Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1382 del 13 luglio 2005 - Resoconto

OGGETTO N. 1382/XII - Ammontare del chilometraggio delle strade interpoderali. (Interrogazione)

Interrogazione

Richiamato il contenuto della propria interrogazione (prot. n. 132/05), titolata "Estensione della rete stradale valdostana", discussa in occasione del Consiglio regionale dell'8.6.2005;

Osservato che nell'occasione non è stato indicato il dato del chilometraggio delle strade interpoderali (ritenuto di "competenza" dell'Assessorato all'Agricoltura);

Ritenuto dunque necessario ottenere tutti i dati a suo tempo richiesti;

il sottoscritto Consigliere regionale

Interroga

l'Assessore competente per sapere:

1) a quanto ammonta il chilometraggio delle strade interpoderali nella nostra Regione;

2) se tale estensione è ritenuta sufficiente o se deve essere oggetto di ulteriore ampliamento.

F.to: Curtaz

Président - La parole à l'Assesseur à l'agriculture et aux ressources naturelles, Isabellon.

Isabellon (UV) - L'interrogazione in oggetto riguarda un'interrogazione precedente in cui veniva richiesto il chilometraggio di tutte le strade presenti sulla regione.

In questo caso viene chiesto, nella prima domanda: "a quanto ammonta il chilometraggio delle strade interpoderali..."; qui, il dubbio è se "interpoderali" è "sterrate" nel loro complesso, in ogni caso la risposta la farò generale. Nella seconda domanda si chiede: "se tale estensione è ritenuta sufficiente o se deve essere oggetto di ulteriore ampliamento".

In merito alla risposta data nella precedente interrogazione, dove si diceva che si era in attesa di avere dei dati, i dati attualmente in possesso della Direzione sistemazioni montane e infrastrutture, in cui è nata un'indagine in collaborazione con le stazioni forestali sulle piste forestali e sulle strade sterrate, portano ad un ammontare complessivo di 2.222 km di piste. In questo caso le piste sterrate sono di difficile classificazione nelle varie sottoclassificazioni, in quanto rivestono molto spesso carattere di multifunzionalità; questo significa che noi abbiamo un territorio diversificato all'interno degli stessi comprensori, per cui la stessa pista a volte può servire un tratto di bosco, può servire dei villaggi, può servire delle case sparse e può servire addirittura nelle parti alte degli alpeggi, quindi c'è una multifunzionalità che non permette di avere una classificazione dettagliata come si potrebbe avere in altre zone dove anche i sistemi colturali sono meglio definiti. In ogni caso, sono 2.222 km; sono in atto attualmente in collaborazione con le stazioni forestali delle ulteriori verifiche che potranno portare a dei dati più precisi. In queste verifiche, per ogni tipo di strada, sono state fatte delle tabelle, in fase di predisposizione e di verifica, contenenti anche dei dati aggiuntivi che a breve potranno essere disponibili relativi alla percorribilità di queste strade, ai limiti alla percorribilità, dei dati relativi alla loro natura e alla loro situazioni in questo momento di necessità di manutenzione.

Nel dettaglio, ci possono essere alcuni dati parziali per quel che riguarda le strade interpoderali (in questo caso strade che servono a collegare fra di loro i fondi agricoli); ci sono i dati relativi all'applicazione del piano di sviluppo rurale in corso del 2000-2006 che portano ad un ammontare complessivo di circa 73 km.: questo si desume da tutti gli interventi realizzati e oggetto di finanziamento, da parte dei consorzi di miglioramento fondiario, con alcuni piccoli tratti per quel che riguarda le singole aziende agricole. Qui si ha la situazione complessiva che riguarda sia le situazioni di fondo valle che la viabilità per gli alpeggi. Per quel che riguarda il settore della viabilità forestale, in questo caso la lunghezza delle strade prettamente a valenza forestale in base a un'indagine che è stata attualmente fatta, risulta di circa 300 km (sempre nell'ambito dei 2.222 km complessivi).

La seconda parte della interrogazione chiede: "se tale estensione è ritenuta sufficiente o se deve essere oggetto di ulteriore ampliamento"; qui le considerazioni da fare sono di vario genere. Innanzitutto, l'importanza delle strade interpoderali è quella che già da anni è stata verificata, cioè che dove non c'è una viabilità sufficiente c'è una maggiore tendenza all'abbandono e questo porta delle conseguenze legate alla non-presenza sul territorio, quindi ad eventuali problemi legati alla non-attività agricola che porta anche ad un degrado del territorio perché non ci sono cure colturali. Molto spesso ci sono ancora degli alpeggi la cui sopravvivenza è legata alla presenza di una viabilità inesistente, in questo caso sono sottoutilizzati perché dove non c'è viabilità, c'è la tendenza ad avere una monticazione di bestiame in asciutta e quindi non una conduzione ottimale. In ogni caso, se è ritenuta sufficiente o deve essere oggetto di ulteriore ampliamento, qui non si può dare una valutazione complessiva, ma bisogna valutare caso per caso, come viene fatto dagli uffici.

Rispetto agli anni '60, quando si realizzano delle piste che siano di vario genere, si ha comunque una modalità costruttiva che è ben diversa. Prima c'era l'obiettivo di arrivare al traguardo, nel senso di arrivare al più presto all'obiettivo di collegare delle situazioni non collegate con una minore attenzione alla realizzazione tecnica e agli accorgimenti tecnici per evitare di creare dei problemi di dissesto e dei problemi di squarci sul territorio. Ultimamente i progetti hanno un'attenzione particolare per cui la tipologia di realizzazione prevede adeguati inerbimenti, prevede la raccolta delle acque, prevede comunque una maggiore attenzione all'ambiente in cui ci si inserisce.

Infine ci sono delle valutazioni ultimamente anche su soluzioni alternative nelle situazioni in cui la realizzazione della strada potrebbe creare danni di questo genere. Evidentemente queste valutazioni devono essere razionali, tecniche, e non valutazioni emozionali dove purtroppo si rischia di avere un approccio di tipo troppo ideologico, magari andando ad influenzare chi non conosce a fondo le problematiche del territorio e le necessità dei luoghi in cui si va ad operare: questo, a volte, comporta della conduzione anche nella valutazione degli interventi.

Vorrei citare un paio di casi: ad esempio, negli alpeggi di Quart è stato realizzato un intervento a causa di problemi legati all'inserimento di una strada carrozzabile che avrebbe comportato, sia dal punto di vista ambientale, che dal punto di vista di dissesto idrogeologico, dei possibili danni, si è fatta una scelta alternativa che è quella di realizzare una monorotaia con una portata di 20 quintali, quindi una soluzione che in quel caso è stata valutata positivamente. Altra situazione sono i vigneti di Donnas: qui c'è una conformazione del territorio e una situazione particolare dove il fatto di andare a realizzare dei collegamenti ulteriori stradali può creare dei problemi, per cui si è fatta una scelta simile. È evidente che gli uffici sono attenti anche a queste soluzioni e in accordo con la tutela del paesaggio e gli altri uffici interessati dell'Amministrazione regionale queste soluzioni possono essere praticate, comunque la valutazione di ulteriori ampliamenti dovrà essere fatta caso per caso.

Purtroppo ci sono delle situazioni di comprensori non ancora collegati, dove il non collegamento dipende da una certa inerzia dei consorzi e da una certa difficoltà legata a problemi di sensibilità che si sono verificati, nel tempo, da parte di chi doveva portare avanti progetti. Questo fa sì che ci sia ancora da intervenire in certe situazioni, altrimenti avremmo il rischio, bloccando questi interventi, di creare delle situazioni in cui qualcuno che ha necessità di vivere ed operare in quelle situazioni, si troverebbe ad essere "cornuto e mazziato", perché magari non è stato il suo momento qualche anno fa e adesso non può più avere la possibilità di avere le pari opportunità rispetto al resto del territorio.

Un'ultima considerazione riguarda le strade forestali: qui non si può fare altro che fare una valutazione di carattere parametrico. Nella viabilità forestale si parla di "densità viabile" che è un dato che si ricava facendo un rapporto fra i metri di tracciato presenti sul territorio e gli ettari interessati a bosco. Questi dati sono dei dati che nel settore vengono rilevati e abbiamo, per fare un esempio, nella Provincia autonoma di Trento, una densità di strade pari a 27 metri/ettaro. Qui bisogna distinguere i casi in cui c'è una situazione di bosco che ha possibilità di essere utilizzato in maniera intensiva e bosco che invece deve avere solo necessità di mantenimento, quindi con necessità di accessi legati alle piste tagliafuoco e agli interventi culturali. In ogni caso la Provincia autonoma di Trento ha una densità di strade pari a 27 metri/ettaro, mentre in generale per le zone alpine i valori ottimali, calcolati dagli esperti del settore, di densità della viabilità forestale, possono variare fra 20 e 30 metri/ettaro. Per fare un raffronto, ancora nelle aree montane della regione Piemonte i valori calcolati a livello di zone ampie ossia comprensive di più comunità montane con dei valori medi, sono generalmente compresi fra 10 e 15 metri/ettaro.

Se vogliamo arrivare da noi, facendo un rapporto fra i 300 mila metri verificati di piste a valenza forestale e gli ettari interessati, facendo 300 mila metri diviso 86.500 ettari, abbiamo 3,46 metri/ettaro. Siamo comunque al di sotto di questi valori che troviamo da altre parti. Tenete conto della multifunzionalità che porta ad avere un valore più alto rispetto a questo.

Questo è quanto ho, al momento, come dati, spero che rispetto ai dati forniti precedentemente ci siano degli elementi in più. Ripeto, a breve avremo, con l'ulteriore verifica delle stazioni forestali, la possibilità di avere delle tabelle in cui avremo dei dati in più e al momento saremo in grado di fornirli.

Président - La parole au Conseiller Curtaz.

Curtaz (Arc-VA) - Ringrazio l'Assessore per l'ampia risposta alla nostra interrogazione e, trattandosi anche della prima risposta ad una iniziativa ispettiva da parte dei Consiglieri, ne approfitto per fargli gli auguri di buon lavoro.

Ho ascoltato con interesse i dati molto particolareggiati che l'Assessore ha fornito, che vanno a completare i dati acquisiti in uno scorso Consiglio attraverso un'interrogazione rivolta all'Assessore al territorio. Questi dati, fatte le debite compensazioni, perché già il chilometraggio delle piste forestali era emerso nella scorsa occasione, indicano un "réseau routier" della nostra regione di oltre 5000 km. A me sembra un dato inaudito. Sono molto stupito, perché per quanto sia molto critico nei confronti dell'ampiezza di questo "réseau", mi immaginavo cifre minori. La realtà, quindi, conferma la valutazione critica fatta rispetto a questo stato di cose.

Ritengo che la risposta dell'Assessore sia stata onesta, nel senso che conosco un poco le sue convinzioni su questo punto, quindi non è che mi aspettassi di più, anche se alcune osservazioni gliele voglio fare. Gli do atto che rispetto a quanto avveniva negli anni 60 e 70 un po' più di attenzione c'è a livello di tipologia di costruzione delle strade e di ricerca di soluzioni alternative. A nostro giudizio questa attenzione è ancora insufficiente: si potrebbe fare molto di più. Per fare una battuta, voglio consigliare, nella prossima stagione estiva, all'Assessore di prendersi una settimana di vacanza e di impiegarla ad andare a vedere come vengono risolti i problemi di viabilità nelle altre regioni alpine, soprattutto quelle che sono più sensibili a questo tipo di approccio, pensiamo al Sudtirolo, al Tirolo in Austria, a certi cantoni svizzeri. Secondo me, dal confronto abbiamo molto da imparare! Non sto parlando tanto della quantità, ma proprio della tipologia, ovvero su come vengono fatte le strade, con maggiore attenzione e non credo con maggiori costi, credo anzi l'opposto. Credo che le strade, così come vengono costruite in quelle zone, costino meno delle strade che vengono fatte in Valle d'Aosta, soprattutto costino meno dei manufatti che venivano fatti una volta, cioè quelle dei muraglioni e delle linee rette da un punto all'altro, quasi fossimo in Pianura Padana. Credo che da un confronto con l'esterno potremmo avere delle indicazioni interessanti.

Faccio poi una riflessione più generale. Parlavo prima con la collega Squarzino: sia io che l'Assessore proveniamo da un mondo agricolo, abbiamo degli antenati che facevano gli agricoltori, quindi ritengo che una certa cultura atavica di attenzione verso il tipo di "comodità" che è rappresentata dalla strada, ci derivi proprio dalla vita dei nostri antenati per i quali la strada era una risposta alle loro fatiche. Se mi sentisse mio nonno parlare contro le strade, si rivolterebbe nella tomba, perché per lui una strada significava minor fatica. Quella realtà però non c'è più! Oggi gli agricoltori non sono dei poveri sfruttati dalla terra o dalla società, sono una delle categorie che lavora moltissimo, ma che non sta male sotto alcun profilo, men che meno quello economico! Meno male, ciò è positivo, però cerchiamo anche delle soluzioni alternative perché credo che fra 20-30 anni chi valuterà la Valle d'Aosta di questi anni dirà che siamo stati dei pazzi, perché quando non ci sarà più un metro di territorio vergine, avremo fatto per la nostra regione un danno enorme!

Dobbiamo pensare anche alle future generazioni, che saranno certamente interessate dall'agricoltura, ma soprattutto perché l'agricoltura ha una funzione accessoria rispetto a quello che sarà il turismo, che dovrà essere il settore centrale per l'economia della nostra regione nei prossimi decenni.