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Comunicato n° 370 del 9 ottobre 2013

Respinta una mozione sul rinnovo dei vertici della Casa da gioco di Saint-Vincent

Adunanza del Consiglio regionale dell'8 ottobre 2013

A conclusione della prima giornata di lavori dell'adunanza dell'8 e 9 ottobre 2013, il Consiglio regionale ha respinto, in sede di votazione segreta, con 18 voti contrari e 17 a favore, una mozione volta a rinnovare integralmente i vertici della Casa da gioco di Saint-Vincent.

L'iniziativa, proposta dai gruppi Movimento 5 Stelle, Alpe e Union Valdôtaine Progressiste, è stata esposta in Aula dal Capogruppo di M5S, Stefano Ferrero. «Il Casinò, figlio di scelte strategiche disastrose messe in atto da un lungo elenco di amici dei politici, assunti negli anni, è ormai sull'orlo della catastrofe. Il fatturato è crollato e questa situazione sta per altro mettendo a rischio i livelli occupazionali dell'azienda. Dal Piano industriale che ci è stato presentato qualche giorno fa in Commissione non emergono soluzioni valide per risollevare la Casa da gioco, anzi si punta ulteriormente a fare concorrenza agli operatori turistici del comprensorio di Saint-Vincent. Noi crediamo sia urgente un'inversione di rotta, attraverso l'individuazione di professionalità manageriali adeguate a rilanciare effettivamente la Casa da gioco e, contestualmente, azzerando i vertici attuali, primi responsabili di questa situazione. Chiediamo, quindi, alla Giunta di impegnarsi a provvedere al rinnovo integrale dell'Amministratore unico e delle strutture dirigenziali apicali, reperendo prioritariamente all'interno dell'azienda le figure in sostituzione dei dirigenti attualmente in carica. Riteniamo, inoltre, necessaria la predisposizione, da parte del Governo regionale, di un documento di indirizzo contenente le linee guida ai fini dell'individuazione dei nuovi componenti del Consiglio di amministrazione.»

Nella discussione generale sono intervenuti i Consiglieri Certan, Donzel, Laurent Viérin, l'Assessore al bilancio e il Presidente della Regione.

Per la Consigliera Chantal Certan (Alpe) «non possiamo più permetterci errate valutazioni come quelle alle quali abbiamo assistito di recente che hanno condotto alla richiesta di ulteriori 10 milioni di euro, così come non possiamo pensare di lasciare a casa dei poveri lavoratori, mentre diamo premi di produzione ad un Amministratore unico che ha avuto il solo merito di portare il Casinò al collasso. La situazione è gravissima. Abbiamo bisogno di un piano di rilancio vero, di nuove capacità manageriali che siano veramente in grado di risollevare il destino della Casa da gioco.»

Il Capogruppo del PD-SinistraVdA, Raimondo Donzel, ha evidenziato che «si sta mettendo in campo un piano che fa acqua da tutte le parti: con un grande resort di tipo sovietico a gestione pubblica che fa concorrenza ai privati del territorio, con una strategia perdente che ci metterà in difficoltà perché non ha nessuna logica di mercato. L'attuale gestione anziché "maglia rosa" dei Casinò italiani ci ha portati a essere maglia nera. Ed ora si pensa di scaricare il fallimento sui dipendenti, attraverso licenziamenti. Non può essere questa Amministrazione fallimentare a gestire la ristrutturazione. Noi non possiamo insistere con lo spirito che portò a nominare l'Amministratore unico: bisogna metterci sopra una pietra tombale e questa mozione è il primo passo.»

Per il Consigliere dell'UVP, Laurent Viérin, «il grande piano di sviluppo presentato a suo tempo pareva segnare, al di là della crisi, la direzione giusta per rilanciare la Casa da gioco. Invece, i dati negativi sono a poco a poco emersi, ma la vera polvere da sotto il tappeto è uscita solo dopo le elezioni regionali. Oggi, si parla di un esubero di personale del quale ci si accorge a scoppio ritardato, dopo aver venduto sogni a giovani con corsi pre-elettorali. Siamo di fronte a piani di esubero per persone prossime alla pensione e persone in forza lavoro ormai in pensione. Ma qual è la prospettiva futura? Se non si risolve la situazione, fra sei mesi saremo di nuovo qui a parlare di esuberi. Chiediamo, inoltre, di vigilare su quella che sembra essere una crisi di liquidità del Casinò e della quale ne è prova la richiesta di 10 milioni di euro per presunti errori di valutazione. Non vorremmo che i lavori presentassero già dei problemi: noi vorremmo che il Grand Hôtel Billia e il Casinò fossero consoni a quello che si era pensato nel piano di sviluppo. Riguardo poi al piano di industriale, che dovrebbe rappresentare il rilancio, c'è da dire che le prime 50 pagine espongono scenari pesantemente negativi per il Casinò quasi a giustificare una mancanza di strategia nel marketing del prodotto. Un piano che non prevede il coinvolgimento del comprensorio di Saint-Vincent. Non vorremmo che fosse l'ennesima cattedrale del deserto, con un prodotto di lusso che non interagisce con il resto del territorio, anzi entra in concorrenza diretta e sleale con gli operatori economici. Di fronte ad una situazione così disastrosa, una persona credibile avrebbe rassegnato le proprie dimissioni senza che queste fossero invocate. Le chiediamo noi e chiediamo anche che nella sostituzione vengano ridotti i compensi legando i premi di produzione al conseguimento di risultati effettivi.»

L'Assessore al bilancio e finanze, Mauro Baccega, ha replicato, annunciando che «la maggioranza non voterà questa mozione. Vi sono due visioni completamente diverse: la minoranza parte dalla crisi del 2012, ma il Casinò ha avuto anni di gioie e di dolori. Nel 2007, il Consiglio di amministrazione costava 2 milioni 560 mila euro, oggi l'Amministratore unico con i revisori dei conti costa un milione di euro in meno. Sempre in quell'anno, si è provveduto all'acquisto del Grand Hôtel Billia per 63 milioni di euro: era dunque necessario prevedere un piano di interventi per la riqualificazione del complesso alberghiero. E' stato quindi predisposto un progetto di ristrutturazione contenuto nel piano di rilancio: già in quel piano, l'Amministratore unico aveva previsto che nel 2012 e nel 2013 si sarebbe andati in perdita a causa dei lavori di ristrutturazione. La Casinò de la Vallée, è vero, sta vivendo uno dei suoi momenti più difficili, ma noi crediamo che si ingiusto imputare tutta la colpa sul management del Casinò, a fronte di una crisi che ha colpito tutto il sistema economico e, ancor più, il settore delle case da gioco in tutta Europa. L'Amministratore unico ha lavorato bene e quindi confermiamo la nostra fiducia. Decapitare in questo momento il vertice non farebbe che aggravare lo stato di difficoltà. Per altro, vi sono degli obblighi contrattuali nei suoi confronti che, se non ottemperati, esporrebbero la Regione a gravi oneri risarcitori. Un cambio di management a tre mesi dall'inaugurazione dell'intera struttura sarebbe deleterio per il Casinò, per Saint-Vincent e per la Valle d'Aosta.»

Il Presidente della Regione, Augusto Rollandin, ha dichiarato: «A inizio della passata Legislatura, dopo due aumenti di capitale in sei mesi, dovuti alle perdite del periodo precedente, abbiamo fatto la scelta dell'Amministratore unico. Per la prima volta, con questa figura, abbiamo approvato un piano di sviluppo con interventi programmati e i cui tempi di realizzazione sono stati rispettati. Grazie all'impegno del management si è fatto il possibile per rilanciare il Casinò e nei primi due anni, prima che cominciassero i lavori, sono aumentati gli incassi. Sul personale, la previsione di 145 esuberi riguarda prepensionamenti e pensionamenti. Oggi, se c'è una situazione difficile, questa non è dovuta alla dirigenza, ma sono quindi tre gli elementi sostanziali: la contingenza, i lavori e la crisi. Noi non possiamo che ritenerci soddisfatti per un lavoro che è stato portato avanti con impegno malgrado le difficoltà. La scelta è stata giusta e ha dato i suoi risultati; siamo convinti degli investimenti realizzati e siamo fiduciosi nel futuro.»

 

SC