IX Legislatura

Composizione

IX Legislatura (1988-1993)

La legislatura si apre nel segno del presidente dell'esecutivo uscente. La consultazione elettorale attribuisce ad Augusto Rollandin 12.614 preferenze personali, quasi la metà dei voti dell'Union Valdôtaine (26.960 pari al 34,2%); quasi un valdostano ogni sei ha votato per lui. Da notare che i movimenti regionalisti oltrepassano insieme il 45%. L'Uv ottiene 12 seggi, seguita dalla Dc con il 19,44% e 7 seggi, dal Pci con il 13,90% e 5 seggi, e dagli Adp e dal Psi che confermano i seggi della legislatura precedente, rispettivamente 4 e 3. Anche Nuova Sinistra, il Pri e il Msi mantengono il consigliere ottenuto nella tornata del 1983. Delle 14 formazioni al via ben 5 (Pli, Zona Franca, Artigiani e Commercianti, Psdi e Verdi-Radicali-Indipendenti) non otterranno rappresentanza. La vera sorpresa è la lista Pensionati-Union Autonomiste di Roberto Gremmo, estroverso personaggio già noto nel mondo politico piemontese che si mette in luce nelle frequenti apparizioni televisive e in alcuni virulenti comizi elettorali, e che, con un simbolo che ricorda quello dell'Union, riesce a soffiare ai socialdemocratici, per soli 32 voti, l'ultimo seggio disponibile.

Con questi risultati, l'elezione della giunta è poco più di una formalità, destinata non tanto alla ricerca delle possibili maggioranze, quanto piuttosto alle designazioni interne alle forze politiche. Quasi sorvolato il problema della scelta del presidente, quattro assessorati restano in mani unioniste, due vanno alla Dc e uno agli Adp: mentre Perrin resta all'Agricoltura, Faval passa al Turismo e Voyat alle Finanze, entra in giunta il preside Dino Viérin, già noto per la sua capacità organizzativa e la sua pragmaticità, a cui viene affidato l'assessorato della Pubblica Istruzione; Fosson resta ai Lavori Pubblici, così come Lanivi all'Industria, mentre Lanièce passa alla Sanità e Assistenza Sociale. Presidente del Consiglio diventa Edoardo Bich, che già si era distinto come sindaco di Aosta per doti di eloquenza e per una ironia caustica, davvero "al vetriolo".

Nel dicembre del 1988 vengono varate contemporaneamente due commissioni speciali. La prima, presieduta da Demetrio Mafrica, ha l'incarico di valutare l'impatto sulla Valle del mercato unico europeo che sarà istituito dal 1993; la seconda, presieduta da Roberto Louvin, rappresenta il primo tentativo di revisione e aggiornamento dello Statuto.

A fine gennaio 1989 arriva la sentenza di primo grado del "processo Casinò": per gli amministratori ci sono pesanti condanne, ma resta la possibilità di ricoprire cariche pubbliche fino alla sentenza di Cassazione. Il 24 aprile dello stesso anno vengono celebrati i quarant'anni dell'elezione del primo Consiglio regionale con una lapide commemorativa al numero 3 di via Ollietti, che per tanti anni aveva ospitato la massima assise regionale. Prendono il via nuovi insediamenti industriali, come la Conner Peripherals di Pont-Saint-Martin e la Tecdis di Châtillon.

Sul fronte politico Guy Grimod e Alexis Bétemps vengono confermati alla guida dell'Uv, pochi mesi dopo, sarà abbandonata dall'ex segretario Léonard Tamone il quale fonda il movimento d'opinione degli "Ethnistes valdôtains"; Augusto Fosson subentra a Silvio Trione a capo della segreteria valdostana della Dc.

Dal punto di vista turistico occorre ricordare che ormai la Valle ha un "testimonial" d'eccezione: papa Giovanni Paolo II sceglie nuovamente Les Combes d'Introd per ritemprarsi nel corpo e nello spirito. "In mezzo alle vostre montagne - avrà modo di dichiarare - mi sento più vicino a nostro Signore".

Alle elezioni comunali di Aosta l'Uv diventa la forza di maggioranza relativa con il 20,6% dei suffragi e passa da 5 a 9 seggi; segue la Dc, con il 19%, che conserva i suoi 9 seggi; il Psi e "Città insieme", espressione del Pci, ottengono entrambi il 16,6% dei voti e 7 seggi. Calano gli Adp all'8,3% perdendo 1 seggio, e anche il Pli e il Msi che non hanno più consiglieri nel capoluogo. Debuttano i verdi con un risultato lusinghiero: 6,2% dei voti e 2 consiglieri. Nonostante il successo, l'Uv resta all'opposizione e sindaco è proclamato, in una situazione di latente instabilità, Leonardo La Torre del Psi con una giunta composta da esponenti della Dc, di "Città insieme", del Pri e degli Adp.

Il 6 giugno 1990, mentre il presidente Rollandin è a Barcellona per sostenere la candidatura della Valle d'Aosta alle Olimpiadi invernali del 1998, cade il governo regionale per un accordo anti-Union, che era stato preso segretamente da tutte le altre forze politiche presenti in Consiglio. Il pretesto per quello che fu poi definito "ribaltone" è il voto sulla sottoscrizione di capitale azionario per ripianare le perdite della Centrale Laitière: finisce 22 a 7 e l'Uv si ritrova all'opposizione. Dopo tre settimane di aspre polemiche, si insedia la nuova giunta sotto la presidenza di Gianni Bondaz; assessori: Lanièce all'Agricoltura, Fosson all'Industria e Valerio Beneforti alla Sanità per lo scudo crociato, Martin ai Lavori Pubblici e Claudio Lavoyer, architetto di Pontey, alle Finanze, Liborio Pascale del Psi al Turismo, Pier Carlo Rusci, che sarà il primo e unico repubblicano nella storia dell'esecutivo, alla Pubblica Istruzione. Giulio Dolchi riprende in mano le redini della presidenza del Consiglio.

Nel processo per il Casinò la Corte d'Appello ridimensiona le pene che erano state comminate in primo grado e Giuseppe Borbey, Guido Chabod e Angelo Pollicini vengono assolti.

Nell'aprile del 1991, mentre nel Consiglio comunale di Aosta nasce il gruppo "Costituente Socialista" composto da Guido Dosio, Giovanni Aloisi e Gaetano De Gattis, la maggioranza regionale viene allargata al Pds che aggiunge la nuova denominazione di "Gauche Valdôtaine": 25 anni dopo Claudio Manganoni, un altro comunista, Demetrio Mafrica, torna in giunta con l'incarico di assessore all'Industria, Commercio, Artigianato e Trasporti. Tre mesi dopo viene varato l'ottavo assessorato, con competenze su ambiente, territorio e trasporti, che è affidato ad Augusto Fosson; pochi mesi dopo lo sostituirà un altro Dc, Renato Limonet.

La candidatura olimpica di Aosta incontra sempre più resistenze, complice anche il cambio di linea politica unionista che prima propugna la candidatura e poi favorisce un referendum anti-olimpiadi. Mentre il Cio (solo in tempi recenti si saprà che probabilmente le elezioni non furono regolari) boccia le residue speranze olimpiche, inizia la metanizzazione della regione e lo stesso ente regionale, il Comune di Aosta e altre amministrazioni della vallata centrale saranno soci della Digrava, società incaricata dei lavori e della distribuzione.

All'inizio del 1992 Dolchi lascia la presidenza del Consiglio per accettare la candidatura alle elezioni politiche; gli succede il compagno di partito Enzo Cout, ex insegnante di materie tecniche e titolare di una ditta di legnami, che condurrà il Consiglio per cinque mesi.

Del periodo di amministrazione della giunta Bondaz, restano da ricordare l'istituzione del Difensore Civico (che diventerà operativo solo nel 1995), le polemiche sui tentati accordi con la Mercedes Italia, dapprima per lo sdoganamento dei mezzi di trasporto e quindi per portare in Valle la sede italiana della casa di Stoccarda, e l'avvio della procedura di affidamento del Casinò di Saint-Vincent.

Nell'aprile 1992 un altro "cartello" cerca di contrastare il deputato e il senatore uscenti. Sulla carta il bacino di voti di cui possono disporre Augusto Fosson e Giulio Dolchi, sostenuti da Dc, Pds, Adp, Psi, Pri, Pli e "Zona Franca" dovrebbe mettere al riparo dalle sorprese, ma così non è: i parlamentari uscenti sono entrambi sconfitti ad Aosta, ma recuperano negli altri comuni e vincono piuttosto nettamente. Per Dujany il 47,4% dei voti contro il 43,3% di Dolchi, per Caveri il divario è ancora più netto, con il 49,6% contro il 36,8% di Fosson. Le conseguenze non tardano a farsi sentire anche in Regione, con il cosiddetto "contro-ribaltone": Ilario Lanivi (che si era dissociato dagli Adp e non aveva partecipato al "ribaltone") è il nuovo presidente della giunta, Renato Faval rientra alla Pubblica Istruzione e Augusto Rollandin all'Agricoltura, Forestazione e Risorse Naturali (dove verrà sostituito da Joseph-César Perrin per l'ultimo semestre della legislatura), Ugo Voyat va al Turismo, mentre l'altro assessorato unionista, quello dei Lavori Pubblici, viene affidato a Franco Vallet; a Demetrio Mafrica, che resta all'Industria, si affianca nell'esecutivo il compagno di partito Enzo Cout, che guida l'assessorato della Sanità e Assistenza Sociale mentre l'Adp Claudio Lavoyer torna alle Finanze. Esordisce Roberto Nicco, in qualità di assessore tecnico, a cui viene affidato il giovane assessorato dell'Ambiente, Territorio e Trasporti. Presidente del Consiglio ritorna Edoardo Bich, che da due mesi ha lasciato il Psi.

Meno di due settimane dopo, in seguito alle dimissioni di La Torre, il pidiessino Giulio Fiou diventa primo cittadino di Aosta.

Nel luglio del 1992 si comincia a discutere della nuova legge per l'elezione del Consiglio regionale. La legislatura si chiude con pesanti interventi della magistratura: l'inchiesta Tangentopoli approda in Valle e nel mirino dei giudici ci sono alcuni lotti di opere stradali; un altro scossone investirà il mondo politico valdostano con diversi indagati "eccellenti".