Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 2575 du 19 septembre 2012 - Resoconto

OGGETTO N. 2575/XIII - Elezione del Presidente del Consiglio regionale.

Presidente - Il Consiglio deve procedere all'elezione del Presidente del Consiglio, secondo quanto è previsto dall'articolo 19 dello Statuto speciale e dall'articolo 7 del Regolamento interno.

Ai sensi dell'articolo 7 del Regolamento interno è richiesta la presenza di almeno due terzi dei Consiglieri assegnati. L'elezione del Presidente avviene a scrutinio segreto ed a maggioranza assoluta dei Consiglieri assegnati. Invito i Consiglieri a formulare delle proposte.

La parola al Consigliere Empereur.

Empereur (UV) - Merci M. le Président.

Au nom du groupe de l'Union Valdôtaine et des forces politiques qui composent la majorité, j'ai le plaisir de proposer, à la charge de Président du Conseil de la Vallée, la collègue Emily Rini.

Presidente - La parola al Consigliere Louvin.

Louvin (ALPE) - Grazie Presidente.

Credo che non solo le forze di opposizione, ma tutta la Valle d'Aosta si aspettasse di conoscere le motivazioni, lo spirito, l'intento dietro le dieci parole con le quali si propone da parte dell'Union Valdôtaine e delle forze di maggioranza di coprire il vuoto lasciato dal compianto Presidente Cerise. Siamo a nove mesi dal termine della legislatura, abbiamo dietro l'angolo un bilancio regionale e forse anche consiliare da ridefinire con urgenza sotto l'impeto dei tagli della spesa pubblica. Dobbiamo ripensare strategie anticrisi, dobbiamo fare soprattutto delle scelte strategiche giuste di sopravvivenza economica ed istituzionale per la Valle d'Aosta, oggi veramente sotto attacco insieme a tutte le altre Regioni in parte e insieme alle Regioni speciali in particolare.

Per noi in questo momento c'è una chiamata di responsabilità per la quale, in relazione a questa necessità, non solo nominale o di ruolo, ma di individuazione della più alta figura di questo Consiglio, abbiamo fatto una sola e breve dichiarazione ad una sola voce, ALPE e Partito Democratico, di cui rileggo le 5-6 righe fondamentali: "Il Presidente dell'Assemblea regionale non rappresenta la maggioranza politica in carica, non è merce da scambiare con candidature a Sindaco di qualche Comune, non è materia per accordi presi sottobanco ad altri scopi". Il Presidente del Consiglio Valle deve necessariamente essere un eletto o un'eletta, e in questo bisogna esprimere una nota di piacere nel vedere che sia stata proposta una collega, quanto dico e quanto dirò prescinde totalmente dalle valutazioni intorno alla persona che è stata proposta, che goda della fiducia e della stima della più ampia parte possibile dell'Assemblea, che abbia competenza, esperienza ed autorevolezza per guidare il Consiglio regionale, una personalità nella quale l'intero consesso possa riconoscersi pienamente come garante delle regole democratiche.

Chiedevamo di avviare una discussione civile e trasparente, per individuare la figura maggiormente rappresentativa per assolvere questa funzione fino alla fine della legislatura; non ci aspettavamo un invito a pranzo a Brusson, non ci aspettavamo un invito per un caffè, ma non c'è stata "nessuna" risposta da "nessuno" di questa maggioranza all'invito a parlare. Si sono ricordate poco fa doti di dialogo e di ascolto di colleghi scomparsi, che non hanno lasciato grande traccia. Nessuna disponibilità a discutere, dicevo, perché "sono fatti nostri", posti riservati o al più - purtroppo lo dobbiamo constatare! - merce di scambio secondo concezione padronale e spartitoria.

Noi, dell'opposizione - ma credo anche il resto della comunità - sentiamo il bisogno di un Presidente del Consiglio che sia un faro, che sia mediatore autorevole e dialogante nei momenti difficili che ci attendono, che rappresenti tutta l'Assemblea quale che sia la parte politica. Non abbiamo naturalmente preclusioni, tanto meno avrebbe senso averne nei confronti della maggioranza politica, quale che sia la parte che lo esprime. Invece cosa vediamo? Vediamo una maggioranza preoccupata solo dalle scadenze elettorali e dalla contesa sui posti! La gente è preoccupata di altro, non ha sentito questa suspense. L'opinione pubblica è anche indifferente ormai, lo dico non avendo potuto sentire, perché non sono risuonate nel dibattito nonostante ci aspettassimo una presa di parola a questo proposito, anche alle questions de méthode sulle spartizioni interne dell'Union; non crede più che lì si stia combattendo una vera, sincera battaglia interna. I tatticismi della minoranza o presunta tale, interna all'Union, en attendant Godot, non hanno più spettatori in coda per lo spettacolo in cartellone stasera, l'ennesima replica del celebre ed apprezzato film degli anni 1970 dedicato al mondo del surf che titolava (guarda caso!) "Un mercoledì da leoni".

Il nodo della democrazia in Valle invece è serio, ed è altrove: è nell'autocrazia generalizzata e pervasiva di cui oggi abbiamo ulteriore riprova, che fa perno sul Presidente della Regione, che avanza con equilibrismi sempre più spinti tra Stella Alpina, Fédération e PdL. Noi siamo ormai una Regione di centrodestra come altre, una Regione la cui maggioranza politica vive sperando nell'eterno ritorno a Roma dell'uomo dei miracoli, chiamato "Berlusconi". Siamo anche però - questo è il tema speciale di questa seduta - in una seduta del Consiglio di una Regione che fa finta di non vedere.

Ci sono oggi sul Consiglio delle urgenze istituzionali che da mesi sono sul tavolo, legate anche alla paralisi dipendente purtroppo dalle condizioni personali del nostro Presidente, ma anche dall'indifferenza della maggioranza che non le ha volute affrontare. Il costo della macchina di questo Consiglio regionale (leggiamo dai giornali di ieri): spesa pro-capite del Consiglio Valle 124,70 euro; Consiglio della Provincia di Bolzano (non Lombardia o Sicilia) 14,27 (rapporto 1:10). È sotto gli occhi di tutti questa sproporzione che non è più sostenibile e non c'è bisogno di leggere il libro sulla "Casta" invisibile delle Regioni per saperlo. Abbiamo il dovere di rivedere subito il sistema previdenziale dei Consiglieri; spiace dover parlare di sostanza quando qualcuno preferirebbe parlare di poltrone, ma questo è il tema del giorno, e ridurne i costi se vogliamo essere credibili nell'operazione di contenimento della spesa pubblica che ci ricorda l'Assessore La Torre, e che oggi siamo costretti a portare avanti con rinunce e tagli ai servizi. Avete respinto finora le proposte che torneranno, volenti o nolenti, di nuovo sul tavolo fra poche settimane. C'è una ferita aperta in queste ore nel sistema di finanziamento della politica, nella gestione dei fondi dei gruppi consiliari, con la vicenda Fiorito-Polverini tutta in casa del PdL, ma non è un problema di parte, lo sottolineo, e dopo la perdita generalizzata di credibilità anche dei Consigli per effetto della vicenda Lombardia, dal caso Boni in avanti che ha coinvolto tutte le parti politiche.

Aspettiamo che di fronte alla prima buccia di banana il Presidente della Regione dica - come il Governatore del Lazio ieri, di quei soldi che venivano utilizzati in quel modo - che da oggi il Consiglio regionale non avrà più un euro da parte della Giunta e ancora - sono parole della Polverini - che l'uso abnorme e sconsiderato di quei fondi andava bloccato e ieri lo abbiamo fatto. Oggi non c'è nessun controllo ed in Parlamento in queste ore si discute di questo, ma noi viviamo sulla luna, dove le notizie, si sa, arrivano tardi! Il Consiglio regionale deve rimanere una macchina da manifestazioni, conferenze, serate, concerti, messe, pubblicazioni e mostre, o vogliamo riasciugarlo, contenere il proprio personale, riacquistare incisività nel lavoro di controllo e di indirizzo? Parlare di questo, e non della poltrona ad un esponente o ad un altro del vostro partito, era la cosa urgente da fare!

Il Consigliere Empereur, che ha fatto la proposta, è delegato ad affrontare i temi di cui abbiamo parlato, il tandem unionista che scende oggi in pista? Noi non lo sappiamo, non ci è stato detto nulla e nulla sa la comunità. Ci sentiamo molto lontani da questo regolamento di conti in casa unionista e dallo scambio politico fra i partiti della maggioranza. Crediamo che sia invece necessario quando si vuole rivendicare all'esterno per l'autonomia regionale del rispetto, fare scelte giuste in momenti come questi.

Sentiamo disagio quindi nel prendere parte a questa cerimonia ed al termine del dibattito, se ci sarà, come c'è da fare quando ci sono scelte politiche di questo tipo, esprimeremo le nostre intenzioni di voto. Grazie.

Presidente - La parola al Consigliere Donzel.

Donzel (PD) - Grazie Presidente.

La percezione che abbiamo oggi di fronte a questo atto presentato in questa maniera fredda e scarna, è quella di tentare di far passare all'opinione pubblica l'idea che l'elezione di un Presidente del Consiglio regionale...e non entrerò sulla scivolosa questione del nome indicato, perché sappiamo bene che chiunque è stato eletto dai cittadini valdostani, in quest'aula può aver titolo a sedere ed a presiedere quest'Assemblea, quindi non è una questione personale, ma è una questione di merito...

Quello che si vuole comunicare all'opinione pubblica, oggi, è questo: così come abbiamo provveduto ad un adempimento, ad accogliere nell'aula il Consigliere Praduroux, così si sistema qualcuno su una poltrona da Presidente del Consiglio. Ma vorrei specificare che le due cose sono un po' diverse: uno è un adempimento, quello del Consigliere Praduroux, su cui non c'è titolo politico ad esprimerci, in quanto sono i cittadini che lo hanno eletto ed in base a questo si procede a prendere atto; l'elezione del Presidente del Consiglio regionale non è una procedura automatica, non è un adempimento, non è un mero atto burocratico, ma è sempre una scelta politica. Alle volte riscuote la maggioranza dei consensi, alle volte meno, ma sta di fatto che è una scelta politica. Allora, salvo le anticipazioni lette sui giornali - e ringrazio la stampa di averci fornito almeno qualche indicazione a noi Consiglieri dell'opposizione -, non abbiamo avuto nessun riscontro ufficiale dai colleghi in termini ufficiali, ripeto, rispetto a quello che poteva essere l'indirizzo delle forze di maggioranza.

Siccome più avanti parleremo di "garbo istituzionale", vorrei sottolineare l'assoluto "sgarbo istituzionale"...neanche la cortesia di dirci questo nome in una riunione fra forze politiche, cioè l'abbiamo dovuta sentire pronunciare qui, questa candidatura, perché non c'è stata questa sensibilità! Cosa c'è dietro la sensibilità istituzionale a parlare di questo? Ci sono i proclami, i richiami fatti da più forze politiche in quest'aula: viviamo un momento difficile, bisogna fare fronte comune. Quando c'è una legge che è scritta in modo affrettato e raffazzonato, buttata qui, in Consiglio regionale, si dice: opposizione, siate ragionevoli, il momento è difficile, bisogna mantenere il dialogo, bisogna avere un ottimo rapporto fra di noi, salvo poi quando in campo c'è una questione delicatissima politica, perché la gestione dell'aula consiliare è molto delicata, deciderlo per i fatti propri! E anche qui apprendiamo dai giornali che le pratiche di Arcore cominciano ad appassionare anche la Valle d'Aosta...ci si riunisce - chissà come mai - a Brusson! Anche qui ci sono i luoghi dove le istituzioni prendono le scelte più importanti e ci vorrebbe il buon gusto di mantenere almeno questo percorso nell'alveo dei luoghi istituzionali.

Altra questione non indifferente che vorrei sollevare è il concetto dell'Assemblea sovrana, cioè a decidere chi è il Presidente del Consiglio è il Consiglio regionale, tant'è che gli architetti che hanno disegnato le aule non a caso in Valle d'Aosta non si sono sbagliati a mettere in alto il Presidente del Consiglio e più in basso il Presidente della Regione! Sappiamo che il Presidente della Regione è l'autorità massima in Valle d'Aosta dal punto di vista della rappresentanza della Regione, però dentro quest'aula - non a caso - l'architetto ha disegnato ed ha messo più in alto il Presidente del Consiglio. Non è un fatto casuale, non è che si è sbagliato, altrimenti presto fatto si spostano le poltrone; dico qui, in Valle d'Aosta, ma facciamo presto a spostare le poltrone se riteniamo che in aula l'autorità non è più il Presidente del Consiglio. Chi decide a chi dare la parola, chi decide i tempi ed i ritmi, chi può decidere alcune cose in aula è il Presidente del Consiglio.

Allora ho l'impressione che il dibattito politico esterno alle istituzioni, quello che è stato fatto arrivare ai giornali, ha voluto dare un altro messaggio: che qui c'è un'unica autorità che presiederà anche il Consiglio regionale. Dopo un po', a forza di esagerare, si esagera al punto che si travalica quello che è il normale rapporto di forze che c'è anche all'interno di un'Assemblea, per cui è questo quello che noi avremmo voluto confrontare con i colleghi di maggioranza che non hanno avuto modo di sentire le nostre ragioni.

È stata rifiutata la richiesta di un incontro per ascoltare le nostre proposte, le nostre sensibilità, si è ritenuto che in una logica proprietaria dell'Assemblea ci si ritrovasse fra chi si deve spartire i posti e quindi ragionare in un'ottica di poltrone. Pertanto diciamo che dal punto di vista del metodo questa cosa non potevamo condividerla, né condividiamo l'idea che possa passare dietro queste modalità, cioè l'idea che alla fine qui decide uno solo per tutti e gli altri possono mettersi in testa che qualsiasi cosa dicano non verrà neanche presa in considerazione. Questa idea noi la respingiamo con forza, non condividiamo questo modo di gestire l'Assemblea, il Consiglio regionale in un momento così delicato, perché quando si dovrà discutere dei problemi concreti che interessano i valdostani ci ritroveremo di fronte a questa situazione di scontro. Se vogliamo veramente parlare dei problemi dei valdostani per affrontarli e risolverli...questo metodo che è stato usato lo respingiamo con forza.

Presidente - La parola al Consigliere Comé.

Comé (SA-UdC-VdA) - Grazie Presidente.

Devo dire che in tutte le legislature, quando si è proceduto alla nomina del Presidente del Consiglio, c'è sempre stato il "balletto" fra le richieste di taluni e le richieste di altri. Ognuno rivendicava, in base alla posizione che in quel momento aveva, la Presidenza del Consiglio. Mi sono documentato, sono andato dall'inizio delle legislature e chiaramente le minoranze hanno sempre rivendicato di avere la nomina del Presidente e per un certo periodo questo è avvenuto, tant'è vero che ricorderanno tutti i colleghi l'ex collega Dolchi che, pur appartenendo ad una forza politica di minoranza, era stato nominato quale Presidente del Consiglio di quest'Assise. Ma questa abitudine è stata cambiata e devo dire che qui ne hanno beneficiato tutti, perché vedete, colleghi, dal 1990 al 5 aprile 1991 è stato eletto quale Presidente del Consiglio, rappresentante della maggioranza di allora, Dolchi, del Partito comunista, con il voto quindi della sinistra, dell'Union che allora c'era, da parte di tutti. Poi è stato eletto di nuovo Presidente del Consiglio, dal 5 settembre 1991 all'autunno 1992, sempre Dolchi; dall'8 gennaio 1992 al 15 giugno 1992 è stato Presidente del Consiglio Cout, rappresentante di maggioranza; dal 15 giugno 1992 al 29 giugno 1993 Bich, rappresentante di maggioranza.

Ma veniamo all'anno in cui sono stato eletto io, nel 1998. Prendo "la grande discussione aperta alla Valle", la condivisione, l'apertura, le riunioni di maggioranza, di minoranza, che qui qualcuno sta rivendicando...la grande presentazione...dibattito: elezione del Presidente del Consiglio regionale. Ha chiesto la parola il Consigliere Rollandin. Rollandin si alza e dice: "Je propose comme Président du Conseil Robert Louvin". E non ha fatto la presentazione di cos'era Louvin, com'era e come non era! Il Presidente chiede: "Se non ci sono altre proposte, si procede alla votazione a schede segrete". La Valle d'Aosta è stata all'oscuro, le commissioni all'oscuro, e devo dire, caro collega Louvin, che se lei non avesse utilizzato una concezione padronale e spartitoria, lei non sarebbe mai diventato Presidente del Consiglio, mai! Quindi lei quella carica non l'avrebbe avuta, e fra l'altro l'ha avuta grazie al voto della sinistra che oggi chiede coinvolgimento, presentazione...

(interruzione del Consigliere Louvin, fuori microfono)

...poi avrà la possibilità di replicare, adesso intanto incassi questo! Quindi devo dire che non c'è mai stato un coinvolgimento, una riunione di gruppi, di contro gruppi, non siamo andati a Brusson o a Rhêmes, però le votazioni sono state sempre in questa maniera. Quindi bisogna avere almeno rispetto dei valdostani, guardare un attimo indietro e guardare cosa si è fatto, perché se lei quando era in maggioranza avesse avuto questo coraggio che sta dimostrando adesso, forse allora avrebbe - quel "mercoledì da leoni" - dimostrato che in quell'occasione doveva nominare un rappresentante della minoranza, mentre lei in quel momento ha accolto di prendere la sua carica. Oggi che invece è qui, accetta di fare l'opposto.

Presidente - Se non ci sono altre richieste di intervento, dichiaro chiusa la discussione generale.

La parola al Presidente della Regione, Rollandin.

Rollandin (UV) - Grazie Presidente.

Credo che le osservazioni dei colleghi siano già state in buona parte riviste alla luce dell'intervento di Dario Comé che poi si è fermato ad una certa data, perché se noi andiamo a vedere più recentemente nel 2008, quello che è successo...praticamente quando Empereur, anche allora a nome del gruppo dell'Union Valdôtaine, fa la proposta di Alberto Cerise, Louvin dichiara: "Abbiamo appreso ieri sera dagli organi di stampa la decisione della maggioranza di proporre all'Assemblea il collega Alberto Cerise, il collega che conosciamo, con il quale ho condiviso il ruolo di Consigliere e l'esperienza dell'attività nella Giunta, per cui gli rivolgiamo l'augurio, eccetera...nondimeno, non abbiamo gradito il fatto che non ci sia stata un'informazione anticipata, se non addirittura - come avremmo auspicato come segno autentico di dialogo fra la maggioranza e l'opposizione - una condivisione della scelta della persona a cui affidare le redini dell'Assemblea". Mi sembrano le stesse parole che dice oggi, le ha dette cinque anni fa, le stesse cose, senza contare quello che io non ho voluto riprendere, quello che ha detto Dario, che quando è stato a beneficio dell'interessato questi principi naturalmente non valevano, come succede molto spesso...ma questo è solo un aspetto.

Ci sono state nella storia della nostra pur recente autonomia delle valutazioni di questo tipo, che a secondo del momento potevano avere la loro giustificazione, cioè il fatto di avere...ma la stessa cosa avveniva nelle Assemblee nazionali: c'è stato, per un lungo periodo, che le Presidenze di Camera e Senato fossero date all'opposizione, poi c'è stato un cambio di rotta...stessa cosa a livello regionale, come è stato ricordato. Fra le valutazioni vi erano quelle che per garantire di essere super partes si desse all'opposizione questo ruolo; poi, oggi, come abbiamo sentito nel ricordare Alberto Cerise che tutti i Presidenti, quando sono stati nella posizione di Presidente del Consiglio, hanno svolto il loro ruolo egregiamente con quella che è la loro posizione super partes...e non c'è motivo per dubitare oggi di chi stiamo proponendo! Sono già state espresse le possibili posizioni che ci sono, è evidente che se non c'era, come tutti ci rammarichiamo ancora, il decesso di Alberto Cerise, non saremmo qui a discuterne. Oggi, a fine legislatura, non abbiamo dubbi sulla possibilità di avere due persone che con grande dignità e competenza possano svolgere questo ruolo.

Ma quello che mi ha sorpreso è il voler abbinare a questo dibattito corretto, il fatto che c'è chi immagina che il ruolo debba essere svolto dalla minoranza e c'è chi dice continuiamo con questo...

(interruzione del Consigliere Louvin, fuori microfono)

...come no? Allora il discorso è molto semplice: abbiamo ritenuto che ci siano le condizioni per continuare ad avere delle persone che reggano questi posti con tutta la dignità e la competenza necessaria, per cui questa è la proposta. Ma quello che è stato inserito in questo dibattito oggi, a parte quello che voi dite che è il risultato di queste scelte...che poi abbiamo tutta la possibilità di spiegare che invece la scelta è per quelle che sono le valutazioni sulle persone interessate, ma soprattutto sulle situazioni che si stanno dibattendo a livello degli altri Consigli regionali per casi specifici, casi in cui sicuramente ci sono situazioni drammatiche che sono state individuate dagli stessi responsabili dei Governi, vedi Lazio e in parte (con una situazione diversa) Lombardia, sono stati citati casi di utilizzo improprio delle risorse messe a disposizione dei partiti...forse se n'è dimenticato uno, si è dimenticato Lusi...ma è stato un lapsus...volevo solo dire che ci sono anche altre situazioni.

Voglio ricordare che innestare questo discorso, sicuramente lo si può fare, ci sono delle commissioni che stanno lavorando su questi problemi; per quanto riguarda le analisi fatte sull'utilizzo dei fondi per la gestione del Consiglio regionale, ci sarà tempo e modo per smentire alcune delle note pubblicate sui giornali che come sempre danno la Valle d'Aosta in una certa posizione. Perché il rapporto che viene fatto, oltre a rendere in modo non corretto i dati della nostra Regione, tipo le auto blu che non sono quelle o i fondi necessari, per cui c'è una sproporzione fra quello che verrebbe utilizzato per la gestione dell'Assemblea, e su questo rimando ad uno specifico momento di dibattito com'è giusto che sia...ma credo non entri nella posizione di oggi di chi si nomina, che deve essere super partes e deve gestire l'Assemblea nel modo più corretto possibile. Questo vorrei che non venisse inserito come un punto di riferimento per la giornata di oggi, perché di questo è logico che se ne parli, ma ne abbiamo già parlato quando abbiamo affrontato certe situazioni. Il discorso del finanziamento non ai partiti, ma ai gruppi è alla luce del sole, sull'utilizzo, su tutto quello che è, per cui non vorrei che di nuovo si innescassero delle frasi ad effetto per dire: facciamo attenzione, andiamo a vedere... Credo che su questo sarà bene che venga data pubblicità a tutto quello che è stato fatto, il controllo di tutta l'attività dei gruppi, come sono stati spesi i soldi, in modo che non ci siano ulteriori velleità di scaricare sul Consiglio regionale un'attività che rischia di essere denigratoria del lavoro svolto dall'utilizzo da parte dei singoli gruppi dei soldi che sono stati dati. Credo che questo sia un aspetto molto importante da non confondere con la giornata di oggi.

Ricordo al collega Donzel che, come ha potuto vedere altre volte, non è per "sgarbo istituzionale" che viene proposto qui, ma è perché deve essere proposto in Assemblea. Poi le riunioni potevano coinvolgere oltre alla maggioranza anche l'opposizione, ma credo che come sempre quando ci sono, come in questo caso, le possibilità di avere continuità, non avrebbe cambiato molto. Ma non è per sgarbo istituzionale - questo posso garantirlo - che non c'è stato questo coinvolgimento; il dibattito è oggi qui, in Consiglio, il dialogo non è sulle nomine, ma è sulle posizioni su determinati argomenti che di volta in volta vengono portati all'attenzione dell'Assemblea.

Quindi sotto questo profilo torniamo a dire che le scelte condivise dalla maggioranza e proposte a tutta l'Assemblea, come è sempre stato fatto, siano le scelte che riteniamo ottimali per chiudere questa parte della legislatura. Grazie.

Presidente - La parola al Consigliere Caveri.

Caveri (UV) - Grazie Presidente.

Mi esprimo anche a nome di chi è membro di quest'Assemblea o di chi in altra sede si è espresso sul tema e sul clima. Il metodo non è acqua. Noi abbiamo espresso nelle sedi opportune la necessità di una maggiore condivisione nelle proposte, lo dico in termini molto pacati. Questo avviene in una situazione politica complessa, che diventerà sempre più difficile, basti pensare ai tagli di Monti e Tremonti in un'evidente e pericolosa continuità in via di peggioramento. Non siamo così ingenui da pensare che dietro questo passaggio non ci siano in controluce passaggi successivi, che qualcuno considera già ipotecati; su questi passaggi futuri romani o locali la nostra posizione è chiara.

Noi, con la nostra candidatura, quasi cinque anni fa aderimmo ad un progetto autonomista, depositato all'atto della presentazione delle liste presso il Tribunale di Aosta, quello pur nel rispetto delle successive decisioni del nostro movimento era e resta il programma di legislatura, reso certo più complesso dalla frana dell'economia mondiale con le conseguenze drammatiche che ci stanno colpendo nella nostra autonomia politica e nella nostra autonomia finanziaria. In questo clima non ci convincerebbero patti di fine legislatura, specie se legati all'aspetto fondamentale dell'autonomia valdostana, vale a dire il ruolo della democrazia locale.

Sulla votazione odierna esprimo l'imbarazzo e pure la ribellione all'assioma che chi si esprime negli organi politici con dei dubbi o delle contrarietà, sia in automatico un "franco tiratore". Il franco tiratore è una figura effimera per eccellenza, che si piega nel tempo e direi à tour de rôle a disegni non sempre comprensibili ed assai ambigui nel rapporto causa-effetto. Non mi piace neppure il termine usato nella pubblicistica, "dissidente", perché viene da un termine latino che significa sedersi in disparte. Ritengo che nessuno nell'agone politico si debba mai sedere in disparte. Chi si sente unionista nel profondo non ha bisogno di prove del DNA e almeno nel mio caso, ma credo in molti altri...non prendo lezioni da illustri ex! Ma non conosciamo altri metodi, se non quello di avere confronti seri e non predeterminati. In un periodo di antipolitica, lo dico a chi sarà chiamato ad occupare il ruolo del rimpianto Alberto Cerise, se le Assemblee legislative non riusciranno a riflettere la ricchezza del dibattito politico, allora saremo perdenti, maggioranza o opposizione che sia. Non voglio giocare il ruolo che sarebbe spero prematuro del vecchio saggio, anche perché oggi su Il Corriere della sera ho letto - ne sono contento - che oggi mezza età è da calcolarsi a cinquantacinque anni, ho ancora un annetto di buono...ma sappiamo che i passaggi di domani potranno essere difficili, perfino drammatici, al di là della normalità di una votazione.

L'intervento in aula stava a spazzare via una serie di logiche che si sono incrostate in questi mesi, forse addirittura in questi anni. Poi si potrà dall'esterno giudicare quello che capita all'interno dell'Union Valdôtaine in un modo o in un altro. Capisco che ogni pesce che fa politica ha bisogno della propria acqua e quando ritiene che qualcun altro vada a sguazzare nel proprio stagno può dare fastidio, ma noi, con grande coerenza e serietà, ribadiamo quelle critiche che il Presidente conosce, che non sono frutto di pettegolezzo o di architetture bizantine, ma sono il frutto dell'onestà e del rispetto che riteniamo essere il nostro punto di riferimento.

Presidente - La parola alla Consigliera Patrizia Morelli.

Morelli (ALPE) - Merci M. le Président.

Se è concluso il dibattito, a nome del gruppo ALPE e del PD chiedo qualche minuto di sospensione.

Presidente - Il Consiglio è sospeso per cinque minuti.

Si dà atto che la seduta è sospesa dalle ore 10,38 alle ore 10,49.

Presidente - Riprendiamo i lavori dopo la sospensione.

La parola al Consigliere Caveri.

Caveri (UV) - Scusi, Presidente, ho fatto la dichiarazione di voto, ma non ho detto che, ovviamente, di conseguenza alle cose dette il voto sarà coerente con quello del gruppo: favorevole.

Presidente - La parola alla Consigliera Patrizia Morelli.

Morelli (ALPE) - Merci M. le Président.

L'intervento politico duro - ma realistico e veritiero - del collega Louvin ha già ben delineato quella che è la posizione del nostro gruppo. È una questione di metodo, di forma ed ha per noi un'importanza che deve diventare crescente. Non crediamo, collega Comé, che i piccoli regolamenti di conto anche divertenti possano aggiungere spessore ad un dibattito politico che in questo momento storico, secondo noi, deve essere il più franco ed aperto possibile.

Noi invece qui assistiamo oggi ad un'ulteriore chiusura del fortino, un fortino che è retto con mano molto ferma, lo riconosciamo, da un uomo solo, che non lascia spazio a nessun tipo di confronto ed a cui mi pare in questa maggioranza tutti si conformino. Non ci si rende conto che il mondo va avanti, che i tempi cambiano, che la trasparenza delle decisioni deve diventare un valore forte.

Siamo dispiaciuti nei confronti della collega che, come ha ricordato Roberto, segna comunque un nuovo passaggio appartenendo ad un genere che non è mai stato rappresentato alla Presidenza del Consiglio, siamo dispiaciuti nei suoi confronti, ma il gruppo di ALPE non parteciperà alla votazione, quindi non ritireremo la scheda.

Presidente - La parola al Consigliere Donzel.

Donzel (PD) - Grazie Presidente.

Una breve considerazione rispetto alle questioni rivendicative. Intanto vorrei ricordare che mentre cinque anni fa, in uno scenario profondamente diverso da quello odierno, avevo a nome del Partito Democratico rivendicato un dibattito che potesse consentire anche alla minoranza di aprire la possibilità di avere un ruolo nella Presidenza del Consiglio regionale, in questi giorni ho rivendicato la necessità di un dialogo, quindi non la necessità di dire: "il candidato della minoranza è questo, ne abbiamo uno migliore", ma l'idea era quella di confrontarsi.

Ho trovato particolarmente sgradevole questa discesa in campo in quest'aula dell'antipolitica da parte di Stella Alpina, forza che dovrebbe essere contraria all'antipolitica, a confondere appelli al dialogo, ridicolizzando la figura di un autorevole Presidente come Dolchi, facendolo passare come un ballerino che era eletto dalla maggioranza e dalla minoranza, un partigiano, un uomo che ha avuto il coraggio - che chissà chi di noi avrebbe - da ufficiale degli alpini, di non aderire all'esercito repubblicano, e che ha contribuito a conquistare la libertà ed a dare la possibilità a lei di esprimersi in quest'aula! Credo che il riconoscimento avuto in quel caso da maggioranza e minoranza per fare il Presidente del Consiglio venisse da ben altre ragioni, che non i tatticismi politici e quella cosa barattiera che lei ha voluto rappresentare in quest'aula. Autorevoli Presidenti del Consiglio sono stati scelti non per baratto, quindi l'idea che lei ha detto: "ma qui c'è sempre stato uno scambio, tutti uguali, questa cosa qui, gettiamo un po' di fango sull'immagine del Consiglio", noi la respingiamo con forza. Certo, per forza che il Presidente del Consiglio, appartenendo a delle forze politiche, non essendo di Marte, è talvolta esponente di forze che sono in maggioranza e talvolta esponente di forze che sono in minoranza, questo non ha mai scandalizzato nessuno! Il problema non è stato tanto innestato dal fatto che, come lamentato anche da esponenti della maggioranza, sia stata una scelta che è apparsa imposta all'aula e non attraverso un metodo democratico. Lei ci garantisce che c'è stato un sereno dibattito democratico e che la Stella Alpina ha potuto condividere questo...noi siamo solo parzialmente rassicurati da questa cosa, perché non siamo stati coinvolti per niente in questo dibattito, né vogliamo alimentare l'antipolitica dando l'impressione che bisogna stare zitti e la politica è una cosa dura, cattiva, e si va avanti, le poltrone sono quelle, sono decise e si va così.

Noi abbiamo l'idea che la politica sia un'altra cosa, abbiamo un'idea diversa dalla sua, solo momentaneamente in questo momento è minoritaria, ma sono convinto che, come sta diventando maggioritaria nel paese, lo diventerà presto anche in quest'aula, cioè l'idea che il confronto politico trasparente e leale anche quando ci sono di mezzo degli incarichi importanti può avvenire, senza che per forza debba passare questa logica che chi è più forte decide...o avanti di questo passo. Soprattutto la prego di non coinvolgere nel dibattito persone di specchiata autorevolezza, che nulla hanno a che vedere...e le ragioni per cui sono state elette in quegli anni sono profondamente diverse dal dibattito odierno. Erano condizioni diverse e ricordo che anche a livello nazionale ci sono state delle situazioni in cui le forze politiche, anche su posizioni contrastanti, hanno avuto modo di dialogare. Nella nostra realtà questo dialogo non c'è, non c'è un rapporto che porta a legittimare la scelta della maggioranza anche da parte della minoranza: questo intendevo dire.

Non volevo essere coinvolto in questa questione...mettere dentro tante altre figure di Presidenti del Consiglio di cui, anche per mia ignoranza, non conosco le dinamiche che le hanno promosse, ma conoscendo la figura di Dolchi e sapendo cosa ha fatto per la libertà e l'autonomia della Valle d'Aosta, immagino anche che non ci siano stati scambi o grossi problemi per maggioranza e minoranza a sostenere candidature di quell'autorevolezza.

Presidente - La parola al Consigliere Lattanzi.

Lattanzi (PdL) - Grazie Presidente.

A nome del Popolo della Libertà voteremo a favore di questa proposta, ringraziamo la maggioranza che ha voluto confrontarsi su questo tema. È un tema sul quale con amarezza sottolineo due aspetti. Il primo, collega Donzel, lei ha detto a fine del suo intervento che non conosce le dinamiche con cui il Presidente Dolchi fu nominato Presidente di minoranza, comunista, alla Presidenza di quest'Assemblea. Io invece le ho conosciute, perché ho avuto la fortuna di condividere quei passaggi, ero giovanissimo ed appassionato, e con mio suocero che viveva in quegli anni ho avuto i particolari di questa cosa.

Giulio Dolchi è stato eletto Presidente di quest'Assemblea perché era un gentiluomo, anche se comunista, quindi per noi non un valore politico importante, era un gentiluomo. Mi spiace che lei lo tiri per la giacchetta per buttarlo nel dibattito politico che non c'entra; il collega Comé ha fatto solo una cronistoria dei fatti di come avvengono e di come sono avvenute le questioni sull'elezione dei Presidenti in quest'Assemblea e senza entrare nel merito. Mi spiace che abbia voluto tirare dentro la personalità di un gentiluomo che ha presieduto quest'Assemblea in maniera dignitosa.

L'altra questione la rivolgo alle colleghe Morelli e Fontana. Per cinque anni ci siamo sentiti dire che quest'Assemblea doveva valorizzare il ruolo femminile dei Consiglieri regionali. Prendo atto con amarezza che nel momento in cui quest'Assemblea, per la prima volta nella sua storia, porta al più alto scranno una donna, proprio dall'ambito della sinistra che sul femminismo ha fatto una battaglia negli anni 1970-1980-1990 da insegnare al mondo cosa si doveva fare, oggi dalle donne della sinistra arriva un diniego su quella che sarà non solo una donna, ma la più giovane Presidente del Consiglio di tutte le Regioni italiane. A nostro avviso dovrà essere un orgoglio per tutta l'Assemblea regionale, perché manderà un segnale chiaro alla nostra comunità ed all'Italia che la Valle d'Aosta guarda avanti e ha voglia di crescere, di essere sensibile ai temi delle donne, del ruolo importante che queste possono ricoprire e che non guarda all'età per affidare ad una giovane valdostana lo scranno più alto di questo Consiglio.

Esprimiamo soddisfazione per l'indicazione, la voteremo convintamente e ci amareggiamo che la sinistra su questo terreno, invece che fare coerenza di valori, la butti in "bassa macelleria politica".

Presidente - Invito i Consiglieri a distribuire le schede di votazione al banco.

Comunico l'esito della votazione:

Consiglieri presenti e votanti: ventisette

Schede valide: ventisette

Schede bianche: una

Ha riportato voti:

Emily RINI: ventisei.

Presidente - In base all'esito della votazione, la Consigliera Emily Rini è eletta Presidente.

Il Consiglio

Visto che il Consiglio regionale, con propria deliberazione n. 7/XIII del 1° luglio 2008, ha eletto Presidente del Consiglio regionale il Consigliere Alberto CERISE;

Considerato che con provvedimento n. 2571/XIII, in data odierna, il Consiglio regionale ha preso atto della cessazione dalla carica, per decesso avvenuto in data 11 settembre 2012, del Consigliere regionale Alberto CERISE e ha proceduto alla sua sostituzione, convalidando l'elezione del nuovo Consigliere regionale Renato PRADUROUX;

Considerato che, ai sensi dell'articolo 7 del Regolamento interno del Consiglio, per la validità dell'elezione del Presidente è richiesta la presenza di almeno due terzi dei Consiglieri assegnati. Qualora non siano presenti i due terzi dei Consiglieri assegnati, l'elezione è rinviata ad altra adunanza, da tenersi entro il termine di otto giorni, nella quale si procede a nuova votazione, purché sia presente la metà più uno dei Consiglieri assegnati. Il Presidente è eletto con votazione a scrutinio segreto, a maggioranza assoluta dei Consiglieri assegnati. Se dopo tre votazioni nessun candidato ha ottenuto la maggioranza assoluta, si procede ad una quarta votazione nella quale è eletto il candidato che ha ottenuto il maggior numero di voti; a parità di voti è eletto il più anziano di età;

delibera

di eleggere alla carica di Presidente del Consiglio regionale della Valle d'Aosta la Consigliera Emily RINI.

Presidente - Nell'invitare il nuovo Presidente del Consiglio a prendere posto per presiedere l'Assemblea, le porgo, anche a nome dell'Assemblea, le mie felicitazioni vivissime e gli auguri di un proficuo lavoro.

A nome mio personale, dell'Ufficio di Presidenza e di tutti i Consiglieri, le porgo questo omaggio floreale, anche a testimonianza del fatto che è la prima volta che nel Consiglio Valle una donna siede sullo scranno di Presidente del Consiglio.

(applausi in assemblea)

Si dà atto che dalle ore 11,10 assume la presidenza il Presidente Emily RINI.