Legge regionale 5 gennaio 1990, n. 6 - Testo storico

Legge regionale n. 6 del 05 01 1990

Bollettino ufficiale 16 1 1990 n. 3

Approvazione ed avvio nella Scuola del programma di iniziative di lotta all’abuso di sostanze lecite ed illecite nella Valle d’Aosta ed adozione di linee guida per la prevenzione.

Art. 1

1. È approvato il piano di lotta all’abuso di sostanze lecite ed illecite nella Valle d’Aosta e sono adottate le linee guida per la prevenzione, relativamente al programma di intervento nella scuola secondo quanto indicato nell’elaborato denominato " Progetto Arianna ", che costituisce allegato alla presente legge.

2. All’avvio ed alla realizzazione del suddetto piano nell’ambito delle scuole presenti sul territorio regionale, si provvede a decorrere dall’anno scolastico 1989- 1990, secondo criteri e modalità stabiliti in tale piano.

Art. 2

1. Nell’ambito del Gruppo Tecnico Permanente di Lavoro per le attività di programmazione, verifica, controllo e consulenza relative agli interventi di prevenzione, cura e riabilitazione delle tossicodipendenze, è istituita una Struttura di Progetto, costituita dal personale dell’Ufficio per l’Educazione alla Salute e la prevenzione delle tossicodipendenze della Sovraintendenza agli Studi, nonché da personale amministrativo così individuato:

- n. 2 coadiutore

- n. 1 segretario

2. All’assegnazione di tale personale provvede la Giunta Regionale mediante personale dipendente dalla Regione, o assunto con rapporto a tempo determinato, secondo le modalità previste dal vigente contratto di lavoro del personale regionale.

3. La Struttura di Progetto provvede in particolare alle esigenze di direzione organizzativa degli interventi, nonché alle attività di segreteria e contabilità e ad ogni altro compito necessario per la realizzazione del progetto, fatti comunque salvi i compiti attribuiti ai capi di Istituto, i quali provvedono per l’attuazione degli interventi.

4. Contestualmente al provvedimento della Giunta Regionale di costituzione della Struttura, si provvede altresì alla determinazione della Sede e della dotazione delle attrezzature tecniche e delle apparecchiature, necessarie al funzionamento della medesima.

5. Al coordinamento tecnico del Progetto ed alla verifica dell’andamento e dei risultati dell’attuazione dello stesso, provvede il Gruppo Tecnico Permanente di Lavoro per le Tossicodipendenze, che predispone a tal fine relazione annuale.

6. Ai compiti di finanziamento e di gestione amministrativa del Progetto, necessari all’attuazione del progetto medesimo, provvede l’Assessorato alla Sanità ed Assistenza Sociale, tramite gli Uffici del Servizio della Sanità e tutela sanitaria dell’Ambiente.

Art. 3

1. Nell’ambito della finalità e degli obiettivi previsti della presente legge, la Regione, mediante gli Assessorati competenti, promuovere apposite iniziative per la massima diffusione e conoscenza del Progetto Arianna.

Art. 4

1. Per l’applicazione della presente legge è autorizzata la Spesa annua di lire 650.000.000 a valere sul capitolo 39400 del bilancio di previsione della Regione per l’anno 1989, che presenta la necessaria disponibilità.

2. Al finanziamento del Progetto negli anni successivi si provvederà con apposita legge regionale, nell’ambito del Bilancio di Previsione della Regione, in corrispondenza alla durata del Progetto medesimo.

Art. 5

La presente legge è dichiarata urgente ai sensi del terzo comma dell’articolo 31 dello Statuto Speciale ed entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

È fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge della Regione Autonoma Valle d'Aosta.

TABELLA I

REGIONE AUTONOMA VALLE D’AOSTA

Assessorato della Pubblica Istruzione

Assessorato della Sanità e Assistenza Sociale

PIANO DI LOTTA ALL’ABUSO

DI SOSTANZE LECITE ED ILLECITE

NELLA VALLE D’AOSTA

E LINEE GUIDA PER LA PREVENZIONE

PROGETTO ARIANNA

Gruppo tecnico permanente di lavoro per le attività di programmazione, verifica, controllo e consulenza relative agli interventi di prevenzione, cura e riabilitazione delle tossicodipendenze.

1. PRESENTAZIONE DEL PROGETTO

ATTO ALLEGATO SUBARTICOLO 1

1.1 Premessa:

Nel corso degli anni, le attività per la lotta al fenomeno droga in Valle d’Aosta, hanno mostrato un notevole incremento.

Grazie alla collaborazione della scuola, è stato possibile avviare il sistema di indagini sugli atteggiamenti dei giovani nei confronti del consumo di varie sostanze lecite ed illecite, dalle quali è emerso, fra l’altro, l’entità problematica del consumo di alcool, e non solo di marijuana/ hashish,

nella popolazione giovanile della Valle. Inoltre, grazie alla collaborazione con l’ordine dei farmacisti, con le forze dell’ordine e con le strutture sanitarie, è stato possibile quantizzare la dimensione del bisogno di assistenza e le sue caratteristiche di distribuzione territoriale.

A seguito di queste attività che hanno fornito gli indispensabili presupposti conoscitivi per un intervento adeguato,

la Regione, con la collaborazione dell’Unità Sanitaria

Locale, si è impegnata nella definizione di un programma

di intervento curativo e di recupero dei soggetti tossicodipendenti che ha portato alla progettazione e realizzazione

del nuovo servizio di assistenza e alla definizione delle caratteristiche tecnico - operative che deve avere la comunità terapeutica regionale di recente apertura.

Evidentemente, nell’ambito delle attività regionali di

lotta al fenomeno droga, non poteva rimanere scoperto l’intervento di prevenzione che viene affrontato nel presente

documento.

Infatti, nell’ambito del gruppo tecnico permanente di

lavoro per le attività di programmazione, verifica, controllo

e consulenza relative agli interventi di prevenzione, cura e riabilitazione delle tossicodipendenze, si era ritenuto necessario definire, in prima istanza, l’intervento curativo e di

recupero dei soggetti già entrati nella problematica dell’uso - abuso delle sostanze illecite e successivamente passare alla individuazione ed attuazione di un programma

di prevenzione, tramite interventi di educazione per la salute da realizzare in collaborazione con la scuola.

Tale programma di educazione per la salute rappresenta,

infatti, il primo obiettivo che si può ragionevolmente individuare all’interno del quadro di riferimento dell’intera

azione di prevenzione dell’uso - abuso successivamente riportata nel documento. La scuola in tutta la bibliografia

specifica, viene infatti individuata come una delle aree prioritarie di intervento per la prevenzione, in particolare, in Valle d’Aosta, sembrano esistere tutti presupposti per la

riuscita di un intervento di questo tipo: la disponibilità e la collaborazione della sovraintendenza agli studi, degli insegnanti, degli organismi scolastici e non ultima la disponibilità

di uno strumento di valutazione come l’indagine sugli atteggiamenti, che potrà permettere il rilevamento dell’effetto dell’azione di educazione per la salute sulla popolazione

dei giovani che sarà coinvolta.

ATTO ALLEGATO SUBARTICOLO 2

1.2 Il quadro di riferimento:

Dalla revisione della letteratura internazionale in merito

al problema degli interventi preventivi nel settore dell’abuso di sostanze, si può evincere l’esistenza di una moltitudine

di attività applicative frutto o meno di una attività di ricerca e organizzate secondo i modelli attuativi più diversi

che vanno dal " comunque basta fare qualche cosa " al progetto strutturato in modo tale da permettere anche una valutazione,

a valle dell’intervento, dei risultati che ci si riproponeva di conseguire.

Appare altresì chiaro che gli interventi di prevenzione individuabili hanno frequentemente la caratteristica di essere monotematici (solo prevenzione dell’uso delle sostanze

illecite) ed indirizzati alla popolazione in generale; raramente viene individuata ed usata la metodologia delle " popolazioni targets " per l’attività di prevenzione specifica ed

ancora più raramente viene affrontato, nella sua totalità, il problema del comportamento d’abuso delle sostanze sia lecite che illecite.

Molto spesso inoltre, gli interventi sono focalizzati alla trasmissione del concetto di " rischio per la salute " basando l’attività di prevenzione sulla diffusione di messaggi; solo pochi interventi usano invece il metodo dell’insegnamento dello " stile di vita " interagendo con le persone oggetto dell’attività di prevenzione.

Nel presente progetto, denominato Arianna, si vuole invece costruire una rete di interventi per evitare l’insorgere, nell’individuo, del comportamento d’abuso e per sviluppare

un corretto stile di vita. Tali interventi, in ipotesi, sono organizzabili secondo tre assi:

- il primo, che definiremo asse dei tempi, individua i

momenti in cui è più favorevole (in termini di necessità ed utilità ) effettuare un’azione;

- il secondo, che definiremo asse spaziale, individua i

luoghi dove è più indicato (in termini di efficacia e fattibilità ) che l’azione venga fatta;

il terzo, che definiremo asse delle strutture, individua

" chi " ha la migliore capacità d’intervento (in termini di pertinenza e accettabilità ).

Il progetto intende coprire, con la rete di interventi, tutto

l’arco di tempo dell’età evolutiva dell’individuo al fine di aiutarlo a strutturare o eventualmente ristrutturare, in modo adeguato, le capacità di risposta agli stimoli interni ed esterni ad un comportamento d’abuso.

Aiutare cioè l’individuo a sviluppare un corretto stile di

vita che consideri in modo interrelato il rapporto individuo-società -ambiente.

Il progetto coinvolge, in tal modo, tutte le strutture organizzate presenti nella nostra società (famiglia, scuola,

servizi sociali e sanitari, associazioni, istituzioni, etc.) e tutti gli individui che fanno parte di queste strutture organizzate (genitori, figli, docenti, discenti, operatori dei servizi, utenti, organizzatori, partecipanti, dirigenti, collaboratori, etc.), secondo uno schema di progetto organico ed unitario

al quale ciascuno partecipa con le proprie competenze e disponibilità.

Da queste premesse e considerando la situazione locale

della Valle d’Aosta, si possono individuare, fra le aree di intervento come prioritarie, l’area della scuola in quanto, al momento, essa è in grado di rispondere, in tempi relativamente brevi, alla esigenza di un intervento di educazione

per la salute, indirizzato ad insegnanti, alunni e genitori e

l’area dell’intervento nella comunità sociale allargata (vedi specifiche più avanti). L’attivazione di un programma nella scuola e l’avvio delle iniziative nella comunità sociale allargata non escludendo la continuazione e la promozione

sul lavoro di messa a punto del programma in altre aree

che dovrà seguire, comunque, una logica programmata e strutturata.

ATTO ALLEGATO SUBARTICOLO 3

1.3 Le finalità

Le finalità del Progetto Arianna sono quelle di promozione culturale, di prevenzione, di socializzazione, di progresso civile e di individuazione e offerta di risposte adeguate e significative e diffuse istanze sociali.

In particolare, il progetto è rivolto ad integrare, recuperare, supportare ed ampliare le possibilità e le esperienze

che il soggetto vive all’interno delle istituzioni formali ( famiglia, scuola, istituzioni) ed informali (associazioni, gruppi, etc.) basandosi su un piano di lavoro strutturato, integrato

ed orientato all’utilizzazione dei metodi di educazione partecipativa. Si ritiene che, con tale metodo di lavoro,

si potranno, fra l’altro, favorire più significative relazioni fra i membri della comunità e rivalutare il quotidiano ed il vissuto come terreno di incontro fra le persone. È fondamentale, quindi, per il raggiungimento di tali finalità, che

vi sia coinvolgimento delle risorse di tutta la realtà in cui il progetto va ad operare, sia a livelli di forze sociali, sindacali, culturali, sia di associazioni e gruppi di volontariato, di cooperative giovanili e non, di forze produttive, etc.

Tale coinvolgimento deve attuarsi fin dalle prime fasi di definizione del programma in modo da sviluppare, in questo campo, una logica di collaborazione fra momento programmatorio e di coordinamento e momento attuativo.

ATTO ALLEGATO SUBARTICOLO 4

1.4 Le aree di intervento:

L’organizzazione, la specializzazione e la complessività della odierna società hanno portato a profonde trasformazioni all’interno delle due grandi agenzie educative: la famiglia e la scuola. Queste, oggi, non sono più sufficienti ai

compiti di tutela, educazione e formazione delle nuove generazioni ed abbisognano di apporti istituzionali e sociali.

È soltanto attuando un collegamento integrato tra le

varie aree esperenziali (famiglia, scuola e la più ampia comunità sociale) con cui il soggetto viene a contatto, che si

può parlare di un efficace ed efficiente progetto di educazione alla salute, sviluppando, come indica l’OMS, la consapevolezza che la salute deve riguardare, oltre che l’aspetto

sanitario, anche l’aspetto psico - fisico e sociale dell’individuo. Il progetto, quindi, deve essere concepito come un sistema informativo integrato, nel quale è necessario, o meglio

fondamentale, che i vari elementi che concorrono in modo

più o meno consapevole al sistema formativo entrino in relazione tra loro a vantaggio di tutta la Comunità.

Attualmente le varie parti del sistema sono prevalentemente isolate e non relazionate. È necessario, quindi che si inneschi un processo di conoscenza e di interazione tra di essi.

Compito del Progetto Arianna dovrebbe essere anche

quello di contribuire all’affermazione di una linea di azione concordata e definita, mediante una strategia delle " connessioni ", fra le varie parti del sistema:

- la famiglia;

- la scuola;

- la " comunità sociale allargata " (istituzioni, associazioni, gruppi organizzati, etc.).

2. PROGRAMMA DI INTERVENTO NELLA SCUOLA

ATTO ALLEGATO SUBARTICOLO 5

2.1. Linea guida:

Secondo le indicazioni fornite dai più recenti studi e ricerche nel settore della scuola come ambiente per lo sviluppo

e la promozione dell’educazione per la salute( EPS),

si possono identificare una serie di punti di riferimento da considerare al momento della messa in atto di una azione: - Le linee guida per lo sviluppo dell’EPS nell’ambito

scolastico devono svilupparsi all’interno di un intervento globale di educazione e di promozione della salute. L’EPS

da effettuarsi nelle scuole deve fare riferimento al concetto di salute dato dall’OMS che supera i risvolti della patologia ed individua il perseguimento di una condizione di benessere fisico, psichico e sociale dell’individuo. L’EPS deve essere fondata sull’utilizzazione dei metodi di educazione partecipativa piuttosto che sui metodi di educazione passiva degli alunni e dei docenti.

- L’EPS nelle scuole non ha ricevuto l’attenzione che

merita; si pensi, ad esempio, agli enormi costi diretti per la sanità che ciascun paese membro della comunità europea,

ma anche altri paesi, sostengono ogni anno (per non parlare

dei costi indiretti, anni di vita persi, giorni di malattia, etc.).

Concentrare una parte delle risorse sull’aspetto EPS potrebbe ridurre, nei prossimi anni, tali costi e contribuire direttamente ed indirettamente al benessere dell’individuo.

Inquadrata e finanziata in questa ottica, l’EPS potrebbe diventare, vista la sua importanza, una parte integrante del programma scolastico e del curriculum di formazione degli insegnanti.

- La situazione attuale in materia di EPS si sta evolvendo da una concettualizzazione puramente medica di tale attività ad una visione pluridisciplinare (ne sono sempre più interessate la biologia, la medicina, la sociologia, la psicologia, l’ecologia e non ultima la pedagogia). Infatti

l’EPS ingloba una così vasta gamma di attività che può essere messa in atto correttamente solo da gruppi di esperti multisettoriali e interdisciplinari. Per questo motivo l’EPS nelle scuole deve essere fatta in stretta collaborazione con i servizi medici e psico - sociali del sistema sanitario migliorando, dove esistano, e identificando nuovi rapporti di integrazione, dove non esistono, fra scuola e sistema sanitario

nazionale e regionale. Tale integrazione può essere individuata in una serie di interventi di supporto didattico all’insegnante e di aggiornamento formazione dei docenti.

- L’EPS, nell’ambito scolastico, dà la possibilità di presentare agli alunni un concetto più esteso, positivo della

salute. Gli alunni avranno in tal modo l’occasione di apprendere che la promozione della salute interessa vari

aspetti (sociali, ecologici, politici, economici, psicologici e

culturali di interesse generale), piuttosto che solo il connubio salute - medico individuato sino ad oggi. In particolare dovranno essere esaminate le cause dei possibili comportamenti nocivi per la salute piuttosto che i comportamenti

stessi. L’EPS, nelle scuole, deve essere orientata in modo tale da insegnare agli alunni le strategie migliori per far fronte ai vari problemi che legano i bisogni e gli interessi

della società attuale alla condizione di salute dell’individuo. - In genere i genitori partecipano poco o nulla alle attività della scuola. Benché non sia possibile identificare un livello partecipativo ottimale dei genitori alla vita scolastica e considerando i vincoli derivanti dalle singole situazioni sociali e culturali, è indispensabile perseguire l’impegno della collettività nell’azione d’EPS Quindi, nelle scuole, tale azione deve essere svolta con la partecipazione consultiva dei genitori sia nella messa a punto dei programmi di intervento sia nell’organizzazione della vita scolastica, in quanto portatori delle istanze sociali nella scuola.

- Se si riconosce che l’EPS deve prendere una sua connotazione all’interno delle materie di insegnamento, la formazione degli insegnanti e del personale che verrà utilizzato

per questa azione, costituisce elemento essenziale alla

sua realizzazione. La messa in opera di corsi di formazione

e aggiornamento dovrà essere l’attività prioritaria dell’EPS nelle scuole. Sarà necessario, in questo ambito, sviluppare negli insegnanti le capacità di gestione delle relazioni interpersonali e dei metodi di comunicazione.

- La scuola è parte integrante della collettività e viene,

a sua volta, influenzata nella stuttura e nella attività, attraverso i fattori economici, culturali, amministrativi, ambientali,

sociali etc. Solo in una comunità sensibile e favorevole

ad affrontare i problemi della salute si può infatti ipotizzare che la scuola possa essere utilizzata come mezzo di trasferimento delle conoscenze degli effetti micro e macro

ambientali sulla salute dell’individuo e come luogo di riflessione sull’importanza degli stili di vita.

- Per svolgere l’azione di EPS è necessario individuare adeguate risorse finanziarie e di personale, in quanto da esse dipende gran parte della credibilità del progetto di intervento. ATTO ALLEGATO SUBARTICOLO 6

2.2 Programma quadro:

2.2.1 Obiettivi:

Migliorare e aggiornare le competenze degli insegnanti

in merito alle relazioni interpersonali e alla funzione della scuola come area di integrazione e sviluppo psico - sociale. 2.2.2 Oggetto dell’azione:

Sviluppo psico - fisico e culturale dei ragazzi, dinamica

delle relazioni interpersonali (docente - discente, giovane adulto).

2.2.3 Finalità immediate:

Sviluppare la consapevolezza degli insegnanti rispetto:

- all’importanza del ruolo del docente nei processi di formazione e di sviluppo dell’apprendimento;

- alla funzione di gestione delle relazioni interpersonali

(con alunni, colleghi e famiglia degli alunni).

Sviluppare la consapevolezza dei genitori rispetto:

- all’importanza del loro ruolo e dell’azione educativa nel processo di " crescita " dei figli;

- all’importanza della promozione di adeguate e corrette dinamiche familiari;

- all’importanza di gestire adeguatamente e correttamente le relazioni interpersonali all’interno della famiglia, con la scuola e con l’ambiente esterno.

Sviluppare la consapevolezza dell’esistenza di un sistema di regole e di valori in funzione all’acquisizione

dell’autonomia dell’individuo.

Sviluppare comportamenti conseguenti e consapevoli valorizzando l’importanza delle interazioni sociali. 2.2.4 Finalità remote:

Promuovere l’integrazione e lo sviluppo psico - sociale

delle popolazioni interessate all’attività di prevenzione nei diversi cicli di formazione della scuola materna, elementare, media e superiore.

2.2.5 Popolazione interessata:

Gruppi di insegnanti, gruppi di ragazzi e gruppi di genitori. 2.2.6 Metodologie di intervento

A seguito del lavoro di analisi di fattibilità già effettuata in collaborazione con la Sovraintendenza agli Studi e

l’Assessorato Regionale della Pubblica Istruzione, si intende realizzare un ciclo di incontri formativi differenziati fra i diversi ordini di istituzioni scolastiche presenti nella Valle d’Aosta.

Prima di realizzare l’intervento, sarà attivata una fase di messa a punto del programma annuale nella quale saranno coinvolti, secondo le rispettive competenze istituzionali, gli organi collegiali della scuola (consigli distrettuali, consigli di circolo e d’istituto e i collegi dei docenti).

L’intervento sarà coordinato dal gruppo tecnico permanente di lavoro della Regione per le attività di programmazione, verifica, controllo e consulenza relative agli interventi

di prevenzione, cura e riabilitazione delle tossicodipendenze. La direzione operativa sarà affidata al capo istituto di ogni singola istituzione scolastica, mentre la direzione

organizzativa, per tutte le scuole, sarà affidata all’ufficio per l’educazione alla salute e per la prevenzione delle tossicodipendenze della Sovraintendenza (adeguatamente dotato

di personale e mezzi). Per la realizzazione pratica degli interventi operativi la scuola potrà avvalersi della collaborazione

di personale e strutture esterni di specifica competenza

o di altri operatori socio - sanitari della Regione opportunamente formati.

I contenuti dei messaggi informativi e le metodologie di presentazione saranno definiti in collaborazione con gli

esperti che saranno individuati per le varie componenti

dell’azione (definizione dei messaggi - targets, individuazione dei vettori, metodologia di presentazione).

Per gli insegnanti l’intervento sarà attuato nell’ambito delle ore di aggiornamento obbligatorio.

Gli incontri formativi avverranno, ove possibile, nelle

varie istituzioni scolastiche (da recuperare il quadro generale della situazione della Valle d’Aosta) attraverso l’utilizzazione di quote del fondo sanitario nazionale e/ o con stanziamenti regionali legati al progetto. L’intera azione di prevenzione prevede una durata complessiva di sei anni ed è

articolata, nei vari tipi di scuola, secondo il programma di attività, le modalità attrattive ed i costi successivamente specificati.

ATTO ALLEGATO SUBARTICOLO 7

2.3 Programma di attività:

Scuola materna (3- 5 anni):

- formazione dei docenti (serie di 5 incontri da organizzarsi nel corso dell’anno scolastico più tre giorni nel successivo mese di settembre; azione da coordinare con la formazione dei docenti della scuola elementare);

- intervento sugli alunni (da affidare agli insegnanti);

- intervento sui genitori degli alunni (serie di 5 incontri per anno nell’ambito scolastico o nei luoghi di residenza individuati in base alla possibilità di accesso e al numero dei partecipanti, avvalendosi della collaborazione

delle amministrazioni locali)

Scuola elementare (6- 10 anni):

Contenuti dell’intervento differenziato per il primo ciclo

(6- 7 anni) ed il secondo ciclo (8- 10 anni):

- formazione dei docenti (serie di 5 incontri da organizzarsi nel corso dell’anno scolastico più tre giorni nel successivo mese di settembre; azione da rinviare, visto il concomitante aggiornamento per i nuovi programmo, al terzo anno di attuazione del piano)

- intervento sugli alunni (affidato agli insegnanti);

- intervento sui genitori degli alunni (serie di 5 incontri nell’ambito scolastico o nei luoghi di residenza individuati in base alla possibilità di accesso e al numero dei

partecipanti avvalendosi della collaborazione delle amministrazioni locali).

Scuola secondaria di primo grado (11- 13 anni):

- formazione dei docenti (serie di 5 incontri da organizzarsi

nel corso dell’anno scolastico più tre giorni nel

successivo mese di settembre);

- intervento sugli alunni (durante la fase di formazione

dei docenti, l’intervento sarà effettuato da strutture esterne alla scuola solo sugli alunni dell’ultima classe); - intervento sui genitori degli alunni (serie di 5 incontri formativi da tenersi in ambito scolastico).

Scuola secondaria di secondo grado (14- 18 anni):

- formazione dei docenti (serie di 5 incontri da organizzarsi nel corso dell’anno scolastico più tre giorni nel successivo mese di settembre);

- intervento sugli alunni (durante la fase di formazione dei docenti, l’intervento sarà effettuato da strutture

esterne alla scuola solo sugli alunni delle classi ritenute più significative ai fini dell’azione di prevenzione, su indicazione degli organi collegiali d’istituto);

- intervento sui genitori degli alunni (serie di 5 incontri formativi da tenersi in ambito scolastico).

In sede di avvio ed ai fini di verifica, verrà effettuato

con i genitori un solo incontro nel corso dell’anno scolastico. Nell’ambito di tale incontro verranno presentate sia le finalità, sia le attività del Progetto Arianna e verranno verificate e valutate le indicazioni emerse, al fine della programmazione degli interventi negli anni successivi.

Il predetto incontro, da realizzare preferibilmente in ciascuno degli ambiti territoriali corrispondenti alle Comunità Montane, sarà preceduto da una serie di iniziative finalizzate alla massima diffusione del Progetto, ai fini conoscitivi. ATTO ALLEGATO SUBARTICOLO 8

2.4. Modalità attrattive:

Per l’individuazione e la messa a punto dei programmi

di formazione dei docenti e del materiale didattico vengono proposte strutture di ricerca alle quali domandare una presentazione del materiale disponibile in vista di una possibile

collaborazione per il programma regionale e si indicano preferibilmente:

- l’Istituto di Tecnologie Didattiche del CNR di Genova; - l’Università degli Studi di Bologna: Dipartimento di Scienze dell’Educazione;

- l’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR di Pisa.

Il gruppo di lavoro ritiene che tali strutture, per la definizione dei programmi, dovranno essere comunque integrate

da esperti (nazionali ed internazionali) sui vari temi che confluiscono, come detto in precedenza nell’EPS:

Il gruppo ritiene inoltre fondamentale l’utilizzo,

nell’ambito delle linee guida generali del progetto, delle risorse locali sia che abbiano fatto già attività di educazione sanitaria, sia che possano essere coinvolte in futuro, ovviamente dopo una ulteriore formazione ed aggiornamento.

Gli incontri nel primo anni di realizzazione del programma, saranno condotti da esperti esterni.

Consolidandosi in prosieguo la formazione di competenze

locali, potrà progressivamente diminuire il ricorso a strutture di supporto esterne alla Regione.

La durata del programma è di sei anni e l’attuazione complessiva, considerando un piano di intervento che raggiunga tutta la popolazione degli insegnanti, degli alunni e

dei genitori, comporterebbe l’attuazione di circa quattromilacinquecento incontri per anno (vedi tabella I allegata). Rispetto allo schema di intervento " a tappeto ", il gruppo

ha individuato una soglia minimo - massima, funzionale

al raggiungimento degli obiettivi, compresa tra millequattrocento e milleottovento incontri circa, per anno scolastico.

Tale riduzione è stata attuata:

- limitando l’intervento sugli alunni, nella scuola media, all’ultima classe e nella scuola superiore, alle classi iniziali (I o II) e terminali (III o IV o V), da scegliersi su indicazione degli organi collegiali d’istituto;

- articolando l’intervento sui genitori in modo da formare gruppi di 40- 45 persone invece di 30- 35 come

nell’ipotesi ottimale prevista inizialmente;

- limitando l’intervento con i genitori, in sede di avvio, ad un solo incontro nel corso dell’anno scolastico.

ATTO ALLEGATO SUBARTICOLO 9

2.5 Valutazione dei costi:

La valutazione massima indicativa dei costi per anno

del programma è di 900 milioni, articolata nelle seguenti voci:

- messa a punto e produzione del materiale 100 milioni

- attività di formazione e di EPS 700 milioni

- gestione e supporto operativo 100 milioni

totale 900 milioni

La cifra complessiva di novecento milioni per anno, è

stata desunta considerando: per la parte materiale, i costi di analoghe iniziative realizzate da altre Regioni italiane in altri contesti; per l’attività di formazione, considerando una spesa per docente (8 incontri settimanali) di circa tre milioni,

pari a un costo di circa seicentomila lire per giornata lavorativa, comprensivo di rimborso spese (viaggio, vitto e

alloggio) e oneri fiscali; per l’attività di gestione e supporto operativo, considerando, oltre al costo delle spese per materiale di consumo e segreteria, i costi limitati a due unità

di personale da assegnare, in aggiunta a personale regionale

già in servizio, alla " Struttura di Progetto " che gestirà il progetto medesimo.

Resta inteso che il Progetto, dopo il primo finanziamento

il cui utilizzo coprirà le spese da effettuare nel 1990, dovrà essere finanziato di anno in anno, secondo le disposizioni

del bilancio pluriennale della Regione e le specifiche previsioni di gestione del bilancio per gli esercizi finanziari coincidenti con la durata del Progetto medesimo, cioè sino al 1995.

3. LINEE GUIDA PER L’INTERVENTO

NELLA FAMIGLIA

E NELLA COMUNITÀ SOCIALE ALLARGATA

ATTO ALLEGATO SUBARTICOLO 10

3.1 Linee guida:

Un progetto nell’area di intervento primario della famiglia non può essere sviluppato senza approfondire il

momento conoscitivo attraverso l’aggregazione significativa delle famiglie nella realtà locale dove il progetto deve operare.

La definizione dell’intervento in questa area è pertanto

al momento, rimandato ad un periodo successivo all’attivazione

del progetto Arianna nelle aree della scuola (di cui si

è identificato il programma di intervento) e della comunità sociale allargata (le cui linee di guida di intervento sono riportate nelle pagine seguenti).

Gli obiettivi dell’intervento nell’area della comunità sociale allargata sono quelli di favorire l’aggregazione, di sviluppare e supportare i processi di socializzazione, di migliorare

il livello culturale, di aiutare i giovani ad acquisire

un’identità sociale e a valorizzare le potenzialità personali inespresse, di favorire la partecipazione e la responsabilizzazione verso sé e la comunità e di facilitare l’individuazione

di forme autonome di gestione del proprio tempo.

Gli obiettivi di tale area sono anche la compensazione

delle difficoltà di comunicazione, il supporto e l’ampliamento delle esperienze, l’identificazione ed il soddisfacimento delle esigenze e bisogni non pienamente realizzati

nelle altre aree.

Molte ricerche hanno dimostrato come questa area sia

la più disomogenea, la meno strutturata ma anche quella

che offre più opportunità per prevenire e recuperare

l’emarginazione e il disagio giovanile.

Tutto ciò, naturalmente, potrà essere attuato soltanto se la Comunità Allargata si renderà cosciente del proprio ruolo educativo e di recupero; una Comunità, quindi,

che mediante il lavoro di consapevolezza e autoinnovazione permanente, diventi sempre meno patogena e acquisisca

invece capacità di interventi terapeutici e riabilitativi nei confronti dell’individuo.

Tale presa di coscienza sarà ricercata tramite una serie

di interventi mirati, da realizzare con la partecipazione attiva delle varie Comunità territoriali.

3. LINEE GUIDA PER L’INTERVENTO

NELLA FAMIGLIA

E NELLA COMUNITÀ SOCIALE ALLARGATA

3.2 Programma quadro:

ATTO ALLEGATO SUBARTICOLO 11

3.2.1 Le fasi attrattive:

Il percorso operativo individuabile per il presente progetto si fonda su tre fasi essenziali:

Prima fase di sensibilizzazione:

La prima fase comprende tutte quelle tattiche operative

atte a sensibilizzare e rendere la comunità locale capace di

" leggere " i bisogni e i problemi della condizione infantile, adolescenziale e giovanile, in quanto essenziale, per la buona riuscita di qualsiasi proposta, che vi sia una corretta conoscenza del bisogno da parte di coloro che devono intervenire

sul bisogno stesso.

Più ampia, infatti, sarà la partecipazione istituzionale, maggiore sarà la possibilità di realizzare le proposte medesime, in quanto si creerà un movimento culturale che potrà

sostenere e condizionare la fattibilità del progetto. La metodologia di intervento, per tale compito, deve

basarsi sulla socializzazione delle informazioni, riguardanti le fasce d’età interessate, attraverso una serie di incontri, conferenze, dibattiti che coinvolgano tutta la popolazione. Seconda fase di attivazione:

In tale fase verrà attivato un sistema integrato di attività

(individuate o specificate più avanti), per offrire opportunità educative e formative nell’ottica sia dell’evitare che

del superare le potenziali situazioni di emarginazione.

Terza fase di integrazione:

In questa fase si attua l’integrazione delle risorse/ agenzie formali ed informali che possono avere un ruolo

nell’ambito del progetto, che prevede, quale elemento essenziale, la disponibilità ad un lavoro integrato fra enti

pubblici, organismi privati e singoli cittadini, che devono altresì mantenere la specificità di ruolo e di iniziative per comuni obiettivi e con piani di lavoro concordati.

ATTO ALLEGATO SUBARTICOLO 12

3.2.2 Gli strumenti operativi:

Le tre fasi riportate in precedenza, possono essere attuate mediante organi operativi e attività, che sviluppate nell’ipotesi di coordinamento ed integrazione in seguito

specificate, rappresentano l’intervento nella comunità sociale allargata.

In particolare gli organi operativi sono articolati su tre

livelli diversi. Il primo livello riguarda le attività consultive e conoscitive e permette di individuare due strutture rispettivamente l’osservatorio e la consulta.

L’osservatorio svolge:

la rilevazione, la lettura, l’interpretazione e la gestione

della base di dati relativi ai problemi, ai bisogni e alle risorse presenti nella comunità, evidenziando i segmenti di popolazione che presentano maggiori difficoltà, le aree più

deficitarie nelle quali sarà necessario focalizzare l’intervento e le risorse locali disponibili.

A tal fine l’osservatorio è formato sia da rappresentanti

dell’amministrazione regionale e degli enti locali, sia da rappresentanti dell’associazionismo, sia da studiosi delle

branche scientifiche attinenti la questione infantile, adolescenziale e giovanile.

L’osservatorio si avvale inoltre della collaborazione

dell’ufficio studi e programmazione della Regione.

La consulta svolge:

attività di consultazione programmatica e di raccordo

fra gli enti locali e il mondo giovanile attraverso l’integrazione delle risorse/ agenzie formali ed informali esistenti

sul territorio.

A tal fine la consulta è formata da rappresentanti degli

enti locali (comuni e comunità montane), delle associazioni ed organizzazioni giovanili, da rappresentanti di studenti,

di lavoratori, di cooperative di giovani, di disoccupati, etc. Il secondo livello riguarda le attività di coordinamento tecnico operativo e gestionale che permettono di individuare una struttura definita comitato tecnico di coordinamento

con compiti propositivi nei confronti della giunta regionale. Tale comitato, sulla base delle segnalazioni da parte

dell’osservatorio o della consulta o su istanze specifiche della comunità provvede, anche con il ricorso agli organi consultivi di primo livello, alla formulazione di progetti di

intervento adeguatamente mirati, di cui coordina la fase attutiva, dopo l’approvazione della giunta regionale.

Il comitato tecnico di coordinamento è costituito da

funzionari degli assessorati alla sanità e assistenza sociale, della pubblica istruzione, dell’industria e commercio,

dell’agricoltura e del turismo; dai membri del gruppo tecnico permanente di lavoro sulle tossicodipendenze; da un rappresentante per ciascuno dei due organi di primo livello (osservatorio e consulta).

Il terzo livello, rappresentando il momento politico decisionale, si identifica con la giunta regionale nella sua

competenza deliberativa.

ATTO ALLEGATO SUBARTICOLO 13

3.2.3 Gli ambiti operativi:

Considerato che gli interventi rivolti ai giovani sono

spesso contraddistinti da frammentarietà, episodicità, ricerca della straordinarietà, uno degli obiettivi del progetto Arianna è quello di rispondere a dei bisogni con dei servizi in una prospettiva politica trasversale e intersettoriale che

coordini gli interventi già in atto e promuova nuove iniziative. L’obiettivo prioritario è quindi trasformare una rete eterogenea di servizi in un sistema integrato di interventi diretti

alla fascia d’età che va dai 3 ai 30 anni.

Gli interventi, pertanto, dovranno avere, per raggiungere

gli obiettivi individuati, un carattere multidisciplinare, multimediale e interistituzionale.

All’interno del sistema integrato di interventi, si possono individuare tre aree operative:

Area operativa: Acculturazione/ formazione/ lavoro.

L’area comprende tutte le iniziative che promuovono

l’organizzazione delle conoscenze utilizzando dialetticamente modalità creativo/ costruttive e modalità fruitive:

- attività capaci di integrare l’informazione la ricerca e l’espressività;

- attività di rinforzo e di ampliamento del sapere scolastico; - attività di produzione originale attraverso processi di analisi e di sintesi.

In questa area, quindi, si stimoleranno esperienze di formazione e lavoro tali da permettere ai giovani di acquisire una serie professionalità nei settori specifici di attività che fanno parte della cultura locale e in funzione anche del mercato del lavoro.

Area operativa: socializzazione/ aggregazione/ tempo libero. Uno degli obiettivi dell’area, sarà la creazione di occasioni e luoghi di incontro, di aggregazione e di socializzazione sia per i bambini che per i giovani, ma soprattutto, al livello preventivo, per gli adolescenti.

Il processo di inserimento sociale degli adolescenti nella nostra società ha una componente fondamentale nell’

esperienza di gruppo con i pari; nella definizione dell’intervento, si terrà presente la realtà primaria delle aggregazioni adolescenziali e giovanili spontanee, di cui si dovrà

rispettare il ruolo.

in tale area, pertanto, vanno individuate tutte quelle iniziative che promuovono e favoriscono le motivazioni per

esperienze conoscitive e socio - culturali aggreganti e socializzanti, dove il tempo libero sia tale da assumere dignità e qualificazione di ulteriore ambiente educativo dopo la famiglia

e la scuola.

Area operativa: recupero del disagio, dell’emarginazione

e delle devianze.

La tipologia degli interventi in tale area si baserà soprattutto sull’individuazione dei rischi e dei danni possibili

per il metodo adolescenziale e giovanile, e sarà considerato come intervento complesso con valenze formative.

Laddove il disagio o la devianza si siano già impiantati,

si progetteranno interventi volti a favorire una crescita più equilibrata e/ o il reinserimento sociale dei singoli soggetti. ATTO ALLEGATO SUBARTICOLO 14

3.2.4 Iniziative realizzabili per fasce di età:

Il progetto Arianna, oltre alla suddivisione per aree operative, richiede una più complessa suddivisione per fasce

d’età dei destinatari degli interventi al fine di rendere

l’azione più mirata e programmatica, sebbene sia da tener presente che tali interventi vanno sempre coordinati in

un’ottica di sistema formativo integrato.

I blocchi di iniziative sono quindi collegati alle varie fasce di età considerate:

3.2.4.1 Prima fascia (interventi rivolti ai bambini e ragazzi dai 3 ai 14 anni):

Obiettivi e metodologie:

Gli interventi e i servizi rivolti a tale fascia d’età devono essere caratterizzati prevalentemente in senso educativo

e devono contenere un’alta valenza per lo sviluppo psicofisico e socio - affettivo. L’azione sarà definita di tipo direttivo. Strategie Operative:

Al fine di concorrere al superamento delle diversità sociali

e culturali di partenza e di dare sistematicità e nuove

forme agli interventi rivolti ai ragazzi dai 3 ai 14 anni nei settori dell’extrascuola e del tempo libero, si ipotizza di declinare i compiti di prevenzione delle situazioni di rischio a ciò che abbiamo definito " Sistema Sociale Allargato ".

Tipologia delle iniziative:

Tale compito è, nella presente ipotesi, attuabile con la costituzione di un sistema di strutture territoriali, cioè un insieme di servizi educativi permanenti di tipo extrascolastico. Si propongono a titolo esemplificativo:

I laboratori didattici territoriali; la scelta terminologica di " laboratori " sta proprio a significare che sono luoghi nei quali si investiga, si cerca, si prova, si sperimenta e dove

ciò che si fa è legato a precise finalità educative, con valenza territoriale perché i contenuti di lavoro devono essere legati con la realtà socio - economica e culturale di un determinato territorio.

Il sistema dei laboratori didattici territoriali, è quindi un luogo attrezzato in cui il bambino e il ragazzo saranno considerati in tutte le loro componenti e potenzialità socio - relazionali, cognitive, espressive e di acquisizione delle necessarie

abilità manuali e costruttive.

Tale sistema si può articolare in tre grandi settori per

dare risposte ai bisogni educativi specifici:

- Il settore Ambiente risponderà ai bisogni di esplorazione,

di osservazione e di conoscenza sia diretta sia scientifico ecologica e storico - geografica;

- il settore Comunicazione risponderà ai bisogni di conoscenza, socialità, espressività, creatività, attraverso la valorizzazione di più canali e di più forme di comunicazione

possibili.

- Il settore Salute risponderà ai bisogni di conoscenza

di sé e dell’altro come base per la ricerca della propria condizione di benessere.

Le ludoteche territoriali intese come:

- Un servizio ove è possibile trovare ed avere in prestito giocattoli;

- un luogo centrato sul gioco e sul giocattolo e quindi

un punto di riferimento culturale per educatori, genitori, ricercatori;

- un luogo dove è possibile utilizzare e ricevere in prestito materiale per attività di laboratorio (audiovisivi, attrezzature fotografiche, etc.) o per altre attività (teatro,

musica, etc.).

Gli interventi e i servizi da attivare nelle singole ludoteche territoriali dovranno essere rispondenti alla realtà locale. Essenziale sarà la presenza di collaboratori culturali,

stabili e formati secondo un piano d’aggiornamento pedagogico generale e tecnico, responsabili della programmazione

e della conduzione complessiva delle attività.

Le fasce d’età utenti, dovranno essere individuate a seguito di indagini sui bisogni formativi e ricreativi e delle risorse esistenti nel territorio e dopo aver concordato tali esigenze con altri servizi comunali se esistenti.

3.2.4.2 Seconda fascia (interventi rivolti agli adolescenti dai 14 ai 18 anni).

Obiettivi e metodologie:

Gli interventi e i servizi promossi per questa fascia di età devono essere caratterizzati prevalentemente in senso educativo - formativo, devono contenere un’alta valenza di tipo formativo - preventivo, attraverso la promozione e il riconoscimento dell’aggregazione, e devono valorizzare e sostenere i gruppi educativi primari della famiglia e della scuola. L’azione sarà definita direttiva - partecipativa. Strategie operative:

Le iniziative realizzabili pere tale fascia d’età saranno incentrate su problematiche riguardanti il completamento

degli studi, la conflittualità con la scuola (si tengano presenti i dati sulla mortalità scolastica), la famiglia, le istituzioni, gli interessi per il tempo libero e gli obiettivi ideali

della vita.

Tipologia delle iniziative:

Si evidenziano, a titolo esemplificativo, possibili interventi, iniziative e servizi di cui alcuni già attivati ed eventualmente da potenziare ed altri da attivare.

Area operativa: acculturazione/ formazione/ lavoro.

- sostegno alle imprese giovanili (attraverso ricerche di mercato, concessione di locali, finanziamenti a fondo

perduto, commesse di appalti);

- corsi di formazione ed aggiornamento professionale;

- stages di lavoro estivo per studenti;

- stages di lavoro per studenti durante l’anno scolastico;

- borse di studio per diplomandi;

- attività di orientamento scolastico e professionale;

- centri di informazione per disoccupati;

- contributi alle imprese per l’assunzione di giovani;

- osservatorio del mercato del lavoro;

- impianto di uno specifico archivio di dati e notizie (informagiovani);

- produzione e distribuzione di stampa specifica;

- laboratori di artigianato (in collaborazione con artigiani locali).

Area operativa: Socializzazione/ aggregazione/ tempo libero.

- centri giovanili istituiti nei vari quartieri, con diverse modalità di gestione e di iniziative (pittura, scultura, teatro, cinema, musica, fotografia, etc.);

- diffusione in sede locale di specifici programmi radio-

TV;

- rete di bacheche o appositi spazi di affissione;

- vacanze scambi, vacanze studio;

- prestazioni (fornite eventualmente dai Comuni) per la promozione e lo sviluppo dell’associazionismo (centri

stampa, laboratori, sedi per iniziative);

- finanziamenti, contributi e supporti in favore dell’associazionismo (per progetti a termine, programmi generali, concessione di sedi, etc.).

Area operativa: Recupero del disagio, dell’emarginazione

e della devianza.

- programmi individuali di formazione professionale, e/ o inserimenti guidati nella formazione professionale ordinaria; - laboratori a scopo educativo - didattico, per la definizione di abilità e interessi professionali;

- programmi di addestramento professionale in aziende;

- attività di tempo libero con finalità educative e/ o di recupero sociale;

- interventi di supporto al regime di semilibertà alternativi alla detenzione, per il reinserimento sociale di giovani

ex - detenuti;

- comunità - alloggio, per giovani ed adolescenti con disagio psico - sociale;

- interventi educativi nel territorio con singoli o gruppi di adolescenti a rischio di devianza.

3.2.4.3 Terza fascia (giovani dai 19 ai 30 anni).

Obiettivi e metologie:

Gli interventi e i servizi riservati a tale fascia di età ricalcano essenzialmente quelli identificabili per la seconda fascia, con l’accentuazione delle valenze di tipo

formativo-preventivo attraverso la promozione e il riconoscimento dell’aggregazione.

Strategie operative:

Le iniziative realizzabili per tale fascia di età saranno incentrate su problematiche riguardanti il completamento

degli studi, la conflittualità con la famiglia, l’inserimento nel mondo del lavoro, il raggiungimento della condizione

di adulto - autonomo ed il rapporto di coppia.

Tipologia delle iniziative:

Anche per questa fascia di età come per la precedente,

si ritiene di dover rimandare l’individuazione delle specifiche progettuali delle iniziative ad un momento successivo

al lavoro di ricerca e di analisi da svolgere con i giovani e le strutture dell’ambito territoriale dove si intende attuare il progetto.

Attività previste per anno scolastico

Anni di attività

SCUOLE I II III IV V VI N. di N. di N. di 89/ 90 90/ 91 91/ 92 92/ 93 93/ 94 94/ 95 Insegn. classi genitori

D1 D1 D1

Materna

(3- 5 anni) D2 D2 230 166 5000

1/ 2- 2500

G G G G G G

D1 D1 D1

Elemen.

(6- 10 anni) D2 D2 650 120 8250

1/ 2- 4125

G G G G G G

D1 D1 D1

media

(11- 12 a.) D2 D2 415 228 5750

A A A A A A 1/ 2- 2875

G G G G G G

D1 D1 D1

Superiore

(14- 18 a.) D2 D2 380 246 5450

A A A A A A 1/ 2- 2725

G G G G G G

D - Formazione docenti (D1 - 5 Incontri di 3h. nell’anno scolastico;

D2 - 3 giorni di 4h. nel mese di settembre)

A - Incontri con alunni (5 Incontri di 2h. nell’anno scolastico)

G - Incontri con i genitori (5 Incontri di 2h. nell’anno scolastico)

Stima dei gruppi

per tipo di intervento

SCUOLE D A G

D A G

Materna (3- 5- anni) 12 - 71

Elementare (6- 10 anni) 33 - 118

Media (11- 13 anni) 22 228 82

Superiore (14- 18 anni) 19 246 78

D - Formazione docenti (D1 - 5 Incontri di 3h. nell’anno scolastico;

D2 - 3 giorni di 4h. nel mese di settembre)

A - Incontri con alunni (5 Incontri di 3h. nell’anno

scolastico)

G - Incontri con i genitori (5 Incontri di 2h. nell’anno scolastico)

Incontri per anno scolastico

Anni di attività

SCUOLE I II III IV V VI

89/ 90 90/ 91 91/ 92 92/ 93 93/ 94 94/ 95

Materna (3- 5 anni) D1- 60 D1- 60 D2- 60 D2- 36 D2- 36

G- 355 G- 355 G- 355 G- 355 G- 355 G- 355

Elementare D1- 165 D1- 165 D1- 165

(6- 10 anni) D2- 99 D2- 99

G- 590 G- 590 G- 590 G- 590 G- 590 G- 590

Media D1- 110 D1- 110 D1- 110

(11- 13 anni) D2- 66 D2- 66

A- 1140 A- 1140 A- 1140 A- 1140 A- 1140 A- 1140 Superiore D1- 95 D1- 95 D1- 95

(14- 18 anni) D2- 57 D2- 57

A- 1230 A- 1230 A- 1230 A- 1230 A- 1230 A- 1230 G- 399 G- 399 G- 399 G- 399 G- 399 G- 399

D1- 205 D1- 205 D1- 205 D1- 205 D1- 205 D1- 205

Totale parziale D2- 0 D2- 123 D2- 123 D2- 0 D2- 135 D2- 135

Tipo di A- 2370 A- 2370 A- 2370 A- 2370 A- 2370 A-

2370 intervento G- 1754 G- 1754 G- 1754 G- 1754 G- 1754

G- 1754 Totale incontri per anno

4329 4452 4452 4343 4484 4484

D - Formazione docenti (D1 - 5 Incontri di 3h. nell’anno scolastico;

D2 - 3 giorni di 4h. nel mese di settembre)

A - Incontri con alunni (5 Incontri di 3h. nell’anno scolastico)

G - Incontri con i genitori (5 Incontri di 2h. nell’anno scolastico)