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Riunione del Consiglio regionale del 26 e 27 febbraio 2025

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Comunicato n° 104 del 19 febbraio 2025
Il Consiglio è convocato mercoledì 26 e giovedì 27 febbraio

Il Consiglio Valle è convocato in via ordinaria mercoledì 26 e giovedì 27 febbraio 2025, a partire dalle ore 9.00, per discutere un ordine del giorno composto di 56 oggetti.

Per quanto riguarda l'attività legislativa, sarà esaminato il primo provvedimento di variazione al bilancio regionale di previsione per il triennio 2025-2027 (relatore il Consigliere di FP-PD Antonino Malacrinò), che ha ottenuto il parere favorevole, a maggioranza, nella riunione della seconda Commissione del 17 febbraio scorso.

L'Assemblea affronterà poi la proposta di legge del gruppo Lega Vallée d'Aoste sulla valorizzazione degli artisti in Valle d'Aosta. Il testo, il cui relatore è il Consigliere Simone Perron, ha ricevuto il parere contrario dalla quinta Commissione il 5 febbraio scorso.

L'Aula si confronterà anche su quattro proposte di legge in materia di elezione del Consiglio Valle. La prima, presentata dal gruppo Union Valdôtaine il 14 luglio 2023, con relatore il Consigliere Erik Lavevaz, ha ottenuto il voto favorevole a maggioranza della prima Commissione nella riunione del 17 febbraio. Nella stessa seduta, è stato espresso parere contrario su altre tre proposte di legge: una del gruppo Progetto Civico Progressista, presentata il 26 aprile 2022 (relatrice la Consigliera Chiara Minelli); una congiunta dei gruppi Lega Vallée d'Aoste e Forza Italia, del 3 agosto 2023 (relatore il Consigliere Paolo Sammaritani della Lega VdA); una del gruppo Rassemblement Valdôtain, depositata il 7 ottobre 2024 (relatore il Consigliere Stefano Aggravi).

In merito all'attività ispettiva, sono state presentate 20 interrogazioni, di cui cinque del gruppo Forza Italia: informazioni sui benefici erogati ai cittadini e alle attività produttive per i danni subìti a seguito dell'alluvione di giugno 2024; stato dei lavori di manutenzione del ponte di Issogne; realizzazione di una rotonda nel comune di Champdepraz; verifiche delle anomalie al sistema informativo ospedaliero Trakcare; tempistiche di presentazione in Commissione consiliare della nuova legge sull'edilizia residenziale pubblica.

Il gruppo Lega Vallée d'Aoste ha depositato tre interrogazioni: attivazione della "Carriera alias" nelle scuole; tempistiche di recepimento del decreto "Salva casa"; azioni per garantire la sicurezza interna all'ospedale Parini.

Con un'interrogazione a firma congiunta, i gruppi Lega VdA e Rassemblement Valdôtain chiedono informazioni sui finanziamenti alle imprese colpite dall'alluvione dell'estate 2024.

Sono sei le interrogazioni del gruppo Progetto Civico Progressista: definizione di un protocollo per rispondere alle gravi carenze di personale al Tribunale e alla Procura di Aosta; piena fruibilità del nuovo polo universitario; copertura delle sedi vacanti dei dirigenti scolastici; promozione delle lavorazioni tessili tradizionali; informazioni sulle prestazioni sanitarie erogate in intramoenia; creazione di un nuovo ente strumentale in sostituzione della Società di servizi Valle d'Aosta.

Cinque le interrogazioni del gruppo Rassemblement Valdôtain: comparazione tra i livelli retributivi applicati al comparto unico valdostano e a quelli di altre Regioni; avanzamento dei lavori di Rav Spa sul tratto antistante l'uscita autostradale di Courmayeur; restauro del castello di Introd; informazioni sul personale sanitario dell'Ausl utilizzato per svolgere mansioni non pertinenti al proprio profilo professionale; situazione delle strutture residenziali per anziani.

Delle 24 interpellanze, cinque sono del gruppo Forza Italia: messa in sicurezza della strada statale n. 26 in prossimità del comune di Saint-Vincent; istituzione di una struttura operativa interna all'Arer per risolvere i disagi legati alla manutenzione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica; indicazioni dall'Ausl per l'individuazione di misure straordinarie per la riduzione delle liste di attesa; sostituzione di medici specialisti in medicina di emergenza-urgenza dimissionari; contrasto al mancato pagamento delle fatture relative al servizio di elisoccorso.

Il gruppo Lega Vallée d'Aoste ha proposto sei interpellanze: promozione di una campagna informativa sui benefici e rischi del consumo di latte crudo; soluzione delle criticità di alcuni alloggi Arer; adeguata comunicazione per l'accesso al "Percorso tutela"; costi delle rette dei malati di Alzheimer e demenza senile nelle Rsa a carico della sanità regionale; intenzione di ripensare al progetto "RiUscire" valutando altre forme di intervento; predisposizione di un albo regionale degli esercizi storici, tradizionali e di vicinato.

Saranno trattate cinque interpellanze del gruppo Progetto Civico Progressista: avvio delle procedure per il rinnovo degli organi di Cva Spa; aggiornamento dei requisiti per l'iscrizione all'elenco regionale delle organizzazioni di volontariato di protezione civile; percorribilità integrale della cinta muraria romana di Aosta; revisione delle procedure di accesso al reparto di pediatria dell'ospedale Beauregard; azioni per tutelare l'immagine dell'Ausl.

Il gruppo Rassemblement Valdôtain illustrerà otto interpellanze: initiatives législatives pour garantir l'accès pendant l'hiver des résidents à leur propriété; contrasto all'abbandono delle terre di montagna; completamento dei lavori di innevamento programmato nel comprensorio di Champorcher; riorganizzazione dello Sportello unico per le attività produttive entro la fine della Legislatura; sviluppo nel comune di Verrès di un unico polo di servizi in ambito sanitario; requisiti per l'accesso al corso da assistente infermiere; eventuale organizzazione di gare di Coppa del Mondo di sci a Breuil-Cervinia.

All'ordine del giorno figurano anche due mozioni del gruppo Forza Italia. Con la prima si sollecita l'organizzazione di audizioni in Commissione consiliare per analizzare la proposta di riduzione tariffaria autostradale; con la seconda si chiede al Governo di presentare al Presidente della Commissione consiliare competente la documentazione sui lavori del nuovo ospedale Parini e il piano dei costi.

L'adunanza consiliare è aperta al pubblico ed altresì trasmessa sul sito del Consiglio regionale (www.consiglio.vda.it) e sul canale YouTube del Consiglio (www.youtube.it/user/consvda). È inoltre disponibile l'App ConsiglioValle.tv per smart TV LG e Samsung e per dispositivi Apple quali ad esempio Apple TV, iPhone, iPad e Mac (l'App Store Apple contiene l'elenco completo delle compatibilità). Consultare la sezione "Domande frequenti" sul sito www.consigliovalle.tv per le procedure di installazione e per gli aggiornamenti sulla disponibilità dell'App anche per altri marchi di televisore."

La tribuna stampa è accessibile ai giornalisti accreditati presso l'Ufficio stampa del Consiglio.

LT

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Comunicato n° 111 del 24 febbraio 2025
Consiglio del 26 e 27 febbraio: iscritti sei punti all'ordine del giorno suppletivo

 

L'ordine del giorno del Consiglio Valle, convocato mercoledì 26 e giovedì 27 febbraio 2025, è stato integrato da sei punti.

L'Assemblea sarà chiamata ad esprimere parere sullo schema di norma di attuazione dello Statuto speciale per il conferimento di funzioni in materia di Istituzioni di alta formazione artistica e musicale, su cui la prima Commissione ha dato parere favorevole a maggioranza nella riunione del 20 febbraio.

Saranno inoltre trattati due disegni di legge presentati dalla Giunta regionale. Il primo, di cui è relatore il Consigliere Aurelio Marguerettaz (UV), contiene disposizioni urgenti per lo svolgimento contestuale, nel 2025, delle elezioni regionali e generali comunali; il testo ha ottenuto il parere favorevole a maggioranza della prima Commissione nella seduta del 24 febbraio. Il secondo provvedimento, su cui relaziona il Consigliere Albert Chatrian (UV), riguarda gli interventi regionali a sostegno dell'organizzazione delle gare di Coppa del mondo di sci alpino femminile assegnate a La Thuile per la stagione 2024-2025 ed è stato approvato all'unanimità dalla quinta Commissione il 20 febbraio.

Sono state anche iscritte tre interrogazioni a risposta immediata. La prima, del gruppo Rassemblement Valdôtain, vuole conoscere l'incidenza delle tariffe applicate ai sub-Ato rispetto alla quantificazione finale della tassa sui rifiuti (Tari); la seconda, del gruppo Lega Vallée d'Aoste, riguarda le misure per tutelare i livelli occupazionali del personale della Società di Servizi; la terza, del gruppo Progetto Civico Progressista, chiede conto del disegno di legge di istituzione di un ente strumentale regionale per la gestione dei servizi alla persona.

Con questa integrazione, all'ordine del giorno della prossima riunione consiliare figurano quindi 62 punti.

L'adunanza consiliare è aperta al pubblico ed è altresì trasmessa sul sito del Consiglio regionale (www.consiglio.vda.it) e sul canale YouTube del Consiglio (www.youtube.it/user/consvda). È inoltre disponibile l'App ConsiglioValle.tv per smart TV LG e Samsung e per dispositivi Apple quali ad esempio Apple TV, iPhone, iPad e Mac (l'App Store Apple contiene l'elenco completo delle compatibilità).

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SC

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Comunicato n° 113 del 26 febbraio 2025
Il Consiglio apre i lavori nel segno del 77° anniversario dello Statuto speciale

 

Il Presidente Alberto Bertin ha aperto i lavori dell'Assemblea, convocata mercoledì 26 e giovedì 27 febbraio 2025, comunicando che oggi, alle ore 14.30, nel foyer del Consiglio al primo piano di Palazzo regionale, si terrà la cerimonia di scoprimento di un busto di Emile Chanoux.

La scultura, realizzata da Giangiuseppe Barmasse nell’ambito della mostra-concorso dell'artigianato di tradizione e dedicata all'80° anniversario della Resistenza, Liberazione e Autonomia, è stata donata dal Governo regionale al Consiglio.  Interverranno i Presidenti del Consiglio, Alberto Bertin, e della Regione, Renzo Testolin, oltre all'Assessore allo sviluppo economico, Luigi Bertschy, e allo scultore Giangiuseppe Barmasse.

Il Presidente ha anche annunciato che mercoledì 5 marzo, in occasione del 50° anniversario della morte di Emilio Lussu, relatore all'Assemblea Costituente del disegno di legge per lo Statuto speciale, la sala Commissioni situata al primo piano di Palazzo regionale sarà a lui intitolata.

«Il 26 febbraio 1948, oramai 77 anni fa, ha segnato una data fondamentale della nostra Autonomia, che in questi quasi 80 anni si è evoluta nella sua fisionomia costituzionale e statutaria - ha detto il Presidente Bertin -. L'avvenire della nostra Autonomia però dipenderà, innanzitutto, dalla sua capacità di rinnovarsi e di essere un punto di riferimento e un bene comune per tutta la comunità, e come tale percepito.»

«Anniversari come quello del 26 febbraio dovrebbero essere occasioni per riflettere sulla prospettiva futura e in particolare sulla nostra Autonomia speciale - ha commentato il Capogruppo di RV, Stefano Aggravi -. Non bastano parole o proclami ma bisogna rileggere criticamente molte scelte fatte negli ultimi anni e rilanciare un'azione autonomista forte per la nostra comunità coinvolgendola direttamente. Solo così eviteremo che il pilastro centrale delle nostre istituzioni regionali finisca relegato nella polvere della storia, disperso nella confusione del presente. Non si tratta di cercare il conflitto con lo Stato centrale bensì di esercitare l'autonomia con coraggio e determinazione.»

Il Capogruppo di PlA, Aldo Di Marco, ha osservato: «L'Autonomia è un concetto che non appartiene ai singoli movimenti, spesso in contrasto tra loro per rivendicarne il possesso esclusivo, esattamente come le celebrazioni non sono proprietà dei Presidenti o delle Giunte che, per loro natura, si alternano e passano. L'Autonomia è un patrimonio unico e indissolubile del popolo valdostano e il compito delle istituzioni è quello di mettersi al suo servizio, lavorando per rendere la nostra Autonomia sempre più protagonista e rispondente alle prospettive di sviluppo della Valle e di tutti i valdostani.»

«La Regione ha condotto con successo la sua battaglia per l'Autonomia, incidendo in maniera corretta nel mantenimento dei rapporti con lo Stato - ha evidenziato il Capogruppo di FP-PD, Paolo Cretier -. Continueremo a procedere a sostegno dell'Autonomia, un percorso complicato ma non impossibile: la specificità non è un dono calato dall'alto ma il risultato di una lunga storia conclusa nel 1945. Il nostro percorso non finisce qui, proseguiamo la strada verso l'Europa dei popoli: prima l'Autonomia, poi la regione e poi la governabilità.»

Il Vicecapogruppo della Lega VdA, Erik Lavy, ha detto: «Non so se Chanoux sarebbe così contento di vedere posto il suo busto davanti alla macchina da scrivere di Chabod: le loro visioni erano profondamente diverse. La nostra Autonomia è stata definita "l'endroumìa", perché le rivendicazioni dei valdostani erano più ampie e oggi, le prerogative del nostro Statuto vengono continuamente erose, soprattutto dall'Unione europea. Oggi, la nostra identità linguistica non esiste praticamente più, il francese è ridotto ad una "macchietta", una lingua da usare solamente negli eventi istituzionali e i nostri giovani non la amano più. E questo non è colpa dello Stato, è colpa nostra. Faccio un appello affinché si faccia una profonda riflessione su come sia stata applicata la nostra Autonomia.»

Le Président de la Région, Renzo Testolin, a souligné «l'importance du travail commun fait pour notre Statut spécial qui appartient à notre histoire institutionnelle et est le pilier de notre futur. Nous avons des péculiarités uniques en Italie et chacun de nous doit s'engager pour les maintenir. Le Président Mattarella a confirmé l'importance de notre langue et nous avons le devoir de travailler pour la maintenir et la relancer avec force. Nous continuons à travailler pour apporter à notre région tous les bénéfices possibles: beaucoup de choses pourront être faites par les Gouvernements qui nous suivront pour continuer à travailler dans le sillon qui a inspiré les premiers Valdôtains qui ont animé l'action de ce Conseil.»

Altre comunicazioni

Nelle sue comunicazioni all'Aula, il Presidente del Consiglio, Alberto Bertin, ha riferito che «il 20 febbraio, ho ricevuto dal Presidente della Regione copia della lettera di rinuncia all'incarico di Presidente della Commissione paritetica da parte di Francesco Saverio Marini, a seguito della sua elezione a giudice della Corte costituzionale. L'atto di impulso del procedimento di nomina del nuovo componente della Commissione, da inserire nell'ordine del giorno di una prossima seduta è di competenza della Presidenza della Regione.»

Il Presidente ha ricordato che la Conferenza dei Capigruppo, riunita ieri, ha deciso di anticipare l'ultima adunanza di luglio a martedì 22, mercoledì 23 e giovedì 24 (anziché 29, 30 e 31 luglio).

SC-LT

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Comunicato n° 114 del 26 febbraio 2025
Parere favorevole sullo schema di norma di attuazione in materia di alta formazione artistica e musicale

 

Nella seduta del 26 febbraio 2025, il Consiglio Valle ha espresso parere favorevole - con 29 voti a favore e 6 astensioni (Lega VdA) - sullo schema di norma di attuazione dello Statuto speciale per la Valle d'Aosta per il conferimento di funzioni in materia di Istituzioni di alta formazione artistica e musicale.

L'atto, trasmesso dal Ministro per gli affari regionali il 29 novembre 2024, è composto di tre articoli: il primo aggiorna la denominazione dell'Istituto musicale pareggiato della Valle d'Aosta in "Conservatoire de la Vallée d'Aoste"; il secondo introduce per il personale docente del Conservatoire il nuovo sistema di reclutamento previsto dal decreto del Presidente della Repubblica n. 83/2024 per il settore Afam, superando così il precedente sistema basato sulle graduatorie nazionali, che escludeva i docenti che avevano prestato servizio presso l'Istituto musicale della Valle d'Aosta dall'accesso agli incarichi a tempo determinato e indeterminato; il terzo disciplina le modalità di trasferimento del personale docente tra istituzioni di Afam operanti in Valle d'Aosta e sul resto del territorio italiano, subordinandolo all'accertamento della conoscenza della lingua francese, in analogia con quanto già previsto per le istituzioni scolastiche regionali.

Il parere sullo schema di norma di attuazione sarà ora inviato al Ministro per gli affari regionali per il prosieguo del suo iter, che si concluderà con l'approvazione del decreto legislativo da parte del Consiglio dei ministri.

Il dibattito in Aula

La Capogruppo di PCP, Erika Guichardaz, ha annunciato il voto a favore sulla norma che «va ad adeguare il Conservatoire alle nuove procedure nazionali, risolvendo parzialmente il problema dei trasferimenti, soprattutto in entrata. Può essere una buona possibilità per chi vuole rientrare nella nostra regione, ma difficilmente per altri. È un passo avanti rispetto alla personalità giuridica del Conservatoire, un Istituto che è un orgoglio per tutta la regione.»

Pour le Président de la première Commission, Erik Lavevaz (UV), «cette disposition n'est pas une simple norme technique; elle a des retombées importantes pour l'activité de notre Conservatoire. La musique, comme tous les arts, a toujours besoin d'une source d'inspiration pour pouvoir vivre. Une situation où les professeurs sont toujours les mêmes empêche un environnement artistique stimulant: la mobilité des professeurs est donc très importante pour favoriser les expériences et valoriser les jeunes talents.»

Il Capogruppo di FI, Pierluigi Marquis, ha condiviso «l'importanza della norma di attuazione, ringraziando la Commissione paritetica per il lavoro svolto: questa norma può contribuire a risolvere i problemi che si sono manifestati nel tempo per il reclutamento del personale, migliorando l'approccio alla mobilità in ingresso e in uscita per dare opportunità anche di maturare esperienze a chi ha lavorato sempre in Valle.»

Il Capogruppo dell'UV, Aurelio Marguerettaz, ha voluto precisare che «lo schema di decreto approvato dalla Commissione paritetica deve avere il parere favorevole del Governo nazionale per poter proseguire il suo iter. All'epoca era stato dato parere negativo da Roma perché si aspettava una norma nazionale che regolasse la materia. Il testo non è mai stato legiferato e questo è il motivo per cui la nostra norma è rimasta giacente nei cassetti, nostro malgrado. La componente statale ha preso atto di questa impasse e, per superare lo stallo, finalmente ha dato parere positivo.»

L'Assessore al sistema educativo, Jean-Pierre Guichardaz, ha sottolineato: «L’evoluzione sostanziale che colloca il nostro Conservatorio all’interno di un quadro normativo più definito e coerente con il sistema nazionale di Alta formazione artistica e musicale rappresenta un riconoscimento significativo. Questo passaggio offre nuove opportunità di crescita per studenti e docenti, consolidando il ruolo del conservatorio nella valorizzazione dell’eccellenza musicale della nostra regione. Il nuovo status di “Conservatoire” garantisce agli studenti percorsi formativi riconosciuti a livello nazionale ed europeo, assicurando la totale spendibilità dei titoli di studio e favorendo la mobilità tra la Valle d’Aosta e il resto d’Italia, pur tutelando la nostra specificità linguistica. Inoltre, i docenti che intendono trasferirsi in Valle d’Aosta dovranno dimostrare la conoscenza della lingua francese, in linea con i principi dello Statuto speciale, assicurando così un ambiente formativo realmente bilingue. Questo provvedimento rappresenta un investimento strategico nella cultura e nell’educazione e si inserisce in una più ampia visione di valorizzazione della nostra identità culturale, in cui la formazione musicale ha un ruolo chiave. Il Conservatorio continua ad essere un punto di riferimento, e lo sarà ancora di più, non solo per gli studenti valdostani, ma anche per chi, provenendo da altre regioni e paesi, desidera formarsi in un contesto bilingue con una solida tradizione musicale.»

SC-LT

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Comunicato n° 115 del 26 febbraio 2025
Approvata la prima variazione al bilancio regionale 2025-2027

 

Nella seduta del 26 febbraio 2025, il Consiglio Valle ha approvato, con 19 voti a favore (UV, FP-PD, PlA, SA) e 16 astensioni (Lega VdA, RV, FI, PCP), il primo provvedimento di variazione al bilancio di previsione della Regione per il triennio 2025-2027.

Presentato dalla Giunta regionale il 28 gennaio, il testo legislativo si compone di diciassette articoli che dispongono per il triennio una manovra in parte spesa per complessivi 48 milioni di euro, di cui 35,1 milioni finanziati da maggiori entrate e 12,9 milioni compensate con riduzioni di spese.

La relazione d'Aula

Nell'illustrare l'atto all'Aula, il Consigliere Antonino Malacrinò (FP-PD) ha evidenziato che «le spese correnti sono aumentate di 31,5 milioni di euro, di cui 21,8 milioni destinati alla costituzione di un fondo stabilito in base alle regole della nuova governance economica europea e agli accordi sottoscritti con il Ministero dell'economia e di cui la Regione si fa carico anche per gli enti locali. Altri 8 milioni di euro sono invece stanziati per la restituzione allo Stato delle risorse ricevute in eccesso rispetto alla perdita di gettito connessa all’emergenza Covid-19. Le spese di investimento, sempre nel triennio, aumentano di 3,6 milioni di euro.»

«Il provvedimento - ha proseguito - prevede inoltre, per il 2025, un'integrazione di 1,7 milioni di euro a favore dell’Università della Valle d’Aosta per sostenere la gestione del nuovo polo universitario, coprire gli incrementi stipendiali del personale docente e tecnico-amministrativo, nonché per la separazione dello spazio della caffetteria, rendendola fruibile anche nei periodi di chiusura delle attività didattiche, e per l’allestimento del foyer. Due milioni di euro sono destinati a interventi prioritari per la messa in sicurezza della rete viaria regionale, in particolare per lavori urgenti alla galleria paramassi 'Devies' nel comune di Châtillon. Un incremento di 900mila euro a favore degli enti locali servirà, in particolare, a finanziare l'adeguamento della struttura socio-assistenziale per anziani di Gressoney-Saint-Jean. Il provvedimento prevede inoltre il rifinanziamento della legge regionale sui contributi agli enti cooperativi, con l’obiettivo di soddisfare un numero maggiore di richieste da parte dei potenziali beneficiari, e l’istituzione di un fondo speciale per un nuovo intervento legislativo volto a modificare le leggi regionali in materia di trasporti. Infine, è disposto il trasferimento alla Regione del personale attualmente impiegato da Area VdA per lo svolgimento di alcune attività legate ai programmi europei.»

Il dibattito in Aula

Annunciando il voto di astensione alla legge nel suo complesso, il Capogruppo di Rassemblement Valdôtain, Stefano Aggravi, ha rilevato «una novità che non deve essere sottovalutata perché è un'anticipazione della nuova finanza pubblica di derivazione europea con cui ci dovremo confrontare nei prossimi anni. Si tratta della creazione di un fondo da utilizzare per ripianare i disavanzi o che, in caso di avanzi di amministrazione, prevede il vincolo delle cifre per investimenti indiretti. Ulteriore principio di rilevanza è quello che riguarda l'impegno tra Stato e Regione, nell’ambito dell’Accordo siglato alla base dei presupposti finanziari di questo provvedimento, per la definizione di un'apposita norma di attuazione sul sistema territoriale integrato, in cui la Regione provvederà per sé e per gli enti locali al contributo per il conseguimento degli obiettivi di risanamento e di coordinamento della finanza pubblica. Una situazione delicata ancora da definire che delineerà i futuri rapporti tra Roma e la Valle d'Aosta. Auspichiamo il proseguimento delle contrattazioni anche su ulteriori punti altrettanto importanti come quello sulla norma di attuazione o la legge statale sulla zona franca, le cui risorse di funzionamento furono individuate proprio tra quelle “concorrenti” tra lo Stato e la Regione. È quanto mai importante avviare una proficua collaborazione con Roma su temi come questo al di là dei necessari accordi da prendere anno per anno in materia finanziaria, così da consentire di raggiungere un obiettivo dalle sicure ricadute positive per tutto il nostro territorio.»

La Capogruppo Erika Guichardaz ha annunciato la decisione di Progetto Civico Progressista di «non votare nessuno degli articoli. Riteniamo che alcuni siano meritevoli di nota, ma abbiamo molte perplessità su tanti altri, come ad esempio quello sull'Università della Valle d'Aosta: si aggiungono ulteriori risorse non previste per una sede che, nonostante sia lì da oltre vent'anni, è un cantiere senza fine.»

Il Presidente della Regione, Renzo Testolin, ha replicato: «L'accordo stipulato con lo Stato è positivo perché, da un lato, ha stabilizzato le risorse da riconoscere al risanamento della finanza pubblica e, dall'altro, ci ha riconosciuto 84 milioni di euro di risorse da noi richiesti a compensazione di minori entrate derivanti da agevolazioni fiscali applicate dallo Stato su tributi destinati alla nostra Regione, che verranno ridistribuiti al nostro territorio in tranches annuali di 8,4 milioni. Per altro, queste risorse non saranno una partita di giro perché, seppur attualmente destinate a "fondi di accantonamento", si potranno riutilizzate nell'annualità successiva per finanziare gli investimenti. Infine, è interessante sottolineare come la nostra realtà sia una delle poche che, grazie ad una buona e attenta amministrazione, è in grado di avere delle entrate correnti che vengono poi destinate in quota parte investimenti: un obiettivo che lo stesso Governo italiano, mutuando le indicazioni dell'Ue, ci impone proprio con gli accantonamenti di cui sopra. Questo meccanismo ci permette di mettere del fieno in cascina per utilizzarlo l'anno successivo e programmare in modo più puntuale ancora gli investimenti da fare. Per quanto riguarda l'Università della Valle d'Aosta, i fondi assegnati serviranno a coprire i maggiori costi derivanti dalla gestione del nuovo polo universitario e dall'aumento contrattuale del personale amministrativo e insegnante, aumento non prevedibile nel momento di approvazione del bilancio di previsione della Regione. Il provvedimento, infine, fornisce anche risposte concrete al territorio, finanziando interventi per la viabilità, il trasporto pubblico e le strutture di accoglienza per anziani e disabili. Nel complesso, si tratta di un disegno di legge capace di dare fin da subito risposte importanti alla comunità.»

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Comunicato n° 117 del 26 febbraio 2025
Approvato il disegno di legge per l'Election Day 2025

 

Nella seduta del 26 febbraio 2025, il Consiglio Valle ha approvato, con 19 voti a favore, 5 contrari e 11 astensioni espressi a scrutinio segreto, un disegno di legge che contiene disposizioni urgenti per lo svolgimento contestuale, nel 2025, delle elezioni regionali e generali comunali.

Sul testo sono stati approvati due emendamenti, di cui uno della prima Commissione e uno della maggioranza riguardante il limite dei mandati depositato in Aula, mentre ne sono stati respinti cinque, di cui tre del gruppo RV e due di PCP.

Il provvedimento si compone di otto articoli che modificano alcune leggi regionali in materia di enti locali. Oltre al cosiddetto "election day", previsto quest'anno per le elezioni del Consiglio Valle e il rinnovo degli amministratori in 65 comuni valdostani, il disegno di legge interviene anche sul limite dei mandati di Sindaci e Vicesindaci, sulla riduzione del quorum in caso di liste uniche, sul numero degli Assessori, sui compensi, sulle missioni.

Relazione d'Aula

Il Consigliere Aurelio Marguerettaz (UV) ha relazionato in Aula, specificando: «L'accorpamento delle elezioni regionali e comunali nella stessa data è stato deciso per razionalizzare e semplificare le procedure elettorali, dato che i periodi previsti per ciascuna consultazione non coincidevano ma erano molto ravvicinati: 24 agosto-28 settembre per le regionali e 1° novembre- 15 dicembre per le comunali. In analogia con le disposizioni statali, sono state introdotte misure per agevolare il raggiungimento del quorum nei comuni fino a 15mila abitanti dove vi sia una sola lista ammessa, riducendo la soglia di partecipazione dal 50% al 40% (così come già fatto per le elezioni a Saint-Oyen e Valsavarenche del 2022). In merito ai mandati, le nuove disposizioni, in linea con la normativa statale (d.l. 7/2024), confermano il limite di due mandati per il Sindaco e il Vicesindaco di Aosta. Con un emendamento depositato in Aula, a seguito di una serie di osservazioni, abbiamo proposto una modifica al testo iniziale che eliminava il limite dei mandati per i Comuni fino a 5.000 abitanti. La nuova formulazione è la seguente: chi ha ricoperto per quattro mandati consecutivi la carica di Sindaco o di Vicesindaco nei comuni fino a 5.000 abitanti non è, allo scadere del quarto mandato, immediatamente ricandidabile; è consentito un quinto mandato consecutivo se uno dei primi quattro ha avuto durata inferiore a due anni, sei mesi e un giorno. Infine, su richiesta del Consiglio permanente degli enti locali, per la composizione delle Giunte comunali e per i compensi, le fasce dei Comuni saranno definite in base al parametro della l.r. 48/1995, che considera la complessità dell’ente anziché solo la popolazione residente. Gli importi dell'indennità di funzione del Sindaco previsti per le diverse fasce di appartenenza non sono stati aumentati, ma rimodulati. A seguito di tale riforma molti Comuni cambieranno fascia e tra questi la stragrande maggioranza passerà a quella successiva. Gli importi della diaria del Sindaco sono stati invece tutti leggermente aumentati (+100 euro), mentre per il Sindaco che ricopre anche la carica di Presidente di Unité l'importo della diaria è stato più che raddoppiato (da 600 a 1.300 euro). Queste modifiche saranno applicabili a 65 Comuni dopo le prossime elezioni comunali, mentre i restanti 9 le adotteranno dal 10 gennaio 2026 per limitare l'impatto finanziario sul prossimo bilancio.»

Ha concluso: «Un disegno di legge di buon senso, che dà risposte ai nostri amministratori e che è stato elaborato su impulso del Cpel. Confidiamo che l'attività dei nostri Sindaci non sia solo gratificata a parole, ma lo sia nei fatti, perché trattare i Sindaci come dei mendicanti o dei lacché del Consiglio Valle non è solo vergognoso, ma offende profondamente sia i Sindaci che la nostra Assemblea.»

Il dibattito in Aula

Il Capogruppo, Stefano Aggravi, ha annunciato l'astensione di Rassemblement Valdôtain osservando che «il vero valore rispetto alla presentazione di liste elettorali negli enti locali avrebbe dovuto riguardare lo stimolo alla sana competizione. Per risolvere il problema della partecipazione alla vita politica e amministrativa dei nostri Comuni, ridurre al 40% la soglia del quorum per i Comuni piccoli e medio piccoli in caso di presentazione di una sola lista non è una soluzione dirimente anche perché, spesso, le monoliste si trovano più in comuni grandi che non in quelli piccoli. Noi riteniamo, invece, che si debba intervenire rivedendo in diminuzione il numero di Consiglieri comunali di due unità. Abbiamo grosse perplessità anche sulla soppressione del numero dei mandati per i Sindaci. Se questa legge non fosse arrivata a ridosso delle elezioni regionali e comunali avremmo sicuramente fatto un ragionamento diverso, ma in questo particolare momento politico non ci sentiamo di condividere questa soluzione. Infine, per la definizione del livello di complessità degli enti, crediamo che si sarebbe dovuto tenere in considerazione il bilancio più che i parametri che, invece, sono stati individuati.»

Il Capogruppo della Lega VdA, Andrea Manfrin, si è soffermato su tre temi: «Il primo è l'abbassamento del quorum al 40%, sul quale noi non siamo d'accordo. È vero che dal 2000 ad oggi, c'è stato un progressivo disamoramento nei confronti della politica oltre che una marginalizzazione del ruolo dei partiti: situazioni che, unite ai numerosi vincoli introdotti - come quello della rappresentanza di genere - che non facilitano la chiusura delle liste, portano oggi ad avere solo una lista nella maggior parte dei comuni. Per noi l'idea è, invece, quella di garantire una maggiore rappresentanza ai territori e permettere alla comunità di esprimersi: ecco perché il quorum del 50% va mantenuto, al limite si torna alle elezioni un'altra volta. Non si è poi parlato del problema vero, che è quello di dover affrontare l'election day in autunno: le maggioranze che usciranno dalle urne si troveranno a dover approvare un bilancio scritto da altri. Osservazione che hanno fatto sia il Cpel che l'Agenzia dei segretari comunali, i quali avevano chiesto di riportare le elezioni comunali alla primavera prossima. Ultima questione è una domanda: siete sicuri di voler affrontare la riforma elettorale, accompagnandola ad un aumento di stipendi? Un intervento di questo tipo, fatto adesso, produrrà l'unico risultato di allontanare ancora di più le persone del mondo reale dal mondo della politica, che verrà giudicata capace solo di pensare a sé stessa. Questa riforma poteva avere parti condivisibili, ma nel suo complesso non potrà trovare l'accoglimento del gruppo Lega.»

«La data delle elezioni comunali era nota dal settembre 2020, eppure questa legge è stata portata in estrema urgenza: scaricata in Commissione il 17 febbraio, approda oggi, dopo soli nove giorni, in Aula - ha rimarcato la Capogruppo di PCP, Erika Guichardaz -. Il testo è il frutto del recepimento della legge statale e sminuisce la peculiarità valdostana: una Regione che dice di essere autonoma dovrebbe cercare, anche attraverso questo strumento normativo, di valorizzare e difendere la propria specialità statutaria e territoriale. Le criticità maggiori di questo testo risiedono nell'election day, nella riduzione del quorum dei votanti e nell'eliminazione del limite dei mandati. Un election day contestato anche dai Sindaci per poter riportare l'inizio della Legislatura nel momento opportuno e poter concludere la procedura sui Segretari comunali che è stata rallentata fortemente da questa maggioranza. La riduzione del quorum è eccessiva perché consente a una minima parte di cittadini di decidere per tutti gli altri e, se è così funzionale, perché è stata limitata solo alle elezioni del 2025? Il limite dei mandati favoriva il ricambio fisiologico della partecipazione e, quindi, la democraticità degli enti. Eliminarlo è un nonsenso. Non siamo di fronte a una riforma, ma all'accoglimento di singole istanze che di certo non favorirà la partecipazione elettorale.»

Il Consigliere Paolo Sammaritani (Lega VdA), parlando di «un disegno di legge sbagliato che arriva nel momento sbagliato», si è concentrato sul limite dei mandati: «Oggi, votando un emendamento proposto dal PD che reintroduce il limite dei mandati nei comuni con popolazione fino a 5.000 abitanti, la maggioranza voterà un principio incostituzionale. Infatti, la Corte costituzionale ha chiaramente sancito che le disposizioni sui mandati devono essere coerenti con la normativa statale per un principio di uniformità su tutto il territorio nazionale. E la norma statale ha tolto il limite dei mandati nei comuni fino a 5.000 abitanti, per non comprimere il diritto all'elettorato passivo (art. 51 della Costituzione). Questo dimostra la confusione della maggioranza, che viene tirata per la giacchetta dal PD, il quale vuole manifestare la propria presenza: questo tentativo in extremis, oltre che un segno di confusione, è di basso livello. Vi siete dati la zappa sui piedi.»

«Questa legge vuole dare una risposta alle legittime esigenze dei Sindaci o a quelle della collettività? Ha come finalità quella di stimolare la partecipazione alla vita politica e amministrativa dei Comuni? - si è interrogato il Consigliere Claudio Restano (RV) -. L'aumento del numero degli Assessori e la riduzione del quorum in caso di monoliste, sicuramente, rappresentano un tentativo di rispondere a questi interrogativi ma la norma avrebbe dovuto valutare anche elementi correttivi rispetto ad altre criticità. Si sarebbe dovuto intervenire sulle precedenti modifiche apportate al ruolo del Sindaco che hanno reso il Consiglio un mero organo ratificatore delle decisioni assunte dalla Giunta. Per questi motivi avevamo chiesto in prima Commissione un maggior coinvolgimento nella definizione della norma. Cosa che non è avvenuta. Pensiamo anche che, non permettere a un Sindaco di delegare la sua partecipazione a un membro della Giunta al Consiglio dei Sindaci delle Unités des Communes, significhi ridurre la capacità di inclusione e di partecipazione dell'esecutivo all'interno del processo decisionale. Esempi emblematici che ci fanno comprendere che la norma in discussione oggi non risponde alle esigenze della popolazione e non fa l'interesse della collettività: dà una serie di risposte alle legittime istanze avanzate dai Sindaci ma avrà delle ricadute limitate.»

Il Capogruppo di FI, Pierluigi Marquis, ha parlato di «una riforma complessa che riguarda un tema centrale come quello delle elezioni comunali. Riteniamo ragionevole la scelta di accorpare in un'unica giornata le elezioni comunali e regionali che vanno svolte nello stesso periodo, mentre siamo perplessi sulla riduzione del quorum per le monoliste. È stato mutuato dalla situazione nazionale ma la nostra realtà è molto differente, i Comuni sono molto più piccoli e, così facendo, si rischia di fare diminuire l'impatto del dibattito preelettorale con la cittadinanza, fondamentale esercizio di democrazia e di contrasto alla disaffezione cittadino/politica. Sarebbe stato molto meglio evitare di intervenire a pochi mesi dalle prossime elezioni: avevamo cinque anni per disciplinare questa materia, che non può essere risolta in maniera sbrigativa. Comprendiamo le ragioni dei Sindaci di adeguare il numero dei componenti della Giunta attraverso parametri diversi rispetto a quello della popolazione ovvero quelli del riparto dei fondi di cui alla legge regionale n. 48/1995. Eliminare il limite dei mandati è una decisione delicata che parrebbe presentare vizio di legittimità costituzionale. Insomma, non condividiamo l'impostazione generale di questo testo di legge e la temporalità di discussione in urgenza sotto data delle elezioni comunali e pertanto annuncio l'astensione di Forza Italia.»

Il Presidente del Consiglio, Alberto Bertin (FP-PD), è intervenuto sul tema del limite dei mandati, commentando: «È spiacevole che sia l'agenda politica statale a determinare quella regionale. In tutte le democrazie liberali, tanto più negli organi eletti direttamente, esistono limiti ai mandati. Emblematico è il caso degli Stati Uniti, la più antica democrazia, che per oltre 100 anni non ha previsto nella sua Costituzione una limitazione dei mandati: non ce n'era bisogno, perché era implicito che la concentrazione del potere in un'unica persona comportasse dei rischi. Non mi sorprende che il Governo Meloni voglia abolire il limite dei mandati: è perfettamente in linea con le democrazie illiberali promosse da certi ‘patrioti’. In Valle d'Aosta abbiamo una competenza primaria sugli enti locali e dobbiamo esercitarla. D'altronde, il diritto non è una scienza esatta e si adatta ai contesti storici. Se il Governo deciderà di impugnare la norma per uniformare tutti allo stesso livello, eliminando il limite dei mandati, lo farà, ma non è affatto certo che la Corte costituzionale si allinei a questa visione. L'emendamento proposto, dunque, non è così facilmente derubricabile come incostituzionale. E le Regioni, in base al principio di autonomia, devono poter esprimere la propria volontà.»

La Consigliera Chiara Minelli (PCP) ha rilevato che «questo disegno di legge - tutti lo sanno - viaggia in parallelo con la proposta dell'Union Valdôtaine sulla nuova norma elettorale regionale, poi fatta propria da tutta la maggioranza. I due testi hanno un'impostazione di fondo comune, che riguarda innanzitutto un modo di operare disordinato e frettoloso, caratterizzato da atteggiamenti incerti e contraddittori: lo dimostra in modo plateale l'emendamento sui mandati. In entrambi i percorsi dei testi di legge (comunale e regionale) si comprime la partecipazione democratica. Il disegno di legge 180, per la velocità con cui è stato avviato e concluso, non ha lasciato il giusto tempo di riflessione ai Sindaci e non è un caso che il parere dell'Assemblea del Cpel abbia registrato ben 17 astensioni. Anziché ricercare la migliore soluzione per la cittadinanza, prevalgono in entrambe le leggi, che oggi saranno votate, le logiche settoriali e i calcoli sugli interessi di partito rispetto agli interessi generali. Per quanto riguarda l'innalzamento a quattro del numero dei mandati, rilevo una dimostrazione di totale mancanza di buon senso, visto anche il dubbio sulla sua legittimità costituzionale. Di certo è una proposta che non favorisce la partecipazione! La carica di Sindaco non è una professione, è un servizio alla collettività, giustamente retribuito, che deve avere un tempo limitato per evitare la deresponsabilizzazione dei cittadini. Abbiamo infine un problema di democrazia che emerge nitidamente: arrivando all'approvazione di questa legge all'ultimo momento, a ridosso delle elezioni, non sarà possibile chiedere il referendum abrogativo. È evidente che non si vuole sentire la voce della popolazione valdostana su questioni di assetto istituzionale, che sono basilari per l'esercizio della vita democratica.»

Per il Consigliere Corrado Jordan (UV), «l'election day, considerate le scadenze elettorali, è una scelta quasi obbligata: il quadro normativo ci impone infatti un determinato periodo nel quale svolgere le elezioni e, considerata la contemporaneità di scadenza dei mandati, qualsiasi altro ragionamento legato a periodi completamente diversi non sta in piedi. L'abbassamento del quorum per le elezioni comunali è una scelta che si adegua al periodo che stiamo vivendo: chi non va a votare esprime una volontà ben precisa - che può essere di sfiducia nei confronti della politica, di disinteresse o per mancanza di proposte su cui confrontarsi - e delega la scelta a chi invece va a votare. E quindi chi non vota, è come se lo avesse fatto: di conseguenza questi non possono condizionare completamente l'esito del voto. Sulla determinazione del numero di Assessori, si deve prendere atto delle diverse caratteristiche dei comuni, che hanno esigenze e problematiche diverse: lasciare ai singoli comuni la possibilità di scegliere significa rispettare l'autonomia comunale. Infine, ritengo necessario avviare una riflessione sia sulla composizione degli organi che sull'architettura del sistema degli enti locali, anche in ottica di gestione dei servizi e funzioni comunali: i tempi sono maturi per fare ragionamenti che superino i confini comunali, gli steccati e i campanili per capire quale possa essere il modello migliore di gestione.»

«La sintesi derivante dal confronto e dal dibattito interno al Consiglio supera necessariamente la visione dei singoli Consiglieri - ha sottolineato il Vicecapogruppo dell'UV, Albert Chatrian -. La maggioranza ha affrontato la discussione sul ruolo degli enti locali partendo da posizioni politiche diverse e, così come vuole la migliore tradizione democratica, ha trovato una convergenza, necessaria quanto utile, non per i singoli Consiglieri, ma per presentare la migliore soluzione alla collettività. Questa è la funzione della politica.»

Il Capogruppo di FP-PD, Paolo Cretier, ha dichiarato: «Sosteniamo pienamente questo disegno di legge e confidiamo nella sua approvazione, come in quella delle altre iniziative legislative all'ordine del giorno, che voteremo con convinzione. L’abbassamento del quorum in caso di monoliste è una scelta sostenibile e, come emerso durante le audizioni in Commissione, condivisa anche dal Celva, poiché evita complicazioni future. Non sempre i cittadini si recano alle urne e trovare candidati è sempre più difficile. I Sindaci sono "in trincea" e affrontano quotidianamente grandi responsabilità, rispondendo di ogni evento che accade sul territorio: per questo vanno sostenuti. Per quanto riguarda una potenziale crisi in maggioranza, ricordo che il confronto tra forze politiche è normale: l'importante è poi trovare soluzioni qui in Aula. Il nostro emendamento nasce dalla convinzione che non esista un mandato universale per i Sindaci: è quindi giusto e necessario stabilire un tetto ai mandati.»

«A seconda dei punti di vista, questa legge è arrivata in maniera troppo repentina o troppo tardiva - ha replicato il Presidente della Regione, Renzo Testolin -. È sempre complicato capire quale è il punto di equilibrio ottimale, così come non esiste una sintesi ideale. La situazione attuale ci ha portati alla formulazione di questo testo che non è scritto sulla pietra e che potrà essere ovviamente modificato in futuro, sulla base delle esigenze che si potranno manifestare. La norma rispecchia in larga massima le richieste avanzate dai nostri Amministratori comunali che si trovano sovente ad affrontare situazioni complesse e per dare soluzioni pratiche finalizzate a consentire loro di lavorare in maniera più puntuale ed efficace. Abbiamo costruito questa legge con la dovuta attenzione, guidati dalla volontà di dare risposte agli amministratori e organizzare le prossime elezioni nel migliore dei modi per la nostra collettività.»

 

SC-LT

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Comunicato n° 118 del 26 febbraio 2025
Approvati gli interventi a sostegno delle gare di Coppa del mondo di sci alpino femminile a La Thuile

 

Il Consiglio, nella seduta del 26 febbraio 2025, ha approvato all'unanimità un disegno di legge che disciplina gli interventi regionali a sostegno dell’organizzazione delle competizioni di Coppa del mondo di sci alpino femminile assegnate a La Thuile per la stagione 2024-2025.

Il provvedimento si compone di sette articoli volti a concedere un contributo massimo di 800mila euro a favore del soggetto organizzatore delle gare in programma dal 13 al 15 marzo: la società consortile Reveal La Thuile, composta dal Consorzio operatori turistici, dalla Scuola di sci e dallo Sci club Rutor, il cui scopo è l'organizzazione di eventi per la promozione dell'immagine della Valle d'Aosta e in particolare della destinazione turistica di La Thuile.

Relazione d'Aula

Le Conseiller Albert Chatrian (UV), rapporteur, a rappelé que «la première Coupe du monde de ski alpin en Vallée d’Aoste remonte à 1976 à Courmayeur. Elle a ensuite eu lieu à Breuil-Cervinia en 1977, à Pila en 1981, de nouveau à Courmayeur de 1982 à 1988 puis en 1990, avant d’être organisée à La Thuile en 2016 et en 2020. Après cinq ans, La Thuile accueille à nouveau les compétitions du ski alpin féminin, ce qui est un indicateur du grand attrait de nos stations de ski, et qui constitue une source de fierté pour toute la communauté valdôtaine. L’événement de la Coupe du monde sera une vitrine prestigieuse non seulement pour La Thuile, mais aussi pour toute notre région. Ce sera une nouvelle occasion de faire découvrir la Vallée d’Aoste avec ses beautés naturelles et paysagères, son patrimoine historique et culturel, sa tradition œnogastronomique et ses domaines skiables à travers le monde. Notre communauté a toujours démontré une grande capacité organisationnelle et bénéficie d’une organisation capillaire, reposant sur les clubs de ski et les associations liées aux métiers de la montagne. Ces acteurs jouent un rôle clé dans la promotion du sport en tant que vecteur de bien-être et de lien social. Des initiatives de cette envergure, en plus d’être un puissant outil de marketing territorial, représentent en quelque sorte l’aboutissement d’une politique régionale mobilisant tous les acteurs du territoire et valorisant les investissements continus visant à maintenir des infrastructures performantes et à garantir un haut niveau de qualité.»

Le Conseiller a mentionné quelques données concernant le secteur des remontées mécaniques, «dont le rôle dans l’économie de la région est fondamental. Sa valeur générée est estimée à 356 millions d’euros pour la saison 2022-2023, correspondant à 7,6 % du Produit intérieur brut régional de 2023 et contribuant à créer plus de 4.500 emplois (8,2 % des emplois de la région). Le secteur assure aussi un important retour économique pour les activités du territoire, 60 % des retombées bénéficiant à l’hospitalité, qui crée une valeur de 212 millions d’euros. Cette valeur est six fois supérieure aux contributions allouées à ce secteur au cours des trois dernières années.»

Il dibattito in Aula

«Siamo da sempre attenti al mondo sportivo valdostano e non possiamo che essere favorevoli a questa iniziativa che sostiene e valorizza il nostro territorio - ha dichiarato il Capogruppo di Pour l'Autonomie, Aldo Di Marco -. Manifestazioni di grande rilievo tecnico e internazionale come quella di Coppa del mondo di sci femminile fanno assumere alla nostra regione un ruolo di primo piano nel contesto sportivo mondiale, promuovendo nel contempo il nostro territorio e il turismo. Auspichiamo che la politica valdostana sappia investire con lungimiranza su eventi sportivi di questa rilevanza, in attesa che possa essere varata una legge ad hoc sulla materia. Esprimiamo anche il nostro rammarico per i motivi che stanno rallentando l'iter della legge regionale che disciplina gli interventi a favore dello sport, augurandoci che sia presentata prima del termine di questa Legislatura.»

«Rassemblement Valdôtain è sempre molto favorevole ai grandi eventi sportivi, come a quelli medi o piccoli in quanto anche questi ultimi sono strategici e fondamentali per la promozione e la valorizzazione di tutte le località del nostro territorio, anche quelle minori - ha detto il Vicecapogruppo Dennis Brunod -. La Coppa del mondo è una grande vetrina per mettere in mostra non solo La Thuile, ma tutto il sistema Valle d'Aosta e le sue eccellenze. Sarebbe importante riuscire a fare una pianificazione annuale o almeno biennale su queste manifestazioni: darebbe continuità alla programmazione, anche in vista di realizzare e pianificare i giusti investimenti sul territorio per poi gestire e organizzare al meglio gli eventi dal punto di vista tecnico e logistico, anche in un'ottica di promozione turistica e di stimolo per i giovani e meno giovani ad avvicinarsi sempre più all'attività sportiva. Queste iniziative sono anche una grande opportunità per fare squadra, per lavorare insieme, grazie al fondamentale sforzo dei volontari, delle associazioni, dei club sportivi.»

Il Consigliere Claudio Restano (RV) ha aggiunto: «Dalle varie audizioni svolte in Commissione sulle contribuzioni allo sport è emersa la necessità di avere una norma specifica sui grandi eventi. Il fatto che non si riesca a produrre una norma strutturata è un neo per questa Regione, perché dobbiamo sempre ricorrere a norme specifiche che non permettono a chi le organizza di far valere le proprie iniziative e disincentiva chi vorrebbe organizzare degli eventi perché non ha regole certe. Un investimento strutturale nel mondo dello sport avrebbe un grande ritorno e valorizzerebbe gli sforzi fatti; inoltre, potrebbe dare risposte a chi presenta le richieste anche in un'ottica di programmazione. È vero che ci stiamo avvicinando alla fine della Legislatura, ma questa norma potrebbe ancora essere varata.»

Il Vicecapogruppo di Forza Italia, Mauro Baccega, ha parlato «dell'importanza di questi eventi che veicolano l'immagine della Valle d'Aosta in tutto il mondo. In ambito sportivo, sia per le discipline estive che per quelle invernali, la regione ha dato prova della sua grande capacità organizzativa, grazie al lavoro di appassionati, tecnici qualificati, maestri di sci, guide alpine, volontari che fanno di questi eventi momenti di positiva comunicazione. Iniziative che danno forza a un movimento virtuoso che va premiato e salvaguardato.»

L'Assessore allo sport, Giulio Grosjacques, ha posto l'accento sulle «grandi capacità organizzative di La Thuile e, più in generale, di tutte le nostre località con cui stiamo organizzando eventi sportivi di rilievo nazionale e internazionale. Manifestazioni che, oltre ad avere un ritorno premiale sulla visibilità della regione, incidono in maniera positiva sulle presenze turistiche stagionali. I primi dati del 2025 confermano la crescita sia in termini di arrivi che di presenze, segno che gli investimenti promozionali nel settore sportivo, unitamente a quelli effettuati sugli impianti a fune, stanno dando ottimi risultati. Siamo partiti a fine gennaio con la Coppa del mondo di Cogne dove abbiamo appena concluso anche l'edizione dei mondiali Winter triathlon. Avremo a fine aprile il Trofeo Mezzalama che sarà prova di Coppa del mondo e, a seguire, due tappe del Giro d'Italia, mentre La Thuile ospiterà la Coppa del mondo di mountain bike. Saluteremo anche l'arrivo in Valle dell'Utmb con il trail della Walserwaeg che darà un grande impulso a una serie di attività già presenti in Valle, primo tra tutti il Tor des Géants. Avremo poi il combattimento per il titolo mondiale di Martine Michieletto oltre ad altre attività di grande rilevanza che si concluderanno a dicembre con il Criterium giovani di sci del Coni. Inoltre, nelle prossime settimane sarà scaricato il disegno di legge sugli interventi a favore dello sport, stiamo lavorando anche su un testo normativo sui grandi eventi ed è in fase di analisi il ruolo della Sport Commission.»

I lavori sono sospesi e riprendono domani, giovedì 27 febbraio, alle ore 9.

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Comunicato n° 119 del 27 febbraio 2025
Respinta una proposta di legge in materia di valorizzazione degli artisti

 

Con 12 voti di astensione, 14 contrari e 9 a favore (Lega VdA, FI) espressi nella seduta del 27 febbraio 2025, il Consiglio Valle ha respinto una proposta di legge del gruppo Lega Vallée d'Aoste recante disposizioni per la valorizzazione degli artisti in Valle d'Aosta.

Il testo, presentato il 31 luglio 2023, è stato illustrato dal Consigliere Simone Perron: «La possibilità per ogni individuo di scoprire, affinare e realizzare il proprio talento e le proprie inclinazioni artistiche deve essere annoverata tra gli obiettivi che ogni entità politica dovrebbe porsi. La nostra proposta - che ha l'obiettivo di supportare la crescita qualitativa e quantitativa degli artisti, anche al di fuori dei confini della Valle d'Aosta - intende compendiare la legislazione attualmente in vigore senza modificare né intaccare impianti normativi esistenti, andando a coprire settori non normati e da un'angolatura differente, la persona fisica, che non rientra nel quadro legislativo legato all'arte e all'offerta culturale. Si interviene quindi sulla persona fisica degli artisti, inclusi in un "Albo degli artisti valdostani", per l'accesso a contributi e sussidi nonché per possibili attribuzioni tramite bandi. Vengono contemplate inoltre possibili fruizioni di servizi, spazi o attrezzature di proprietà pubblica attraverso la messa a disposizione gratuita o a canone agevolato degli stessi. La nostra è una iniziativa propulsiva, pionieristica, che non ha nulla a che fare con il clientelismo e con il protezionismo, che mira ad andare oltre alla gestione dell'esistente, ma la maggioranza vuole mantenere lo status quo, perché non ha idee e ha paura dell'innovazione.»

Il dibattito in Aula

«Molte delle associazioni interpellate hanno espresso parere estremamente favorevole ai contenuti di questo testo di legge e ci ha stupito il voto non favorevole espresso dalla maggioranza in Commissione - ha dichiarato il Vicecapogruppo di Forza Italia, Mauro Baccega -. Una situazione paradossale in cui il Governo ci sollecita continuamente a presentare soluzioni e proposte e come risposta riceviamo la solita richiesta di ritirare "altrimenti ci asterremo". Crediamo che anche la grafica, universo visivo e creativo in crescita e di grande importanza, debba essere compresa in questo disegno di legge: ecco perché abbiamo presentato un emendamento in tal senso. Concludo facendo mie le parole di Papa Francesco "l'armonia porta alla pace": la cultura nelle sue espressioni porta armonia e spero che la maggioranza torni sulle proprie posizioni rivalutando positivamente questa legge.»

Per il Consigliere Luca Distort (Lega VdA), «disciplinare e incentivare l'arte sono due principi importanti per una società matura: se la bellezza è esaltazione dell'essere, è anche esaltazione della realtà, e l'arte è un occhio particolare per leggere la realtà. Se noi vogliamo avere un prodotto Valle d'Aosta, dobbiamo averlo anche nel campo artistico: questa è una buona proposta di legge perché si esprime nella dimensione della sensatezza e valorizza gli artisti, secondo una sana regolamentazione che ripropone il modello virtuoso del mecenatismo che ha permesso il patrimonio culturale di cui godiamo oggi. Ieri, il Capogruppo dell'UV Marguerettaz ci ha spronati a presentare iniziative e proposte: oggi, a fronte di questa nostra proposta di legge, la maggioranza ha l'occasione unica di approvare un testo di legge dell'opposizione.»

L'Assessore ai beni e attività culturali, Jean-Pierre Guichardaz, ha evidenziato alcuni aspetti della legge che «contraddicono i principi di trasparenza e democrazia che, secondo il relatore, dovrebbero essere gli assi portanti dell'impianto normativo. Viene introdotto un sistema di selezione che rischia di basarsi su parametri discrezionali piuttosto che su criteri reali. L'iscrizione all'Albo è un passaggio obbligato per poter accedere ai benefici della legge, ma in che modo si può conciliare la libertà artistica e il pluralismo culturale con un meccanismo di certificazione burocratica che stabilisce chi è meritevole e chi no? L'arte non può passare attraverso un sistema di certificazione amministrativa. La legge non rappresenta una svolta innovativa ma introduce strumenti che rischiano di appesantire e burocratizzare il settore. L'Albo degli artisti valdostani, nella sostanza, è un filtro arbitrario che divide gli artisti tra "riconosciuti e non", generando una selezione che non ha nulla a che fare con il merito o con la qualità delle opere prodotte. Come si pretende di dare più autonomia agli artisti obbligandoli all'iscrizione? L'arte non si può certificare sulla base di attestati di appartenenza a un albo. Mi sorprende che vi siano stati alcuni artisti valdostani che, pur avendo sempre rivendicato indipendenza dalla politica, non abbiano espresso preoccupazione per questa norma che introduce una forma di controllo degli artisti. Suscita molte perplessità anche la creazione della Consulta degli artisti valdostani, di nomina politica, con il compito di formulare proposte e valutare l'accesso ai finanziamenti che rischia di essere trasformato in un organo di selezione con il potere di determinare chi è meritevole e chi no. La norma in discussione oggi è tutt'altro che pluralistica e meritocratica, anzi introduce un sistema assistenzialistico che rischia di creare dipendenza dai finanziamenti pubblici anziché favorire lo sviluppo autonomo degli artisti. La Regione ha già un impianto normativo solido per il sostegno alla cultura, rafforzato con l'approvazione della legge n. 1/2025 che ha razionalizzato l'allocazione delle risorse e snellito le procedure di accesso ai benefici. Nel Defr abbiamo inserito un Piano strategico per la cultura che sarà la base per il "Testo unico della cultura". Abbiamo avviato un percorso organico, partecipativo e coerente che si sta sviluppando sulla base di riflessioni approfondite sulle reali esigenze del settore. La Regione negli anni, attraverso numerosi interventi normativi, ha già messo in piedi un sistema di sostegno e tutela strutturato rivolto agli artisti senza imporre in alcun modo certificazioni obbligate. Tutto sarà sistematizzato nel testo di riordino basato su sistemi meritocratici e inclusivi.»

Il Consigliere Paolo Sammaritani (Lega VdA), ribandendo il voto favorevole del gruppo, ha ricordato che «questa legge è stata fatta per creare ordine e trasparenza fissando dei criteri che, se non convincono, possono essere modificati con la presentazione di emendamenti. Il nostro testo voleva essere un modo per promuovere nella trasparenza più assoluta il mondo artistico, che spesso è costretto a muoversi in maniera atomizzata e senza particolari aiuti. L'apertura che abbiamo proposto non ha trovato rispondenza da parte di una maggioranza che si chiude in maniera assoluta di fronte alle iniziative presentate dall'opposizione, salvo poi sollecitare il nostro intervento propositivo su ogni questione.»

Il Consigliere Diego Lucianaz ha annunciato il voto di astensione del gruppo RV: «Il nostro gruppo si asterrà perché su questa legge abbiamo dei dubbi, nonostante gli interessanti argomenti sviluppati in Commissione. Riteniamo che questo Governo non voglia sentire parlare di cultura, preferisce la distribuzione dei milioni con variazioni di bilancio. Ringrazio il Consigliere Perron per la sua iniziativa e per gli interventi di oggi, che hanno permesso per una volta almeno in questa Aula un serio e vivace dibattito su un atto legislativo.»

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Comunicato n° 120 del 27 febbraio 2025
Iniziato l'esame delle proposte di legge per l'elezione del Consiglio Valle

Nella seduta mattutina del 27 febbraio 2025, l'Assemblea ha iniziato l'esame di quattro proposte di legge in materia di elezione del Consiglio Valle.

Di queste, una - presentata dal gruppo Union Valdôtaine il 14 luglio 2023 - ha ottenuto, in un nuovo testo, il parere favorevole della prima Commissione. Le altre tre proposte di legge, sulle quali è stato espresso parere contrario in Commissione, sono: una del gruppo Progetto Civico Progressista, presentata il 26 aprile 2022; una congiunta dei gruppi Lega Vallée d'Aoste e Forza Italia del 3 agosto 2023; una del gruppo Rassemblement Valdôtain, del 7 ottobre 2024.

I gruppi Rassemblement Valdôtain, Lega VdA e Forza Italia hanno annunciato in Aula il ritiro dei loro testi di legge.

Relazione d'Aula gruppo UV

Il Consigliere Erik Lavevaz ha illustrato il testo proposto dall'Union Valdôtaine, evidenziando che «la visione di riforma elettorale prevedeva inizialmente diversi interventi normativi volti a trovare delle risposte al persistente problema dell'instabilità dei governi e delle maggioranze della nostra Regione. In particolare: la somma delle cifre elettorali di tutte le liste con programma elettorale comune, anche quelle che non hanno raggiunto il quoziente naturale, per evitare la perdita di voti; il vincolo tra liste e coalizione per legare il programma elettorale alla responsabilità politica dei sottoscrittori; l'obbligo di indicare i criteri per la scelta del Presidente della Regione; l'introduzione del "doppio premio" di maggioranza per garantire stabilità all'esecutivo regionale, senza però frustrare le prerogative delle opposizioni visto che la misura dei seggi garantiti (22) è comunque inferiore ai due terzi del totale).»

«Purtroppo su questi aspetti, fondamentali per poter considerare questa proposta una riforma di legge elettorale, non si sono trovate convergenze e quindi sono state emendate già in Commissione consiliare - ha aggiunto Lavevaz -. Già nella proposta iniziale, tuttavia, era evidenziata l'esigenza, altrettanto stringente, di favorire una più ampia presenza del genere meno rappresentato all'interno del Consiglio Valle, aspetto che ha trovato una convergenza all'interno della maggioranza attuale. La nostra proposta di legge introduce quindi la possibilità di esprimere fino a 3 preferenze con l'aggiunta che, nel caso di espressione di tre preferenze, almeno una deve riguardare candidati di genere diverso, pena l'annullamento dell'ultima preferenza. Questa formulazione riprende quanto già previsto per l'elezione dei consigli comunali, garantendo uniformità nelle procedure e chiarezza per l'elettore: un aspetto non secondario, in particolare nel caso di concomitanza fra elezioni regionali e comunali, come sarà in autunno. La sua applicazione nelle ultime elezioni comunali ha permesso un deciso miglioramento dell'equilibrio di genere nei Consigli. Un primo passo, non la soluzione definitiva di un problema che nel nostro paese in particolare, richiede probabilmente un cambiamento culturale di fondo.»

Relazione d'Aula gruppo PCP

La Consigliera Chiara Minelli, nell'illustrare la proposta di legge del gruppo Progetto Civico Progressista, ha ricordato che «è stata presentata nella prima parte della Legislatura, in linea con il programma PCP e con tempi adeguati per una riforma incisiva del sistema elettorale regionale. Questo obiettivo era centrale anche nel Programma di Legislatura del Governo Lavevaz e nei programmi elettorali del 2020. L'impianto mira a rispondere alla necessità - per noi imprescindibile - di garantire stabilità di governo, evitando le crisi e le incertezze che hanno compromesso l’Amministrazione regionale negli ultimi anni. Troppo spesso non è stata rispettata la volontà degli elettori, con orientamenti e alleanze che sono stati stravolti nel corso delle Legislature. Anche in quella attuale, abbiamo assistito ad un cambio di rotta oltre che di nocchiero. Un'altra esigenza fondamentale è l’equilibrio di genere, come previsto dalla Costituzione e dallo Statuto speciale: il sistema attuale non garantisce parità tra uomini e donne né prevede la presenza di entrambi i generi in Giunta. La doppia preferenza di genere, già adottata in tutte le Regioni italiane tranne Sicilia, Friuli Venezia Giulia e chez nous, è quindi indispensabile. Infine, l'attuale sistema elettorale è poco democratico: con una soglia di sbarramento del 5,7% e l’obbligo di raccogliere 900 firme per le liste non rappresentate in Consiglio, si ostacola la partecipazione di nuove forze politiche. La nostra è quindi una proposta di riforma organica, su cui è stata presentata una richiesta di referendum consultivo da parte di 3363 elettori (che è stata respinta dal Consiglio), a dimostrazione dell'interesse della comunità valdostana per la tematica, ma che non ha ricevuto, e non riceverà, risposte adeguate.»

«I punti essenziali della proposta sono - ha proseguito -: elezione diretta del Presidente della Regione e della maggioranza collegata con vittoria al primo turno con almeno il 40% dei voti; in caso contrario, ballottaggio tra i due candidati più votati; la lista o coalizione vincente ottiene almeno 21 seggi e al massimo 24 seggi; 11 seggi riservati alle minoranze per garantirne la rappresentanza; la mozione di sfiducia al Presidente della Regione comporta decadenza, scioglimento del Consiglio e nuove elezioni; limite di due mandati per il Presidente, che non può ricandidarsi nemmeno come Consigliere; Giunta limitata a un massimo di sette componenti (Presidente + sei Assessori); soglia di sbarramento ridotta al 4% (attualmente 5,7%); numero minimo di firme per presentare una lista ridotto a 300 (attualmente 900); doppia preferenza di genere introdotta senza ambiguità; per i candidati in lista, ogni genere deve rappresentare almeno il 40% (attualmente 35%); obbligo di presenza di entrambi i generi in Giunta (attualmente non previsto); età minima per l’elettorato passivo abbassata a 18 anni (attualmente 21); spoglio delle schede centralizzato.»

Gruppi Lega VdA e FI

Il Consigliere Paolo Sammaritani (Lega VdA) ha dettagliato i contenuti della proposta di legge depositata dai gruppi Lega Vallée d'Aoste e Forza Italia: «L'attuale legislazione elettorale regionale è ridondante, a tratti contraddittoria e priva di un disegno unitario: scopo della nostra proposta è proprio quello di riportare a coerenza il sistema elettorale valdostano e la forma di governo. Per rendere più trasparente il procedimento di elezione del Presidente della Regione da parte del Consiglio Valle, il testo prevede che il gruppo consiliare con il maggior numero di seggi dovrà designare il proprio capolista come candidato alla Presidenza, con la possibilità di nominare un altro candidato se il capolista non è eletto. In tal modo, si bilancia la necessità di tenere in maggiore considerazione la volontà degli elettori con il potere statutario del Consiglio, in primis del gruppo consiliare di maggioranza relativa, di scegliere un candidato alla Presidenza. Per dare maggiore stabilità al governo regionale, la mozione di sfiducia costruttiva viene eliminata: se il Presidente viene sfiduciato, il Consiglio si scioglie e si va a nuove elezioni.»

«Per l'elezione del Consiglio Valle - ha aggiunto -, sono individuati alcuni dispositivi idonei a contrastare la frammentazione elettorale e favorire la semplificazione. La soglia di sbarramento viene abbassata al 4% e allo stesso tempo si introducono delle disposizioni di favore per i gruppi di liste. Questi devono ottenere almeno il 9% dei voti per partecipare al riparto dei seggi e al loro interno partecipano al riparto anche le liste che abbiano ottenuto almeno il 3% dei voti. In questo modo, si enfatizza la necessità di non disperdere tutti gli sforzi elettorali compiuti da liste minori che abbiano scelto di entrare a far parte di una coalizione. Inoltre, vengono introdotti premi di maggioranza per i gruppi che ottengono il 35% (19 seggi) e il 40% (21 seggi) dei voti. Per garantire il pluralismo politico, si riduce a 500 il numero minimo di firme per la presentazione di una lista nuova e si prevede che le liste corrispondenti a gruppi parlamentari siano esentate dalla raccolta firme. Gli elettori possono esprimere fino a cinque preferenze, anziché una sola, ampliando così il diritto del cittadino di scegliere i propri rappresentanti.»

Il Consigliere Sammaritani ha quindi annunciato il ritiro della proposta e che il gruppo Lega VdA non parteciperà alla discussione: «La tanto annunciata riforma elettorale della maggioranza si è risolta in un cambio sul numero delle preferenze. Non c'è mai stato un vero confronto tra maggioranza e opposizione su una materia così delicata. La maggioranza, ha presentato una legge organica per poi ripulirla completamente dai contenuti essenziali, partorendo il proverbiale "ridicolo topolino". Oggi, fuori tempo massimo, mette indietro l'orologio di sette anni ritornando alle tre preferenze per accontentare la sinistra che, a suo tempo, le volle cancellare per evitare i problemi di cordate e di accordi sotterranei. Il testo in discussione oggi non dice niente sulla governabilità di una Regione che ha le Giunte più ballerine d'Italia. Siamo di fronte all'ennesima riforma mancata. Tra pochi mesi gli elettori valdostani potranno dire se si accontentano di questa situazione o se sono stanchi delle vuote promesse elettorali. Annuncio quindi il ritiro della nostra firma dalla proposta presentata insieme a Forza Italia. Il nostro gruppo si riserva di contrastare l'azione della maggioranza con l'eventuale richiesta di referendum.»

«Per Forza Italia la riforma elettorale è stata sempre al centro delle sue priorità: la prima - ha esordito il Capogruppo Pierluigi Marquis -. L'elezione diretta del Presidente della Regione per noi è la chiave di volta della riforma. Non avendo i numeri in Aula per perseguire l’obiettivo, a seguito di mediazione con le forze del centro destra, abbiamo presentato la proposta di legge n. 118 quale sintesi tra le varie sensibilità politiche. All'interno della prima Commissione il lavoro è stato arduo e poco proficuo: il dossier elettorale è stato quindi spostato all'attenzione del tavolo politico. Chi governa la Regione dovrebbe avere una maggiore responsabilità e aprire al confronto, al dibattito, alla mediazione e invece il tema è stato lasciato, di fatto, dormiente per essere tirato fuori dal cilindro in fretta e furia all'ultimo minuto, stravolgendo alcuni principi cardine su cui si sarebbe dovuta basare la tanto annunciata riforma elettorale. La proposta della maggioranza è rinunciataria e confusa rispetto alle condivisioni politiche originarie sulle finalità da perseguire.  Nel 2020 la preferenza unica è stata imposta dalla sinistra come soluzione a tutti i mali e oggi, invece, quella stessa sinistra ha cambiato idea appoggiando le tre preferenze. È evidente il fallimento politico del Governo che dopo pochi anni dalla predisposizione del progetto di legge ne abroga i suoi contenuti fondamentali. Non essendoci la possibilità di discutere con successo la proposta di legge n. 118 che, invece, è articolata e organica, ci sentiamo costretti a ritirare la firma dalla stessa. E, non intendiamo neanche continuare prendere parte al proseguo della discussione su una proposta di legge che ha abdicato sulla governabilità.»

Il Vicecapogruppo di FI, Mauro Baccega, ha ricordato che «dal 2021 ho sollecitato la maggioranza ad avviare l'iter di modifica legislativa per rendere più democratico il percorso elettorale a cui è seguito un silenzio totale. Nel 2022, il gruppo Forza Italia ha deciso di presentare una legge finalizzata a portare stabilità di governo visto anche il momento storico contraddistinto da vari cambi di maggioranza. Successivamente, abbiamo deciso di ampliare il nostro percorso e abbiamo condiviso un nuovo progetto con il gruppo Lega Valle d'Aosta che è una sintesi delle varie visioni politiche.»

Gruppo Rassemblement Valdôtain

Il Capogruppo Stefano Aggravi ha riferito che «l'obiettivo della nostra proposta non era certo quello di avere l'ambizione di costituire "La" riforma della vigente legge elettorale, bensì tentare di sbloccare una impasse alla quale sembra ormai condannata questa Legislatura. Alcuni elementi non sono di novità rispetto agli altri testi di legge in discussione, mentre altri si pongono nel mezzo di altre proposte.»

Il Consigliere ha poi annunciato il ritiro della proposta di legge rappresentando che «ad agosto 2024, in un incontro al quale parteciparono i segretari e presidenti delle forze di maggioranza, si era trovato un accordo di massima sulle preferenze di cui una di genere e sull'ottimizzazione delle soglie di sbarramento, che poi venne meno da un confronto tutto interno all'UV. Le interlocuzioni sono poi riprese in una nuova fase, al termine della quale come RV abbiamo consegnato un documento politico alle forze di maggioranza, sul quale non abbiamo mai ricevuto risposta. Vi sono poi stati incontri successivi estemporanei, che non hanno portato nulla di nuovo. Oggi, le proposte in discussione non possono essere rappresentate come "riforme" elettorali, le regole del gioco vanno sempre scritte a più ampia maggioranza possibile e per tempo. Il tempo è davvero scaduto, poco altro da dire. In conseguenza, abbiamo nostro malgrado dovuto prendere atto del fatto che non si sia voluto fare un discorso di insieme tra proposte di legge elettorali e disegno di legge sull’election day - intervento che di fatto completa quelle che saranno le regole del gioco del 2025 - e sempre nostro malgrado abbiamo dovuto prendere atto che la nostra proposta non fosse di interesse. Prendiamo dunque atto, senza la presunzione di essere stati esaustivi in questo nostro ragionamento - chiamiamolo così - di quanto avvenuto sino ad oggi ed in tal senso quale ultimo atto di questa nostra proposta di legge ne annunciamo il ritiro proprio perché il suo obiettivo è venuto meno. Spiace essere arrivati a questo punto, ma così è.»

La proposta prevedeva: introduzione della facoltà di esprimere fino a quattro preferenze, di cui almeno una deve riguardare candidati di genere diverso, pena l'annullamento della terza preferenza; abbassamento dell'età minima per diventare consigliere a 18 anni; obbligo di indicare nel programma elettorale i criteri per la scelta del Presidente della Regione; soglia di sbarramento al 4,5% per le liste e al 9% per i gruppi di liste, purché almeno una lista del gruppo raggiunga il 4,5%: le liste sotto questa soglia non accedono ai seggi ma contribuiscono al totale del gruppo, evitando così la dispersione dei voti delle formazioni minori che si coalizzano; elezione del Presidente della Regione e degli Assessori per appello nominale a maggioranza assoluta, eliminando il voto segreto.

I lavori sono sospesi e riprendono alle ore 15.

SC-LT

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Comunicato n° 121 del 27 febbraio 2025
Approvata la reintroduzione delle tre preferenze e della rappresentanza di genere per l'elezione del Consiglio Valle

 

Nella seduta pomeridiana del 27 febbraio 2025, dopo un ampio dibattito, l'Assemblea ha approvato - con 19 voti a favore (UV, FP-PD, PlA, SA), 2 voti contrari (PCP) e 5 astensioni (RV) -, una proposta di legge per la reintroduzione delle tre preferenze e della rappresentanza di genere all'interno della norma per l'elezione del Consiglio Valle. I gruppi Lega VdA e FI non hanno partecipato al voto.

Il testo, presentato dal gruppo Union Valdôtaine il 14 luglio 2023 e poi emendato in prima Commissione e in Aula, prevede il superamento della preferenza unica con la reintroduzione di tre preferenze secondo il sistema già adottato per le elezioni comunali: nel caso di espressione di tre preferenze, almeno una deve riguardare candidati di genere diverso, pena l'annullamento dell'ultima preferenza.

Sul testo è stato respinto un emendamento del gruppo RV riguardante la soglia di sbarramento.

L'Assemblea ha anche approvato un ordine del giorno depositato in Aula dai Capigruppo di maggioranza, che impegna il Consiglio regionale e la prima Commissione ad elaborare una specifica proposta di legge finalizzata a garantire la presenza di entrambi i generi all'interno della Giunta regionale. Il testo ha ottenuto 19 voti a favore (UV, FP-PD, PlA, SA), 2 voti contrari (PCP) e 5 astensioni (RV).

La proposta di legge - prevista dall'articolo 15 dello Statuto speciale - sarà ora pubblicata a fini notiziali sul Bollettino ufficiale della Regione per tre mesi durante i quali potrà essere avanzata richiesta di referendum confermativo da un cinquantesimo degli elettori della regione o un quinto dei componenti il Consiglio della Valle.

L'Aula ha respinto - con 18 voti contrari (UV, FP-PD, PlA, SA), 7 astensioni (RV, Bertin e Erika Guichardaz) e 1 voto a favore (Minelli), una proposta di legge in materia di elezioni regionali del gruppo PCP. I gruppi Lega VdA e FI non hanno partecipato al voto.

I testi di legge dei gruppi Lega VdA, Forza Italia e Rassemblement Valdôtain sono stati ritirati dai proponenti dopo l'illustrazione.

Il dibattito in Aula

«Questa legge arriva con considerevole ritardo, dopo un lungo e travagliato percorso che ha visto tutte le forze politiche esprimersi sulla necessità di una riforma elettorale senza però riuscire a concretizzare una proposta, essendosi poi arenate su idee e posizioni contrastanti - ha affermato il Capogruppo di PlA, Aldo Di Marco -. Non abbiamo presentato una nostra proposta ma abbiamo valutato in maniera accurata quelle presentate che hanno tutte contenuti condivisibili e non. Il testo predisposto dalla Commissione, di cui siamo firmatari, è quello che vogliamo sostenere. La politica è l'arte del compromesso finalizzato ad assumere decisioni a favore della comunità e questa norma, se non rispecchia il punto di vista di nessuno, rispecchia, seppur in modo parziale, quello di tutti. Un testo che non si può attribuire solo a una forza politica ma a tutte le quelle che si sono impegnate per la sua stesura. Siamo soddisfatti di aver contribuito a una legge che, ci auguriamo, possa trovare il favore di altre forze politiche e, allo stesso tempo, insoddisfatti perché mancano all'appello altri interventi, ad esempio sulle soglie di sbarramento, ma questa è la migliore alternativa che è possibile adottare oggi, consentendo ai valdostani di andare a votare con una nuova modalità migliorativa rispetto a quella precedente.»

Il Capogruppo di FP-PD, Paolo Cretier, ha evidenziato che «l'ambizione di tutti i partiti e movimenti era di fare una riforma sostanziale, ma è rimasto un sogno nel cassetto. Come gruppo FP-PD avevamo fatto una proposta ambiziosa e legata a temi che sentiamo nostri, come quello della doppia preferenza di genere e la presenza di entrambi i generi in Giunta: una proposta che voleva essere un punto di partenza, consapevoli che sarebbe stato difficile mettere insieme tutte le richieste dei gruppi. Senza remore l'abbiamo poi ritirata, convinti come siamo che in quest'Aula ci si debba confrontare per cercare, anche in modo estenuante, dei punti di contatto, perché le riforme non sono un patrimonio di qualcuno, ma di tutti e dei valdostani. Una ampia condivisione è un segnale di democrazia, di responsabilità: in questi momenti bisogna compattarsi e federarsi in una forma consiliare inusuale perché, come nel passato, gli obiettivi si raggiungono assieme, nella diversità politica ma, nel momento di necessità, si uniscono le forze. Oggi, dobbiamo dimostrare a tutti che possiamo superare le difficoltà per chiudere un accordo politico migliorativo e convergere su un primo risultato tangibile e qualificato. Minimale, ma un passo avanti, portando a casa la preferenza di genere che oggi manca: è questo un segno di civiltà che è necessario nella nostra cultura politica e sociale. Le persone intelligenti si confrontano, rispettando anche l'avversario politico. Non vorrei che finisse come quel gruppo di persone o politici attorno al tavolo che si passano un cubetto di ghiaccio, alla fine tutti hanno le mani bagnate ma il cubetto è sciolto e sparito. Ecco, io non vorrei che finisse così. Ci bagniamo le mani con l'Autonomia e poi rinviamo tutto.»

Il Capogruppo dell'UV, Aurelio Marguerettaz, si è detto dispiaciuto per l'assenza in Aula di alcuni gruppi consiliari del centro destra «perché il dibattito e il confronto civile sono il sale della democrazia» e, entrando nel merito dei testi in discussione, ha affrontato la questione dell'elezione diretta del Presidente della Regione. «In una Regione come la nostra, in cui il Presidente ha un potere decisamente più importante rispetto a qualsiasi altro potere, con l'elezione diretta e tutte le attribuzioni riconosciutegli di conseguenza, rischia di diventare un intoccabile. La Costituzione sottolinea l'importanza della presenza di un sistema di "pesi e contrappesi" che, con l'elezione diretta, verrebbero meno. Il tema per noi non è un tabu ma bisogna creare dei contrappesi che tutelino il corretto andamento democratico. Credo poi che si debba fare chiarezza sull'asserita mancanza di governabilità della nostra Regione. Ci sono stati dei cambiamenti nella composizione della Giunta, certo, ma non sono solo le persone a incarnare la stabilità, ci sono anche i partiti e i ruoli che sono chiamati a ricoprire. In questa Legislatura abbiamo avuto la Presidenza Lavevaz e la Presidenza Testolin che appartengono allo stesso partito. Possiamo parlare di un ribaltone? Non direi. La nostra legge non ha la pretesa di essere una riforma ma introduce dei cambiamenti come l'innalzamento delle preferenze. Il superamento della preferenza unica è l'unico dato che sostanzialmente era presente anche in tutti gli altri testi di legge. Non trovo quindi dei motivi per non votare questa proposta e trovo stravagante la scelta di non farlo.»

Il Consigliere Antonino Malacrinò (FP-PD) ha dichiarato: «Dal 2022 in poi, le diverse forze politiche hanno depositato varie proposte di legge: con l'obiettivo di trovare una condivisone, siamo partiti da quello che poteva unire, ossia dal superamento della preferenza unica. Oggi, ci troviamo con un testo che introduce nuovamente le tre preferenze di cui una di genere. Nei Consigli comunali, questa introduzione ha prodotto un'importante evoluzione, che sembrava potesse produrre effetti positivi anche sul Consiglio regionale, visto che alla fine della scorsa Legislatura le donne in Consiglio erano dieci. L'introduzione della preferenza unica, votata in un momento particolare della storia valdostana, sembra aver danneggiato la rappresentanza di genere. Non credo quindi che si possa rinunciare al superamento della preferenza unica, anche se i profili di rischio legati all'annunciato referendum sono alti. A volte, per fare dei passi avanti è necessario fare qualche passo indietro: in questo caso, spero che sia per prendere la rincorsa e velocizzare il processo di riequilibrio dei generi rappresentati. Un passo che, per qualcuno, è sotto il minimo sindacale, ma che, per altri, è un grande momento di verità.»

Il Consigliere Andrea Padovani (FP-PD) si è detto «spiaciuto per quest'Aula semivuota e non capisco l'uscita dei gruppi della destra che, dopo aver sollecitato la maggioranza a dare conto delle scelte fatte, oggi non sono qui ad ascoltare le nostre risposte. Ho sempre ritenuto che l'elezione diretta Presidente della Giunta fosse sbagliata e pericolosa perché concentra tutto il potere nelle mani di una sola persona. La stabilità di governo è una via percorribile anche se sicuramente difficile: bisogna riuscire a mettere insieme delle forze che abbiano il 42% dei consensi e, per fare questo, è necessario saper intercettare i bisogni della popolazione e trasformarli in un programma di governo. Avevamo presentato una proposta di legge diversa da quella attuale, che poi abbiamo ritirato. Per noi l'obiettivo era trovare una soluzione condivisa e, a volte, serve fare due passi indietro per provare tutti a farne uno in avanti. Oggi abbiamo la possibilità di fare questo passo in avanti sicuramente per quanto riguarda la presenza di genere nel Consiglio e sarà bene intervenire per affrontare la questione della rappresentanza di genere anche in Giunta. Quando ci sono dei disequilibri la politica deve applicare dei correttivi ma per cancellare le disuguaglianze bisogna iniziare a lavorare anche all'interno dei partiti e nella società.»

L'Assessore Luciano Caveri (UV), nell'evidenziare che la tematica elettorale è sempre stata un rovello nella storia valdostana, ha ricordato i vari sistemi adottati nelle 17 Legislature del Consiglio Valle: «La vera rivoluzione risale al 1989, quando una modifica costituzionale diede alla nostra Regione la competenza elettorale, e la prima legge venne applicata per la prima volta nel 1993. Con la legge costituzionale n. 2/2001, che ha modificato il nostro Statuto, oggi abbiamo una possibilità piuttosto ampia su tutta la forma di governo: la Valle d'Aosta non ha l'elezione diretta come prima opzione per scelta che riuscii ad imporre alla Camera e sono profondamente convinto di questa decisione. Oggi siamo di fronte a una necessità che deriva dall'ultima legge elettorale, che ha introdotto la preferenza unica, limitando così la possibilità di scelta degli elettori. È quindi positivo che il cittadino possa tornare ad essere dominus. In quest'Aula abbiamo assistito a un piccolo Aventino valdostano, che però non porta a grandi risultati. Anche se certe riforme dovrebbero avere un respiro più ampio, se non c'è chi lo alimenta, quel respiro non può esserci.»

«Le preferenze sono come la pizza e il mandolino: una tipicità italiana che non esiste nelle altre democrazie europee, se non in rari casi - ha commentato il Presidente del Consiglio Alberto Bertin (FP-PD) -. La precedente legge elettorale, che conteneva la preferenza unica, è stata il frutto di un preciso periodo storico che ha portato a una convergenza molto ampia e trasversale alle varie forze politiche. Nel 2019 il testo è stato approvato a larga maggioranza, votato anche dalle forze politiche che oggi forse non più memori, avversano la loro stessa scelta. Con il mutare dei tempi, cambiano anche le leggi. Ci è stata rappresentata da più parti la difficoltà oggettiva di fare le liste elettorali, e la preferenza unica in caso di election day è un ostacolo a trovare candidati; la rappresentanza di genere oggi assume una valenza diversa rispetto al passato. A chi lamenta la mancanza della governabilità ricordo che le leggi elettorali non determinano la stabilità, al limite la possono favorire. Questo testo è ciò che il Consiglio è riuscito ad esprimere in questa legislatura. Nessuno ne è entusiasta, neanche io, ma questa è realisticamente la situazione.»

La Capogruppo di PCP, Erika Guichardaz, ha parlato di «dibattito surreale e di brutta pagina della politica. Le leggi elettorali normalmente vengono discusse tra le forze politiche e si cercano di condividere anche con le minoranze e le forze presenti fuori da questo Consiglio regionale, per avere il più ampio consenso possibile, ma la solita arroganza della maggioranza ha impedito tutto questo. Valle d'Aosta Aperta, che io oggi rappresento in questo Consiglio, era stata invitata nell'ottobre scorso per una discussione con le forze di maggioranza e aveva evidenziato l'importanza della doppia preferenza di genere o al massimo la tripla con l'alternanza. Ricordo che gli accordi preelettorali erano stati sottoscritti tra tre forze politiche che componevano PCP, dove alla fine ne sono rimaste solo due. Oggi, coerentemente con quanto mi chiede Valle d'Aosta Aperta non voterò la proposta di legge che avevamo presentato ad aprile perché aveva lo scopo di far esprimere i cittadini: era stata depositata perché si voleva un referendum. Mi spiace che non sia stata data quella possibilità ai cittadini perché secondo me poteva anche stupirci l'esito.»

La Consigliera Chiara Minelli (PCP), intervenendo sul testo di legge dell'UV, ha commentato: «Si tratta di una proposta sulla quale si è fatto un ampio uso del bianchetto, una proposta inadeguata e irrispettosa delle norme di legge stesse legate agli strumenti di partecipazione popolare. La maggioranza si è infilata in un pasticcio istituzionale indecoroso, con un atteggiamento che contrasta con le procedure democratiche, quando c'era tutto il tempo per fare una vera riforma, affrontando il tema con serietà e responsabilità. Avevamo una occasione preziosa per fare una riforma organica, per metterci al passo con le altre Regioni sull'aspetto della rappresentanza di genere, che abbiamo sicuramente sprecato. La proposta non è condivisibile né nel contenuto, né nei tempi, né nelle modalità con cui è stata portata avanti. Esprimo un giudizio fortemente negativo: il Consiglio non ha assolto, colpevolmente, al suo compito. Sulla nostra proposta di legge, invece, che ho sostenuto convintamente, ribadisco che la voterò in coerenza con tutto il percorso fatto, con il programma elettorale e con quanto abbiamo proposto ai cittadini durante la campagna di raccolta firme per il referendum che il Consiglio ha impedito. Con la serena e piena consapevolezza di aver tenuto fede agli impegni e di non aver cambiato le carte in tavola in nessun momento.»

SC-LT

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Comunicato n° 122 del 27 febbraio 2025
Question time sull'aumento delle tariffe per i rifiuti solidi urbani

 

Con una interrogazione a risposta immediata presentata dal gruppo Rassemblement Valdôtain nella seduta consiliare del 27 febbraio 2025 è stata portata all'attenzione dell'Aula la questione dell'aumento delle tariffe per lo smaltimento dei rifiuti urbani.

«L'Assessore ha dichiarato che le tariffe hanno subìto un piccolo ritocco dovuto all'adeguamento Istat, ma che sono in linea col passato: le notizie stampa ci parlano invece di un pesante rincaro dei prezzi - ha segnalato il Capogruppo Stefano Aggravi -. Vorremmo che ci fosse chiarita l'incidenza delle tariffe da applicare ai sub-Ato (sotto Ambiti territoriali ottimali) per il conferimento dei rifiuti urbani al centro regionale di trattamento di Brissogne rispetto alla quantificazione finale della Tari a carico di cittadini, famiglie e imprese.»

L'Assessore al territorio, Davide Sapinet, ha risposto che «l’incidenza finale delle tariffe di conferimento presso l’impianto regionale di Brissogne risulta essere circa del 25% per il 2023, (ultimo anno con dati e informazioni certi), calcolata tenuto conto del costo annuo pro-capite per le attività di raccolta e trasporto rifiuti indifferenziati e differenziati, per le attività di trattamento, smaltimento e recupero dei rifiuti urbani e delle operazioni per il conferimento delle frazioni della raccolta differenziata alle piattaforme o agli impianti di trattamento; della componente dei costi operativi per l’attività di spazzamento e di lavaggio. Si stima, sebbene i dati non siano ancora stati definitivamente inviati a Ispra, che l’incidenza nei prossimi anni non si discosterà molto da tale valore

«Tra il 2023 e il 2024, sia i costi di conferimento dei sub-Ato in discarica avevano subìto aumenti più significativi, sia le Unités avevano rinnovato o avviato importanti modifiche agli appalti di raccolta e trasporto rispetto agli anni precedenti. Mentre tra il 2024 e il 2025, non solo la tariffa di conferimento in discarica è sostanzialmente stabile ma anche i cambiamenti rispetto agli appalti delle Unités sono meno significativi, possiamo quindi confidare in una Tari più stabile. I sub-Ato stanno operando in modo sistematico, anche grazie ai gestori del servizio di raccolta e trasporto, a migliorare la qualità e la quantità delle percentuali di raccolta dei rifiuti differenziati. Queste modalità operative permetteranno nei prossimi anni di contenere gli aumenti dei costi generali, costi che anche l’Amministrazione, per quanto di competenza (tariffe gestione Centro) sta indubbiamente contribuendo a contenere. Grazie inoltre all’applicazione della tariffazione differenziata (premialità e penalità) si potrà garantire a chi opera correttamente un ulteriore contenimento dei costi e di conseguenza un generale contenimento della Tari.»

Il Capogruppo Aggravi ha replicato: «Il dato del 2023 è significativo e ci permette di comprendere l'incidenza sui costi per il conferimento a Brissogne che è del 25%. Faremo ulteriori iniziative per approfondire meglio la tematica, indagando anche quel 75% che manca

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Comunicato n° 123 del 27 febbraio 2025
Question time sulla tutela dei livelli occupazionali della Società di Servizi

 

Con una interrogazione a risposta immediata presentata dal gruppo Lega Vallée d'Aoste nella seduta consiliare del 27 febbraio 2025 è stata trattata la questione dei livelli occupazionali della Società di Servizi.

«Lo studio sulla costituzione di un nuovo ente strumentale regionale per la gestione dei servizi alla persona, presentato in quinta Commissione il 18 febbraio che prevede la creazione di un nuovo ente strumentale, proponeva che il personale dell'attuale Società di Servizi non transitasse automaticamente in questa nuova società ma dovesse sostenere una nuova selezione aperta anche all'esterno - ha evidenziato il Capogruppo Andrea Manfrin -. Il rischio è che il personale che lavora da anni per quei servizi, e che ha affinato la propria formazione, venga persa per sempre, con conseguente danno per i servizi sociali e anche per chi si troverà senza lavoro. Quali strumenti ha previsto il Governo per tutelare i livelli occupazionali del personale della Società di Servizi che, se non riuscisse a superare la selezione, potrebbe perdere il proprio posto di lavoro?»

L'Assessore alle politiche sociali, Carlo Marzi, ha riferito che «il 18 febbraio, dopo aver illustrato alla Commissione lo studio, lo abbiamo condiviso con le organizzazioni sindacali. Lo studio presentato è stato redatto dalla società incaricata con l’obiettivo di definire un nuovo modello organizzativo per il superamento della gestione diretta di servizi da parte della Regione e per la costituzione di un ente strumentale regionale per la gestione dei servizi sociali e socio assistenziali. La scelta di costituire un ente pubblico economico che applica il contratto pubblico regionale per i propri dipendenti è stata effettuata proprio per salvaguardare - e se possibile potenziare - l’attuale livello occupazionale garantito dalla Società di Servizi. Infatti, questa tipologia di ente prevede le procedure più snelle e legittime di selezione per ricoprire potenzialmente tutte le posizioni attualmente occupate presso la Società di Servizi, e dall’altro di garantire un trattamento economico e giuridico equiparabile a quello dei dipendenti pubblici.»

«Potendo applicare all’ente pubblico economico un contratto più flessibile - ha proseguito - è possibile inoltre valorizzare e incentivare maggiormente le figure professionali difficili da reperire e che sono soggette a marcato e continuo turnover nell’organizzazione del lavoro, consentendo quindi di meglio far fronte alla nota carenza delle figure di assistenti sociali ed educatori. Abbiamo strutturato un modello - in corso di valutazione - per migliorare la situazione dei lavoratori della Società di Servizi da tutti i punti di vista: garanzie, redditi, stabilità, prospettive di crescita, formazione e professionalità, premialità. Non vogliamo lasciare nessuno né indietro né solo.»

«L'Assessore ha enucleato numerose certezze, sulle quali dubitiamo molto, visto che la selezione non è nemmeno ancora stata messa in campo - ha replicato il Capogruppo Manfrin - Siamo molto preoccupati e continueremo a monitorare la tematica perché riteniamo fondamentale tutelare i posti di lavoro e il servizio sociale della nostra regione.»

SC

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Comunicato n° 124 del 27 febbraio 2025
Question time sulla realizzazione di un nuovo ente strumentale di servizi alla persona

 

In chiusura dei lavori del Consiglio del 26 e 27 febbraio 2025, con una interrogazione a risposta immediata presentata dal gruppo Progetto Civico Progressista, si è parlato della realizzazione di un nuovo ente strumentale di servizi alla persona.

«Durante una seduta della quinta Commissione, l'Assessore Marzi ha annunciato la volontà politica di addivenire prima della fine della Legislatura a gettare le basi per la creazione di un ente strumentale regionale per la gestione dei servizi alla persona - ha detto la Capogruppo Erika Guichardaz -. Con questo question time chiediamo al Governo di confermare quanto riferitoci il 18 febbraio scorso.»

L'Assessore alle politiche sociali, Carlo Marzi, ha comunicato che «il Governo ha intenzione di predisporre un disegno di legge con tre finalità specifiche: portare la politica valdostana a fare programmazione e non gestione dei servizi resi alle persone; proporre una soluzione comune tra Regione e Enti locali per affrontare i problemi gestionali che stiamo incontrando per il reclutamento, la gestione e la valorizzazione del personale; superare la questione che attanaglia i dipendenti della Società di Servizi che svolgono lo stesso lavoro di alcuni loro colleghi ma non hanno gli stessi emolumenti, le stesse garanzie e le stesse prospettive professionali. Abbiamo predisposto una proposta che potrà diventare un disegno di legge, se le altre parti in causa vorranno proporre soluzioni per arricchire quanto illustrato perché, al momento, quanto presentato è la migliore sintesi a necessità diverse tra loro

«Al momento ci sono state presentate solo delle slides e non l'intero studio che forse potrà dipanare i tanti dubbi che abbiamo già espresso in Commissione - ha rilevato la Capogruppo Guichardaz -. Condividiamo però le criticità espresse dai sindacati, ed in particolare dalla Uil, che speriamo vengano fugate una volta approfondita la questione con l'analisi della documentazione.»

Il Consiglio si riunirà nuovamente mercoledì 12 e giovedì 13 marzo.

LT

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