Oggetto del Consiglio n. 1062 del 16 dicembre 1999 - Resoconto
OGGETTO N. 1062/XI Disegno di legge: "Norme per la razionalizzazione dell'organizzazione del servizio socio-sanitario regionale e per il miglioramento della qualità e dell'appropriatezza delle prestazioni sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali prodotte ed erogate nella Regione".
Président Nous sommes en discussion générale au sujet du projet de loi n° 56.
La parole à la Conseillère Charles Teresa.
Charles (UV)Je commencerai par illustrer tout d'abord l'amendement que j'ai présenté ce matin.
Les collègues pourront trouver dans le dossier des lois, c'est-à-dire la loi présentée par le Gouvernement régional et la loi licenciée par la IIème Commission, en annexe l'amendement n° 1. Cet amendement a reçu l'unanimité à la Vème Commission et il dit à propos de l'alinéa 3 de l'article 4: "3. La relazione annuale sanitaria e sociale è approvata dal Consiglio regionale e pubblicata sul Bollettino ufficiale della Regione.".
Cet amendement répond à l'attente, mille fois répétée, et jamais reniée surtout, de la centralité du Conseil, qui pourra donc, si cet amendement est accepté, discuter et donner son avis sur le rapport sanitaire annuel rédigé par les responsables.
Pendant la séance de lundi passé, une séance plutôt orageuse, on était un peu pressé et avec un peu de hâte on a simplement remplacé le mot "Conseil" au mot "Junte". Je proposerais donc maintenant un amendement aussi qui a été fait surtout avec l'aide des bureaux législatifs. Cet amendement ne dénature en rien la substance du premier amendement, donc l'amendement que je propose dit: "3. La relazione annuale sanitaria e sociale, presentata dalla Giunta regionale, è approvata dal Consiglio regionale e pubblicata sul Bollettino ufficiale della Regione.".
Voilà, c'est ce que je propose à l'attention des collègues.
PrésidentLa parole au Conseiller Beneforti.
Beneforti (PVA-cU) Per consentire un miglioramento della qualità delle prestazioni socio-sanitarie erogate nella nostra regione, la Giunta ha presentato il provvedimento in discussione, tendente almeno a questo scopo, ovvero migliorare la situazione socio-sanitaria nella regione. Così facendo, ha imboccato la strada di adeguare l'attuale normativa regionale in materia socio-sanitaria ai cambiamenti che sono stati approvati a livello nazionale, tendenti a procedere ad una razionalizzazione dell'organizzazione del servizio socio-sanitario nella regione, tendenti a completare di conseguenza il processo di regionalizzazione e di aziendalizzazione, che necessita di strutture efficienti e di competenze chiare, per ottenere i livelli di servizio uniformi e adeguati su tutto il territorio. Inoltre, intende affrontare l'integrazione coordinata che deve sussistere fra i servizi sanitari ed i servizi socio-assistenziali. Intende affrontare la valorizzazione anche del personale del Servizio sanitario nazionale, cioè dell'USL, intende affrontare la scelta dell'esclusività del rapporto di lavoro della dirigenza sanitaria. Infine anche la ridefinizione dei requisiti che deve avere il Direttore generale. Tutto ciò alla luce del decreto n. 229, "decreto Bindi".
Io credo però che questo adeguamento debba essere preso anche alla luce delle due risoluzioni approvate a maggioranza nella seduta del Consiglio regionale del 7 ottobre, perché in quelle risoluzioni erano indicati i problemi e come s'intendeva risolverli. Penso che questa sia la strada oggi per mettere in pratica anche i contenuti di quelle risoluzioni che erano state approvate dal Consiglio regionale.
Ma il disegno di legge n. 56 oggi in discussione, e questa è una domanda che mi pongo, contiene tutti i presupposti per applicare il "decreto Bindi"? È idoneo a dare le risposte alle richieste contenute nelle due risoluzioni approvate da questo Consiglio? A questa domanda dev'essere data una risposta, se vogliamo che il provvedimento sottoposto alla nostra approvazione abbia la giusta considerazione, e soprattutto se vogliamo essere credibili di fronte agli assistiti e alla comunità valdostana. Sulla sanità e sull'assistenza socio-sanitaria non si può più ingannare nessuno, perché poi - com'è accaduto - i nodi vengono tutti al pettine!
La strada di questa legge era ed è quella da seguire? Lo è certamente per noi, perché è seria e concreta; siamo una delle prime regioni che dà applicazione alla riforma ter della sanità. Questo dimostra anche, se si va fino in fondo, che si è compreso anche che era tempo di cambiare, ma di cambiare sul serio, anche se molta strada ancora resta da fare se si vogliono affrontare tutti i problemi che ci stanno di fronte. Ma ritengo che la strada seguita tolga l'Assessorato, il Consiglio, la Giunta anche dal ridicolo in cui l'avrebbe fatta precipitare la dirigenza dell'USL con i suoi comunicati periodici, la conferenza stampa settimanale e non ultimo con il giornale di cui abbiamo ricevuto la prima copia ieri.
Pensare di controbattere le accuse d'inefficienza a cui la politica sanitaria è stata sottoposta non solo da noi, ma dall'intera comunità valdostana con certi mezzi d'informazione compiacenti, cercando così di controbattere le accuse, di giustificare i problemi esistenti senza affrontarli e risolverli, non solo è vergognoso, ma dimostra ancora di più i limiti dell'attuale dirigenza dell'USL e di quanti la sostengono ancora.
Cari colleghi, se gli obiettivi da raggiungere sono quelli che ho indicato, questa legge potrebbe rappresentare un evento significativo per la Valle d'Aosta. Innanzitutto perché ci offre l'occasione di confrontarsi su come meglio garantire e tutelare la salute dei Valdostani, nonché di quanti sono qui di passaggio o turisti che hanno bisogno di cure presso i nostri centri ospedalieri. Inoltre, dopo il confronto aspro che c'è stato per la crisi in cui il settore si trova, questa legge può essere intesa come una nostra, anche se piccola, "riforma" del sistema sanitario valdostano.
Ma se così è, dobbiamo domandarci se con l'articolato in discussione si realizzano certi obiettivi, che sono ormai indispensabili, visto l'orientamento nazionale.
Io me lo sono domandato e ritengo che non se ne possa fare a meno, dato che sono alla base e anche a monte di ogni discorso di cambiamento della sanità.
Infatti, non si può non domandarsi se alla base di quanto andiamo ad approvare, in virtù della legge n. 229, il cosiddetto "decreto Bindi", si recupera nella sanità il concetto di alcuni valori e soprattutto quello di essere un soggetto fondamentale. Se si pone al centro del nostro sistema sanitario regionale il malato, la persona, il cittadino, se diamo un sistema sanitario che è vicino al malato, che vuole avere cura del cittadino come persona, che vuole curarlo come tale, rispettandone la dignità e non solo erogando prestazioni, se diamo un sistema sanitario che attua l'articolo 32 della Costituzione, che garantisce a tutti i cittadini prestazioni uniformi, gratuite e appropriate, e fra l'altro accetta la concorrenza sulla qualità e sull'efficienza delle prestazioni; se diamo un sistema sanitario con il quale il cittadino-paziente diventa cittadino-esigente, un sistema che raccoglie la sfida che i diritti del malato non si trasformino mai in diritti di carta disattesi e dimenticati; se diamo un sistema sanitario che, come ha ricordato il Cardinale Martini alla Conferenza nazionale, vuol vedere attuati insieme e contemporaneamente il principio di solidarietà, di sussidiarietà e di responsabilità, diamo noi, Assessore, delle risposte positive a queste domande? C'è la volontà politica di andare avanti, di andare fino in fondo per risolvere i problemi che ci stanno di fronte? Me la sono sempre posta questa domanda e ho sempre cercato di lavorare in questo senso, anche quando ho affrontato il dibattito in questa sede. E me la sono posta anche questa domanda quando ho letto i verbali delle audizioni avvenute in II e in IV Commissione, quando ho riscontrato che da parte delle organizzazioni sindacali mediche, che sono numerosissime, si è guardato più a tutelare interessi corporativi di categoria che quelli più generali. Tutti schierati in difesa del proprio orticello, qualcuno addirittura - almeno ho letto fra le righe - ha anteposto gli interessi del medico a quelli del malato, viste anche le critiche che hanno formulato alla legge n. 229, ritenuta "centralista, dirigista e statalista", senza alcun rispetto verso il Parlamento, il Consiglio dei ministri, la Conferenza Stato-Regioni che l'ha approvata, gli assessori nazionali alla sanità che l'hanno approvata, le organizzazioni sindacali confederali e la maggioranza delle organizzazioni sindacali mediche che hanno dato il loro consenso.
Certo, quando si toccano certi interessi si può reagire, è comprensibile. Ciò che è triste è che a reagire sono coloro che, se mantengono gli incarichi ricoperti, devono poi fare applicare questa nuova legge. Inoltre dimostra a chi è in mano la sanità in Valle d'Aosta oggi e ai quali forse resta in mano domani.
Quando noi predicavamo e predichiamo che il vertice dell'USL doveva e dev'essere cambiato, avevamo ragione! Quel vertice non si rende conto che il decreto n. 229 è una riforma per i cittadini, e non per mantenere certi privilegi; è per potenziare la sanità pubblica. Infatti cosa prevede il "229"? Introduce un sistema di formazione permanente sulla base di criteri oggettivamente verificabili, relativi alla competenza professionale, e questo tutela tutti gli operatori della sanità. Istituisce il livello unico della dirigenza sanitaria, che prevede la verifica periodica dei risultati raggiunti come condizione per la conferma di responsabilità dirigenziali. I primari rimangono al loro posto, se sono all'altezza delle loro capacità e se si aggiornano; nessuno li manda via dopo 5 anni. Però dobbiamo avere dei primari che rendono dei servizi come devono essere resi nei confronti dell'ammalato. Garantisce la partecipazione dei medici al Governo dell'azienda sanitaria. Regola anche il rapporto esclusivo con il servizio del territorio per tutti i medici che svolgono funzioni dirigenziali, e qui certamente i medici devono fare la scelta fra pubblico e privato, non può continuare ad esserci il medico mezzo pubblico e mezzo privato, così come è stato fino ad oggi, perché anche questo è stato un problema che ha creato la situazione di crisi nella sanità. Con il decreto n. 229 le regioni hanno la piena responsabilità di gestire e di organizzare i servizi di prevenzione, di cura e di riabilitazione. Le regioni mantengono la loro autonomia, nessuno gliela toglie come invece qualcuno ha detto; esse partecipano fra l'altro anche alla realizzazione del piano sanitario nazionale.
E poi un fatto importante è che i comuni diventano elementi determinanti nella programmazione sanitaria, nell'integrazione socio-sanitaria e nella valutazione del raggiungimento degli obiettivi di salute definiti dalle USL; le autonomie locali hanno il controllo sulla politica sanitaria e socio-sanitaria in Valle.
Non voglio essere prolisso, e scusatemi se lo sarò, e scusatemi anche se metto tanta enfasi a volte quando parlo di sanità, ma vi devo confessare che sento il problema. Sento che tutti noi dobbiamo agire, perché ora basta sentir parlare del fallimento del sistema sanitario pubblico e della contrapposizione pubblico-privato. Sento che se ci diamo da fare, possiamo realizzare anche in Valle una sanità all'altezza del terzo millennio.
Ci sono delle priorità da affrontare, è vero, e non sono indifferenti! Dobbiamo promuovere comportamenti e stili di vita diversi per la salute, le lobby devono sparire, dobbiamo contrastare le principali patologie, dobbiamo migliorare il contesto ambientale, dobbiamo rafforzare la tutela dei soggetti più deboli, infine dobbiamo contribuire anche come regioni, perché questo è il nostro compito e il nostro ruolo, a portare la sanità in Europa. In tal senso, un ruolo importante possono svolgerlo proprio le regioni.
Ma per raggiungere questi obiettivi, la legge che andiamo ad approvare deve avere contenuti chiari e trasparenti. Non può essere una legge che salva le apparenze e lascia le cose poi come stanno.
Anche gli operatori della sanità devono comprendere che la "229" c'è e che va applicata; non possono più stare sulla difensiva per mantenere certi privilegi, perché sono anche i privilegi che hanno portato al degrado della sanità in Valle.
I comuni, dicevo, dovranno assumere il ruolo che gli compete, devono essere gli organi di controllo della politica sanitaria a tutela della salute e della vecchiaia; il consiglio permanente che sarà previsto deve svolgere il ruolo che gli sarà assegnato perché mi rendo conto che non è facile per tutti i comuni arrivare a controllare, programmare e giudicare, però è importante mettere le autonomie locali in condizione di portare avanti il ruolo che la "229" gli sta assegnando e che è un ruolo determinante.
I medici della sanità pubblica devono scegliere: o stare nell'USL o stare con il privato; l'esclusività del rapporto di lavoro è divenuta ormai un'esigenza non più rinviabile, anche se dobbiamo comprendere che la professione intramuraria dev'essere favorita e sostenuta anche economicamente, fornendo gli spazi perché si possa svolgere. Comunque, l'utente che paga il ticket deve avere la stessa considerazione di chi può permettersi la prestazione privatistica all'interno dell'ospedale.
L'organizzazione del lavoro, come pure l'orario, deve essere razionale, precisa e disciplinata, in modo da non mettere in difficoltà il personale anche non medico che è chiamato ad operare con il medico nell'intramurario; non ci devono essere privilegi per nessuno, gli ammalati devono essere considerati tutti alla pari, chi può pagare e chi non può pagare.
Si deve procedere immediatamente alla nomina del Direttore generale, credo che non ci siano difficoltà oltre a quella d'individuare la persona, poiché la precarietà dell'istituto del commissariamento è stata accertata e riconosciuta anche dai documenti proposti dalla Giunta e approvati in questo Consiglio in passato. In tal senso dico fin da ora però che non siamo d'accordo che nella legge in discussione sia prevista nuovamente la figura del Commissario. Pertanto ritengo che debbano essere abrogati i commi 3-4-5 dell'articolo 16 del testo di legge, perché quella del Commissario è stata un'esperienza negativa che non deve ripetersi! Del resto, come ho ricordato spesso e ricordo adesso, lo avete riconosciuto anche voi nelle due risoluzioni che sono state approvate. O è stato allora uno scarico di responsabilità fra la Giunta e il Commissario, oppure se effettivamente è dipesa dal Commissario la situazione che si è venuta a creare, bisogna che la figura del Commissario non sia più prevista nella legge che andiamo ad approvare!
L'altro obiettivo è la nomina immediata del Direttore sanitario del Presidio ospedaliero. Le funzioni che è chiamato a svolgere sono tali, che possono portare alla soluzione di molti problemi che oggi abbiamo sul tappeto.
Il Direttore generale e il Direttore del Presidio sono due figure determinanti per la gestione della politica sanitaria, per cui queste figure non possono essere precarie come lo sono attualmente.
Eliminando poi certi controlli di legittimità da parte della Giunta nei confronti dell'USL, si accentua ancora di più la necessità che un'autonoma gestione dell'USL e del Presidio ospedaliero vada in mano a persone all'altezza della situazione. Di questo sarete convinti anche voi della Giunta regionale, altrimenti mi dovete dire come intendete rispettare gli impegni che vi siete assunti in questo Consiglio.
Infine, voglio tornare a dire questo. Il piano socio-sanitario è utile, questa legge è più che utile, ma non basta cambiare la musica se i suonatori sono sempre gli stessi! Cari colleghi, noi prendiamo atto delle modifiche contenute nella legge, oltre a quelle che ho ricordato a seguito anche della legge n. 229.
In particolare, prendiamo atto, anche se ci riserviamo la presentazione di diversi emendamenti migliorativi, che in materia di sanità, salute e politiche sociali, si intende far operare finalmente l'Osservatorio regionale epidemiologico, che faciliterà anche la programmazione. Era ora che questo strumento vedesse la luce e non restasse solo un sogno, come lo è stato fino ad oggi!
Ma rispetto al passato, cosa è cambiato oltre ai riferimenti alla riforma nazionale? Procediamo all'abolizione dei macrodistretti che sono mai stati messi in funzione; si riconoscono 4 distretti con 4 responsabili come direttori; è definita nella legge n. 56 più o meno l'organizzazione del sistema di elisoccorso per il quale è prevista un'apposita struttura per la quale occorre personale medico, specialisti in anestesia e rianimazione. È apprezzabile questa iniziativa dell'elisoccorso, ma vista la carenza dove si trova questo personale medico? Si chiudono poi le sale operatorie, per mandarli a fare l'assistenza con l'elisoccorso? Queste sono domande che ci dobbiamo porre!
Sono state definite le aree organizzative delle strutture, sono 4: l'area della degenza, l'area territoriale distrettuale, l'area della prevenzione, l'area tecnico-amministrativa; 4 direttori che possono essere scelti all'interno e anche all'esterno dell'USL, e questo vuol dire che se non abbiamo all'interno le persone qualificate, si possono anche ricercare all'esterno, in modo tale da mettere in mano le strutture a persone qualificate e di una certa esperienza.
Il Direttore dell'area di degenza è lo stesso Direttore del presidio ospedaliero e in più occasioni, lo dicevo prima, il ruolo che deve svolgere il Direttore del Presidio ospedaliero è grande perché a lui compete di risolvere tutti quei problemi che ci siamo trovati di fronte e che stanno di fronte agli ammalati, come le liste d'attesa, il problema dei posti letto, la programmazione per l'acquisto e il ricambio in tempo utile delle attrezzature sanitarie, l'organizzazione e l'organico del personale medico e non medico. Questi problemi sono tutti lì, da affrontare, da risolvere.
Come pure ci sono problemi da affrontare sul territorio e nella prevenzione per la parte infortunistica, sui luoghi di lavoro: i lavoratori muoiono nei cantieri di lavoro come in altre attività. Inoltre occorre dare al Dipartimento di salute mentale il ruolo che è previsto non solo dall'articolo 34, ma dalla reale situazione in cui è chiamato ad operare in Valle d'Aosta, dove esiste la cura, ma mancano centri di riabilitazione. Se facciamo il Dipartimento della salute mentale, dobbiamo vedere di curare ma anche di riabilitare senza che i pazienti siano costretti ad andare fuori Valle per curarsi.
Mi domando se è possibile pensare che la responsabilità, la direzione di queste aree e dei dipartimenti che stanno sotto le aree possa essere affidata a qualcuno che ci ha fatto trovare in questa situazione. Sbagliare è umano, ma perseverare sarebbe diabolico! Mi auguro che ciò non accada, e come ho detto prima riconfermo che le lobby devono sparire.
Assessore e Presidente, non potete permettere che i toto-organigramma che stanno girando nell'ambiente sanitario vadano a buon fine! Non potete permettere nemmeno che certi incarichi siano assegnati secondo le richieste che provengono dalle forze politiche che sostengono questa maggioranza. State attenti, perché la voce che circola nell'ambiente sanitario sui futuri incarichi è questa: che si fa la legge, ma non si cambia niente, perché il timone è sempre in mano a determinate persone!
Dico che ai dipartimenti che compongono le aree, Assessore, previsti dall'articolo 28 della legge, occorre dare una gestione sì, ma anche un controllo dal basso e rendere tutti partecipi e responsabili. E noi in tal senso presenteremo un emendamento, perché vogliamo che tutti gli operatori sanitari, medici e non medici, possano esprimersi sui problemi che riguardano il dipartimento.
Concordo che con questa legge si procede a realizzare quel processo di regionalizzazione e di aziendalizzazione che è necessario, come è giusto prevedere una responsabilizzazione economica delle strutture e dei criteri gestionali di tipo aziendalistico, se questi però sono finalizzati per garantire a tutti gli uomini e alle donne il diritto alla tutela della salute. Come concordo che all'USL venga data l'autonomia gestionale come previsto dalla "229", ma teniamo presente che la responsabilità politica resta intatta nei confronti dell'Assessore e della Giunta; nessuno può scaricare i doveri e gli obblighi che gli appartengono!
Comunque la spesa, il costo del servizio socio-sanitario sono una scelta che si può fare o meno, ma se si fa la scelta di risolvere i problemi della sanità, questa va finanziata, e se si punta su questo problema sociale, si deve anche avere il coraggio di lasciare indietro altre iniziative, perché il Cardinale Martini parlando alla Conferenza nazionale ha detto: "Non è tollerabile che la limitatezza delle risorse economiche, oggi variamente sperimentata, si ripercuota di fatto prevalentemente sulle fasce deboli della popolazione e sulle aree del mondo meno abbienti, privandole delle necessarie cure sanitarie. Ugualmente non è ammissibile che tale limitatezza conduca ad escludere dalle cure sanitarie alcune stagioni della vita o situazioni di particolare fragilità e debolezza, quali sono ad esempio la vita nascente, la vecchiaia, la grave disabilità, le malattie terminali". Quindi se c'è da spendere in questo settore sanitario e socio-sanitario, bisogna farlo e sono scelte politiche che dobbiamo anche con il nostro bilancio.
Per questo dico che il contratto di programma, che prevede le spese correnti e gli investimenti, deve corrispondere ed essere il più possibile aderente ai costi da sostenere. Non ci possiamo ritrovare, come è accaduto nel bilancio 2000, a stanziare 16 miliardi per coprire il passivo dell'USL dell'anno precedente, e poi approvati questi, ascoltare anche dall'Assessore che non saranno sufficienti e che alla fine ne occorreranno molti di più, forse più del doppio. Non basta essere dei buoni medici per essere anche dei buoni dirigenti e direttori di aree e di strutture.
Pertanto, dato che è previsto dalla legge che discutiamo, c'è la libertà di scelta fra l'interno e l'esterno; cercate di guardare attentamente a chi e come affidare certi incarichi strategici, che possano risolvere i problemi del passato e affrontare il nuovo, collocando veramente al centro della politica sanitaria l'uomo ammalato.
Non demoliamo tutte le buone intenzioni con l'articolo 42 di questa legge, che ha creato e sta creando problemi non ai sani ma agli ammalati e ai più deboli. Qui possiamo approvare la legge più bella del mondo, ma questa resterà sulla carta se pretendiamo che medici e infermieri professionali di cui abbiamo bisogno sappiano prima il francese e poi abbiano le capacità professionali!
Gli emendamenti che presenteremo all'articolo 42 e all'articolato non sono pertanto né demagogici né strumentali, tendono a migliorare i contenuti della legge, per dare alla sanità valdostana una gestione diversa dal passato.
Sarà la collega Squarzino ad illustrare gli emendamenti da noi presentati. Io termino qui annunciando che il nostro voto dipenderà dall'accoglimento o meno degli emendamenti. Non potremo certamente avallare decisioni che non favoriscano un rapporto dalle dimensioni umane con il malato. Concludo sempre con le parole del Cardinale Martini, che dice che: "Ciò che è in gioco è quell'umanizzazione dell'intero sistema sanitario, di cui molto si parla e che chiede di trasformarsi in atteggiamenti e scelte concrete; un'umanizzazione sia dei rapporti medico-malato, sia delle diverse strutture sanitarie, ma ancora più profondamente un'umanizzazione della condizione del nascere, del soffrire e del morire".
PrésidentLa parole à la Conseillère Squarzino Secondina.
Squarzino (PVA-cU) Come sicuramente è apparso dagli interventi precedenti, è chiaro che noi siamo di fronte ad una legge complessa, che avrebbe necessitato un tempo adeguato di discussione e di approfondimento anche in commissione. Ma questo, come abbiamo già detto, non è stato consentito.
È vero che la commissione aveva incontrato l'Assessore, i tecnici, i rappresentanti di diverse organizzazioni sindacali, ma credo che la commissione abbia bisogno di un momento proprio di lavoro e di approfondimento, per esaminare, valutare, confrontare le diverse osservazioni. Deve avere un momento proprio di elaborazione personale, altrimenti, se la commissione è solo chiamata a ratificare quanto la maggioranza ha già deciso, se i provvedimenti arrivano "blindati" in commissione, si snatura alla radice la funzione di quell'organismo che l'istituzione ha voluto.
Ciò detto, vorrei riprendere alcuni elementi che avrei voluto presentare e sviluppare in commissione, proprio perché mi è stato detto che la discussione, che è stata interrotta, avrebbe potuto continuare in Consiglio. Tutti sappiamo che sono diverse le modalità di lavoro e di confronto fra il Consiglio e la commissione; le osservazioni, gli emendamenti presentati in quella sede o in questa sede hanno un iter totalmente diverso, perché i problemi che sono sollevati in commissione a volte possono anche trovare soluzione, essendoci il tempo tecnico per acquisire pareri, per verificare anche se esiste un accordo di maggioranza su alcune soluzioni. Nei lavori del Consiglio questo tipo di situazione avviene raramente e raramente le proposte dell'opposizione sono prese in considerazione e accettate dalla maggioranza.
Quindi ho chiaramente questa consapevolezza, ma pur con questa consapevolezza mi accingo a presentare le mie riflessioni su questa legge che mettono in luce alcuni aspetti problematici.
È una legge, si diceva, che delinea la struttura organizzativa di un'azienda, l'USL; un'azienda che ha il compito della prevenzione e della cura della salute dei cittadini. Noi diamo in mano a quest'azienda una delle cose, direi la cosa più preziosa che abbiamo, e che è proprio la salute nostra, dei nostri figli, dei nostri concittadini, e diamo anche in mano la sicurezza degli ambienti di lavoro, la salubrità dell'acqua che beviamo, dell'aria che respiriamo. È quindi importante capire come funziona quest'azienda.
Quest'azienda ha un'organizzazione abbastanza piramidale, nel senso che tutta l'azienda, e qui si parla di migliaia di dipendenti con un budget che sfonderà presto i 300 miliardi all'anno, è affidata ad una sola persona nominata dalla Giunta. È infatti il Direttore generale che, senza rendere conto a nessuno, si sceglie il Direttore amministrativo, si sceglie il Direttore sanitario; è il Direttore generale che nomina i direttori delle aree organizzative della degenza e del territorio, non solo ma anche i direttori dei distretti e i direttori dei dipartimenti. È lui che predispone il piano attuativo locale (PAL) senza che la legge indichi le procedure, i principi, i criteri in base ai quali questo deve avvenire.
La legge n. 229 dice che la legge regionale deve indicare le procedure con cui va definito il PAL, deve indicare i principi e i criteri con cui questo va confezionato, altrimenti diamo in mano l'azienda ad una sola persona.
Non è che nella legge tutto vada definito, ma credo che anche la legge debba indicare una scelta di fondo dell'organizzazione aziendale, nel senso che, se noi crediamo che ogni attore importante dei vari settori debba vedere riconosciuta la propria responsabilità e degli spazi istituzionali in cui presentare le proprie istanze, in cui presentare le esigenze non solo proprie, ma degli utenti di cui si occupa, credo che si debbano prevedere dei momenti di confronto serrato: un confronto che sia individuato chiaramente anche nella legge, in modo che a questi responsabili di grandi settori si suggeriscano una strada e una procedura da seguire; tenere conto del parere anche di chi opera nelle strutture semplici. Perché se noi diamo tutto in mano ai responsabili delle strutture complesse, le strutture semplici non hanno un luogo in cui presentare le loro esigenze, e sono centinaia i responsabili delle strutture semplici rispetto alle poche decine di strutture complesse. Il rapporto non è proprio di 10 a 100, ma è comunque di questa proporzione.
La legge nazionale n. 229, proprio perché è chiaro che ogni regione deve trovare la sua organizzazione, chiedeva alla legge regionale di definire in legge modalità, criteri e principi da seguire. E questo non c'è, ed è uno dei motivi per cui presenteremo alcuni emendamenti al riguardo.
Se poi prendiamo l'area della degenza, vediamo che tutto il potere di decisione è in mano a 4-5 direttori di dipartimento, i primari, scelti dal Direttore generale, i quali decidono di tutta l'attività, ivi compreso l'uso del budget del dipartimento. Sappiamo come l'uso del budget sia uno strumento efficace per scegliere i settori da potenziare o quelli da lasciar vivacchiare; lo abbiamo visto più volte, anche discutendo con l'Assessore in sede di bilancio o di legge regionale o di piano sanitario, come nel momento in cui si lascia in mano a qualcuno il denaro e la decisione di quali progetti obiettivo finanziare, si dà in mano a questa persona la scelta politica dei dipartimenti, dei settori da potenziare, a scapito di altri.
Ora, questo tipo di scelta dovrebbe essere verificata, condivisa, concordata con chi quelle scelte deve portare avanti.
Qui faccio un altro esempio in cui appare abbastanza chiaramente che si è presa tale e quale questa struttura piramidale, senza inserire quegli elementi di articolazione che il "decreto Bindi" prevedeva.
Prendo a riferimento il collegio di direzione; il Direttore generale per le sue decisioni è affiancato da un collegio di direzione, in cui sono presenti tutti i responsabili dell'azienda: il Direttore sanitario, il Direttore amministrativo, quindi i vari livelli della struttura piramidale, i direttori delle aree organizzative (che sono 4 in base alla legge, il Direttore dell'area della degenza, del territorio, della prevenzione e tecnico-amministrativo), il Direttore dei distretti (che sono 4), il Direttore dei dipartimenti che sono all'interno sia dell'area territoriale sia dell'area di degenza.
Avremo quindi un organismo che complessivamente si aggirerà sulle 20 persone almeno, ed è un organismo molto importante perché svolge compiti essenziali, fra cui la verifica degli standard e degli indicatori per valutare i risultati conseguiti rispetto agli obiettivi fissati. Si noti come la valutazione fra obiettivi previsti e risultati conseguiti sia un elemento per definire una parte del compenso degli operatori sanitari.
Tale organismo inoltre promuove e verifica programmi di aggiornamento, formula proposte organizzative circa l'attuazione dell'attività libero-professionale, promuove progetti di sviluppo, modalità delle strutture operative professionali, propone modalità e metodologie per l'elaborazione (?e qui mi manca una pagina della legge, me ne sono accorta adesso, perché in questi giorni abbiamo lavorato con tanti di quei testi, che uno ad un certo punto lavora su uno e poi dopo?) ecco, dicevo, promuove progetti di sviluppo delle modalità con cui si organizza la struttura operativa e professionale, propone modalità e metodologie per elaborare il piano di attività locale, che è uno dei documenti più importanti. Quest'organismo, dice la legge, sarà disciplinato da un regolamento, che sarà steso in un secondo momento. Tale regolamento prevede che le sedute siano valide, qualunque sia il numero dei membri presenti.
Questo significa che un collegio di direzione, che ha lo scopo di avere presenti tutti i responsabili dei vari settori che operano sul territorio, dall'area della degenza all'area della prevenzione, all'area amministrativa, all'area del territorio, queste persone sono almeno venti o più, ebbene quest'organismo, a cui è affidato un compito importante quale quello di proporre modalità e metodologie per elaborare il piano di attività locale, che è uno dei cardini dell'attività dell'USL, può concludere positivamente i propri lavori anche se sono presenti, non lo so, una, due o tre persone.
A me sembra che il non aver previsto in qualche modo dei meccanismi che garantiscano la democraticità delle decisioni, che garantiscano il passaggio di informazioni, che garantiscano che i soggetti interessati siano presenti nel momento in cui certi argomenti vengono trattati, sia un segno di quel difetto di cui parlavo prima e che questo tipo di legge regionale registra.
Tutta questa struttura organizzativa piramidale prende avvio da un atto della Giunta, che è la nomina del Direttore generale, che è guardato a vista dalla Giunta, perché c'è l'accordo di programma tra Giunta e Direttore, accordo che riguarda il PAL, perché c'è la valutazione degli obiettivi raggiunti, perché c'è il controllo degli atti dell'azienda attraverso l'invio di tutte le delibere e attraverso l'indicazione di pochi atti - questo è vero, pochi atti - su cui la Giunta deve intervenire direttamente. In questo senso il controllo sugli atti è ridimensionato rispetto all'attuale situazione.
A fianco di questo rapporto privilegiato fra Direttore generale e Giunta si collocano gli enti locali, che hanno giustamente un'importanza fondamentale, perché operano sul territorio e ci dev'essere un passaggio d'informazione fra l'azienda e gli enti locali, per cui da una parte e dall'altra si esprimono pareri, si fanno proposte, si fanno valutazioni.
Da tutto questo il Consiglio regionale è escluso. È vero che adesso è passato un emendamento - e questa è l'unica fessura tramite la quale è passato attraverso un emendamento, uno dei tanti temi affrontati in commissione - per cui c'è un momento forte del Consiglio, però nel "decreto Bindi" si dice che la Regione fa questo, la Regione fa quell'altro, e non si dice se la Regione è la Giunta o è il Consiglio. Guarda caso, là dove si dice "Regione" nel "decreto Bindi", qui è stato tradotto il Governo regionale e si lascia al Consiglio la competenza solo là dove nel "decreto Bindi" è scritto "con legge regionale". Questo per dire come l'organizzazione piramidale che ha questo impianto venga accentuata ulteriormente, e non per così dire oliata, non immessa in un contesto di maggiore funzionalità, proprio dalle modifiche che dalla legge regionale sono state fatte rispetto alla "riforma Bindi". La scelta che è stata fatta rispetto alla "riforma Bindi" non è quella di prenderne l'essenziale e di vedere cosa era più adatto a noi, ma è stata quella di accentuare questo aspetto un po' direttivo che la "riforma Bindi" ha.
Sulla figura del commissario si è già soffermato il collega Beneforti. Io credo che sia molto negativo il fatto che qui venga prevista la figura del commissario, che può svolgere la funzione del direttore generale in vacanza d'ufficio. In questo modo si giustifica a posteriori una scelta illegittima dell'attuale Giunta.
Ma desta stupore il fatto che, introducendo questo istituto, non si prevede nemmeno un tempo determinato entro cui possa svolgere i suoi compiti il commissario, per cui al limite potremmo giungere all'assurdo che, essendo la figura del commissario una figura che può svolgere a tempo indeterminato - visto che non si precisa il tempo - la sua funzione, qualunque limite posto dalla "riforma Bindi" rispetto al periodo di vacanza di un direttore generale può essere superato mettendo un commissariamento.
Mi consenta, Assessore, un'annotazione rispetto al ricorso di consulenti esterni. Viene accolto in legge quel ricorso a consulenti esterni, che era stato rimproverato al dr. Bragonzi. Uno dei motivi ricorrenti per cui si era detto che non funzionava l'USL, era quello che c'erano troppe spese, che si ricorreva a consulenti in modo esagerato; adesso si riconosce al Direttore generale la possibilità di avvalersi di consulenti esterni e si indicano anche i limiti del compenso, e questa mi sembra una cosa positiva. Sarebbe interessante sapere se questi limiti corrispondono a quelli che la Giunta si è data per pagare le prestazioni delle sue centinaia di consulenti.
Rispetto all'Osservatorio epidemiologico, mi sembra invece che il problema sia molto più pregnante di quello che non è apparso nelle parole di chi mi ha preceduto. Questa non è una novità. L'Osservatorio epidemiologico era previsto da una legge regionale, la legge n. 70/82; sono 17 anni che la Regione ha una legge che istituisce l'Osservatorio epidemiologico regionale presso l'Assessorato alla sanità. Non solo, ma nel piano socio-sanitario è stata ribadita questa scelta, ricordo anche in aula la presentazione da parte della sottoscritta di un emendamento al piano socio-sanitario, in cui si cercava di sottolineare l'importanza nel piano socio-sanitario dell'osservatorio epidemiologico.
Finora abbiamo semplicemente fatto delle affermazioni, abbiamo detto più volte su disegni di legge o su atti normativi che ritenevamo importante l'Osservatorio epidemiologico, ma non se n'è fatto niente. Gli ultimi dati che sono stati pubblicati dell'Osservatorio epidemiologico risalgono alle cause di morte del 1991, non ci sono altri dati se non qualche tabella qua e là, tant'è vero che quando si è fatto il piano socio-sanitario nel 1997 si è detto che non si avevano i dati dell'Osservatorio epidemiologico. Un osservatorio epidemiologico richiede una grande preparazione prima dei criteri con cui raccogliere i dati, strutture informatiche, personale esperto, personale ad hoc.
È vero che nel nostro disegno di legge regionale, una volta ribadita l'importanza di questo osservatorio, perché - ripeto - sono 17 anni che dovremmo avere un osservatorio, e questo non c'è ancora, e rendendosi conto che bisogna dare corpo, si dice, al comma 2 dell'articolo 5, che: "L'organizzazione ed il funzionamento dell'Osservatorio epidemiologico e per le politiche sociali sono definiti nell'ambito dell'applicazione delle disposizioni vigenti in materia di organizzazione dell'Amministrazione regionale", ma dato che il modo con cui si definiscono le risorse all'interno dell'Amministrazione regionale può essere fatto in qualunque momento, allora o noi diciamo il termine entro cui questo viene fatto, il termine entro cui si danno risorse professionali oltre che economiche a quest'osservatorio, oppure sono ancora parole da mettere accanto a quelle della legge n. 70/82. Quindi chiederemo che si metta un limite temporale entro cui questo dev'essere fatto, perché adesso non ci sono queste risorse, non c'è questa struttura adesso?
(interruzione dell'Assessore Vicquéry, fuori microfono)
? un pezzettino, è dal 1982? cioè nel 1982 lei non mi rispondeva che c'era un pezzettino perché qui non c'ero ancora, ma è dal 1993 che lei ad ogni mia domanda mi dice che c'è un pezzettino, che qualcosa c'è. Se vuole per Natale le regalo tutti gli interventi che ho fatto in Consiglio su questo tema e le risposte che lei mi ha dato?
Presidente? le facciamo rilegare?
Squarzino (PVA-cU)? con il fiocco, lascio a lei la scelta del colore del fiocco?
Assessore, siamo seri; lei mi dice: un pezzettino. Siamo seri; diciamoci: sì ci sono queste risorse e vanno bene, oppure, non ci sono ancora, abbiamo la volontà politica di metterle e per dimostrare che vogliamo metterle, diciamo anche un tempo entro cui prendiamo questa decisione.
Poi c'è anche un tema più generale che vorrei affrontare. Questa struttura organizzativa che è stata delineata tiene separate le aree, anche per i motivi che abbiamo detto prima, nel senso che l'unico organismo che mette insieme tutto è come se non ci fosse perché basta una persona o due persone perché tutto vada avanti lo stesso.
La separazione che mi preoccupa di più è la separazione fra l'area della degenza, cioè l'area ospedaliera, e l'area territoriale. Non è il distretto quello che ha in mano la possibilità di fare questa relazione, perché non ha la forza il distretto di mettersi sullo stesso piano dell'area della degenza; non ce l'ha a livello di budget, non ce l'ha a livello di problemi che vengono trattati, di importanza dei problemi che vengono trattati per la salute, non ce l'ha a livello di persone che lavorano nel distretto.
Se noi non prevediamo in questa fase almeno di avvio, se non prevediamo proprio nella legge dei momenti in cui effettivamente queste due aree siano fra di loro integrate e siano integrate soprattutto per quei settori d'intervento che di per sé richiedono quest'integrazione, secondo me non mettiamo una delle gambe di cui questa legge ha bisogno per andare avanti. Per esempio, l'area della salute mentale è una di queste e questa è prevista. Sull'area del materno infantile, come si diceva, su questa non si dice niente; sull'area dell'emergenza non si dice niente. Faccio questi esempi, perché si tratta di aree istituzionalizzate, quindi non che si possono inventare, ma aree istituzionalizzate che operano su entrambi i settori, nell'ambito ospedaliero e nell'ambito territoriale.
Ora, rispetto a come operano tra di loro questi settori non si dice nulla, per cui viene il dubbio che, se per caso nel momento di avvio, l'area della degenza si avvia prima e diventa più forte, essa assorbe in sé, diventa il capofila e detta le norme anche a quello che dovrebbe essere il settore dell'area territoriale. Perché non credo che possa avvenire il contrario, cioè non credo che l'area territoriale riesca a partire subito e ad avere le risorse, che non sono solo denaro, ma anche progettualità e autorevolezza, per poter riuscire a fare questo tipo di operazione.
Vengo all'articolo 42. Qui forse non ci siamo capiti con il mio collega, nel senso che noi non presentiamo emendamenti all'articolo 42, sia ben chiaro che non osiamo entrare in questa materia. Non osiamo farlo perché sarebbe veramente presuntuoso che avessimo una soluzione che riesce ad andare bene alle varie anime della maggioranza e se la nostra proposta fosse in grado di mettere d'accordo gli orientamenti diversi della maggioranza rispetto a questo tema. Quindi su questo tema non presentiamo emendamenti, Assessore.
E su questo tema non possiamo avere quel giudizio così positivo che è esposto nella relazione che ha letto il Consigliere Borre, nel senso che va bene, qui sono state estese all'area della sanità quelle che sono le attuali procedure di accertamento della conoscenza della lingua francese nel settore regionale.
La cosa grave, diceva già questa mattina il collega Marguerettaz, è che non viene affrontato il nodo cruciale che è quello delle professioni sanitarie, dei medici e infermieri.
Ma è la motivazione che viene data che mi sembra ancora meno chiara e ancora meno condivisibile. Si dice che il tema non viene accantonato, ma si decide di approfondirlo in una opportuna logica complessiva del pubblico impiego. Qui non capisco tanto; il pubblico impiego è quello che in genere è nell'ambito amministrativo.
Ora proprio questo settore amministrativo dell'USL è regolamentato dall'articolo 42, quindi al massimo sono le categorie che l'articolo 42 attuale, che è stato presentato, regolamenta, e sono queste categorie che saranno poi rivisitate, rimodulate in base all'opportuna concertazione in una logica complessiva del pubblico impiego. Invece rispetto ai medici e agli infermieri si fa adesso un bel pacchetto, lo si mette da parte e si dice che questo non c'interessa, o si dice: questi continuano a fare come facciamo adesso. Perché non posso dire: io aspetto a regolamentare le procedure per i medici e gli infermieri, aspetto a farlo quando rivedrò tutto il comparto del pubblico impiego, perché ripeto che alle strutture amministrative dell'USL sono già state adesso attribuite le stesse caratteristiche del comparto del pubblico impiego regionale. Volevo solo dire che non è nella logica del comparto del pubblico impiego che vengono affrontate le professioni sanitarie e infermieristiche, sono tutte un'altra categoria.
Comunque rispetto a questo tema riteniamo che vada ripensato il ruolo del francese rispetto alla professione, cioè riteniamo che sia più importante avere un medico che sappia ben operare e che conosca solo la lingua ufficiale universalmente riconosciuta della categoria dei medici, cioè l'inglese, e che per motivi vari non conosca il francese, piuttosto che un medico che sappia molto bene il francese ma che non sia competente nella sua professione. Cioè non possiamo mettere sullo stesso piano questi due livelli di competenza, anzi non possiamo fare di un livello di competenza l'elemento prioritario per valutare l'altro livello di competenza.
Non concordo con un'altra osservazione della relazione introduttiva, là dove vengono indicati gli elementi innovativi, ovvero si dice nella relazione: "Ritengo opportuno entrare nel merito di alcuni articoli che ne qualificano il contenuto innovativo?", quindi la novità. Una delle novità è l'Osservatorio regionale epidemiologico. Come ho detto prima, non è una novità, ha 17 anni, è quasi maggiorenne!
La novità potrebbe essere che per gli enti locali viene previsto, oltre il compito di verifica, anche quello di proposta, però non mi sembra che sia una novità così eccezionale. E non credo che tutti gli altri punti siano da intendere come novità perché sono semplicemente l'attuazione di quello che dice la legge: il fatto di organizzare in quattro aree organizzative, il fatto che l'azienda goda di autonomia imprenditoriale, non sono novità, è solo riprendere la legge nazionale.
Novità ce ne sono in questo disegno di legge, non le ho dette prima, ma le ricordo adesso in conclusione.
La prima novità è che, mentre a livello nazionale la "riforma Bindi" prevede che dopo una vacanza di 60 giorni del Direttore generale si proceda alla nomina del Direttore generale, qui il periodo viene triplicato, non 60 giorni ma 6 mesi.
Una seconda novità è l'istituto del commissariamento, di cui abbiamo detto prima, e non mi sembra una bella novità.
Un'altra novità è che - qui mi riallaccio all'osservazione fatta stamani dal collega Marguerettaz che condivido, tant'è vero che anche noi abbiamo preparato un emendamento in questo senso - nell'azienda della Valle d'Aosta l'attività intramuraria dei medici ospedalieri viene fatta extramura; visto che non vengono indicati i locali, gli spazi in cui può avvenire quest'attività professionale, noi diciamo che viene fatta extramura. Non mi sembra che queste siano novità così gratificanti o così innovative!
Sui vari punti che ho illustrato abbiamo presentato alcuni emendamenti, che consegno adesso con l'intento positivo, propositivo, che mi hanno dettato i colleghi in V Commissione, i quali mi hanno detto: se tu adesso non puoi presentare gli emendamenti e non possiamo esaminarli adesso, lo faremo in Consiglio regionale. Allora, in modo positivo li presento adesso e chiedo - lo chiedo come membro non effettivo, ma di fatto della V Commissione - che i colleghi della maggioranza esaminino attentamente gli emendamenti e prima di dire sì o no ci pensino un momento, perché solo in questo modo dimostrerebbero quella volontà di collaborazione e di confronto che hanno dichiarato ripetutamente in V Commissione.
PrésidentLa parole au Conseiller Rini.
Rini (UV) Visti i vari interventi fatti in quest'aula e fuori, e il risalto che gli organi d'informazione hanno dato a quanto è successo in V Commissione lunedì scorso, vorrei tornare un attimo sull'argomento solo per chiarire, spero in modo definitivo, chiaro e completo, l'intera vicenda.
Già nel Consiglio del 6 e 7 ottobre avevo evidenziato la necessità che su argomenti così importanti maggioranza e opposizione avessero lavorato con serenità, lasciando per un momento da parte le strumentalizzazioni e le sterili polemiche per cercare di migliorare questo disegno di legge.
Certi comportamenti non servono per la risoluzione dei problemi, ma vanno a danno della popolazione, alla quale le meschine messe in scena ed il rituale teatrino che certi consiglieri cercano di fare anche in quest'aula non interessano proprio!
Come qualcuno ha già evidenziato, stiamo discutendo di una legge fondamentale per il futuro della sanità valdostana.
È già stato detto che soprattutto ultimamente molti provvedimenti anche importanti arrivano alle commissioni consiliari competenti con un certo ritardo e con tempi ristretti per l'approvazione. Devo ammettere che questo in alcuni casi è avvenuto e spero anch'io che si debba a volte avere tempi che consentano di poter fare con tutta calma gli opportuni approfondimenti da parte dei consiglieri.
Se in alcuni casi abbiamo effettivamente riscontrato delle difficoltà, per questo disegno di legge il tempo per l'esame, secondo me, c'è stato; ricordo che da diverso tempo ogni Consigliere ha avuto a disposizione il documento e che la V Commissione consiliare si è riunita più volte per il suo esame. Sono state sentite tutte le parti interessate al provvedimento, le quali danno sostanzialmente un parere positivo allo stesso e concordano sulla necessità che questo atto sia approvato al più presto.
Sono state suggerite delle modifiche e gran parte di queste sono state accolte.
Nella penultima riunione della V Commissione, con la presenza dell'Assessore e dei funzionari, abbiamo nuovamente potuto chiedere le informazioni necessarie per capire meglio ogni aspetto. In quell'occasione si decideva di stralciare l'articolo 42, che sarebbe stato esaminato nell'adunanza successiva. Ricordo che già in quella circostanza il Consigliere Frassy e la Consigliera Squarzino non condividevano l'idea di esaminare il provvedimento entro la fine di quest'anno, e questo è agli atti della commissione. Per cui c'era già da aspettarsi, come sovente avviene, che alla successiva riunione ci sarebbe stato il tentativo da parte loro di frenare l'iter della legge e così è stato.
Lunedì 13, come concordato, l'Assessore e un funzionario hanno illustrato il nuovo articolo 42 e alcuni altri emendamenti marginali, dando tutte le risposte alle domande formulate, e nel congedarsi per non influire sulle nostre decisioni, si sono resi più che disponibili per ulteriori eventuali informazioni. Ricordo che nessuno ha evidenziato tale necessità.
Durante quasi tutta la mattinata la minoranza ha riproposto le domande alle quali avevano già avuto risposte, e questo, a mio parere e a parere dei commissari di maggioranza, in modo strumentale e tutt'altro che costruttivo, teso ad allungare i tempi per evitare l'iscrizione in via d'urgenza all'ordine del giorno aggiuntivo del Consiglio di ieri e di oggi. Ad un certo punto il sottoscritto, anche su richiesta degli altri commissari di maggioranza, ha ritenuto, di fronte ad un atteggiamento chiaramente ostruzionista, dare uno sblocco certo all'iter della legge, mettendo in votazione la stessa, che ha potuto arrivare in quest'aula, dove ogni Consigliere potrà ancora cercare di apportare delle migliorie.
Vorrei ancora sottolineare che a dimostrazione che in commissione esiste il massimo rispetto delle regole democratiche e che nessuno di noi accetta, come qualcuno ha detto, supinamente i "desiderata" dei vari Assessori di turno, è stato fra l'altro inserito un emendamento volto a rafforzare il ruolo dei consiglieri regionali; basta vedere l'emendamento all'articolo 4, comma 3.
Dopo questa doverosa parentesi, e penso di non dover tornare su quest'argomento, vorrei sottolineare alcuni aspetti di questo disegno di legge che deve purtroppo recepire i dettami del "decreto Bindi", la famosa "229", e che arriva in largo anticipo fra l'altro rispetto alle altre regioni.
È una legge tesa al miglioramento della qualità e all'appropriatezza delle prestazioni sanitarie nell'interesse della popolazione e soprattutto per quanto riguarda le prestazioni di bassa e media specialità con una più soddisfacente rete di strutture e servizi sul territorio.
È prevista una migliore razionalizzazione dell'organizzazione del servizio socio-sanitario che, come è già stato evidenziato dai relatori, significa maggiore consapevolezza e responsabilità dei rispettivi ruoli che con questa legge avranno una più netta separazione. Si va nel senso di una trasformazione dell'USL in un'azienda con il massimo di autonomia, azienda che possa operare secondo logiche manageriali ed aziendalistiche, con responsabilità diretta rispetto agli obiettivi concordati.
Saranno poi definiti in modo puntuale i compiti dell'Assessorato. Ritengo fra l'altro che sia un punto qualificante il coinvolgimento degli enti locali, come pure importante l'abrogazione di numerose leggi esistenti.
Tutti concordiamo comunque che la sanità anche in Valle d'Aosta presenta dei reali problemi come carenza di medici specialisti, carenza d'infermieri, liste di attesa ancora troppo lunghe. È pur vero che molte scelte vengono prese fuori Valle, anche se siamo noi a pagare tutte le spese sanitarie, ma non sarebbe corretto scaricare tutte le responsabilità sugli altri. Anche noi abbiamo certamente delle colpe e dobbiamo, forse possiamo fare di più in questo importante settore.
Dobbiamo, per esempio, rivendicare la piena attuazione della nostra autonomia costituzionalmente riconosciuta, per arrivare a prendere in modo autonomo le decisioni. Dobbiamo, per fare un esempio, essere in grado di fissare il numero dei posti letto secondo le esigenze della nostra realtà, che non può essere assimilata alle grandi metropoli.
Per quanto riguarda l'articolo 42, si è deciso di stralciarlo in parte dal testo originario e questo non per accantonare il problema, ma per approfondirlo con la dovuta concertazione con le forze sociali e sindacali in una logica complessiva del pubblico impiego.
Si rinvia a deliberazione di Giunta le modalità di svolgimento della prova di accertamento della conoscenza della lingua francese, allo scopo di superare lo scoglio della dictée. È inoltre previsto l'esonero dalla prova per il personale che abbia già superato l'esame della stessa categoria o superiore, o nell'ambito della qualifica dirigenziale. L'esonero vale anche per le qualifiche amministrative, per chi è in possesso della certificazione attestante il compimento formativo previsto dalla legge n. 25/99.
Non vorrei aggiungere altro, visto che la relazione fatta dai Consiglieri Borre e Charles è più che esauriente, e concludo sperando che la discussione odierna possa essere utile per eventuali miglioramenti alla legge. Richiamo il senso di responsabilità di tutti i consiglieri, al fine di poter discutere con serenità e in modo costruttivo, senza cadere nel facile e comodo terreno della polemica strumentale e demagogica che alla popolazione non interessa e non può che recare danno!
PrésidentPour assurer l'alternance, la parole au Conseiller Frassy.
Frassy (FI) Volevo fare un intervento abbastanza breve, penso che invece farò un intervento leggermente più lungo, anche perché l'intervento del Consigliere Rini, Presidente della V Commissione, impone che preliminarmente all'esame del disegno di legge in discussione ci sia una precisazione della precisazione, anche perché mi sembra di non aver mai detto, di non aver mai sentito dire nemmeno da altri colleghi di minoranza che questo disegno di legge non dovesse essere portato in Consiglio entro la fine dell'anno. Dopo di che invito il Presidente a dare contezza di questo verbale, perché sicuramente non sono cose che sono state da me dette.
Al di là di questo aspetto, che comunque ha la sua importanza, penso che il Presidente della V Commissione non abbia ancora capito quali siano le funzioni della commissione e di riflesso quali siano i ruoli che le competono come Presidente di commissione. Penso che si debba allora chiarire al Presidente, affinché non ripeta comportamenti censurabili, quella che è la confusione fra il ruolo dei consiglieri e il ruolo delle commissioni.
Il fatto, Presidente Rini, di avere nella disponibilità materiale un disegno di legge come consiglieri nulla c'entra con quelli che sono i lavori in sede istituzionale, nel senso che l'esame personale appartiene alla preparazione, all'approfondimento, alla coscienza di un singolo Consigliere, ma non sostituisce il momento del dibattito in aula e dell'approfondimento in commissione.
Allora è bene precisare che su questo aspetto c'è stata una violazione totale delle procedure e delle regole, perché venerdì la commissione ha sospeso i suoi lavori su richiesta delle forze di maggioranza, in particolare Fédération e Democratici di Sinistra, o meglio non si è neppure entrati nell'esame dell'articolato, perché Fédération sosteneva venerdì - oggi che è giovedì ha cambiato evidentemente avviso - che o l'articolo 42 andava riscritto, oppure con quell'articolo 42 avevano posto la pregiudiziale di non discutere nemmeno il disegno di legge. Perciò venerdì il disegno di legge non era stato esaminato, se non per gli emendamenti che l'Assessore aveva portato e illustrato in commissione. Pertanto erano stati esaminati gli emendamenti e chiaramente gli articoli di riferimento. Erano presenti per Fédération il collega Piccolo e il collega La Torre, e questa presenza massiccia della componente di Fédération in V Commissione era significativa del problema politico che stava sorgendo sull'articolo 42.
Perciò lunedì mattina non c'è stato nessun tipo di ostruzionismo, tant'è che lo stesso Presidente Rini si smentisce quando poi dice, in chiusura di questa sua maldestra riflessione, che è stato approvato un importante emendamento. Difficile capire come ci possa essere l'atteggiamento ostruzionistico lunedì mattina, quando un importante emendamento è stato approvato in commissione, a seguito del dibattito che era emerso da riflessioni fatte dalle componenti di minoranza.
Il fatto grave, Presidente Rini e Presidente del Consiglio Louvin, è che è stato interrotto l'esame per andare al voto. Allora chiudo questa premessa, invitando, come avevamo già fatto, il Presidente Louvin a dare concretezza a questa riunione dell'Ufficio di Presidenza, affinché si possa esaminare questo problema una volta per tutte ed evitare che i prossimi argomenti vengano affrontati nella maniera scandalosa in cui sono stati affrontati nel caso del disegno di legge n. 56.
Ciò detto, faccio una seconda premessa, che però è pertinente al disegno di legge in oggetto. Non so se l'Assessore Vicquéry sia molto soddisfatto quest'oggi, anche perché in effetti non è che abbia dato segni visibili di soddisfazione, e tutto sommato capisco anche l'assenza di soddisfazione dell'Assessore, perché l'estro dell'Assessore Vicquéry, che molte volte ha portato delle soluzioni anche originali, che hanno suscitato anche un dibattito vivace, è stato limitato, legato e impacchettato dai vincoli del decreto legislativo n. 229, la cosiddetta "riforma Bindi".
Siamo forse stati la prima regione a dare attuazione al "decreto Bindi", ma non so se questo sia un titolo di merito o di demerito, perché le conseguenze che tale decreto ha sulla sanità nazionale andremo a verificarle se saranno di tipo positivo o meno. Non solo, ma i vincoli del "decreto Bindi" sono talmente cogenti, che alla Regione lasciano spazi marginali, tant'è che l'esame di questo disegno di legge è stato più un esame dei principi generali della riforma sanitaria, che non dei contenuti del disegno di legge stesso. Questo proprio per quelli che sono i riflessi che condizionano tutto l'articolato del disegno di legge n. 56. Allora vorrei soffermarmi su alcuni di questi riflessi, per capire se ci saranno delle prospettive diverse a livello regionale, o se invece le conclusioni saranno quelle già disegnate dalla riforma, come in effetti ritengo.
Il rapporto esclusivo con il Servizio sanitario nazionale, che è una delle novità che emerge dal "decreto Bindi" e che viene chiaramente ripresa dal disegno di legge n. 56, comporta tutta una serie di problematiche sulle quali i colleghi che mi hanno preceduto si sono già in gran parte soffermati.
C'è da dire che paradossalmente i principi del "decreto Bindi" vengono qui ripresi, ma sembra che l'Assessore Vicquéry abbia rinunciato a quello spazio minimale che il "decreto Bindi" lasciava alla competenza regionale, ossia d'individuare l'attuazione o i principi su cui concretizzare le scelte della riforma nazionale. Uno di questi problemi riguarda gli spazi della professione intramuraria.
L'Assessore risponderà dicendo che questo Consiglio due settimane fa ha approvato una variazione di bilancio che stanziava, vado a ricordo, qualcosa come 300 e passa milioni per gli arredi. Ma già in quella sede avevamo domandato all'Assessore dove venissero messi quegli arredi.
La preoccupazione è rafforzata dal fatto che l'articolo 8 del disegno di legge in esame, quello relativo al PAL, affronta in dettaglio molti di quelli che sono i problemi relativi alla gestione dell'azienda sanitaria: gli orari della libera professione, i tempi di attesa, i posti letto disponibili, il fabbisogno massimo del personale suddiviso per aree, e sembra però dimenticare che oltre agli orari, oltre ai posti letto nella "riforma Bindi" ci vanno anche gli spazi per la gestione della professione intramuraria.
Allora anche se è vero che non devono essere messi in legge gli spazi, sarebbe stato opportuno che nella previsione di legge relativa al PAL ci fosse stata l'indicazione precisa di far riferimento a questo tipo di problematica.
Un altro aspetto importante, che anche in questo caso è assente dal disegno di legge n. 56, riguarda la problematica dell'accreditamento. È vero che sull'accreditamento ci possono essere anche dei tempi più lunghi, però è altrettanto vero che c'era probabilmente lo spazio per iniziare a dare applicazione a quell'articolo 16 bis del decreto legislativo n. 229 che dice che le regioni individuano modalità e strumenti dell'accreditamento.
Bisogna sempre chiedersi come interpretare il riferimento alle regioni. La Giunta regionale interpreta il riferimento alle regioni come potestà del potere esecutivo. Riteniamo invece che gli indirizzi li debba comunque e sempre dare il Consiglio regionale per la centralità che riveste il Consiglio regionale nel contesto politico e che di conseguenza l'articolo 38 della legge, riferito all'accreditamento, è una delega in bianco alla Giunta, perché nel parlare di accreditamento demanda il tutto a quelli che saranno successivi provvedimenti, valutazioni e principi stabiliti con l'attività di Giunta. Questo è un altro aspetto che non ci vede soddisfatti per il modo in cui è stato affrontato.
Un'altra grossa perplessità nasce da quella che è la regola; se dovessimo definire questa legge con una parola o con un concetto, la definiremmo come "la legge della piramide", o meglio "la legge del faraone". Il faraone penso non ci voglia molta fantasia nell'individuarlo nell'Assessore Vicquéry, che sta in cima alla piramide, anche perché la sanità con il "decreto Bindi" e con il disegno di legge n. 56 rafforza gli aspetti fiduciari, nell'ambito dei quali ovviamente il faraone cioè l'Assessore designa il Direttore generale.
Dopo di che c'è tutto un meccanismo a cascata di fiduciarietà, che va dai direttori di riferimento dell'area amministrativa e sanitaria, via via ai direttori di area e di dipartimento, che vengono tutti nominati sulla base della fiducia.
Questo è un aspetto che ha pregi e difetti. Applicato in una realtà piccola come la nostra regione, una realtà in cui fra l'altro si rischia sempre di avere la coincidenza fra il momento della programmazione e il momento dell'esecuzione della programmazione, visto l'ambito ristretto, vista la coincidenza dell'azienda ospedaliera con l'azienda sanitaria, in un ambito così ristretto, dicevo, c'è il rischio che si sovrappongano nuovamente i ruoli di indirizzo con il ruoli di esecuzione. Non solo. Tra le tante cose che la "riforma Bindi" ha disegnato poche ne salviamo. Una di quelle poche, anche qui si tratterà poi di vedere come viene gestita, è la mobilità dei primari. La "riforma Bindi" prevede che i primari siano soggetti a verifica e questo serviva a rompere certi monopoli e certe situazioni che potevano anche condizionare pesantemente l'assetto all'interno della sanità pubblica.
Il problema di fondo è che questo aspetto monolitico dei primari viene sostituito dalla gerarchia fiduciaria; non sono più i primari che sono inamovibili, ma nei fatti sono inamovibili tutti i direttori che sono individuati nel disegno di legge n. 56 e che raggiungono una cifra considerevole, che va a ripristinare quel meccanismo di lobby che sembrava essere superato dalla mobilità dei primari.
L'altro aspetto, sul quale nulla viene detto ma sul quale bisognerà prima o poi confrontarsi, è il problema dei posti letto. Abbiamo più volte discusso in quest'aula sugli standard, sicuramente da domani quegli standard che andavano bene per l'Ospedale regionale, andranno meno bene quando la "riforma Bindi" e di conseguenza il decreto legge n. 56 obbligheranno anche la nostra azienda USL a destinare delle camere a pagamento e delle camere per la libera professione. Anche su questi aspetti vedremo quali saranno i risultati nel concreto!
Un grosso vuoto, che smentisce l'impostazione che l'Assessore più volte ha dato alle scelte della politica sanitaria regionale, è il rapporto fra la medicina di base e la sanità pubblica. I medici di base, Assessore, non sono stati minimamente coinvolti nel disegno di legge n. 56!
L'articolo 24, ossia il Consiglio dei sanitari esclude e ignora completamente il coinvolgimento dei medici di base, e su questo argomento fra l'altro abbiamo presentato un emendamento.
I medici di base riteniamo che siano importanti, perché sono il primo momento del rapporto che ha il cittadino con la sanità; e se è vero che il medico di base non ha un rapporto pubblico, ma ha un rapporto convenzionato con il Servizio sanitario nazionale, ha l'importante ruolo di smistare, di verificare preliminarmente, di indirizzare comunque il paziente. Non coinvolgere nella riforma della sanità regionale i medici di base crea il presupposto per non decentrare le prestazioni ospedaliere; parliamo sempre di un ospedale che deve effettuare le prestazioni per gli acuti e poi nei fatti non ci mettiamo nelle condizioni per poter gestire diversamente quelli che acuti non sono!
Queste sono le macroquestioni che abbiamo individuato come carenze nel disegno di legge n. 56.
Vi sono poi tutta una serie di situazioni particolari, sulle quali brevemente voglio soffermarmi, che riguardano l'articolato.
L'articolo 8 riguarda il piano attuativo locale, che dovrebbe essere il momento di realizzazione in azienda del piano socio-sanitario triennale. Tale piano ha una previsione operativa annuale e regolamenta in maniera molto forte tutta una serie di aspetti. Abbiamo sentito le perplessità espresse in sede di audizione dalle rappresentanze sindacali mediche e abbiamo constatato come quelle perplessità fossero argomentate, e abbiamo anche riscontrato come quelle perplessità non siano state assolutamente recepite nella stesura definitiva del disegno di legge n. 56. Sarebbe stato probabilmente opportuno prevedere nell'ambito dell'articolo 8 un maggior coinvolgimento di quello che era l'organismo sanitario, ovvero di quelli che erano i responsabili dei vari reparti. Ciò peraltro non è accaduto.
Sull'articolo 16 qualcuno si è già soffermato, e riguarda l'ipotesi di commissariamento. Devo dire che qui c'è il vizio del Presidente della Giunta, che ha una predilezione per le figure di tipo commissariale, perché tra le tante cose per cui verrà ricordato il Presidente Viérin una sarà sicuramente quella di aver fatto grande uso di commissari. La replica potrebbe essere che le situazioni hanno imposto questo percorso, però è evidente che il ruolo del commissario deve essere un ruolo transitorio. Quando il commissario diventa nei fatti gestione abituale, viene aggirata la norma che prevede la straordinarietà del commissariamento. Nell'articolo 16 il commissario non ha tempi predefiniti. Uno degli emendamenti ulteriori che abbiamo presentato riguarda la determinazione dei tempi del commissariamento, anche perché a fronte della gerarchia della piramide che ho cercato di sintetizzare prima, non ci sono i presupposti per non prevedere dei commissariamenti a termine. Allora vorremmo capire qual è la logica che non pone dei termini a quella che dovrebbe essere una figura di tipo straordinario!
La risposta che ci diamo, probabilmente frutto della posizione politica che ricopriamo in questo momento rispetto alla maggioranza, è che c'è un'unica differenza fra il Commissario e il Direttore generale: entrambi godono del rapporto fiduciario, ma per quanto riguarda il Commissario non ci sono criteri. Che invece sono individuati per la scelta del Direttore generale. Allora questo a maggior ragione è un buon motivo per porre un termine al periodo di commissariamento.
Proseguendo nell'esame di quei punti che nell'articolato ci destano maggiori perplessità, penso che una riflessione vada fatta sull'elisoccorso, che è stato trattato in maniera molto blanda nell'articolato di questa legge. La nostra sensazione è che averlo trattato come lo tratta l'articolo 35 voglia né più né meno che significare la fotografia della situazione esistente. Dalla lettura dell'articolo 35 non apprezziamo delle significative modificazioni all'attuale gestione del meccanismo dell'elisoccorso.
Uno degli elementi di maggiore problematicità di questo servizio derivava dal fatto che non era un servizio d'istituto e derivava dal fatto che, non essendo servizio d'istituto, non era servizio con organico proprio. È vero che l'elisoccorso forse è una particolarità di poche regioni, più precisamente delle regioni montane, ma è altrettanto vero che se l'elisoccorso deve funzionare, non può funzionare a discapito dei servizi istituzionali.
Allora la scelta deve essere un'altra, e deve essere quella di istituzionalizzare l'elisoccorso non attraverso una previsione nella legge di riforma dell'organizzazione del Servizio sanitario in Valle d'Aosta, ma dev'essere la previsione che dovrà essere contenuta nel prossimo piano socio-sanitario, affinché si vada a costituire effettivamente un'unità operativa oppure si vada ad individuare nell'ambito degli organici interni all'Ospedale le risorse professionali necessarie a far funzionare questo servizio. Altrimenti rischiamo di ripercorrere quanto è già accaduto quest'estate, di dover chiudere le sale operatorie. E questo sicuramente non lo riteniamo accettabile.
In conclusione di questo esame veloce, anche perché differentemente ci sarebbe stato un discorso sulla politica sanitaria nazionale che in parte è già stato fatto nel dibattito precedente, penso che si possa solo dire una cosa di questo disegno di legge.
Le vere novità della sanità regionale non stanno in questo disegno di legge. Le vere novità della sanità regionale potranno essere probabilmente discusse e confrontate nel prossimo piano socio-sanitario.
E qui purtroppo esprimiamo un ulteriore disappunto e il disappunto è la proroga di un anno che ha avuto il piano triennale, che sarebbe scaduto alla fine di quest'anno. Nei fatti proroghiamo di un ulteriore anno quelle che sono disfunzioni, carenze, difficoltà della sanità in Valle d'Aosta, e questo sicuramente è un altro di quegli aspetti poco coraggiosi che hanno connotato questa legge.
Su questa legge abbiamo presentato una serie di emendamenti, che riteniamo essere emendamenti minimali, solo per ribadire alcune questioni di principio e che non influiscono su quello che è il giudizio negativo che esprimiamo in primis sulla "riforma Bindi" e conseguentemente sulla legge regionale applicativa di quella riforma.
PrésidentLa parole au Conseiller Piccolo.
Piccolo (FA) Non nascondo l'interesse che mi ha suscitato il collega Marguerettaz stamattina, relativamente all'impostazione che lui ha dato e alle considerazioni che ha fatto sul problema della potestà sanitaria della Valle d'Aosta, e nel rispetto di quel principio - che condivido, ovviamente - di autonomia gestionale della sanità valdostana. Sarebbe interessante che questa tematica fosse approfondita nel contesto istituzionale a cui spetta andare a rimuovere certi interessi. Fatta questa premessa, vengo ora al disegno di legge n. 56.
È ancora una volta con piacere che prendo la parola per fare alcune considerazioni sulle problematiche relative alla sanità, un settore a me caro, cercando di dare il mio modesto contributo al dibattito in corso, premettendo però che mi permetterò di fare prima alcune considerazioni più di carattere generale.
Le proposte in questo disegno di legge che parla di sanità, un settore quello sanitario che sollecita e suscita sempre un dibattito acceso, pur nella diversità delle posizioni e delle situazioni, è che comunque l'origine del dibattito rimane sempre la stessa. I servizi erogati e le strutture socio-sanitarie, si dice, sono inadeguate o insufficienti, l'urgenza di rimediarvi è grande, i finanziamenti necessari sono sempre più difficili da reperire.
Queste condizioni per alcuni sono la conferma che si possono fare solo passi limitati e graduali, potenziando quello che esiste; per altri, invece, sono la dimostrazione che le scelte improvvisate o fatte addirittura "a tampone" non risolvono mai il problema in modo definitivo.
Ritengo che in entrambe le convenzioni vi siano argomenti validi che debbano essere valutati attentamente per prendere una decisione politica più saggia, quella politica che pensa non solo al momento presente o al futuro che va fino alle prossime elezioni, ma alla funzionalità permanente del Servizio sanitario fra i più importanti da dare ai cittadini.
A mio modesto avviso è però necessario conciliare le risorse con le istanze, perché la sanità valdostana ha assolutamente bisogno sia di interventi a breve, sia di programmi a lungo termine.
I servizi da erogare e gli interventi previsti sia di adeguamento che di nuova costruzione sono dunque indispensabili e tali interventi sono già di per sé una giustificazione di spesa.
Intendo pertanto, anche in quest'occasione, riprendere in parte quanto da me dichiarato in occasione delle discussioni in Consiglio sull'esame delle problematiche del settore sanitario, e ribadire in modo più sintetico le proposte avanzate non solo in quell'occasione, ma anche in altre sedute del Consiglio sull'argomento sanità, e che mi trovano oggi favorevole in quanto molte di esse trovano una risposta in questo disegno di legge. Credo sia opportuno sottolineare il fatto di quanto siano importanti, prima delle decisioni sulle scelte da farsi, alcune discussioni fatte sia in riunioni di maggioranza, sia nella commissione competente e anche più volte in quest'aula. Discussioni che ritengo, ripeto, importanti e indispensabili al fine di poter esprimere a livello politico una scelta oculata e definitiva, che va verso la soluzione di alcuni problemi che ancora oggi non trovano in questo delicato settore le giuste risposte.
Dicevo prima che mi trovano favorevole in particolare alcune proposte contenute nel disegno di legge; ne cito per sommi capi alcune per non dilungarmi troppo nell'intervento. Proposte che rispondono pienamente a quelle avanzate dal mio gruppo, mi riferisco in particolare ad alcuni articoli, e che cerco qui di semplificare: all'articolo 12, quando si parla degli organi dell'azienda USL, organismo vitale per la gestione della sanità; agli articoli 13, 14, 15, 16 e 17, che riguardano la nomina del Direttore generale, nomina che ovviamente dovrà essere fatta in tempi brevi, e le sue competenze in qualità di manager di un'azienda sempre più autonoma in termini gestionali; all'articolo 29, dove si parla dell'organizzazione dell'area territoriale in particolare per quanto attiene le cure di riabilitazione e le prestazioni fisioterapiche, servizi questi purtroppo ancora carenti sul territorio e prestazioni che necessitano della presenza fisica di alcune figure specifiche professionali, sempre più difficili da reperire in loco e sul territorio valdostano. Servizi che comunque sono sempre più richiesti dai cittadini di ogni età e che potranno sicuramente decongestionare l'Ospedale dall'occupazione anche di alcuni posti letto.
Una parte importante fra le proposte avanzate, e a me molto cara, è quella relativa al decentramento e al potenziamento dei servizi socio-sanitari sul territorio, mi riferisco ovviamente ai distretti, adeguando così sia la presenza di presidi sanitari decentrati, sia incrementando i servizi domiciliari con il coinvolgimento che ritengo doveroso, quello degli enti locali, in modo da dare le prime risposte sanitarie sul territorio ai cittadini in modo più celere, decongestionando, al tempo stesso, anche qui, le strutture ospedaliere per alcuni servizi particolari.
È giusta la sottolineatura sull'integrazione e coordinamento fra i medici di base, gli specialisti ospedalieri e quelli ambulatoriali e territoriali, integrazione e coordinamento sotto il controllo e la gestione del Direttore di distretto, direttore che avrà tra l'altro anche il compito fondamentale dell'integrazione operativa tra i servizi sanitari e quelli socio-assistenziali.
In merito poi all'impegno profuso, sia in sede di maggioranza che in commissione, mi preme sottolineare il fatto che sono state apportate una serie di modifiche con proposte di emendamenti al testo originariamente licenziato dalla Giunta regionale, richieste di modifica presentate sia dal mio gruppo, sia dai commissari, che dallo stesso Assessore.
Si tratta di emendamenti che ritengo qualificanti ed importanti in particolare per quanto attiene l'articolo 42, relativo all'accertamento della conoscenza della lingua francese e provvedendo allo stralcio dello stesso nella parte che riguardava in particolare la prova di accesso per la copertura di posti spettanti nei concorsi da parte di laureati medici e laureati professionali.
È opinione diffusa quella che per il settore sanità, un settore secondo noi da considerarsi a parte per la sua particolarità, che non si possano applicare le stesse regole in materia di sanità alla pari degli altri settori.
Le figure laureate mediche e professionali del settore sanità non possono avere, per la copertura di posti da coprire, lo sbarramento iniziale della prova per l'accertamento della conoscenza della lingua francese.
Occorrerà trovare il sistema perché queste prove siano le più semplificate possibili; si parla della salute di ognuno di noi, e la salute credo che non possa essere messa in discussione con nessun vincolo e tantomeno da nessuno.
Dopo lo stralcio previsto all'articolo sopra citato per quanto attiene le figure laureate della sanità tali prove verranno giustamente inserite, pur con il doveroso distinguo per la particolarità del settore sanità, anche alla luce delle difficoltà di reperire figure professionali e specifiche nella sanità, nella predisposizione dell'ultimo atto da parte della Giunta, che dovrà disporre le modalità per la spendibilità del francese per le figure laureate. Non sto ad approfondire quest'argomento, perché è già stato ben approfondito da altri interventi che mi hanno preceduto.
Questa scelta precisa e con il distinguo che ho già sottolineato per il settore della sanità è stata una proposta condivisa da tutte le forze politiche della maggioranza, e questo smentisce, qualora ci fossero ancora dubbi in proposito, alcune voci che ancora oggi continuano ad asserire che le forze di maggioranza vogliono con il francese dividere la popolazione valdostana. Per quanto ci riguarda non è così, il francese per noi è il caposaldo della nostra autonomia e del nostro Statuto speciale; per noi la lingua francese contribuisce all'arricchimento culturale di un popolo, e non è certamente motivo di divisione e ancor peggio di discriminazione fra cittadini valdostani, distinguendoli fra quelli di origine e quelli di adozione.
Senza volermi rifare ad altre considerazioni che ho già fatto nel precedente Consiglio del 6 e 7 ottobre, chiudo questo mio intervento con l'auspicio che quanto contenuto in questo disegno di legge possa trovare nei fatti e nei tempi - che mi auguro strettissimi - le giuste risposte ai cittadini, e concludo annunciando il voto favorevole al disegno di legge.
PrésidentLa parole au Conseiller Lattanzi.
Lattanzi (FI) Mi permetto di intervenire non certo per ribadire la nostra posizione sul contenuto della legge, cosa che ha fatto in maniera egregia il collega Frassy, ma perché in qualità di commissario della I Commissione anche questa settimana la nostra commissione si è occupata della semplificazione normativa, cioè di quel processo da tutti auspicato di una pulizia di tutte quelle che sono le leggi che a livello regionale ormai sono in disuso, obsolete. Basti pensare che la nostra regione ha circa 1900 leggi, quasi un migliaio di queste sono assolutamente inconsistenti, inutilizzate, svuotate dei loro poteri anche per effetto di nuove leggi che si sono sovrapposte.
Allora, da un incontro avuto anche dalla Direzione affari legislativi quest'ultima settimana si è reso necessario un progetto di lavoro, che vedrà la commissione impegnata nei prossimi mesi, per identificare l'opportunità dei processi al fine di ricreare un quadro normativo più chiaro e trasparente.
Proprio alla luce di questo tipo di discorso la guida all'abrogazione, che ha accompagnato la legge n. 56, indicava all'Assessore tutta una serie di leggi, la n. 4/51, la n. 8/62, la n. 15/62, la n. 19/64 e ce ne sono una trentina, che sarebbe stato opportuno abrogare con la legge n. 56, e quindi creando un allegato. Al capo VI nelle "Disposizioni finali e transitorie", articolo 46, l'Assessore ha recepito quest'indicazione per quasi tutte le leggi indicate dall'Ufficio legislativo.
Mi è sorta una domanda abbastanza banale, ma al tempo stesso importante: come mai di tutte le leggi segnalate come abrogabili, la nuova legge proposta dall'Assessore non accetta invece l'indicazione di abrogare due di queste leggi, la legge n. 70/82 e la legge n. 56/88? La legge n. 70/82 è stata definita dalla scheda allegata una legge che non ha più nessun significato, la cui abrogazione non crea nessun vuoto normativo perché è già stato colmato da altre nuove leggi; allora perché l'Assessore ha ritenuto opportuno non abrogare? Fra l'altro la legge n. 70/82, concernente l'esercizio delle funzioni in materia d'igiene e sanità pubblica, di medicina legale, di vigilanza sulle farmacie, è la legge storica, proprio quella che andiamo a ridiscutere con la legge n. 56. La motivazione della proposta di abrogazione era la seguente: si propone l'abrogazione del titolo IV della legge n. 70/82, perché la materia viene ridisciplinata dal disegno di legge n. 56.
Per quanto riguarda la legge n. 56/88, anch'essa è ormai completamente svuotata delle sue potenzialità, la sua abrogazione non crea un vuoto normativo, le motivazioni sono molte, se ne propone infatti l'abrogazione perché "la legge n. 56/88 integra la n. 66/83, è già abrogata nel 1997, l'oggetto della legge si riferisce a un piano socio-sanitario mai scaduto", quindi si fa riferimento agli anni 60, 70 e 80.
La curiosità come commissario della I Commissione sorge spontanea: come mai queste due leggi sono state, contrariamente a tutte le altre, ritenute dall'Assessore non abrogabili? Mi farebbe piacere saperlo!
PrésidentLa parole au Conseiller Fiou.
Fiou (GV-DS-PSE) La proposta di legge n. 56 che stiamo discutendo è indubbiamente importante perché, partendo dall'applicazione dei principi contenuti nel decreto legislativo 19 giugno 1999 n. 229, del quale do un giudizio diverso da quanto è emerso da parecchi interventi della minoranza, ridefinisce la natura, le finalità, la struttura organizzativa dell'azienda sanitaria locale, individua i soggetti e i temi della programmazione sanitaria, i momenti di verifica della realizzazione degli obiettivi fissati, le occasioni di partecipazione degli enti locali a tali attività.
Questa legge mette quindi a disposizione degli operatori della sanità una normativa che giudico innovativa, adeguata all'esigenza di costruire almeno in buona parte risposte positive ai numerosi problemi che sono stati sollevati riguardo al settore in quest'aula e direi soprattutto fuori, nel contesto sociale.
Ho usato il condizionale "permetterebbe" non a caso. Giudicando infatti la proposta di legge appunto innovativa, la sua applicazione andrà seguita passo a passo perché qualche resistenza rispetto alla concretizzazione delle scelte di cui essa è portatrice si potrà riscontrare.
Qualche avvisaglia di queste possibili resistenze mi è parso coglierla già in qualche valutazione critica sentita durante le audizioni dei rappresentanti delle categorie che nel settore operano; da alcune di queste sono emerse sì sollecitazioni ad attuare con convinzione quanto previsto dalla legge, ma da altre anche forti critiche, forse più indirizzate anche lì alla filosofia che sta alla base della "riforma Bindi", ma per indirettamente, secondo me, esprimere dubbi sulla realizzabilità anche della proposta regionale. È chiaro che in questa proposta ci sono scelte che vanno a modificare, qualche volta in modo consistente alcuni aspetti del rapporto di lavoro degli addetti, o comunque dei modi di organizzare il lavoro stesso, o ancora, interviene su competenze e responsabilità. Di conseguenza, visto il peso di tutto ciò, potrebbero nascere freni al percorso delle innovazioni.
Occorre perciò rafforzare e sostenere la valenza riformatrice di cui la legge è portatrice ed il primo passo importante per avviare in positivo il processo di cambiamento sta nel garantire in tempi certi e soprattutto brevi l'individuazione dei responsabili delle nuove strutture ai vari livelli, a partire soprattutto dal Direttore generale e dalla direzione.
Altro aspetto indispensabile è garantire a questi responsabili l'autonomia, l'autorevolezza e la certezza delle risorse, necessarie a realizzare le scelte complesse che la riforma comporta.
Anch'io sono per sollecitare che una struttura che andrebbe finalmente avviata nel concreto è l'Osservatorio regionale epidemiologico, perché sul suo lavoro si fonda sostanzialmente la programmazione sanitaria e quindi tutte le scelte che da questa discendono. Occorre su quest'osservatorio prendere decisioni per il suo concreto avvio e prevedere le risorse necessarie al suo funzionamento.
Secondo me va poi assunto un atteggiamento fermo in merito alle linee di riforma per quanto riguarda la definizione delle varie strutture organizzative, occorrerà invece verificare sul campo la funzionalità concreta di alcune scelte. Ad esempio la suddivisione in quattro distretti del territorio ha fin dall'inizio sollevato in noi perplessità per il rischio che in tal modo vengano introdotte rigidità di rapporti fra i vari livelli nella gestione di personale e risorse, e ingenerare confusione di competenze e di responsabilità.
Sono poi emerse tensioni fra le varie componenti all'interno dell'azienda sanitaria locale, che potrebbero compromettere la collegialità del lavoro indispensabile perché una macchina organizzativa così complessa possa decollare e funzionare; anche in questa direzione bisognerà essere estremamente attenti. Ecco perché richiamo la necessità di un particolare impegno nella realizzazione di quanto nella legge è previsto.
In sintesi, a parte alcuni aspetti che ho sottolineato o che ho tralasciato, a cui guardiamo con qualche riserva, vediamo in questa legge una buona legge. L'impegno non semplice è realizzare quanto essa contiene. Dal momento della sua approvazione questo sarà compito ovviamente degli operatori del settore, ma in particolare dell'Assessore competente.
Affronto ora un problema che merita un ragionamento a sé stante, anche se ha implicazioni concrete sul funzionamento dell'azienda sanitaria locale, ed è la questione del francese. Che nella maggioranza ci sia un forte dibattito su tutta la problematica della verifica della conoscenza del francese per l'accesso ai posti di lavoro, credo sia abbastanza noto. Questa della riorganizzazione dell'azienda sanitaria locale poteva essere un'occasione per avviare un ripensamento della questione, vista la particolare sensibilità che il settore richiede in proposito. Quest'occasione, secondo me, non è stata colta.
Quanto contenuto nell'articolo 42 del testo che oggi è in Consiglio è il corretto allargamento alle categorie degli addetti alla sanità di soluzioni già vigenti per altre categorie: riconoscimento del nuovo titolo di studio, riconoscimento di esami già sostenuti, modalità di svolgimento delle prove nel senso del superamento della dictée, eccetera; però c'è anche - come è già stato sottolineato - l'affermazione rigida del principio che per accedere ad un posto di lavoro occorre superare la prova preliminare della conoscenza della lingua francese, riconfermando così l'attuale impostazione generale in merito.
L'aver stralciato la parte relativa al personale sanitario laureato denota la volontà di trovare sì qualche deroga, là dove la rigidità dell'impostazione generale crea problemi tali da diventare insostenibile, ma tale volontà è sostenuta dalla logica che sorregge il meccanismo che riguarda i supplenti nel settore della scuola, cioè là dove non ho candidati che superano la prova di francese e non potendo lasciare i posti scoperti, allora provvedo con una deroga. Cioè si mantiene rigido lo schema generale, però poi là dove questo crea dei problemi, si prevedono le scappatoie.
Il fatto che proprio la discutibilità degli strumenti generali invece utilizzati per la salvaguardia e la promozione del francese stiano creando disorientamento e anche tensioni nella comunità, ancora una volta viene secondo me sottovalutato, aggiungendo ancora un'ulteriore incomprensione sociale alla difficile funzionalità della normativa in vigore.
Per quanto mi riguarda, una sperimentazione anche settoriale, cioè all'interno della sanità, riguardante però tutti i livelli e non come fatto di deroga, di strumenti nuovi come i corsi obbligatori di francese in alternativa all'esame, sarebbe stata una strada con maggiori prospettive di accettabilità, sicuramente una strada di riconciliazione con la questione del francese, sicuramente una strada più convincente e funzionale di qualche "deroga rattoppo".
Non siamo riusciti a trasmettere queste nostre convinzioni a tutta la maggioranza, ne prendiamo atto; con ciò non tralasceremo le occasioni per riproporle, ho l'impressione che queste occasioni non mancheranno perché abbiamo degli appuntamenti con la comunità che ci faranno ridiscutere questo tema.
PrésidentJ'annonce le dépôt de quelques amendements de la part de l'Assesseur Vicquéry.
La parole à la Conseillère Squarzino Secondina pour deuxième intervention.
Squarzino (PVA-cU) Volevo annunciare, prima che sia chiusa la discussione generale, la presentazione di altri emendamenti, che illustrerò dopo.
PrésidentJe résume pour les collègues: nous avons reçu des amendements de la part de la Vème Commission, de la Conseillère Charles Teresa, du Conseiller Marguerettaz, du groupe Valle d'Aosta per l'Ulivo, des Conseillers Frassy, Tibaldi et Lattanzi, ainsi que de la part de l'Assesseur Vicquéry.
Est-ce qu'il y a d'autres collègues qui veulent déposer des amendements ou intervenir en discussion générale?
La parole au Conseiller Marguerettaz.
Marguerettaz (Aut)Solo per annunciare al Consiglio che rispetto agli emendamenti da me presentati, sull'emendamento n. 2 mi è stato fatto notare giustamente che vi è da fare una variazione di tipo tecnico, per cui l'emendamento proposto risulterebbe così formulato: "due dal Consiglio regionale, di cui uno eletto dalla minoranza, in deroga alle procedure della legge regionale 10 aprile 1997, n. 11 (Disciplina delle nomine e delle designazioni di competenza regionale)".
PrésidentLe secrétariat de la Présidence a pris bonne note de la correction à l'amendement.
Est-ce qu'il y a d'autres interventions en discussion générale? La discussion générale est close.
La parole à l'Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Vicquéry, pour motion d'ordre.
Vicquéry (UV)Per chiedere una sospensione presumibilmente di un quarto d'ora, nell'ottica delle richieste che sono state avanzate, per poter esaminare tutti gli emendamenti proposti.
PrésidentLe Conseil est suspendu pendant 15 minutes.
Si dà atto che la seduta è sospesa dalle ore 18,40 alle ore 19,27.
PrésidentPendant la suspension nous avons pourvu à vérifier les amendements qui sont assez nombreux, entre-temps il nous a été signalé qu'il serait souhaitable d'apporter des corrections substantielles à trois amendements déposés par le groupe Valle d'Aosta per l'Ulivo. Si vous avez les documents à la main, je vous prie de prendre note. Il s'agit de l'amendement n° 5, qu'il serait utile de modifier dans le sens de la suppression des mots "limitatamente all'organizzazione dell'area di competenza", et donc l'amendement n° 5 à l'article 10, 2ème alinéa, on ajouterait seulement "e dopo aver acquisito il parere delle organizzazioni sindacali".
A l'amendement n° 7 il serait souhaitable qu'il y ait la suppression des mots: "dell'Area professionale tecnico amministrativa", donc on garde l'amendement dans la formulation "fermo restando che la Direzione delle strutture complesse è riservata a Dirigenti dipendenti".
A l'amendement n° 11 il y aurait suppression des mots: "di ciascuna componente di cui alle lettere d), e), f)", qui seraient remplacés par les mots: "dei componenti", l'amendement serait donc à lire dans ces termes: "qualunque sia il numero dei membri presenti" è sostituito con "a condizione che sia presente almeno la metà dei componenti". Nous allons distribuer également une correction formelle d'un autre amendement déposé par Mme Squarzino. Est-ce que vous pouvez signaler vous-même, Mme Squarzino, la correction que vous avez apportée à votre amendement?
La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.
Squarzino (PVA-cU) Chiedo scusa se ho fatto un po' di pasticci nel presentare gli emendamenti, ma questo denota anche il clima con cui si lavora, con l'acqua alla gola, con la fretta, eccetera.
Avevo presentato un precedente emendamento all'articolo 15, al comma 1; in realtà era all'articolo 20. L'articolo 15 era il vecchio articolo della precedente legge, quindi è l'articolo 20. Con l'emendamento si chiede pertanto di aggiungere al comma 1 dell'articolo 20 una lettera e) dopo la lettera d), in cui è indicata un'altra categoria di persone che sono dichiarate incompatibili con la carica di membro del Collegio sindacale. Si dice che coloro che sono consiglieri comunali non possono far parte del Collegio sindacale.
La filosofia di quest'emendamento consiste in questo. Dato che il Collegio sindacale esprime delle valutazioni rispetto all'attività dell'azienda e dato che quest'attività comunque è in un rapporto di proposta e verifica anche con il Consiglio permanente degli enti locali, per evitare possibili ingerenze la nostra proposta è di mettere come una caratteristica d'ineleggibilità quella di ricoprire la carica di consigliere comunale.
PrésidentA l'article 20 l'amendement récite:
Emendamento "Al comma 1 aggiungere la lettera "e) coloro che sono consiglieri comunali".
La parole à l'Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Vicquéry.
Vicquéry (UV)Innanzitutto permettetemi di ringraziare i relatori per l'ottimo rapporto che hanno fatto, ringrazio anche i membri della II e V Commissione, che comunque hanno avuto modo di approfondire alla presenza dell'Assessore questo tema e che sicuramente avranno la possibilità di svilupparlo ulteriormente, tenendo presente che il tema della sanità non si esaurisce con la presentazione di questo disegno di legge.
Un apprezzamento per il dibattito, sia per il tono, ma soprattutto per i contenuti; c'è chi ha parlato di legge innovativa, chi di legge seria e concreta, io mi limito a dire che questo disegno di legge non va né osannato né denigrato perché è un disegno di legge di stretta applicazione di una riforma sanitaria che ci piace per alcuni aspetti e non ci piace per altri. Ci piace là dove obbliga finalmente il personale medico a fare una scelta, la Provincia autonoma di Bolzano abbiamo sentito venerdì scorso che il rapporto esclusivo lo ha istituito dal 1970 e di fatto sta funzionando benissimo senza i problemi che qualcuno pensava sorgessero. Non ci piace per tutta un'altra serie di motivi.
Ha comunque un'impronta di tipo abbastanza centralistico, tant'è che sulla definizione dei piani socio-sanitari regionali il ministro non si è limitato a scrivere in legge quanto ha scritto, ma ultimamente ha inviato una circolare a tutte le regioni dicendo che le bozze di piano sanitario devono essere preliminarmente viste dal ministero, e su questo avremo da discutere perché posizioni di questo genere vanno a ledere l'autonomia statutaria delle singole regioni.
Il "229" è un compromesso fra richieste discordanti e contrastanti dei sindacati medici e non medici, delle amministrazioni comunali, delle regioni, ed è come tutte le sintesi un insieme di disposizioni che hanno la pretesa di dettare delle normative uniformi su tutto il territorio regionale, ma queste normative non possono sicuramente avere una valenza come qualcuno a livello ministeriale vuole dare.
Ho molto apprezzato il contenuto e il tono dell'intervento del Consigliere Marguerettaz, che ha toccato temi che a noi interessano molto e che stiamo seguendo da vicino: il tema dell'autonomia, il tema del federalismo, il tema di ciò che vogliamo diventi la sanità in Valle d'Aosta.
Non voglio dilungarmi troppo perché la tematica è interessante ma è anche complessa nello stesso tempo; mi limito a dire che su questo ci siamo mossi e ci stiamo muovendo sempre d'intesa con i nostri Parlamentari, tant'è che già nella legge delega n. 419 avevamo fatto inserire un comma all'articolo 2, che recita: "La Regione Valle d'Aosta, la Regione Friuli Venezia Giulia, le Province autonome di Trento e Bolzano adeguano la propria legislazione in coerenza con il sistema di autofinanziamento del settore sanitario, nei limiti dei rispettivi statuti e delle relative norme di attuazione, ai principi fondamentali dei decreti legislativi e attuativi della presente legge".
Questo concetto contenuto nella legge delega lo avevo chiesto espressamente con lettera al responsabile finanziario del ministero al fine di inserirlo anche nel decreto delegato n. 229, proponendogli un testo di questo genere: "La Regione Valle d'Aosta adegua la propria legislazione, in coerenza con il sistema di autofinanziamento del settore sanitario e nei limiti del proprio statuto e delle relative norme di attuazione, ai principi fondamentali del presente decreto legislativo".
Ho avuto un appuntamento con il ministro e con il responsabile giuridico del ministero, i quali mi hanno assicurato che non solo era inopportuno inserire questo concetto nel decreto legislativo, ma avrebbe potuto addirittura comportare dei problemi interpretativi negativi per la Valle d'Aosta, perché il testo che vale è il testo della legge delega ed è quanto è scritto. Per cui ci si limita ai principi fondamentali della presente legge.
Questo concetto viene in parte ribadito anche dalla finanziaria che è in discussione oggi, ma nel testo che è uscito dal Senato - dove è passato in prima seduta - il Senatore Dondeynaz ha fatto inserire nel comma 16 dell'articolo 25: "In ragione dell'autofinanziamento del settore sanitario, le disposizioni di cui al presente articolo non si applicano alle Province autonome di Trento e Bolzano, alla Regione Valle d'Aosta e alla Regione Friuli Venezia Giulia".
È un articolo che riguarda la riqualificazione dell'assistenza sanitaria e dell'attività libero-professionale, non è esaustivo, ma per esempio sulla percentuale dell'attività libero-professionale, sulla percentuale di competenza dei medici, del personale non medico e dell'azienda USL a seconda se l'attività libero-professionale viene svolta in ambito ospedaliero o negli ambulatori privati o nelle strutture accreditate, noi possiamo e diremo la nostra, perché è una trattativa che vogliamo fare con le organizzazioni sindacali. Così come possiamo e diremo la nostra sul tema della gestione dei posti letto, di cui parlerò successivamente.
Ma al di là questi primi timidi tentativi di staccarci da una regolamentazione a livello centrale per poter entrare nel merito della gestione a livello di Valle d'Aosta, devo dire che già al momento della discussione nella Conferenza degli Assessori, nella Conferenza dei Presidenti e nella Conferenza Stato-Regione, avevamo posto con forza questi temi. Alcuni sono stati recepiti, altri no. Ho il verbale della Conferenza dei Presidenti delle regioni, che si è tenuta il 6 maggio 1999, a cui ho partecipato per delega del Presidente, e nel verbale trasmesso dal Presidente Chiti al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro della sanità si dice fra l'altro che "va infine prevista una norma che in maniera inequivoca faccia salve le prerogative delle regioni e delle province a statuto speciale". Questa è una richiesta nostra.
Devo dire che le regioni a statuto speciale su questo versante, come su tanti altri, non sono sempre lineari, perché si può concordare spesso con le Regioni Friuli e Trentino Alto Adige e le due province, ma quando si scende nei particolari ci sono problemi di comprensione, nel senso che si parla un linguaggio che non ci accomuna. Però questo è stato detto con forza perché una norma che in maniera inequivoca faccia salve le prerogative è un concetto riconosciuto da tutte le regioni a statuto ordinario.
In questo verbale della Conferenza dei Presidenti c'è tutta una serie di punti che i Presidenti delle Giunte avevano definito dirimenti, punti irrinunciabili da parte delle regioni, pena il pronunciamento di un parere negativo in sede di Conferenza Stato-Regioni.
In quella sede, ho ancora il testo autografo, il ministro che fino al giorno prima aveva resistito fortemente alle pressioni delle regioni, alla presenza del Presidente del Consiglio D'Alema che faceva da notaio rogante, ha detto sì a tutti i punti riconosciuti dirimenti dalle amministrazioni regionali, ed erano 19 questi punti.
Ci sono poi tutta un'altra serie di punti che il Consigliere Marguerettaz citava prima, che portano a un totale di 35, che non erano considerati dirimenti e che sono stati in parte accolti e in parte non accolti, ma qui siamo nella logica democratica della contrattazione fra le parti. Questo per dire che il parere è stato acquisito dalla Conferenza Stato-Regioni solo a queste condizioni, perché nel primo testo uscito dal ministero l'impostazione era di tipo centralistico, con una serie di commissariamenti "ad acta", uno di questi riguarda la mancata nomina del Direttore generale. Il Direttore generale deve essere nominato con termine perentorio entro 60 giorni dalla vacanza, salvo addirittura il commissariamento "ad acta" da parte del ministero. Questo vale anche per gli emendamenti di cui parleremo dopo, perché non c'è nessuna contraddizione fra il testo nostro e il testo del ministero dei sei mesi, perché sono altre cose.
Voglio sfiorare l'aspetto dell'articolo 48 bis; stiamo lavorando su questo, faccio presente che non abbiamo competenza primaria in materia d'igiene e sanità, ma non ce l'ha neppure la Provincia autonoma di Bolzano; la Regione Trentino Alto Adige ha competenza in materia di organizzazione di enti; la provincia ha competenza secondaria in materia di personale e di altro; noi vogliamo seguire quest'impostazione investendo della tematica la Commissione paritetica, verificando bene quali dei temi che riguardano la gestione della sanità potranno essere ricompresi nel 48 bis e potranno assumere una valenza di competenza primaria.
Riteniamo che bisogna muoversi con lucidità, sapendo quale obiettivo vogliamo raggiungere perché il disegno di legge di cui stiamo parlando non sarebbe quello che abbiamo sottomano, se non ci fosse stato a monte il "decreto Bindi"; questo devo dirlo con tutta sincerità. Una delle mie maggiori preoccupazioni è l'eccessiva burocratizzazione del sistema; vi sono alcuni organismi che si duplicano, il Consiglio di sanità che ha un'origine di tipo sindacale rischia di essere in sovrapposizione o in contrapposizione, che è peggio ancora, con il Collegio di direzione.
Si sta dicendo anche a livello ministeriale che il Consiglio dei sanitari lo si vuole abolire con una normativa successiva, ci sono degli aspetti di dettaglio nella "riforma Bindi" che abbiamo contestato tutti. Il susseguente disegno di legge nostro deve per forza di cose entrare a volte anche nel dettaglio dell'organizzazione più o meno per gli stessi motivi.
Devo dire che al di là di questi discorsi di tipo generale, il disegno di legge rappresenta quello che io definirei una scommessa nell'aziendalizzazione, perché dietro le norme e dietro le frasi fatte ci stanno poi persone fisiche, ci sta l'Assessore alla sanità che ha un ruolo, ci sta un direttore generale che ne ha un altro, ma dobbiamo renderci conto che viviamo in una società, quella della Valle d'Aosta, dove certe confusioni di ruoli ci sono e ci saranno sempre. Nelle piccole realtà è così.
Diceva il collega Saurer venerdì scorso che il Presidente della Giunta della Provincia di Bolzano fa esattamente quello che fa il Presidente della Giunta della Valle d'Aosta: riceve continuamente i cittadini che lo investono di problematiche, che altrove non sarebbero sicuramente di competenza del politico, ma sarebbero di competenza o del dirigente o del Direttore generale dell'USL. È inevitabile, noi su questo non vorremmo perdere quel poco di contatto che il "Palazzo" ha ancora con la cittadinanza, ma dobbiamo fare molta attenzione a scindere quelle che sono le linee di indirizzo politico, da quelli che sono gli indirizzi strategici. È una scommessa che dobbiamo cercare di vincere, ma dobbiamo evitare sempre, quando si parla di sanità, di strumentalizzare certe tematiche, perché è vero che tutto si imposta su un tipo di rapporto fiduciario, la piramide di cui avete parlato, ma è uno dei punti forti su cui tutte le regioni hanno insistito.
Abbiamo voluto chiaramente che in legge fosse scritto che il rapporto con il Direttore generale è un rapporto di tipo fiduciario, che può continuare o può sciogliersi, se il rapporto di fiducia s'interrompe, senza dover motivare il perché si interrompe e senza dover sperabilmente ricorrere al TAR per dirimere questi temi.
È una filosofia che ha avuto difficoltà a svilupparsi, perché mentre stiamo parlando di rapporti fiduciari, di aziendalizzazione, di responsabilizzazione, di temi come il budget, come il controllo di gestione, abbiamo ancora un DPR che riguarda il personale dipendente rigidissimo. Allora anche in questa logica, alcuni emendamenti che sono stati presentati e di cui discuteremo, andrebbero nell'ottica opposta di quanto stiamo dicendo; non possiamo ad ogni piè sospinto chiedere il parere di tutti e del contrario di tutti, perché i 18 sindacati medici e non medici sono 18 sindacati medici e non medici, i quali - come giustamente diceva il Consigliere Beneforti - sono di fatto delle corporazioni.
Non le definisco "lobby" perché le lobby in America sono riconosciute ufficialmente, sponsorizzano l'elezione dei presidenti americani, da noi sono considerate in negativo. Ma di fatto, dicevo, sono dei sindacati che istituzionalmente difendono i loro interessi, e difendono i loro interessi molte volte in contrapposizione con gli altri colleghi. E allora su questo dobbiamo essere consci che vogliamo cercare di vincere questa scommessa, ripeto, dando questa autonomia maggiore che sicuramente non potrà che dare dei frutti positivi vista la logica che sta alla base.
I limiti della "riforma Bindi", diceva il Consigliere Marguerettaz, sono essenzialmente due: la centralizzazione del sistema, il ruolo preponderante dello Stato e l'emarginazione del privato.
Sul primo ho già parlato. Sul discorso dell'emarginazione del privato non dovrebbe essere così, perché la logica della riforma è che il pubblico e il privato si pongono sullo stesso piano. È vero che il privato è soggetto ad un'autorizzazione regionale: l'accreditamento istituzionale e quant'altro; ma alla fin fine già oggi è così, in Valle d'Aosta abbiamo la legge regionale n. 70 che dice che chiunque vuole aprire un ambulatorio, deve avere un'autorizzazione della Regione, con criteri diversi però, vi è infatti una visita del medico di sanità pubblica, il controllo dei tecnici della "626", si verifica se ha i requisiti strutturali e quindi gli si dà l'autorizzazione per aprire l'ambulatorio. Già oggi è così; il sistema dell'accreditamento è un sistema più complesso e noi non abbiamo voluto, Consigliere Frassy, entrare più nel merito dell'accreditamento della legge delegando alla Giunta regionale volutamente, perché non c'è alternativa in questo momento.
La legge di riforma prevede che vengano definite le linee guida dell'accreditamento e che ogni regione adatta le situazioni dell'accreditamento alla realtà propria. Ci sono dei gruppi tecnici che stanno lavorando, queste linee guida dell'accreditamento verranno definite con atti amministrativi, per cui viene delegificato il sistema; se invece fosse in legge, qualunque legge si facesse, rischierebbe di essere modificata ogni quindici giorni perché i criteri, i parametri, i requisiti strutturali dipendono da fattori molte volte esterni alla volontà della Regione.
È sufficiente che venga ridefinito il profilo professionale di uno degli attori del sistema che ho inserito nel concetto di accreditamento, per dover modificare una legge e dire che per ogni posto letto per day hospital, anziché mettere due infermieri, devo metterne tre o devo mettere un tecnico di laboratorio in più o in meno. Allora per forza di cose si deve delegificare. Però gli accreditamenti le regioni li faranno secondo le disponibilità e secondo soprattutto la situazione che ogni regione ha, perché c'è uno spazio di discrezionalità non indifferente nel definire i requisiti dei posti letto, gli spazi, i numeri e quant'altro.
Tocco semplicemente i temi di larga massima che sono stati visti, senza poi entrare nel merito degli altri che sono oggetto degli emendamenti.
I medici di base. I medici di base sono valorizzati in questo disegno di legge. È vero che non sono inseriti nel Consiglio dei sanitari, ma non per una scelta di chiusura, semplicemente perché il Consiglio dei sanitari è stato oggetto di discussione di circa un anno nel momento dell'istituzione, con contrapposizione forte fra primari e altri medici che è sfociata addirittura in sentenza del TAR.
Per evitare equivoci, riprendiamo esattamente quanto è uscito dalla sentenza del TAR, chiariremo meglio - su questo, l'emendamento Marguerettaz ed altri possono essere accolti - che l'elettorato attivo è composto solo da medici per evitare altri equivoci, però i medici di base non inseriamoli perché la legge n. 502 ancora prevede l'inserimento obbligatorio del veterinario e uno del territorio, e inserire i medici di base significherebbe togliere uno di questi o rivedere il numero complessivo del Consiglio dei sanitari, perché deve esserci una proporzione stretta fra le diverse figure professionali. Questo significherebbe ribandire le elezioni con tanto di schede e tempistica molto lunga, in un momento in cui si sta per dire che i Consigli dei sanitari probabilmente verranno sciolti.
I medici di base, ripeto, assumono un peso più forte soprattutto là dove si dice nell'emendamento che i medici di base possono essere nominati direttori dei distretti e che fanno parte del Comitato di distretto che è l'organo collegiale che prima non esisteva e su cui conto molto, perché è importante che a livello distrettuale almeno ci si metta attorno a un tavolo e si cominci ognuno a vedere i problemi degli altri, senza lavorare ognuno per conto proprio.
Ma quanto ai medici di base, ripeto, al di là di quello che dice la legge dipende da loro se entrare o meno nel sistema, se rimanere semplicemente medici che devono prescrivere e tariffare, o se devono entrare nel sistema a tutti gli effetti, perché entrare nel sistema significa rinunciare ad alcune quote capitarie ad alcuni iscritti, perché non posso contemporaneamente avere 1500 assistiti e fare il Direttore di distretto; significa forse, come hanno fatto in altre realtà, riprendere a fare il lavoro delle attuali guardie mediche, della continuità assistenziale, cioè dare la loro disponibilità a fare l'assistenza 24 ore su 24, previa reperibilità, disponibilità e gettone relativo. Ma questo dipende da loro.
Io auspicherei che tutti i medici di medicina generale riprendessero a fare la continuità assistenziale; ritorneremmo un po' alla vecchia logica del medico condotto che quando il cittadino chiama sa che risponde il suo medico e non risponde uno che arriva da Canicattì, perché così succede, che non sa cos'è la Valle d'Aosta e che non conosce né può conoscere assolutamente neppure il paziente, perché sono turni di 36 ore mensili il massimo che possono fare.
Stiamo sostituendo pian piano i medici di guardia medica con i medici di emergenza territoriale che formiamo in Valle d'Aosta, ma come sapete anche su questo ci sono state delle polemiche da parte di qualcuno, che si è lamentato per questa sostituzione. Ma la tendenza è quella di reinserire i medici di base nel contesto più generale, cosa che già sta avvenendo con i corsi di formazione obbligatoria e con un accordo integrativo che abbiamo siglato con loro e che sta dando dei risultati molto positivi. L'accordo integrativo, per esempio, li fa partecipare agli screening, li fa partecipare alle visite all'interno delle microcomunità per anziani, all'interno delle unità di valutazione geriatrica e quant'altro, cose che prima assolutamente non facevano, per cui sono molto ottimista sotto questo punto di vista.
Per quanto riguarda l'Osservatorio, la struttura che vogliamo istituire ha un taglio del tutto diverso rispetto all'osservatorio previsto dalla legislazione precedente, perché ha un taglio non solo di tipo statistico, ma è un osservatorio epidemiologico a tutti gli effetti e un osservatorio anche delle politiche sociali e socio-assistenziali, oltre che un osservatorio delle politiche sanitarie.
L'impegno, al di là dell'emendamento, è di trovare figure professionali preparate, cosa difficile! La difficoltà più grossa è inserire in un organico di dipendente pubblico, per intenderci dipendente regionale, un epidemiologo, è questo è il problema. È impensabile che un buon epidemiologo venga a fare il dipendente regionale, perché può fare l'epidemiologo contemporaneamente seguendo più strutture. Proprio per questo dovremo ancora avvalerci di consulenze esterne per far sì che possa essere formato personale interno, intendendo per personale interno dipendenti dell'USL che abbiano questa specializzazione. Ma ne abbiamo uno, per quel che mi risulta ne abbiamo uno che ha il titolo di specializzazione in epidemiologia e lavoriamo sempre su questi numeri.
Il commissariamento. Questo istituto riteniamo di mantenerlo perché è un'ipotesi in più rispetto alla sostituzione del Direttore sanitario e amministrativo. I tempi del commissariamento, se guardiamo l'articolato, sono chiari perché il commissariamento è solo in caso di vacanza dell'ufficio, ma non confondiamo la vacanza con l'assenza e con l'impedimento.
La vacanza è quando il Direttore generale si è dimesso, non esiste più; l'assenza è quando è assente perché è ammalato, perché ha altri tipi di problemi, ma nel caso di vacanza il commissariamento può durare fino al massimo di 60 giorni perché la "229" pone come termine perentorio la nomina del Direttore generale in caso di vacanza entro 60 giorni; era uno di quegli atti che il ministro voleva addirittura sottoporre al commissariamento "ad acta". Sono fra quelli che ha contestato con forza questo articolo quando è stato scritto, sostenendo la tesi che in 60 giorni non si riesce a nominare un direttore generale.
Devo dire che molti altri colleghi miei erano sulla linea del ministro, essendo convinti invece che è possibile la nomina nei 60 giorni perché molte regioni non prevedono nessun atto di trasparenza per la nomina del Direttore generale, lo scelgono con delibera di Giunta senza bandire avvisi, senza pubblicare sul Bollettino ufficiale e senza nient'altro. Noi vorremmo adottare un procedimento diverso, ma i 60 giorni sono tempi stretti; allora il commissariamento dà la possibilità di nominare una persona che non sia il Direttore sanitario o il Direttore amministrativo, perché potrebbero esserci dei problemi. Potremmo trovare la persona che assume le funzioni di commissario e dà la possibilità al Direttore sanitario di continuare a farlo. Per cui non c'è contraddizione fra i 60 giorni e i sei mesi, anzi i sei mesi sono previsti dall'articolo 3, comma 6, del "502" che rimane in vigore.
Tale comma dice, in sostanza: se l'impedimento o l'assenza supera i sei mesi, non potete continuare per anni a tenere in piedi questo Direttore generale, e qui il classico caso è quello della malattia grave, ma dovete per forza sostituirlo. Per cui non c'è nessun tipo di contraddizione, per questo motivo l'emendamento ci sembra superfluo perché è addirittura un termine perentorio e non si può uscirne.
Il Consigliere Frassy parlava del piano attuativo locale. Su questo contiamo molto, perché è lo strumento per finalmente sentire le esigenze delle amministrazioni locali e recepirle o meno, perché sul territorio sicuramente questo è un tema molto sentito.
In ospedale la valenza del PAL è un'altra, ma riteniamo che così come è impostato, con una proposta da parte dell'USL, prima ancora la Giunta regionale entro il 31 gennaio definisce gli obiettivi e stanzia le risorse finanziarie; sulla base di questi obiettivi il piano attuativo viene proposto e viene inviato per un parere agli enti locali entro il 15 marzo ed entro il 20 aprile deve essere approvato dalla Giunta regionale.
Non mettiamo in mezzo a questo processo già un po' complesso altri passaggi di tipo "sentite le organizzazioni sindacali", perché questo semmai lo farà l'azienda con l'atto costitutivo. Non andiamo noi a mettere altri paletti che possono poi rallentare un processo che è di per sé complesso, perché se arriviamo a giugno per dire esattamente all'USL cosa deve fare, abbiamo perso sei mesi. Questo è il concetto generale.
Dell'elisoccorso abbiamo già parlato, non voglio dilungarmi oltre. Mi pare che sia un servizio che funziona, sicuramente andava regolamentato. L'impostazione è quella di cui abbiamo già parlato, cioè l'impostazione di una struttura semplice, trasversale e non con un organico proprio. Potremo sbagliare, sicuramente in questa fase non c'è alternativa, perché le figure professionali che dovrebbero far parte dell'elisoccorso non esistono sul mercato se non come le abbiamo impostate noi.
Nell'elisoccorso abbiamo previsto per esempio anche la possibilità della presenza del medico di base, che abbia semplicemente una conoscenza di montagna, di corsi di specializzazione. È una novità rispetto ad altre situazioni; conosciamo alcuni medici di base bravissimi che pur non avendo la specializzazione in anestesia e rianimazione, svolgono benissimo questa funzione.
Sulla semplificazione amministrativa, Consigliere Lattanzi, ho verificato; in effetti potremmo abrogare la legge n. 56/88, non la legge n. 70 perché è una legge complessa e alcuni dei punti di quella legge sono ancora in vigore, in quanto statuisce tutta la parte della medicina e della sanità pubblica, e della vigilanza sulle farmacie.
Su alcuni aspetti, l'abbiamo verificato dal punto di vista tecnico, mi hanno detto che è delicato abrogarla perché dovrebbe essere ricompresa in un testo unico, mentre in teoria potremmo abrogare la n. 56/88, in tal senso pongo il problema alla Presidenza del Consiglio perché in fase di chiusura della discussione non possiamo più presentare altri emendamenti, però se è vero, come è vero, che la I Commissione consiliare sta rivedendo il tutto, quella è la sede opportuna per inserire anche questo tipo di argomento.
Avrei finito sulle tematiche generali. Per quanto concerne gli emendamenti, non so se vogliamo procedere di volta in volta nel momento in cui vengono presentati, e questa procedura sarebbe preferibile, altrimenti ci perdiamo nella selva degli emendamenti che sono stati presentati.
PrésidentLa parole au Vice-président La Torre.
La Torre (FA) Faremo un intervento molto breve, che varrà anche da dichiarazione di voto, ma che ci sembra doveroso anche per rispondere ad alcune osservazioni che sono state fatte all'interno di quest'aula anche da movimenti dei partiti di minoranza, osservazioni che hanno diritto a una nostra risposta.
Anzitutto partirei da un'affermazione molto precisa, che l'approvazione del disegno di legge n. 56 è urgente e necessaria.
Credo che la Fédération abbia ben capito e abbia anche interpretato questa necessità politica ed operativa dell'Assessore e della maggioranza di approvare questo disegno di legge. È in questo senso che la Fédération ha supportato in modo determinato tutto l'iter di questa legge in tutte le sedi di discussione, compresa la V Commissione.
D'altronde questa è una prima fase, perché come ha detto bene l'Assessore, il tema della sanità non è che si esaurisce con l'approvazione di questo disegno di legge, anzi; inizia la fase forse più importante e difficile, quella che richiede la massima coesione e il massimo coordinamento del Consiglio proprio per supportare la fase attuativa, cioè quella dell'applicazione, e per fare in modo che questa legge abbia la sua massima riuscita in quello che sarà il suo svolgimento.
Quindi vorrei soffermarmi, velocemente, per supportare quest'urgenza e questa necessità, ricordando che la prima urgenza era legata anzitutto al superamento della fase di emergenza in cui ci eravamo trovato durante l'estate; un superamento che era indiscutibilmente necessario perché poteva degenerare, se lasciato libero, in grossi problemi all'interno del settore sanità, addirittura nel caos. Quindi un qualcosa che noi assolutamente in modo responsabile come maggioranza non potevamo accettare.
Un problema di degeneramento che riguardava sia i problemi del personale, sia i problemi sindacali, sia i problemi strutturali. Ebbene questo non potevamo accettarlo e ci eravamo presi impegno di portare questa legge in Consiglio prima di Natale, e lo avevamo detto con estrema chiarezza.
Poi c'era anche il problema, che era stato sollevato da tutti, un problema non solo nostro quindi, del superamento della gestione commissariale. Ma non si può superare una gestione commissariale, se non si produce una legge adeguata e sufficientemente chiara che possa permettere di avere una corretta nomina di uno staff, di un manager, che possa con strumenti reali programmare risorse ed avere un'autonomia gestionale.
Credo che questo sia corretto, così come è corretto che dotandosi di una legge di questo tipo restino all'Assessorato compiti d'indirizzo e di controllo. Questo deve essere, è un principio di autonomia di cui siamo convinti sostenitori.
Così come credo si debba dire che c'era la necessità comunque di confrontarsi con il "decreto Bindi" e con la sua applicazione; il recepimento del "decreto Bindi" era una necessità perché comunque questi cambiamenti nazionali richiedevano a livello regionale una sorta di sincronizzazione. Cioè noi siamo chiamati comunque ad avviare questo processo di regionalizzazione e di aziendalizzazione dell'USL; questo è indispensabile. Sappiamo che l'USL necessita di strutture efficienti e di competenze chiare, questo è il nostro obiettivo. Un obiettivo che credo debba essere da tutti condivisibile, forse il percorso lo può essere meno perché ognuno evidentemente predilige percorsi anche diversi, ma credo che l'obiettivo debba essere un obiettivo comune che, potrà sembrare banale, è quello pur sempre di migliorare le prestazioni socio-sanitarie della nostra regione e possibilmente renderle non solo migliori, ma migliori anche di quelle delle altre regioni.
Queste sono le motivazioni che hanno spinto all'urgenza e quindi alla necessità di approvare in questi tempi il disegno di legge n. 56.
Poi vorrei ancora dire una cosa. Intanto che il "decreto Bindi", lo ha ben detto Marguerettaz, si sta rivelando forse qualcosa di molto meno positivo di quello che apparentemente poteva sembrare. Sì, porta in sé qualcosa di buono, come il discorso del recupero del territorio e quindi è un elemento sicuramente da valutare e da potenziare e credo che in questa legge sia stato recepito. Ma di fatto credo che il "decreto Bindi" sia negativo, perlomeno per quello che sta emergendo anche nel Paese; mi sembra d'intuire che i medici sono contro, che sembra che sia un decreto pervaso di burocrazia, di centralismo e di meccanismi complicati.
Vorrei ancora aggiungere un'altra cosa, sempre con lo stesso spirito con cui sto intervenendo, cioè con la volontà di non nascondermi dietro un dito, quindi di andare fino in fondo agli argomenti che abbiamo trattato anche all'interno della commissione. Mi riferisco all'articolo 42, l'articolo sul francese.
Abbiamo discusso sull'articolo 42 perché non lo ritenevamo, così come era stato presentato, sufficientemente adeguato alla ricerca di un percorso più moderno per l'applicazione del francese, specialmente poi in un settore delicato come quello della sanità. E questo non vuol dire che noi volevamo o vogliamo una prova di francese più morbida, questo sarebbe errato.
Noi vorremmo una prova di francese solo più moderna e più giusta che tenga conto di una dimostrata capacità di conoscenza del francese, ma soprattutto anche sulla disponibilità ad aumentare questa conoscenza. Riteniamo indispensabile che ci sia una conoscenza di base, ma riteniamo estremamente importante che si dimostri una disponibilità ad aumentare la conoscenza del francese, a compensare una conoscenza di base che a volte in settori specifici come questi non può essere di alta qualità.
Credo con estrema franchezza di aver chiarito quelle che possono essere state le motivazioni che hanno fatto sì che la Fédération abbia sostenuto in maniera così determinata il disegno di legge n. 56, e per non fare ulteriori interventi dopo questo vale anche come dichiarazione di voto, favorevole evidentemente.
PrésidentLa parole au Conseiller Marguerettaz.
Marguerettaz (Aut)Anch'io sarò abbastanza breve. Chi di voi ha seguito l'intervento che ho fatto in sede di discussione generale avrà presumibilmente dedotto che l'intenzione del sottoscritto e del mio gruppo era quella di votare contro questo disegno di legge, non per i contenuti che esso esprime, quanto per sottolineare con un voto contrario l'obiezione netta, chiara e decisa del gruppo degli Autonomisti verso un certo tipo d'impostazione di politica sanitaria che deriva dall'attuale Governo nazionale.
Devo dire che quest'idea iniziale si è modificata nel corso del dibattimento, in particolare dopo aver sentito le affermazioni dell'Assessore, il quale con molta onestà e chiaramente difendendo le sue ragioni, peraltro solo in parte condivisibili, ha cercato di affrontare la tematica non solo sui contenuti di questo disegno di legge n. 56, ma cercando di fare un ragionamento più ampio su ciò che stava a monte di questo disegno di legge, così come auspicavo nel corso del primo intervento.
L'Assessore ha fatto un'affermazione che ritengo estremamente importante e che mi auguro possa concretizzare nel più breve tempo possibile. l'Assessore ha affermato nella sua replica che se avessimo avuto la potestà, se non ci fosse stato il "decreto Bindi" a monte di questo disegno di legge n. 56, questo medesimo disegno di legge sarebbe stato decisamente diverso. Ha poi aggiunto: "Lo devo dire sinceramente, il rischio che io vedo è l'eccessiva centralizzazione e burocratizzazione del sistema". A noi questo basta, è un giudizio che condividiamo, come risultava dal mio intervento di stamattina.
Basta per confermarci che le scelte che derivano da questo disegno di legge sono solo in minimissima parte frutto dell'azione politica e amministrativa di questa maggioranza, e sono invece in larghissima parte costrette da questo "decreto Bindi" che sta a monte della nostra legge regionale.
Ma non sono tutte rose, altrimenti voteremmo a favore. Una parte discutibile dell'intervento dell'Assessore è una sua difesa del "decreto Bindi" per quanto riguarda una certa opportunità di scelta che è data al cittadino, una certa concorrenzialità del settore privato con quello pubblico. Noi su questo abbiamo ancora tante, tante riserve!
Innanzitutto bisogna rendersi conto che nel nostro Paese, checché ne dica il Ministro Bindi o il Presidente del Consiglio D'Alema, il 30 percento della domanda dei cittadini per quanto concerne il Servizio sanitario trova risposta in strutture nate da soggetti diversi dallo Stato, intendendo soggetti privati profit e non profit. E nonostante questa situazione, ci troviamo di fronte ancora a questo monopolio che io vedo in una maniera oltremodo evidente che addirittura, ma con quest'impostazione è normale, si trova a dover ulteriormente razionalizzare il servizio pubblico.
In parole povere, nonostante ci si renda conto che il servizio pubblico non risponde e non può rispondere completamente alla domanda che viene da parte dei cittadini, nonostante ci si renda conto che le spese per il Servizio sanitario cosiddetto "pubblico nazionale" se volete, sono esorbitanti rispetto alla qualità del servizio che si offre, ancora si passa attraverso questi meccanismi rigidissimi dell'accreditamento e di quant'altro. Vale a dire, il privato viene riconosciuto sempre all'interno delle risorse disponibili del pubblico denaro. Ecco cosa non va di questa legge.
Mi rendo conto che questo è un ragionamento un po' lontano da quella che è la nostra realtà, ma credo che essendo una regione che ritengo importante all'interno del contesto dello Stato italiano, queste cose in questo consesso dovrebbero essere dette con una certa forza.
Ho annunciato, non so se l'ho detto in maniera chiara, l'astensione del gruppo autonomista sul disegno di legge nel suo complesso. Mi riservo di intervenire sugli emendamenti da noi presentati e su eventuali votazioni diverse sui vari articoli del disegno di legge.
PrésidentLa parole au Conseiller Frassy.
Frassy (FI) Riteniamo che su una legge, che comunque ha la pretesa d'incidere sulla gestione della sanità, si debba avere la pretesa della chiarezza: della chiarezza nell'articolato e soprattutto della chiarezza nella fase finale che è quella della votazione.
Riteniamo che un voto di astensione sicuramente non farebbe chiarezza sulle proposte e sulle contestazioni che muoviamo a questo disegno di legge. Su una riforma diventa difficile sospendere il giudizio, come nei fatti l'astensione comporta da un punto di vista della valutazione del voto di astensione.
Riteniamo che le emergenze estive se sono state superate - su questo abbiamo dei dubbi - non verranno superate con questo tipo di legge. Questa legge ha un altro scopo e ha lo scopo di dare attuazione alla "riforma Bindi". Lo dicevo nella discussione generale che questo è un disegno di legge fortemente vincolato dalla "riforma Bindi" e questo elemento riteniamo che non possa essere una scusante per dire che non si poteva fare di meglio.
Di conseguenza il giudizio negativo, che abbiamo già espresso su quella riforma, non può che essere ribadito anche in sede regionale.
Vorrei solo evidenziare due aspetti che peraltro sono significativi. La "riforma Bindi" ha ristretto gli spazi di autonomia delle regioni; questa è la conclusione che lo stesso Assessore, sebbene a denti stretti, ha dovuto confermare. Su un solo punto avevamo una grossa autonomia e su altri punti avevamo la possibilità di specificare meglio. I punti sui quali potevamo specificare meglio sono i punti sui quali non abbiamo poi deciso, perché abbiamo demandato ad ulteriori provvedimenti il piano socio-sanitario, i provvedimenti di Giunta, le definizioni che competono alla Regione. Su un unico punto sul quale avevamo piena autonomia in materia legislativa abbiamo abortito l'articolo 42, cioè l'unico punto sul quale la Regione poteva e doveva regolamentare la materia, era l'articolo 42: come porsi di fronte al francese all'atto di accedere ai ruoli sanitari. E questo sembrava tra l'altro che fosse una volontà emersa in maggioranza.
Pertanto rimaniamo sorpresi di fronte alla "politica del gambero o dello struzzo" di Fédération, perché questa è la legge che ha più connotazioni con la fauna, cioè il faraone potrebbe essere alla fine la "legge della faraona" perché non vorremmo che poi la faraona fosse la sanità, che finisce - come la faraona - allo spiedo o quant'altro!
La politica di Fédération è incredibile, perché ridendo e scherzando ieri l'Assessore ha detto che bisognerà pensare se non sia il caso di pretendere che certi meccanismi di accertamento linguistico vengano estesi anche alle strutture accreditate, o accreditabili o che verranno accreditate, e questo è incredibile. E Fédération ha confermato il principio del comma 1 dell'articolo 42: la prova di francese non la vogliamo più morbida, dice La Torre, testuale, ma più giusta - poi dovrebbe spiegare cosa vuol dire più giusta - è indispensabile la conoscenza di base. Allora è evidente che l'articolo 42 nel comma 1 cristallizza la situazione attuale per la sanità.
Sarebbe stato bello a questo punto, a fronte del ritrovato accordo delle forze di maggioranza, che l'articolo 42 venisse scritto nella sua completezza, perché se venerdì c'erano stati dei ripensamenti e lunedì e oggi che è giovedì che i ripensamenti sono stati completamente superati, sarebbe stato auspicabile, nel segno della chiarezza, che l'articolo 42 venisse scritto per esteso.
E invece sull'articolo 42, dove la competenza era totalmente nelle nostre mani, la maggioranza non ha avuto il coraggio di scegliere.
E questo è un altro di quegli elementi negativi, perché sono situazioni sulle quali l'assenza di chiarezza non fa bene alla gestione della sanità.
L'insieme di questi elementi e delle considerazioni che abbiamo fatto in discussione generale ci porta a confermare il nostro giudizio negativo e di conseguenza il nostro voto negativo sull'intero testo di legge.
PrésidentLa parole au Conseiller Cottino.
Cottino (UV)Non ho nessuna intenzione di tirarla alla lunga, anche perché non è mia abitudine ripetere quello che è già stato detto da altri del gruppo e soprattutto detto in maniera migliore di quello che potrei fare io. Mi riferisco in particolare a quanto affermato con passione dal relatore Borre, dal Presidente della V Commissione, Rini e, in particolare, dall'Assessore nella sua replica. Per cui addentrarmi troppo nel merito della legge rischierebbe solo di creare confusione anziché chiarezza.
Sicuramente è necessario ribadire, lo abbiamo già detto e ne siamo sempre più convinti, l'urgenza di questa legge e la bontà della legge nel suo insieme, soprattutto se teniamo conto dei vincoli a cui comunque si era legati. Per cui nell'insieme diamo un giudizio sicuramente positivo.
Il fatto di aver preso la parola è per sottolineare un argomento che ci sta molto a cuore, ma soprattutto per sottolineare la coerenza con cui si è arrivati a determinati risultati.
È chiaro, all'interno della maggioranza questo ha fatto discutere, all'interno della maggioranza ci si è chiariti, all'interno della maggioranza si è arrivati a una decisione. È una decisione che riteniamo coerente, positiva, importante, e soprattutto riteniamo questo a seguito delle discussioni che ci sono state all'interno della maggioranza stessa. Mi riferisco al "famigerato" - per riprendere i termini che sono stati usati - articolo 42, di conseguenza alla prova della conoscenza della lingua francese.
Il fatto di non aver scelto in modo definitivo per quanto riguarda il discorso dei laureati a nostro giudizio non è altro che un discorso di coerenza, perché riteniamo che questo vada visto all'interno di un contesto più in generale che riguarda la spendibilità per i laureati e in quell'occasione sarà importante valutare l'importanza che dovrà avere la conoscenza della lingua francese, e le modalità di verifica della sua conoscenza, per l'assunzione dei laureati. Una precisazione si impone: i laureati medici e infermieri, non necessariamente dovranno avere le stesse modalità dei laureati amministrativi. Ma non possiamo neanche dimenticarci che nell'USL non lavorano solo questi laureati, vi lavorano altri laureati e altre categorie, a cui questa legge estende dei benefici che prima non c'erano. Questo, se non si vuole fare come gli struzzi che mettono la testa sotto la sabbia.
Pertanto riteniamo che con questa legge sia stato fatto effettivamente un passo avanti; riteniamo però che il relativo provvedimento di Giunta debba arrivare nel più breve tempo possibile, anche se siamo coscienti della sua complessità e dunque della necessità di approfondirlo bene.
Ribadendo il giudizio positivo, per quanto ci riguarda voteremo a favore di questa legge e daremo sempre l'appoggio all'Assessore, che in questo momento si trova a gestire problemi molto complicati, una problematica che non è sempre vista da tutti in modo lineare e corretto.
(interruzione del Consigliere Marguerettaz, fuori microfono)
? si scandalizza il collega Marguerettaz, quando questa mattina lui stesso, pur non dando l'appoggio all'Assessore, non è arrivato a tanto, ma ha riconosciuto la complessità e le difficoltà che non solo oggi, ma anche in futuro, si troverà di fronte l'Assessore. Difficoltà a cui è molto più facile approcciarsi con delle critiche, che non in modo costruttivo per risolvere i problemi.
PrésidentNous procédons à l'examen article par article du projet de loi; je vous rappelle que nous discutons le nouveau texte élaboré par la IIème Commission.
Je soumets au vote l'article 1er:
Conseillers présents: 31
Votants: 28
Pour: 26
Contre: 2
Abstentions: 3 (Comé, Lanièce, Marguerettaz)
Le Conseil approuve.
Je soumets au vote l'article 2:
Conseillers présents: 31
Votants: 28
Pour: 26
Contre: 2
Abstentions: 3 (Comé, Lanièce, Marguerettaz)
Le Conseil approuve.
Je soumets au vote l'article 3:
Conseillers présents: 31
Votants: 28
Pour: 26
Contre: 2
Abstentions: 3 (Comé, Lanièce, Marguerettaz)
Le Conseil approuve.
A l'article 4 il y a deux amendements: le premier présenté par la Vème Commission et le deuxième par la Conseillère Charles Teresa.
Je donne lecture des amendements:
Emendamento Il comma 3 dell'articolo 4 è sostituito dal seguente:
"3. La relazione annuale sanitaria e sociale è approvata dal Consiglio regionale e pubblicata sul Bollettino ufficiale della Regione.".
Emendamento Il comma 3 dell'articolo 4 è sostituito dal seguente:
"3. La relazione annuale sanitaria e sociale, presentata dalla Giunta regionale, è approvata dal Consiglio regionale e pubblicata sul Bollettino ufficiale della Regione.".
Je soumets au vote ce deuxième amendement, c'est-à-dire celui présenté par la Conseillère Charles Teresa, étant celui qui s'éloigne le plus du texte:
Conseillers présents et votants: 31
Pour: 29
Contre: 2
Le Conseil approuve.
L'amendement de la Vème Commission est échu en raison de l'adoption de l'amendement de la Conseillère Charles Teresa.
Je soumets au vote l'article 4:
Articolo 4 (Relazione sanitaria e sociale)
1. La struttura regionale competente in materia di sanità, salute e politiche sociali predispone ogni anno, con riferimento all'anno precedente, la relazione annuale sanitaria e sociale, quale strumento informativo e di conoscenza delle dinamiche e delle esigenze del mondo della salute, nonché dei bisogni sanitari e di assistenza sociale espressi nella regione.
2. La relazione annuale sanitaria e sociale valuta ed interpreta, anche sulla base delle risultanze della relazione sanitaria dell'azienda USL, lo stato di salute della popolazione ed i risultati raggiunti in rapporto agli obiettivi definiti dalla programmazione sanitaria e socio-assistenziale regionale.
3. La relazione annuale sanitaria e sociale, presentata dalla Giunta regionale, è approvata dal Consiglio regionale e pubblicata sul Bollettino ufficiale della Regione.
Conseillers présents: 31
Votants: 28
Pour: 26
Contre: 2
Abstentions: 3 (Comé, Lanièce, Marguerettaz)
Le Conseil approuve.
A l'article 5 il y a l'amendement n° 1 présenté par le groupe Valle d'Aosta per l'Ulivo, dont je donne la lecture:
Emendamento All'articolo 5, comma 2, aggiungere alla fine:
"entro 90 giorni dall'entrata in vigore della presente legge".
La parole à l'Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Vicquéry.
Vicquéry (UV)Per dire che ci asterremo, perché la legge n. 45/95 non prevede limiti di tipo temporale ai compiti organizzativi della Giunta regionale. Ciò nonostante ci impegniamo dal punto di vista politico a risolvere nel più breve tempo possibile questo tema che è ovviamente centrale nell'organizzazione del sistema sanitario.
PrésidentLa parole à la Conseillère Squarzino Secondina.
Squarzino (PVA-cU) Abbiamo chiesto questo termine proprio come segno di una volontà politica. Assessore, io ho fiducia in lei tutte le volte che lei dice le cose, ma dato che la mia fiducia in lei non è stata ben riposta perché tutte le volte che ho avuto fiducia sono stato deluso, la sua richiesta di fiducia non può trovare risposta in me, perché ho avuto troppe prove della sua "non parola".
PrésidentJe soumets au vote l'amendement:
Conseillers présents: 30
Votants: 2
Pour: 2
Abstentions: 28 (Agnesod, Bionaz, Borre, Cerise, Charles Teresa, Comé, Cottino, Cuc, Ferraris, Fiou, La Torre, Lanièce, Lattanzi, Lavoyer, Louvin, Marguerettaz, Nicco, Ottoz, Pastoret, Perrin, Perron, Piccolo, Praduroux, Rini, Tibaldi, Vallet, Vicquéry, Viérin D.)
Le Conseil n'approuve pas.
Je soumets au vote l'article 5:
Conseillers présents: 31
Votants: 25
Pour: 23
Contre: 2
Abstentions: 6 (Beneforti, Comé, Curtaz, Lanièce, Marguerettaz, Squarzino Secondina)
Le Conseil approuve.
Je soumets au vote l'article 6:
Conseillers présents: 31
Votants: 25
Pour: 23
Contre: 2
Abstentions: 6 (Beneforti, Comé, Curtaz, Lanièce, Marguerettaz, Squarzino Secondina)
Le Conseil approuve.
A l'article 7 il y a l'amendement n° 2 présenté par le groupe Valle d'Aosta per l'Ulivo, dont je donne la lecture:
Emendamento All'articolo 7 aggiungere comma 7 bis:
"Sull'accordo di programma di cui al presente articolo è espresso il parere della commissione consiliare competente in materia."
La parole à l'Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Vicquéry.
Vicquéry (UV)Per spiegare i motivi dell'astensione.
L'accoglimento comporterebbe un ulteriore confusione fra i compiti d'indirizzo politico del Consiglio e i compiti di attuazione e d'indirizzo da parte della Giunta regionale, e dall'altro lato appesantirebbe la tempistica per la definizione dell'accordo di programma, che è già molto stretta.
PrésidentJe soumets au vote l'amendement:
Conseillers présents: 30
Votants: 5
Pour: 5
Abstentions: 25 (Agnesod, Bionaz, Borre, Cerise, Charles Teresa, Cottino, Cuc, Ferraris, Fiou, La Torre, Lattanzi, Lavoyer, Louvin, Nicco, Ottoz, Pastoret, Perrin, Perron, Piccolo, Praduroux, Rini, Tibaldi, Vallet, Vicquéry, Viérin D.)
Le Conseil n'approuve pas.
Je soumets au vote l'article 7:
Conseillers présents: 30
Votants: 25
Pour: 23
Contre: 2
Abstentions: 5 (Comé, Curtaz, Lanièce, Marguerettaz, Squarzino Secondina)
Le Conseil approuve.
A l'article 8 il y a 4 amendements, qui seront examinés dans cet ordre:
- amendement n° 3 présenté par le groupe Valle d'Aosta per l'Ulivo, dont je donne la lecture:
Emendamento All'articolo 8, al comma 3, dopo l'espressione "definire" aggiungere:
"sentiti il Collegio di direzione e i rappresentanti delle categorie professionali".
- amendement n° 1 présenté par le Conseiller Frassy, dont je donne la lecture:
Emendamento Articolo 8, comma 3, aggiungere:
"c bis) gli spazi destinati all'esercizio della libera professione intramuraria".
- amendement n° 1 présenté par le Conseiller Marguerettaz, dont je donne la lecture:
Emendamento Articolo 8, comma 3, lett. d)
dopo le parole "ivi compresi gli orari" sostituire così: "e gli spazi per l'espletamento della libera professione intramuraria".
- amendement n° 4 présenté par le groupe Valle d'Aosta per l'Ulivo, dont je donne la lecture:
Emendamento All'articolo 8, comma 3, lettera d) sostituire l'espressione "ivi compresi gli orari della libera professione intramuraria" con la seguente: "ivi compresi gli orari e gli spazi per la libera professione intramuraria;".
La parole à la Conseillère Squarzino Secondina sur l'amendement n° 3.
Squarzino (PVA-cU) Per spiegare che questo emendamento, con cui chiaramente non si modifica tutto, voleva essere un segnale forte per dire che si vogliono indicare alcune procedure con cui viene realizzato il piano attuativo locale.
Nel decreto n. 229 è sancito che la legge regionale disciplina il rapporto fra programmazione regionale e programmazione attuativa locale, definendo in particolare le procedure di proposta, e poi adozione e approvazione del PAL. Sempre all'articolo 2 stabilisce che la Regione disciplina altresì i principi e i criteri per l'adozione dell'atto aziendale, di cui all'articolo 3, cioè il piano attuativo locale.
Come già avevo cercato di dire in commissione, senza riuscire a tradurlo in un emendamento, l'articolo 8 del nostro disegno di legge definisce essenzialmente i contenuti; allora questo emendato era per individuare almeno un elemento in cui si dicesse che qualche altro organismo, e precisamente in questo caso il Collegio di direzione, in cui sono rappresentate un po' tutte le figure più rappresentative a livello dirigenziale dell'azienda, potesse dire le proprie intenzioni, come pure i rappresentanti delle categorie professionali.
Dico questo, perché i contenuti del PAL riguardano tutte queste categorie, e faccio un esempio.
Quando si dice che il PAL precisa il quadro complessivo degli orari, il quadro complessivo dei tempi d'attesa, il fabbisogno di personale, tutto quello che deve essere fatto rispetto al personale da assumere o da incaricare, definire i volumi di spesa per ciascuna area organizzativa con indicazione del budget da concordare fra la direzione dell'azienda USL e i responsabili delle strutture, perché si considera che solo il budget è da concordare e tutto il resto non va concordato?
Secondo noi va indicato chiaramente con quali figure presenti nell'azienda deve essere concordato questo piano. Se fosse presente altrove l'indicazione delle procedure da seguire, dei principi e dei criteri per adottare il piano, allora sarebbe superfluo, ma visto che non c'è nessuna indicazione rispetto a questo tema, è bene che ci sia almeno questa traccia che indica la filosofia di una procedura, cioè la procedura di chi non predispone tutto da solo, ma utilizza tutte le risorse che sono nell'azienda.
PrésidentLa parole à l'Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Vicquéry.
Vicquéry (UV)Per annunciare l'astensione perché questi concetti che ha espresso la collega Squarzino sono esattamente contenuti nel comma 3 dell'articolo 25, punto e), perché già è compito del Collegio di direzione proporre modalità e metodologie per l'elaborazione del PAL, è un compito suo, che poi utilizza come meglio ritiene; cioè il Collegio di direzione è l'organo di amministrazione di fatto del Direttore generale.
Il comma 2 fra l'altro dice che con un regolamento interno vengono definite le modalità di funzionamento, e fra queste potrebbe darsi che autonomamente decidano di sentire le categorie o i sindacati.
PrésidentJe soumets au vote l'amendement n° 3 du groupe Valle d'Aosta per l'Ulivo:
Conseillers présents: 32
Votants: 9
Pour: 6
Contre: 3
Abstentions: 23 (Agnesod, Bionaz, Borre, Cerise, Charles Teresa, Comé, Cottino, Cuc, Ferraris, Fiou, La Torre, Lanièce, Louvin, Marguerettaz, Nicco, Ottoz, Pastoret, Perron, Piccolo, Praduroux, Rini, Vicquéry, Viérin D.)
Le Conseil n'approuve pas.
Nous procédons à l'examen de l'amendement n° 1 présenté par le groupe Forza Italia.
La parole à l'Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Vicquéry.
Vicquéry (UV)Accetteremo i concetti espressi dal gruppo di Forza Italia e dal Consigliere Marguerettaz, che sono identici; preferiremmo come terminologia quello espresso dal Consigliere Marguerettaz.
Nel contempo preciso, perché questo è stato un argomento dibattuto in sede di discussione generale, che l'USL ha già deliberato l'esercizio dell'attività libero-professionale e ha già stabilito di individuare 19 posti letto nei reparti per l'attività libero-professionale e ha anche detto che questi letti concorrono agli standard dei posti letto per mille abitanti. Non voglio aprire qui la discussione sugli standard, perché quelli sono standard puramente indicativi, di massima, che ogni regione può utilizzare o non utilizzare. Riteniamo di utilizzare comunque degli standard per i posti letto che saranno di natura diversa.
PrésidentL'amendement du groupe Forza Italia est retiré.
Je soumets au vote l'amendement n° 1 présenté par le Conseiller Marguerettaz:
Conseillers présents et votants: 32
Pour: 32
Le Conseil approuve.
Il est par conséquent déclaré échu l'amendement n° 4 du groupe Valle d'Aosta per l'Ulivo.
Je soumets au vote l'article 8 dans le texte amendé:
Articolo 8 (Piano attuativo locale)
1. Il piano socio-sanitario regionale ed i relativi strumenti di attuazione trovano applicazione attraverso il piano attuativo locale, fatti salvi i programmi di interesse generale ed i programmi finalizzati di competenza della Regione, individuati dalla programmazione sanitaria e socio-assistenziale regionale e direttamente gestiti dalla struttura regionale competente in materia di sanità, salute e politiche sociali.
2. Il piano attuativo locale è l'atto di programmazione con il quale l'azienda USL, in esecuzione di quanto previsto dagli indirizzi ed obiettivi definiti dalla programmazione sanitaria e socio-assistenziale regionale, nei limiti delle risorse disponibili e dei vincoli di pareggio di bilancio, definisce gli obiettivi ed i risultati che intende conseguire attraverso le azioni, i progetti e le attività da realizzare.
3. Il piano attuativo è articolato in rapporto alle aree organizzative in cui si articola l'organizzazione dall'azienda USL e definisce in particolare:
a) le azioni da realizzare con i relativi progetti, gli obiettivi da raggiungere, le risorse finanziarie disponibili, gli standard e gli indicatori di valutazione strutturali, organizzativi, di attività, di risultato;
b) i volumi complessivi di attività e prestazioni relativi alla domanda ed ai programmi assistenziali compresi nei livelli essenziali ed appropriati di assistenza, prodotti in corrispondenza ai ricavi calcolati in rapporto alle tariffe ed ai costi standard definiti dalla Giunta regionale, ivi compresi gli oneri di mobilità interregionale attiva e passiva, con indicazione delle sedi operative in cui le attività e prestazioni devono essere effettuate;
c) i posti letto disponibili per ciascuna struttura di ricovero, distinti per prestazioni di ricovero ordinario e day hospital, con specificazione dell'elenco delle prestazioni di day surgery;
d) il quadro complessivo degli orari settimanali di apertura al pubblico degli ambulatori, servizi ed uffici, con particolare riguardo all'utilizzo delle grandi apparecchiature, ivi compresi gli orari e gli spazi per l'espletamento della libera professione intramuraria.
e) il quadro complessivo dei tempi di attesa per l'erogazione delle prestazioni di ricovero ed ambulatoriali, distinti per unità operativa e tipologia di prestazioni, in applicazione delle disposizioni della Giunta regionale;
f) il fabbisogno massimo onnicomprensivo di personale, suddiviso per ciascuna area organizzativa di cui all'articolo 26, ruolo, profilo e posizione funzionale, necessario all'azienda USL per produrre le attività e le prestazioni previste dai livelli essenziali ed appropriati di assistenza, con l'indicazione delle unità di personale:
1) da assumere;
2) da incaricare con contratto a tempo determinato;
3) corrispondente ai servizi da acquisire nel corso dell'anno di esercizio;
4) incaricato con rapporto di consulenza;
g) i volumi di spesa per ciascuna area organizzativa, con l'indicazione del budget da concordare fra la direzione dell'azienda USL ed i responsabili delle strutture;
h) i volumi e la tipologia delle prestazioni, le modalità di remunerazione ed i livelli di spesa fissati per gli accordi ed i contratti con i soggetti erogatori pubblici e privati ed i professionisti accreditati;
i) le azioni e gli interventi per l'assistenza integrata sociale e sanitaria, nonché per il coordinamento con i servizi socio-assistenziali;
j) le modalità e/o le strutture previste al fine di sviluppare in forma dipartimentale l'aggregazione o il coordinamento fra le attività ed i processi produttivi effettuati dall'azienda USL;
k) i risultati o le azioni cui ricondurre la corresponsione dei finanziamenti integrativi di cui all'articolo 41;
l) le azioni e le modalità per la partecipazione dei cittadini e per la tutela degli utenti dei servizi, nel quadro della gestione e dell'aggiornamento annuale della carta dei servizi;
m) il fabbisogno di beni e di servizi e la programmazione degli investimenti per strutture e tecnologie con le relative previsioni di spesa, ivi compresi gli eventuali oneri per la contrazione di mutui;
n) il programma di aggiornamento professionale e di formazione permanente con l'indicazione degli obiettivi, delle attività, delle modalità di gestione e della previsione di spesa;
o) le attività di ricerca finalizzata e di sperimentazione autorizzate dalla Regione;
p) le azioni e gli interventi da effettuare mediante accordo di programma con l'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente, con specificazione del volume di prestazioni che tale ente deve garantire senza oneri per l'azienda USL;
q) le azioni e gli interventi ai fini dell'applicazione nell'azienda USL delle disposizioni in materia di tutela della salute dei lavoratori e di sicurezza delle strutture, degli impianti e delle tecnologie;
r) il quadro complessivo dei dati di attività, di struttura, economici e di gestione.
Conseillers présents: 32
Votants: 26
Pour: 23
Contre: 3
Abstentions: 6 (Beneforti, Comé, Curtaz, Lanièce, Marguerettaz, Squarzino Secondina)
Le Conseil approuve.
Je soumets au vote l'article 9:
Conseillers présents: 32
Votants: 26
Pour: 23
Contre: 3
Abstentions: 6 (Beneforti, Comé, Curtaz, Lanièce, Marguerettaz, Squarzino Secondina)
Le Conseil approuve.
A l'article 10 il y a deux amendements du groupe Valle d'Aosta per l'Ulivo, à savoir les amendements n° 5 et n° 6, dont je donne la lecture:
Emendamento All'articolo 10, comma 2, aggiungere:
"e dopo aver acquisito il parere delle organizzazioni sindacali ".
Emendamento All'articolo 10 al comma 4, lettera f), aggiungere alla fine "e alla lettera c)".
La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.
Squarzino (PVA-cU)L'emendamento n. 5 va nella logica di dialogare almeno con le organizzazioni sindacali e l'emendamento n. 6 va nella logica di riportare anche all'interno dell'atto aziendale, là dove vengono indicate le varie competenze, anche le competenze delle strutture funzionalmente dipendenti dalla direzione aziendale, che sono state introdotte in un secondo emendamento.
Se è vero, come diceva l'Assessore, che queste sono strutture come lo sono la farmacia e altre, è importante che nel momento in cui vengono individuate le competenze specifiche, precisare: dei responsabili delle strutture di cui alla lettera b), ma di cui anche alla lettera c).
PrésidentJe soumets au vote l'amendement n° 5 du groupe Valle d'Aosta per l'Ulivo:
Conseillers présents: 31
Votants: 25
Pour: 22
Contre: 3
Abstentions: 6 (Comé, Lanièce, Lavoyer, Marguerettaz, Perrin, Vallet)
Le Conseil approuve.
Je soumets au vote l'amendement n° 6 du groupe Valle d'Aosta per l'Ulivo:
Conseillers présents: 31
Votants: 28
Pour: 28
Abstentions: 3 (Frassy, Lattanzi, Tibaldi)
Le Conseil approuve.
Je soumets au vote l'article 10 dans le texte amendé:
Articolo 10 (Atto costitutivo)
1. L'azienda USL determina la propria costituzione con atto aziendale di diritto privato, che ne disciplina l'organizzazione ed il funzionamento.
2. L'atto aziendale è adottato e modificato dal direttore generale in conformità ai principi della legislazione statale e alle disposizioni regionali vigenti e dopo aver acquisito il parere delle organizzazioni sindacali.
3. In sede di prima applicazione della presente legge l'atto aziendale è adottato entro novanta giorni dalla data di stipula dell'accordo di programma di cui all'articolo 7.
4. L'atto aziendale individua in particolare:
a) la sede legale dell'azienda USL;
b) le aree organizzative e le strutture in cui si articola la relativa organizzazione;
c) le strutture funzionalmente dipendenti dalla direzione aziendale;
d) gli ambiti organizzativi territoriali, definiti distretti, con l'indicazione dei comuni compresi in ciascun ambito;
e) i vincoli ed i criteri per la costituzione e la modificazione delle strutture;
f) le competenze specifiche del direttore amministrativo, del direttore sanitario, dei direttori delle aree organizzative di cui all'articolo 26, dei direttori di presidio e di dipartimento, nonché dei responsabili delle strutture di cui alla lettera b) e alla lettera c);
g) l'organizzazione delle attività del medico competente nell'ambito della sezione di medicina del lavoro del servizio di igiene e sanità pubblica;
h) le modalità, i compensi ed i requisiti richiesti per il conferimento degli incarichi ai direttori delle aree organizzative, ai direttori di distretto ed ai responsabili delle strutture;
i) gli atti alla cui adozione sono competenti, in via ordinaria, il direttore di presidio ospedaliero ed i direttori delle aree organizzative;
j) le modalità di assunzione degli atti deliberativi del direttore generale;
k) le procedure per la sostituzione, in caso di assenza ed impedimento, del direttore amministrativo, del direttore sanitario, dei direttori delle aree organizzative e dei direttori dei distretti;
l) le modalità per l'elaborazione del piano attuativo locale e per la sua conoscenza ai fini applicativi da parte delle strutture operative in cui si articola l'azienda USL;
m) le modalità di costituzione e di funzionamento del servizio di controllo interno.
5. L'atto aziendale definisce altresì:
a) i rapporti con la struttura regionale competente in materia di politiche sociali ai fini delle attività di pianificazione e coordinamento per l'integrazione dei servizi sanitari e socio-assistenziali;
b) le modalità di partecipazione dei medici convenzionati alle attività di prevenzione, di gestione e di programmazione dell'assistenza territoriale-distrettuale e dell'assistenza ospedaliera;
c) le modalità e le forme di partecipazione dei dirigenti di assistenza infermieristica e di quelli di supporto tecnico ed amministrativo ai processi di programmazione aziendale;
d) le modalità di negoziazione del budget fra la direzione aziendale ed i responsabili delle strutture;
e) le modalità di negoziazione per la definizione degli accordi contrattuali e la stipula dei contratti con i soggetti erogatori pubblici e privati accreditati;
f) le modalità di organizzazione e di funzionamento del comitato etico costituito ai sensi dei decreti del Ministro della Sanità 15 luglio 1997 e 18 marzo 1998.
Conseillers présents: 31
Votants: 28
Pour: 25
Contre: 3
Abstentions: 3 (Comé, Lanièce, Marguerettaz)
Le Conseil approuve.
Je soumets au vote l'article 11:
Conseillers présents: 31
Votants: 25
Pour: 22
Contre: 3
Abstentions: 6 (Beneforti, Comé, Curtaz, Lanièce, Marguerettaz, Squarzino Secondina)
Le Conseil approuve.
Je soumets au vote l'article 12:
Conseillers présents: 31
Votants: 25
Pour: 22
Contre: 3
Abstentions: 6 (Beneforti, Comé, Curtaz, Lanièce, Marguerettaz, Squarzino Secondina)
Le Conseil approuve.
Je soumets au vote l'article 13:
Conseillers présents: 31
Votants: 25
Pour: 22
Contre: 3
Abstentions: 6 (Beneforti, Comé, Curtaz, Lanièce, Marguerettaz, Squarzino Secondina)
Le Conseil approuve.
Je soumets au vote l'article 14:
Conseillers présents: 31
Votants: 25
Pour: 22
Contre: 3
Abstentions: 6 (Beneforti, Comé, Curtaz, Lanièce, Marguerettaz, Squarzino Secondina)
Le Conseil approuve.
A l'article 15 il y a l'amendement n° 7 présenté par le groupe Valle d'Aosta per l'Ulivo, qui récite:
Emendamento All'articolo 15, comma 1, lettera c) al terzo capoverso aggiungere dopo "qualificato":
"fermo restando che la Direzione delle strutture complesse è riservata a Dirigenti dipendenti".
La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.
Squarzino (PVA-cU) Ci siamo confrontati con l'Assessore. La proposta che lui mi ha fatto ci sembrava accettabile sul momento, poi dopo ho verificato che questo tipo di proposta sarebbe in contrasto con l'emendamento n. 16.
Allora a questo punto non possiamo accettare questa proposta. Se l'Assessore intende votarla, la vota e per me va bene, ma non è la nostra perché è in contrapposizione con l'altro emendamento e mi spiego.
La contrapposizione è che in base anche al "229" sia le strutture complesse che quelle semplici prevedono un rapporto di lavoro esclusivo. A questo punto, se era legata solo all'area professionale tecnico-amministrativa, poteva avere un senso, ma visto che la proposta è quella di toglierlo, a questo punto togliamo l'emendamento. Quindi ritiriamo l'emendamento.
PrésidentL'amendement est retiré.
Je soumets au vote l'article 15:
Conseillers présents: 31
Votants: 25
Pour: 22
Contre: 3
Abstentions: 6 (Beneforti, Comé, Curtaz, Lanièce, Marguerettaz, Squarzino Secondina)
Le Conseil approuve.
A l'article 16 il y a 4 amendements, qui seront examinés dans cet ordre:
- amendement n° 18 présenté par le groupe Valle d'Aosta per l'Ulivo, dont je donne la lecture:
Emendamento Articolo 16, al comma 1, abrogare l'espressione: "venga meno il rapporto fiduciario".
La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.
Squarzino (PVA-cU) Per spiegare come mai. È vero che l'Assessore nella sua replica ha spiegato il senso di questo rapporto fiduciario, ma questa sarebbe proprio una delle innovazioni della legge regionale rispetto alla legge nazionale. All'articolo 3 bis, comma 7, sono indicati i motivi di sostituzione: gravi motivi, gestione con grave disavanzo, violazione di leggi, principio del buon andamento, e via dicendo.
Non intendiamo lasciare il rapporto fiduciario, perché non si capisce bene su cosa si fonda: o il rapporto fiduciario si basa sul venir meno degli obiettivi posti e che non sono stati raggiunti, e allora si devono enunciare i motivi per cui non si è d'accordo; diversamente, in mancanza di motivi oggettivi, mettere il rapporto fiduciario non mi sembra giusto. Anche perché sarebbe introdurre un'ulteriore discrezionalità, nel senso che in ogni momento la Giunta decide sì o no.
È questo che non va bene: in ogni momento la Giunta può dire sì o no, senza motivare le proprie scelte di fronte all'azienda e di fronte agli altri organi che possono essere il Consiglio regionale o gli altri organi del Conseil des communautés locales, e via dicendo.
PrésidentLa parole à l'Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Vicquéry.
Vicquéry (UV)Grazie al chiarimento della Consigliera Squarzino voteremo contro.
PrésidentJe soumets au vote l'amendement:
Conseillers présents: 31
Votants: 28
Pour: 6
Contre: 22
Abstentions: 3 (Frassy, Lattanzi, Tibaldi)
Le Conseil n'approuve pas.
Nous procédons maintenant à l'examen de l'amendement n° 8 présenté par le groupe Valle d'Aosta per l'Ulivo, dont je donne la lecture:
Emendamento All'articolo 16, al comma 2, sostituire l'espressione "i sei mesi" con "i sessanta giorni".
La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.
Squarzino (PVA-cU) Lo ritiro.
PrésidentNous procédons maintenant à l'examen de l'amendement n° 9 présenté par le groupe Valle d'Aosta per l'Ulivo, dont je donne la lecture:
Emendamento All'articolo 16, abrogare i commi 3, 4, 5.
La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.
Squarzino (PVA-cU) Mentre l'altro emendamento l'ho ritirato perché l'Assessore ha sottolineato la differenza fra la vacanza e l'assenza per impedimento, e la spiegazione mi ha convinto, questo invece non lo ritiro perché, in primo luogo, come già dicevamo nei nostri interventi, inserendo questi commi nell'articolo 16 noi legittimiamo la situazione attuale del commissariamento, che a nostro avviso è illegittima; in secondo luogo, non accettiamo che venga prevista questa figura del commissariamento che non sta né in cielo né in terra.
Non c'è bisogno di questa figura; con le procedure semplificate che oggi ci sono per la nomina del Direttore generale, non si capisce perché c'è bisogno del commissariamento, non c'è una logica aziendale.
PrésidentLa parole à l'Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Vicquéry.
Vicquéry (UV)Voteremo contro per i motivi già detti prima. Il commissariamento è un'ipotesi in alternativa all'attribuzione, non è detto che si utilizzi, è una possibilità in più per evitare problemi come si sono posti ultimamente, che non hanno dato luogo ad illegittimità, e in questo senso si è espressa anche una sentenza di archiviazione della sezione locale della Corte dei Conti. È uno strumento ampiamente utilizzato in molte realtà regionali.
PrésidentJe soumets au vote l'amendement:
Conseillers présents: 31
Votants: 25
Pour: 4
Contre: 21
Abstentions: 6 (Comé, Frassy, Lanièce, Lattanzi, Marguerettaz, Tibaldi)
Le Conseil n'approuve pas.
Nous procédons maintenant à l'examen de l'amendement n° 2 présenté par le Conseiller Frassy, dont je donne la lecture:
Emendamento Articolo 16, comma 3, ultimo periodo, dopo "direttore generale" aggiungere:
", che deve essere effettuata entro 90 giorni".
La parole au Conseiller Frassy.
Frassy (FI) L'Assessore nella sua replica si riferiva a questo emendamento o a emendamenti analoghi presentati dal gruppo dell'Ulivo, ma probabilmente su un'altra parte dell'articolo 16 o del 17, però quanto dice l'Assessore mi sembra che non trovi poi nei fatti nessuna norma neppure nel decreto legislativo n. 229, perché i 60 giorni a cui fa riferimento l'Assessore riguardano altre ipotesi.
L'ipotesi della vacanza dell'ufficio - o mi spiega l'Assessore cosa vuol dire vacanza dell'ufficio - vuol dire comunque che il posto non è coperto. Allora in assenza di copertura del posto, da dov'è che viene motivato il convincimento che nei 60 giorni ci sia l'obbligo di arrivare a chiudere il commissariamento? Me lo può leggere l'Assessore?
PrésidentLa parole à l'Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Vicquéry.
Vicquéry (UV)Voteremo contro, perché questo concetto è già contenuto nell'articolo 3 bis, comma 2, del decreto n. 229.
PrésidentLa parole au Conseiller Frassy.
Frassy (FI) Ritiro l'emendamento.
PrésidentL'amendement est retiré.
Je soumets au vote l'article 16:
Conseillers présents: 31
Votants: 28
Pour: 22
Contre: 6
Abstentions: 3 (Comé, Lanièce, Marguerettaz)
Le Conseil approuve.
Je soumets au vote l'article 17:
Conseillers présents: 31
Votants: 28
Pour: 22
Contre: 6
Abstentions: 3 (Comé, Lanièce, Marguerettaz)
Le Conseil approuve.
A l'article 18 il y a 4 amendements, qui seront examinés avec la priorité pour l'amendement n° 1 présenté par le Conseiller Marguerettaz, dont je donne la lecture:
Emendamento Articolo 18, comma 1 - lett. a) sostituire così:
"a) due dal Consiglio regionale, di cui uno eletto dalla minoranza, in deroga alle procedure della legge regionale 10 aprile 1997, n. 11 (Disciplina delle nomine e delle designazioni di competenza regionale)".
La parole au Conseiller Marguerettaz.
Marguerettaz (Aut)Il collegio sindacale fra i suoi compiti ne ha uno che giustifica la presentazione di questo emendamento, vale a dire ha il compito di verificare l'applicazione della legge. La legge è di competenza del Consiglio regionale, il quale la vota; io credo che sia giusto che i membri, che il decreto n. 229 prevede che siano nominati genericamente dalla Regione, non solo debbano essere nominati dal Consiglio regionale piuttosto che dalla Giunta, così come prevede la legge n. 56, ma che uno di questi due membri sia di nomina della minoranza consiliare. Questo permetterebbe un miglior controllo della gestione generale dell'USL.
PrésidentLa parole à l'Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Vicquéry.
Vicquéry (UV)Voteremo contro, perché la legge sulle nomine riserva al Consiglio solo le nomine di cui all'allegato A, si tratta in genere di commissioni e comitati, e mai di consigli di amministrazione e di collegi sindacali.
Il tema è un tema di carattere generale che, se viene toccato in materia di legge sulla sanità, evidentemente dovrebbe essere rivisto anche per le altre tematiche. A questo punto riteniamo che non sia il caso in questa legge di anticiparlo.
PrésidentLa parole à la Conseillère Squarzino Secondina.
Squarzino (PVA-cU) Voteremo a favore di questo emendamento anche perché ci sembra addirittura più chiaro rispetto al nostro e anche perché prende atto dell'esistenza della legge n. 11/97, dice proprio "in deroga alle procedure".
Allora mi chiedo: se effettivamente c'è la volontà da parte dell'Amministrazione regionale di ripensare a queste procedure, allora ha senso iniziare adesso; se invece, come mi sembra, non c'è questa volontà, ne prendo atto e a maggior ragione voto a favore.
PrésidentJe soumets au vote l'amendement:
Conseillers présents: 31
Votants: 24
Pour: 6
Contre: 18
Abstentions: 7 (Cerise, Frassy, La Torre, Lattanzi, Piccolo, Rini, Tibaldi)
Le Conseil n'approuve pas.
Il y a l'amendement n° 10 du groupe Valle d'Aosta per l'Ulivo, qui récite:
Emendamento All'articolo 18, al comma 1, lettera a) sostituire l'espressione "della Giunta", con "del Consiglio regionale".
L'amendement est retiré.
Je donne la lecture de l'amendement n° 3 présenté par le groupe de Forza Italia, dont je donne la lecture:
Emendamento Articolo 18, comma 1, lett. a) sostituire:
"Giunta" con "Consiglio".
La parole à l'Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Vicquéry.
Vicquéry (UV)Il voto contrario è motivato dalle stesse motivazioni: la legge sulle nomine prevede la riconferma per un massimo di tre volte.
PrésidentJe soumets au vote l'amendement n° 3 présenté par le groupe de Forza Italia:
Conseillers présents: 31
Votants: 29
Pour: 9
Contre: 20
Abstentions: 2 (La Torre, Piccolo)
Le Conseil n'approuve pas.
Je donne la lecture de l'amendement n° 4 présenté par le groupe de Forza Italia, dont je donne la lecture:
Emendamento Articolo 18, comma 3, aggiungere:
"una sola volta".
La parole au Conseiller Frassy.
Frassy (FI) C'è una curiosità in questa legge. Questa è una legge che in gran parte recepisce i contenuti del decreto n. 229; certe cose che riteniamo comunque abbiano un loro significato, non vengono però recepite e vengono date per scontate.
Sarà così, Assessore; il vincolo di legge comunque dei tre mandati consecutivi riteniamo che sia un tetto.
Nulla vieta che la norma regionale possa avere un tetto diverso e un tetto più basso; sicuramente il tetto non può essere più alto rispetto ai tre mandati.
Mi sembra che porre i limiti ai mandati sia un'indicazione che emerge a livello amministrativo e a livello politico in tutti quelli che sono gli organi collegiali; riteniamo che in una realtà com'è quella valdostana porre un limite ai due mandati consecutivi sia salutare, nell'interesse della funzionalità dell'organo stesso.
Di conseguenza la risposta che l'Assessore aveva dato sul precedente emendamento, pur riferendosi a questa, non riteniamo che sia cogente dal punto di vista normativo.
È una valutazione che l'Assessore fa, quella di attenersi al limite dei tre mandati; riteniamo che due mandati da tre anni, cioè sei anni, siano più che sufficienti per decidere di cambiare i controllori. Anche perché uno degli elementi centrali è quello di evitare che i controllori alla fine acquisiscano troppa confidenza con i controllati. Non per una considerazione e una mozione di sfiducia di tipo professionale nei confronti della categoria, ma per un'opportunità.
PrésidentJe soumets au vote l'amendement:
Conseillers présents: 31
Votants: 26
Pour: 6
Contre: 20
Abstentions: 5 (Comé, La Torre, Lanièce, Marguerettaz, Piccolo)
Le Conseil n'approuve pas.
Je soumets au vote l'article 18:
Conseillers présents et votants: 31
Pour: 22
Contre: 9
Le Conseil approuve.
Je soumets au vote l'article 19:
Conseillers présents: 31
Votants: 25
Pour: 22
Contre: 3
Abstentions: 6 (Beneforti, Comé, Curtaz, Lanièce, Marguerettaz, Squarzino Secondina)
Le Conseil approuve.
A l'article 20 il y a l'amendement n° 19 présenté par le groupe Valle d'Aosta per l'Ulivo, dont je donne la lecture:
Emendamento Articolo 20
al comma 1, aggiungere la lettera: "e) coloro che sono consiglieri comunali".
Je soumets au vote l'amendement:
Conseillers présents: 31
Votants: 23
Pour: 3
Contre: 20
Abstentions: 8 (Comé, Frassy, La Torre, Lanièce, Lattanzi, Marguerettaz, Piccolo, Tibaldi)
Le Conseil n'approuve pas.
Je soumets au vote l'article 20:
Conseillers présents: 31
Votants: 28
Pour: 22
Contre: 6
Abstentions: 3 (Comé, Lanièce, Marguerettaz)
Le Conseil approuve.
Je soumets au vote l'article 21:
Conseillers présents: 31
Votants: 28
Pour: 22
Contre: 6
Abstentions: 3 (Comé, Lanièce, Marguerettaz)
Le Conseil approuve.
Je soumets au vote l'article 22:
Conseillers présents: 31
Votants: 25
Pour: 22
Contre: 3
Abstentions: 6 (Beneforti, Comé, Curtaz, Lanièce, Marguerettaz, Squarzino Secondina)
Le Conseil approuve.
Je soumets au vote l'article 23:
Conseillers présents: 31
Votants: 25
Pour: 22
Contre: 3
Abstentions: 6 (Beneforti, Comé, Curtaz, Lanièce, Marguerettaz, Squarzino Secondina)
Le Conseil approuve.
A l'article 24 il y a 3 amendements, dont le premier sera l'amendement n° 3 présenté par le Conseiller Marguerettaz, dont je donne la lecture:
Emendamento Articolo 24, comma 1, lett. b)
aggiungere, dopo le parole "un medico veterinario" le parole "e di un medico di medicina generale che operi in regime convenzionato".
La parole au Conseiller Marguerettaz.
Marguerettaz (Aut)L'Assessore ha già toccato quest'argomento nel corso della replica, io insisto ma solo perché questo emendamento mi permette di affermare un concetto.
Da lungo tempo, un tempo comunque successivo alla costituzione del vecchio Consiglio dei sanitari per intenderci, alle vecchia normativa regionale in applicazione al "502", ogni qualvolta si parlava del problema della sanità, in particolar modo dei problemi inerenti l'Ospedale regionale, l'Assessore in primis ha sempre sostenuto l'importanza strategica di valorizzare la figura del medico di base.
Ora, ho capito la replica dell'Assessore, lui non è che contraddica questo suo giudizio; evidentemente pensa che i percorsi per giungere a questo obiettivo siano diversi.
Io credo che, pur andando incontro alle difficoltà che immagino un'eventuale accettazione di questo emendamento causerebbe, sarebbe oltremodo significativo inserire all'interno del Consiglio dei sanitari anche la presenza di questa figura professionale, proprio per darvi una dignità istituzionale, a partire dal contenuto di questa legge.
Se il "decreto Bindi", e conseguentemente anche la nostra legge, prevede che debba essere assicurata la presenza di un veterinario, credo che sia oltremodo logico pensare che all'interno del Consiglio dei sanitari venga assicurata anche la presenza di un medico di base.
PrésidentJe soumets au vote l'amendement:
Conseillers présents: 31
Votants: 25
Pour: 7
Contre: 18
Abstentions: 6 (Beneforti, Curtaz, Fiou, La Torre, Piccolo, Squarzino Secondina)
Le Conseil n'approuve pas.
Nous procédons maintenant à l'examen de l'amendement n° 5 présenté par le groupe de Forza Italia, dont je donne la lecture:
Emendamento Articolo 24, comma 1, aggiungere:
"f) un eletto tra i medici di base".
Je soumets au vote l'amendement:
Conseillers présents: 31
Votants: 28
Pour: 6
Contre: 22
Abstentions: 3 (Beneforti, Curtaz, Squarzino Secondina)
Le Conseil n'approuve pas.
Je donne la lecture de l'amendement n° 4 présenté par le Conseiller Marguerettaz:
Emendamento Articolo 24, comma 3, lettera c), sostituire così:
"c) l'elettorato attivo per l'elezione della componente medica è riservato a tutto il personale medico.".
La parole à l'Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Vicquéry.
Vicquéry (UV)Accettiamo questo emendamento che va in linea con il testo, ma è più chiaro.
PrésidentJe soumets au vote l'amendement:
Conseillers présents et votants: 31
Pour: 31
Le Conseil approuve à l'unanimité.
Je soumets au vote l'article 24 dans le texte amendé:
Articolo 24 (Consiglio dei sanitari)
1. È istituito il Consiglio dei sanitari, organismo elettivo con funzioni di consulenza tecnico-sanitaria, così composto:
a) il direttore sanitario dell'azienda USL, con funzioni di presidente;
b) sei eletti tra i medici dipendenti dell'azienda USL, di cui quattro espressione della componente medica ospedaliera e due della componente medica territoriale. La metà degli eletti della componente medica ospedaliera e di quella territoriale è riservata a personale medico responsabile di struttura complessa. È comunque assicurata la presenza di un medico veterinario;
c) due eletti tra gli operatori sanitari laureati;
d) un eletto tra il personale infermieristico;
e) un eletto tra il personale tecnico-sanitario.
2. Il Consiglio dei sanitari dura in carica cinque anni.
3. Le modalità di elezione e di funzionamento del Consiglio dei sanitari sono stabilite con deliberazione della Giunta regionale, tenendo conto dei seguenti criteri:
a) sono elettori ed eleggibili i dipendenti di ruolo appartenenti alle rispettive componenti di personale di cui al comma 1, lettere b), c), d), e);
b) la votazione avviene mediante l'espressione di una unica preferenza separatamente per ciascuna delle seguenti componenti:
1) medici ospedalieri;
2) medici non ospedalieri;
3) veterinari;
4) laureati non medici;
5) personale infermieristico;
6) tecnici sanitari;
c) l'elettorato attivo per l'elezione della componente medica è riservato a tutto il personale medico.
4. Il Consiglio dei sanitari esprime i pareri previsti dall'articolo 3, comma 12, del d.lgs. 502/1992, come modificato dal d.lgs. 517/1993.
Conseillers présents: 31
Votants: 25
Pour: 22
Contre: 3
Abstentions: 6 (Beneforti, Comé, Curtaz, Lanièce, Marguerettaz, Squarzino Secondina)
Le Conseil approuve.
A l'article 25 il y a 2 amendements présenté par le groupe Valle d'Aosta per l'Ulivo; je donne la lecture de l'amendement n° 11:
Emendamento All'articolo 25, al comma 2 sostituire l'espressione "qualunque sia il numero dei membri presenti" con "a condizione che sia presente almeno la metà dei componenti".
La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.
Squarzino (PVA-cU) Accettiamo la proposta dell'Assessore, come avevo già annunciato prima.
Qui il problema qual era? Era quello d'indicare in base a quale criterio viene definito il regolamento. Io avevo trovato un criterio, quello proposto dall'Assessore è analogo, va bene. Fra l'altro ne approfitto per ringraziare della collaborazione; avevo chiesto seriamente che fossero presi in esame gli emendamenti e ho visto che questo è stato fatto, di questo do atto e ringrazio la maggioranza e tutti i colleghi della commissione.
Se permettete, illustro anche l'altro emendamento, che è collegato a questo. Perché l'ho presentato? Perché non è chiaro che significato hanno le sessioni tematiche. Qui si continua dicendo che tale regolamento prevede che le sedute siano valide, l'emendamento proposto aggiungerebbe "a condizione che sia presente almeno la metà dei componenti" e dà la facoltà al Direttore generale di convocare sessioni tematiche con la partecipazione delle sole figure professionali direttamente interessate, e questo va bene. Se in queste sessioni tematiche si giunge a delle conclusioni, queste, perché abbiano validità normativa?
(interruzione dell'Assessore Vicquéry, fuori microfono)
? ma dato che dice: tale regolamento prevede, in questo senso volevo aggiungere che si dovrebbe, a mio avviso, indicare che queste sessioni tematiche non hanno di per sé valore normativo, ma che le loro decisioni per diventare operative devono essere accettate, valutate, condivise dal Collegio di direzione.
Questo è l'obiettivo del secondo emendamento.
Président La parole à l'Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Vicquéry.
Vicquéry (UV)Concordiamo sul primo emendamento.
Sul secondo, pur avendo compreso l'interpretazione della collega, ritengo che sia un appesantimento burocratico eccessivo dire che ogni qualvolta c'è una sessione tematica, deve essere riportato tutto al Collegio nella sua interezza.
Ritengo che la cosa possa essere fatta tranquillamente nel regolamento, che definirà anche queste modalità. Pertanto ci esprimiamo contro al secondo emendamento.
PrésidentJe soumets au vote l'amendement:
Conseillers présents et votants: 32
Pour: 32
Le Conseil approuve à l'unanimité.
Je donne lecture de l'amendement n° 12 présenté par le groupe Valle d'Aosta per l'Ulivo:
Emendamento All'articolo 25, al comma 2, aggiungere questa frase finale:
"Le decisioni emerse dalle sessioni tematiche, per acquistare validità, vanno riportate ed approvate dal Collegio di direzione convocato in sessione ordinaria e col numero legale di partecipazione".
Je soumets au vote l'amendement:
Conseillers présents: 32
Votants: 29
Pour: 6
Contre: 23
Abstentions: 3 (Comé, Lanièce, Marguerettaz)
Le Conseil n'approuve pas.
Je soumets au vote l'article 25 dans le texte amendé:
Articolo 25 (Collegio di direzione)
1. Il direttore generale si avvale, per il governo delle attività cliniche, la programmazione e la valutazione delle attività sanitarie e di quelle ad alta integrazione sanitaria, di un collegio di direzione così composto:
a) il direttore generale, con funzioni di presidente;
b) il direttore sanitario;
c) il direttore amministrativo;
d) i direttori delle aree organizzative;
e) i direttori dei distretti;
f) i direttori dei dipartimenti.
2. Un apposito regolamento approvato con deliberazione del direttore generale disciplina le modalità di funzionamento del collegio di direzione. Tale regolamento prevede che le sedute siano valide a condizione che sia presente almeno la metà dei componenti e dà facoltà al direttore generale di convocare sessioni tematiche con la partecipazione delle sole figure professionali direttamente interessate.
3. Il collegio di direzione svolge i seguenti compiti:
a) verifica gli standard e gli indicatori per la valutazione dei risultati conseguiti rispetto agli obiettivi clinici;
b) promuove e verifica i programmi di aggiornamento professionale e di formazione permanente;
c) formula proposte organizzative per l'attuazione dell'attività libero-professionale intramuraria;
d) promuove i progetti di sviluppo delle modalità e/o strutture operative professionali previste al fine di sviluppare in forma dipartimentale l'aggregazione o il coordinamento fra le attività ed i processi produttivi effettuati dall'azienda USL;
e) propone modalità e metodologie per l'elaborazione del piano di attività locale.
Conseillers présents: 32
Votants: 26
Pour: 23
Contre: 3
Abstentions: 6 (Beneforti, Comé, Curtaz, Lanièce, Marguerettaz, Squarzino Secondina)
Le Conseil approuve.
Je soumets au vote l'article 26:
Conseillers présents: 32
Votants: 26
Pour: 23
Contre: 3
Abstentions: 6 (Beneforti, Comé, Curtaz, Lanièce, Marguerettaz, Squarzino Secondina)
Le Conseil approuve.
Je soumets au vote l'article 27:
Conseillers présents: 32
Votants: 26
Pour: 23
Contre: 3
Abstentions: 6 (Beneforti, Comé, Curtaz, Lanièce, Marguerettaz, Squarzino Secondina)
Le Conseil approuve.
A l'article 28 il y a 3 amendements à examiner.
Le premier sera l'amendement n° 2 présenté par la Vème Commission, dont je donne la lecture:
Emendamento Il comma 2 dell'articolo 28 è sostituito dal seguente:
"2. A ciascun dipartimento è preposto un direttore, nominato dal direttore generale, sentito il comitato di dipartimento di cui al comma 5.".
Je soumets au vote l'amendement:
Conseillers présents et votants: 32
Pour: 32
Le Conseil approuve à l'unanimité.
Je donne la lecture de l'amendement n° 14 présenté par le groupe Valle d'Aosta per l'Ulivo:
Emendamento All'articolo 28 sostituire il comma 4, lettera f) con il seguente:
"f) gestire le risorse attribuite al dipartimento sulla base dei criteri e modalità definite dal comitato di dipartimento, in attuazione delle indicazioni del piano attuativo locale.".
La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.
Squarzino (PVA-cU) A vederlo così sembra un emendamento che non abbia tanto significato. In realtà, la legge dice semplicemente: gestire le risorse attribuite al dipartimento, in attuazione delle indicazioni del piano attuativo locale; noi chiediamo di aggiungere: sulla base dei criteri e modalità definite dal Comitato di dipartimento. Proprio perché, e mi riallaccio al discorso precedente, all'articolo 2 si chiede che vengano individuati criteri e modalità con cui procedere alla definizione del piano, a me sembrava giusto che il Direttore di dipartimento non decidesse tutto in maniera autonoma, ma che nel momento in cui gestisce le risorse attribuite, lo facesse sulla base dei criteri e modalità che il Comitato di dipartimento ha dato.
L'emendamento non va nella logica dell'appesantimento delle procedure; vuole invece sottolineare che un budget è così importante che non può essere solo il Direttore del dipartimento a deciderlo, che deve non confrontarsi di volta in volta, ma seguire anche lui i criteri e le modalità che il Comitato di dipartimento ha definito.
Poi è chiaro che il Comitato di dipartimento può cambiare a seconda delle situazioni, decidere in un modo o decidere in un altro, a seconda della verifica delle decisioni prese. Questo è il significato.
Président La parole à l'Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Vicquéry.
Vicquéry (UV)È un emendamento pleonastico, perché nello stesso articolato è scritto al comma 5 che il Direttore è coadiuvato dal Comitato di dipartimento, al comma 6 che il Comitato di dipartimento fra le altre cose programma: al punto b) la razionale utilizzazione del personale, al punto c) assicura la disponibilità di risorse, intendendo risorse sia finanziarie sia umane, al punto d) fornisce indicazioni per la gestione del budget di dipartimento.
Per questa ragione votiamo contro.
PrésidentJe soumets au vote l'amendement:
Conseillers présents: 32
Votants: 28
Pour: 3
Contre: 25
Abstentions: 4 (Frassy, Lattanzi, Piccolo, Tibaldi)
Le Conseil n'approuve pas.
Je donne lecture de l'amendement n° 13 présenté par le groupe Valle d'Aosta per l'Ulivo:
Emendamento All'articolo 28, comma 5, aggiungere alla fine la frase: "e da rappresentanze delle altre figure professionali, con particolare riguardo a quelle dirigenziali".
Je soumets au vote l'amendement:
Conseillers présents: 32
Votants: 29
Pour: 3
Contre: 26
Abstentions: 3 (Frassy, Lattanzi, Tibaldi)
Le Conseil n'approuve pas.
Je soumets au vote l'article 28 dans le texte amendé:
Articolo 28 (Dipartimenti dell'area della degenza)
1. L'organizzazione e l'erogazione delle prestazioni di ricovero, in rapporto alle esigenze di ottimizzazione dell'uso delle risorse e di omogeneità dei processi produttivi, nonché al fine di assicurare l'integrazione delle procedure clinico-assistenziali, è articolata in dipartimenti definiti dall'atto costitutivo aziendale di cui all'articolo 10.
2. A ciascun dipartimento è preposto un direttore, nominato dal direttore generale, sentito il comitato di dipartimento di cui al comma 5.
3. La nomina a direttore di dipartimento comporta l'assunzione sia di responsabilità professionale in materia clinico-organizzativa e della prevenzione, sia di responsabilità di tipo gestionale in ordine alla razionale e corretta programmazione e gestione delle risorse assegnate per la realizzazione degli obiettivi attribuiti.
4. Il direttore del dipartimento, in particolare:
a) predispone il piano annuale delle attività definendone gli obiettivi, nel rispetto degli indirizzi del piano attuativo locale;
b) assicura il funzionamento del dipartimento;
c) promuove le verifiche periodiche sulla qualità e appropriatezza delle prestazioni;
d) controlla la corrispondenza dei comportamenti con gli indirizzi generali definiti dal piano delle attività e dell'utilizzazione delle risorse disponibili, nell'ambito della gestione del personale;
e) rappresenta il dipartimento nei rapporti con il direttore generale, il direttore sanitario ed il direttore amministrativo;
f) gestisce le risorse attribuite al dipartimento, secondo le indicazioni del piano attuativo locale.
5. Il direttore del dipartimento è coadiuvato da un comitato di dipartimento composto dai responsabili delle strutture complesse aggregate nel dipartimento.
6. Il comitato di dipartimento:
a) stabilisce i modelli di organizzazione e programma il lavoro del dipartimento;
b) programma la razionale utilizzazione del personale e propone la mobilità del personale fra le unità operative del dipartimento nell'ottica dell'integrazione dipartimentale;
c) assicura la disponibilità di risorse per l'attività specialistica ambulatoriale e per l'assistenza a programmazione specifica erogate dai distretti;
d) fornisce indicazioni per la gestione del budget di dipartimento;
e) collabora alla predisposizione del piano annuale delle attività;
f) propone i fabbisogni di risorse sia di personale che di dotazione strumentale, valutandone le priorità;
g) propone i gruppi operativi interdipartimentali;
h) valuta e propone, tramite il direttore di dipartimento, l'eventuale inserimento di unità operative nel dipartimento o l'istituzione di strutture semplici;
i) propone l'organizzazione dell'attività libero-professionale intramuraria del dipartimento secondo le direttive stabilite dall'azienda USL.
7. Il comitato di dipartimento deve assicurare l'informazione e la partecipazione degli altri dirigenti e degli operatori assegnati al dipartimento alla propria attività.
Conseillers présents: 32
Votants: 26
Pour: 23
Contre: 3
Abstentions: 6 (Beneforti, Comé, Curtaz, Lanièce, Marguerettaz, Squarzino Secondina)
Le Conseil approuve.
Je soumets au vote l'article 29:
Conseillers présents: 32
Votants: 26
Pour: 23
Contre: 3
Abstentions: 6 (Beneforti, Comé, Curtaz, Lanièce, Marguerettaz, Squarzino Secondina)
Le Conseil approuve.
A l'article 30 il y a l'amendement n° 1 de l'Assesseur Vicquéry, qui récite:
Emendamento Il comma 6 dell'articolo 30 è sostituito dal seguente:
"6. L'incarico di direttore di distretto è attribuito dal direttore generale sentito il direttore dell'area territoriale-distrettuale ad un dirigente dell'azienda, che abbia maturato una specifica esperienza nei servizi territoriali e una adeguata formazione nella loro organizzazione, oppure a un medico convenzionato, ai sensi dell'articolo 8, comma 1, del d.lgs. 502/1992, come modificato dal d.dlgs. 229/1999, da almeno 10 anni".
Je soumets au vote l'amendement:
Conseillers présents: 32
Votants: 29
Pour: 26
Contre: 3
Abstentions: 3 (Comé, Lanièce, Marguerettaz)
Le Conseil approuve.
A l'article 30 il y a l'amendement n° 3 de la Vème Commission, qui récite:
Emendamento Il comma 6 dell'articolo 30 è sostituito dal seguente:
"6. Per ciascun distretto è individuato un direttore scelto fra personale interno od esterno all'azienda USL, nominato dal direttore generale sentito il direttore dell'area territoriale-distrettuale, in possesso dei requisiti previsti dall'atto aziendale di cui all'articolo 10 per il conferimento dell'incarico.".
En conséquence de l'adoption de l'amendement présenté par l'Assesseur, l'amendement est échu.
Je soumets au vote l'article 30 dans le texte amendé:
Articolo 30 (Distretti)
1. Le prestazioni e le attività di competenza dell'area territoriale-distrettuale sono erogate ed effettuate nei distretti in cui si articola il territorio in cui opera l'azienda USL, intesi quali ambiti organizzativi territoriali per l'effettuazione di attività e l'erogazione di prestazioni di assistenza sanitaria, di tutela e di promozione della salute, di prestazioni socio-sanitarie, di erogazione dei servizi e delle prestazioni socio-assistenziali, di integrazione fra servizi sanitari e servizi socio-assistenziali.
2. In considerazione delle caratteristiche geomorfologiche del territorio e della distribuzione della popolazione residente, nonché di esigenze di efficienza ed economicità dell'organizzazione, il territorio in cui opera l'azienda USL è articolato in quattro distretti aventi sede a Morgex, Aosta, Châtillon e Donnas, i cui ambiti territoriali sono stabiliti dal piano socio-sanitario regionale.
3. In armonia con le disposizioni per l'area di Aosta di cui alla l.r. 54/1998, il piano attuativo locale deve assicurare una specifica programmazione ed organizzazione delle attività che tenga conto della localizzazione e della tipologia dei presidi e dei servizi e del carico di domanda relativi ai comuni che fanno parte della piana di Aosta.
4. Ciascun ambito organizzativo distrettuale è costituito al fine di garantire:
a) l'assistenza primaria, ivi compresa la continuità assistenziale, mediante il necessario coordinamento e l'approccio multidisciplinare, in ambulatorio e a domicilio, tra medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, servizi di guardia medica notturna e festiva, medici specialistici ambulatoriali;
b) il coordinamento dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta con le strutture operative a gestione diretta, nonché con i servizi specialistici ambulatoriali ed i presidi ospedalieri ed extraospedalieri accreditati;
c) l'erogazione delle prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, connotate da specifica ed elevata integrazione;
d) l'assistenza specialistica ambulatoriale;
e) l'attività per la prevenzione e la cura delle tossicodipendenze;
f) l'attività consulenziale per la tutela della salute dell'infanzia, della donna e della famiglia;
g) l'attività ed i servizi rivolti ai disabili ed agli anziani;
h) l'attività ed i servizi di assistenza domiciliare integrata;
i) l'attività ed i servizi per le patologie da HIV e per le patologie in fase terminale.
5. Nell'ambito delle risorse assegnate, il distretto è dotato di autonomia tecnico-gestionale ed economico-finanziaria, con contabilità separata all'interno del bilancio dell'azienda USL.
6. L'incarico di direttore di distretto è attribuito dal direttore generale sentito il direttore dell'area territoriale-distrettuale ad un dirigente dell'azienda, che abbia maturato una specifica esperienza nei servizi territoriali e una adeguata formazione nella loro organizzazione, oppure a un medico convenzionato, ai sensi dell'articolo 8, comma 1, del d.lgs. 502/1992, come modificato dal d.dlgs. 229/1999, da almeno 10 anni.
7. Il compenso dell'incarico è determinato nell'atto costitutivo dell'azienda USL di cui all'articolo 10 in misura non superiore al trattamento massimo previsto per i dirigenti nel ruolo di appartenenza, fatto salvo il trattamento economico di maggior favore in godimento, nonché il contestuale congelamento di un corrispondente posto di organico della dirigenza sanitaria ai sensi dell'articolo 3sexies, comma 3, del d.lgs. 502/1992, come introdotto dall'articolo 3, comma 3, del d.lgs. 229/1999.
8. Il direttore di distretto svolge le seguenti funzioni:
a) predispone gli strumenti attuativi del piano attuativo locale relativi alle attività distrettuali;
b) assicura l'integrazione e il coordinamento operativo fra l'assistenza sanitaria di base, l'assistenza specialistica ambulatoriale e le altre attività di assistenza sanitaria e socio-sanitaria erogate nei distretti;
c) partecipa all'attività di organizzazione e di direzione dell'area territoriale-distrettuale;
d) è responsabile del budget di distretto, che gestisce in conformità alle disposizioni del direttore dell'area territoriale-distrettuale.
9. Il direttore di distretto si avvale di un ufficio di coordinamento delle attività distrettuali, composto da rappresentanti delle figure professionali operanti nei servizi distrettuali. Sono membri di diritto di tale ufficio un rappresentante dei medici di medicina generale, uno dei pediatri di libera scelta e uno degli specialisti ambulatoriali convenzionati operanti nel distretto.
Conseillers présents: 32
Votants: 26
Pour: 23
Contre: 3
Abstentions: 6 (Beneforti, Comé, Curtaz, Lanièce, Marguerettaz, Squarzino Secondina)
Le Conseil approuve.
Je soumets au vote l'article 31:
Conseillers présents: 32
Votants: 26
Pour: 23
Contre: 3
Abstentions: 6 (Beneforti, Comé, Curtaz, Lanièce, Marguerettaz, Squarzino Secondina)
Le Conseil approuve.
Je soumets au vote l'article 32:
Conseillers présents: 32
Votants: 26
Pour: 23
Contre: 3
Abstentions: 6 (Beneforti, Comé, Curtaz, Lanièce, Marguerettaz, Squarzino Secondina)
Le Conseil approuve.
Je soumets au vote l'article 33:
Conseillers présents: 32
Votants: 26
Pour: 23
Contre: 3
Abstentions: 6 (Beneforti, Comé, Curtaz, Lanièce, Marguerettaz, Squarzino Secondina)
Le Conseil approuve.
Je soumets au vote l'article 34:
Conseillers présents: 32
Votants: 26
Pour: 23
Contre: 3
Abstentions: 6 (Beneforti, Comé, Curtaz, Lanièce, Marguerettaz, Squarzino Secondina)
Le Conseil approuve.
Je soumets au vote l'article 35:
Conseillers présents: 32
Votants: 26
Pour: 23
Contre: 3
Abstentions: 6 (Beneforti, Comé, Curtaz, Lanièce, Marguerettaz, Squarzino Secondina)
Le Conseil approuve.
Je soumets au vote l'article 36:
Conseillers présents: 32
Votants: 26
Pour: 23
Contre: 3
Abstentions: 6 (Beneforti, Comé, Curtaz, Lanièce, Marguerettaz, Squarzino Secondina)
Le Conseil approuve.
Je soumets au vote l'article 37:
Conseillers présents: 32
Votants: 26
Pour: 23
Contre: 3
Abstentions: 6 (Beneforti, Comé, Curtaz, Lanièce, Marguerettaz, Squarzino Secondina)
Le Conseil approuve.
A l'article 38 il y a l'amendement n° 15 présenté par le groupe Valle d'Aosta per l'Ulivo, dont je donne la lecture:
Emendamento All'articolo 38 (autorizzazione e accreditamento) al termine del comma 4, dopo la parola "da svolgere", aggiungere la frase: "nonché dei rappresentanti locali delle Società Scientifiche più rappresentative, a livello nazionale, delle varie discipline professionali";
Je soumets au vote l'amendement:
Conseillers présents: 32
Votants: 26
Pour: 3
Contre: 23
Abstentions: 6 (Comé, Frassy, Lanièce, Lattanzi, Marguerettaz, Tibaldi)
Le Conseil n'approuve pas.
Je soumets au vote l'article 38:
Conseillers présents: 32
Votants: 26
Pour: 23
Contre: 3
Abstentions: 6 (Beneforti, Comé, Curtaz, Lanièce, Marguerettaz, Squarzino Secondina)
Le Conseil approuve.
Je soumets au vote l'article 39:
Conseillers présents: 32
Votants: 26
Pour: 23
Contre: 3
Abstentions: 6 (Beneforti, Comé, Curtaz, Lanièce, Marguerettaz, Squarzino Secondina)
Le Conseil approuve.
Je soumets au vote l'article 40:
Conseillers présents: 32
Votants: 26
Pour: 23
Contre: 3
Abstentions: 6 (Beneforti, Comé, Curtaz, Lanièce, Marguerettaz, Squarzino Secondina)
Le Conseil approuve.
A l'article 41 il y a l'amendement n° 16 présenté par le groupe Valle d'Aosta per l'Ulivo, dont je donne la lecture:
Emendamento All'articolo 41 aggiungere comma 2 bis:
2bis) "Gli incarichi di direzione di struttura, semplice o complessa, implicano il rapporto di lavoro esclusivo".
La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.
Squarzino (PVA-cU)Come accennavo precedentemente, riteniamo che sia importante richiamare in legge il fatto che quando si tratta di un incarico di direzione di struttura semplice o complessa, questo richiede un rapporto di lavoro esclusivo, come d'altra parte è previsto in modo esplicito dal decreto n. 229.
PrésidentLa parole à l'Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Vicquéry.
Vicquéry (UV)Il problema degli incarichi di direzione è disciplinato dal comma 1, dove si dice che i rapporti di lavoro sono disciplinati dalle norme statali in materia di personale, e dal comma 2, che è il rapporto di lavoro esclusivo assunto quale rapporto ordinario. Questo in via generale.
Nello specifico, è pericolosissimo sempre mettere in legge delle affermazioni di questo genere, perché sul rapporto esclusivo è ancora aperta una grossa trattativa fra i sindacati medici e il governo, perché vogliono far stralciare questo aspetto dell'esclusività del rapporto di lavoro per la direzione delle strutture, o comunque di alleviare il concetto stesso.
Noi, demandando alla disciplina delle norme statali, non dovremo più modificare la normativa nel caso in cui questa venga emendata in qualche parte. Per cui il voto è contrario.
PrésidentPour déclaration de vote la parole à la Conseillère Squarzino Secondina.
Squarzino (PVA-cU) È previsto esplicitamente all'articolo 15, quinquies, comma 5 che gli incarichi di direzione di struttura, semplice o complessa, implicano il rapporto di lavoro esclusivo. Quindi non ho fatto che ricopiare questa dicitura.
Quello che ha detto l'Assessore vale per tutti gli altri punti, perché nel momento in cui cambia qualche elemento rispetto al "229", è chiaro che a cascata cambia anche la normativa regionale.
Questo è un punto importante e secondo me non è neanche utile che non sia messo in legge. Se avessimo messo in legge solo le cose diverse dal "229", avremmo avuto una leggina di 4 pagine; invece, proprio perché intendiamo in questa legge individuare gli organi, le competenze e anche le cose essenziali, questa decisione non va lasciata al caso. Tant'è vero che avevo apprezzato il fatto che era accettato?
(interruzione dell'Assessore Vicquéry, fuori microfono)
? se è obbligatorio, allora anche il precedente emendamento n. 7 all'articolo 15, che è stato accettato, sarebbe stato inutile nella sua logica. Ma proprio perché è importante dare questa certezza e prendere questa decisione, questo è un modo per dire: facciamo propria questa decisione, altrimenti se non si mette con chiarezza si rimane nell'equivoco. Infatti l'equivoco è che per le strutture semplici questo non avviene. Se è così non capisco perché!
PrésidentJe soumets au vote l'amendement:
Conseillers présents et votants: 32
Pour: 7
Contre: 25
Le Conseil n'approuve pas.
Je soumets au vote l'article 41:
Conseillers présents: 32
Votants: 25
Pour: 22
Contre: 3
Abstentions: 7 (Beneforti, Collé, Comé, Curtaz, Lanièce, Marguerettaz, Squarzino Secondina)
Le Conseil approuve.
A l'article 42 il y a l'amendement n° 17 présenté par le groupe Valle d'Aosta per l'Ulivo, dont je donne la lecture:
Emendamento Abrogare articolo 42.
Il y a l'amendement n° 4 de la Vème Commission, qui récite:
Emendamento L'articolo 42 è sostituito dal seguente:
"Articolo 42
(Accertamento della conoscenza della lingua francese o italiana)
1. L'ammissione ai concorsi e alle selezioni per l'impiego ed il conferimento degli incarichi presso l'azienda USL è subordinata al preventivo accertamento della conoscenza della lingua francese o italiana. L'accertamento è effettuato nella lingua diversa da quella nella quale il candidato, nella domanda di ammissione, dichiara di voler sostenere le prove di concorso.
2. L'accertamento conseguito con esito positivo dopo l'entrata in vigore della presente legge che non ha dato luogo ad assunzione a tempo indeterminato o ad inserimento in graduatoria per il conferimento di incarico a tempo determinato conserva validità, in relazione alla categoria per cui è stato superato o categoria inferiore e in relazione alla qualifica dirigenziale, per un periodo equivalente a quello previsto dalle disposizioni vigenti per il comparto unico del pubblico impiego regionale.
3. Le modalità di svolgimento della prova di accertamento di cui al comma 1, compresi i programmi d'esame, la tipologia delle prove, i criteri di valutazione ed i casi di esonero da comprovarsi con idonea documentazione, sono stabiliti dalla Giunta regionale con propria deliberazione. Fino all'adozione di tale deliberazione, fatto salvo quanto disposto dai commi successivi, si applicano in quanto compatibili le disposizioni stabilite dalla deliberazione della Giunta regionale n. 999 del 29 marzo 1999.
4. I portatori di handicap psichico o sensoriale, associato a massicce difficoltà di eloquio, di comunicazione e di comprensione del linguaggio verbale o scritto, accertato dalla Commissione di cui all'articolo 4 della legge 5 febbraio 1992, n. 104 (Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate), sono esonerati dalla prova di accertamento della conoscenza della lingua francese e/o italiana.
5. È altresì esonerato dalla prova di accertamento della conoscenza della lingua francese e/o italiana il personale assunto a tempo indeterminato o inserito in una graduatoria per il conferimento di incarico a tempo determinato, che abbia superato l'accertamento nell'ambito della stessa categoria, o superiore, o nell'ambito della qualifica dirigenziale.
6. Sono altresì esonerati dalla prova di accertamento della conoscenza della lingua francese e/o italiana coloro che partecipano a concorsi o selezioni richiedenti il titolo di scuola media secondaria di primo grado o il proscioglimento dall'obbligo scolastico e che, a partire dall'anno scolastico 1996/1997, abbiano conseguito il titolo di studio richiesto presso una scuola media della Valle d'Aosta.
7. Le disposizioni in materia di utilizzo della certificazione di piena conoscenza della lingua francese di cui all'articolo 7 della legge regionale 3 novembre 1998, n. 52 (Disciplina dello svolgimento della quarta prova scritta di francese agli esami di Stato in Valle d'Aosta), recate dall'articolo 8 della medesima l.r. 52/1998 e dall'articolo 2 della legge regionale 8 settembre 1999, n. 25 (Disposizioni attuative dell'articolo 8, comma 3, della legge regionale 3 novembre 1998, n. 52), sono estese, con le modalità di cui al comma 8, alle procedure di accesso all'impiego.
8. Il possesso della certificazione di cui all'articolo 7 della l.r. 52/1998 esonera permanentemente dalla prova di accertamento della conoscenza della lingua francese prescritta per l'assunzione nelle qualifiche di personale del Servizio sanitario nazionale per l'accesso alle quali è richiesto un diploma di istruzione secondaria di secondo grado o un titolo di studio inferiore.
9. Ai soli fini dell'accesso alle qualifiche amministrative, per le quali è richiesto un diploma di laurea o un diploma universitario, sono esonerati dalla prova di accertamento di conoscenza della lingua francese coloro che risultino in possesso della certificazione attestante il compimento del percorso formativo previsto dall'articolo 5 o dall'articolo 6 della l.r. 25/1999.
10. Il possesso dei titoli di conoscenza linguistica di cui ai commi 8 e 9 è utile ai fini della corresponsione, al personale assunto in servizio, dell'indennità di bilinguismo prevista dalla legge regionale 9 novembre 1988, n. 58 (Norme per l'attribuzione dell'indennità di bilinguismo al personale della Regione).
11. Il conferimento di incarichi di direttore generale, di direttore sanitario e di direttore amministrativo dell'azienda USL è subordinato al preventivo accertamento della conoscenza della lingua francese secondo modalità definite dalla Giunta regionale.".
Je soumets au vote l'amendement n° 17:
Conseillers présents: 32
Votants: 30
Pour: 6
Contre: 24
Abstentions: 2 (La Torre, Piccolo)
Le Conseil n'approuve pas.
Je soumets au vote l'amendement de la Vème Commission qui remplace l'article 42:
Conseillers présents et votants: 32
Pour: 22
Contre: 10
Le Conseil approuve.
Je soumets au vote l'article 43:
Conseillers présents: 31
Votants: 25
Pour: 22
Contre: 3
Abstentions: 6 (Beneforti, Collé, Curtaz, Lanièce, Marguerettaz, Squarzino Secondina)
Le Conseil approuve.
Je soumets au vote l'article 44:
Conseillers présents: 31
Votants: 25
Pour: 22
Contre: 3
Abstentions: 6 (Beneforti, Collé, Curtaz, Lanièce, Marguerettaz, Squarzino Secondina)
Le Conseil approuve.
Je soumets au vote l'article 45:
Conseillers présents: 31
Votants: 25
Pour: 22
Contre: 3
Abstentions: 6 (Beneforti, Collé, Curtaz, Lanièce, Marguerettaz, Squarzino Secondina)
Le Conseil approuve.
Je soumets au vote l'article 46:
Conseillers présents: 31
Votants: 25
Pour: 22
Contre: 3
Abstentions: 6 (Beneforti, Collé, Curtaz, Lanièce, Marguerettaz, Squarzino Secondina)
Le Conseil approuve.
A l'article 47 il y a l'amendement n° 2 présenté par l'Assesseur Vicquéry, qui récite:
Emendamento la lettera u) del comma 1 dell'articolo 47 è sostituita dalla seguente:
"u) la legge regionale 16 aprile 1997, n. 13;"
Je soumets au vote l'article 47 dans le texte amendé:
Articolo 47 (Abrogazioni)
1. Sono abrogate le seguenti disposizioni regionali:
a) la legge regionale 28 settembre 1951, n. 4;
b) la legge regionale 20 febbraio 1962, n. 8;
c) la legge regionale 5 luglio 1962, n. 15;
d) la legge regionale 29 agosto 1964, n. 19;
e) la legge regionale 23 febbraio 1976, n. 10;
f) la legge regionale 5 febbraio 1979, n. 8;
g) la legge regionale 29 gennaio 1980, n. 6;.
h) la legge regionale 30 gennaio 1981, n. 13;
i) la legge regionale 28 dicembre 1982, n. 84;
j) la legge regionale 23 novembre 1984, n. 62;
k) la legge regionale 7 maggio 1985, n. 28;
l) la legge regionale 15 luglio 1985, n. 47;
m) gli articoli 1 e 4 della legge regionale 29 gennaio 1988, n. 9;
n) la legge regionale 16 dicembre 1992, n. 75;
o) l'articolo 13 della legge regionale 20 agosto 1993, n. 70;
p) la legge regionale 30 novembre 1993, n. 82;
q) la legge regionale 8 giugno 1994, n. 24;
r) la legge regionale 21 giugno 1994, n. 26;
s) il regolamento regionale 1° giugno 1995, n. 3;
t) l'articolo 40 della legge regionale 16 luglio 1996, n. 19;
u) la legge regionale 16 aprile 1997, n. 13;
v) l'articolo 9 della legge regionale 30 gennaio 1998, n. 6;
w) il comma 2 dell'articolo 6 della legge regionale 21 maggio 1998, n. 32.
Conseillers présents: 31
Votants: 25
Pour: 22
Contre: 3
Abstentions: 6 (Beneforti, Collé, Curtaz, Lanièce, Marguerettaz, Squarzino Secondina)
Le Conseil approuve.
A l'article 48 il y a l'amendement n° 3 présenté par l'Assesseur Vicquéry, qui récite:
Emendamento Il comma 1 dell'articolo 48 è sostituito dal seguente:
"1. Gli articoli 3, 4, 5 e 30, commi 1, 2, 3, 6 e 7 della l.r. 13/1997, nonché le disposizioni del piano socio-sanitario regionale 1997/1999 allegato alla suddetta legge regionale si applicano fino alla data del 31 dicembre 2000".
Je soumets au vote l'amendement qui remplace le premier alinéa de l'article 48:
Conseillers présents: 31
Votants: 25
Pour: 22
Contre: 3
Abstentions: 6 (Beneforti, Collé, Curtaz, Lanièce, Marguerettaz, Squarzino Secondina)
Le Conseil approuve.
Il y a enfin l'amendement n° 5 de la Vème Commission qui récite:
Emendamento Dopo l'articolo 48 è aggiunto il seguente:
"Articolo 48bis
(Dichiarazione d'urgenza)
1. La presente legge è dichiarata urgente ai sensi dell'articolo 31, comma terzo, dello Statuto speciale per la Valle d'Aosta ed entrerà in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione.".
Je soumets au vote l'amendement:
Conseillers présents: 31
Votants: 25
Pour: 22
Contre: 3
Abstentions: 6 (Beneforti, Collé, Curtaz, Lanièce, Marguerettaz, Squarzino Secondina)
Le Conseil approuve.
La parole au Conseiller Beneforti pour déclaration de vote.
Beneforti (PVA-cU)Riteniamo che il "decreto Bindi" non abbia ristretto l'autonomia delle regioni e tanto meno quella della Valle d'Aosta. Ricordo a me stesso e a voi tutti cos'è accaduto in Valle d'Aosta prima che fosse approvato il "decreto Bindi", e quindi avevamo più autonomia di oggi, a quanto sembra.
Non ci dimentichiamo le due risoluzioni che sono state approvate dalla maggioranza per rimediare al degrado e all'inefficienza del nostro sistema sanitario. Eppure, avevamo la nostra autonomia. Come l'abbiamo usata?
La "riforma Bindi" mira a rafforzare la tutela della salute in un sistema sanitario che si riconferma solidaristico, che punta ad essere più efficiente con il compimento dei processi di aziendalizzazione e regionalizzazione.
I cittadini potranno così contare almeno su strutture più efficienti e di maggiore qualità. E checché se ne dica, rafforza le regioni e prevede anche un ruolo incisivo dei comuni nella valutazione e programmazione dei servizi. Per la prima volta viene definito il ruolo dei distretti e dei dipartimenti, perché li avevamo forse definiti noi a livello regionale?
Il decreto punta inoltre all'integrazione fra le prestazioni sanitarie e sociali, prevede che i medici scelgano fra pubblico e privato. Quante volte abbiamo detto che era necessario anche nel nostro sistema sanitario valdostano che i medici scegliessero o che i primari dovessero aggiornarsi per essere riconfermati nell'incarico ricevuto? Non riteniamo pertanto la legge centralistica e nemmeno tendente ad emarginare il privato, anzi: lo pone forse sullo stesso piano, e tende a rendere il sistema pubblico sempre più efficiente.
Fatte queste affermazioni; sentiti gli apprezzamenti dell'Assessore nei confronti del decreto n. 229; visto che si è voluto mantenere senza nessuna logica l'istituto del commissariamento, nonostante i dispiaceri che ci ha arrecato dalla sua nomina ad oggi, tanto che nella risoluzione dalla maggioranza si afferma che è "la precarietà dell'istituto del commissariamento che impedisce di affrontare le problematiche dell'azienda Unità sanitaria locale con una logica di programmazione a medio e a lungo termine"; dopo che avete respinto la maggior parte degli emendamenti che erano più sostanziosi; visto l'articolo 42 della legge con cui rinviate, per disaccordi nella maggioranza, la risoluzione del problema della prova di francese per i medici; visto che volete ancora una volta imporci una legge senza darci la possibilità di emendarla, non ci sentiamo di votarla, pertanto ci asteniamo dalla votazione!
PrésidentLa parole au Président du Gouvernement, Viérin Dino.
Viérin D. (UV)Avec la présentation de ce projet de loi, sur la base d'une compétence intégrative, nous donnons application au Val d'Aoste au "décret Bindi", et en même temps nous maintenons un engagement qui avait été pris par les forces de majorité au sein de cette Assemblée, en assurant une nouvelle organisation sanitaire au Val d'Aoste, en renforçant les principes d'autonomie et de territorialité de notre organisation sanitaire. Ce n'est pas un point final, dans le sens que notre objectif demeure celui de disposer d'une compétence primaire pleine et exclusive en matière sanitaire.
Il s'agit donc d'une mesure importante, mais qui ne donne pas à notre sens une réponse définitive aux problèmes sanitaires du Val d'Aoste, au problème de l'organisation de la santé à l'intérieur de la région, compte tenu notamment du fait que nous payons déjà entièrement les frais qui se rapportent à cette organisation sanitaire.
Pour ce qui est de la langue française, là aussi nous avons tenu un engagement; quand nous avons présenté la loi donnant application à la loi n° 52, nous avions renvoyé à une autre mesure l'application de ces mêmes dispositions dans le secteur sanitaire. C'est ce que nous faisons aujourd'hui, en insérant ces dispositions dans notre projet global. Ce projet n'est pas encore achevé; il y a la nécessité de le compléter, mais toujours en respectant ce principe de vouloir donner des réponses d'ordre général à un problème qui concerne l'ensemble du secteur de la fonction publique.
C'est là un engagement que nous tenons à respecter. C'est avec la présentation de ces mesures ultérieures que nous pourrons achever notre projet, qui modifiera l'attitude et les modalités de vérification de cette compétence et de cette connaissance, tout en respectant les principes statutaires, mais en donnant à cette compétence et à cette connaissance une application concrète et pratique au sein des différents secteurs.
Aussi je confirme que nous voterons pour le projet de loi.
PrésidentJe soumets au vote le projet de loi n° 56:
Conseillers présents: 33
Votants: 26
Pour: 23
Contre: 3
Abstentions: 7 (Beneforti, Collé, Comé, Curtaz, Lanièce, Marguerettaz, Squarzino Secondina)
Le Conseil approuve.