Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 2270 du 15 juillet 2016 - Resoconto

OGGETTO N. 2270/XIV - Relazione annuale al Consiglio regionale sull'andamento della gestione della "Casino de la Vallée S.p.A.", ai sensi dell'articolo 8 della legge regionale 30 novembre 2001, n. 36, recante "Costituzione di una società per azioni per la gestione della Casa da gioco di Saint-Vincent". (Reiezione di una risoluzione)

(Rosset) Presidente - Punto n. 34 all'ordine del giorno. Ha chiesto la parola l'Assessore Perron, ne ha facoltà.

Perron (UV) - Per permettere a tutti i Consiglieri un più approfondito esame della documentazione, abbiamo anticipato i tempi con cui il bilancio è stato messo a disposizione dei colleghi. Inoltre questa presentazione è stata preceduta, martedì scorso, da un confronto molto approfondito in Commissione, con l'amministratore unico e il direttore generale, al quale era presente anche il consulente fiscale. Pertanto ripercorrerò per sommi capi, tenendo conto che un significativo lavoro di analisi e di presentazione è già stato fatto.

Il bilancio che presentiamo al 31 dicembre 2015 chiude con una perdita di 18 milioni 566 mila euro. Il risultato prima delle imposte scende da 25 milioni 700 mila a 20 milioni: c'è un miglioramento. È una magra consolazione, ma comunque si riscontra un miglioramento di 4 milioni 762 mila euro. Questo miglioramento lo si deve a una maggiore entrata dei ricavi complessivi, a un contenimento dei costi e a una importante riduzione degli oneri finanziari, dovuta principalmente all'intervento che l'Amministrazione regionale ha fatto con la capitalizzazione, la quale ha permesso un abbattimento dei costi nei rapporti con le banche - su questo tornerò in dettaglio - e soprattutto l'abbassamento dei tassi di interesse nei rapporti tra Casinò e Finaosta, ottenendo notevoli risparmi. C'è un impatto residuale e anche limitato degli oneri per gli incentivi all'esodo, c'è l'assenza tra le imposte concorrenti della componente Irap, che ha consentito un risparmio al casinò, e c'è un annullamento di una parte significativa delle imposte anticipate per un cambio di aliquota Ires. Anche su questo punto, perché l'argomento delle imposte anticipate va chiarito, tornerò in seguito.

Due considerazioni sul valore della produzione, che complessivamente è aumentato di 2 milioni 348 mila euro. Non è molto, ma è un segnale positivo, perché segna un'inversione di tendenza dopo lunghi periodi passati a registrare sempre segni decrescenti. Un aumento del 4 percento della casa da gioco, che passa da 62 milioni a 63 milioni 425 mila e un aumento dell'unità produttiva (l'albergo) che passa da 3,9 milioni a 4,3 milioni. I ricavi dell'attività di gioco sono aumentati dopo anni di trend al ribasso e i proventi dell'attività alberghiera - parliamo dei dati con esclusione dell'ospitalità interna - registra in questa fase una crescita dell'11 percento.

Su questa fotografia voglio fare una precisazione, nel senso che l'anno che presentiamo è come spaccato in due: segna la fine di una gestione e l'avvio di una nuova epoca segnata dal duo Sommo e Scordato. Pertanto, mentre nel primo semestre per vari motivi assistiamo a un calo del 7 percento rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, nel secondo semestre il trend inverte la sua tendenza e i ricavi nel complesso registrano un aumento del 13 percento. Sarà una casualità, sarà la fortuna, ma comunque credo che questo sia un dato positivo da mettere in evidenza, perché seppure con segnali molto timidi si registra una netta inversione di tendenza. Peraltro - lo abbiamo evidenziato in Commissione - questo trend positivo lo si registra anche nel primo semestre 2016, in cui c'è una crescita complessiva rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente di circa il 12 percento. Si poteva sperare di ottenere di più, ma è comunque un'inversione di tendenza che, a mio modo di vedere, merita di essere sottolineata.

Alcune considerazioni su costi e ricavi. In generale, continua la politica della casa da gioco di contenere i costi: diminuiscono gli oneri per l'acquisto dei beni, dei servizi e per l'utilizzo dei beni di terzi. C'è una voce che non diminuisce, ma aumenta di molto: è il costo del personale. Questo lo si deve sostanzialmente al fatto che al 1 gennaio 2015 è cessato l'accordo che era stato siglato in precedenza, il 19 marzo 2014, da azienda e organizzazioni sindacali, e anche approvato tramite un referendum dei lavoratori. Questo accordo aveva consentito nell'anno precedente un notevole risparmio, ma per vari motivi non è stato ripresentato, è stato riproposto poi nel 2015 ed è tuttora in corso. Nell'annualità che presentiamo non c'era tale accordo e questo ovviamente grava di molto sul costo del personale.

Vorrei fare due considerazioni, perché anche in Commissione mi è stato chiesto di dettagliare alcune cose che credo valga la pena di precisare. La prima è sui i debiti di tipo finanziario verso le banche, l'altro è un ragionamento un po' tecnico sul tema dell'imposta anticipata (annoierò un po' il Consiglio, ma credo che vada fatto). I debiti verso le banche sono nel bilancio una componente importante, nel senso che l'indebitamento finanziario, al netto dell'esercizio, è aumentato del 41 percento. Questo va spiegato, perché altrimenti non si capiscono le ragioni di tale crescita. Ci sono sostanzialmente due componenti: i debiti verso le banche e i debiti verso gli altri finanziatori. I debiti verso le banche esprimono i saldi relativi ai rapporti che ci sono con gli istituti di credito a titolo di aperture di credito per l'elasticità di cassa in conto corrente, e i finanziamenti che a suo tempo erano stati contratti per sostenere gli investimenti che il resort ha fatto, previsti dal piano di sviluppo. L'esposizione bancaria è costituita sostanzialmente da anticipazioni in conto corrente e questa è frutto di affidamenti concessi alla società per un importo complessivo di 26 milioni di euro nell'anno in corso, a un tasso medio circa del 4,29 percento. Al termine dell'esercizio che analizziamo, questi affidamenti risultano utilizzati per un importo complessivo di 23 milioni di euro. L'esposizione bancaria a titolo di finanziamenti risulta costituita da un finanziamento a lungo termine (sono tredici anni, senza possibilità di rinnovo alla scadenza) che scadrà nel 2026 e che è stato contratto nel corso dell'esercizio 2014 per 4 milioni, senza variazioni a fine esercizio al tasso nominale del 5 percento.

Gli altri sono debiti verso i finanziatori, che sostanzialmente riflettono i rapporti relativi a Finaosta, anche qui per il finanziamento delle opere che erano state immaginate nel piano di sviluppo e che hanno portato alla creazione e al rinnovamento del resort. La posizione debitoria che abbiamo nei confronti di Finaosta si riassume nell'erogazione di tre mutui: un primo mutuo di 20 milioni con scadenza 1 luglio 2031, attualmente al tasso dell'1 percento, applicando le rinegoziazioni che abbiamo fatto per tutti i settori; il secondo stipulato per un importo di 10 milioni di euro con scadenza nel 2036, anche qui al tasso dell'1 percento; il terzo - ne abbiamo discusso recentemente anche in Consiglio - stipulato nel corso dell'esercizio 2015 per un importo di 20 milioni di euro, scadenza a dicembre 2017, anche questo al tasso dell'1 percento. In sintesi, i debiti verso il sistema bancario sono incrementati di 12 milioni di euro. Tale incremento è attribuibile sostanzialmente ai flussi generati dalla gestione per circa 6 milioni 700 mila di euro, ai pagamenti residui che esistevano nei confronti dei fornitori dei lavori previsti dal piano di sviluppo e a 2 milioni 300 mila euro nell'anno in corso, relativi al pagamento di oneri previsti dai piani per l'incentivo all'esodo da parte del personale.

Trovate nel bilancio anche alcuni oneri diversi di gestione che aumentano. Questi sono dovuti sostanzialmente a imposte comunali per una controversia che il casinò ha avuto con il Comune di Saint-Vincent, per cui c'è stato un aumento della componente Imu, un aumento della componente Tasi e della raccolta dei rifiuti. Ci sono delle ritenute sui premi di gara, che passano da 238 mila a 213 mila euro, per cui conseguentemente c'è un'imposta sostitutiva su delle operazioni a premio che è collegata e che quindi anche qui prevede un aumento. Questo per spiegare le grandi voci di costo, che trovate nel bilancio.

L'altro ragionamento sul quale mi sembra corretto dare spiegazioni dettagliate e approfondite, riguarda il concetto delle imposte anticipate. La perdita che trovate riportata nel bilancio dell'esercizio 2015, assorbe lo scarico di imposte anticipate di 3 milioni 900 mila euro. Questo lo si deve al fatto che c'è stato un cambio dell'aliquota Irpef, che è passata dal 27 al 24 percento, che avrà effetto a partire dal bilancio 2017. Voglio citarlo perché è una componente che non era presente negli esercizi scorsi e che ha condizionato fortemente il risultato: parliamo di 4 milioni di euro, perché in sua assenza il bilancio sarebbe stato non a meno 18, ma a meno 14 milioni. Ci tengo a dirlo, anche se è una magra consolazione, però credo vada correttamente inquadrata anche la parte di normativa fiscale.

La rilevazione in bilancio delle imposte anticipate rappresenta un obbligo di legge e non dipende dalla discrezionalità di chi redige il bilancio. Nello specifico le imposte anticipate sono state iscritte, in quanto esiste una ragionevole certezza di poter ottenere in futuro dei redditi imponibili che possano assorbire, in un periodo di tempo ragionevolmente lungo, le perdite fiscalmente riportabili. Questo è stato verificato nei piani che la società ha fatto, immaginando che possa esserci un ragionevole periodo di tempo nel quale ottenere redditi per poter utilizzare le perdite fiscali. Il ragionevole periodo di tempo da prendere in considerazione, ai fini di poter dimostrare che in futuro ci potrà essere un recupero delle perdite, viene conteggiato tenendo conto dell'orizzonte temporale che ha la concessione, per la quale mancano ancora diciotto anni alla scadenza. Se si assume come trend quello della redditività che emerge dalla proiezione economica e finanziaria del piano, si può dire - con prudenza, ma credo si possa dire - che le perdite fiscali generate al 31 dicembre 2015 troveranno assorbimento in un periodo ampiamente antecedente rispetto a quello della scadenza della concessione.

In aggiunta a questo, il piano aziendale, che consiste di due interventi, fa presumere che la società sarà nella condizione di poter in futuro recuperare le perdite. Da una parte c'è un piano di riorganizzazione interna, che va nella direzione di contenere il costo del personale, con una maggiore flessibilità nella gestione degli orari e dei servizi e ottenendo una robusta riduzione dell'organico, avviando delle procedure di mobilità volte alla riduzione del personale, con l'applicazione degli istituti di pensionamento volontario anticipato. Accanto a questo, c'è un piano di marketing per ottenere più ricavi e individuare - è la linea sulla quale si sta lavorando - nuove proposte di gioco e nuovi mercati. Si vuole migliorare l'esistente, cercando di soddisfare le rinnovate esigenze della clientela che proviene dai bacini di utenza tradizionale, ma provando a individuare nuovi segmenti di clientela, lavorando e intercettandola anche su bacini internazionali.

L'azienda immagina, facendo questi interventi, di poter ottenere nel lungo periodo un trend di crescita intorno al 3 percento. Non è molto e credo che nessuno di noi potesse immaginare di poter ottenere delle crescite a doppio zero, ma ritengo che sia una proiezione ragionevole che descrive anche una dose di fiducia, come deve essere, che l'azienda vuole avere su sé stessa dopo gli investimenti fatti. Questa tendenza, che si immagina di poter mantenere in futuro dando certezza alle proiezioni economiche, permetterà di migliorare i futuri imponibili fiscali e quindi ci ha permesso di stanziare le imposte anticipate in bilancio, potendo immaginare di assorbirle in tempi ragionevoli. Questo è un discorso molto tecnico, ma credo che andasse spiegato, perché c'è il dovere di presentare - se ne è discusso anche in Commissione - le ragioni del perché queste imposte anticipate continuano, in linea con quello che è stato fatto finora, a essere iscritte anche in questo bilancio.

Due considerazioni sulle azioni. Credo che il nuovo management abbia prestato particolare attenzione alla comunicazione, in questa fase del 2015. La comunicazione del resort è migliorata di molto, indirizzandosi in modo significativo a migliorare il rapporto con il cliente interno, ma al tempo stesso cercando anche di catturare nuovi clienti all'esterno. È stata attuata una campagna molto forte sulle regioni vicine, in modo particolare Piemonte, Liguria e Lombardia, e questo sta dando dei risultati. Non sono gli effetti che ci si aspettava, perché purtroppo in questi mesi il trend delle entrate è leggermente in calo, però c'è stato un notevole recupero di clientela che era affezionata al nostro resort e che lentamente sta tornando. C'è stata una forte azione sul recupero della clientela inattiva. Quindi da una parte si è cercato di lavorare in questa direzione, dall'altra c'è la ricerca di nuovi giocatori.

C'è stata una massiccia attività di revisione dei clienti vip, considerando la loro classificazione e guardando quindi il potenziale che costoro hanno rispetto anche alle promozioni, all'ospitalità e alla loro capacità di gioco. Questo permette, essendoci intorno ai clienti vip anche un'attività di ospitalità, di razionalizzare i costi, avendo una valutazione molto attenta dei benefici che questo genere di clientela produce all'interno del resort.

C'è stata un'attenta revisione dei segnalatori sia sul mercato nazionale, andando a selezionare e a evidenziare là dove c'erano dei malfunzionamenti, sia avviando una robusta campagna di contatti per trovare dei collaboratori stranieri, per cercare anche a livello internazionale nuova clientela soprattutto di prestigio. Ci sono considerazioni sulla clientela asiatica che fa molto discutere, soprattutto quella su Milano e su Torino. Qui si è cercato di controllare e di regolare meglio il rapporto con il collaboratore, ma al tempo stesso, per le principali città del Nord, si è avviata la ricerca di nuovi collaboratori per cercare di individuare nuova clientela.

Si è lavorato e si sta lavorando - è un input molto forte che anche la proprietà ha dato in questo senso - a un recupero del rapporto con il territorio. Recentemente abbiamo avuto una riunione con l'ADAVA e ne abbiamo parlato in occasione di diverse iniziative presentate in Consiglio regionale. Credo che il rapporto del resort con il territorio circostante vada ripreso in chiave positiva e presentando questo resort come un'entità che non fa concorrenza, ma che costituisce un punto di riferimento con il quale collaborare. Abbiamo immaginato un gruppo di lavoro costituito dagli operatori locali, in sinergia con il Comune e con il resort, per poter lavorare in questa direzione.

È proseguita e prosegue la collaborazione con l'associazione Insaintvincent. Certamente è un'associazione che, rispetto al passato, dispone di una quantità di risorse infinitamente inferiore, quindi i margini di azione che questo organismo si trova a poter sviluppare sono certamente limitati. Si sta ragionando su quali iniziative comunque mettere in atto, per dare anche un minimo di risposta sul tessuto cittadino di Saint-Vincent e per coinvolgere gli operatori che sono in loco. In generale, c'è stata una politica di risparmio mirato dei costi: non c'è stato un taglio tout court a trecentosessanta gradi, ma si è fatto un intervento ragionato. Soprattutto laddove c'è un servizio di una certa qualità - ad esempio, per l'hotel parliamo di un cinque stelle - non è stata pregiudicata l'offerta e la qualità del prodotto casinò, ma si è lavorato e si sta lavorando per contenere i costi.

I ricavi aumentano, dopo anni di trend al ribasso: parliamo di un 11 percento del Grand Hotel Billia e di quasi un 3 percento del casinò. Nel complesso, parliamo di un resort che ha visto ridimensionare di molto le sue unità produttive: pensate che nel 2010 erano 778 i dipendenti del casinò e 178 quelli del Grand Hotel Billia, mentre al 31 dicembre 2015 parliamo nel complesso di settecento persone. Detto questo, credo resti comunque e sempre un'azienda assolutamente importante nel tessuto della Valle d'Aosta dal punto di vista occupazionale. È un'azienda che, nonostante le difficoltà, produce 70 milioni di euro di fatturato e tutto l'indotto che si genera sul territorio. Da una proiezione fatta, ottenere 70 milioni di euro di incassi sul mercato del gioco, vuol dire movimentare nelle sale gioco più di 400 milioni di euro. È un dato comunque importante, che fa segnare ancora l'utilità di un'azienda di questo genere per la Valle d'Aosta.

Il 2015 fa segnare un timido miglioramento del trend. Certamente non è sufficiente a dare al casinò una ripresa e una stabilità continua e costante. L'input che la proprietà, quindi per quel che ci riguarda la Giunta regionale, ha dato al management durante l'approvazione del bilancio è molto forte: non si può pensare di risanare in modo definitivo il casinò tagliando i costi all'infinito, perché dopo un po' si pregiudica anche la qualità dell'offerta. Esistono certamente ancora dei margini di recupero dei costi che una politica coraggiosa può attuare. È necessario - ecco dov'è l'input - fare tutto il possibile per aumentare gli incassi, aumentare i ricavi, far crescere la clientela e gli ingressi sia al casinò che all'Hotel Billia.

Cosa fare per andare in questa direzione? Io credo che, seppure a piccoli passi, si sia imboccata la strada della ripresa. Per onestà intellettuale, credo che nessuno di noi si aspettasse cifre di recupero a doppio zero. Si lavora in un contesto dove perdura la crisi economica, che si riconferma in tutti i settori, anche in questo 2016. Il mercato dei giochi pubblici in generale è in crescita e quindi, anche con i giochi dello Stato, continua a fare concorrenza al casinò, il quale certamente non si chiama fuori da questo contesto.

Voglio dire che la Giunta regionale è aperta a ogni valutazione o riflessione. Ne abbiamo parlato anche in Commissione: noi su questo argomento abbiamo aggiornato il programma di legislatura, ribadendo che per noi deve essere mantenuta la proprietà pubblica su questa materia, ma non precludendoci la possibilità di immaginare di guardare anche ad altre strade. Voglio dirlo, perché questa finora era stata una possibilità che la politica in qualche modo aveva sempre precluso e per anni non era mai stata presa in considerazione. Io stesso voglio ammettere che, pur riconoscendo a questa dirigenza un cambio di marcia e un'inversione di tendenza timida, ma comunque importante - e riaffermo il buon operato di questa dirigenza - certamente non basta, certamente non è pensabile di risanare in modo definitivo la casa da gioco con questi numeri e con questa linea di tendenza. Siamo tutti convinti che non si può agire all'infinito sul contenimento dei costi, ma bisogna trovare delle soluzioni radicali forti, direi strutturali, che invertano la rotta sui ricavi e che facciano fruttare per Saint-Vincent, per il resort, ma anche per tutta la regione e in modo definitivo gli investimenti coraggiosi che in questi anni sono stati fatti. La dirigenza ha avuto un mandato molto forte: esplorare tutte le possibilità, tutte le soluzioni, tutte le idee che possono essere fornite anche alla proprietà per poter operare delle scelte.

Il ragionamento che si è fatto in Commissione sulla privatizzazione non è un tabù, ma è una scelta molto serena della politica, perché è la politica che deve farla e deve discuterla. Non è certamente una scelta che la Giunta fa da un venerdì all'altro. Bisogna, se si farà questo ragionamento, creare anche dei presupposti e capire a quali condizioni mettere sul mercato un nostro bene, perché dovrebbe essere una scelta redditizia per la Regione, valutando tutte le situazioni e tutti i paletti. Quindi, molto serenamente, credo che possiamo continuare un confronto sulle prospettive e sui ragionamenti da fare, con il Presidente Isabellon, che è sempre molto disponibile, e i membri della Commissione. Ci sono delle valutazioni in corso, però questa è una scelta delicata e importante. Va fatto tesoro, qualora si volesse procedere in questa direzione, anche del passaggio negativo sperimentato nell'ultima scelta che abbiamo fatto di procedere con un bando, perché ci trasciniamo dietro un contenzioso che ancora oggi purtroppo dura. "Gestione straordinaria" è una società che rimane in piedi oggi purtroppo unicamente per gestire un contenzioso nato all'epoca di questa scelta. Detto questo, dopo questa fotografia, noi siamo aperti ad ogni valutazione.

Vorrei dire, concludendo, che l'attenzione della Giunta regionale su questo argomento è continua e costante. Non dormiamo su questo argomento sonni tranquilli, ma cerchiamo insieme alla dirigenza di far funzionare questo resort giorno per giorno sotto tutti i profili. Cerchiamo di avere anche uno sguardo di prospettiva, tentando di far uscire la casa da gioco da questa situazione di emergenza, di fare tutti gli sforzi possibili per riportarla in linea con quelli che erano i numeri del passato e per cercare di far rendere al meglio, nell'interesse di tutta la Valle d'Aosta e non soltanto del resort, i coraggiosi investimenti che nel passato sono stati fatti sul casinò e sull'Hotel Billia.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Chatrian, ne ha facoltà.

Chatrian (ALPE) - Qualche elemento sulla relazione in questione, che ci è stata inviata qualche settimana fa. Abbiamo ascoltato attentamente le parole del collega Perron che, se posso permettermi, oggi in Consiglio è stato molto più prudente rispetto alle ultime settimane. Non so se ve ne siete accorti, ma le informazioni che sono state veicolate dalla casa da gioco erano molto più trionfalistiche. Io penso che in questo momento come Consiglio, al di là della maggioranza e dell'opposizione, dobbiamo tutti insieme in maniera molto laica cercare di inquadrare e di fare una fotografia la più corretta possibile, perché noi di ALPE pensiamo che i valdostani devono conoscere nel merito la situazione: quella del 2015, che ormai è storia, cosa è avvenuto nei primi sei mesi del 2016 e qual è il trend di questi mesi e dei prossimi anni.

Il collega Perron, come dicevo, oggi è stato molto più guardingo, molto più prudente e ha utilizzato più volte le parole: qualcosa si è fatto, si è cercato di fare qualcosa. Ma la situazione è ancora molto lontana dalle discussioni fatte in quest'aula pochi anni fa, a seguito di un grosso investimento di più di 100 milioni di euro di soldi pubblici, che doveva rilanciare completamente tutto. Era un po' la ronfla [traduzione del patois: il russare] del 2012/13: sono stati messi in campo 100 milioni di euro e tutto doveva ripartire. I soliti catastrofisti dell'opposizione continuavano a dire che le cose non andavano bene, che non era sufficiente e che si faceva poco, ma la domanda che c'eravamo posti e che ci poniamo ancora è: di chi sono queste responsabilità? Chi risponde dei 100 milioni di euro messi in campo, che a oggi non danno assolutamente i benefici sperati o quantomeno quelli che erano stati dichiarati in quest'aula?

Al di là di quelle che sono cose vecchie e passate, ci sembra che l'agonia continui. Non citerò grandi cifre, grandi numeri, perché l'Assessore li ha elencati e dettagliati molto bene. La preoccupazione molto alta è legata al fatto che questo nuovo management, questa nuova governance, ha provato a fare qualcosa negli ultimi dodici mesi, perché solo una parte del bilancio 2015 ricade sotto la loro responsabilità, essendo stati nominati praticamente a fine luglio, per cui preferisco fare qualche considerazione sul 2016. Ormai il crinale è stato sorpassato ampiamente, siamo nella seconda fase dell'anno in corso e abbiamo i primi risultati, sui quali faccio due considerazioni.

Il signor Scordato in Commissione ci ha illustrato la situazione, ci ha detto che dal punto di vista del margine operativo lordo all'interno della casa da gioco c'è un cambio di rotta, dovuta principalmente alla riduzione del costo del personale. Perché poi dobbiamo dirci le cose come stanno: l'80 percento della riduzione dei costi nei primi sei mesi è legata al contratto che è stato fatto con il personale. Praticamente la novità sul 2016 è legata alla riduzione del costo del personale. Oltre a quello - vi assicuro - studiando, cercando di capire e di entrare nel merito delle informazioni che abbiamo avuto, sono poche le cose significative che abbiamo potuto rilevare. Potrei riassumere dicendo che mi sembra un management, una governance, uno stato dell'arte 2016 - non parlo più del 2015, perché ormai i 19 milioni di euro sono stati persi - tutto in difesa o tanto in difesa. Poca roba, poca cosa ma non nella direzione del rilancio, dell'aggredire l'investimento che è stato fatto, dell'invertire la rotta degli introiti lordi: tutto mi sembra fatto molto in difesa.

Faccio un ragionamento su questo, collega Perron. Lei dice che probabilmente la perdita di esercizio sarà un po' inferiore per il 2016, visto il trend e vista la riduzione dei costi soprattutto per il personale, ma noi ci facciamo questa domanda abbastanza semplice, da uomo della strada: se si chiuderà il 2016 con 13,5 o 14 milioni di perdita di esercizio, avendo all'incirca 10 milioni di euro di ammortamenti, sarà un risultato ottimo, buono, sufficiente? Io penso che fra pochi mesi, se questo è il trend, ci sarà un campanello d'allarme, per cui gli amministratori saranno obbligati a scrivere due righe e a chiedere di fare il punto della situazione a livello di assemblea. Non voglio entrare nel tecnico, ma i campanelli d'allarme ci sono già, nel momento in cui comunque il trend del 2016 si sta già scrivendo, visto che mancano cinque e mezzo alla fine dell'anno e, dai conteggi che abbiamo avuto modo di avere, l'ordine di grandezza è che ci sarà di nuovo una perdita d'esercizio superiore ai 12 milioni di euro. La questione è: 20 milioni di euro nel 2012, 21 nel 2013, 19 nel 2014, 18 nel 2015, 13,5 o 14 o 12 nel 2016. Capite che sicuramente il campanello d'allarme lo suoneranno gli amministratori, i quali diranno al Presidente Rollandin e al Sindaco di Saint-Vincent di come questa azienda sia in grossa difficoltà. Tanto è vero che all'interno della relazione che ci avete fornito si dice che per adesso, per quanto riguarda la capitalizzazione, la società è ancora robusta perché il valore è alto, ma bisogna fare attenzione, perché comunque non abbiamo nessuna certezza che nel prosieguo si vada in una certa direzione.

Non voglio oggi entrare nel tecnico e nei numeri che l'Assessore ha ben delineato e declinato, ma il dato finale ci sembra che in questo anno l'unico sforzo che va riconosciuto, l'unico sforzo per non chiudere un bilancio in super perdita, sia quello della riduzione del costo del personale. Nella discussione di oggi praticamente potremmo fermarci, vista la situazione, alla fotografia che ci avete presentato sulla riduzione del costo del personale: invece di perdere 19 milioni di euro come nel 2015, nel 2016, vista la situazione, probabilmente la perdita di esercizio sarà di 13/14 milioni di euro. Questi sono i conti alla mano, che il signor Scordato oltretutto ci ha ufficializzato due giorni fa in Commissione. Quando ci dice che nei primi sei mesi la riduzione dei costi è di quasi 6 milioni di euro, 4,7 milioni arrivano dalla riduzione del costo del personale. Potrei chiudere qui la discussione e dire che tutte le parole che ho sentito dal collega Perron, il quale dice che si sta facendo marketing per essere più aggressivi sui mercati, non corrispondono a verità, o meglio, non hanno riscontro nei risultati. Qui nessuno ha la verità in tasca, men che meno noi e il sottoscritto, ma qui si parla di risultati attesi e soprattutto preventivati nel prosieguo.

Il collega è stato molto chiaro: c'è una novità in essere dal punto di vista politico e sembra che ci sia la volontà di cercare nuove strade, perché la gestione pubblica non sta dando degli ottimi risultati, visto che in cinque anni perdiamo quasi 100 milioni di euro. Il collega Perron giustamente dice che stiamo esplorando, magari politicamente, anche altre strade. Se vado fuori dal seminato, chiedo al collega di correggermi, ma siamo abbastanza certi che se la politica, al di là del nostro essere d'accordo o meno, decide di fare un bando per far gestire la casa da gioco a dei privati, innanzitutto io mi chiedo chi in questo momento si prenderebbe una cosa del genere. Abbiamo degli esempi molto simili: il collega Perron conosce molto bene l'esempio del Casinò di Venezia, per il quale è stata messa in campo una concessione, ma che è stato un bagno di sangue totale! E i tempi: se come Consiglio regionale si decidesse nei prossimi mesi - io penso sia una decisione che quest'aula debba assumere - ne parleremo dopo il 2018, perché questi sono i tempi.

È un'agonia che continua, ma c'è di mezzo anche qualcos'altro, e lo sapete perfettamente. Io vorrei essere molto diretto e molto franco: mi sembra una mela avvelenata... ma aprè batissèn lo "casino", si qué fonchòn [traduzione dal patois: ma poi costruiamo il casinò, quello che funziona], solo che le elezioni regionali sono fra un anno e mezzo. Se ne parlerà dopo le elezioni, collega Perron: lo dico io e non metto in bocca a lei queste considerazioni. Io in questo momento, oltre ad aver ridotto il costo del personale, sarei più per provare a mettere in campo altre azioni per invertire tutto quello che è stato fatto, soprattutto i 100 milioni di euro investiti pochi anni fa. Giusti o sbagliati, ormai anche quelli sono cosa fatta, ma io penso che il dato politico sia di sfruttare bene, molto meglio, un investimento pubblico che è stato fatto solo tre anni fa.

La situazione non è assolutamente bella. Oggi apprezziamo un po' di più le parole del collega, che è stato molto più guardingo. I valdostani non stanno capendo e noi non abbiamo la verità in tasca, ma ci piacerebbe solo che si conoscesse all'esterno di quest'aula qual è la situazione: è una situazione brutta, è una situazione drammatica. È una situazione per cui, se non ci saranno delle azioni potentissime nei prossimi mesi, il prossimo anno in questo periodo saremo di nuovo a discutere con il collega Perron di una perdita di esercizio - io dico - intorno ai 13/14 milioni di euro, perché a oggi gli introiti lordi sono identici al 2015. Non mi sembra che sia stato un anno brillantissimo, dopo aver investito tutti questi soldi. Al 10 luglio 2016 parliamo di una differenza dello 0,2 percento rispetto all'anno scorso: siamo praticamente sullo stesso livello del 10 luglio 2015. Questi sono i dati ufficiali che la casa da gioco ci ha trasmesso, non sono quelli di Chatrian o di ALPE. È un altro campanello d'allarme di quello che è ormai un trend, che deve farci riflettere.

Vi ricordate quando negli altri anni sovente parlavamo di proiezioni del signor Frigerio? Adesso quelle non ci sono più, ma c'è la proiezione che l'Assessore definisce prudenziale del 3 percento annuo, che vorrebbe dire che nei prossimi cinque mesi e mezzo dovremmo fare almeno un 7 percento, per raggiungere un 3 percento annuo finale. Questi sono i normalissimi conti della serva, come si dice, ma che ci dimostrano che quelle proiezioni così minimali non sono neanche attendibili e che continua l'agonia di una macchina che sta mangiando soldi pubblici anno dopo anno: con questo trend, vuol dire 100 milioni di euro di perdita di esercizio in cinque anni. Io sono quasi certo che fra qualche mese arriverà un campanellino d'allarme al Presidente Rollandin, perché gli amministratori saranno obbligati a scrivere nero su bianco, perché così è stabilito dal codice civile: dal momento che si sta mangiando un terzo del capitale sociale, ci sarà l'obbligo di avvisare l'assemblea per dire di fare attenzione, perché si sta praticamente drenando tutto il capitale di una società così importante.

Ultima considerazione, colleghi. In Commissione noi abbiamo fatto al signor Scordato due domande puntuali. La prima, quale sarà il futuro dei poker boys, dei dealer? Tecnicamente quale sarà il loro futuro: un futuro certo, un futuro incerto? La risposta del signor Scordato, il quale ha messo molto le mani avanti, è che a oggi il loro futuro è molto incerto, vista la situazione. Quindi noi non andiamo assolutamente a millantare assunzioni o certezze, perché la situazione non è per nulla bella e a noi dispiace che una società di questa portata non possa dare delle certezze. La seconda domanda che abbiamo posto: per quali motivi avete nuovamente assunto o incaricato un ennesimo direttore giochi? Si tratta di una questione gestionale e non è il Consiglio regionale che deve fare queste scelte, ma un anno fa, quando c'è stato il cambiamento della governance, in quest'aula si era discusso della volontà di snellire la società, con un amministratore unico che tenesse i rapporti con la proprietà e un direttore generale che facesse anche le funzioni di direttore giochi. Il signor Scordato si è trovato un po' in difficoltà e non ho capito se questa scelta è stata fatta da lui o da altri, ma la risposta è stata - almeno secondo la mia impressione - un po' evasiva, probabilmente perché c'erano delle cose che noi non sappiamo. Noi volevamo solo capire se c'era bisogno di un ulteriore direttore giochi e se all'interno della casa da gioco non c'erano altre figure che potevano ricoprire più che dignitosamente questo ruolo. Da una parte si fanno sacrifici, si riduce il costo del personale, si trovano soluzioni per accompagnare alla pensione decine di persone, ma poi si assume un nuovo direttore marketing, si assume un nuovo direttore giochi, si creano nuove caselle per mantenere praticamente ai vertici le stesse indennità, probabilmente con poche cose da fare: la casella della direzione giochi si era liberata e bisognava riempirla. Alla fine però al 31 dicembre, come in tutte le aziende, bisogna fare i conti e noi non abbiamo capito se c'era l'esigenza di un nuovo direttore giochi, o se all'interno dei settecento dipendenti non ci fossero le professionalità adeguate per ricoprire questo ruolo importante, per poter invertire la rotta in tutte le direzioni.

Queste sono un po' le considerazioni di natura generale. Sicuramente altri del Governo interverranno e noi ascolteremo attentamente, ma la situazione realistica in questo momento è piuttosto brutta e, dal nostro punto di vista, bisogna trovare al più presto delle soluzioni per uscirne. Però bisogna averne voglia, avere fame di aggredire il mercato per far stare in piedi questa società, che altrimenti continuerà a essere un pozzo di San Patrizio con i soldi di tutti i valdostani.

Dalle ore 9:54 assume la presidenza il Vicepresidente Viérin Marco.

Viérin M. (Presidente) - Ha chiesto la parola il Consigliere Marquis, ne ha facoltà.

Marquis (SA) - Innanzitutto vorrei ringraziare l'Assessore per la disponibilità che ha dato, mettendo a disposizione la documentazione con largo anticipo, cosa che ha consentito a tutti noi Consiglieri di poter esaminare con attenzione questo dossier. Così come credo che sia stato di grande utilità il contributo offerto dall'amministratore unico e dal direttore generale, nell'ambito degli incontri in Commissione, per poter fare il punto su questo difficile argomento.

Il 2015 è stato sicuramente - come ha rappresentato l'Assessore in modo chiaro e corretto, senza mistificare la realtà - un anno difficile, ma durante il quale ci sono stati alcuni segnali di miglioramento legati alla produzione. Un anno in cui c'è stato un cambio della governance e di un'amministrazione che è salita sostanzialmente su un treno in corsa, a partire dal mese di agosto, e che ha dovuto recuperare sul piano della produzione una situazione di passivo che si era accumulata rispetto ai primi sei mesi dell'anno precedente, per chiudere poi l'anno con un risultato leggermente positivo, sia nell'ambito dei proventi del gioco sia dell'offerta alberghiera. È stato presentato un piano di rilancio e di sviluppo, che chiaramente contempla una riduzione delle spese significativa, ma anche un piano di sviluppo dei ricavi.

Sotto il profilo delle spese abbiamo potuto vedere e ascoltare dalla conduzione aziendale che è stato fatto un grosso sforzo e credo che di questo se ne debba dare atto. Un grosso sforzo che ha portato a razionalizzare le spese di gestione, a intervenire sulle spese del personale che - così come è stato detto da chi mi ha preceduto - rappresenta circa l'80 percento dei costi della produzione, quindi la componente più significativa. Questo è un elemento che porta all'attenzione quanto sia rigida la parte dei costi, ovvero che ci sia poca facilità di ottenere dei risultati senza delle azioni che siano incisive sulla voce del personale. Inoltre è stata fatta attenzione ai servizi e alle forniture, anche per i piccoli importi.

Credo, però, che la parte meno rassicurante per il futuro sia quella dei proventi e degli incassi. C'è da dire che l'inversione che c'è stata l'anno scorso non è tranquillizzante e non lascia presagire un futuro migliore, in quanto i dati quest'anno - così come è già stato anticipato - sono allineati a quelli dello scorso anno al mese di luglio. Una grande criticità che credo vada registrata è quella della continua emorragia delle presenze: il 2015 ha visto nuovamente un calo e anche quest'anno, al mese di luglio, risultano ventimila presenze in meno rispetto al 2015. Ritengo che questo sia un dato che debba far riflettere.

Credo che maggiore attenzione - mi sia consentito di sottolinearlo - vada data alle azioni tendenti al marketing, per attrarre nuova clientela non solo pendolare, ma anche quella di tipo stanziale che frequenta la Valle d'Aosta per ragioni di tipo turistico. Sotto questo profilo, in questi anni sono stati fatti dei tagli considerevoli sulla spesa e soprattutto in questo settore. Credo che bisognerà anche porre più attenzione al marketing territoriale, che sicuramente è meno selettivo di quello della ricerca e del mantenimento della clientela vip, ma che non può essere trascurato, perché può aumentare il numero degli ingressi e conseguentemente portare delle gratificazioni in termini di ricavi.

Io credo che bisogna guardare con un occhio nuovo al futuro, perché la situazione non è sicuramente facile. Abbiamo una struttura del tutto particolare, perché da una parte mette a disposizione un'offerta di tipo alberghiera e dall'altra parte è legata al mercato del gioco. Il momento non è sicuramente facile, perché quello del gioco è un mercato in continua evoluzione, che cambia di giorno in giorno, in un momento in cui perdura la crisi sotto il profilo socioeconomico generale. Il modello del gioco è cambiato e bisogna adeguare anche il modello dell'offerta. Sicuramente occorre uno sforzo nuovo, così come ha detto l'Assessore. Io credo che vadano esplorate tutte le possibilità, ma bisogna farlo con urgenza, perché diversamente sarà difficile pensare alla sostenibilità economico-finanziaria di questa azienda. L'utile non solo deve coprire le spese ordinarie di gestione, ma anche le poste dovute agli ammortamenti, alla svalutazione e agli oneri finanziari, perché quand'anche si raggiunga il pareggio tra valore e costi alla produzione, abbiamo 13/14 milioni di euro di spese derivate dagli ammortamenti degli onerosi interventi di riqualificazione della struttura e dei conseguenti oneri finanziari.

Credo che se da una parte possiamo dire che ci sono dei segnali di contrazione delle spese, dall'altra parte non siamo ancora riusciti a intravvedere un margine di crescita sufficiente a dare una speranza per un futuro più tranquillo, che possa garantire sviluppo alla casa da gioco e benessere alla comunità valdostana. Per questo sarà importante fare tutte le valutazioni necessarie nel più breve tempo possibile, per verificare quali possibilità gestionali possano garantire il raggiungimento di questi obiettivi nel tempo, per poter far tornare la casa da gioco a dare il suo contributo all'economia valdostana, così come ha sempre fatto negli anni passati.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Cognetta, ne ha facoltà.

Cognetta (M5S) - Sul casinò si è detto davvero tanto e adesso prendiamo atto che sostanzialmente abbiamo un altro anno di perdite. Assessore, lei in Commissione ha fatto un passaggio interessante, quando ha detto che bisogna dare ancora una chance alla politica prima di prendere dei provvedimenti. Io mi sono detto che di chance la politica sul casinò ne ha avute talmente tante, ma le ha fallite tutte: è riuscita a perdere su qualunque punto; è interessante questa cosa.

Quello che ha detto il nuovo direttore è stato illuminante, quando ha parlato per esempio del fatto che, qualora venissero dei clienti importanti e ci fossero delle grosse vincite da parte loro, noi potremmo anche chiudere. Ha detto questo e se vuole glielo leggo: "Noi sappiamo benissimo che, dovessimo trovarci a 20 milioni, significherebbe già chiudere definitivamente baracca, per cui trovo difficile quel tipo di accordo - si riferiva all'accordo con i cinesi - per cui esiste ed è stato sterilizzato", nel senso che l'abbiamo mollato lì. Scusate, questo verbale non si potrebbe leggere, ma l'ho fatto solo perché lei metteva in dubbio ciò che stavo dicendo.

Le uniche operazioni che avete fatto sono state di tagliare i costi del personale, ma non si è fatta nessuna azione per far venire gente. I risultati sono chiari e l'ha detto anche il collega Marquis che ci sono sempre meno presenze: vuol dire che qualunque azione di marketing venga messa in atto, di fatto non dà i risultati sperati.

Quando arriverà di nuovo in quest'aula il dibattito su come ripianare l'ennesima perdita, perché prima o poi arriverà questa discussione, non lo so dove prenderanno i soldi: è questa la domanda delle domande. Quando arriverà di nuovo in quest'aula la discussione su come ripianare la perdita, io spero che non rientrerà ancora CVA o andremo dalle banche! A quel punto dovrete prendere una decisione! Una delle possibilità potrebbe essere il concordato preventivo di continuità, che lei conosce benissimo cos'è, con il quale si potrebbe dare una profonda sistemata a tutte quelle sperequazioni che ci sono anche sui dipendenti e sul personale. Perché se da un lato abbiamo tagliato, dall'altro abbiamo promosso e portato avanti; dall'altro ancora dirigenti sono stati spostati, ma hanno mantenuto lo stesso stipendio, e così via.

Se la politica volesse fare qualcosa di veramente importante e definitivo, dovrebbe prendere delle decisioni, ma non aspettare ottobre 2018. Tutto questo mi fa capire che alla fine noi dobbiamo prendere atto del fallimento della gestione politica degli ultimi dieci anni del casinò: avete fatto degli investimenti immobiliari che non erano adeguati e adesso ne paghiamo le conseguenze. Abbiamo costruito un mostro enorme che di fatto non sta in piedi.

La colpa mi sembra di capire che non sia del precedente amministratore, come qualcuno ha pensato in quest'aula, perché alla fine nulla è cambiato: abbiamo sostituito l'amministratore e adesso abbiamo scelto di avere il direttore generale, però i risultati sono praticamente gli stessi. Forse non era lì il problema. Forse il problema sta nel fatto che se chi gestisce non ha le mani libere, perché continuano a esserci veti incrociati provenienti dalla politica, non si potrà mai sistemare nulla. Potreste mettere lì il miglior manager della storia d'Italia, ma non potrebbe fare nulla, se poi ha le mani legate. È la cosa che vi ho già detto tante altre volte: se il casinò non è libero di essere gestito, non si va da nessuna parte. Anche se sceglieste un socio privato, ma che poi fosse amico di qualcuno che continua a fare questi giochini, non andrebbe da nessuna parte neanche lui. Fermo restando che, come giustamente ha detto il collega Chatrian, chi se la prende una cosa del genere? E perché, poi, alle condizioni che ci sono oggi?

Questo atto non si vota, essendo solo una presa d'atto, perché altrimenti cosa vuoi votare una roba del genere?!

Mi fa piacere che il collega Marquis abbia dato qualche segnale di risveglio come Stella alpina e abbia detto che forse ci sono delle cose da vedere e da valutare in maniera approfondita. Collega, diamo però anche delle soluzioni, diciamo che cosa vogliamo fare e non soltanto qual è lo stato dell'arte. Lei, essendo in maggioranza, dovrebbe dire: vorremmo fare questo e non quello, prendiamo quella strada e non quell'altra; sarebbe corretto! Il problema è che non si vuole risolvere questa cosa adesso, ma bisogna aspettare le prossime elezioni.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Gerandin, ne ha facoltà.

Gerandin (UVP) - Diamo atto all'Assessore di avere cercato di giustificare o comunque di spiegare una situazione non facile, nel senso che immagino non sia semplice nel suo ruolo cercare di trovare delle giustificazioni. Forse più che di giustificazioni si tratta di prospettive, perché è su queste che si gioca la vera partita, per questa casa da gioco che è stata per anni un fiore all'occhiello e anche una fonte importante di risorse per il bilancio regionale, ma che ultimamente è diventata una sorta di cassa integrazione, in cui ormai con regolarità si deve intervenire per ripianare le perdite.

Una situazione difficile che comunque deve avere una visione di prospettiva, perché indubbiamente non possiamo pensare di buttare a mare tutto e non dare prospettive a questa che, tra l'altro, è una realtà occupazionale non indifferente. Dico questo, perché probabilmente nella partita che si aprirà nel futuro bisognerà fare scelte coraggiose e trasparenti, ma soprattutto bisognerà recuperare quel tempo perso, di cui a tutt'oggi dobbiamo rendere conto ai cittadini.

Il Casino de la Vallée è una società, come lei Assessore ha evidenziato, che ha ricevuto 50 milioni di euro di finanziamenti da parte della Finaosta e che poco tempo fa è stata oggetto di 60 milioni di euro di ricapitalizzazione. È una società che deve rendere conto del suo operato e del suo futuro a tutti i cittadini valdostani, non solo a questo Consiglio, perché è difficile spiegare al di fuori come mai le risorse si trovano per questo tipo di società, mentre ai cittadini comuni magari dobbiamo chiedere dei sacrifici. Come ho detto in altri miei interventi, io ho visto anche di buon occhio l'inizio dell'attività amministrativa del nuovo management e non mi è dispiaciuto il modo in cui si sono posti: mi sono sembrate persone che avevano intenzione di dare il loro apporto per cambiare un andamento senza prospettive. Non mi erano dispiaciuti, salvo poi accorgermi, dopo l'ultima audizione in Commissione, che non erano stati rispettati tutta una serie di impegni di trasparenza, concordati anche con lei, Assessore: si ricorda quando le venne chiesto di portare in Commissione quella documentazione relativa a come sono state spese queste risorse, a come sono stati gestiti gli appalti? Si fece una riunione - Assessore, glielo dissi in maniera del tutto personale - che non mi aveva soddisfatto per nulla, nel senso che ci portarono i conti delle spese, ma noi volevamo conoscere come erano stati predisposti i bandi: non si è fatto nulla di tutto questo.

Torniamo all'ultima audizione. Noi leggiamo nella relazione sul bilancio d'esercizio della società di revisione che "l'amministratore unico ha predisposto una proiezione dell'imponibile fiscale che prevede un recupero di tali imposte anticipate in un arco temporale di nove anni". Le è stato chiesto in Commissione di avere copia di questo documento fondamentale, perché - come lei ha ricordato, Assessore - in questo momento abbiamo oltre 28 milioni di euro di imposte anticipate iscritte a bilancio, ed è basilare capire come si pensa di riportare in attivo una società che potrà recuperare questi 28 milioni solo quando avrà un bilancio in attivo. Per cui, io non lo so perché non ci sia la volontà di fare chiarezza, di fare trasparenza. In Commissione le è stato chiesto anche di avere un quadro chiaro delle prospettive legate alla situazione finanziaria di questa società rispetto alle banche e ai debiti. Ci è stato risposto che abbiamo mensilmente la proiezione degli indebitamenti, ma noi non abbiamo ricevuto nulla di questa documentazione. Noi sappiamo che in questo momento, come giustamente e onestamente lei ha illustrato, l'indebitamento verso banche e altri istituti era a fine 2014 di 62 milioni e a fine 2015 di 94 milioni di euro. Ma quello che era soprattutto interessante capire è come si pensa di andare incontro alla situazione di liquidità di questa società, perché nel bilancio avete scritto che la prossima sofferenza sarà legata a questo.

Io penso che nessuno, che fosse messo in questo momento in questa società, abbia la bacchetta magica e possa pensare di risolvere tutte le problematiche. Il collega Cognetta ha detto molto correttamente che c'è stato un peccato originale: si è deciso di spendere milionate di euro per un albergo di cartongesso e per ristrutturare un complesso. Abbiamo speso decine di milioni di euro, senza tenere conto che nel bilancio di una società c'è anche la quota di ammortamento, che è quella che penalizzerà ancora per anni il bilancio di questa società. A fronte di miracoli che obiettivamente è difficile aspettarsi, io penso che chiedere che ci sia trasparenza sia il minimo, Assessore, e lei dovrebbe essere garante di questa trasparenza, capire qual è effettivamente la situazione reale.

Lei ha provato a giustificare il fatto che si continuano a iscrivere imposte anticipate, dicendo che è un obbligo di legge predisporre in bilancio il recupero delle imposte anticipate, ma è un obbligo di legge quando c'è la ragionevole certezza di avere un utile. La ragionevole certezza, Assessore, non può essere ciò che è stato scritto nel verbale dell'assemblea ordinaria totalitaria del 22 settembre 2014, con cui avete predisposto il bilancio: "in quanto esiste la ragionevole certezza di ottenere nei successivi esercizi imponibili sufficienti a consentire il riassorbimento delle perdite prodotte e a tal fine il piano fiscale quadriennale predisposto dall'azienda". Questo lo scrivevate un anno fa, ma cosa succede adesso? "A tal fine l'amministratore unico ha predisposto una proiezione dell'imponibile fiscale che prevede un recupero di tali imposte in un arco temporale di nove anni". Noi in due bilanci di esercizio abbiamo scritto che pensiamo di arrivare a un attivo e recuperare le imposte anticipate, ma nel primo parliamo di quattro anni, mentre dopo un anno diciamo di farlo in nove. È vero che c'è l'obbligo di legge di prevedere queste cose quando c'è una ragionevole certezza, ma qui dov'è questa ragionevole certezza, se in un anno posticipate di cinque anni la possibilità di tornare eventualmente a recuperare queste imposte e ad avere un attivo? Quando si chiede trasparenza e correttezza, è di questo che si tratta, Assessore! Se ci sono difficoltà oggettive, si dicano: si dica ai cittadini valdostani qual è la reale situazione!

Lei sa meglio di me, Assessore, che iscrivendo a bilancio imposte anticipate, c'è un grande vantaggio e un grande svantaggio. Il vantaggio è di ridurre di 28 milioni di euro le perdite di esercizio, perché altrimenti, malgrado la ricapitalizzazione di 60 milioni di euro fatta poco tempo fa, si sarebbe stato l'obbligo di intervenire come prevede la legge, perché quando le perdite superano un terzo del capitale sociale bisogna procedere con la ricapitalizzazione e con la convocazione immediata dell'assemblea. Ma in tutta questa operazione, Assessore, c'è un lato negativo: iscrivendo tutte queste imposte anticipate a bilancio, è vero che si diminuisce il disavanzo di bilancio, ma si entra in difficoltà di cassa. Quando all'interno della relazione si scrive che le prossime difficoltà saranno quelle di cassa, è perché si è cercato in qualche maniera di mascherare la reale situazione economica di questa società.

C'è ancora un dato, Assessore: se nel 2016 ci sarà una perdita superiore a 16 milioni, scenderete comunque sotto un terzo del capitale sociale e ci sarà l'obbligo di ripristinarlo, perché non penso che, a fronte di una prospettiva come quella che è nel programma di Governo, vale a dire di una eventuale gestione esternalizzata, si possa pensare di mettere sul mercato una società che avesse avuto una riduzione di capitale sociale. Sarebbe un messaggio devastante. Io immagino che non sarebbe così semplice, dopo i 50 milioni di euro di mutui dati da Finaosta, riproporre in quest'aula una ricapitalizzazione magari già l'anno prossimo. Però se qualcosa va fatto, Assessore, quello che io continuo a sostenere è che deve essere fatto nell'assoluta trasparenza.

C'è ancora un ultimo aspetto che volevo toccare, che è legato a quelle che potrebbero essere le scelte definitive nella riforma della legge Madia. Ricordiamoci che questa è una società a totale capitale pubblico. Io non so cosa succederà nelle scelte definitive, perché ne abbiamo più versioni in questo momento, non so come verranno trattate le società dove bene o male la partecipazione azionaria è legata alle società finanziarie delle varie Regioni. Però facciamo attenzione, perché può darsi che i deficit di bilancio, tenuto conto che ci sono anche i bilanci consolidati, entrino di diritto nel bilancio della Regione.

Ci sono considerazioni legate al futuro e alla crescita della società, perché è indubbio che non si può intervenire solo ed esclusivamente sul costo del personale, sui tagli degli interessi (oramai penso che sotto l'1 percento sarà difficile arrivare) e sui piccoli risparmi. Se non c'è una crescita e un indotto maggiore, difficilmente questa società avrà delle prospettive. Se c'è, come pare che ci sia, la volontà di andare in una direzione diversa, io mi auguro che la politica abbia il coraggio, con quella trasparenza che vi ho detto prima, di assumere al più presto delle decisioni che vadano nell'interesse del futuro di questa società, della casa da gioco, dei lavoratori e della comunità valdostana.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Bertschy, ne ha facoltà.

Bertschy (UVP) - Il discorso sul casinò appassiona da tempo questa Assemblea: lo abbiamo affrontato come movimento di opposizione e oggi lo trattiamo per la prima volta come gruppo che fa parte della maggioranza. Vorremmo affrontare questo tema con una visione un po' più politica, in una maniera che andasse al di là della lettura dei numeri e dei bilanci, perché questi li abbiamo tutti in mano e abbiamo delle grosse cartelline per raccontarceli.

L'altro giorno in Commissione l'amministratore è stato molto chiaro e mi pare che pure il revisore abbia fatto valutazioni approfondite, anche a riguardo delle imposte anticipate. Tutta una serie di elementi sono stati trattati e la condizione del casinò è quella che viene rappresentata: una situazione di difficoltà e di sofferenza, oggi gestita con più attenzione rispetto al passato. Credo che questo lo riconosciamo tutti al nuovo direttore, ma anche all'impostazione politica che credo l'Assessore abbia dato, altrimenti certe scelte forse non si sarebbero fatte. Il problema è che, come in tutte le imprese, gestire bene è l'obiettivo, ma far crescere l'azienda è un obiettivo ancora più importante e per riuscirci bisogna fare delle scelte che vadano negli interessi delle finalità che l'azienda si pone. Nel caso specifico, per fare crescere il casinò bisogna avere soldi per investire nella promozione e nell'ospitalità, per costruire quell'attrattività della clientela che è necessaria a portare i clienti nella casa da gioco. L'amministratore, nella presentazione del suo bilancio, ha sottolineato con chiarezza dove sono stati fatti i tagli, che erano già partiti nel passato.

L'anno scorso - eravamo ancora all'opposizione - quando il Governo ha fatto l'operazione di liquidità dei 20 milioni di euro al tasso dell'1 percento, noi avevamo offerto un'apertura e non una critica spietata a questa disponibilità che veniva data all'azienda, perché senza liquidità non c'era la possibilità di cominciare a fare almeno un programma di gestione più attento. Questa si accompagnava anche all'arrivo di un nuovo amministratore, al quale andava data fiducia. A nostro avviso, in questo momento limitarsi a cercare di trovare qualsiasi elemento di difficoltà e fare anche un po' un funerale anticipato all'azienda, non è il ruolo del politico. Possiamo tutti fare un po' di populismo: sappiamo che il nuovo direttore non è di grande interesse all'interno dell'azienda ed è arrivato forse in una maniera che oggi non è così comprensibile, in una situazione di sofferenza. Ci saranno delle scelte: da una parte si rivendica che l'amministratore possa fare per conto suo, ma quando fa una scelta la si imputa alla politica. Posso assicurare che, per quello che mi riguarda, nelle occasioni che ho avuto di parlare con l'amministratore, egli riteneva questo ingresso necessario ad accompagnare il suo lavoro.

Detto questo, nella situazione in cui siamo e con il personale al quale viene tagliato lo stipendio per creare un pochettino di polmone per gli investimenti, vedere arrivare e pagare una nuova figura, da parte dei dipendenti non può che essere criticato. Se vogliamo iscriverci a questo tipo di attenzione rispetto al casinò, potremmo fare un lungo elenco e, se permettete, di questioni ne conosco tante altre, ma non è di questo a mio avviso che oggi abbiamo bisogno di parlare. Così come non abbiamo bisogno di una critica a priori, senza permettere nemmeno una valutazione un po' più approfondita dei fatti: una possibilità che la politica di questa nuova maggioranza si è data attraverso l'accordo che prevede - bene è stato questa mattina presentato dall'Assessore - l'esplorazione di un qualcosa che fino a oggi è stato un tabù. Fino a qualche tempo fa era un tabù pensare che il casinò potesse ritornare oggetto di interesse di un privato, per la valorizzazione degli investimenti che sono stati fatti e per la qualità del personale che lavora all'interno della casa da gioco. Oggi invece noi ne parliamo e farlo non vuol dire lanciare lì una cosa - se mi permette il collega Chatrian - in funzione delle elezioni regionali. Un bando europeo: se si vuole, si parte oggi e si arriva molto prima delle elezioni regionali, soprattutto se c'è la collaborazione. Il problema è che oggi tutti ci lamentiamo che il casinò non cresce, che non riusciamo a far arrivare clienti, sapendo delle difficoltà che ci sono a livello anche di morale e di entusiasmo all'interno della casa da gioco, perché purtroppo si è un po' persa quella verve iniziale che aveva accompagnato il cambio dell'amministratore. Si tenta politicamente di lanciare un'iniziativa per parlarne con calma in Commissione, per aprire una porta a un ragionamento nuovo che permetta alla Regione di valutare, insieme al suo Governo, se ci sono società interessate a portare qui capitali per investire in Valle d'Aosta: come, dove, quando, è tutto da pensare e da ragionare insieme. Il bilancio lo si conosce e in questo momento si può dire che la gestione è di ordinaria amministrazione, perché si sta cercando di gestire bene quello che sia ha e di fare un po' di rilancio, ma con le risorse che ci sono. Però se si fa una proposta per tentare di ragionare, affinché in futuro si possa arrivare a qualche cosa di diverso, ci si trova davanti a una critica già in partenza, senza neanche avere la possibilità di esplorarla.

L'altro giorno, collega Cognetta, alla fine della Commissione ho letto il comunicato e mi è sembrato un ragionamento giusto: la politica - dal punto di vista del gruppo dell'opposizione - ha fallito, ma che la politica almeno si lanci in una nuova sfida. Ripeto: come, dove e quando è tutto da valutare. Se il messaggio è di privatizzare per licenziare, per ridurre gli stipendi e per massacrare l'azienda, di una privatizzazione selvaggia che attiri capitali di chissà quale tipo, allora non è questo il messaggio che l'UVP ha portato in questa maggioranza e che con un contributo di idee vuole lanciare.

L'abbiamo detto anche noi dell'UVP che il progetto di investimento a nostro avviso era esagerato, l'abbiamo detto per tre anni e in un momento in cui il mercato del gioco era in diminuzione, ma non è che possiamo continuare a dirci le stesse cose. Oggi la situazione è questa. Il patrimonio c'è ed è stato rivalutato. Tra l'altro, a mio avviso c'è sempre stata molta correttezza nel non fare operazioni finanziarie su cespiti o altre cose, che in certi momenti si possono anche fare. Oggi il bilancio è quello: è trasparente, c'è la questione delle imposte anticipate che preoccupa e che è stata più volte segnalata, però si è sempre ragionato in termini di bilancio. C'è un patrimonio nuovo e ci sono persone molto preparate all'interno dell'azienda: proviamo a capire se c'è qualcuno che è interessato a valorizzare questo patrimonio. Prima ancora di lanciare bandi, appalti e ragionamenti vari, proviamo a cominciare a capire, con un mandato all'Assessore o al Governo di riferire in Commissione, se c'è una strada nuova, altrimenti è chiaro che anno dopo anno non potremo che ripetere i commenti che facciamo oggi. Se poi anche questa strada nuova ci sarà preclusa, perché nessuno sarà interessato a venire a valutare quello che in Valle d'Aosta si può ancora fare, che potrebbe anche essere di aiuto a livello turistico, allora se ne prenderà atto. Ma non cominciare a farlo questo percorso, a nostro avviso è sbagliato, così come è sbagliato lanciare messaggi strani. Oggi, quando il personale di un'azienda è ai costi attuali, o si aumentano i ricavi oppure si diminuiscono i costi. In questo momento, alle persone che lavorano al casinò bisogna dare un po' di entusiasmo, se è possibile, per trovare le misure e fare scelte che facciano aumentare i ricavi, non per mantenere lo status quo, quando si sa che questo porterà per forza a diminuire i costi.

Io spero veramente che si possa ragionare insieme verso questa possibilità nuova, che non è dire di privatizzare per privatizzare, ma di valutare quello che abbiamo, e lo ripeto per la terza volta. Abbiamo un patrimonio ristrutturato - magari male come è stato detto, ma oggi è questo -, un patrimonio che è stato valorizzato: in passato abbiamo acquisito delle proprietà e altre persone che hanno lavorato qui prima di noi hanno fatto delle scelte per rompere il famoso accerchiamento. Vediamo se si può fare qualcosa di diverso, magari in collaborazione, magari con scelte nuove, però questa è una strada. Altrimenti, come abbiamo visto, abbiamo fatto un cambio di amministratore, però purtroppo non c'è stato quel deciso mutamento di passo che in questo momento, con la situazione del gioco che viviamo e che accompagna anche le altre case da gioco, possiamo fare.

Assessore, la sua analisi e la sua apertura, che rimanda anche al programma che insieme abbiamo condiviso, io spero che venga raccolta e che si possa provare nei prossimi mesi a fare un ragionamento insieme, per capire se tutto questo possa avere un valore e se un messaggio nuovo possa essere lanciato anche a chi all'interno della casa da gioco oggi vive con preoccupazione la situazione e soprattutto il futuro dell'azienda. Come gruppo UVP evidentemente cercheremo di portare il nostro contributo a questa scelta, oltre che la nostra attenzione alla situazione di bilancio che stiamo vivendo e che evidentemente preoccupa, nella misura in cui non riusciremo veramente in quella operazione di crescita che tutti ci auspichiamo.

Dalle ore 10:28 riassume la presidenza il Presidente Rosset.

Rosset (Presidente) - Ha chiesto la parola il Consigliere La Torre, ne ha facoltà.

La Torre (UV) - Credo che oggi in aula stia emergendo una consapevolezza: che stiamo svolgendo un dibattito secondo me molto importante, che in qualche modo segna anche un passaggio, una presa d'atto che parte intanto da un'analisi corretta dei dati che sono stati forniti prontamente, in maniera molto chiara da parte della nuova direzione - quindi il riconoscimento anche al dottor Scordato e alla nuova direzione per aver svolto un egregio lavoro - ma che ci deve far riflettere, proprio perché in qualche modo questi dati sono tendenzialmente positivi, ci viene dato del fiato.

Noi però non dobbiamo approntare la questione come dei contabili, ma avere quella capacità di guardare avanti, tracciare veramente un passaggio per il futuro della casa da gioco. Perciò mi ha fatto piacere sentire l'Assessore che nel suo intervento ha parlato di una ricerca di possibili soluzioni. È proprio su questo che vorrei centrare un po' il mio ragionamento, perché io credo che oggi vada capito che guardare il Casinò fine a sé stesso è un modo per non superare il problema.

Noi oggi dobbiamo cambiare proprio la visione complessiva che abbiamo, la visione di questa Regione, perché questa è una Regione che ha delle grandissime potenzialità. È quindi attraverso questa visione di una Regione con le sue potenzialità che possiamo trovare quella positività e quell'energia che servono proprio per fare questo salto di qualità che in qualche modo tutti cerchiamo, ma nessuno riesce ad inquadrare. Questo significa che dobbiamo tenere conto di alcuni fattori: dobbiamo smettere di dire che questa è una regione isolata, perché agli occhi degli altri questa non solo non è una regione isolata, ma è molto servita, perché noi abbiamo tre aeroporti (Torino, Milano, Ginevra). In una visione di un turismo internazionale vuol dire essere straserviti, perché la cosa banale che sanno tutti è che le grandi città hanno gli aeroporti, ma dall'aeroporto di una grande città per arrivare alla grande città ci vogliono due ore. Questi tre aeroporti possono essere considerati gli aeroporti di una grande città, quindi la Valle d'Aosta non solo non è isolata, ma è servita e ha una potenzialità enorme in tutte le sue riconosciute peculiarità, la sua storia: non ci possiamo dimenticare il passato medievale, il passato romano, non ci possiamo dimenticare tutta la parte paesaggistica, le montagne, il Gran Paradiso che rimane uno dei ventidue migliori parchi al mondo che ci sono, eppure non riusciamo a spingere in questa direzione lo sport, lo sci.

Occorre quindi avere un respiro diverso che apre verso l'esterno: è qui che si deve inquadrare il ruolo del casinò come un ruolo di punta; è qui che si inserisce il tassello del Casinò, che si va dal Forte di Bard al foro romano, allo Skyway, al Casinò, alle stazioni sciistiche, è qui che si inquadra la potenzialità della struttura della casa da gioco. Qui occorre partire subito - io non so chi lo diceva, forse Bertschy, ma anche Cognetta - perché siamo di fronte ad un riassetto del turismo internazionale. È un momento questo a livello mondiale, dove si stanno riassestando i flussi turistici ed è in questo quadro che noi dobbiamo leggere la potenzialità della Valle d'Aosta e del casinò. L'evento della Mercedes può sembrare banale, ma è un evento internazionale che ha fatto capire, per chi lo ha vissuto, chi si è interessato, la potenzialità che ha quel luogo: la Mercedes non è venuta a Saint-Vincent solo e semplicemente perché c'era il casinò o c'era un albergo idoneo (di cinque stelle ne poteva trovare quanti ne voleva); è venuta perché la Valle d'Aosta, il Casinò e l'Hotel Billia avevano quelle caratteristiche internazionali fondamentali dove una casa mondiale poteva svolgere un ruolo di evidenza eccezionale, portando degli elementi straordinari. Possiamo poi anche dirci la verità: abbiamo una struttura da gioco che ha una storia lunga tale che abbiamo un personale con un grande know how. Noi abbiamo delle potenzialità enormi all'interno della casa da gioco, quindi è giusto quello che si sta facendo di spingere sul gioco, il gioco di prossimità e comunque tutti gli elementi che possono incrementare il fattore presenze, quindi quello che stanno facendo è assolutamente positivo.

Secondo me, occorre guardare - questo me lo sono proprio scritto - ad un casinò che interagisce con la Regione e punta per trovare sinergie internazionali. Noi non abbiamo bisogno di un gestore, abbiamo bisogno di partner! A noi non serve un gestore della casa da gioco, a noi servono dei partner internazionali con cui rilanciare questa regione, riportarci al centro del turismo internazionale, essere protagonisti! Non è Saint-Moritz o Cortina, ma è la Valle d'Aosta che può diventare protagonista in un quadro di turismo internazionale. Io questo l'ho capito in quel breve periodo dell'Expo - dove poi qualcuno l'ha capito, qualcuno l'ha valutato alla fine - la potenzialità straordinaria che ha questa Regione; e il Casinò è in questa potenzialità che trova la soluzione e il suo futuro, perché non la troverà mai da solo se viene guardato come singolo elemento, perché come tale non ha quegli elementi economici finanziari che gli permettono di trovare una soluzione in tempi brevi, ma se tu lo inquadri in una visione ampia di un turismo diverso di questa regione, noi possiamo essere la Sun Valley d'Europa - non c'è da inventarsi niente - dove il divertimento, il piacere di venire in una regione alpina che può offrire tutto diventa il centro del nostro sviluppo. Ecco perché dobbiamo iniziare subito, e qui il ragionamento sui tempi è fondamentale.

Sono d'accordo con Bertschy, ma anche con l'Assessore quando dice che non si può perdere tempo: è stato scritto nel programma, ma non basta scriverlo nel programma, bisogna cominciare a muoversi! Ecco perché c'è la presa d'atto: perché oggi c'è la consapevolezza che questo è un dibattito importante che non può essere come il dibattito dell'anno scorso, questo è un dibattito che deve segnare un punto fermo. Io ho presentato la mia visione, è legittimo che altri ne presentino altre, ma questo deve essere un punto fermo, perché sennò il soffitto ci cade sulla testa e noi non lo vogliamo, e faremo in modo che non ci cada sulla testa, ecco perché i tempi devono essere strettissimi. Bisogna uscire con l'idea da quest'aula con la consapevolezza che da oggi si cambia il sistema, si cambia la visione, ci si muove in un modo diverso. Occorre forse dare un mandato? Diamo un mandato. Occorre forse fare delle riunioni per supportare l'Assessore o comunque creare questa energia positiva per andare in questa direzione? Facciamole! Ma quello che serve oggi è acquisire la consapevolezza che non è facendo un'analisi contabile, giustamente anche facendo i conti giusti, a spulciare le virgole delle gestioni che risolviamo i problemi.

Oggi i problemi di questa regione li risolviamo avendo un po' di coraggio, mettendoci un po' di coraggio, mettendoci un po' non di fantasia, ma di intelligenza, e cominciando a pensare in grande, non a dei gestori di cui non abbiamo bisogno: a pensare a dei partner internazionali, ad offrirci sulla scena mondiale del turismo, e il Casinò può essere l'elemento di punta caratterizzante di questo tipo di attività. Credo che solo così noi possiamo fare veramente un salto di qualità. Questo, secondo me, è il passaggio fondamentale, quindi: tempi stretti e agire sin da subito.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Guichardaz, ne ha facoltà.

Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Dibattito interessante credo, anche perché l'approccio, forse a differenza degli altri anni, appare un approccio direi anche più costruttivo, forse più responsabile, più consapevole. Io credo che tutti noi siamo qua ad analizzare una situazione che è nuovamente drammatica; l'Assessore può essere criticato per i suoi posizionamenti, per ciò che rappresenta, ma non si può dire - così come è stato riconosciuto credo anche da alcuni colleghi della minoranza - che questa mattina abbia utilizzato dei toni trionfalistici.

Siamo di fronte ad un problema che è manifesto, è l'ennesima situazione piuttosto drammatica dei conti del Casinò, ma siamo davanti - io credo anche per i numeri riformulati dalla maggioranza - a delle prospettive che possono in qualche modo riconsiderare la situazione del casinò per rilanciarlo in un'ottica positiva. Anche i numeri sono importanti, perché nel momento in cui i numeri e gli equilibri sono piuttosto faticosi, si fa fatica a trovare e ad adottare soluzioni che in alcuni casi richiedono anche il coraggio.

Io non voglio fare un'analisi finanziaria, è già stata fatta a sufficienza questa mattina; poi i dati li abbiamo tutti, li abbiamo letti, abbiamo fatto delle audizioni. Credo che sia invece utile forse un'analisi più politica della situazione, perché il tema del casinò è un tema che ha sempre connotato la discussione politica; l'ha connotata quando eravamo in opposizione e l'ha connotata adesso che siamo in maggioranza: il tema del casinò è sempre stato tra i primi punti all'interno dei nostri accordi politici, quindi è importante che questo dibattito assuma proprio una rilevanza politica.

Cosa si può dire rispetto alla gestione? Io sono qui da tre anni e rotti e il confronto tra la gestione attuale e la gestione precedente è un confronto che io giudico positivo. Già dalla lettura della relazione si vede comunque un approccio diverso, io penso anche oggettivo, un approccio responsabile, non trionfalistico, un approccio che non proietta promesse che non si possono mantenere. L'attuale gestione - credo che tutti lo possiamo riconoscere - è una gestione sicuramente più sobria, anche proprio dal punto di vista della comunicazione esterna, e non vuol dire che la comunicazione esterna meno mirata al protagonismo della dirigenza sia necessariamente negativo, a volte questo è un dato positivo; è una gestione sicuramente più attenta a quei capitoli di spesa sui quali è possibile incidere. Come è stato detto, tanto dalla dirigenza quanto dalla parte politica, sono capitoli che nell'immediato non determinano dei dati clamorosi: il risparmio sul personale - peraltro un risparmio che è stato fatto e che viene fatto attraverso degli step anche di tipo sindacale - è altalenante, perché è stato conseguito con un accordo a termine che è concluso, rinnovato con un ulteriore accordo e io, da ex sindacalista, devo dire che è un accordo anche coraggioso, un accordo di prospettiva che mette le maestranze, i sindacati e la dirigenza davanti a un dato di fatto: oggi c'è un problema di sostenibilità. Il problema non è solo di sostenibilità finanziaria, ma proprio di sostenibilità esistenziale del Casinò e del Grand Hotel Billia. Se le maestranze, i sindacati, i lavoratori e il territorio non partecipano insieme al risanamento, che non possiamo pretendere, colleghi, essere un risanamento a termine sul breve periodo, è un risanamento che ovviamente sconta degli investimenti da noi in parte criticati, ma che oggi sono iscritti a bilancio, che sconta degli ammortamenti, è un risanamento che richiede necessariamente un'azione sinergica, un'azione sicuramente di rilancio, ma la consapevolezza da parte di tutti è che se non si partecipa tutti al nuovo progetto, ad una nuova idea, purtroppo la macchina rischia di incepparsi in maniera irreversibile (questo lo dobbiamo dire).

Io credo che l'analisi fatta attraverso la relazione sia un'analisi che dà l'idea anche di una maggiore attenzione al controllo dei costi. Ho fatto anche delle mie personali indagini di piccoli customer satisfaction tra il personale e devo dire che la presenza di questa dirigenza anche nelle piccole cose a volte viene vissuta con fastidio, ma è una presenza che non è di piccolo cabotaggio: è una presenza che cerca di rimettere un po' in quadro una situazione che forse aveva preso una deriva. La dirigenza è presente, a volte a parere di qualcuno è presente fin troppo anche sulle piccole cose, ma vuole dare un segnale nella direzione di una corretta razionalizzazione dei costi e delle spese e, come diceva l'Assessore, tenendo però in conto, così come è scritto nella relazione, che non si possono contrarre i costi e le spese all'infinito, perché siamo in presenza comunque di un'azienda che non può corrispondere un servizio di base, ma di un'azienda che si colloca su un target alto, sia per la parte alberghiera che per la parte gioco, che è un target che ha come riferimento anche una clientela di un certo tipo, disposta a spendere. Non dimentichiamoci che oggi stiamo parlando di una macchina che dovrebbe corrispondere un servizio di tipo ricreativo: il gioco per propria natura, così come lo consideriamo noi, dovrebbe essere un divertimento. Questa macchina dovrebbe quindi andare nella direzione di dare delle alte prestazioni, un'alta qualità, e l'alta qualità ovviamente non può essere compromessa da una contrazione dei costi all'estremo: si parlava prima di professionalità, si parlava prima ovviamente anche di materie prime che devono avere degli standard di qualità di un certo tipo.

Altra riflessione che ho fatto leggendo e approfondendo la relazione: mi pare che la parte alberghiera sia stata un po' più ricondotta alla propria vocazione e alla propria mission originale. Soprattutto mi pare che la parte alberghiera, forse anche in un'ottica di apertura di un certo tipo di concertazione con il territorio, cominci a collaborare con il territorio. Il fatto che siano diminuite le presenze gratuite, che siano però aumentati i costi - si parla di 30 euro a camera mediamente - non significa che si taglieggiano i clienti, significa che si riconduce l'offerta, la ricettività al target, che è quello che mancava nel territorio e che non doveva entrare in concorrenza con il bacino che già esisteva. Il Casinò - lo dicevamo prima e lo ripetiamo adesso - così come il Grand Hotel Billia, devono collaborare con il territorio in un'ottica sinergica: il territorio deve portare clienti al casinò, il casinò e il Grand Hotel Billia devono creare un indotto sul territorio: questa io credo sia un po' la differenza rispetto al passato. L'approccio che è ben rappresentato nella relazione attraverso delle forme di collaborazione con il territorio, con gli operatori, con l'ADAVA e con altri operatori commerciali, penso sia un approccio positivo, perché è vero che bisogna mirare all'internazionalizzazione probabilmente dell'offerta, ma è vero anche che il Casinò e il Billia sono concretamente inquadrati dentro un territorio; quindi io credo che l'interesse di un'amministrazione sia quella di creare delle opportunità per il territorio.

Qui vengo un po' anche all'indotto. Non è detto che un bilancio, che alla fine sconta una passività, sia necessariamente negativo nel globale, l'abbiamo visto con gli impianti funiviari: ci sono situazioni che possono presupporre l'accettazione di un bilancio negativo se però diventano utili all'indotto. Se la macchina che oggi oramai è costruita, è implementata e partita ed è perfezionata, è in grado di dare indotto e riversare ricchezza sul territorio, io credo che alla fine i numeri dei bilanci - che sono numeri nudi e crudi - possono essere bilanciati attraverso dei costi/benefici e delle ricadute sul territorio. Non dimentichiamo tra l'altro che noi abbiamo un regime anche fiscale che è un regime di vantaggio in cui la tassazione ritorna integralmente alla Regione, quindi è vero che a volte rileviamo anche delle perdite, ma mai abbiamo disegnato i vantaggi in termini di ritorno erariale. Magari quel capitolo sconta un passivo di 19 milioni o di 4 più gli ammortamenti, non è detto che poi i ritorni in termini erariali non siano vantaggiosi - io parlo tanto del Casinò che del Billia quanto dell'indotto - per quanto riguarda l'Erario. Queste analisi probabilmente andrebbero fatte con un po' più di attenzione, io lancio lì magari l'idea di una valutazione e di un'analisi che sarebbe a mio parere opportuna.

Riguardo al marketing ne ha parlato bene il collega La Torre. Io non sono un esperto di marketing, ovviamente quando eravamo all'opposizione dipingevamo anche noi degli scenari sul "dovreste fare", sul "sarebbe opportuno che si facesse". Io condivido con il collega La Torre, che sicuramente ha un'esperienza molto più grande della mia rispetto alla gestione amministrativa del bene pubblico, e anch'io rilevo, per quel poco che è nelle mie conoscenze, probabilmente ancora un difetto di comunicazione e di marketing, un difetto di offerta di ciò che abbiamo. Bene l'internazionalizzazione, bene la ricerca di partner internazionali, ma è vero anche dall'altra parte che noi abbiamo delle dimensioni e dei limiti come casinò che non sono indifferenti. Lo diceva Scordato, mi sembra in audizione, che si sono dovuti risolvere o comunque si sono dovuti congelare degli accordi con realtà internazionali - adesso non ricordo se parlava di Macao, comunque delle realtà asiatiche - dove si parla di bilanci di migliaia di milioni. Noi abbiamo un casinò che, nell'ambito del territorio valdostano, di un bilancio come il nostro, incide profondamente, ma che confrontato rispetto a realtà internazionali è veramente una miseria in termini di giro di denaro, o comunque di potenzialità di denaro. È vero che bisognerebbe aprirsi verso fuori, ma c'è un limite oltre il quale non si è più in grado di aprirsi, perché i limiti per esempio delle giocate, i limiti che attengono alla richiesta per esempio di servizi da parte di un certo tipo di clientela vip sono limiti oggettivi ai quali noi non possiamo fare fronte.

Altra questione è sicuramente il ragionare in termini anche di sinergia rispetto all'offerta complessiva turistica del nostro territorio, però è ovvio che lì bisogna cominciare a ragionare sul gioco come divertimento e come integrazione rispetto per esempio ad un'offerta di tipo culturale. Spesso o in alcuni casi i giocatori, quelli tradizionali, manco escono dalla camera - ne parlavamo forse con Scordato qualche tempo fa e anche con gli operatori del settore - rientrano in camera, dormono e ritornano al casinò. I grandi giocatori non sono generalmente interessati né ad andare a visitare il criptoportico e neanche andarsi a fare una camminata in un rifugio. Bisognerebbe anche qui cercare di direzionare forse delle filiere, un gioco mirato come divertimento, come supporto e come integrazione, e porto ad esempio i ticket che venivano distribuiti nelle piste di sci (si faceva già questa operazione ai tempi di Frigerio, me lo ricordo): c'erano queste signorine che venivano a distribuire i ticket gratuiti di 10, 25 euro, adesso non ricordo. Anche questo è un ragionamento che sicuramente va fatto, che però richiede un'analisi di contesto, e l'analisi di contesto probabilmente deve essere fatta non tanto dalla politica - perché non so se noi abbiamo gli elementi - quanto da chi è in grado di farle, cioè cercare di capire qual è il target al quale dobbiamo rivolgerci e che tipo di comunicazione si può fare. Quando siamo stati in Tirolo i colleghi del Südtirol Marketing ci insegnavano che vengono fatte proprio delle analisi di contesto su target mirati e con messaggi del tutto diversi e diversificati a seconda del tipo di contesto; questo probabilmente quando e se ci sarà un marchio ombrello, una ridefinizione anche dei supporti al turismo, io credo che non si possa non metterlo in calendario e non direzionare. Quando io parlo di sinergia parlo anche di sinergia a questi livelli: sinergie tra settori diversi. Non è solo un problema dell'Assessore Perron il casinò, è un problema di tutti, è un problema che sinergicamente può essere anche allargato e ampliato in un discorso più complessivo che coinvolga anche i diversi ambiti dell'Esecutivo.

Riguardo poi alla situazione del costo del personale, io credo che alle organizzazioni sindacali, alle maestranze e ai lavoratori vada riconosciuto uno sforzo grosso nella direzione di rivedere anche il proprio trattamento. È vero dall'altra parte, però, che vada sempre affrontata con molta attenzione la questione relativa alla concertazione o alle iniziative di tipo unilaterale, perché come è scritto bene nella relazione alcune decisioni di tipo unilaterale, o che comunque sono state intraprese, hanno creato una grossa conflittualità che ad un certo momento rischia di creare dei problemi di operatività stessa. L'invito, tanto ai sindacati quanto all'azienda, è di aprire un dialogo consapevole che deve essere chiaro. La situazione è questa: è una situazione che, se non va risolta in tempi brevi, richiederà soluzioni probabilmente diverse.

Riguardo poi alla questione "programma maggioranza" - noi l'abbiamo scritto sul nostro programma - il secondo step rispetto agli impegni politici sul casinò (il primo era il cambio del vertice, io sono contento che vi sia stata una soluzione rispetto a quel problema e l'ho detto prima: secondo me è stato un passaggio positivo che ha dato anche nuove motivazioni e io lo considero positivo) è quello di un ragionamento sul destino del Casinò e del Grand Hotel Billia, ragionamento che non vuol dire necessariamente aprire alla privatizzazione come vorrebbe qualcuno. I tentativi di privatizzazione dei quattro Casinò italiani sono spesso falliti. Se voi guardate la storia e la descrizione dei vari eventi legati ai Casinò di Campione o di Venezia, i pensieri di privatizzazione spesso si sono dovuti scontrare con delle realtà. Noi che cosa privatizziamo (lo diceva qualche collega prima), privatizziamo un'industria in passivo? Potrebbe anche essere che arrivi un'entità interessata dall'esterno, ma fa come Alitalia: chiede di creare magari una bad company e una produttiva, accetta di entrare a condizione che si dimezzi il personale, si cambino i contratti, eccetera; sono impatti difficilmente valutabili anche dal punto di vista della realizzabilità. Ciò non toglie però che un ragionamento deve essere fatto, perché una gestione pubblica, all'interno di un contesto che è per sua natura privata, è di difficile esecuzione. Lo è nel casinò e lo è, a mio parere, ancor di più all'interno della parte ricettiva, cioè del Grand Hotel Billia. Io sono convinto, e continuo a dirlo (lo dicevo prima e lo dico adesso) che non è vocazione del pubblico fare gli osti, gli albergatori, i ristoratori! Possiamo pensare di continuare su questa strada così come possiamo pensare a formule diverse, però dobbiamo essere anche consapevoli di qual è il limite dell'azione pubblica all'interno di un contesto come questo.

Adesso qualcuno può dire "vi siete svegliati e ora cercate le soluzioni", ma le soluzioni sono politiche, richiedono dei numeri. C'è stato un progress di incremento e ampliamento della maggioranza, e quando i numeri sono più consistenti - non solo su questo settore, ma anche su altri settori - probabilmente si possono affrontare le discussioni più laicamente, affrontarle sempre tenendo conto, ovviamente, che siamo in presenza di un patrimonio che fino ad ora ha creato dei grandi utili per la nostra Regione. Siamo in presenza di un patrimonio sul quale, nel bene o nel male, che noi fossimo d'accordo o che non lo fossimo, sono stati fatti dei grandissimi investimenti; bisogna tenere in conto anche questo aspetto, e tra l'altro sono in fase di ammortamento e di riassorbimento. Io credo che su questo aspetto vada necessariamente aperto un ragionamento all'interno della maggioranza, perché è la maggioranza che si assume la responsabilità delle proprie decisioni, così come abbiamo scritto sul programma. Credo che su questo specifico argomento vada però aperto un ragionamento a trecentosessanta gradi, perché oggi ci siamo noi, domani potrebbe esserci qualcun altro, ma il problema potrebbe restare, così come la risorsa potrebbe essere utile alla nostra economia e potrebbe essere anche positiva - magari non confinata all'interno del parco del Grand Hotel Billia e del Resort del Casinò - per aumentare anche la nostra offerta turistica e l'appeal che la Valle d'Aosta oggi come oggi ha la necessità di incrementare.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Bertin, ne ha facoltà.

Bertin (ALPE) - Mi è sembrato di capire che la discussione di oggi è servita alla maggioranza per annunciare che si vuole privatizzare, o perlomeno che si vuole valutare attentamente questa via della privatizzazione. Di per sé il privatizzare o meno il casinò non è rilevante, è ovvio che una Regione può anche non gestire direttamente un casinò; lo ha fatto in passato: il Casino de la Vallée è stato gestito da privati, lo sappiamo, non è una vocazione dell'Amministrazione regionale fare il biscazziere. Sappiamo anche le grandi difficoltà che ci sono in una via del genere: è stata tentata, ci ricordiamo ancora adesso le vicende legate ai fratelli Lefebvre, tutta quella questione che si è trascinata per tantissimo tempo. Sono cose estremamente complicate, che in questa fase sembrano scollegarsi dalla realtà di questo casinò che è un disastro.

Come si fa a privatizzare una società in queste condizioni, chi potrà mai venire a gestire un casinò di questo genere? Purtroppo qui ci sono gravi responsabilità! Si è voluto investire su questo casinò, un investimento enorme per la comunità, indirizzato soprattutto nella parte delle strutture, investendo centinaia di milioni sul cemento, con l'idea - fuori da ogni logica - di riportare i fasti degli anni Settanta al casinò, come se bastasse questo tipo di investimento, in un settore che negli anni è completamente cambiato, le nuove tecnologie hanno completamente stravolto il ruolo dei casinò. Con questo grande investimento in cemento che si è rivelato disastroso - ma lo si sapeva - non si poteva riuscire a rilanciare un casinò, perché il contesto economico e del mercato era completamente cambiato, e oggi ci troviamo di fronte a quello che si poteva immaginare: un disastro! Non riesco veramente a capire come si possa trovare qualcuno che gestisca questo casinò in tali condizioni. È ovvio che, anche volendolo fare, prima sarebbe necessario - ammesso che sia opportuno - ritrovare una situazione economica di questo casinò che permetta di poter andare sul mercato. Tra l'altro c'è anche un po' di differenza all'interno della maggioranza tra chi dice che non serve un gestore (come La Torre) e altri, invece, che mi sembrano più indirizzati proprio nella direzione di dare la gestione esterna di questo casinò. A me sembra che in questa fase tale annuncio sia più che altro un'operazione di distrazione di massa, spostando l'attenzione su un altro argomento. Da questo punto di vista la nomina di un amministratore che si chiama Scordato è stata emblematica: scurdammoce 'o passato, ma il problema è che il passato è lì e condiziona il presente. I danni che sono stati fatti in questi anni si trascineranno inevitabilmente nel tempo. Non si può scordare il passato e ci sono delle gravi responsabilità ovviamente su queste scelte sbagliate.

Mi fa sorridere l'intervento di Leonardo La Torre, che all'improvviso scopre le potenzialità della nostra regione. Finalmente abbiamo capito a cosa è servita Expo S.p.A.: a far sapere a La Torre che la Valle d'Aosta ha delle grandi potenzialità, l'unico obiettivo di Expo S.p.A. Sì, la Valle d'Aosta ha delle grandi potenzialità, è uno dei posti più belli del mondo, con grandi potenzialità sotto tutti i punti di vista, ma, collega La Torre, non c'era bisogno di Expo! Tra l'altro ha anche scoperto che è servita da tre aeroporti: Ginevra, Milano e Torino, e l'ha scoperto sempre grazie a Expo! Peccato che nel frattempo le ricordo che, grazie anche al suo voto e alla sua adesione, avete fatto un investimento faraonico e scollegato da ogni senso sull'aeroporto. A me va bene tutto, scurdammoce 'o passato, ma non cadiamo nel ridicolo per scoprire adesso che la Valle d'Aosta è servita dagli aeroporti dopo aver fatto questi danni e questa struttura che - lo ricordo - costa 10 mila euro al giorno alla comunità valdostana, anche senza aerei! Io credo che bisognerebbe non cadere nel ridicolo. Al di là di questo, credo che se le potenzialità sono tante - e lo sappiamo, le ha scoperte anche il collega La Torre - che problema c'è in Valle d'Aosta, collega La Torre? Ci può arrivare anche lei sulle cose che non vanno.

Il problema è proprio questo: fare delle scelte, ma quando si sono fatte scelte sbagliate bisogna innanzitutto recuperare questi gravi danni che sono stati fatti. Secondo me distrarre l'attenzione con questi annunci è soltanto un'operazione che alla lunga avrà degli effetti negativi. Tra l'altro, in questa situazione, chi potrebbe voler gestire un casinò di questo genere? Nessuno, perché è un bagno di sangue la gestione di questo casinò, per tantissime ragioni, e lo dicevate anche voi. Gli unici che potrebbero essere interessati sono coloro che vedono nel casinò una grande lavatrice di denaro sporco, nel quale evidentemente, che perda o che vinca, la funzione per loro è un'altra. È ovvio che non possiamo correre questo rischio, e questa prospettiva evidentemente non mi pare al momento percorribile. Mi sembra più che altro una grande operazione di distrazione sulle gravi responsabilità della situazione attuale, che invece vanno assunte guardando in faccia la realtà e cercando, nei limiti del possibile, di correggere i gravissimi e drammatici errori che sono stati fatti.

Presidente - Ha chiesto la parola la Consigliera Morelli, ne ha facoltà.

Morelli (ALPE) - Caro collega Bertin, verremo sicuramente accusati di passatismo in una discussione che invece sembra unicamente proiettata verso il futuro, mentre in realtà per proiettarsi in modo utile e costruttivo verso il futuro forse un minimo di operazione passatista è giusto e corretto farla.

È trascorso meno di un anno dalla precedente relazione sull'andamento della casa da gioco, e i toni che all'epoca erano prudentemente ottimistici dell'Assessore Perron paiono già superati. All'epoca aveva parlato di speranza e di fiducia nel futuro, oggi in aula annuncia un timido miglioramento. Il bilancio 2015, come già ben espresso dal collega Chatrian, presenta infatti troppi punti oscuri, molto preoccupanti, e la nuova dirigenza, composta dall'avvocato Sommo e dal dottor Scordato - scurdammoce 'o passato, diceva il collega Bertin, il dottor Scordato sembra quasi messo lì apposta, nomen omen - si mantiene molto cauta e ben attenta a non sbilanciarsi in valutazioni o previsioni che potrebbero poi essere smentite dai fatti e da dati impietosi.

L'Assessore Perron, l'anno scorso, annunciando la fine dell'era Frigerio, aveva tenuto a sottolineare come la necessità di un nuovo modello organizzativo non costituisse, dal punto di vista del Governo regionale, un gesto di sfiducia rispetto al passato; anzi, aveva ribadito che gli anni dell'era Frigerio erano stati anni importanti per continuare l'attività, riconfermando in modo chiaro la validità di certe scelte operate dalla maggioranza nella scorsa legislatura, scelte di cui si è già parlato molto, scelte che noi abbiamo sempre confutato nel metodo e nel merito, scelte che in modo implicito vengono oggi sconfessate da questo nuovo corso. Dico in modo implicito perché basta leggere i verbali delle audizioni per capire che l'avvocato Sommo e il dottor Scordato si guardano bene dall'esprimere giudizi sulle scelte della passata gestione, ma è evidente che l'eredità che hanno raccolto lo scorso anno è un'eredità pesante che condiziona fortemente la riuscita dell'opera di riorganizzazione e di risanamento di cui si sono fatti carico. Dicono proprio "risanamento", quindi lo dice la parola: quando bisogna risanare vuol dire che la situazione è quantomeno affetta da patologie. È un'eredità che comprende un indebitamento di decine di milioni, un sovradimensionamento numerico di personale a cui si aggiunge anche una profonda demotivazione del personale stesso e una sfiducia che, negli anni della gestione Frigerio, si è veramente amplificata in modo tangibile a fronte di una gestione inappropriata; una gestione, come è già stato ricordato - ma è bene sottolinearlo - improntata principalmente, per non dire unicamente, alla riqualificazione edile. La trippa non era nel cercare di mantenere la gestione della casa da gioco, ma stava nel cantiere: stava nella costruzione, nel restauro, nella ristrutturazione, ed è un'eredità che oggi si trascina dietro ben due strutture alberghiere che, oltre a non decollare - perché i dati lo confermano - continuano ad essere concorrenziali rispetto al territorio (forse il quattro stelle in modo particolare).

Assessore Perron, prendiamo atto che i rapporti istituzionali sono migliori, ma di certo la questione alberghiera è una zavorra pesante. Concordiamo con il collega Guichardaz quando dice che l'amministrazione pubblica, la Regione non deve fare l'oste o l'albergatore, perché non è il suo ruolo: siamo perfettamente d'accordo. Tutto questo sarebbe già di troppo se dopo i lavori importanti fatti tutto fosse funzionale e ben studiato, ma lo è ancora di più nel momento in cui invece bisogna andare a rivedere delle scelte logistiche - perché questo ci dicono i dirigenti del casinò - scelte logistiche non di poco conto, oltre che rifare i lavori mal eseguiti in questi anni. Non è per alleviare le responsabilità dell'attuale dirigenza, ma è evidente che le difficoltà odierne sono la diretta conseguenza delle scelte sbagliate del recente passato, dove l'unico obiettivo è stato immobiliaristico; scelte di cui qualcuno deve assumersi la responsabilità.

È sicuramente detestabile l'opera di recupero e di citazione degli interventi uditi negli anni in quest'aula, e non la voglio fare, ma noi di ALPE abbiamo ancora nelle orecchie il tono di chi minimizzava in quest'aula, sbeffeggiava i nostri campanelli d'allarme rispetto all'esosità delle spese di ristrutturazione di cui non avremo mai i dati, collega Gerandin - mi sembra evidente: noi non li avremo mai! - rispetto all'inopportunità di costruire un secondo hotel sulla base di un cambiamento di paradigma che doveva vedere il casinò a traino della parte alberghiera e non viceversa, scelta sulla quale mi pare oggi si stia ritornando. Ora queste scelte vengono rimesse in discussione, si presume con una certa fondatezza, e tutto quanto è avvenuto prima dovrebbe venire archiviato tranquillamente sull'onda costruttivistica che ci dovrebbe proiettare verso un avvenire. Non funziona esattamente così, non può funzionare esattamente così: quando un imprenditore privato fa delle scelte sbagliate ne paga le conseguenze in prima persona. Non è comprensibile perché nel pubblico le scelte sbagliate, gli investimenti che ancora oggi l'Assessore Perron ha definito "coraggiosi" - e ce ne vuole di coraggio, in effetti! - ma che per noi sono investimenti sovradimensionati e scelte inappropriate, non si capisce perché queste scelte debbano restare libere da ogni tipo di giudizio o di critica. Bisogna che quantomeno la comunità ne sia informata, ne sia resa consapevole; il ruolo dell'opposizione è principalmente questo, altrimenti saremmo tutti in maggioranza. Credo che questa distinzione e questa sottolineatura vada fatta. Comprendiamo bene che chi da opposizione diventa maggioranza abbia poi qualche difficoltà a sostenere le proprie argomentazioni, ma tant'è.

In conclusione, il Casino de la Vallée è un'azienda importante, è un'azienda che ha settecento dipendenti che corrispondono presumibilmente a settecento famiglie, e quindi va trattata con le dovute cautele, sicuramente non con la spavalderia con cui è stata trattata negli anni passati. È giusto parlare, confrontarsi, fare tutte le valutazioni possibili su tutte le soluzioni possibili. Noi non ci sottrarremo sicuramente a questo tipo di confronto, ma temiamo che la questione non sia tanto gestione pubblica o gestione privata, quanto manageriale, vera, e soprattutto libera dalle troppe ingerenze della politica.

Presidente - Ha chiesto la parola l'Assessore Perron, ne ha facoltà.

Perron (UV) - Presidente, solo per chiedere di accordarci una breve sospensione per valutare la risoluzione.

Presidente - Facciamo una breve sospensione.

La seduta è sospesa alle ore 11:33 e riprende alle ore 11:50.

Rosset (Presidente) - Riprendiamo i lavori. Ricordo che siamo in discussione generale. Ha chiesto la parola il Consigliere Chatrian, ne ha facoltà.

Chatrian (ALPE) - Presidente, sinceramente aspettavo che qualcuno della maggioranza intervenisse, in quanto è stata chiesta una sospensione del Consiglio e bon ton vuole che qualcuno dica cosa avete deciso, visto e considerato che siamo in discussione generale. Le minoranze ALPE e Movimento Cinque Stelle hanno presentato una risoluzione e da Regolamento si sa che queste si possono modificare o emendare nel corso del dibattito generale.

Presidente - La comunicazione avverrà nel momento in cui l'Assessore farà la replica e avrà preso in considerazione la risoluzione che avete presentato. Se non ci sono altre richieste di intervento, chiudo la discussione generale. La discussione generale è chiusa. Ha chiesto la parola l'Assessore Perron, per la replica.

Perron (UV) - Voglio ringraziare l'aula, anche per la maturità con la quale si è fatta un'analisi su questo bilancio guardando forse più ai dati che analizziamo e alla prospettiva.

Parto da una frase: diciamo ai cittadini, collega Gerandin, qual è la reale situazione. Io penso che il nostro approccio non abbia mai negato in nessuna sede e in nessun contesto le difficoltà che ci trovavamo a gestire. Nel bilancio che discutiamo abbiamo fatto anche delle scelte di discontinuità rispetto al passato, nel senso che abbiamo ritenuto necessario un nuovo modello gestionale che desse un nuovo slancio, un nuovo vigore al resort, andando ad intervenire sulla riorganizzazione interna: se da una parte era necessario avere un nuovo e più forte approccio verso l'esterno nella ricerca di nuova clientela, di nuovi mercati, di nuova gestione, dall'altro si è immaginato un nuovo modello, perché era ed è necessario intervenire nella riorganizzazione interna. Questo della riorganizzazione interna è un tema assolutamente difficile, per certi versi impopolare, ma chi immagina di intervenire all'interno della casa da gioco non mettendo mano ad una riorganizzazione che ormai è datata a quando la casa da gioco era ancora strutturata su due società, quando c'era la società privata che gestiva i giochi americani e un'altra che gestiva i francesi - i contratti di lavoro risalgono ancora a quell'era, solo per fare un esempio - come un qualunque modello gestionale nuovo che noi immaginiamo di dare a quella casa da gioco, non potrà non fare i conti con quella che dovrà essere una necessaria organizzazione interna.

Collega Chatrian, io leggo il suo tentativo di fare su questo argomento sempre molta politica, però vorrei che quando si ricostruiscono le vicende si ricostruissero nella loro integrità, perché rifiuto la lettura che lei dà quando dice che l'unica cosa fatta quest'anno è stata quella di intervenire sul costo del personale, poiché così non è. Si riconosce il grande sacrificio - e di questo va dato merito ai lavoratori che, con un referendum interno, hanno accettato un'autoriduzione sulle loro indennità - accanto a questo la dirigenza ha fatto comunque dei ragionamenti che mi permetto di definire "robusti" in tema di contenimento dei costi, anche per quello che riguarda la dirigenza. Io credo che in Commissione le sia stata data dettagliata risposta sul perché è stato ricercato da parte della direzione nuova un direttore giochi. Su questo andrebbe anche ricordato, collega Cognetta - e questa è la dimostrazione, mi permetto di dirglielo con molta serenità - di come la politica non interferisca nelle scelte gestionali. Qui andrebbe poi ricordato che, se è vero che da una parte si è cercato l'assunzione di una nuova persona per i motivi che le sono stati dettagliati in Commissione, bisogna anche ricordare che dal punto di vista del modello gestionale quest'anno si sono fatte delle riduzioni sul numero dei dirigenti fortissime: non c'è più il dirigente del Grand Hotel, non c'è più il capo del personale, non c'è più un dirigente della struttura finanziaria e sono stati declassati a quadro due dirigenti, quindi con relativa riduzione di indennità. Pertanto dei ragionamenti di ristrutturazione in tal senso sono stati fatti, sono ragionamenti importanti all'interno di una società, robusti, che hanno comportato anche dei risparmi notevoli dal punto di vista delle indennità dei dirigenti. Per una corretta ricostruzione, le dico semplicemente che anche questo andrebbe ricordato.

Dal punto di vista degli introiti si possono dire molte cose. Certamente ognuno di noi, in primis il sottoscritto, avrebbe auspicato dei dati più significativi nella ripresa, però io credo che una scommessa sta iniziando timidamente ad essere vinta, forse più sul resort che sul casinò, e io vorrei che quest'aula si ricordasse quando c'erano certi contratti del vuoto per pieno con un valore di 22 miliardi di lire all'anno. Oggi timidamente - e ringrazio il collega Guichardaz per la corretta ricostruzione - il resort, seppure con fatica, si afferma con un'entità sua, in grado di avere una sua fisionomia, una sua clientela, al di là del rapporto che ha con la casa da gioco circa l'ospitalità. C'è un aumento del 30 percento di clientela anche straniera di anno in anno sul resort. Vorremmo di più, certamente, ma i dati sono questi. Solo sul 2016 - le è stato detto in Commissione - c'è un aumento del 9 percento sulla clientela dell'hotel, a testimonianza comunque di un trend che, sottolineo ancora, vorremmo tutti più forte, ma è un trend di aumento di 500 mila euro di clientela soltanto nel primo semestre del 2016. Collega Chatrian, su questo aspetto i risparmi ottenuti sui costi non sono tutti esclusivamente sul costo del personale: all'interno di questo ci sono dei tagli sulla dirigenza, c'è un risparmio sul marketing, c'è un risparmio su tutta una serie di voci che lei correttamente trova, perché i bilanci li sa vedere e li studia. Chiedo semplicemente che per una ricostruzione corretta si dia comunque atto anche di questo.

Ringrazio per gli interventi fatti, e vorrei dire che a fianco di una necessaria politica di contenimento dei costi si sta lavorando, questo è l'input che la nuova dirigenza ha, si lavora su un recupero di clientela: se da una parte si opera sul contenimento dei costi, dall'altro si è lavorato e si sta lavorando sul rimettere in moto i processi del giorno per giorno.

Collega Gerandin, mi spiace che lei definisca l'hotel una struttura di cartongesso - ma è una sua opinione - perché lei fa torto a un bene del quale credo la Valle d'Aosta possa essere orgogliosa. Ha fatto bene il collega La Torre a citare come un'azienda affermata a livello mondiale come la Mercedes, alla quale credo non manchino occasioni di poter scegliere una località a livello mondiale per presentare i suoi nuovi prodotti, abbia scelto per più di due mesi il Resort di Saint-Vincent. Io credo che di questo dovremmo essere fieri, pur con tutti i limiti, perché fa bene alla comunità, fa bene alla Valle d'Aosta; ogni giorno c'erano venticinque giornalisti che scrivevano di questa presentazione e scrivevano anche della Valle d'Aosta. Non siamo qui a magnificare oltremisura, dico semplicemente - e questo è attestato anche giornalmente dai report che la clientela dà sull'hotel - che l'hotel, rispetto alla situazione che abbiamo ereditato nel 2007/2008 quando ci si è trovati a pensare cosa fare, hotel che non poteva più essere neanche aperto per i problemi che lei da dirigente dei vigili del fuoco conosce, oggi è un resort di lusso che la Valle d'Aosta può vantarsi di avere. Ribadisco: dal mio punto di vista si sono fatti degli investimenti coraggiosi che oggi iniziano a dare i loro frutti. Nel complesso, mi pare che ci sia un'attività da parte della direzione che lavora a trecentosessanta gradi, e oggi il dibattito, a mio modo di vedere, riporta un ragionamento in prospettiva. Se posso - l'ho già detto, ma voglio riaffermarlo - colgo la maturità di questo dibattito come uno stimolo per il Governo regionale, per la maggioranza, e anche per la dirigenza, a fare di più e meglio.

Ripeto, ma meglio di me lo farà credo il Presidente della Regione: nel momento in cui abbiamo proposto un aggiornamento del programma di legislatura abbiamo riaffermato il concetto che la proprietà di quel bene "deve" rimanere pubblica - perché è un bene del quale siamo fieri - e molto semplicemente ci apriamo a dei ragionamenti supplementari. Pur riconoscendo il cambio di marcia, l'inversione di tendenza che c'è stata e che c'è, pur riconoscendo il buon operato di questa dirigenza, siamo coscienti che non è immaginabile risanare in modo definitivo il resort con queste percentuali di crescita, quindi bisogna immaginare tutte le soluzioni, e in questo senso siamo disponibili a qualunque ragionamento. Oggi bisogna pensare a tutte le soluzioni - chi ha delle idee le esprima - circa la possibilità di migliorare in modo definitivo e in modo strutturale gli incassi della casa da gioco e del resort.

La scelta eventuale verso la privatizzazione - oggi sembra che siamo innamorati di questo concetto - va fatta con enorme prudenza, tenendo conto di scelte già fatte in passato che ci hanno portato a gestire e a trovarci in certe situazioni che paghiamo ancora oggi, poiché la gestione straordinaria rimane in piedi unicamente per gestire il contenzioso con i Lefebvre, e sono passati vent'anni. Sono in corso delle valutazioni, dei confronti, delle idee su cosa è meglio fare per il resort al fine di dare un approccio di prospettiva e non c'è nessuna decisione presa in una direzione piuttosto che in un'altra.

Non ci ritroviamo pertanto nelle considerazioni poste in essere nella risoluzione, perché riteniamo che sia una proposta frammentaria che non fa parte di un ragionamento. Non ci ritroviamo nella proposta di intervenire oggi sulla gestione esterna degli asset unicamente relativi alla ristorazione e all'ospitalità, e pertanto ci asterremo.

Presidente - Ha chiesto la parola il Presidente della Regione, ne ha facoltà.

Rollandin (UV) - La relazione che l'Assessore ha fatto oggi credo abbia dato spunti per una ampia discussione sul tema "casinò". Le relazioni sul bilancio le abbiamo avute tutti gli anni e, se andate a vedere, in genere quando facevamo questa relazione c'era un confronto con gli altri casinò, cosa che quest'anno non è emersa per motivi evidenti, perché i confronti con gli altri è meglio non guardarli. Noi sappiamo che tutti gli altri casinò hanno cercato di sviscerare le modalità con cui riposizionarsi, rivedere la struttura, vendere, dare in gestione: ad oggi non ci sono ancora state soluzioni.

In merito alla discussione sul Casinò di Saint-Vincent, ricordava giustamente l'Assessore che noi ci siamo trovati ad un punto in cui la struttura non era più gestibile, anche dal punto di vista fisico. La logica portava a dire di chiuderlo per un certo periodo, fare i progetti e prenderlo in carico da parte della Regione carico dopo averlo acquistato, con tutte le polemiche che ci sono state e quanto è stato detto sul valore e sul controvalore. Dato per acquisito che era di proprietà regionale, noi avevamo la scelta di chiudere il casinò, perché per ristrutturare l'immobile devi chiuderlo, dopodiché, sulla base di progetti, fare gli appalti e andare a vedere come parte pubblica quando saremmo riusciti.

Noi ci stiamo accorgendo adesso che sugli appalti che facciamo a livello regionale i tempi sono biblici, e anche nei Comuni è così: per fare un piazzale ci vogliono sedici anni, per fare una scuola ce ne vogliono dieci, e così via. Il progetto è stato visto e approvato nei dettagli, la ristrutturazione del casinò era indispensabile. Qualcuno ha chiesto come mai: era indispensabile sennò si chiudeva. Mi spiace che qualcuno torni a dire che queste cose che abbiamo fatto sono degli sprechi. Ma vi rendete conto che non si poteva nemmeno più avere l'agibilità? L'Hotel Billia era inservibile! È stato detto proprio così, avete fatto gli immobiliaristi! Per rifare una struttura cosa dovevamo fare? A parte che non l'abbiamo rifatta noi come Regione, e ripeto per fortuna, perché in tre anni sono stati effettuati i lavori senza chiudere il casinò, anche se in quel periodo, si è detto giustamente, ci sono state alcune ricadute negative nella gestione che giustificavano questo approccio.

Oggi noi abbiamo una struttura sia come casinò che come Hotel Billia Resort, che credo di invidiano e la prova ne sono tutti gli attestati prodotti nell'ambito delle sale giochi e del casinò. Come dicevo, se avessimo rifatto tale struttura come parte pubblica non avremmo avuto i soldi, la Regione avrebbe dovuto fare un mutuo e ogni anno l'ammortamento della spesa dei 100 milioni (100 milioni più o meno). Tutto questo all'inizio è stato fatto utilizzando i fondi, più di 20 milioni, che il casinò aveva di riserva quando è partito. Dopodiché chiaramente si è dovuti ricorrere a dei prestiti bancari per coprire i restanti 80 milioni, che continua a pagare come investimento la Casino. Noi abbiamo fatto a questo punto quel prestito che, rapportato all'impegno, è un quinto. Tutti questi calcoli noi non li detraiamo mai dalla gestione casinò, ma l'impatto del Resort, l'impatto negativo dell'albergo in tutti questi anni - lo ha ricordato adesso l'Assessore - è sceso dai 22 miloni in giù. Questo era l'assetto del Resort/Casinò.

Noi oggi siamo sicuramente in un'inversione di tendenza molto positiva, è iniziata appena adesso, non da dieci anni. La parte alberghiera ha dovuto fare comunque un rilancio che ci porterà, come speriamo, non solo un beneficio collegato con il casinò. Si diceva: è il casinò che deve trainare l'albergo o viceversa? Io credo che l'albergo abbia una sua strutturazione positiva che può già di per sé fare da traino e soprattutto è efficiente nel momento in cui coloro che vengono al casinò si trovano bene nell'albergo e quindi sono soddisfatti anche della parte alloggiativa. Questo è il contesto in cui si pone il discorso. Tutto ciò ha portato oggi ad una riduzione della perdita, che solo fino all'anno scorso era di 7/9 milioni mentre quest'anno è molto ridotta, l'avete visto, e viene ad incidere sul discorso dell'insieme del casinò. Però attenzione, questa è la parte alberghiera su cui abbiamo speso allora centinaia di miliardi di lire e adesso di milioni di euro, molto ridotti, e che, con la gestione che si vuole portare avanti, consente un alleggerimento del peso del risultato della Casino, poiché non è scorporata nel suo insieme.

L'altro aspetto sottolineato - e io non entro nel merito - è il discorso del personale. Sicuramente anche sul personale c'è stata una discussione molto accesa che ha portato, nell'esercizio ricordato, per sei mesi ad avere di nuovo una "ricaduta della spesa" molto alta, perché l'accordo è terminato a luglio e in sei mesi si è ritornati alla quota di prima (questo bisogna segnalarlo), comportando quindi una spesa aggiuntiva di 4 milioni. Se togliamo già quei 4 milioni, vi renderete conto che il discorso cambia molto: raddoppia l'utile, la differenza che ci sarebbe stata nel riscontro del casinò nel suo insieme. Questi sono i dati che dobbiamo considerare, sennò non andiamo da nessuna parte, ma non sono emerse queste cose! Sono state spiegate, però si torna a dire di andar a vedere il discorso fiscale. Per carità, quattro anni prima, nove anni prima... il problema è anche collegato al fatto che quando abbiamo guardato i quattro anni c'era una situazione che non aveva ancora l'andamento positivo che ha permesso di dire che il risultato lo si può anche spostare perché c'è. Tutte queste valutazioni sono pertanto molto positive.

Credo che oggi noi dobbiamo tenere conto di quello che abbiamo scritto nell'accordo di programma e, quando l'abbiamo presentato, questo accordo è stato preso così: noi abbiamo scritto "Gestione Casinò: - voglio rileggerlo per chiarezza - mantenimento della proprietà pubblica con valutazione di un modello di gestione privata iniziando dal Grand Hotel Billia". Siamo stati pertanto molto chiari su cosa stiamo lavorando, non su cosa si lavorerà; stiamo già lavorando in tal senso. Noi riteniamo che questa dizione che abbiamo proposto, secondo me chiarissima, dice l'andamento che noi abbiamo voluto dare a questi mesi di lavoro, che noi intendiamo utilizzare per approfondire queste tematiche. Non ci siamo nascosti, questo l'abbiamo messo nel programma, però è stato quasi sottovalutato o non valutato attentamente, perché sembrava quasi una banalità. Adesso abbiamo dei riscontri che vanno in una certa direzione, ma chiaramente è parziale rispetto al discorso generale che intendiamo portare avanti.

In conclusione i tre cardini erano: la struttura con albergo e casinò, il discorso del personale e il discorso dei giochi. Sui giochi, sicuramente la parte impegnativa, il lavoro svolto dal nuovo amministratore è stato importante e sta dando dei risultati, c'era l'esigenza di una ristrutturazione. Oggi noi abbiamo sicuramente l'esigenza sostanziale di insistere su questi tre punti e sulla valorizzazione positiva di un investimento forte ma indispensabile per arrivare ad una decisione che sicuramente sarà premiante. Se noi avessimo tolto l'investimento da tutto questo, e quindi l'investimento fosse stato ammortizzato dalla Regione, chiaramente il discorso sul casinò si ridurrebbe alla gestione del casinò, come dovrebbe essere, e cambierebbero anche i dati, ma questo a mio avviso non viene valutato attentamente e non è stato detto da nessuno. Invece si dice: perché avete dato 20 milioni alla Casino, trovate i soldi per il casinò e non li trovate per altro? Ma noi dovevamo trovarli per l'investimento nel suo insieme e allora questa era una difficoltà, per cui è stato fatto direttamente dalla gestione casinò con i risultati positivi che vi sono stati in termini di tempi e di non interruzione dei lavori della Casino. Noi riteniamo che questo rapporto fatto oggi sia molto franco e credibile, che dia delle possibilità di operare in maniera anche valida, soprattutto in termini di tempo ristretti, e che possa dare un rilancio della casa da gioco, tenendo conto dei principi che sono stati affermati e delle prospettive che noi riteniamo di dover inserire anche in ambito internazionale.

In ambito internazionale io non banalizzerei il discorso fatto dal Consigliere La Torre sui tre aeroporti: guardando la geografia, la posizione della nostra regione, il raccordo con i tre aeroporti è una realtà che non sfugge a coloro che vengono in Valle d'Aosta. Si tratta di uno degli aspetti tenuto in debita considerazione, non abbastanza valorizzato, ma che sicuramente porta a quelle due ore, due ore e mezza di viaggio che, per chi viaggia, sono una banalità (prima per venire da Milano a Courmayeur se ne impiegavano molte di più). Il discorso degli aeroporti, il discorso della posizione della Valle deve essere ed è uno dei punti a cui noi facciamo riferimento per il rilancio della Valle d'Aosta, che credo sia condiviso; questo poi si innesta in tutti gli altri discorsi, che vanno nella logica già più volte auspicata.

Quello che voglio dire è che non ci siamo presentati qui né con toni trionfalistici, né dicendo che abbiamo trovato la soluzione, la chiavetta da girare per cui con un programma nuovo, digito e sono a posto; è un programma difficile, che ha comportato e comporterà sacrifici un po' per tutti, che però ha un forte rilievo e delle prospettive innovative in cui noi crediamo e che pertanto vogliamo valorizzare in questi mesi.

Presidente - Il Consiglio prende atto della relazione annuale sull'andamento della gestione del Casinò.

Apro adesso la discussione sulla risoluzione presentata dai gruppi ALPE e Movimento Cinque Stelle. Ha chiesto la parola il Consigliere Chatrian, ne ha facoltà.

Chatrian (ALPE) - Tre precisazioni per chi ci ascolta, perché altrimenti sembra un dibattito tra sordi e gli elementi posti in essere nel precedente intervento non sono del sottoscritto, ma di chi invece amministra questa casa da gioco pubblica. Nel precedente intervento ho detto che le riduzioni principali per quanto riguarda i costi sul 2016 sono dettate da una voce che è il costo del personale; sono andato a riprendermi cosa è stato detto dall'amministratore: l'82 percento della riduzione dei costi dei primi sei mesi è imputabile a quella voce. Il Consigliere Chatrian non dà quindi dei numeri, ma fa una considerazione dal punto di vista generale: il grosso lavoro, la grossa riduzione dei costi è imputata alla riduzione del personale.

Seconda considerazione: io penso che noi abbiamo un ruolo politico. Poc'anzi il collega Perron ci riprendeva praticamente sul fatto che abbiamo fatto degli interventi di natura politica, ma mi sembra che li facciano gli altri nominati: una società totalmente pubblica ha nominato dei dirigenti, dei direttori della governance, e io penso che qua dentro dobbiamo fare l'analisi, il confronto di natura più politica su dove si vuole portare questa casa da gioco e quali sono le criticità.

La terza considerazione è sull'operazione verità. Certe cose non sono state evidenziate dal nostro gruppo perché sono di dominio pubblico, e l'Assessore le ha poi ben spiegate, non dobbiamo ripetere cosa è stato fatto dal punto di vista contabile di bilancio. Io penso che noi, avendo un altro ruolo, dobbiamo preoccuparci di spiegare ai cittadini valdostani quanto è ampio il buco nero; che poi certe cose siano state fatte perché, obtorto collo, obbligati, questa è ancora un'altra considerazione.

Vengo alla risoluzione che abbiamo presentato come gruppo ALPE insieme al collega Cognetta. Dopo la discussione di oggi, e soprattutto dopo quella di martedì in Commissione, abbiamo voluto provare a fare un passo in più, perché oggi si è detto che bisogna trovare altre strade, altrimenti comunque un altr'anno saremo in questa sede a parlare di un altro buco del 2016: di 10, di 11 o di 9 milioni, ma sempre buco è, dovuto in parte anche agli ammortamenti, ma siamo consci e conosciamo il bilancio della casa da gioco.

Il nostro gruppo, da qualche anno, oltretutto già attraverso altri dibattiti in quest'aula, aveva cercato con il collega Perron di stimolare la grossa difficoltà legata alla gestione dei due hotel nella parte dei ristoranti, legata al fatto che il margine operativo lordo, cioè la differenza tra costi e ricavi, è altissima. Lasciando da parte gli ammortamenti, è molto negativa - non sono andato fuori dal seminato, mi sembra - ed è talmente negativa che in diverse iniziative e anche risoluzioni abbiamo detto che nessuno ha la bacchetta magica e che noi siamo gli ultimi ad averla, consci di cercare di reperire delle strade diverse. Dopo la discussione avvenuta in aula, anche con diversi colleghi di maggioranza, che sono intervenuti dicendo che qui bisogna trovare altre soluzioni sennò fra un anno saremo qui a discutere sul fatto che il buco nero non sarà di 19 ma di 14, abbiamo pensato di tradurre in concreto le azioni da mettere in campo. Abbiamo pertanto presentato questa risoluzione che chiede al Consiglio regionale, alla maggioranza, al nuovo progetto politico che oggi abbiamo sentito particolarmente motivato su questo dossier da affrontare, di trovare soluzioni alternative e di porre in atto ogni azione necessaria al fine di valutare la gestione esterna degli asset relativi alla ristorazione e all'ospitalità, cominciando a rilevare gli interessi degli attori locali - vuol dire che, dal punto di vista immobiliare, la proprietà rimane completamente all'interno della stessa società, pubblica - e di cercare di porre in atto delle azioni/soluzioni per conferire la gestione deficitaria degli alberghi e dei ristoranti. Alcuni colleghi, con i loro interventi, ci hanno spiegato prima che non deve essere il pubblico a fare il ristoratore piuttosto che l'hôtelier, e ci sembrava interessante iniziare a mettere un piccolo tassello se c'è veramente la volontà.

Questa mattina il collega Perron ha detto diverse volte che se ci sono delle idee e delle proposte sono ben accette; ci sembrava, dato che il pubblico e la politica parlano tramite atti, che questo poteva essere un primo passaggio, ma ce ne meravigliamo subito, al primo passaggio che presentiamo oggi, perché la risposta del collega Perron è: per adesso non ci trovate d'accordo e ci asterremo su questa vostra proposta. È sintomatica la schizofrenia politica, dove da una parte si parla di perdite d'esercizio elevatissime, soprattutto su questo. La pensiamo in maniera diversa, Presidente Rollandin, su questo tema in particolare da diversi anni abbiamo idee diverse da mettere in campo, ma è un peccato dal punto di vista politico, dopo una discussione di una mezza mattinata; ci sembrava potesse aiutare quest'aula a fare quantomeno una scelta e ad esplorare se all'interno degli attori locali c'è interesse, ci sono cordate, possibilità per poter dare corso a quel delta che è il più deficitario. Lo diceva molto bene il Presidente Rollandin: non sono sufficienti i dati che il collega Perron ci ha dato del più 9 percento sui ricavi lordi, il margine operativo lordo senza gli ammortamenti sull'unità asset Grand Hotel Billia è molto negativo, e lo sappiamo tutti!

Noi riteniamo questa proposta il primo passo per poter uscire dal guado e per calmierare e ridimensionare quello che è sicuramente un buco troppo pesante per le casse pubbliche, un pozzo di San Patrizio che, anche se qualcosa è stato fatto, non è ancora sufficiente, tant'è vero che questo non siamo noi a dirlo, sono i risultati ad essere molto crudi e molto reali in questo caso. Questa è la proposta che facciamo al Consiglio con il collega Cognetta: iniziare a mettere un primo tassello per trovare soluzioni alternative e azioni da mettere in campo, altrimenti il resto è fuffa totale.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Cognetta, ne ha facoltà.

Cognetta (M5S) - Solo per aggiungere qualche parola a quanto già detto dal collega Chatrian. Se e quando si fanno delle proposte, a chiacchiere siamo tutti d'accordo che bisogna trovare delle soluzioni, e per trovare delle soluzioni io credo che andrebbero prima fatti dei ragionamenti, bisognerebbe mettersi lì, guardare quali sono le situazioni, capire, avere dei dati, dopodiché fare delle scelte. Dicevo, se quando viene proposto di fare un semplice lavoro di valutazione anche questo non viene accolto, è perché io ritengo che la vostra gestione politica di questo problema debba essere esclusivamente prima data a poche persone che poi verranno in aula, ci butteranno sul tavolo le soluzioni già prese sulla base di valutazioni a noi sconosciute, e noi a quel punto dovremo fare sempre il discorso che a noi non va bene, c'è quel problema, c'è quell'altro problema, perché di fatto le valutazioni non sono condivise, perché di fatto il semplice lavorare per trovare una soluzione e mettersi d'accordo sui dati che si hanno a disposizione non viene fatto in maniera trasparente e coerente.

Io penso che alla fine sia solo una questione di opportunità politica la vostra: non volete in nessuna maniera darci l'aggio di avere avuto un'idea discreta e se ne può parlare; probabilmente lo farete questo discorso, ma non ci volete dare la paternità dell'idea. Giusto, perché d'altronde è anche in questo che si estrinseca il potere; il potere va in qualche modo sempre imposto e, di conseguenza, anche quando arriva una sollecitazione furba bisogna dire che l'ho avuta io che sono al potere e non chi la propone. Alla fine a me sinceramente chi abbia la paternità della cosa interessa molto poco; c'è un detto che dice che se si condivide un'idea non è che si rinuncia a qualcosa, ma l'idea diventa ancora più grande, quindi l'importante è che la facciate la cosa, al di là di ciò che voterete qui. Se poi vorrete in qualche modo anche renderci edotti di ciò che verrà fuori magari ci farebbe piacere, perché poi potrebbe succedere che qualcuno mostra interessa interesse verso gli asset, però a voi non va bene chi è, e quindi entreremmo in altri tipi di discussione sicuramente in futuro, oppure dovreste trovare voi la persona giusta, che è ancora peggio.

Mi dispiace che vi asteniate, anche lì vuol dire che non siete contrari ma non siete neanche a favore: è proprio la mossa che state facendo che fa acqua da tutte le parti.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Bertschy, ne ha facoltà.

Bertschy (UVP) - Grazie collega Cognetta, abbiamo capito che è contro solo la caccia. Per ribadire che l'idea probabilmente è stata sottovalutata nei ventisette punti presentati, ma è scritta e fa piacere che oggi venga ricordata. Si inizia un percorso, questo è un documento che dà ancora più forza, perché i gruppi di opposizione evidentemente sollecitano; a partire da una certa direzione ci sarà un percorso che il Governo regionale farà in accordo con il Consiglio, soprattutto con il territorio, ecco perché ci si dimentica che ci sono degli amministratori locali che fanno parte di questa partita, che rappresentano i movimenti qui presenti e che, in una partita così grossa, non possono essere saltati con un passaggio veloce: questa mattina siamo passati alla velocità della luce dalla critica al bilancio alla privatizzazione.

La risoluzione non toglie e non aggiunge niente all'obiettivo politico che abbiamo annunciato un mese fa e che siamo oggi qua a documentare con le nostre parole, quindi nei prossimi mesi si andrà in questa direzione ed è evidente che noi cercheremo di creare le condizioni perché il percorso di collaborazione vada fuori anche dall'Assemblea, coinvolga gli attori del territorio, coinvolga gli amministratori del territorio e si faccia un ragionamento serio, concreto, rapido, perché non possiamo trascinare questa discussione all'infinito e poi si possa tracciare insieme una decisione finale.

Ringrazio quindi il Governo per aver voluto, con questa presa d'atto, dare da subito valore ad una parte di programma al quale teniamo in maniera particolare, perché non è neanche corretto continuare a mettere il casinò contro la comunità, non è corretto continuare a mettere il personale del casinò contro la comunità. Il casinò ha dato, per un periodo ha ricevuto, la comunità in qualche maniera deve trovare di nuovo l'equilibrio nel valutare questa azienda. Questa azienda, se c'è un percorso corretto da parte di tutti, può trovare di nuovo un percorso di crescita; dobbiamo smetterla di vedere in quell'ambiente l'unico ambiente di contrapposizione nostra politica, e io spero che questo percorso ci porterà in quella direzione.

Presidente - Ha chiesto la parola la collega Certan, ne ha facoltà.

Certan (ALPE) - Abbiamo preso atto oggi che nei ventisette punti c'era già questo passaggio che avevate in qualche modo concordato come maggioranza in progress.

Quando interviene il collega La Torre bisogna sempre prestare molta attenzione, perché generalmente lui sa cogliere nelle discussioni sempre dei punti molto sottili, ma molto profondi e importanti, e quando ci racconta della geografia della Valle d'Aosta e di come è posizionata credo che lo faccia anche da un punto di vista politico. Noi quindi oggi prendiamo atto - ce lo avete confermato, ce lo ha confermato adesso anche il collega Bertschy - che questo passaggio della nostra risoluzione era già presente nei ventisette punti, e voi siete d'accordo, però vi astenete; vi astenete perché non è stata fatta una valutazione probabilmente così lodevole della relazione come vi sareste aspettati.

Presidente Rollandin, lei è sempre molto abile nel portare fuori strada la discussione! Quando noi entriamo nei dettagli anche di spesa, lei ci dice che quest'anno non abbiamo preso in considerazione gli altri casinò; nei prossimi Consigli si potrà fare, non c'è nessun problema. Poi ci racconta dei 100 milioni di euro spesi per la ristrutturazione, sulla quale credo noi non avessimo mai detto che non era opportuna, ma forse non erano opportuni i 100 milioni buttati o, come qualcuno ha ricordato, i 100 milioni trasformati in cartongesso; forse è stato eccessivo, ma rendeva bene l'idea. Comunque non vogliamo fare gli immobiliaristi, né gli albergatori, ma crediamo di aver spiegato bene oggi alcuni passaggi che chiaramente voi non accettate.

È interessante il passaggio che lei ha fatto: ci invidiano tanto, Presidente, e sarebbe anche interessante che lei ci facesse un elenco di chi ci invidia tanto, sicuramente ci invidiano la nostra regione, questo sì, ma è più invidia per il nostro territorio che non per la nostra gestione ultimamente. Ci invidiano talmente tanto che non possiamo proprio dire che il casinò sia vuoto, ma spesso è frequentato purtroppo quasi solo dal personale. Lei è abilissimo, in patois potremmo dire: fére vére blan pe nèire [traduzione dal patois: far vedere il bianco come nero].

Noi continueremo a dire e a leggere realmente, soprattutto per i cittadini, perché nessuno mette una comunità contro un casinò o un casinò contro la comunità, ma sicuramente continueremo a spiegare e ad esporre il nostro punto di vista, anche perché siamo stati sempre i primi ad enunciare le grandi potenzialità della Valle d'Aosta e conosciamo bene la geografia della Valle d'Aosta; non abbiamo scoperto oggi dov'è Ginevra, non abbiamo scoperto oggi che tra Ginevra e la Valle d'Aosta c'è un tunnel che non è così banale e indifferente. Poi, certo, c'è sempre l'aereo da Ginevra di nuovo a Milano e a Torino, poi magari fra qualche mese scopriremo anche che potremmo usare di nuovo il Corrado Gex, tanto comunque sia si cambiano le carte a piacimento. Noi prendiamo atto che siete d'accordo, l'avete già messo questo punto della risoluzione...

Presidente - Chiederei un po' di silenzio, per favore.

... noi comunque parliamo alle persone che ci ascoltano, sicuramente non ad una Giunta che ci deride e spesso ride su quanto noi diciamo, quindi non è un problema. Nulla è cambiato, noi parliamo alle persone che ci ascoltano e lasciamo agli atti; poi, anche se non saremo proprio perfettissimi negli interventi come gli Assessori, noi siamo umili e continuiamo.

Dicevo, il nostro ordine del giorno riprende un punto già messo nel vostro programma in progress, quel "programma Vangelo" che è stato fatto un mese fa, però vi astenete in questa votazione. Ne prendiamo atto!

Presidente - Non ci sono altre richieste di intervento. La discussione generale è chiusa. Ha chiesto la parola il Consigliere Gerandin per dichiarazione di voto, ne ha facoltà.

Gerandin (UVP) - Mi asterrò su questa risoluzione e volevo motivarlo.

Io penso che quanto scritto in questa risoluzione non solo sia condivisibile, ma auspicabile, però non è mia abitudine votare o comunque andare verso obiettivi che a mio parere sono difficilmente attuabili. Mi spiego molto rapidamente: in questo momento la situazione economica dell'attività alberghiera è, a mio modesto parere, una situazione che, se scorporata dall'attività generale della casa da gioco, anche se messa sul mercato, probabilmente non avrebbe possibilità di avere una clientela appetibile, o comunque degli operatori che possano prendere in mano questa situazione. Lo dico perché in questo momento è una società che incassa 4,5 milioni di euro all'anno, pur con un rilancio; come è stato detto, quest'anno arriveremo a 5 e qualcosa, però abbiamo un costo di personale che è quasi di 8 milioni. Qualunque analisi di mercato, su una gestione di carattere privatistico, indica come il costo del personale non debba incidere più del 40 percento per essere una gestione che possa essere sostenibile. Ora noi siamo ad un costo del 180 percento, pertanto io non mi sento in questo momento di scorporare la gestione della struttura alberghiera da un ragionamento complessivo. Mi auguro veramente che il futuro sia quello di avere coraggio e arrivare ad una gestione di carattere privatistico, ma che sia una gestione globale, anche perché, forzando la mano in questo momento, probabilmente andremmo a creare un forte disagio occupazionale perché ci sono comunque delle persone occupate. Vista in un contesto di carattere generale probabilmente è un'operazione sostenibile, ma scorporata a mio parere non è sostenibile, pertanto mi asterrò.

Presidente - Non ci sono altri interventi. Metto in votazione la risoluzione. Dichiaro aperta la votazione.

Presenti: 33

Votanti : 6

Favorevoli: 6

Astenuti: 27 (Baccega, Bertschy, Bianchi, Donzel, Fabbri, Farcoz, Follien, Fontana, Fosson, Gerandin, Grosjean, Guichardaz, Isabellon, La Torre, Lanièce, Marguerettaz, Marquis, Nogara, Péaquin, Perron, Restano, Rini, Rollandin, Rosset, Testolin, Viérin L., Viérin M.)

Il Consiglio non approva.