Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 1858 del 21 febbraio 2001 - Resoconto

OGGETTO N. 1858/XI Assistenza erogata ai malati psichiatrici in Valle d'Aosta. (Interpellanza)

Interpellanza Appreso della costituzione in Valle d’Aosta della Diapsi, Associazione per la difesa degli ammalati psichiatrici, con particolare attenzione per i soggetti schizofrenici;

Preso atto dei dati e delle osservazioni formulate da detta associazione circa la non soddisfacente situazione di assistenza fornita nella nostra Regione alle persone colpite da malattie mentali;

Considerate, in particolare, le carenze strutturali del reparto di psichiatria e l’inadeguatezza delle risposte date sul territorio, nonostante ci siano, al riguardo, precise indicazioni nel Piano Socio-sanitario 1997/1999;

Ritenendo che le famiglie di detti pazienti non debbano sobbarcarsi da soli il peso dell’infermità dei loro congiunti, e che abbiano diritto ad essere aiutate nella cura dell’ammalato;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

l’assessore competente per sapere:

1) quanti sono i malati psichiatrici in Valle d’Aosta e quali servizi sono loro offerti sia in strutture ospedaliere sia sul territorio;

2) come valuta l’adeguatezza di tali servizi alle esigenze dei pazienti e delle loro famiglie;

3) se, e come, intende attivarsi per predisporre servizi adeguati e per accelerare la realizzazione di quelli già decisi nel Piano socio-sanitario.

F.to: Squarzino Secondina - Beneforti

PrésidentLa parole à la Conseillère Squarzino Secondina.

Squarzino (PVA-cU)Recentemente si è svolta la prima Conferenza nazionale per la salute mentale, nei giorni 10-11-12 gennaio, una conferenza nella quale il Ministro della sanità Veronesi ha fornito alcuni dati relativamente al mondo degli ammalati psichici, un mondo che vede coinvolti - cito testualmente -: "? oltre 10 milioni di pazienti nel nostro Paese?". Questa situazione tocca la metà delle famiglie con il corredo pietoso dei disagi, delle difficoltà di relazione, del vissuto vergognoso. È un dato di fatto che riguarda tutta la nostra realtà italiana.

Nel cercare di individuare i temi fondamentali su cui lavorare, ne ricordo alcuni e riprendo i primi tre elencati, cioè:

- lo stigma che ancora investe con un’ombra triste di distacco e di isolamento non solo il malato, ma tutta la sua famiglia;

- il peso sempre meno sopportabile per le famiglie, che costituisce il disagio sociale e umano più rilevante;

- la disarticolazione fra intervento medico e intervento socio-assistenziale, specialmente evidente nei malati gravi, nei malati destinati alla cronicità, nei malati anziani, nei malati soli, nei malati in difficoltà economica.

Il Ministro prende inoltre in esame altri temi che riguardano meno la nostra situazione regionale. Vorrei soffermarmi sui temi che descrivono come è vissuta dal paziente e dalle famiglie la situazione di un malato psichico; in questo contesto penso che possa essere inserita l’attività della neonata (qui in Valle d’Aosta) Associazione Diapsi che raggruppa i familiari di ammalati, soprattutto quelli schizofrenici.

Questa associazione, recentemente formatasi, ha lo scopo di rendere pubblica la voce delle famiglie dei pazienti, il peso che queste famiglie devono sopportare.

La Diapsi valdostana denuncia una serie di malesseri che ha registrato nella nostra Regione, malesseri dovuti - riprendo testualmente alcune delle espressioni usate -: "? alla carenza delle strutture di cura?", per esempio dicono che: "? Nel reparto di Psichiatria gli utenti che effettuano il ricovero in regime diurno non hanno a disposizione nemmeno un letto per coricarsi e le attività occupazionali sono carenti così che i pazienti trascorrono la maggior parte del loro tempo a fumare, bere il caffè, camminare avanti e indietro lungo il corridoio?", quindi è una denuncia abbastanza circostanziata.

Sottolineo il fatto che le strutture ospedaliere sono carenti come anche non è sufficiente l’assistenza domiciliare: pertanto i servizi istituiti presso il domicilio del paziente sono inadeguati per dare delle risposte ai bisogni del territorio.

Eppure, e questo lo aggiungo nella mia interpellanza rispetto a questa situazione, noi abbiamo un piano socio-sanitario che indica una serie di interventi che, se attuati, dovrebbero dare in parte una risposta a questi bisogni.

Ora nei confronti di questa situazione il nostro gruppo chiede all’Assessore una serie di informazioni per quanto riguarda il mondo dei malati psichiatrici in Valle d’Aosta: quali sono i servizi offerti nelle strutture ospedaliere nel territorio, che tipologia di servizi è offerta, per verificare se, rispetto alle esigenze di queste famiglie, ci sono delle carenze alla luce anche di quello che dice il nostro piano socio-sanitario.

Inoltre chiediamo all’Assessore se valuta questi servizi adeguati alle esigenze dei pazienti e delle loro famiglie. Credo che l’Assessore abbia avuto modo di incontrare questa associazione o avrà avuto modo di leggere i documenti che anche noi abbiamo letto.

Ho visto fra l’altro che è stata attivata una serie di iniziative a livello informativo: per far questo c’è stato sicuramente un colloquio, forse non personalmente con l’Assessore ma con la struttura dell’Assessorato. L’Assessore avrà percepito, direttamente o attraverso le sue strutture, quali sono i bisogni e quali le richieste più puntuali. Rispetto a tutto questo chiediamo quali sono politicamente le intenzioni, nel realizzare sia gli interventi già decisi nel piano socio-sanitario fin dal 1997, sia eventualmente ulteriori servizi che sono resi necessari dall’evolversi della situazione.

PrésidentLa parole à l’Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Vicquéry.

Vicquéry (UV)Concordo in parte con la premessa della Consigliera Squarzino, concordo in pieno con le affermazioni del Ministro Veronesi; in effetti la problematica della salute mentale anche a livello regionale costituisce una priorità assoluta nelle politiche sanitarie della Regione e su questo tema ci stiamo impegnando in questi mesi in modo particolare.

Con riferimento alle premesse dell'esposizione della collega Squarzino, ella dice che questi interventi erano già previsti nel piano socio-sanitario, vorrei solo a titolo di precisazione citare il punto 6.2.2. del piano stesso, dove con riferimento alle strutture che venivano previste nel piano si dice testualmente: "? Ovviamente la realizzazione di un simile progetto per la complessità degli interventi e per l'eterogeneità dei soggetti coinvolti necessita di un periodo che va ben oltre il triennio di validità del piano. Si prevede infatti un periodo per la messa a regime di circa 6 anni in cui si cercherà di imprimere una svolta decisiva al processo di adeguamento della politica sanitaria alle nuove esigenze psichiatriche?".

Il piano socio-sanitario si poneva già questo termine ultimo, che è l’aprile 2003, per la realizzazione degli interventi previsti. Ci riusciremo? Lo spero, ci sono delle buone prospettive, che citerò dopo, rispetto alla parte strutturale degli interventi. Ci sono delle difficoltà obiettive legate alla formazione del personale socio-sanitario e "in primis" delle infermiere professionali perché se oggi avessimo già pronta la RSA di Antey, che non riguarda comunque le strutture psichiatriche, non avremmo il personale formato per una serie di motivi che riguardano il blocco del profilo professionale dell’operatore socio-sanitario e quant’altro.

Questo per dire che stiamo vivendo una situazione difficile, che è in fase di superamento, che ci ha portato non dico a rallentare gli interventi, ma a programmarli in modo tale da far coincidere la realizzazione delle strutture con la formazione e la preparazione del personale.

Ma voglio rispondere puntualmente alle domande che sono state poste e inizio con la seconda parte della prima domanda: quali servizi sono offerti in strutture ospedaliere e sul territorio.

Ebbene in seno al Dipartimento di salute mentale dell’USL della Valle d’Aosta, che opera con continuità fin dal 1994, si sta lavorando tra le altre cose al fine di completare la mappa dei servizi e delle strutture psichiatriche cui fare riferimento e di cui curare l’istituzione anche alla luce di un impegno che l’Amministrazione regionale ha in corso. L’Assessorato partecipa infatti al Progetto nazionale "Progress" voluto a livello ministeriale e volto ad individuare la tipologia delle strutture più rispondenti alle esigenze attuali.

Nello specifico gli obiettivi che "Progress" si propone sono i seguenti:

- realizzare un censimento e una classificazione di tutte le strutture residenziali sia pubbliche che private presenti sul territorio nazionale;

- valutare in maniera approfondita un campione pari al 20 percento delle strutture residenziali censite studiando anche i costi diretti di queste strutture e i pazienti che vi sono ospitati;

- promuovere la formazione degli operatori alla valutazione e alla definizione di obiettivi riabilitativi individualizzati.

Come punto di raccordo dei servizi si pone il presidio psichiatrico territoriale, quello che viene definito centro di salute mentale che svolge i suoi interventi attraverso varie modalità, ad esempio gli interventi ambulatoriali in fase di approccio iniziale con il paziente sono costituiti da consulenze e colloqui con la persona che presenta il disagio ed eventualmente con i suoi familiari per poter individuare la natura del problema e il tipo di trattamento da adottare.

Nel caso di persone che hanno difficoltà o impossibilità di recarsi personalmente presso le strutture competenti può essere effettuato anche un intervento esterno o di tipo domiciliare o condotto in altri tipi di servizi territoriali, dove temporaneamente il paziente è residente. Mi riferisco essenzialmente ai centri poliambulatoriali.

Il Centro di salute mentale del Dipartimento di salute mentale della Valle d’Aosta è attivo presso il reparto di diagnosi e cura, svolge attività di presa in carico del paziente e, laddove è necessario, del nucleo familiare o della coppia da parte di un'équipe multiprofessionale con programmi terapeutici personalizzati comprendenti interventi di tipo psichiatrico e/o psicologico e/o sociale.

Relativamente al ricovero, esso come è noto può essere effettuato nel Servizio psichiatrico di diagnosi e cura con disponibilità di 15 posti letto, numero di posti letto che è in linea con le indicazioni ministeriali che danno come tetto massimo di posti 15 per i reparti di ricovero. Tale servizio ha come tipologia di utenza malati in fase acuta, ricoverati sotto forma di trattamento sanitario volontario (TSV) o obbligatorio (TSO).

Preciso che proprio in questa settimana dovrebbe svolgersi la prima parte del trasloco riferita al primo stralcio di lavori, che sta per essere concluso, per la ristrutturazione del reparto e questo sicuramente permetterà di offrire una struttura un po' più confacente alle esigenze dei malati psichiatrici. Mancano ancora alcuni aspetti, gli arredi che non sono arrivati, ma sono le questioni procedurali che ci troviamo a risolvere di volta in volta, ma i lavori dal punto di vista edilizio sono terminati la settimana scorsa.

Altre strutture che permettono di attuare interventi impegnativi e multidisciplinari sono quelle intermedie che, in base al tipo di accoglienza e di trattamento del paziente, si suddividono in semiresidenziali e/o residenziali. Attualmente è attivo in Regione presso la sede dell’ex Maternità il day hospital con 8 posti letto.

È attiva poi una struttura protetta residenziale terapeutico-riabilitativa a Pont Suaz e a Charvensod, la quale svolge attività sanitaria assistenziale finalizzata alla riabilitazione e risocializzazione di pazienti affetti da patologia psichiatrica che necessitano di interventi a medio, lungo termine mediante attività psicoriabilitative.

La struttura è in funzione dal 1995 e nel 1999 l’Amministrazione regionale ha trasferito la competenza gestionale all’azienda USL e ospita utenti con psicosi o gravi disturbi della personalità non cronicizzati di età compresa fra i 18 e i 45 anni di entrambi i sessi in numero massimo di 8 soggetti adulti.

Ad Aosta è stata poi istituita inoltre una casa famiglia occupata attualmente da due utenti di sesso femminile con sufficiente grado di autonomia a cui viene assicurato il supporto domiciliare. Gli utenti sono seguiti secondo la modalità integrata dal servizio sociale o dal Centro di salute mentale.

Passo poi a rispondere alla terza domanda che chiede: "se, e come, intende attivarsi per predisporre servizi adeguati e per accelerare la realizzazione di quelli già decisi nel Piano socio-sanitario". Concretamente in Valle d’Aosta sono stati comunque attivati i servizi sopradescritti e, per quanto concerne il completamento e l’ulteriore sviluppo del sistema dei servizi, sono state previste nell’ambito della bozza del nuovo piano socio-sanitario regionale le seguenti tipologie:

- strutture semiresidenziali;

- attivazione di due centri diurni: uno dislocato ad Aosta presso l’ex Maternità e l’altro presso il Poliambulatorio di Donnas.

Rispetto all’ex Maternità l’iter allo stato dell’arte è il seguente: in data 8 febbraio 1999 è stato approvato dalla Giunta regionale il progetto preliminare di riassetto generale dell’ex Maternità nell’ambito dell’area megalitica del Parco archeologico di Saint-Martin de Corléans.

In data 21 agosto 2000 la Giunta regionale ha approvato l’avvio del procedimento per il raggiungimento dell'intesa, ai sensi dell’articolo 29 della legge regionale n. 11/1998, fra Regione e Comune di Aosta per la realizzazione dei lavori di riassetto generale, è stato nominato il responsabile del procedimento e solo ultimamente in data 14 novembre 2000 il Comune di Aosta ha approvato l’ampliamento e la ristrutturazione dell’ex Maternità per il raggiungimento dell'intesa. Si sta formalizzando concretamente il raggiungimento dell'intesa e proprio domani mattina c’è un incontro con il Comune di Aosta in proposito.

Questo ci permetterà di attuare i provvedimenti a stralcio che vogliamo attuare nella ristrutturazione dell’ex Maternità perché l’importo complessivo supera i 20 miliardi, ma vorremmo procedere con lotti separati intervenendo come priorità anche per l'istituzione del Centro diurno di salute mentale.

Per quanto riguarda il Poliambulatorio di Donnas, laddove è previsto anche un centro diurno oltre che un centro di riabilitazione, i lavori per un importo di 8,420 miliardi sono stati approvati con delibera di Giunta n. 4.305/1998 ed è in corso l’aggiudicazione definitiva; si prevede che possano cominciare nella primavera del corrente anno per tutto il blocco dell’ampliamento del Poliambulatorio di Donnas.

Prossimamente - spero entro la fine del 2001 - sarà attivata una RSA psichiatrica a Verrès con modulo di dieci posti, nell’adiacenza della microcomunità recentemente ristrutturata. Si sta verificando inoltre la possibilità di riconversione in RSA psichiatrica della microcomunità di La Thuile che ospita prevalentemente soggetti anziani con patologia psichiatrica.

Si prevede poi l’attivazione di un'ulteriore struttura protetta residenziale terapeutico-riabilitativa avente le stesse caratteristiche della struttura attualmente operante a Pont Suaz e a Charvensod. A tal proposito sono già state avviate le procedure e i contatti con il Comune di Morgex, che ha dato il suo assenso, per ottenere in comodato d’uso una struttura di proprietà del comune in località Liarey.

Rispondo poi alla prima parte della prima domanda: "quanti sono i malati psichiatrici in Valle d’Aosta?". I dati regionali riferiti al 1999 sono i seguenti: presso il reparto per acuti sono stati effettuati 313 ricoveri e nel numero sono inclusi ricoveri ripetuti, cioè più ricoveri relativi alle stesse persone con un numero di giornate di degenza complessiva di 4.005, con una presenza media di 12,85 al giorno rispetto ai 15 posti letto disponibili e un'utilizzazione di posti letto pari appunto al 73,94 percento.

Gli utenti del Day Hospital sono stati 156 pari a 2.486 giornate di degenza; gli utenti psichiatrici valdostani ospitati in strutture extraregionali sono stati 38 di cui per un numero di 15 persone vi è un doppio intervento di tipo economico.

Preciso che la quota sanitaria viene erogata dall’azienda USL a costi sostenuti, si superano spesso le 300.000 lire al giorno; la quota assistenziale viene invece conteggiata a valere sui fondi della legge regionale n. 22/1993, la legge che riguarda gli interventi alternativi alle istituzionalizzazioni, pertanto per 15 di questi utenti interveniamo sia con il settore sanitario, in questo caso paga la retta l’USL, sia con il settore sociale, in questo caso aiuta per pagare la quota non sanitaria l’Amministrazione regionale.

La legge regionale n. 22 è attuabile anche per i soggetti che non sono ospitati in strutture residenziali, che vivono nei nuclei familiari, alla stessa stregua degli anziani e dei disabili.

Tra visite ambulatoriali, colloqui, psicoterapie, consulenze, fototerapia, test psicodiagnostici, prelievi, alcolometrie, il servizio ha effettuato complessivamente 10.022 interventi di cui 7.186 ad Aosta, 2.836 sul territorio.

Devo dire che le prestazioni sul territorio sono aumentate enormemente nell’ultimo biennio e questo a dimostrazione che il Dipartimento di salute mentale nella sua complessità sta cominciando a funzionare perché il dipartimento deve andare sul territorio, deve curare i soggetti a casa loro possibilmente. Le prestazioni fornite alla Comunità di Pont Suaz sono state 816, i contatti ambulatoriali sono stati 1.568, un’attività corposa come si vede.

Rispondo alla seconda domanda: "come valuta l’adeguatezza di tali servizi?". Ci sarebbero molte considerazioni da fare in ordine all'adeguatezza o inadeguatezza dei servizi di salute mentale assicurati alla comunità valdostana. Innanzitutto le prestazioni all’interno dei servizi hanno bisogno di professionalità sempre più specifiche, faccio riferimento al problema dell’anoressia per la quale si sta lavorando per aprire un ambulatorio specifico, ma è una competenza pluriprofessionale che riguarda lo psichiatra, il dietologo, altre figure professionali, psicologo e quant’altro, ma che tradizionalmente era ed è in carico alla Psichiatria, ma ci vuole sempre più professionalità e bisogna fare i conti con la necessità di assicurare una continua formazione degli operatori, magari con l'individuazione di nuove professionalità da coinvolgere.

Questo è uno dei problemi specifici della salute mentale: la professionalità dei medici, la professionalità degli operatori tant’è che si sta parlando di reinserire nei corsi post-universitari per infermieri le figure specializzate di infermieri psichiatrici, infermieri geriatrici, infermieri pediatrici proprio perché non si può continuare a lavorare su una logica di onniscienza supposta. Credo a titolo personale che ci si trovi in un momento particolare positivo.

Siamo occupati nell’intento di prevedere nel nuovo piano socio-sanitario regionale gli interventi indispensabili a breve termine, intendendo il triennio. Sappiamo che l’analisi della situazione oggi è più facile grazie al coinvolgimento dell’Associazione dei familiari che non solo sollecitano, ed è un loro diritto sollecitare, ma collaborano nel determinare attraverso la sinergia pubblico-privato un miglioramento continuo, un adeguamento progressivo dei servizi, una risposta adeguata e al passo con i tempi.

Con ciò potremo superare la solitudine delle famiglie che non possono più sopportare da sole il peso delle situazioni gravi e delicate, ma supereremo anche la solitudine delle istituzioni chiamate finora a rispondere ai problemi e criticate giustamente quando non forniscono risposte adeguate, ma erroneamente non considerate come strumento di azione organizzata e strutturata dai cittadini stessi.

Sono conclusioni che possono risultare un po' amare, ma sono conclusioni che ci fanno ben sperare perché i soggetti ospitati fuori Valle sono 38, escludendo i cronici che sono ormai residenti in strutture.

L’intenzione è di farne rientrare subito 10 nella struttura di Verrès entro fine anno, personale permettendo, dopodiché di attivare con spese relativamente basse la ristrutturazione delle strutture che ho citato per poter dare una risposta più puntuale ai nuovi casi. Sicuramente sarà fondamentale la struttura riabilitativa che verrà realizzata nell’ex Maternità per la quale i tempi sono più lunghi, ma è una struttura che ci permetterà di far rientrare in Valle d’Aosta tutti i soggetti che attualmente sono ospitati in strutture similari, soprattutto nel Piemonte.

Devo dire che dal punto di vista puramente dei costi questo non significherà un risparmio. Di certo ci sarà un aumento di spesa o comunque una tenuta sotto questo aspetto; di certo si potrà permettere ai familiari e ai parenti di essere vicini ai loro cari, cosa che oggi difficilmente avviene essendo ospitati fuori Valle anche se per periodi generalmente limitati che vanno dai due mesi agli otto, dieci mesi.

Questo è un impegno che ci prendiamo. Siamo consci della difficoltà gestionale in un settore così delicato, ma siamo anche speranzosi perché ho potuto testare personalmente ultimamente che c’è una grossa voglia di fare all’interno di questo settore, non solo a livello medico, ma soprattutto di personale paramedico, psicologi e via dicendo.

Per cui la risposta all'interpellanza è questa: i servizi non sono ancora adeguati, ma rispetto a tre, quattro anni fa sono stati fatti grossi miglioramenti che dovranno proseguire nel prossimo triennio.

PrésidentLa parole à la Conseillère Squarzino Secondina.

Squarzino (PVA-cU)Vorrei partire direttamente dai punti del piano socio-sanitario 1997-1999. È vero quello che diceva l’Assessore che tutto il punto 6.2.2. si conclude con l’affermazione che si prevede un periodo per la messa a regime di circa sei anni.

Faccio presente che questo piano risale all’aprile del 1997, ad oggi sono passati quattro anni. È vero che per la maggioranza avere tanti numeri è sempre vissuto come essere in pochi rispetto all'opposizione, però qui non può dire?

(interruzione dell’Assessore Vicquéry, fuori microfono)

? aprile 1997, aprile 1998, aprile 1999, aprile 2000, aprile 2001, quattro anni sono e rispetto a sei ne mancano due, non può dirmi che questa è la metà, Assessore!

Dicevo: dovrebbe essere stati attuati almeno i quattro sesti del piano. Rispetto ai punti indicati mi sembra che siamo ancora molto lontani.

È chiaro che c’è un servizio psichiatrico per gli interventi urgenti e questo c’è sempre stato; un Day Hospital di 8 posti letto già allora, questo è realizzato; ma, quando si parla di centro diurno destinato a trattamenti ambulatoriali, psichiatrici e psicologici, quello che lei ha cercato di spiegare illustrandone la filosofia, qui si dice ancora: "? Nel centro diurno sono prevalenti le attività di atelier e di supporto infermieristico?". Ora la descrizione della realtà fatta dall'Associazione Diapsi ci dice che questo centro diurno, in cui dovrebbero esserci attività di atelier e di supporto infermieristico, in realtà, pur essendo attuato, non realizza assolutamente il suo obiettivo.

Poi, sempre nel piano, si parla di una struttura di riabilitazione hospice destinata al ricovero prolungato dei pazienti con circa 20 posti letto. Lei dice: "Sì, riusciremo in questo anno a?", ma questo non c’è e neanche ci sarà nel prossimo piano, questo è stato addirittura cancellato.

Si parla di RSA destinate ad anziani da prevedersi presso l’ex Maternità; adesso, se ho capito bene, le si prevedono sul territorio. Spero che queste RSA sul territorio inizino, ma se guardiamo alla storia della RSA di Antey, sono almeno dieci anni che sono stati avviati questi lavori?

(interruzione dell’Assessore Vicquéry, fuori microfono)

? da quando? Che va all’appalto, ma da quanto tempo si parla di questo, Assessore? Agli inizi della legislatura del 1993 già di questo si parlava come di un vecchio progetto. Vede, Assessore, che si contraddice?

La struttura di Antey, con una storia di più di dieci anni, non è ancora attivata; le RSA sono anni che devono essere avviate e lei continua a dire che si faranno, si vedrà, si discuterà, ma per adesso non ci sono.

Si parla di comunità protette suddivise sul territorio; ce n'è una soltanto ed è quella già operante nel 1997, le altre due o tre che si vogliono costituire erano sulla carta allora e saranno sulla carta ancora nel prossimo piano socio-sanitario, nel senso che sono indicazioni di volontà politica che si rimandano nel tempo. Quando c’è la volontà politica di realizzare qualcosa?, ho visto questa Giunta e lei, Assessore, in prima persona prendere in mano un problema e portarlo avanti. Se questo problema non va avanti, è perché non c’è da parte sua una volontà politica attiva. Lei la dichiara, ma questa volontà politica non è seguita da azioni concrete di realizzazione dei progetti.

E anche quella assistenza infermieristica che c’è a casa, sul territorio, gli stessi membri dell’Associazione Diapsi sottolineano che è ancora molto carente?

(interruzione dell’Assessore Vicquéry, fuori microfono)

? Assessore, per piacere, poi mi risponderà, se vuole, chiedendo che per motivi personali deve rispondermi, lo farà anche lei. Ancora oggi rispetto a quanto dicono i familiari, manca l’assistenza infermieristica. Nella zona di Aosta ci sono tre infermieri che vanno a distribuire le medicine nelle case, lei pensa con tre infermieri di dare una risposta a questi bisogni?

L’Associazione Diapsi fra l’altro non si occupa degli ammalati psichici in generale, con tutto l’elenco di quelli che lei ha fatto, ma si occupa in particolare degli schizofrenici; le osservazioni che lei ha fatto riguardano anche altri ammalati. Questi ammalati in particolare sono un migliaio almeno in Valle d’Aosta, a detta dell'associazione. A me sembra, anche dai dati che lei ha fornito, che manchi una conoscenza dell’ampiezza del fenomeno; lei ha detto, che grazie a questa associazione, adesso possiamo procedere all’analisi dei bisogni?

(interruzione dell’Assessore Vicquéry, fuori microfono)

? sì, lei ha detto proprio queste cose. Ha sottolineato con soddisfazione la nascita di questa associazione dicendo che in questo modo possiamo essere aiutati nell’analisi dei bisogni. Ma io mi chiedo in base a quali dati allora è stato predisposto il piano socio-sanitario, anche il nuovo, se manca questa analisi dei bisogni? L’osservatorio, che doveva raccogliere tutti questi elementi, li ha o non li ha?

Qui, come al solito, dobbiamo aspettare che sia la società civile ad attivarsi per far emergere un bisogno e dire: "Noi ci siamo, siamo qui e vogliamo dare una mano, vogliamo fare qualcosa". Ben venga l’istituzione che accoglie, ma mi sembra che su un settore di così grande disagio non avere dei dati sia abbastanza negativo.

Assessore, lei ha concluso il suo intervento dicendo che i servizi non sono ancora adeguati, e non poteva negarlo perché è sotto gli occhi di tutti che ci sono dei miglioramenti e che lei vuole ancora migliorare. La pregherei pertanto, nell’individuare gli interventi, a meno che il piano socio-sanitario non sia già bloccato, di mettere l’accento non solo sull'integrazione tra ospedale e territorio e tra sanità e assistenza, ma anche tra il settore socio-sanitario e il settore lavorativo.

Lei sa bene che un lavoro vero, dignitoso, retribuito è il più potente fattore di guarigione. Se lei continua ad affrontare i problemi di questa area di disagio per conto proprio e non in collegamento, in un'ottica di integrazione, credo che questo non possa essere risolto.

Le chiedo ancora di domandarsi se la struttura del Pont Suaz dove vivono otto persone in un alloggio non sia da rivedere. È possibile che in una regione così ricca di verde non sia possibile trovare una casa con un pezzo di giardino, un po' di terra?

(interruzione dell’Assessore Vicquéry, fuori microfono)

? Come non interessa? Otto persone che stanno in un alloggio?, a me sembra che questo sia da rivedere come è da rivedere l’idea che a Dialley, la zona delle frane, si vada a costruire una microcomunità, se ho capito bene?

(interruzione dell’Assessore Vicquéry, fuori microfono)

? allora lei ha detto così.