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Communiqué n° 80 de 6 février 2019

Interpellanze sull'avvio delle procedure per lo scioglimento dei Consigli comunali e sui gravi fatti che hanno coinvolto le massime Istituzioni della Regione

Seduta consiliare del 6 febbraio 2019

Nella seduta consiliare del 6 febbraio 2019, il gruppo Lega Vallée d'Aoste ha interpellato il Presidente della Regione, nella sua qualità di titolare di funzioni prefettizie, sui tempi di avvio per le procedure previste dall'articolo 143 (scioglimento dei Consigli comunali e provinciali conseguente a fenomeni di infiltrazione e di condizionamento di tipo mafioso), comma 2, del Testo unico degli enti locali. L’interpellanza presentata dalla Lega Vallée d’Aoste è stata discussa congiuntamente a quella presentata dai Consiglieri Daria Pulz (ADU-VdA) e Roberto Cognetta (Mouv') in merito agli intendimenti del Presidente della Regione relativamente ai gravi fatti che hanno coinvolto le massime istituzioni della Regione.

La Consigliera di ADU-VdA Daria Pulz nella sua illustrazione ha dichiarato: «Con questa interpellanza riprendiamo questioni già affrontate ieri in Consiglio, che sono un po’ il fil rouge di queste due giornate. Ma torniamo indietro e precisamente al 1945, al Decreto luogotenenziale numero 545 del 7 settembre, da cui ha avuto origine il nostro Statuto speciale. All'articolo 7 esso stabiliva che lo scioglimento delle Amministrazioni comunali per gravi motivi di ordine pubblico o per persistente violazione della legge spettasse al Consiglio della Valle e che al suo Presidente competessero tutte le attribuzioni che le leggi vigenti conferiscono al Prefetto. Il procedimento che oggi disciplina lo scioglimento dei Consigli comunali per infiltrazioni mafiose fa invece riferimento all'articolo 143 del decreto legislativo 267 del 2000, che in merito ai presupposti per l'avvio di tale procedimento è piuttosto chiaro: esso viene avviato con la nomina di una Commissione di inchiesta che il Prefetto è tenuto a nominare quando emergano concreti e rilevanti elementi su collegamenti diretti o indiretti con la criminalità organizzata di stampo mafioso da parte degli amministratori ovvero quando sussistano forme di condizionamento degli stessi tali da determinare un'alterazione della volontà degli organi elettivi e amministrativi tali da compromettere il buon andamento o l'imparzialità delle Amministrazioni comunali e regionali. In linea generale, il Prefetto valuta in modo discrezionale la sussistenza di questi presupposti, discrezionalità che si azzera di fronte a provvedimenti che comportano sospensione o decadenza degli eletti secondo la legge Severino. Nella gran parte dei casi la procedura di verifica sulle infiltrazioni mafiose ha tratto origine da inchieste della magistratura sulle attività illegali dei singoli clan nelle rispettive zone di influenza che hanno determinato, come accaduto per l'operazione Geenna, provvedimenti restrittivi della libertà personale nei confronti di amministratori. In tutti quei casi il Prefetto non ha esitato, certo dopo aver preso atto dei provvedimenti ufficiali da parte dell'autorità giudiziaria, a nominare la commissione di indagine.»

Il Consigliere della Lega VdA, Paolo Sammaritani, che si è detto non concorde con la collega Pulz sulle esplicitazioni rispetto al doppio ruolo del Presidente/Prefetto, ha aggiunto: «Considerato il quadro univoco emerso dall'ordinanza di custodia cautelare del GIP di Torino in merito all'operazione Geenna che ha, tra l'altro, introdotto il forte sospetto di infiltrazioni di associazioni di stampo mafioso nei Consigli comunali di Aosta e Saint-Pierre, vorremmo capire dal Presidente se sia sua intenzione avviare le procedure previste dal TUEL, con riferimento alla nomina di una commissione d'indagine, al fine di porre in essere i provvedimenti che saranno ritenuti opportuni.»

Il Presidente della Regione Antonio Fosson ha spiegato: «All'articolo 8, comma 4, del decreto legislativo 235 del 2012, si specifica che è a cura della cancelleria del Tribunale o della segreteria del pubblico ministero la trasmissione dei provvedimenti giudiziari che comportano la sospensione ai sensi del comma 1 al Prefetto del capoluogo della Regione, che ne dà immediata comunicazione al Presidente del Consiglio dei ministri. Ribadisco che non appena arriverà l'atto ufficiale, darò corso a quanto previsto dai due testi di legge che disciplinano la questione, in modo letterale, e che prevedono la comunicazione immediata al Presidente del Consiglio per l'eventuale sospensione del Consigliere regionale e tracciano, con dei tempi ben precisi, tutto un percorso per l'eventuale sospensione. In merito all'ordinanza del GIP, molti costituzionalisti mi hanno confermato che finché non c'è un'ordinanza ufficiale non si può procedere. Mi stupisce sentir dire che l'ordinanza c'è già quando questa è in via ufficiosa. Agire senza aspettare l'ordinanza ufficiale è illegale. Questa sarebbe una nuova pagina di diritto, ma non rappresenta la normativa in vigore.»

«Come Prefetto - ha proseguito il Presidente Fosson -, ho già detto ieri di aver richiesto, il 24 gennaio scorso, la trasmissione del provvedimento di addizione di misure coercitive nei confronti dei soggetti indicati per gli adempimenti previsti dagli articoli 8 e 11 della legge Severino. Non solo, ma sempre nelle mie funzioni prefettizie ho aperto un confronto col Ministro degli interni che mi ha confermato che è necessario aspettare l'ordinanza ufficiale per poi attivare l'iter conseguente che, come ho già detto, noi abbiamo tutta l'intenzione di seguire alla lettera.»

«Come Prefetto - ha proseguito il Presidente Fosson -, ho già detto ieri di aver richiesto, il 24 gennaio scorso, la trasmissione del provvedimento di applicazione di misure coercitive nei confronti dei soggetti indicati per gli adempimenti previsti dagli articoli 8 e 11 della legge Severino. Non solo, ma sempre nelle mie funzioni prefettizie ho aperto un confronto col Ministro degli interni che mi ha confermato che è necessario aspettare l'ordinanza ufficiale per poi attivare l'iter conseguente che, come ho già detto, noi abbiamo tutta l'intenzione di seguire alla lettera.»

Nelle repliche la consigliera Pulz ha esplicitato: «La mia domanda era proprio sui suoi intendimenti. Serve a poco, per la tenuta delle nostre istituzioni, che la Regione nomini un avvocato, perché passa il messaggio ambiguo che sia il processo a ledere l’immagine della Regione. Qui serve agire, proattivamente, per capire se le infiltrazioni mafiose abbiano o non abbiano influito sui Comuni.»

Il Consigliere Sammaritani ha dichiarato: «Bisogna invece rivendicare fortemente la funzione di Prefetto, come da articolo 143 del TUEL che dà mandato al Prefetto di predisporre ogni opportuno intendimento. Il Prefetto si deve attivare indipendentemente dall’azione penale. Ecco perché lei deve rivendicare le sue prerogative. Il comma 3 determina inoltre che il Prefetto può chiedere direttamente informazioni sugli atti del procedimento. Così come voglio ricordare che una recente sentenza del Tar di Roma stabilisce la possibilità di scioglimento dei Comuni indipendentemente dall’azione penale in corso, laddove sussistano le condizioni.»

Il Consigliere Roberto Cognetta (Mouv') ha aggiunto: «Lei, Presidente Fosson, a seguito di questa vicenda, ha fatto emergere, dal punto di vista politico, il vero punto debole dell’autonomia, che incarna come Presidente e Prefetto. Lei cosa ha fatto politicamente? Non ha preso nessuna posizione. Lei è anche un politico, non è solo il Prefetto. Invece ci racconta che sta aspettando le carte del Tribunale e non difende l’autonomia. Dimostra che non ci conviene avere un Prefetto interno, ma che forse è meglio avere qualcuno che, in posizione terza, ci sappia difendere. Un Prefetto che viene da Roma perché chi c'è qui non pare capace.»