso erogazione di mutui sulla residenza, sull'attività di impresa, eccetera. Non crediamo sia fra le vocazioni prime di questo ente quella di operare con la dovuta elasticità e, se possiamo anche dire, con quella immediatezza e facilità di contatto con soggetti in difficoltà che potrebbero avere altri soggetti non ancora noti alle persone coinvolte. Cerco di spiegarmi meglio: chi si trova in difficoltà, magari in difficoltà temporanee avendo avuto vicende non piacevoli di restituzione mancata di mutui, un mutuo sulla casa, un mutuo su un'attività economica, che si è già - uso un termine colorito - "limato i denti" nel rapporto con gli uffici della Finaosta per qualche mese o addirittura qualche anno, si trova puntualmente a dover bussare a quella stessa porta di quello stesso palazzo di cristallo che abbiamo qui a poche decine di metri dal Palazzo regionale per andare a sottoporre la propria domanda. Onestamente avremmo immaginato altro in un'attività che doveva dare il segno di una partecipazione della comunità che si rende garante, di un aspetto più caloroso di avvicinamento fra il bisogno e chi tende la mano: avremmo immaginato un soggetto diverso da Finaosta. Avremmo anche immaginato - e penso che ce ne siano più di uno - un soggetto piuttosto tecnico specializzato come ce ne sono nel settore o eventualmente l'individuazione, come è stato suggerito da qualche collega, di un soggetto diverso che potesse avere questo approccio meno rigido, meno burocratico rispetto alla pratica di richiesta di tali finanziamenti. Questa a noi sembrava una via percorribile, lo abbiamo detto in commissione, abbiamo chiesto che si facesse carico anche la maggioranza di una valutazione in questo senso, evidentemente altre erano già state le determinazioni assunte, non si è voluto tornare indietro. È un peccato, non per sfiducia in un soggetto di cui apprezziamo altamente le capacità tecniche, non è in discussione qui la competenza ragionieristica di Finaosta che è in grado di fare questo e altro, ma l'approccio, il modo, la qualità del rapporto che si viene ad instaurare mi pare che ne avrebbe potuto risentire positivamente se si fosse percorsa un'altra via.

Cosa proponiamo? Proponiamo semplicemente che in questo articolo 2 le parole: "presso la società finanziaria regionale Finaosta S.p.a." siano sostituite dalle parole: "presso un soggetto legalmente autorizzato all'esercizio del microcredito all'impresa ed alle famiglie individuato in base ad apposita selezione da parte della Giunta regionale, di seguito denominato gestore". Potrà sembrare strano, abbiamo fiducia nella Giunta che lo possa fare e, sulla base di questa indicazione legislativa, possa cercare un soggetto diverso. Questa è la nostra sollecitazione, a cui fa seguito anche un emendamento che porterebbe a cascata in tutto il provvedimento di legge ad individuare questo operatore come gestore e non attraverso l'indicazione fisica e precisa che si deve trattare di Finaosta S.p.a.. Grazie.

Presidente - La parola all'Assessore alla sanità, salute e politiche sociali, Albert Lanièce.

Lanièce A. - Prendo atto di questa visione sovietica del gruppo Vallée d'Aoste Vive-Renouveau di questo disegno di legge...

(interruzione del Consigliere Louvin, fuori microfono)

...invece mi piace l'idea che il pubblico partecipi direttamente a questo microcredito, proprio come concetto generale. Con questo ho ribadito prima che questi anni di sperimentazione permetteranno alle fondazioni... tant'è vero che al comma 2 si dice come presso la società Finaosta ci possa essere la possibilità di una compartecipazione del fondo da parte di enti e associazioni e da parte di Finaosta di servirsi di istituti di credito come sportelli sul territorio, quindi non è detto che i cittadini debbano venire direttamente al palazzo di cristallo. Noi ci asteniamo su questi emendamenti e di fatto, come è stato detto, è una "cascata enzimatica", interessa gli emendamenti n. 1, n. 2... anticipo, ma ne parleremo, anche il n. 3 e il n. 4, perché vogliamo ribadire il modello che è stato individuato per partire. Ribadisco ancora una volta che in corso d'opera potremo vedere alcune modifiche, però volevo risottolineare come la compartecipazione al fondo sia una cosa assolutamente non possibile, ma auspicata.

Presidente - Pongo in votazione l'emendamento n. 1 del gruppo Vallée d'Aoste Vive-Renouveau, che recita:

Emendamento

Al comma 1 dell'articolo 2 le parole "presso la società finanziaria regionale FINAOSTA S.p.A. (FINAOSTA S.p.A.)" sono sostituite dalle parole "presso un soggetto legalmente autorizzato all'esercizio del microcredito all'impresa ed alle famiglie individuato in base ad apposita selezione da parte della Giunta regionale, di seguito denominato gestore".

Consiglieri presenti: 32

Votanti e favorevoli: 8

Astenuti: 24 (Agostino, Bieler, Caveri, Comé, Crétaz, Empereur, Hélène Impérial, Isabellon, La Torre, André Lanièce, Lattanzi, Lavoyer, Maquignaz, Marguerettaz, Pastoret, Prola, Emily Rini, Rosset, Salzone, Tibaldi, Laurent Viérin, Marco Viérin, Manuela Zublena, Zucchi)

Il Consiglio non approva.

Presidente - Di conseguenza l'emendamento n. 2 del gruppo Vallée d'Aoste Vive-Renouveau decade; ne do lettura per il verbale:

Emendamento

Le parole "FINAOSTA S.p.A.", ovunque ricorrano nel testo del d.l. 66, sono sostituite dalla parola "gestore", con le conseguenti modifiche grammaticali.

Pongo in votazione l'articolo 2:

Consiglieri presenti: 32

Votanti e favorevoli: 24

Astenuti: 8 (Bertin, Giuseppe Cerise, Chatrian, Donzel, Carmela Fontana, Louvin, Patrizia Morelli, Rigo)

Il Consiglio approva.

Presidente - Articolo 3: stesso risultato. Articolo 4: stesso risultato. Articolo 5: stesso risultato. All'articolo 6 vi sono gli emendamenti n. 3 e n. 4 di Vallée d'Aoste Vive-Renouveau.

La parola al Consigliere Louvin.

Louvin (VdAV-R) - Anche in questo caso, con il suo permesso, Presidente, accennerei al senso e al significato di entrambi gli emendamenti. Stiamo parlando della questione del Comitato tecnico di coordinamento per il credito sociale, che è l'organo valutatore in merito all'ammissibilità delle domande qualora emergano degli aspetti critici, ci siano delle difficoltà nell'assegnare il credito richiesto. La proposta che è in votazione ed è presentata dalla maggioranza indica questo comitato come un comitato composto da 2 rappresentanti della struttura regionale competente in materia di politiche sociali (l'Assessorato della sanità), 1 rappresentante designato da Finaosta, un rappresentante designato dal Consiglio permanente degli enti locali della Valle d'Aosta, 1 rappresentante designato dalle organizzazioni di volontariato e dalle associazioni di promozione sociale. Facendo il conto della serva, 2 li nomina la Giunta regionale e sono dei funzionari di scelta regionale, 1 lo nomina la Finaosta, che è 100 per cento regionale, 1 lo nomina il Consiglio degli enti locali, che è un soggetto a composizione politica e il quinto è designato dalle organizzazioni del volontariato, quindi dal mondo del sociale. Il rapporto è di 1 a 4. Io questo lo posso ricollocare - Assessore Lanièce, lo ha evocato lei il termine - come visione un po' sovietica. Vedremo poi chi metterà dei privati i soldi, io le posso già anticipare che non ce ne saranno tanti nella cagnotte, ma ne riparleremo più avanti. Finanzia l'ente pubblico, controlla, valuta... pardon, gestisce un ente pubblicistico che è la Finaosta, valuta un organismo che è sostanzialmente pubblico. Che Il Popolo della Libertà si schieri su una posizione così altamente pubblicizzata è sicuramente una cosa sorprendente, ma rientra più su altre logiche che su quella strettamente connessa con questo progetto di legge. Dal nostro punto di vista e senza voler polemizzare, intendiamo solo ed esclusivamente sottolineare che c'è uno squilibrio. La nostra proposta: basta un rappresentante della struttura dell'Assessorato, perché averne due se uno è più che sufficiente? Un rappresentante del gestore, un rappresentante degli enti locali, ma mettiamone un numero almeno pari del sociale, bilanciamo le due cose! La nostra richiesta è che ci siano a fianco di 3 di nomina pubblica 3 di espressione del mondo associativo, delle associazioni del volontariato e della promozione sociale. Ci sembra che questa sia una condizione di riequilibrio da poter proporre non sbilanciata eccessivamente sul settore pubblico, neanche totalmente affidata a soggetti privati, tanto più che non hanno una partecipazione obbligatoria al finanziamento dell'iniziativa, ma ripeto bilanciata. Non solo bilanciata, ma anche con un minimo di gesto di attenzione, che è di individuare la presidenza di questo comitato all'interno della delegazione dei soggetti di espressione sociale. Questo è il nostro punto di vista, questa è la visione che abbiamo di un organismo valutatore che possa essere esterno all'Amministrazione e a chi ha delle logiche totalmente politicizzate, pubblicizzate della gestione del credito stesso. Grazie.

Presidente - La parola al Consigliere Rigo.

Rigo (PD) - Grazie, Presidente. Voteremo a favore come gruppo di questo emendamento, ma quello che volevamo far osservare all'Assessore è che la mancanza di un rappresentante del Centro di servizi per il volontariato verrà lamentata dal comitato stesso. Questo perché, al pari del Consiglio permanente degli enti locali, la presenza del CSV poteva essere utile per l'informazione alle associazioni sulle attività del comitato stesso. Secondo me, quindi, manca questa figura centrale.

Presidente - La parola all'Assessore alla sanità, salute e politiche sociali, Albert Lanièce.

Lanièce A. - Grazie. Non riesco a entrare in quest'ottica di 4 a 1, chi contro chi? Qui parliamo di interventi su poveri cristi per certi versi, per quanto riguarda il prestito sociale d'onore per persone e famiglie che sono in difficoltà, quindi io sarò ingenuo, ma non riesco a capire questa contrapposizione: 4 a 1. Lì c'è un comitato dove c'è un impianto pubblico di questa legge, ci sono rappresentanti dell'Assessorato, c'è una legge sperimentale che deve iniziare, ci sarà un anno di sperimentazione, quindi è giusto che ci sia un controllo, ma un controllo in senso positivo di quello che succede. Io voglio contestare questo atteggiamento di dire: "siamo 4 contro 1", io lo respingo. Il comitato sarà sicuramente a disposizione, tant'è vero che sarà previsto che nella discussione di casi particolari vi sia il rappresentante dell'ente accompagnatore del caso particolare che verrà in comitato e discuterà assieme al comitato dei casi singoli. Ci asteniamo quindi su questo emendamento perché riteniamo l'impianto di tale articolo congruo e logico a tutto quello che abbiamo stabilito in legge.

Presidente - Pongo in votazione l'emendamento n. 3 del gruppo Vallée d'Aoste Vive-Renouveau, che recita:

Emendamento

Il comma 3 dell'articolo 6 è sostituito dal seguente:

"3. Il Comitato è nominato con deliberazione della Giunta regionale, dura in carica tre anni ed è composto da:

a) un rappresentante della struttura regionale competente in materia di politiche sociali;

b) un rappresentante designato dal gestore;

c) un rappresentante designato dal Consiglio permanente degli enti locali della Valle d'Aosta;

d) tre rappresentanti designati dalle organizzazioni di volontariato e dalle associazioni di promozione sociale iscritte al registro regionale di cui all'articolo 6 della l.r. 16/2005.".

Consiglieri presenti: 30

Votanti e favorevoli: 8

Astenuti: 22 (Agostino, Bieler, Comé, Crétaz, Empereur, Hélène Impérial, Isabellon, La Torre, André Lanièce, Lattanzi, Lavoyer, Maquignaz, Marguerettaz, Pastoret, Prola, Emily Rini, Rosset, Salzone, Laurent Viérin, Marco Viérin, Manuela Zublena, Zucchi)

Il Consiglio non approva.

Presidente - Vi è l'emendamento n. 4 del gruppo Vallée d'Aoste Vive-Renouveau, che recita:

Emendamento

Dopo il comma 4 dell'articolo 6 è inserito il seguente:

"4bis. Il Comitato è presieduto da un rappresentante di cui al comma 3, lettera d), eletto dal Comitato stesso.".

Posso dare lo stesso risultato per questo emendamento? Stesso risultato.

Pongo in votazione l'articolo 6:

Consiglieri presenti: 31

Votanti e favorevoli: 23

Astenuti: 8 (Bertin, Giuseppe Cerise, Chatrian, Donzel, Carmela Fontana, Louvin, Patrizia Morelli, Rigo)

Il Consiglio approva.

Presidente - Articolo 7: stesso risultato. All'articolo 8 c'è l'emendamento n. 1 dell'Assessore Albert Lanièce, che recita:

Emendamento

L'articolo 8 è sostituito dal seguente:

"Articolo 8

(Caratteristiche del microcredito)

1. Il microcredito consiste in prestiti volti a superare situazioni di difficoltà economica e sociale suddivisi nelle seguenti categorie di intervento:

a) crediti di emergenza, finalizzati ad affrontare i bisogni primari dell'individuo, quali la casa e i beni durevoli essenziali. Sono ricompresi, in particolare, nei crediti di emergenza:

1) i depositi cauzionali e gli anticipi per la stipulazione di contratti di locazione per la prima casa, le spese, anche rateizzabili, per i traslochi, i consumi di acqua, gas e energia e le spese condominiali;

2) le spese per l'acquisto dei mobili e degli elettrodomestici indispensabili al richiedente e ai familiari con lui conviventi;

3) le spese per l'acquisto e l'utilizzo di automezzi;

4) le spese per eventi particolari della vita che comportano spese straordinarie quali nascite, ricongiungimenti familiari, malattie, funerali;

5) le spese legali relative a procedimenti in materia di stato o di famiglia, fuori dei casi in cui è ammesso il ricorso al patrocinio a spese dello Stato;

b) crediti per la realizzazione di progetti e forme di cooperazione dirette allo sviluppo di attività a rilevanza sociale o ambientale.

2. Gli importi dei prestiti di cui al comma 1 sono così suddivisi:

a) da euro 750 a euro 5.000 per i programmi di microcredito di cui al comma 1, lettera a);

b) da euro 750 a euro 15.000 per i programmi di microcredito di cui al comma 1, lettera b).

3. Gli importi di cui al comma 2 sono periodicamente rivalutati con deliberazione della Giunta regionale, nei limiti degli stanziamenti previsti annualmente nel bilancio regionale.

4. Le ulteriori modalità di attuazione delle disposizioni di cui al presente articolo sono determinate con deliberazione della Giunta regionale.".

Posso dare lo stesso risultato? Stesso risultato. Articolo 9: stesso risultato.

All'articolo 10 vi sono gli emendamenti n. 5 e n. 6 di Vallée d'Aoste Vive-Renouveau.

La parola al Consigliere Louvin.

Louvin (VdAV-R) - Grazie, Presidente. Stiamo parlando delle iniziative di microcredito che ricomprendono i crediti di emergenza fra gli altri, poi anche depositi cauzionali per la locazione, l'acquisto di mobili, automezzi, spese straordinarie come nascite, ricongiungimenti familiari, malattie, funerali, ma soprattutto crediti di emergenza, bisogni primari - è scritto nell'articolo che è stato approvato poco fa - dell'individuo, quali la casa, i beni durevoli essenziali. Nell'istruttoria la previsione che è rimasta in questo testo che è sottoposto alla votazione è di avere 20 giorni dal ricevimento delle domande per i programmi di microcredito per la relativa istruttoria, con comunicazione degli esiti al richiedente; entro 20 giorni poi si procede alla relativa istruttoria e si trasmette la domanda; entro i successivi 20 giorni il comitato comunica a Finaosta. Ho l'impressione che come minimo passino 40-50 giorni prima che si dia una risposta a queste domande. Ora, se sono crediti di emergenza, Assessore, forse l'emergenza vale la pena che sia trattata come tale, non è ovviamente questo un emendamento che ha un senso politico o ideologico, è tutto di concretezza: dimezziamoli, 10 giorni sono più che sufficienti per un'istruttoria di queste domande! Sono già state predisposte in genere con la collaborazione degli enti garanti, di soggetti esterni, li si valuti nello spazio di una decina di giorni e si dia risposta entro tempi congrui. La nostra proposta è molto semplice: con gli emendamenti n. 5 e n. 6 di dare un colpo di forbice e di passare da 20 a 10 giorni e poter essere più solleciti nell'erogazione di tali crediti; questo credo non sia né sovietico, né particolarmente liberistico: è semplicemente di buon senso.

Presidente - La parola all'Assessore alla sanità, salute e politiche sociali, Albert Lanièce.

Lanièce A. - Semplicemente per dire che noi abbiamo cercato di valutare attentamente anche questo aspetto, che sembra marginale, ma che in realtà non lo è. Effettivamente abbiamo messo in legge entro 20 giorni, naturalmente se la pratica viene esaminata prima, ancora meglio. Il fatto è che, confrontandoci sia con gli uffici, sia con Finaosta, mettere in legge un qualcosa che poi non si riesce a mantenere, allora abbiamo pensato, visto che si tratta di erogare del denaro pubblico, un minimo di attenzione per quanto riguarda le procedure. Abbiamo quindi deciso per il momento - poi anche qui, mi ripeto, vedremo cosa succede quest'anno - di mantenere 20 giorni. Ci asteniamo sugli emendamenti n. 5 e n. 6.

Presidente - La parola al Consigliere Louvin.

Louvin (VdAV-R) - Non esattamente brunettiana, collega Lattanzi, questa risposta. Non mi sembra che siamo veramente in clima di grande sburocratizzazione o di accelerazione. No, Assessore, non casca il mondo qui sopra, però, siccome sono termini ordinatori, non perentori, perché nessuno dà la bacchettata a Finaosta se manda l'undicesimo giorno... insomma diamo dei tempi un po' più stretti, dai! Stiamo parlando, ripeto, di bisogni essenziali, di mangiare, di poter avere la cauzione per avere la locazione, si è trovato qualcuno che finalmente ti dà la casa e ne hai bisogno subito! No, gli uffici facciano i loro comodi, tranquilli... su questo, Assessore, mi dispiace, siamo distanti come mentalità. Ripeto: non sono termini perentori, non casca il mondo, ma che si dia alla pubblica amministrazione un ritmo più accelerato; quindi voteremo convintamente a favore di questo emendamento.

Presidente - Pongo in votazione l'emendamento n. 5 del gruppo Vallée d'Aoste Vive-Renouveau, che recita:

Emendamento

Al comma 1 dell'articolo 10 le parole "venti giorni" sono sostituite dalle parole "dieci giorni".

Consiglieri presenti: 31

Votanti e favorevoli: 8

Astenuti: 23 (Agostino, Bieler, Comé, Crétaz, Empereur, Hélène Impérial, Isabellon, La Torre, André Lanièce, Lattanzi, Lavoyer, Maquignaz, Marguerettaz, Pastoret, Prola, Emily Rini, Rosset, Salzone, Tibaldi, Laurent Viérin, Marco Viérin, Manuela Zublena, Zucchi)

Il Consiglio non approva.

Vi è l'emendamento n. 6 del gruppo Vallée d'Aoste Vive-Renouveau, che recita:

Emendamento

Al comma 3 dell'articolo 10, in entrambi i casi in cui ricorrono, le parole "venti giorni" sono sostituite dalle parole "dieci giorni".

Posso dare lo stesso risultato? Stesso risultato.

Pongo in votazione l'articolo 10:

Consiglieri presenti: 32

Votanti e favorevoli: 24

Astenuti: 8 (Bertin, Giuseppe Cerise, Chatrian, Donzel, Carmela Fontana, Louvin, Patrizia Morelli, Rigo)

Il Consiglio approva.

Presidente - Articolo 11: stesso risultato. Articolo 12: stesso risultato.

La parola al Consigliere Louvin sull'articolo 13.

Louvin (VdAV-R) - Grazie, Presidente. In questo articolo è fissata una norma che abbiamo già sottolineato come una scivolata in negativo contenuta in tale legge, almeno questa è la nostra valutazione: ci riferiamo al fatto che i soggetti garanti di questi interventi, soggetti che devono intervenire moralmente a sostegno dell'erogazione di questi finanziamenti, che ne sono anche i promotori, i sostenitori, che raccolgono e indirizzano le domande, concordano e predispostono i programmi, sostengono i beneficiari nella compilazione delle domande, curano i rapporti con i beneficiari per il regolare rimborso dei finanziamenti, quindi sono anche loro che devono assicurarsi che poi tu vada a restituirli... credo di avere capito bene, Assessore, lei me lo conferma, sono garanti morali dell'impegno assunto dai beneficiari...

Presidente - ...un attimo, state zitti! Stiamo discutendo di una legge importante, almeno spero che sia importante per il Consiglio regionale, quindi lasciamo parlare chi deve parlare!

Louvin (VdAV-R) - ... non vorrei che il tono a volte anche un po' scherzoso con cui affrontiamo questi argomenti facesse venire meno la serietà. A noi sembra veramente seria la questione, perché che il garante morale dell'impegno assunto dal beneficiario di restituire questo sia il Sindaco del Comune di Pont-Saint-Martin o di La Thuile a noi non sta bene. Scusate, torniamo a fare tutto il giro dell'orologio che abbiamo fatto all'inizio: propone questo fondo, lo costituisce e lo finanzia la Regione e va bene, lo valutano gli enti pubblici e va bene, lo gestisce un ente pubblico e va bene, chi ammette a perdita è un soggetto pubblico, ma anche chi ne è garante morale sono degli enti pubblici, questo, secondo me, è una scivolata... andrà come andrà, ma è una scivolata... Prego almeno, quando si istituirà questo registro, di metterci un attimo di attenzione a questo, che non si vada anche a bussare alla porta del sindaco per farsi appoggiare moralmente, farsi mandare la lettera del sindaco a garanzia che quella è una brava persona, lo restituisce. Secondo me, siamo oltre il limite, non posso aggiungere termini, perché andrei veramente in una direzione non simpatica, il senso però è chiaro. Qui ci si è fatti "prendere la mano" non con cattiva intenzione, ma sicuramente ci si è fatti "prendere la mano", quindi ribadiamo che ci asterremo anche in questo caso, però vogliamo che sia chiaro che anche questo rientra fra i punti che dovranno essere monitorati molto attentamente di tale legge.

Presidente - La parola all'Assessore alla sanità, salute e politiche sociali, Albert Lanièce.

Lanièce A. - Credo che ormai siamo nel baratro a forza di scivolare... con questo punto qui poi... questo credo sia il fatto di intendere di dare la possibilità al valdostano, che abita in Comune di Oyace o in una vallata laterale, di rivolgersi al proprio sindaco, che è nei piccoli Comuni, l'unico interlocutore per una serie di persone. È dare la possibilità anche alle persone più marginali che hanno più difficoltà a relazionarsi con le associazioni... per non perdere tutta questa serie di persone. Noi abbiamo invece ritenuto... anzi, se non ricordo male, forse sono proprio io che ho insistito su questo punto, quindi su tale punto mi prendo personalmente la responsabilità. Il fatto di ritenere il Sindaco come il vero catalizzatore di tutta una serie di persone, anche nel senso di quella che è la caratteristica dei valdostani che hanno paura di esporsi, hanno vergogna di farsi vedere... mentre invece la figura del Sindaco credo sia proprio una figura che permette a queste persone di poter bypassare una serie di paure e di vergogne che sono caratteristiche spesso delle persone di montagna, che hanno una serie di atteggiamenti meno espansivi. Riteniamo invece fondamentale e strategico questo punto.

Presidente - Pongo in votazione l'articolo 13:

Consiglieri presenti: 30

Votanti e favorevoli: 22

Astenuti: 8 (Bertin, Giuseppe Cerise, Chatrian, Donzel, Carmela Fontana, Louvin, Patrizia Morelli, Rigo)

Il Consiglio approva.

Presidente - Articolo 14: stesso risultato. Articolo 15: stesso risultato. Articolo 16: stesso risultato. Articolo 17: stesso risultato. Articolo 18: stesso risultato. Articolo 19: stesso risultato.

All'articolo 20 c'è l'emendamento n. 2 dell'Assessore Albert Lanièce, che recita:

Emendamento

Al comma 1 dell'articolo 20 (Disposizioni finanziarie) le parole: "a decorrere dal 2010" sono sostituite dalle seguenti: "per gli anni 2010, 2011 e 2012".

Do lettura dell'articolo 20 come emendato dall'emendamento dell'Assessore:

Articolo 20

(Disposizioni finanziarie)

1. L'onere complessivo derivante dall'applicazione della presente legge è determinato in euro 500.000 annui per gli anni 2010, 2011 e 2012.

2. Con riferimento al bilancio pluriennale della Regione per il triennio 2009/2011, l'onere di cui al comma 1 trova copertura nello stato di previsione della spesa nell'obiettivo programmatico 2.2.3.03 (Assistenza sociale e beneficenza pubblica) e al finanziamento si provvede mediante l'utilizzo, per pari importo, degli stanziamenti iscritti nello stesso bilancio e nello stesso obiettivo programmatico al capitolo 61310 (Fondo regionale per le politiche sociali), secondo le modalità di cui all'articolo 22, comma 3, della legge regionale 11 dicembre 2001, n. 38 (Legge finanziaria per gli anni 2002/2004).

3. Con riferimento al bilancio di previsione della Regione per il triennio 2010/2012, l'onere di cui al comma 1 trova copertura e finanziamento nello stato di previsione della spesa nell'unità previsionale di base 1.8.1.10 (Interventi per servizi e provvidenze socio-assistenziali).

4. Per l'applicazione della presente legge, la Giunta regionale è autorizzata ad apportare, con propria deliberazione, su proposta dell'assessore regionale competente in materia di bilancio, le occorrenti variazioni di bilancio.

Posso dare lo stesso risultato? Stesso risultato.

La parola al Consigliere Rigo, per dichiarazione di voto.

Rigo (PD) - Due parole per motivare il voto del gruppo del Partito Democratico: voto di astensione, perché il disegno di legge è strumento per far fronte alle emergenze delle famiglie in difficoltà, ma non è altrettanto chiaro nell'articolato il principio dell'educazione ad una gestione responsabile, per un'autonomia piena, per un'effettiva inclusione economica e sociale delle famiglie.

Presidente - La parola alla Consigliera Patrizia Morelli.

Morelli (VdAV-R) - Grazie. Sinteticamente. Come già si può desumere dal dibattito, pur condividendo lo spirito di questa legge, non possiamo condividerne la forma, quindi la nostra sarà una posizione di astensione.

Presidente - Pongo in votazione la legge nel suo complesso:

Consiglieri presenti: 31

Votanti e favorevoli: 23

Astenuti: 8 (Bertin, Giuseppe Cerise, Chatrian, Donzel, Carmela Fontana, Louvin, Patrizia Morelli, Rigo)

Il Consiglio approva.