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Riunione del Consiglio regionale dell'11 e 12 gennaio 2023

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Comunicato n° 2 del 4 gennaio 2023
Adunanza del Consiglio regionale

Il Consiglio Valle è convocato in via ordinaria mercoledì 11 e giovedì 12 gennaio 2023, a partire dalle ore 9, per discutere un ordine del giorno composto di 53 oggetti.

L'Aula, a seguito degli approfondimenti condotti nella prima Commissione, sarà chiamata a deliberare in merito all'effettuazione del referendum consultivo di iniziativa popolare sulla proposta di legge n. 58 riguardante norme per l'elezione del Consiglio regionale della Valle d'Aosta e ad approvare il relativo quesito da rivolgere agli elettori dei Comuni della Regione.

I Consiglieri procederanno poi ad approvare la Strategia regionale di sviluppo sostenibile della Valle d'Aosta 2030 integrata con il Quadro strategico regionale e la proposta di complemento regionale per lo sviluppo rurale del piano strategico della PAC 2023-2027 della Regione.

Per quanto riguarda l'attività ispettiva, sono state depositate dodici interrogazioni di cui due del gruppo Forza Italia: interventi presso la caserma dei Vigili del fuoco di Aosta e previsione di un distaccamento nel nuovo aeroporto regionale; adempimento di Trenitalia degli obblighi previsti dal contratto di servizio per la gestione della tratta ferroviaria regionale.

Il gruppo Lega Vallée d'Aoste ha depositato sette interrogazioni: individuazione di una sede alternativa per l'Ufficio esecuzioni penali esterne di Aosta; verifica di segnalazioni di problemi tecnici agli autobus di linea nella cintura di Aosta; politica regionale di sviluppo della produzione di idrogeno; stato di avanzamento degli interventi di riqualificazione della piscina di Pré-Saint-Didier; interlocuzioni con ANAS per un aggiornamento del piano di interventi da eseguire nella zona del comune di Pré-Saint-Didier interessata dalla frana del 25 dicembre scorso; messa in sicurezza del tratto stradale nel comune di Pré-Saint-Didier colpito dalla frana; interlocuzioni con il Comune di Aosta sulla soppressione del vincolo urbanistico relativo all'edificio sede dell'ex Centrale del latte.

Con un'interrogazione, il gruppo Pour l'Autonomie chiede notizie sulla nomina del coordinatore del GAL Valle d'Aosta.

Sono due le interrogazioni presentate dal gruppo Progetto Civico Progressista: destinazione delle derrate alimentari acquistate per i partecipanti alla Coppa del mondo di sci a seguito dell'annullamento della gara; contratto preliminare di acquisto da parte di CVA di una società specializzata nella gestione di impianti fotovoltaici.

Delle venticinque interpellanze depositate, cinque sono del gruppo Forza Italia: crisi nel settore della ristorazione collettiva e iniziative per garantire qualità e quantità dei cibi somministrati; "Servizio di progetto di ricerca-intervento per la riorganizzazione dell'Amministrazione regionale" della SDA Bocconi School of Management; comunicazione turistica e sportiva della Regione e lancio pubblicitario della campagna invernale 2022-2023; fondo di rotazione regionale istituito presso Finaosta per la concessione di mutui agevolati per la prima abitazione e tempistiche di definizione delle domande; revisione della legge regionale in materia di interventi economici di sostegno e promozione sociale.

Il gruppo Lega Vallée d'Aoste illustrerà quindici interpellanze: inquadramento lavorativo degli operatori di sostegno dipendenti della Società di servizi Valle d'Aosta; esclusione degli ovocaprini non in lattazione dal contributo straordinario a fondo perduto alle imprese agricole per fronteggiare il caro prezzi; azioni per la valorizzazione del riconoscimento alla Valle d'Aosta da parte di ACES Europe del titolo di Regione europea dello sport 2023; incentivazione delle formule pet-friendly delle strutture ricettive e di ristorazione; strategie per riportare il Tour de France nella regione; interlocuzioni con RAV e gli altri soggetti interessati per evitare le chiusure del tratto autostradale Morgex/Courmayeur; posizionamento di una fermata per autobus più vicina alla sede universitaria di località Grand Chemin per offrire maggiore sicurezza agli studenti frequentanti; ripristino del tratto di SS 26 nel comune di Pré-Saint-Didier danneggiato dalla frana del 25 dicembre scorso; progettazione e risorse economiche per la ristrutturazione della sede dell'Istituto Manzetti di Aosta; interlocuzioni con il Comune di Aosta per implementare i parcheggi in città; azioni per la tutela del Palazzo Cogne di Aosta; valutazione di modifiche all'organizzazione del servizio di assistenza infermieristica presso le strutture socio-assistenziali per anziani; controlli per la verifica della mancata residenza stabile degli assegnatari degli alloggi ERP; interventi per ovviare alla preponderanza di contenziosi stragiudiziali riferibili all'ARER nell'ambito dell'attività del Difensore civico; introduzione di correttivi nella piattaforma per la compilazione delle domande di partecipazione al bando affitti 2022.

Sono due le interpellanze proposte dal gruppo Pour l'Autonomie: condivisione con le società partecipate della delibera sulle linee guida per la disciplina applicativa della legge sul rafforzamento dei principi di trasparenza, contenimento dei costi e razionalizzazione della spesa; azioni politiche e amministrative e avvio di una discussione nella Commissione competente in merito alle chiusure del Tunnel del Monte Bianco.

Tre sono invece le interpellanze del gruppo Progetto Civico Progressista: miglioramento delle condizioni di lavoro del personale del Corpo valdostano dei Vigili del fuoco; razionalizzazione del servizio di trasporto pubblico notturno Aosta/Pont-Saint-Martin; azioni per la soluzione dei problemi relativi all'elevato numero di accessi al Pronto soccorso e alle attese del posto letto presso l'ospedale Parini.

Il Consiglio discuterà anche cinque mozioni, di cui una del gruppo Forza Italia con cui si chiede al Governo di presentare alla Commissione competente il programma e le progettazioni degli interventi di riqualificazione urbana del quartiere Cogne.

Quattro mozioni sono state presentate dal gruppo Lega Vallée d'Aoste: modification du Règlement du Conseil pour permettre l'utilisation du francoprovençal en occasion des séances publiques de l'Assemblée régionale; sostegno alla petizione di Coldiretti contro il cibo sintetico e difesa delle filiere agro-zootecniche valdostane presso le istituzioni nazionali; analisi della situazione linguistica valdostana e realizzazione di un censimento a campione in tutti i comuni della regione; modifica del protocollo di riammissione a scuola dopo un periodo di malattia degli allievi, finalizzata all'abolizione dell'obbligatorietà di presentazione del certificato medico.

 

L'adunanza consiliare è aperta al pubblico ed altresì trasmessa sul sito del Consiglio regionale (www.consiglio.vda.it) e sul canale YouTube del Consiglio (www.youtube.it/user/consvda). È inoltre disponibile la nuova App ConsiglioValle.tv per smart TV LG e Samsung: consultare la sezione "Domande frequenti" sul sito www.consigliovalle.tv per le procedure di installazione e per gli aggiornamenti sulla disponibilità dell'App anche per altri marchi di televisore.

La tribuna stampa è accessibile ai giornalisti accreditati presso l'Ufficio stampa del Consiglio. 


LT

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Comunicato n° 6 del 9 gennaio 2023
Consiglio dell'11 e 12 gennaio: iscritti sei punti all'ordine del giorno suppletivo

 

L’ordine del giorno del Consiglio regionale, convocato mercoledì 11 e giovedì 12 novembre 2023, è stato integrato da ulteriori sei oggetti: una proposta di atto amministrativo, un disegno di legge e quattro interrogazioni a risposta immediata.

L'Assemblea sarà infatti chiamata ad approvare il Programma di dismissione di beni immobili della società Vallée d'Aoste Structure e il disegno di legge che contiene disposizioni organizzative temporanee e urgenti in materia di reclutamento di personale da parte dell'Azienda USL della Valle d'Aosta e ulteriori disposizioni urgenti in materia di organizzazione del sistema sanitario regionale e di formazione in ambito sanitario. Il testo di legge, di cui è relatore il Consigliere Andrea Padovani (FP-PD), ha concluso il suo iter in Commissione con il parere favorevole di compatibilità finanziaria espresso all'unanimità dalla seconda Commissione nella riunione di oggi, lunedì 9 gennaio.

Il Consiglio tratterà poi quattro interrogazioni a risposta immediata. Il gruppo Lega Vallée d'Aoste chiede conto della diminuzione dei costi a carico di famiglie e imprese a seguito della riduzione dell'IVA sul pellet e sui servizi di teleriscaldamento. Il gruppo Forza Italia e il gruppo Progetto Civico Progressista interrogano il Governo sull'esternalizzazione della gestione tecnico-amministrativa e artistica degli spettacoli della Saison culturelle. L'iniziativa del gruppo Pour l'Autonomie riguarda un'ipotesi di candidatura di Svizzera, Italia e Francia per i Giochi olimpici del 2030.

Con questa integrazione, all'ordine del giorno della prossima riunione consiliare figurano quindi 59 oggetti.

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Comunicato n° 9 dell'11 gennaio 2023
Iniziati i lavori della prima adunanza del 2023

 

La prima adunanza del 2023, convocata oggi mercoledì 11 e domani giovedì 12 gennaio, si è aperta con il ricordo del Papa emerito Benedetto XVI, scomparso il 31 dicembre 2022. Durante il suo Pontificato, Papa Ratzinger ha trascorso tre soggiorni a Introd nelle estati del 2005, 2006 e 2009, e come evocato dal Presidente del Consiglio Alberto Bertin, «dedicandosi alla preghiera e alla lettura nel silenzio e a contatto con la natura.»

Sono intervenuti i Consiglieri della Lega VdA: per il Capogruppo Andrea Manfrin, Papa Ratzinger è stato uno «straordinario teologo, un santo, pensatore raffinato, coscienza critica, rigoroso interprete e coraggioso politico», mentre Luca Distort ha parlato di «uomo il cui Magistero ha accompagnato la Chiesa con la dolcezza del pastore e il rigore del teologo: ha sempre scelto la verità, difeso e custodito il mandato evangelico "voi siete nel mondo ma non del mondo" e, così, lottatore instancabile e senza timore.»

Pour le Vice-Chef du groupe AV-VdAU, Corrado Jordan, «sa renonciation au Pontificat a été un acte courageux et révolutionnaire, pris dans sa complète solitude et responsabilité, pour lequel il entrera dans l'histoire.»

Il Presidente della Regione, Erik Lavevaz, ha ricordato che «la sua presenza, in continuità con quella di Papa Giovanni Paolo II, è stata per la nostra comunità un momento di forte identificazione e di grande orgoglio.»

Il Capogruppo di Stella Alpina, Carlo Marzi, ha parlato di «una figura teologica eccezionale, cardine di una Chiesa intesa come luogo della memoria delle radici cristiane della nostra Civiltà.»

«Amante delle nostre montagne quali luogo di meditazione e preghiera - ha dichiarato il Capogruppo di Forza Italia, Pierluigi Marquis -, amava immergersi nella lettura e ammirare con gratitudine il paesaggio.»

Per la Consigliera di PCP Chiara Minelli, «i due Papi, Francesco e Benedetto, hanno saputo rispettarsi e rappresentare l'unità della Chiesa nella sua diversità, rappresentando due modelli del Cristianesimo, che non dovrebbero essere messi in contrapposizione e sottoposti a strumentalizzazioni.»

«Una figura complessa e profonda, Benedetto XVI si definiva "un semplice, umile lavoratore nella vigna del Signore", sapendo coniugare, con spontaneità, un altissimo spessore teologico e culturale con un'umanità attenta e partecipativa. Amava le nostre montagne, la nostra Valle, il nostro popolo e da esso era ricambiato», ha detto il Consigliere Augusto Rollandin (PlA).

Petizione "Il riscaldamento non è un lusso"

Il Presidente Bertin ha riferito sulla petizione popolare "Il riscaldamento non è un lusso" presentata il 25 ottobre 2022 e assegnata alle Commissioni terza e quarta: «La petizione - ha specificato - è stata rinviata all'esame dell'Ufficio di Presidenza a seguito di quanto dichiarato dai promotori durante l'audizione nelle Commissioni: infatti, è emerso che il testo della petizione sarebbe stato redatto dopo l'inizio della raccolta delle firme. Il 20 dicembre 2022, l'Ufficio di Presidenza ha quindi deliberato di considerare valide solo le firme dei due referenti apposte in calce al testo della petizione ma non quelle contenute nei moduli allegati, dando atto che l'istruttoria si esaurisce in Commissione in quanto la petizione è corredata da un numero di firme inferiore a cinquecento.»

 

SC-LT

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Comunicato n° 10 dell'11 gennaio 2023
Il Consiglio non approva l'effettuazione del referendum consultivo sulla riforma elettorale

 

Nella seduta consiliare dell'11 gennaio 2023, l'Assemblea regionale ha deliberato di non approvare - con 26 voti contrari (UV, AV-VdAU, SA, GM, Lega VdA, PlA), 7 astensioni (FP-PD, FI) e 2 a favore (PCP) - lo svolgimento del referendum consultivo di iniziativa popolare sulla proposta di legge n. 58 del gruppo Progetto Civico Progressista in materia di elezione del Consiglio regionale della Valle d'Aosta.

È decaduto, invece, un emendamento depositato dal gruppo PCP contenente tre quesiti da sottoporre agli elettori.

La richiesta di referendum consultivo, previsto dalla norma regionale n. 19/2003, era stata presentata il 24 maggio 2022 da un comitato promotore formato da Gabriella Poliani, Elio Riccarand, Raimondo Donzel, Giovanni Girardini e Walter Musso e corredata da oltre tremila firme, con il fine di conoscere l'orientamento degli elettori sulla proposta di legge di riforma elettorale depositata dal gruppo PCP il 26 aprile 2022.

Nella seduta del 13 luglio 2022, l'Assemblea regionale aveva rinviato la decisione di sottoporre a referendum consultivo la proposta di legge in attesa di approfondimenti in prima Commissione consiliare, su cui ha riferito in Aula il Presidente Claudio Restano (GM). «La Commissione con il voto contrario del gruppo consiliare di PCP, ha deliberato di richiedere un parere al professore Massimo Luciani che è stato sentito il 20 dicembre. Il costituzionalista ha affermato che la richiesta di effettuazione del referendum appare, per plurimi profili, di dubbia ammissibilità: innanzitutto, ha per oggetto una proposta di legge di modifica della forma di governo della Regione, la cui approvazione deve rispettare il procedimento aggravato di cui all'art. 15 dello Statuto speciale; inoltre, sebbene il referendum consultivo sia privo di effetti giuridicamente vincolanti, è indetto "prima" di "procedere all'adozione" dei provvedimenti legislativi interessati e, diventando oggetto della discussione consiliare che lo segue, esibisce un rilevante effetto "politico", con un condizionamento delle determinazioni consiliari, che problematicamente potrebbero disattendere l'indicazione referendaria; infine, il referendum consultivo determina comunque un ulteriore aggravamento procedimentale, oltre a quelli già previsti dallo Statuto. Ulteriori ragioni di inammissibilità, secondo Luciani, sono rinvenibili nel fatto che una richiesta di referendum consultivo non può avere l'effetto di superare il giudizio di inammissibilità pronunciato nella deliberazione della Commissione regionale per i procedimenti referendari e di iniziativa popolare dell'aprile scorso. Inoltre, è inammissibile la richiesta referendaria che contenga una pluralità di domande eterogenee che, impedendo una scelta univoca, coartino la libertà del voto.»

Il Presidente della Commissione ha poi riferito che «su richiesta del gruppo PCP è stato sentito il consulente di parte Andrea Morrone, il quale ha evidenziato che il referendum consultivo è legittimo e pienamente ammissibile al voto perché rispetta tutti i requisiti legali previsti dalla legge regionale n. 19/2003 secondo la quale non sussistono ulteriori limiti di ammissibilità né possono essere applicati i limiti previsti solo per il referendum propositivo e abrogativo. Inoltre, la particolare natura consultiva del referendum non impedisce la sua ammissibilità in una materia come quella della “forma di governo” regionale, affidata dall’art. 15 dello Statuto ad una “legge” alla competenza riservata e qualificata del Consiglio regionale, perché, a differenza di un referendum propositivo o decisionale, esso non attribuisce al corpo elettorale il potere di approvare una siffatta legge statutaria, ma solo di esprimere il proprio orientamento nei confronti del Consiglio regionale. Infine, su richiesta della Lega VdA, la Commissione ha deliberato di richiedere eventuali precisazioni al professore Luciani in merito al parere da lui fornito: precisazioni che hanno ulteriormente reso chiaro ed evidente quanto da lui espresso.»

Il dibattito in Aula

«La riforma del sistema elettorale è sicuramente sentita tant'è vero che, sul tema, ci sono anche altre due proposte di legge già depositate e altre non formalizzate, ma rese pubbliche - ha evidenziato la Consigliera di PCP Chiara Minelli -. Sarebbe stato bene fin dal mese di luglio prenderne atto e procedere alla indizione delle consultazioni. Si sarebbe fatto il referendum nello scorso mese di novembre e ora il Consiglio potrebbe essere al lavoro per predisporre la legge regionale. È, invece, mancata la volontà politica di decidere e si è avviata una lunga e discutibile fase di approfondimento in prima Commissione, che in realtà, ai sensi della legge, non avrebbe compiti istruttori rispetto ad una richiesta di referendum consultivo. Ci sono state molte forzature. Prima, quella di chiedere un parere alla Commissione per i procedimenti referendari, che ha giustamente respinto la richiesta, perché non è competente in materia. E poi la successiva forzatura della richiesta di un parere ad un costituzionalista, individuato unilateralmente, senza che fosse scelto e concordato con tutta la Commissione sulla base di più proposte. Noi abbiamo chiesto ad un altro costituzionalista di pari grado di esprimere le sue valutazioni e da questo parere abbiamo avuto conferma della piena legittimità e ammissibilità della richiesta di referendum consultivo.»

«Oggi, a ben otto mesi di distanza dal deposito della richiesta di referendum consultivo, il Consiglio deve prendere una decisione - ha proseguito la Consigliera Minelli -. Il nostro giudizio sulla deliberazione proposta dal Presidente del Consiglio è sostanzialmente positivo. Il documento ripercorre i fondamenti normativi e il percorso che è stato fatto, richiama i contenuti dei pareri che sono stati richiesti ai costituzionalisti e nei tre ultimi commi della premessa apre la strada allo svolgimento del referendum consultivo, non essendo emersi ostacoli ostativi né di tipo procedurale né di tipo giuridico. Manca però la parte deliberativa che spetta oggi al Consiglio. A noi pare che la scelta migliore più utile sia quella di formulare tre quesiti su tre aspetti essenziali della normativa elettorale. Abbiamo quindi predisposto un emendamento con i tre quesiti: "Siete voi favorevoli alla approvazione da parte del Consiglio regionale di una legge di riforma del sistema elettorale regionale che recepisca il principio della elezione diretta della maggioranza e del Presidente della Regione?"; "Siete voi favorevoli alla approvazione da parte del Consiglio regionale di una legge di riforma del sistema elettorale regionale che preveda un premio di maggioranza per la lista o la coalizione vincente?"; "Siete voi favorevoli alla approvazione da parte del Consiglio regionale di una legge di riforma del sistema elettorale regionale che preveda la possibilità di un voto di preferenza per entrambi i generi?". Non è naturalmente un prendere o lasciare, vanno bene anche altre formulazioni, però è evidente che non si può votare la deliberazione in assenza del quesito o dei quesiti.»

Il Capogruppo di FP-PD, Paolo Cretier, ha dichiarato: «Nessuno ha voluto allungare il brodo su questo tema così delicato che è stato oggetto di un complicato iter in Commissione tra consulenze, pareri, audizioni. Non mettiamo in discussione la volontà del referendum legata ai firmatari, ma ci interroghiamo sull’opportunità del percorso scelto. Non era più semplice presentare una proposta di legge e rendere il Consiglio al centro del potere legislativo e dell’azione che giustifica la sua esistenza, piuttosto che tentare un percorso molto complicato, una situazione nuova da sperimentare complessa e con qualche debolezza normativa? Come Partito Democratico, già a luglio 2022 abbiamo fatto una proposta concreta da condividere, non un testo di legge definitivo ma dei punti necessari da condividere e da prendere in carico, purtroppo le risposte sono state poche e non ufficiali, era una proposta che si poteva valutare ma ancora del tutto attuale e valida. Per quanto riguarda i pareri dei due costituzionalisti in Commissione, entrambi ci hanno eloquentemente spiegato i limiti della norma e del numero consistente di quesiti presenti nella proposta di legge 58. È quindi evidente che mancano i requisiti elementari di "omogeneità, chiarezza, completezza e unicità di matrice". Manca, ad esempio, un chiaro quesito binario "sì o no". Sicuramente il referendum è una bella espressione di partecipazione politica popolare, un legame forte fra comunità (o una parte di essa) e l'organo pubblico, insomma una espressione di orientamento e di valutazione. Ma deve essere il Consiglio regionale che si prende l'onere e l'onore di scrivere una legge, in breve tempo, chiara e completa nel confronto delle forze politiche presenti in questa Aula: una priorità - come avevo richiesto personalmente in una delle ultime riunioni di PCP - era che nel 2023, a metà mandato, si scrivesse la norma per rendere stabile la Legislatura per almeno 5 anni. Certo ogni partito, movimento, gruppo consiliare avrà delle puntuali richieste da evidenziare, ma alcuni punti fermi devono essere scritti chiaramente e devono essere il fondamento su cui costruire una solida e duratura maggioranza, alcuni mi hanno ricordato che non esistono "maggioranze bulgare" la storia del Consiglio ci ricorda che di inciampi ve ne sono stati tanti.  Quindi sono gli eletti che devono essere responsabili, propositivi, efficaci e veloci. Infine, in Commissione, sui giornali, nelle conferenze stampa si è detto molto della “stabilità”: mi fa specie - e mi assumo la responsabilità della dichiarazione - che la stabilità sia citata da chi l’ha minata nel 2021.»

«La forma di governo è fondamentale per il futuro della Valle, ma non si può farla a colpi di referendum - ha detto l'Assessore Luciano Caveri a nome del gruppo AV-VdA Unie -. Il Consiglio ha normato in maniera bizzarra l'istituto del referendum propositivo, che va a sostituirsi agli eletti, ma ricordo che il nostro è un sistema democratico elettivo e questo forzare la mano non è condivisibile. Viviamo in una democrazia rappresentativa: sentirmi dire che dobbiamo fare il referendum perché lo chiede il popolo: è populismo e demagogia allo stato puro. Se decidiamo che la democrazia passa attraverso internet e i social, smettiamo di fare politica e cominciamo a lavorare su algoritmi per una democrazia digitale che personalmente non mi piace e che mi spaventa. Assistiamo alla nascita di comitati che vogliono delegittimare la logica assembleare della nostra democrazia, ma non esiste un potere sostitutivo agli organismi democratici. Non si può immaginare che una legge statutaria, quale quella sulla forma di governo, sia una legge come le altre. Questa è una legge che dà la possibilità di fare il referendum a posteriori: non c'è nulla di impositivo. La nostra Assemblea si troverà di fronte alla necessità di una riforma profonda e intelligente delle nostre Istituzioni: non possiamo fare finta di niente di fronte all'instabilità e al rischio di delegittimazione del nostro Consiglio di fronte a eterni litigi e incomprensioni. Dobbiamo affrontare il tema con serietà. Oggi dire di no al referendum non è un grave attentato alla democrazia e alla partecipazione popolare: anzi, i promotori di questa iniziativa dovranno cominciare a riflettere sul fatto che la politica è confronto, sia all'interno che all'esterno di questo Consiglio, con chi ha a cuore i destini della nostra comunità. Non mi hanno convinto i promotori né il professor Morrone, mentre mi ha convinto il professor Luciani. A nome del gruppo esprimo quindi un parere negativo rispetto ad un uso demagogico, populistico e profondamente sbagliato di questo istituto: faremmo uno stupro del nostro Statuto di autonomia e questo non ce lo possiamo permettere.»

Il Consigliere dell'UV Giulio Grosjacques si è soffermato sui due pareri dei costituzionalisti espressi in Commissione: «Il professor Luciani risponde ai quesiti chiesti dalla Commissione e non per limitarne il margine di operatività ma per dare le informazioni necessarie alla formazione di un giudizio chiaro e completo. Il professor Morrone ha, invece, analizzato nel dettaglio il parere di Luciani. Quest'ultimo ha chiarito che il referendum consultivo, anziché concentrarsi su un testo normativo, genera confusione e non rispetta la sua funzione, dal momento che dovrebbe essere orientato a conoscere la posizione degli elettori su un tema specifico e non su un intero testo di legge. Quindi la maggioranza non proporrà i quesiti referendari perché ritiene questa iniziativa inammissibile. Tuttavia, il richiamo a una nuova legge elettorale che vada nella direzione della governabilità da realizzare entro il 2023 dev'essere fatto nostro e, una volta completato il testo, sarà possibile indire un referendum per chiamare i valdostani ad esprimere il loro giudizio sulla norma. Non c'è stata inerzia o mancanza di interesse della maggioranza su questo argomento. In questi due anni ci siamo dovuti concentrare ad arginare gli effetti di una crisi pandemica senza precedenti che ha messo in difficoltà l'intero sistema economico valdostano. Abbiamo spesso sentito parlare di instabilità politica ma mi spingerei oltre, dicendo che, in questi ultimi anni, si è assistito a una degenerazione della politica: ci sono state delle materie di competenza del Consiglio che sono state oggetto di diffide, denunce, esposti alla magistratura ordinaria e contabile che hanno segnato la vita di molti Consiglieri e ne hanno condizionato l'attività personale e politica. Questo non è il corretto esercizio della democrazia che ci viene chiesto dagli elettori. Il popolo, che viene chiamato alle armi tutte le volte che queste iniziative non hanno dato il risultato sperato, si è già espresso dando fiducia a chi siede in questo Consiglio, luogo deputato alla discussione della materia elettorale.»

Il Consigliere di Forza Italia Mauro Baccega ha rilevato che «in tutti i programmi elettorali, le forze politiche hanno rappresentato la necessità di cambiare la legge elettorale per dare stabilità e concretezza all'azione amministrativa. Oggi, la scelta che dobbiamo fare è importante, ma è altrettanto importante dare alla Valle d'Aosta la miglior legge elettorale. Noi abbiamo depositato una proposta di legge sulla tematica, perché fa parte del nostro ruolo di Consiglieri, e avevamo aderito al comitato promotore per la riforma elettorale: c'era un unico elemento di sintonia che era quello dell'elezione diretta del Presidente della Regione, ma volevamo dare significato alla volontà di andare nella direzione di trovare una quadra per portare la legge elettorale all'attenzione del Consiglio. Il lungo dibattito ha portato ad una significativa svolta. A fronte di due pareri sui quali sono nate delle perplessità, noi, in quanto Consiglieri, abbiamo preso in forte considerazione quello del costituzionalista Luciani che il Consiglio regionale ha messo a disposizione della Commissione. Poi è iniziata la farsa: si è chiesto al professor Luciani un ulteriore chiarimento a fronte del parere del professor Morrone richiesto dal gruppo PCP. Ci sono delle oggettive difficoltà a interpretare questi pareri. Noi rileviamo che è necessario e opportuno che la legge elettorale vada rivista, perché quella attuale è sconcertante e non risponde alla realtà. Dobbiamo affrontare l'argomento in quest'Aula: mettiamoci insieme e decidiamo. Dobbiamo mettere fine a questa stagione di instabilità politica e fare una legge che dia certezze e solidità all'azione amministrativa. Una legge elettorale fatta dal Consiglio regionale: si può e si deve fare. Siamo contrari a questo percorso del referendum per fare la campagna elettorale solo di alcuni.»

«La Lega è tutt'altro che contraria alle forme di partecipazione, ma ci sono regole che non devono essere dimenticate dai politici - ha affermato il Consigliere Paolo Sammaritani (Lega VdA) -. Populisticamente è stato detto che chi si è schierato contro questo referendum non voleva riformare la legge elettorale ma questa è una semplificazione del messaggio, distorsiva e non corretta. Alla luce dei pareri dei costituzionalisti abbiamo avuto la conferma che non è opportuno deliberare in Consiglio senza avere informazioni chiare. La giurisprudenza della Corte costituzionale ci dice che è erroneo comparare i referendum, anche quelli consultivi a un qualsiasi esercizio della libertà di manifestazione del pensiero da parte di più cittadini. Si tratta, inoltre, di istituti tipizzati che devono svolgersi nelle misure e nei limiti stabiliti dalla legge. In questo senso, ricordo che il referendum non è "a schema libero" e per questo è necessario avere quesiti individuabili chiaramente. Questo referendum d'iniziativa popolare è fatto su un intero provvedimento di legge molto articolato, ricco di una quindicina di principi cardine. Allora, per correttezza, bisognerebbe interrogare il votante su tutti questi principi contenuti. Le firme sono state raccolte sull'intera legge e oggi si vuole estrapolare solo qualche quesito. Questo significa disattendere la volontà di chi ha firmato. Inoltre, la norma non dice che sia il Consiglio a definire i quesiti e sarebbe bene che chi ha raccolto le firme formulasse le domande nel rispetto della volontà di tutti i firmatari. Non sappiamo se chi ha firmato volesse esattamente questo. Abbiamo forti dubbi sull'ammissibilità e utilità di questo referendum che avrebbe come risultato, non quello di orientare, ma di disorientare l'elettore. Dovendo scegliere tra ciò che è giusto e ciò che è facile noi sceglieremo ciò che è giusto e per questo non voteremo.»

Il Capogruppo di Pour l'Autonomie, Marco Carrel, ha osservato che «questa è una scelta politica. A fronte delle due proposte di legge presentate sulla tematica - quella di PCP e quella di FI -, come gruppo e come movimento abbiamo iniziato a discutere al nostro interno: porteremo in Consiglio le nostre proposte, perché è questa la sede dove discutere di queste tematiche. Riguardo al referendum consultivo - che ci tengo a sottolineare non è vincolante -, andare oggi a chiedere il parere dei valdostani su di una proposta che rappresenta solo due Consiglieri su 35 non ha senso. Cosa diversa sarebbe stata se questa proposta fosse stata condivisa da almeno la maggioranza dei Consiglieri: almeno c'era un senso, perché avrebbe potuto evitare il referendum confermativo successivo. Il senso della delibera di oggi è difficile da capire: chiediamo ai valdostani di pronunciarsi su di un argomento che non abbiamo ancora discusso in quest'Aula e su cui sarà quest'Aula a decidere. Il rapporto tra Istituzioni e popolazione è delicato, difficile da gestire, di cui non dobbiamo abusare: oggi, rischiamo di abusare di populismo e di incrinare ancora di più questo rapporto. Ecco perché siamo favorevoli a trovare una soluzione in Consiglio e ribadiamo la nostra volontà di affrontare queste tematiche. Il lavoro della prima Commissione è stato prezioso perché, grazie ai pareri dei due costituzionalisti, ha fatto luce sui quesiti, ma non è questo di cui dobbiamo discutere. L'invito che recepisco dai firmatari è che dobbiamo lavorare sulla riforma elettorale: quando ci sarà una maggioranza qualificata e con le idee chiare, potremo allora decidere se ci sarà un referendum. Questo è l'iter rispettoso nei confronti della popolazione, per non rischiare di prendere in giro i valdostani. Non abusiamo dell'uso e della pazienza dei cittadini: non è questo il modo ideale di rappresentare la Valle d'Aosta e i cittadini.»

La Capogruppo di PCP, Erika Guichardaz, ha ricordato: «Non stiamo votando la legge sulla riforma elettorale, ma per decidere se fare o meno un referendum, per sentire il parere della popolazione. Ricordo poi che noi abbiamo depositato la legge nove mesi fa e, a parte Forza Italia e delle slides generiche del PD, nessuno ha presentato altro e oggi tutti parlano di "una priorità". Mi sembra che si stiano prendendo in giro i valdostani. La partecipazione è il momento più alto in cui la politica si esprime e noi, non solo non ci sentiamo sminuite nel nostro ruolo, ma ascoltiamo anche quei cittadini che attraverso i comitati danno il loro contributo attivo all'azione politica e li ringraziamo. E porto solo due esempi: l'azione di Valle Virtuosa che ha bloccato la costruzione del pirogassificatore e il comitato "Discarica sicura" che ha fatto emergere le criticità della discarica di Pompiod. L'iniziativa referendaria è stata sostenuta da tanti valdostani che non appartengono al nostro schieramento e che mai ne faranno parte. Rispedisco quindi al mittente le accuse della ricerca di nuovi "adepti" o di trasformismo. Noi continuiamo a essere chiare e coerenti.»

Il Capogruppo di Forza Italia, Pierluigi Marquis, ha dichiarato: «Gli approfondimenti condotti in prima Commissione hanno evidenziato una complessità della situazione che va oltre quanto si potesse immaginare e che presenta molte incognite sotto sul profilo giuridico. Come Forza Italia, noi crediamo nell'elezione diretta del Presidente della Regione e in questo solco abbiamo presentato una proposta di legge, ma ci rendiamo conto di non avere il 51% per cui siamo disponibili al confronto tra le forze politiche per poi trovare una sintesi all'interno del Consiglio regionale. Oggi non ci riconosciamo nei quesiti proposti dal gruppo PCP: la nostra posizione iniziale, quando abbiamo aderito al CRE, rifletteva quella dell'elezione diretta del Presidente della Regione e della formula di governo. La situazione, a seguito dell’approfondimento fatto in Commissione, è profondamente cambiata: ci sono forti dubbi sull’ammissibilità giuridica dell’iniziativa ed inoltre i quesiti proposti sono una interpretazione soggettiva a posteriori della volontà dei sottoscrittori della richiesta di referendum. Pertanto, non sono sostenibili in quanto trattano anche questioni su cui abbiamo un approccio divergente nella nostra proposta di legge. Per evitare ulteriore confusione, è quindi importante che il Consiglio lavori su di una proposta la più condivisa possibile per dare stabilità alla Regione per poi sottoporla, in modo serio, eventualmente, al referendum confermativo. Questo è l'approccio corretto. Fare populismo e demagogia su un tema di questo rilievo non risolve il problema e fa del male alla comunità valdostana: per noi è più importante lavorare ad una soluzione concreta.»

«Come Evolvendo - ha specificato il Consigliere Claudio Restano (Misto) - riconosciamo l'importanza del referendum popolare e della democrazia partecipata così come ci riconosciamo nell'elezione diretta del Presidente della Regione. Tutte le forze politiche che si sono candidate hanno dichiarato la necessità di fare una riforma elettorale partecipata, che raccolga le proposte di tutti i gruppi consiliari, altrimenti si rischia di fare una legge catastrofica, come quella con cui abbiamo votato. Cerchiamo di ottenere almeno i due terzi dei consensi all'interno di questo Consiglio: questo obiettivo si raggiunge con il confronto, ognuno portando la propria visione, ma con la consapevolezza che il risultato primario è quello di dare più stabilità ai governi; in quanto al percorso, lo decideremo insieme. Noi non ci stiamo quando gli strumenti di democrazia partecipata vengono utilizzati e strumentalizzati da pochi per raggranellare un po' di consenso. Assicuro fin d'ora la mia disponibilità a partecipare a lavori e confronti per addivenire ad una legge seria, condivisa e partecipata all'interno di questo Consiglio. Se poi la legge dovrà essere sottoposta a referendum confermativo, lo faremo, perché crediamo in questo istituto.»

A proposito della legge referendaria, il Capogruppo di UV, Aurelio Marguerettaz, ha evidenziato che «anche questa andrebbe migliorata, dal momento che ha una serie di aree grigie dove è difficile muoversi, come hanno evidenziato anche il professor Luciani e i Saggi. Il Consiglio deve lavorare su entrambe le norme e, per quanto riguarda quella elettorale, deve fare in modo che garantisca tutti e non i singoli partiti o una serie di comitati. Il fatto che due trentacinquesimi di questo Consiglio vogliano imporre il loro modello è un po' singolare. Tuttavia, riconosco loro la bravura di introdurre argomenti con il principio del "Cavallo di Troia": dicendo che il sistema non è stabile, propongono l'elezione diretta del Presidente, senza però mettere in evidenza tutta una serie di altri temi. Trovo anche singolare che tra i soggetti promotori del referendum vi siano quei partiti che non hanno raggiunto il quorum alle elezioni passate e adesso ne chiedono l'abbassamento. Si parla di stabilità politica e poi si va a frazionare la rappresentanza in Consiglio. Per quanto riguarda l'intervento dei costituzionalisti in Commissione, ricordo che, come Consiglio regionale abbiamo chiesto un parere super partes al professor Luciani, mentre l'incarico del consulente tecnico di parte individuato da PCP, a prescindere dall'autorevolezza del costituzionalista, ha un'altra finalità. Commento e parere sono due cose diverse.»

Il Capogruppo di Stella Alpina, Carlo Marzi, ha commentato: «In democrazia rappresentativa ognuno di noi rappresenta la propria parte politica e, senza vincolo di mandato, i cittadini che lo hanno eletto, non per questo la propria visione del mondo deve essere accettata tout court dalle altre componenti il Consiglio. Bisogna mediare con gli altri e trovare accordi comuni, a maggior ragione su temi così importanti. Nel caso specifico, stiamo assistendo ad un paradosso: in un Assemblea dove si è deputati a legiferare sulle regole del gioco, e quindi sulle leggi elettorali, si propone in solitudine e senza cercare mediazioni di delegare ad altri un proprio compito primario. Non è opportuno per il Consiglio, per il ruolo che ricopriamo e per i cittadini far credere che questo sia il modo corretto di agire.»

Il Presidente del Consiglio, Alberto Bertin, in qualità di Consigliere di FP-PD, ha osservato che «il comitato promotore si è costituito a suo tempo per promuovere un referendum propositivo sulla riforma elettorale, che è poi stato dichiarato inammissibile dal Comitato per i procedimenti referendari, e ha poi riproposto tale e quale l'iniziativa sotto forma di referendum consultivo sulla proposta di legge n. 58. La proposta di legge in questione è ampia e dettagliata: sono, questi, elementi che hanno influenzato il prosieguo del percorso e creato una serie di problematiche. È stato utile chiedere un approfondimento in Commissione: i costituzionalisti hanno evidenziato come il referendum consultivo sulle materie di cui all'articolo 15 dello Statuto sia possibile, ma al contempo hanno rappresentato problematiche procedurali e di sostanza, paventando peraltro ricorsi. Questioni che rischiano di indebolire lo strumento referendario, facendo un cattivo servizio alla democrazia partecipativa. Da federalista, sono un convinto sostenitore del referendum e della partecipazione dei cittadini: istituto che va valorizzato seguendo il modello svizzero. Ci vuole un cambio di mentalità, sapendo che il referendum non è la rivincita delle elezioni, è qualcos'altro. Bisogna, però, avere uno strumento che funzioni: è quindi importante rivedere la normativa sul referendum, così come anche evidenziato dal Comitato per i procedimenti referendari. Il CRE ha avuto il merito di tenere alta l'attenzione sulla necessità di intervenire sul tema della riforma elettorale: il Consiglio reginale deve prendersi l'impegno di rivedere in poco tempo la normativa, condivisa il più possibile, e a mio avviso sottoporla, indipendentemente dal consenso raggiunto, ad un referendum confermativo per fare pronunciare i cittadini sul risultato ottenuto.»

«La volontà popolare dev'essere tutelata attraverso la chiarezza della legge - ha affermato il Consigliere Andrea Padovani (FP-PD) -. È la prima volta che affrontiamo il tema del referendum consultivo e, le prime volte, creano precedenti. Per questo motivo, bisogna fare in modo che siano corrette dal punto di vista giuridico. I pareri forniti dai due costituzionalisti ci hanno illustrato i limiti e le difficoltà di questo iter elettorale. Primo tra tutti, lo scoglio dell'individuazione di quesiti chiari visto che si vuole unire la riforma di governo con la legge elettorale. Questo richiederebbe una quindicina di quesiti specifici a sé stanti e per alcuni dei quali, la semplice risposta "si" o "no", non sarebbe sufficiente a chiarire la posizione dell'elettore sul punto. Chiedere al Consiglio di trovare delle sintesi per rendere i quesiti più omogenei possibile è sbagliato soprattutto nei confronti dei firmatari di questa proposta di iniziativa popolare. Trovo anche scorretto utilizzare il referendum come un'arma politica o come un "secondo tempo delle elezioni" perché squalifica queste forme di espressione della volontà popolare. Sicuramente la norma deve essere rivista per dare a tutti noi la possibilità di deliberare dei referendum chiari e nei prossimi sei mesi sarà necessario rivedere anche la legge elettorale.»

Il Capogruppo della Lega VdA, Andrea Manfrin, ha chiarito che «se anche questo referendum si tenesse e anche se dovesse avere una sua affermazione, noi non avremmo comunque una legge elettorale! Il Consiglio Valle non ha mai dibattuto sulla materia e, ad oggi, non esiste un testo su cui dibattere. Le regole del gioco che disciplinano la vita democratica devono essere scritte a larghissima maggioranza mentre qui, invece, siamo di fronte ad una situazione proposta da una ridottissima maggioranza. Non trovo neanche corretti i tentativi di pressione esercitati tramite le dichiarazioni e gli annunci a mezzo stampa, le insistenti richieste di incontro con i Comitati e le richieste di sottoscrizione di petizioni online. Rilevo inoltre che sia l'abbassamento del quorum che quello del numero di firme per la presentazione delle liste porterebbero a un maggiore frazionamento del Consiglio. Infine, il parere acquisito dalla Commissione è uno solo e delinea in modo inequivocabile la situazione.»

 

SC-LT

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Comunicato n° 11 dell'11 gennaio 2023
Approvata la Strategia regionale di sviluppo sostenibile 2030 integrata con il Quadro strategico

 

Con voti 18 voti a favore (UV, AV-VdAU, FP-PD, SA, GM,) e 17 astensioni (Lega VdA, PlA, PCP, FI) espressi nella seduta consiliare dell'11 gennaio 2023, il Consiglio Valle ha approvato la Strategia regionale di sviluppo sostenibile della Valle d'Aosta integrata con il Quadro strategico regionale.

Il documento si apre con una fotografia del contesto che permette di posizionare la Valle d’Aosta sia all’interno del quadro italiano sia rispetto ai singoli obiettivi dell’Agenda 2030, individuando cinque obiettivi prioritari tematici: una Valle d’Aosta più intelligente, più verde, più connessa, più sociale e più vicina ai cittadini.

Il Presidente della Regione, Erik Lavevaz, ha illustrato il documento che rappresenta «il punto di arrivo di un percorso molto articolato, che ha visto un primo atto formale nel 2019 e che ha come prospettiva il 2030: muove dalla necessità, ormai condivisa, di pensare un futuro che tenga conto della limitatezza delle risorse, che non possono essere sfruttate incoscientemente. Non è un discorso solo ambientale: è un percorso che tocca, trasversalmente, gran parte degli ambiti dell’amministrazione e della vita quotidiana. Per questo il documento è il punto di incontro tra tante pianificazioni e programmazioni che devono dialogare fra loro e arricchirsi a vicenda. Si tratta di una sintesi volta ad armonizzare i piani che mirano a utilizzare tanto le risorse regionali quanto quelle europee in un quadro definito dagli obiettivi dell’Agenda 2030. La Strategia declina quindi su scala locale le linee individuate a livello europeo e nazionale, con il contributo di attori diversi. La sua complessità è legata alla complessità delle tematiche che affronta, che sempre più si dimostrano come trasversali, sia tra settori sia tra i diversi livelli territoriali.»

«Un lavoro come questo permette di evidenziare ulteriormente l’interconnessione tra i territori - ha concluso il Presidente -, in una presa di coscienza che passa dal confronto tra specificità differenti ma confrontate con sfide comuni. In questo scenario, l’autonomia regionale acquista un nuovo valore: quello di potersi porre come strumento per attuare risposte più rapide, più puntuali e magari originali. Ancora una volta la Valle d’Aosta è chiamata a essere laboratorio per esperienze che possono essere utili altrove, dopo aver verificato risultati e dinamiche.»

Il dibattito in Aula

Il Consigliere della Lega VdA Simone Perron ha sostenuto che «l'obiettivo 2030 è un grande sogno di un mondo globale e globalizzato, digitale e pacifico, governato da organismi sovranazionali che possono passare sopra i popoli. L'enormità dell'apparato burocratico che viene messo in piedi per mettere a terra questi obiettivi è il frutto di una visione progressista, con annessa ingegneria sociale, con cui si vuole occupare a 360 gradi di ogni aspetto della vita umana. Un processo molto grande, un castello gigantesco di carte burocratiche, ma mancano le strutture per gestirlo. Certo, si dovranno prevedere delle task force pro tempore, ma nei prossimi anni avremo il problema di avere il personale amministrativo adatto a gestire la situazione perché i processi di new economy vanno verso nuove competenze che, temo, non riusciremo a formare. L'Agenda, poi, è un procedimento calato dall'alto verso il basso: dall'ONU, all'Unione europea per arrivare alle Regioni e ai Comuni e ci obbliga ad applicare agende sovranazionali, legandoci ad una serie di condizionalità. Ricordiamoci che non c'è nulla di regalato e stiamo facendo altri debiti che ricadranno sulle giovani generazioni. La sostenibilità più oltranzista del "tutto e subito" avrà dei costi sociali ed economici da non sottovalutare.»

«Questa strategia regionale è un atto dovuto che deriva dalla strategia nazionale per lo sviluppo, emanazione dell'Agenda 2030 approvata dall'ONU nel 2015 - ha evidenziato la Consigliera Chiara Minelli (PCP) -. La Giunta ha avviato i lavori nel 2019, i tempi di elaborazione si sono poi dilatati, dovendosi dotare anche di una cornice entro cui indirizzare i fondi europei. Questo nuovo documento segue l'impostazione del quadro strategico approvato nel 2021 aggiornato a novembre2022. L'obiettivo di una "Valle d'Aosta più verde" parla di efficientamento energetico e di abbattimento dei consumi da fonte fossile ma non è assolutamente convincente e presenta dati errati e fuorvianti. Il capitolo dell'energia è fondamentale per uno sviluppo sostenibile ma il documento non è all'altezza della sfida che abbiamo di fronte. Per quanto riguarda la biodiversità, il dato sulle aree naturali protette ci dice che occupano solo il 13%, del territorio, una percentuale complessivamente bassa che migliora solo se includiamo le zone inserite in area "Natura 2000". Ma allora, bisogna considerare queste aree davvero come zone di protezione e, ricordo, che anche l'area del Vallone delle Cime Bianche, su cui si insiste per la realizzazione di impianti, è inserita nell'elenco. Per quanto riguarda i rifiuti, si prevede di arrivare all'80% di raccolta differenziata e al 60% di riciclo di materia, ma si parte già con un grave handicap dal momento che gli obiettivi precedenti non erano stati raggiunti, e gli obiettivi della tariffa puntuale e dell'ATO unico sono stati spostati alla data di scadenza del Piano rifiuti. Le considerazioni sui rifiuti speciali sono poi molto generiche e permangono forti preoccupazioni su Chalamy e Pompiod. Anche per quanto riguarda l'obiettivo di una "Valle d'Aosta più connessa" si parla di mobilità e trasporti evidenziando solo che bisogna incrementare il trasporto pubblico locale e migliorare l'intermodalità, senza nulla dire, ad esempio, sulla ferrovia. In una strategia con un orizzonte decennale si sarebbe potuto dire e fare di più. Infine, a proposito dell'obiettivo VdA più vicina ai cittadini, non si può ignorare il tema della partecipazione popolare alle principali scelte politiche e amministrative, che non è certo valorizzata: oggi con la bocciatura del referendum ne abbiamo avuto un ben triste esempio. Nei Cantoni svizzeri l'iniziativa legislativa popolare e i referendum sono il pane quotidiano, qui si fa di tutto per mortificare la partecipazione popolare! Manca anche la chiarezza e la coerenza degli obiettivi dal momento che il Quadro strategico regionale ha contenuti differenziati rispetto a quelli della Strategia, con conseguenti ricadute operative sulle azioni da porre in essere. Insomma, a fronte di un grosso lavoro degli uffici, è mancata la parte politica di indirizzo e di scelta e per questo non possiamo esprimere una valutazione e un voto positivo.»

«I 17 obiettivi dell’Agenda 2030 - ha detto il Consigliere di FP-PD Andrea Padovani - tengono insieme sfide inscindibili e profondamente intrecciate sulla giustizia sociale e sulla giustizia climatica, attraverso un approccio che tiene insieme gli obiettivi di lotta alla fame, alla povertà, alle malattie, quelli che riguardano la riduzione delle diseguaglianze e la parità di genere, con quelli che riguardano la tutela della biodiversità, la lotta ai cambiamenti climatici e la capacità di preservare le risorse naturali e la capacità degli ecosistemi di potersi rigenerare. L'Agenda è quindi uno strumento innovativo perché non solo realizza questo approccio trasversale di interconnessione, ma anche perché è uno strumento universale. Questi obiettivi sono universali, poiché tutti i governi e tutti i livelli di governo sono tenuti ad adoperarsi per il loro raggiungimento e, quindi, se la guardiamo da questo punto di vista, è un formidabile strumento nelle mani delle persone che vivono le nostre comunità per pretendere di più anzitutto da noi. Se fondere questi obiettivi con quelli di accompagnamento della nostra regione sulle trasformazioni, cioè su una conversione ecologica è ormai opera irrimandabile e se quello che abbiamo detto fin qui vale per tutti, Valle d’Aosta compresa, la parte forte è certamente il partenariato. E vediamo lì che ci sono molti obiettivi su cui la nostra regione può vantare di essere avanti, ma ce ne sono altri su cui siamo più indietro e sui quali dobbiamo concentrare i nostri sforzi per migliorare, attuando politiche più efficaci.»

La Capogruppo di PCP, Erika Guichardaz, ha sottolineato che «il Quadro strategico regionale di Sviluppo sostenibile 2030 è una cornice programmatica unitaria che parla dello sviluppo sostenibile, inteso nelle sue diverse accezioni - ambientale, sociale ed economica - e, dopo un'analisi di contesto, si punta molto sui meccanismi di governance che dovranno accompagnare l’attuazione degli indirizzi emersi al fine di migliorare l’utilizzo e il coordinamento delle politiche. Per questo assume grande rilievo il potenziamento delle capacità amministrative della Regione, come pure delle amministrazioni locali, per dare continuità, costituendo presìdi stabili di professionalità e competenze ed evitando le eccessive esternalizzazioni che non aiutano a qualificare le strutture dell’Ente. Ecco, i buoni propositi del documento appaiono in aperto contrasto con le politiche portate avanti dall'Amministrazione e purtroppo i dati evidenziati nelle tabelle in cui sono presentati gli indicatori specifici e i valori aggiornati a livello regionale non ci consegnano una bella fotografia della nostra regione. Rispetto al dato nazionale risulta che: la speranza di vita alla nascita risulta essere minore, abbiamo uno dei più bassi tassi di copertura vaccinale antinfluenzale sugli over 65, un tasso molto elevato di ospedalizzazioni e di accessi al Pronto soccorso, una elevata emigrazione ospedaliera, una percentuale più alta di abbandono scolastico, una minore competenza alfabetica, una quota più elevata di persone con al massimo la licenza media, una consistente riduzione della rappresentanza politica delle donne e un divario occupazionale di genere più elevato. Il documento che ci viene presentato oggi racchiude quindi un grosso lavoro di analisi che ci consegna un quadro dettagliato della Valle d'Aosta ma è del tutto privo delle strategie per dare delle risposte. Manca la visione.»

Il Consigliere della Lega VdA Diego Lucianaz ha osservato: «Nel documento, evidentemente calato dall'alto e proveniente da istituzioni internazionali e sovranazionali, si leggono gli obiettivi da perseguire quali porre fine a povertà e alla fame nel mondo; assicurare salute e benessere a tutte le età; combattere l'ineguaglianza all'interno delle nazioni; rendere l'inclusività più sostenibile, ecc. Le nostre strutture regionali, già fortemente sollecitate, hanno dovuto concentrarsi su queste indicazioni di carattere assolutamente generale. Questo approccio, decisamente di sinistra, sostiene un'organizzazione del lavoro a cascata, calato dall'alto verso il basso che va dal grande al piccolo. Si ribaltano così i principi della nostra cultura autonomista che, invece vuole che si compia il percorso esattamente inverso partendo dal basso per arrivare verso l'alto, dando la giusta centralità al "piccolo" rispetto al "grande". Siamo passati dal pensiero federalista a un concetto che ci considera meri esecutori degli obiettivi fissati da altri.  Non sosterremo questo piano che non ci piace e non tiene conto di tutta una serie di problematiche locali. Non abbiamo bisogno di indirizzi ONU o europei. Per trovare la soluzione basterebbe ascoltare un po' di più le realtà locali.»

L'Assemblea ha anche approvato, con 18 voti a favore (UV, AV-VdAU, FP-PD, SA, GM) e 17 astensioni (Lega VdA, PlA, PCP, FI), il programma di dismissione di beni di immobili di Vallée d'Aoste Structure che comprende tre terreni edificabili di una superficie di 1684 metri quadrati siti nel comune di Aosta.

La proposta di complemento regionale per lo sviluppo rurale del piano strategico della Politica agricola comune 2023-2027 della Regione è stata rinviata in Commissione su proposta dell'Assessore all'agricoltura.

I lavori sono sospesi e riprendono domani alle ore 9.

 

SC-LT

 

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Comunicato n° 12 del 12 gennaio 2023
Approvate le disposizioni in materia di reclutamento di personale sanitario

 

Nella seduta consiliare del 12 gennaio 2023, il Consiglio Valle ha approvato all'unanimità il disegno di legge che contiene disposizioni organizzative temporanee e urgenti in materia di reclutamento di personale da parte dell’azienda USL della Valle d’Aosta oltre che di organizzazione del sistema sanitario regionale e di formazione in ambito sanitario.

Sul testo è stato depositato un emendamento dal gruppo PCP, che è stato respinto dall'Aula.

Presentato dalla Giunta il 30 novembre 2022, il testo di legge è stato licenziato dalla quinta Commissione il 21 dicembre e ha ottenuto il parere di compatibilità finanziaria della seconda il 9 gennaio 2023: si compone di undici articoli che introducono una nuova disciplina, in via sperimentale per il triennio 2023-2025, per il reclutamento di personale sanitario e di operatori socio-sanitari. In particolare, si prevede che i candidati che non superino la preliminare prova di accertamento linguistico siano comunque ammessi alle prove successive: al termine del percorso saranno inclusi in apposite graduatorie separate che potranno essere utilizzate dall’azienda USL esclusivamente per assunzioni a tempo determinato, senza corresponsione dell’indennità di bilinguismo, per una durata di trentasei mesi. Il personale che, entro trentasei mesi, supera la prova di accertamento linguistico matura il diritto all’assunzione a tempo indeterminato.

«La necessità e l'urgenza di prevedere nuove modalità di reclutamento - ha detto il Consigliere Andrea Padovani (FP-PD), relatore del disegno di legge - derivano dalla particolare pressione cui il sistema sanitario regionale è stato sottoposto negli ultimi anni, aumentata a seguito dell'emergenza da Covid-19. Il sistema di reclutamento previsto dalla normativa vigente non ha, infatti, consentito di rispondere adeguatamente alla forte domanda di nuove professionalità. In particolare, le modalità di accertamento linguistico, per quanto riguarda il reclutamento a tempo indeterminato, si sono rivelate in diversi casi non funzionali alle esigenze. Con questo provvedimento si interviene in modo che il principio del bilinguismo, riconosciuto e tutelato dallo Statuto speciale, possa andare di pari passo con il principio costituzionale della tutela della salute, che deve essere garantito dalla Regione nell'ambito delle sue competenze legislative e amministrative.»

«Il testo - ha proseguito Padovani - reca poi disposizioni urgenti in materia di organizzazione del sistema sanitario regionale e di formazione in ambito sanitario riguardanti, in particolare, l'ipotesi di commissariamento dell'azienda USL (che deve essere ridisciplinata a seguito della dichiarazione  di illegittimità costituzionale del comma 3 dell'articolo 16 della l.r. 5/2000), la definizione del numero di strutture complesse, semplici e semplici dipartimentali nell'ambito dell'atto costitutivo aziendale, le strutture residenziali e semi-residenziali, socioassistenziali e sociosanitarie pubbliche e private, nonché i corsi di laurea triennali delle professioni sanitarie istituiti in Valle d'Aosta sulla base di specifici protocolli di intesa con le università.»

Il dibattito in Aula

La Capogruppo di PCP, Erika Guichardaz, ha definito il disegno di legge «necessario, anche se lo diciamo con rammarico. Da autonomista, pensare che si vada ad intaccare uno dei principi del nostro particolarismo ci lascia con l'amaro in bocca. D'altra parte, ci rendiamo conto della grande emergenza che sta interessando la sanità valdostana e nazionale e togliere dei vincoli può aiutare il reperimento di personale. Questa è una legge di emergenza, della "disperazione", pensata in modo sperimentale che, immagino, potrà essere modificata in futuro adeguandola ai mutamenti della situazione. La carenza di personale non è legata al solo all'accertamento del francese ma anche ad altri gap importanti, come la difficoltà legata alla progressione di carriera e il fatto di avere un vecchio presidio ospedaliero. Questa legge insieme all'indennità di attrattività e ad altre misure potrà facilitare il reperimento di ulteriori risorse. Tuttavia noi crediamo che ci voglia più coraggio e per questo abbiamo presentato un emendamento, costruito e condiviso con il gruppo di Valle d'Aosta Aperta, con cui si dà l'opportunità anche a chi non ha passato lo sbarramento della lingua francese di poter essere assunto a tempo indeterminato ispirato sia al principio di non discriminazione sia perché riteniamo questa modifica più appetibile per il reclutamento di personale. Questo a tutela del diritto costituzionale alla salute ma anche per limitare le forme di precariato. Precarizzazione che non pare trovare una motivata e adeguata giustificazione nell'obbiettivo della tutela della minoranza francofona. Voteremo comunque la norma che riteniamo migliorativa ma chiediamo più coraggio al Governo affinché limiti il più possibile i vincoli alle assunzioni.»

Il Consigliere di Forza Italia Mauro Baccega, nell'annunciare il voto favorevole, ha osservato che «questo provvedimento è la riproposizione di una norma di emergenza già attivata in piena pandemia da Covid e scaduta a luglio 2022. Gli ordini professionali e le organizzazioni sindacali del personale USL auditi in Commissione hanno lamentato una serie di criticità: il mancato coinvolgimento delle figure tecniche e amministrative che fanno parte del sistema, la necessità di sentire la base e le organizzazioni sindacali nella predisposizione del nuovo atto aziendale. Abbiamo anche preso atto che le norme sull'attrattività non hanno avuto i riscontri auspicati e molti concorsi vanno ancora deserti nonostante gli incrementi retributivi introdotti. C'è una timida inversione di tendenza, perché abbiamo appreso che qualche figura sanitaria sta tornando, ma il saldo è ancora negativo tra entrate e uscite dal sistema, così come c'è ancora un'importante carenza di organizzazione. Per noi di Forza Italia è necessario provarle tutte per trattenere e per attrarre: questa è la ragione del nostro voto a favore. Le carenze di personale sono diffuse in tutta Italia, così come c'è il problema delle lunghe liste di attesa, per gli interventi chirurgici, per l'accesso al Pronto soccorso: l'obiettivo è quello di dare risposte ai valdostani in ambito sanitario. L'auspicio per il futuro è che si arrivi ad una nuova organizzazione della sanità, attivando anche collaborazioni con il privato, così come sarà necessario arrivare ad un più efficace e più attuale atto aziendale.»

Il Consigliere Claudio Restano (GM) ha commentato: «Questa è una norma attesa perché, oltre al capitolo sul bilinguismo, contiene aspetti altrettanto, se non più, importanti. Finalmente vengono ritoccate le articolazioni delle aree organizzative, in deroga al decreto Balduzzi, per il numero di strutture complesse e, a cascata, per quelle semplici. Elemento, questo, che ci consentirà di potenziare l'attrattività nei confronti del personale consentendo di rendere più attrattiva la nostra Azienda perché, da sola, l'indennità di attrattività non è sufficiente. Tale decisione ci permette di definire il nuovo Atto aziendale, atteso da tempo, rinnovando in maniera radicale la politica sanitaria valdostana. Il nuovo testo di legge permette poi di riallineare gli indirizzi destinati al Direttore generale dell'AUSL alla delibera di finanziamento dell'Azienda sanitaria regionale e di misurare quindi le prestazioni aziendali anche attraverso la redazione del Piano attuativo locale. Si potrà dunque agire sui metodi di valutazione dei dirigenti e, a caduta, su tutti i funzionari. Ulteriore elemento caratterizzante della norma è la decisione di supportare le strutture sanitarie e socio-sanitarie del territorio con personale medico e operatori sanitari, si tratta di un'inversione di tendenza rispetto al recente passato. Questo nuovo testo di legge consentirà inoltre una maggiore collaborazione tra Azienda e Regione, dando anche risposte strutturali. Un passo epocale, un'inversione di tendenza che darà maggior forza e credibilità alla politica rispetto all'Azienda sanitaria.»

Le Chef de groupe AV-VdAU, Albert Chatrian, a soulevé la difficulté «d'insérer dans le cadre de notre Statut cette intégration sur l'examen du français dans les concours, mais il était important de le faire: nous donnons une opportunité en plus de recruter du personnel sanitaire tout en conjuguant la défense de notre Statut avec la nécessité d'avoir des médecins et des professionnels sanitaires, dont nous avons un grand besoin. Par ce projet de loi nous allons aussi créer les conditions pour adresser les décisions du Directeur général en donnant la possibilité de revoir l'organisation à l'intérieur de l'Agence USL: le rapport entre l'Agence et les professionnels est fondamental pour assurer la qualité de la vie et du service dans le but d'atteindre l'objectif de donner des réponses au territoire, aux petites communes et à la médecine en général.»

«Già tre anni fa - ha dichiarato la Consigliera di PCP Chiara Minelli - la situazione della sanità era preoccupante e avevamo insistito molto con l'allora Assessore Baccega perché si intervenisse sulla questione dell'esame di francese. Oggi la situazione si è fortemente aggravata. La norma è dettata da un'emergenza che probabilmente si protrarrà nel tempo perché la formazione di medici e di operatori sanitari richiede tempi lunghi. Bisogna correre ai ripari. Molto prima di noi lo ha fatto la Provincia di Bolzano. La norma è importante e avrebbe dovuto essere votata già tempo fa.»

Per il Capogruppo di Pour l'Autonomie, Marco Carrel, «il bilinguismo è il valore fondante del nostro Statuto speciale e per noi questo principio è ben saldo, ma viviamo un momento in cui la crisi sanitaria è sotto gli occhi di tutti. Questo disegno di legge è un tentativo di porre rimedio ad una situazione critica, che non riguarda solo la Valle d'Aosta, ma che vede la nostra regione in seria difficoltà anche per la sua configurazione geografica. Noi approveremo questo provvedimento perché non toglie il francese, ma permette di fare l'esame entro i 36 mesi dall'assunzione: toglie quindi tutti gli alibi che ci siamo costruiti per avere una sanità efficace ed efficiente.  Secondo noi, non è certamente il francese il problema, le criticità sono ben altre e su queste dovremo lavorare, a partire dal miglioramento del clima e dell'organizzazione aziendale dell'USL.»

Le Conseiller Diego Lucianaz, en annoçant le vote en faveur du groupe Lega Vallée d'Aoste, a dit: «Cette loi pourra finalement être la bonne occasion pour les salariés qui bénéficient de la prime du bilinguisme de maîtriser correctement la langue française.»

Il Capogruppo di FP-PD, Paolo Cretier, ha parlato di «una norma attesa, necessaria e urgente, ma sperimentale, contenente la clausola valutativa che consentirà di programmare meglio. Si tratta di un altro tassello importante cui come gruppo diamo pieno sostegno, senza ma e senza dubbi ulteriori perché è un ennesimo passo per intervenire in un settore con la copertura dei posti, la fornitura di servizi adeguati per la prevenzione e la cura dei cittadini e delle loro famiglie non solo a livello centrale ma anche pensando ai territori, alle vallate alpine e agli ambulatori.»

«La specificità linguistica è uno dei pilastri della nostra Regione - ha premesso nella replica del Governo, l'Assessore alla sanità, Roberto Barmasse -. Con questa norma stiamo avviando un percorso sperimentale con la finalità di consentire a chi partecipa ai concorsi di essere assunto a tempo indeterminato previo superamento dell'esame di francese entro 36 mesi dall'assunzione ma non solo. Daremo la possibilità al personale di fruire di corsi di francese gratuiti, pagati dall'Azienda, orientati non solo al superamento dell'esame, in quanto consentiranno anche di appropriarsi veramente di una nuova lingua, approfondendo nel contempo la cultura valdostana. In questo periodo di profonda crisi e di quotidiana guerra che le strutture sanitarie stanno vivendo, bisogna fare delle scelte e questa norma rappresenta un notevole passo avanti nella ricerca del personale, conciliandosi però con i principi del nostro Statuto speciale, di cui la conoscenza del francese è uno dei pilastri inderogabili. Essere assunti a tempo indeterminato senza aver superato il francese andrebbe a minare uno dei nostri fondamenti statutari.»

 

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Comunicato n° 13 del 12 gennaio 2023
Question time sulla diminuzione dei costi a carico di famiglie e imprese

 

La diminuzione dei costi a carico di famiglie e imprese, a seguito della riduzione dell'IVA sul pellet e sui servizi di teleriscaldamento, è stata al centro di un'interrogazione a risposta immediata del gruppo Lega Vallée d'Aoste, discussa nella seduta consiliare del 12 gennaio 2023.

In particolare, il Consigliere Christian Ganis ha voluto conoscere, a fronte degli interventi e degli emendamenti inseriti nella legge nazionale di bilancio 2023, adottati a favore dei cittadini, quale sia la stima della riduzione dei costi.

Il Presidente della Regione, Erik Lavevaz ha spiegato: «La riduzione dell'aliquota IVA sul pellet dal 22 al 10%, introdotta dal Governo nazionale, purtroppo non è di per sé sufficiente a compensare gli aumenti. Un sacco di pellet costa oggi più di 10 euro a fronte dei 5 dell'anno scorso. L'aspetto dei costi energetici è dunque un problema che permane e va a sommarsi all'aumento generale del carburante

Il Capogruppo Andrea Manfrin ha replicato: «Rivendico il lavoro svolto dal gruppo Lega per la riduzione dell’IVA sia sul pellet che sul teleriscaldamento.»

 

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Comunicato n° 14 del 12 gennaio 2023
Interrogazione a risposta immediata sulle candidature per le Olimpiadi 2030

 

Si è parlato dei Giochi olimpici nella seduta consiliare del 12 gennaio 2023, con un question time del gruppo Pour l'Autonomie che ha interrogato il Governo per sapere se corrisponda al vero la notizia di questo mese di gennaio della presentazione di un dossier di candidatura per i giochi del 2030 che riguarda l'Espace Mont-Blanc, raggruppando Svizzera, Italia e Francia e dunque anche la Valle d'Aosta.

L'Assessore allo sport, Jean-Pierre Guichardaz, ha riferito che «si tratta di un'ipotesi a lunghissimo termine visto che si parla del 2034 o addirittura del 2038 coinvolgendo non solo la Valle d'Aosta e neanche un singolo Stato ma ben tre. Il Governo regionale non ha elementi per dire se la notizia corrisponda al vero e non ha idea di chi partecipi alla stesura del dossier per la Regione Valle d’Aosta, se mai esistesse un dossier. Da quello che si legge, anche la composizione del fantomatico comitato svizzero resta nel mistero così come i contenuti della proposta di candidatura. Posso solo dire che la candidatura non è né nel programma di Legislatura, né nel DEFR e nemmeno se n’è mai parlato in maggioranza

Il Consigliere Marco Carrel ha commentato: «Certi dossier vanno seguiti in più Legislature ma qualcuno deve iniziare ad analizzarli, ponendosi il quesito se farli o non farli e come svilupparli.»

 

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Comunicato n° 15 del 12 gennaio 2023
Question time sulla gestione del teatro Splendor e della Saison Culturelle

 

L'esternalizzazione della gestione tecnico amministrativa e artistica del teatro Splendor e della Saison Culturelle 2023-2024 è stata trattata nell'adunanza del Consiglio regionale del 12 gennaio 2023 con due interrogazioni a risposta immediata presentate dai gruppi Forza Italia e Progetto Civico Progressista.

Il Capogruppo di FI, Pierluigi Marquis, si è detto «perplesso riguardo alla delibera approvata a fine anno per appaltare la Saison Culturelle: un Saison che è sempre stata un fiore all'occhiello dell'Assessorato della cultura e un'attività che ha avuto l'obiettivo di colmare il gap culturale della Valle d'Aosta rispetto ad altre realtà. Inoltre, negli atti si legge che l'Amministrazione non considera questa esternalizzazione dei servizi come la soluzione migliore, ma l'unica possibile. Vorremmo quindi capire quali siano l'urgenza e le ragioni tecniche che hanno portato a questa decisione.»

La Capogruppo di PCP, Erika Guichardaz, ha aggiunto: «Nella delibera si parla di carenza di personale e di elasticità operativa rispetto alle esigenze della domanda, mancanza di una struttura autonoma e responsabilizzata rispetto agli obiettivi dell'ente pubblico, difficoltà a sviluppare specifiche professionalità e competenze tecniche sia direzionali sia operative. Si evidenzia inoltre che, a fronte di una terra storicamente vocata alla propria cultura e tradizione, non corrisponde una pari vivacità dell'attività imprenditoriale privata nel settore dello spettacolo dal vivo. Quando si è discusso del DEFR si è parlato dell'importanza della Saison e della grande competenza che c'è attorno al confezionamento di questa rassegna, senza nemmeno accennare a possibili esternalizzazioni: come mai a distanza di così poco tempo c'è stato un così forte cambio di impostazione operativa?»

L'Assessore ai beni culturali, Jean-Pierre Guichardaz, nel premettere che «la Regione non si sta privando delle Saison e della sua organizzazione», ha ricordato che «ad aprile 2022 abbiamo dato mandato alla competente Struttura di sottoporre alla Giunta un progetto per la futura gestione tecnico-amministrativa e artistica del Teatro Splendor, a partire dalla stagione 2023-2024, volto a salvaguardare la continuità del Teatro e dell’offerta artistica per il tramite di una delle forme di gestione previste dall’ordinamento. Il progetto è stato approvato il 28 dicembre 2022 e consiste in un appalto pubblico di servizi per la gestione del Teatro e delle attività artistico-teatrali della durata di 2 anni di primo affidamento, con previsione espressa della facoltà di ripetizione del servizio per ulteriori 2 anni. I servizi oggetto dell’appalto sono i servizi culturali e segnatamente la Saison Culturelle, i servizi tecnici ed eventualmente il servizio di gestione del bar.»

L'Assessore si è quindi detto disponibile ad approfondire in Commissione la questione in quanto «le ragioni alla base della scelta, sia di ordine tecnico che economico-finanziario, sono diverse, complesse ma soprattutto concatenate. Sinora la Saison Culturelle è stata direttamente organizzata dalla Struttura attività culturali: tutta una serie di attività sono svolte internamente dai dipendenti, altre necessità vengono soddisfatte acquistando sul mercato singoli servizi da diversi fornitori, ciò presupponendo a sua volta l’espletamento di pratiche amministrative da parte dei dipendenti; il tutto internamente progettato e coordinato affinché ogni tassello del progetto complessivo di una stagione artistica sia completato nel giusto momento temporale. L’intenzione per il futuro è acquisire da un solo soggetto privato i servizi necessari alla realizzazione della Saison Culturelle, e questo per far fronte in modo particolare alla riduzione del personale interno e alle connesse competenze acquisite in anni di esperienza diretta.»

 «La Regione - ha concluso l'Assessore - non sta dunque concedendo il Teatro Splendor ad un soggetto privato autorizzandolo, sulla base di un contratto di servizio, ad organizzare una “sua” stagione culturale, da cui ricavare gli introiti a remunerazione del proprio operato. Sta cercando di acquisire in blocco una serie di servizi restando l’organizzatrice della Saison, di modo da sfruttare le possibilità del mercato e compensare la carenza interna di personale. Quindi in realtà si sta lavorando ad un modello che produca, per quanto possibile, lo stesso risultato operando però non, o non maggioritariamente, con personale interno. Non serviva, quindi, un cambio del DEFR in quanto non c’è un sostanziale cambio di impostazione.»

«Non siamo convinti della risposta - ha replicato il Capogruppo Marquis -: l'argomento è complesso e questa forma mista sarà ancora più difficile da gestire sia sotto il profilo degli obiettivi sia sotto il profilo tecnico-finanziario. Ci chiediamo: se l'Assessore fosse alla sanità, vista la carenza di personale, esternalizzerebbe l'ospedale? Non è così che si deve fare quando si programma, ci si deve organizzare.»

La Capogruppo Guichardaz si è detta «ancora più stupita che nel DEFR non si sia detto nulla visto che era già dall'aprile 2022 che si stavano facendo delle riflessioni. Accolgo con favore l'organizzazione di un incontro all'interno della quinta Commissione, chiedendo di anticipare lo studio legale citato nelle premesse della delibera che prevede l'esternalizzazione. Ieri, esaminando la Strategia di sviluppo sostenibile, si è parlato della necessità di costituire presìdi stabili di professionalità e competenze evitando eccessive esternalizzazioni: mi sembra che si scrivano delle cose nei piani strategici e poi si faccia altro con le delibere di Giunta.»

 

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Comunicato n° 16 del 12 gennaio 2023
Interpellanza sulla crisi della ristorazione collettiva

 

Le criticità nel settore della ristorazione collettiva sono state affrontate dall'Aula con un'interpellanza presentata dal gruppo Forza Italia nella seduta consiliare del 12 gennaio 2023.

«A causa della crisi energetica e dell'inflazione il costo per la preparazione di un piatto è aumentato del 55% ma il prezzo di un pasto è rimasto invariato poiché spesso legato a singoli appalti - ha sottolineato il Consigliere Mauro Baccega -. Il comparto della ristorazione collettiva che, a livello nazionale, serve ogni giorno 5 milioni di pasti e compie un servizio essenziale per tutta la comunità, è in forte crisi con mense che rischiano di chiudere. Interpelliamo il Governo per sapere se questa criticità coinvolge anche la nostra regione, fortemente interessata dal fenomeno dei buoni pasto per la mensa dei dipendenti pubblici; se si ritiene opportuno approfondire la questione e prendere iniziative per garantire e salvaguardare la qualità e la quantità dei cibi somministrati

«Gli effetti della pandemia, dell'aumento dei costi delle materie prime e dell'energia, unitamente alla crescita dell'inflazione di questo periodo economico, hanno avuto degli impatti anche in questo settore - ha affermato il Presidente della Regione, Erik Lavevaz -. Ad oggi, non abbiamo contezza di situazioni puntuali di estrema criticità nella ristorazione collettiva in Valle d’Aosta. I servizi di mensa degli enti locali sono ben monitorati, mentre, per quanto riguarda l’Amministrazione regionale, non esiste un servizio di mensa, ma un servizio sostitutivo con esercizi convenzionati. Il valore del buono pasto è rimasto invariato a 6,50 euro e stiamo ragionando anche con i sindacati sulla possibilità di aumentare il buono mensa anche se non esiste un grosso margine, dal momento che la norma nazionale prevede un massimo di 7 euro. Va comunque detto che nel 2022, l'utilizzo dei buoni pasto è tornato al periodo precedente alla pandemia. La questione delle mense è molto importante e l'Amministrazione è impegnata a monitorarne l'andamento anche per quanto riguarda la quantità e la qualità dei pasti somministrati

Il Consigliere Baccega, dichiarandosi soddisfatto della risposta, ha replicato: «è positivo che in Valle non ci siano criticità estreme anche se le aziende sono in grossa difficoltà. Rimane comunque l'esigenza di monitorare la situazione e sarebbe auspicabile la costituzione di una Commissione per la verifica della qualità e quantità dei pasti erogati soprattutto nelle mense scolastiche e in quelle legate alla sanità e alle strutture socio sanitarie sul territorio. Invito il Governo a tenere alta l'attenzione

I lavori sono sospesi, riprendono alle ore 15.00.

 

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Comunicato n° 17 del 12 gennaio 2023
Interpellanza sui contributi straordinari a fondo perduto per le aziende agricole

 

Con un'interpellanza presentata dal gruppo Lega Vallée d'Aoste nella seduta consiliare del 12 gennaio 2023 si è parlato di contributi straordinari a fondo perduto per le aziende agricole.

Il Consigliere Dino Planaz ha ricordato che «per fronteggiare lo straordinario incremento dei prezzi dell'energia e dei cereali, è stato previsto con legge regionale n. 25/2022 un contributo in misura fissa per i capi bovini e ovicaprini detenuti dalle aziende agricole, concesso nell'ambito del Quadro temporaneo di crisi a seguito dell’aggressione della Russia contro l’Ucraina. Il limite minimo di contributo è stato fissato a 400 euro per azienda e, inoltre, sono stati esclusi gli ovicaprini non produttivi, razze autoctone che vengono allevate unicamente per la produzione di carne o altri derivati, come, ad esempio, la pregiata lana della specie Rosset. Chiediamo i motivi di queste scelte e come si intenda risolvere questa disparità di trattamento.»

L'Assessore all'agricoltura, Davide Sapinet, ha riferito che «il 65/70 per cento di questi aiuti sono stati liquidati entro la fine dell'anno, mentre il restante dei pagamenti è in corso. Le risorse totali erano 3 milioni di euro, erogabili in parte corrente: il loro reperimento non è stato banale in quanto non era possibile utilizzare l'avanzo 2021 (che era disponibile solo per spese di investimento). Andavano, poi, ovviamente posti dei limiti, che sono stati condivisi con l’associazione di categoria. Si è ritenuto che la dimensione minima per considerare un’impresa zootecnica economicamente sostenibile sia rappresentata da una consistenza di capi pari a 2 UBA, corrispondente a 2 capi bovini adulti o 8 capi ovicaprini, sapendo che al di sotto di tale consistenza le aziende zootecniche sono generalmente autorizzate nella modalità dell’autoconsumo.»

L'Assessore ha poi ricordato che «l’aiuto al settore è stato concepito per sostenere le aziende dedicate alla produzione di latte: noi abbiamo voluto, a seguito del confronto con le associazioni di settore, estendere il sostegno, anche se di importo più limitato, alle manze con età superiore ai 24 mesi in quanto questi capi rappresentano la rimonta interna aziendale, ossia i capi allevati per garantire il mantenimento del potenziale produttivo dell’azienda e, quindi, per assicurarne la continuità produttiva, fondamentale soprattutto quest'anno quando alcune aziende hanno scelto di abbattere dei capi produttivi per contenere i costi di alimentazione e gestione della stalla. Per il settore ovicaprino sarebbe stato, invece, difficoltoso individuare correttamente i capi destinati alla rimonta interna. Pur essendo, questo, un settore in espansione con un'importante funzione di preservazione dei pascoli nelle zone marginali, molte attività ovicaprine ancora non rivestono un carattere imprenditoriale, trattandosi spesso di aziende senza la partita IVA, che rappresenta la condizione minima per poter usufruire dei contributi previsti dagli aiuti di stato. Il Quadro temporaneo è stato prorogato fino al 31 dicembre 2023 e, pertanto, altri eventuali aiuti straordinari per il settore ovicaprino potranno essere messi in campo. Una specifica azione di confronto è stata attivata perché si vuole dare maggiore spazio a questo comparto per evitare eventuali disparità.»

«Si tratta di 4/5mila caprini e ovini in Valle d'Aosta - ha replicato il Consigliere Planaz -: le risorse assegnate, se si facevano altre scelte, potevano bastare per tutti, anche per le attività ovicaprine. C'è stata un'evidente disparità: non è questa la direzione da seguire. Questa è una misura di emergenza, quindi doveva essere garantita a tutte le aziende, altrimenti rischiamo di farle chiudere. Noi come Regione autonoma potremmo andare in deroga a regole comunitarie o nazionali. Dobbiamo porre maggiore attenzione a questo settore che è in forte crisi, ma che è essenziale per il mantenimento del territorio.»

 

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Comunicato n° 18 del 12 gennaio 2023
Interpellanza sul ritorno del Tour de France in Valle d'Aosta

 

Con un'interpellanza presentata dal gruppo Lega Vallée d'Aoste nella seduta consiliare del 12 gennaio 2023 sono state affrontate le strategie per favorire un eventuale ritorno del Tour de France nella nostra Regione.

Il Consigliere Dennis Brunod ha evidenziato che «un sito specializzato in eventi sportivi on line, riporta che il Tour de France 2024 partirà da Firenze, con tre tappe che attraverseranno l'Italia. Nel 2019, la nostra Regione aveva avviato un progetto di candidatura congiunta della Regione e del Valais finalizzata a far diventare la Valle d'Aosta una possibile protagonista al Tour, il cui arrivo o transito avrebbe ricadute significative per il nostro territorio dal momento che rappresenta il terzo evento mondiale dopo le Olimpiadi e i Mondiali di calcio. Chiediamo se, in continuità con il lavoro già svolto in passato, si intenda procedere, con quali tempistiche e obiettivi, per riportare nuovamente il Tour de France nella nostra regione

L'Assessore al turismo, Jean-Pierre Guichardaz, ha risposto: «Al momento del nostro insediamento, complice il Covid, i dossier su cui dedicarsi sono stati molteplici. Abbiamo deciso, con non pochi sforzi, di riportare il Giro d’Italia in Valle con un ottimo riscontro sulla tappa Rivarolo-Cogne 2022. Nel frattempo, ci siamo confrontati con chi aveva contribuito a redigere una prima bozza delle possibili tappe di percorso da proporre alla società organizzatrice del Tour de France (Amaury sport organisation) e ho incontrato, a luglio di quest’anno a Gressoney, i rappresentanti del comitato di tappa del 2016 della città di arrivo della Vallée du Trient con l'idea di costruire una candidatura concertata e costruita sulla base dei requisiti specifici richiesti da questa manifestazione. Il Tour de France è una manifestazione in grado di assicurare una grande visibilità ai territori che attraversa. Nel corso di quest’anno, in cui la Valle d’Aosta detiene il titolo di Regione europea dello sport e l’Assessorato intende dedicare una parte rilevante della propria attività alla promozione dello sport e del turismo sportivo, riprenderemo anche la questione Tour de France. Dopo gli arrivi del 1949 e del 1959 e il passaggio del 2009 "colle Gran San Bernardo - Piccolo San Bernardo" i tempi sono maturi per riportare il Tour in Valle. Stiamo verificando la possibilità di candidare nuovamente, in collaborazione con Vallese, Savoia e Alta Savoia, una località della nostra regione come tappa di arrivo o partenza. Abbiamo già preso contatto con la Amaury sport organisation per un appuntamento con il signor Proudhomme al quale presenteremo una proposta che valorizzerà la transfrontalierità della tappa e ci proporremo come “ville-étape”. Stiamo provando anche ad organizzare un incontro con la Carovana del Tour durante una tappa del 2023. Bisogna anche tenere presente che il Tour de France quest'anno attraversa l'Italia in modo considerevole e non è detto che, nella logica futura, ci sia l'intenzione di continuare a ripetere l'esperienza di quest'anno.»

Il Consigliere Brunod ha sottolineato che «il Tour è un grande evento che produce ricadute positive sul turismo e nel mondo specialistico dell'outdoor. Bisogna provare a riportarlo in Valle, magari anche con una certa continuità. Il nostro territorio offre dei tracciati davvero interessanti. Certo, le candidature hanno tempi lunghi ma, iniziando a lavorare concretamente da subito, si potrebbe provare di ottenere un inserimento di una tappa del Tour de France che transiti sulla nostra Regione nei prossimi anni, o nella prossima Legislatura, perché queste sono le tempistiche necessarie per una programmazione di grandi eventi

 

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Comunicato n° 19 del 12 gennaio 2023
Interpellanza sulle linee guida in materia di reclutamento del personale con le società partecipate

 

Si è parlato di società partecipate e reclutamento del personale nell'adunanza consiliare del 12 gennaio 2023 con un'interpellanza presentata dal gruppo Pour l'Autonomie.

Il Capogruppo Marco Carrel ha sottolineato che «la legge regionale 20/2016 prevede che sia la Regione a definire le linee guida in materia di reclutamento del personale a cui le società controllate sono tenute a ispirarsi nella predisposizione o nella modifica dei regolamenti di concorso. Lo scorso mese di dicembre, la Giunta ha adottato una delibera con cui approvava queste linee guida: ci chiediamo se ci sia stata una condivisione del testo con le società partecipate prima dell'approvazione e quali i riscontri da parte loro. Vorremmo capire se sia realmente attuabile, altrimenti ci potranno essere dei problemi.»

L'Assessore alle società partecipate, Luciano Caveri, ha risposto: «Per la predisposizione della delibera, abbiamo avuto interlocuzioni continue con Finaosta, da cui dipendono tutte le nostre società partecipate, ma anche con CVA e con il Casinò. La delibera è stata ricevuta da tutte le società e ad oggi non è arrivato nulla che possa mettere in dubbio la sua bontà. Queste sono linee guida che vanno a tutela delle partecipate: è positivo che per queste vi siano dei punti di riferimento precisi per l'assunzione di personale.»

«Apprendiamo che non vi sono state segnalazioni - ha replicato il Capogruppo Carrel -: era questo l'obiettivo politico della nostra interpellanza. Non vorremmo che delle linee guida della Giunta vadano ad ampliare i paletti previsti dalla normativa, altrimenti faremmo un torto alle nostre società. Monitoreremo se tutte le società riusciranno ad approvare i regolamenti secondo queste linee.»

 

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Comunicato n° 20 del 12 gennaio 2023
Interpellanza sul tunnel del Monte Bianco

 

Le chiusure e il futuro del tunnel del Monte Bianco sono stati nuovamente affrontati nella seduta consiliare del 12 gennaio 2023 con un'interpellanza presentata dal gruppo Pour l'Autonomie.

Richiamando l'ordine del giorno approvato dal Consiglio regionale lo scorso mese di dicembre, il Consigliere Augusto Rollandin ha ricordato: «C'est un thème très délicat qui cause beaucoup de préoccupations. L'ordre du jour que nous avons approuvé tout récemment engageait le Gouvernement régional à entreprendre toutes les actions nécessaires afin de trouver les meilleures solutions techniques pour assurer un futur certain à l'itinéraire du tunnel du Mont-Blanc. Aujourd'hui nous reprenons ce thème pour demander au Gouvernement de faire le point sur ce qui a été fait suite à l'approbation de cette initiative. Il faut imaginer une perspective à cette importante voie de communication, sans quoi la Vallée d'Aoste sera marginalisée.»

L'Assessore alle partecipate, Luciano Caveri, ha fatto il punto della situazione complessiva, dando la disponibilità ad andare in Commissione per ulteriori approfondimenti: «Esiste un problema contingente e uno di prospettiva. In questo momento è stato fatto l'appalto per la messa in sicurezza complessiva del tunnel in 18 anni: non sono state trovate soluzioni tecniche per accorciare in maniera drastica i lavori che devono essere svolti; l'unica alternativa alla chiusura totale è stata sostituita dalla soluzione - che è insoddisfacente - di chiusura parziale di 3 mesi l'anno per 18 anni. Chiusure che sono negative per l'economia, ma ad oggi non ci sono alternative. Alla luce della sollecitazione di questo Consiglio, prima di Natale abbiamo incontrato i due parlamentari valdostani, ai quali abbiamo consegnato un dossier nel quale si elenca la situazione prospettica del tunnel del Monte Bianco, un dossier sulle necessità immediate del traforo del Gran San Bernardo e un approfondimento sulle tratte autostradali gestite da SAV e RAV, la cui scadenza delle concessioni è prevista per il 2032. Non abbiamo ancora incontrato il Viceministro Rixi, che ha preso in carico la questione: i parlamentari mi hanno detto che sarà fatto al più presto e che al Ministero stanno vagliando le nostre richieste. A questo si aggiunge la questione della prospettiva: i rapporti con la Francia e con Bruxelles, che devono essere tenuti in primis dal Governo italiano. Le autorità di Bruxelles hanno avviato una discussione sul futuro della rete transeuropea dei trasporti: è quindi il momento di piazzare un secondo tunnel, dove farlo, uno di base o uno parallelo, dovrà essere l'oggetto della negoziazione con i francesi.»

«Cette question traînait depuis des années - a répliqué le Conseiller Rollandin -: il sera nécessaire de faire au plus tôt des rencontres pour comprendre l'intérêt de nos partenaires quant au doublement du tunnel du Mont-Blanc. Ce thème est urgent: on risque de ne plus avoir le tunnel, en sachant que la France n'a pas envie d'avoir des collaborations avec nous sur ce front.»

 

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Comunicato n° 21 del 12 gennaio 2023
Interpellanza sulle misure per evitare le chiusure del tratto autostradale "Morgex-Courmayeur"

 

Con un'interpellanza del gruppo Lega Vallée d'Aoste discussa nella seduta consiliare del 12 gennaio 2023 si è parlato delle chiusure del tratto autostradale "Morgex Courmayeur".

«A causa di particolari condizioni meteo o di interventi di manutenzione nelle ore notturne questo tratto di autostrada è stato interessato da varie chiusure - ultima, quella del 13 dicembre scorso - con conseguenti deviazioni del traffico leggero e pesante sulla strada statale 26 generando una congestione complessiva che crea notevoli disagi per gli utenti, gli abitanti e per le attività commerciali e produttive della zona - ha ricordato il Vicecapogruppo Stefano Aggravi -. Chiediamo di conoscere quale siano le motivazioni che determinano le chiusure e quali siano, nello specifico, quelle del 13 dicembre; quale procedura è posta in essere per la gestione di questi eventi; se ci sono state, e con quali risultati, delle interlocuzioni con i soggetti a vario titolo coinvolti nella gestione del tratto autostradale in gestione alla RAV

Il Presidente della Regione, Erik Lavevaz, ha riposto che «la chiusura del 13 dicembre è stata causata da una manovra vietata del conducente di un mezzo pesante in direzione Monte Bianco che, all’altezza della galleria Leverogne sul viadotto Avise, ha tentato di effettuare un’inversione di marcia all’altezza di un varco riservato agli interventi di emergenza, intraversando il mezzo lungo la carreggiata Nord. La RAV ha quindi disposto, con il supporto della Polizia stradale, l’uscita obbligatoria del traffico allo svincolo di Aosta Ovest/Saint-Pierre avvisando tutti i soggetti coinvolti tramite la Centrale unica di soccorso della Protezione civile. Intervenuto sul posto nell'immediatezza dei fatti, il personale della RAV ha richiesto l’intervento del soccorso meccanico pesante per la rimozione del mezzo, con l’indicazione di raggiungere lo svincolo di Morgex lungo la statale 26, visto il blocco della carreggiata Nord. A questo punto si è verificato un altro problema a causa del blocco di un mezzo pesante bloccato sulla statale 26, causando anche il ritardo nell’intervento sull’autostrada. La RAV ha, di conseguenza, effettuato lo sgombero della neve accumulata sulla carreggiata Nord e riaperto la carreggiata

«In generale, le deviazioni del traffico autostradale della tratta Aosta/Courmayeur sulla viabilità ordinaria sono codificate nel Piano di emergenza autostradale della RAV e sono gestite secondo delle procedure condivise in sede di Comitato operativo della viabilità - ha spiegato il Presidente della Regione -. Le motivazioni sono in generale riconducibili a incidenti lungo l’autostrada o al traffico intenso al traforo del Monte Bianco che creano una serie di situazioni concatenate tra loro: la formazione di code nella galleria Dolonne Nord che, per norma di sicurezza deve essere evitata e che, quindi, comporta l’istituzione dell’uscita obbligatoria a Courmayeur Sud. Vi è poi l’aggravio della situazione della viabilità in direzione del Traforo che comporta l’istituzione dell’uscita obbligatoria a Morgex e, l’ulteriore aggravio della situazione, con formazione di code nella galleria Chabodey, comporta l’istituzione dell’uscita obbligatoria ad Aosta Ovest. In questi casi, la Protezione civile, per il tramite della CUS, attiva gli enti, comandi e organismi progressivamente interessati (Polizia stradale, Carabinieri, Guardia di finanza, Corpo forestale valdostano, ANAS e Polizia locale, in particolare del Comune di Courmayeur, SAV per il presidio e la gestione del traffico nelle intersezioni tra le diverse viabilità comunali, regionali, statali e autostradali). La procedura prevede, inoltre, al fine di ridurre al minimo gli impatti sulla viabilità ordinaria, di utilizzare le aree di regolazione GEIE/TMB, gli stalli presso l’Autoporto nord ed eventualmente altre aree nella zona, al fine di applicare un filtro dinamico dei veicoli.»

Il Presidente Lavevaz ha confermato che «vi sono state interlocuzioni tra tutti i soggetti interessati per rendere maggiormente efficienti ed efficaci le procedure inerenti alle situazioni di traffico intenso al traforo del Monte Bianco. Bisogna cercare di capire come affrontare la problematica che, ormai, non è più un'emergenza ma una costante. Il problema principale è quello degli incolonnamenti nella galleria di Dolonne con la conseguente attivazione delle procedure di sicurezza. Stiamo ragionando sull'ipotesi di "cantierizzare" una corsia e lasciare libera l'altra per gli interventi di soccorso. Ridurre l'incolonnamento a una careggiata sembra una soluzione percorribile e si stanno facendo tutte le verifiche puntuali a livello di sicurezza e sostenibilità della procedura. Per quanto riguarda i mezzi pesanti, nel decreto prefettizio per le limitazioni e divieti di circolazione dei mezzi pesanti, nei giorni festivi o in particolari altri giorni per l'anno 2023 abbiamo inserito uno specifico articolo dedicato ai veicoli diretti al traforo del Monte Bianco. Abbiamo inoltre cercato di utilizzare al meglio l'area di regolazione di Pollein per regolamentare i flussi di traffico e, in caso di nevicate, consentire ai mezzi di attrezzarsi con i dispositivi necessari per viaggiare su strada. Il problema non è semplice ma la situazione che Courmayeur ha vissuto nel corso dell'anno scorso non è più sostenibile e deve essere risolta

Il Vicecapogruppo Aggravi ha osservato: «L'ottimizzazione dell'utilizzo dell'area di Pollein è sicuramente da perseguire. Per quanto riguarda la galleria di Dolonne, sicuramente, stare in coda su un'unica colonna dà comunque degli spazi che non ci sono in altre gallerie. Il problema va gestito e mi auguro che, in vista della stagione estiva, si giunga alla sua definizione, decongestionando il traffico sulla statale, sempre sperando che il tunnel del Monte Bianco rimanga aperto.»

 

LT

 

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Comunicato n° 22 del 12 gennaio 2023
Interpellanza sul trasporto pubblico notturno

 

La razionalizzazione del trasporto pubblico notturno Aosta/Courmayeur e Aosta/Pont-Saint-Martin è stata l'oggetto della discussione in Aula con un'interpellanza presentata dal gruppo Progetto Civico Progressista nella seduta consiliare del 12 gennaio 2023.

La Consigliera Chiara Minelli, riferendosi al servizio di autobus notturno, per cui già attraverso due iniziative il gruppo PCP aveva chiesto una razionalizzazione, e all'indagine online effettuata dalla Regione per il periodo 20 maggio - 31 luglio 2022, ha sottolineato che «dalla documentazione da noi acquisita presso il Dipartimento trasporti risultano 550 questionari - non 1534 come evidenziato dal Presidente Lavevaz lo scorso mese di settembre -, dalla lettura dei quali non trova pieno riscontro la "valutazione assolutamente positiva" riferita dal Presidente. Ad un attento esame del questionario proposto è balzato agli occhi come sia mancata la domanda fondamentale per sapere se il compilatore sia effettivamente un utilizzatore del servizio, in grado di dare risposte mirate al fine della valutazione del servizio stesso. Siamo rimaste sconcertate dalla scelta del Governo di stabilizzare per tutto il 2023 il trasporto pubblico notturno "Aosta/Pont-Saint-Martin/Aosta senza alcuna modifica (364 giorni, 6 corse/die, totale gratuità), dal momento che i dati sull'utilizzo delle varie corse hanno evidenziato che, per alcune di esse e in alcuni giorni della settimana, il numero di utenti è pari a zero e, per altre, di poche unità, mentre gli autobus utilizzati in prevalenza dagli studenti di giorno sono spesso al limite della capienza quando addirittura non la superano. Ma la cosa che ci ha lasciate totalmente basite è che, dopo aver deliberato di stabilizzare il servizio il 30 novembre 2022 e aver predisposto il 9 dicembre l'impegno di spesa per circa 290 mila euro, il 29 dicembre la Regione abbia emesso un laconico comunicato per annunciare che dal giorno successivo il servizio sarebbe "terminato". Abbiamo quindi diffuso immediatamente una nota per esternare il nostro stupore e il giorno dopo il Presidente ha chiarito che la richiesta di sospendere il servizio era giunta direttamente dalla ditta aggiudicataria, per sopraggiunte criticità. Chiediamo all'Assessore di sapere: quanti sono effettivamente i questionari compilati e analizzati e dove è possibile reperire la documentazione; per quale motivo non è stata prevista una domanda specifica per verificare l'utilizzo del servizio da parte del compilatore; con quale criterio si è deciso di prevedere la stabilizzazione del trasporto notturno gratuito sette giorni su sette per 364 giorni annui; se è intenzione provvedere a una razionalizzazione di questo servizio, del costo di circa 290 mila euro, sulla base di un'analisi più ragionata e approfondita dei dati di utilizzo delle singole corse, prevedendo l'introduzione di una tariffazione adeguata, evitando così l'anomalia per cui il servizio è a pagamento per chi lo utilizza per andare a scuola ed è invece gratuito per chi se ne serve per motivi di svago; ma chiediamo anche di avere chiarimenti circa la decisione di terminare il servizio notturno

Premettendo che l'intento della Giunta è sempre quello di allocare in modo corretto e opportuno le risorse pubbliche per il soddisfacimento della domanda di trasporto, il Presidente della Regione, Erik Lavevaz, in qualità di Assessore ad interim ai trasporti ha precisato che «i questionari sui quali è stata fatta l‘analisi sono stati 1534, di cui 498 compilati integralmente e 1036 compilati parzialmente. L’analisi dei dati è stata fatta sulla piattaforma regionale, “LimeSurvey”, messa a disposizione da questa Amministrazione appositamente per queste iniziative, che è progettata per analizzare e rendere disponibili i risultati delle indagini. Per quanto riguarda la mancanza di una domanda per verificare l'utilizzo del servizio da parte del compilatore, il Presidente della Regione ha osservato che: «a parere degli uffici, il questionario non necessitava di una specifica domanda, in quanto la risposta è implicita in molte domande proposte (“frequenza di utilizzo del servizio”, “motivazione utilizzo della linea”, “adeguatezza rispetto alle proprie esigenze”, “corsa maggiormente utilizzata” o “per quale motivo ha scelto questo mezzo pubblico”, “come ritiene questo servizio di trasporto”). Tutte domande chiaramente rivolte all’utilizzatore del servizio

«Il servizio di trasporto notturno è stato momentaneamente sospeso - ha comunicato Lavevaz -. La ditta che lo eseguiva ci ha manifestato una serie di criticità importanti. Innanzitutto, l'annoso problema della mancanza di autisti, nonostante il gestore avesse attivato iniziative molto interessanti per ovviare a questa carenza, assumendo gli autisti a tempo indeterminato prima che conseguissero la patente. In secondo luogo, ci sono stati seri problemi di ordine pubblico legati a episodi di vandalismo con il conseguente blocco del mezzo per essere sottoposto ad una profonda manutenzione. Speriamo comunque di riattivare al più presto questo servizio di cui confermiamo l'utilità sociale. Stiamo facendo tutte le valutazioni del caso ma ci sono aspetti che non dipendono dalla nostra volontà, come la carenza di personale di guida

La Consigliera Minelli ha osservato: «Se facciamo un questionario è per avere delle risposte che ci permettano di decidere come gestire meglio il servizio, altrimenti non serve a niente. Le risposte e i commenti che abbiamo visionato dimostrano che molti compilatori non hanno neanche capito che si trattava di un'indagine di gradimento del servizio notturno. Inoltre, sarebbe stato opportuno e necessario chiedere anche il parere degli autisti. Sul problema della carenza di autisti che condiziona l'erogazione del servizio di trasporto in generale, mi chiedo se la ditta in questione se ne sia accorta solo dopo aver accettato di effettuare la prestazione… Ma soprattutto credo che l'Amministrazione avrebbe dovuto compiere una scelta decidendo una razionalizzazione del servizio notturno, sulla base dei dati di frequenza, magari mantenendolo solo nei fine settimana e nei giorni festivi e introducendo una tariffa adeguata. Infine, per quanto riguarda la sospensione, troviamo assurdo che sia la ditta a decidere la chiusura del servizio, peraltro dopo averlo accettato solo il mese precedente. Da quando l'affidatario può decidere in autonomia questo genere di cose?»

 

LT

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Comunicato n° 23 del 12 gennaio 2023
Tre iniziative ispettive sui lavori sulla strada statale 26 nel tratto di Pré-Saint-Didier

 

Nella seduta consiliare del 12 gennaio 2023, sono state discusse congiuntamente due interrogazioni e un'interpellanza depositate dal gruppo Lega Vallée d'Aoste riguardanti i lavori sulla strada statale 26 interessata da un movimento franoso nel tratto del comune di Pré-Saint-Didier il 25 dicembre scorso.

In particolare, il gruppo ha chiesto di fare il punto sullo stato dei lavori per il ripristino della transitabilità (opere urgenti, tempi e costi), sui contenuti delle interlocuzioni con il Comune, l'ANAS e con le altre autorità coinvolte; se ANAS ritenga di aggiornare il proprio piano degli interventi da eseguire nella zona dopo quanto successo; se siano stati programmati o identificati ulteriori interventi da realizzare sull'area, con quali tempistiche di intervento e relativa copertura finanziaria; se vi siano, sul territorio regionale, altre zone considerate a rischio frana che interessano i tratti di viabilità e quali sono gli accorgimenti adottati per prevenire possibili colate franose.

Il Consigliere Erik Lavy ha evidenziato che «il monte si sta sfaldando, ci sono quindi dei rischi reali. Se non ci fosse stata la strada regionale 39 del Colle San Carlo, La Thuile sarebbe stata completamente isolata con gravi danni alla stagione turistica. La preoccupazione sollevata oggi è quella dei fine settimana: chiederei quindi se la possibilità di aprire la SS26 sia stata valutata.»

L'Assessore alle opere pubbliche, Carlo Marzi, ha anticipato che «è stata avviata la procedura per la dichiarazione dello stato di calamità da parte del Presidente della Regione, che consentirà di operare con ancora maggiore efficacia e rapidità nella realizzazione dei successivi interventi. Entro la fine della settimana prossima, compatibilmente con le condizioni meteo, saranno ultimate le opere di protezione previste e ANAS provvederà alla completa riapertura della statale 26 a collegamento con La Thuile. Su nostra richiesta, ANAS ha ordinato l’utilizzo provvisorio della SS 26 nelle giornate di domenica 8 e lunedì 9 gennaio, a senso unico in direzione Pré-Saint-Didier per garantire il miglior rientro possibile dei turisti da La Thuile in un ponte festivo caratterizzato anche da nevicate. La riapertura della statale ha sgravato il traffico dalla strada regionale 39 che ha garantito il collegamento con La Thuile attraverso il Colle San Carlo, secondo quanto disciplinato da un apposito piano di intervento, denominato "Piano Speditivo". Il fatto che dal 2016 esista un Piano di questo tipo evidenzia l’importanza e la fragilità di questo tratto di strada.»

«Martedì 10 gennaio - ha proseguito l'Assessore - abbiamo incontrato ANAS per definire il cronoprogramma per la riapertura definitiva della SS26 e condividere i futuri interventi da eseguire per la mitigazione del rischio. Nel corso dell’incontro, al fine di continuare ad assicurare minori disagi sulla regionale 39, abbiamo chiesto ad ANAS di ripetere l’apertura provvisoria della statale 26, evidenziando che, qualora le condizioni metereologiche non presentino criticità, si prevede il completamento dei lavori la prossima settimana e quindi la successiva apertura della SS26.»

«L’insieme degli interventi comprende: l’immediata realizzazione di un rilevato paramassi provvisorio per ridurre il rischio sulla SS26 e sulle case presenti nella zona (in fase di ultimazione, circa 70%, che confidiamo termini entro la fine della prossima settimana, meteo permettendo); la bonifica del canalone interessato dallo scivolamento dei massi (completata il 5 gennaio); la bonifica della SS26 dai massi ciclopici che ne hanno invaso la sede (eseguita il 28 dicembre); il ripristino della viabilità con l’adozione di una procedura di gestione della stessa da attivare in caso di condizioni meteo tali da poter determinare nuovi crolli. ANAS ha ripristinato la sede stradale, sistemando le voragini create dalla caduta di enormi blocchi di dimensioni sino a circa 70 metri cubi e posando le protezioni in sostituzione dei guard-rail divelti dal crollo. Il rilevato in corso di costruzione presenta una lunghezza di 43 metri per una altezza di 5,50 metri. La sua altezza è variata anche in funzione della difficoltà di scavare un vallo a monte, a causa della presenza di un cavo di proprietà di CVA da 132.000 volt che presenta tempi troppo lunghi per essere spostato e che obbliga alla preparazione di un fosso a valle del cavo e del rilevato. Il costo complessivo delle opere - tra Regione e ANAS - è stimato sino ad ora in 300mila euro, al netto di eventuali ulteriori problematiche che man mano potrebbero emergere

«Le valutazioni geologiche successivamente eseguite hanno evidenziato la necessità di realizzare ulteriori opere, a carattere definitivo, di mitigazione del rischio a monte della SS 26 - ha specificato l'Assessore -, che prevedono la realizzazione di tre valli/barriere paramassi, una delle quali a monte del rilevato paramassi in corso di realizzazione, in modo da estendere l’area di protezione a monte della strada statale, per costi complessivi tra ANAS e Regione che ammontano a circa 6 milioni di euro

«Rispetto ad altre zone sul territorio dalla mappatura di propensione al rischio - ha detto Marzi -, tutti i Comuni della Valle d’Aosta presentano aree classificate a pericolosità di rischio idrogeologico alta e media per una copertura complessiva dell’83,2% del territorio regionale. Riguardo al rischio frana su tratti della viabilità, la somma tra strade comunali, regionali e statali porta ad un totale di rete viaria di 1.592 km, di questi, 218 km sono classificati ad alta pericolosità e 878 km a media pericolosità. Pertanto, la strategia che abbiamo strutturato si basa su una gestione di mitigazione dei rischi che individua le azioni di protezione da realizzare in una prospettiva di sostenibilità economica e sociale. In particolare, riguardo agli interventi inerenti aree considerate a rischio frana che interessano la viabilità, il DEFR 2023-2025 approvato da questo Consiglio individua 15 interventi che saranno realizzati direttamente dalla Regione, per una spesa complessiva di circa 16 milioni di euro, di cui 6 milioni finanziati dallo Stato. Nel 2021 sono stati stanziati 10 milioni di euro e nel 2022 13 milioni di euro, a questi si aggiungono 25 interventi di somma urgenza, complessivamente, sono quindi stati investiti tra il 2020 e il 2022 circa 35 milioni di euro

La Consigliera Raffaella Foudraz ha ringraziato l'Assessore per la risposta «che fa chiarezza non solo per noi Consiglieri ma anche per tutti i cittadini che in questi 20 giorni hanno dovuto cambiare le loro abitudini. È stato un caso fortuito che questo evento non abbia causato danni a persone e immobili, perché questa strada è particolarmente trafficata. Ci auguriamo che si torni presto alla normalità: La Thuile ha la fortuna di avere il collegamento tramite il Colle San Carlo, che ha però delle pendenze diverse dalla statale 26 e, in caso di neve, la circolazione diventa più pericolosa.»

Il Consigliere Stefano Aggravi ha aggiunto: «Queste nostre iniziative hanno messo in luce il vero problema, ossia lo stato di quella zona. Ora si gestisce la contingenza, ma bisognerà immaginare il futuro: sarà necessario avere buone interlocuzioni con Anas, pensando a cosa fare quando si riaprirà il colle del Piccolo San Bernardo. Rilevo poi che la strada del Colle San Carlo non è fatta per questo tipo di circolazione: occorrerà quindi guardare al futuro del versante per mitigare il rischio e le opere dovranno andare in tal senso, anche per un'attenzione nei confronti delle comunità che stanno a monte, come quella di La Thuile

«La complessità dell'intervento è enorme - ha detto il Consigliere Lavy -. In questi anni di eventi franosi ne abbiamo visti molti: Val Ferret, Gaby, Oyace e Bionaz. Il rischio zero è impossibile da avere ma bisogna lavorare sulla prevenzione e sui pronti interventi che, in questi casi, sono stati assolutamente efficienti e ne abbiamo apprezzato la celerità. Occorrerà mettere in sicurezza anche la strada regionale 39 del Colle San Carlo che, in questo evento, ha dimostrato tutta la sua importanza.»

 

SC

 

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Comunicato n° 24 del 12 gennaio 2023
Interpellanza sulla conservazione del Palazzo Cogne ad Aosta

 

In chiusura della seduta consiliare del 12 gennaio 2023, il gruppo Lega Vallée d'Aoste ha illustrato un'interpellanza sullo stato di conservazione del Palazzo Cogne ad Aosta.

Il Consigliere Luca Distort ha rilevato: «Questo edificio è considerato "monumento" dalla Soprintendenza regionale ai beni culturali e ambientali e le disposizioni europee da cui discende il Codice dei beni culturali e del paesaggio prevedono un'attenta attività di tutela nei confronti di questi beni da parte dei loro possessori. Interpelliamo il Governo per sapere quali azioni ha intrapreso per garantire la conservazione del Palazzo Cogne; quali sono gli intendimenti per il recupero e riuso dell'edificio e quali forme di finanziamento o di cooperazione si intendono prendere in considerazione

L'Assessore alle opere pubbliche, Carlo Marzi, ha informato che «gli interventi eseguiti sul fabbricato (impedimento dell’accesso al cortile interno di via Giorgio Elter; verifica di sicurezza del rivestimento delle facciate esterne e del porticato; posa di specifica rete di protezione del soffitto del porticato per una spesa totale di circa 94 mila euro), sono stati finalizzati all’interruzione del degrado della struttura e a porre maggiori condizioni di sicurezza all’esterno della stessa e hanno consentito di garantire il transito pedonale in sicurezza, sia nel porticato, che all’esterno dell’edificio.»

Sugli intendimenti di recupero dell'edificio, l'Assessore ha precisato che «Palazzo Cogne è inserito dal 2016 nel Piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari attraverso il quale la Regione intende favorire, da parte di soggetti terzi (privati cittadini, imprese o enti locali) la valorizzazione e il riuso dei beni immobili di proprietà non più utilizzati. Il dettaglio dei beni inseriti nel Piano è pubblicato sul sito dell'Amministrazione che può essere contattata per eventuali manifestazioni di interesse. Gli uffici riferiscono che ad oggi non è pervenuta alcuna proposta di partenariato o di progetto. Abbiamo quindi ritenuto di dare particolare evidenza al Palazzo e, con una delibera dello scorso mese di dicembre, la Giunta ha approvato un atto di indirizzo per individuare una futura destinazione dell’immobile, attraverso un bando di concessione per la valorizzazione che si affianca alla possibilità di vendere il bene da parte della Regione e consente di porre le condizioni affinché questo palazzo storico possa essere recuperato.»

Sulla concessione per valorizzazione, l'Assessore Marzi, ha spiegato che «a differenza della concessione ordinaria questa è uno strumento di partenariato pubblico privato che consente di dare in concessione a privati con gara ad evidenza pubblica immobili in concessione/locazione, a titolo oneroso, per un periodo fino a 50 anni. Con questo strumento, l'ente pubblico delega la raccolta delle idee a soggetti terzi con l’obiettivo per il riuso, restauro, ristrutturazione, anche con l’introduzione di nuove destinazioni d’uso finalizzate per lo svolgimento di attività economiche o di servizio per i cittadini. Nel caso di immobili vincolati, gli interventi di restauro e/o ristrutturazione devono essere finalizzati a conservare l’interesse storico, artistico o culturale dell’immobile. L'obiettivo è quello di giungere alla valorizzazione del Palazzo e quindi di Aosta, eliminando ulteriori spese che si renderebbero necessarie se lo stabile restasse vuoto e inutilizzato. Inoltre, la concessione apre la possibilità di ricevere proposte e idee di utilizzo del Palazzo e il fatto che i progetti eventualmente proposti siano in capo al soggetto privato proponente, consente all’Amministrazione di ottenere due risultati: il primo, beneficiare del dinamismo e dell’inventiva che caratterizzano il mercato privato; il secondo, disporre già della valutazione di sostenibilità economica/gestionale dell’iniziativa, in quanto i soggetti che presentano i progetti di valorizzazione sono i medesimi che si occuperebbero della successiva gestione del bene valorizzato

Il Consigliere Distort ha evidenziato: «Condividiamo totalmente l'apertura al project financing. Tuttavia, rilevo che la delibera di Giunta non dà linee di indirizzo sull'utilizzo del Palazzo. È necessario dare un perimetro all'iniziativa del privato, garante di un bene che poi ritorna, in termini di beneficio, alla pubblica amministrazione. L'unico vincolo dato è, invece, quello di tutela storica e culturale ma, dal punto di vista politico non sono arrivate delle indicazioni precise. A dimostrazione dell'abdicazione del Governo su ogni linea di indirizzo. Particolarmente importante sarebbe stato dare linee sulle destinazioni d'uso del Palazzo

I lavori sono conclusi. Il Consiglio si riunirà nuovamente mercoledì 25 e giovedì 26 gennaio 2023.

 

LT

 

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