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Communiqué n° 357 de 21 juin 2017

Approvate due proposte di legge in materia di elezioni regionali

Seduta consiliare del 21 giugno 2017

Il Consiglio Valle, nella seduta del 21 giugno 2017, ha approvato due testi di legge in materia di elezioni regionali.

La prima proposta, depositata dai Consiglieri Bertin (ALPE), Borrello (SA), Fabbri (UVP), Fosson (PNV), Gerandin e Padovani (GM) e adottata con 33 voti a favore e 2 contrari (M5S), si compone di 24 articoli volti a disciplinare in via sperimentale la procedura di scrutinio centralizzato dei voti per l'elezione del Consiglio regionale della Valle d'Aosta, attraverso l'istituzione di quattro Poli di scrutinio con sede nei comuni di Saint-Pierre per il Polo Alta Valle (che comprende i comuni appartenenti alle Unités des communes valdôtaines Valdigne-Mont-Blanc, Grand-Paradis e Grand-Combin, composto da 19 uffici di scrutinio), di Fénis per il Polo Media Valle (i comuni appartenenti alle Unités Mont-Emilius e Mont-Cervin con 26 uffici di scrutinio), di Verrès per il Polo Bassa Valle (i comuni appartenenti alle Unités Evançon, Mont-Rose e Walser con 16 uffici di scrutinio) e il Polo del Comune di Aosta (con 22 uffici di scrutinio). Sul testo sono stati depositati 5 emendamenti, tutti approvati, dal Presidente della prima Commissione Bertin.

Il Presidente della prima Commissione, Alberto Bertin (ALPE), ha illustrato il provvedimento sottolineando che «l'introduzione dello spoglio centralizzato dei voti mira a impedire la riconoscibilità del voto e quindi un eventuale controllo dello stesso. Si vuole pertanto, in un contesto territoriale come quello valdostano caratterizzato da un numero elevato di realtà comunali di piccole dimensioni, garantire una maggiore efficacia nella segretezza e una più grande libertà di espressione dell'elettore. Lo spoglio centralizzato è un sistema innovativo per l'ordinamento italiano e finora non ancora utilizzato, anche se a livello europeo sono diverse le esperienze intraprese con successo.»

La seconda, presentata dai Consiglieri Fabbri (UVP), Morelli (ALPE), Fosson (PNV), Farcoz, Follien, Contoz (UV), Gerandin (GM), Baccega (EPAV) e Borrello (SA) e approvata con 32 voti a favore e 3 contrari (M5S e Consigliere Padovani del gruppo Misto), introduce in 7 articoli alcune modifiche alla norma regionale n. 3/1993 in materia di premio di maggioranza (sono attribuiti 21 seggi alla lista o al gruppo di liste che abbia conseguito almeno il 42 per cento della somma dei voti validi espressi, eliminando il turno di ballottaggio e introducendo il sistema proporzionale puro se non viene raggiunto il 42 per cento) e di rappresentanza di genere (aumento della soglia minima di rappresentanza di genere per ogni lista di candidati dal 20 al 30 per cento). Sul provvedimento sono stati presentati 10 emendamenti, di cui 1 dei Consiglieri Padovani e Guichardaz (doppia preferenza di genere), 5 dal Consigliere Bertin (preferenza unica), 3 emendamenti con relativi subemendamenti dal Consigliere Padovani (premio di maggioranza e soglia di sbarramento), 1 dei proponenti, unico ad essere stato approvato.

Il testo è stato presentato in Aula dai Consiglieri dell'UVP Nello Fabbri e dell'UV Joël Farcoz.

«La revisione della legge 3/1993 - ha detto Nello Fabbri (UVP) -, con la finalità di ottenere dei risultati che rendano maggiormente stabili i governi regionali, è una necessità condivisa trasversalmente e non più procrastinabile. Infatti, analizzando la situazione che si è creata con le elezioni del 2013 si evince che il risultato di 18 Consiglieri per la maggioranza e 17 per la maggioranza ha portato ad una sostanziale parità che, a sua volta, ha indotto l'Assemblea a cercare maggiore stabilità creando maggioranze post elettorali. In sostanza, un sistema maggioritario che non avendo prodotto un governo stabile si è mutato in sistema di tipo proporzionale. Con questo provvedimento si intende porre rimedio a questa situazione.»

Le Conseiller de l'UV Joël Farcoz a souligné que «la principale nécessité a été celle d'identifier des solutions législatives pour garantir une gouvernabilité : c’est-à-dire de créer les conditions pour que les forces politiques qui gagnent les élections puissent gouverner en évitant l'impasse semblable à celle qui s'est vérifiée lors des élections régionales de 2013. En ce qui concerne la représentativité du genre moins représenté, même si nous avions déjà une loi électorale précurseur par rapport à ce thème, nous avons voulu donner un ultérieur signal en ce sens, en voulant augmenter le quota de 20 à 30 pour cent. Pour ce qui est des préférences nous avons voulu maintenir la situation actuelle, en garantissant aux électeurs la possibilité de choisir en exprimant les trois préférences. Modalité qui, à mon avis, permet ainsi de garantir la représentativité des territoires avec une densité de population inférieure.»

Il Consigliere Farcoz è anche intervenuto sullo spoglio centralizzato: «Premesso che anche nel nostro documento depositato in Commissione vi era la possibilità (anche se non declinata) dello spoglio centralizzato, non appena ci è pervenuta la proposta che determinava le modalità dello spoglio, abbiamo espresso diverse perplessità di carattere tecnico, e non politico, ed è bene sottolineare come tutta una serie di passaggi di carattere organizzativo siano ancora non conclusi perché coinvolgono enti terzi. Da qui i nostri dubbi, che peraltro riprendono quelli delle strutture interne regionali, così come sorgono nel momento in cui si preferisce dividere il territorio valdostano in 4 poli e non in Unités des Communes.»

Si è quindi aperto un ampio e articolato dibattito generale.

Il Capogruppo di EPAV, Mauro Baccega, ha ripercorso il lavoro in Commissione, «in cui, oltre a seguire utilissime audizioni, abbiamo trovato elementi di condivisione volti a modificare al meglio la legge regionale. Rispetto al polo centralizzato segnalo alcune criticità: l'impossibilità di riscontro politico dal lavoro svolto dei Consiglieri; l'organizzazione dei seggi, in particolare il trasporto delle schede; l'allungamento dell'attesa per conoscere l'esito delle votazioni; il rischio di brogli per il passaggio in troppe mani delle schede; l'opportunità di disporre di scrutatori validi. Il nostro voto è comunque favorevole, auspicando un lavoro ancora più attento per mettere a punto una macchina organizzativa che parte già con diverse difficoltà.»

L'Assessore alle opere pubbliche, Stefano Borrello, parlando a nome del suo gruppo Stella Alpina, ha evidenziato che «la forza del dialogo e della convergenza volta a sopperire le criticità che sono emerse dall'applicazione della legge elettorale regionale rappresenta un valore aggiunto per la politica. Un ringraziamento va a tutte le forze politiche e in particolare al Presidente Bertin che ha saputo fare sintesi tra le diverse sensibilità. Abbiamo sottoscritto entrambe le proposte di legge per dare un segnale concreto che mira a risolvere i problemi di governabilità.»

Il Capogruppo del PD-SVdA, Jean-Pierre Guichardaz, ha espresso perplessità in merito «alla composizione liste, al non prevedere la preferenza genere. Troppo bassa, secondo noi, la percentuale del 42% come soglia per il premio di maggioranza perché sfasa la reale espressione del voto. Il sistema dello spoglio centralizzato, al di là delle criticità rilevate, è un buon modo per arginare il rischio del controllo del voto. Voglio comunque sottolineare lo sforzo fatto dalla politica di ragionare sulle regole elettorali, sacrificando dei propri desiderata e peculiarità. Il Presidente della Commissione ha lavorato cercando di mediare le idee di tutti, nell'ottica di giungere ad un testo condiviso. Le leggi elettorali, per definizione, sono in evoluzione, e non vanno escluse ulteriori modifiche una volta entrata in vigore.»

Il Consigliere Andrea Padovani (GM) si è detto «favorevole allo spoglio centralizzato: è un mezzo con cui liberare i valdostani dall'ombra del controllo del voto. Penso che le difficoltà tecniche potranno essere risolte dagli uffici. In merito alle modiche alla legge elettorale, ho espresso voto contrario in Commissione perché ritengo che ci siano troppe lacune e per questo avanzerò alcune proposte.»

Il Consigliere del M5S Roberto Cognetta ha dichiarato: «Siamo il gruppo che non ha partecipato alla stesura dei testi di legge così come non è intervenuto ai lavori di Commissione: siamo contrari al premio di maggioranza a tutti i livelli, mentre siamo a favore del proporzionale, così come non ci piace lo spoglio centralizzato e avremmo voluto una sola preferenza. La legge attuale, secondo noi, andava più che bene, anche se è un po' troppo elevata la soglia di ingresso, ma con queste modifiche non facciamo altro che ridurre lo spazio per le opposizioni. Il sistema proporzionale è per noi la soluzione migliore: anche se c'è meno governabilità, c'è maggiore dibattito. Il risultato delle elezioni del 2013 ha consegnato un risultato risicato, ma gli allargamenti di maggioranza successivi non hanno garantito una governabilità maggiore, anzi. Forse l'unica cosa buona che sortirà con l'approvazione di questa legge saranno le elezioni anticipate. Di sicuro questa legge non migliorerà la rappresentatività del popolo, così come lo spoglio centralizzato non assicurerà la segretezza del voto. Ben venga l'accordo tra forze politiche di maggioranza, ma i cittadini capiranno che ciò che è stato fatto in quest'Aula non va a loro favore.»

Per la Capogruppo di ALPE, Patrizia Morelli, «in un lasso di tempo così breve, si è fatto quanto si è potuto fare e il risultato ottenuto, anche se di compromesso, adempie a due punti principali: cercare di garantire la governabilità uscendo dal rapporto 17 a 18; assicurare la segretezza e la libertà del voto, trovando la soluzione dello spoglio centralizzato. Peccato si mantengano le tre preferenze. Avremmo auspicato una mediazione sulle due preferenze, anche perché avrebbe consentito di velocizzare lo spoglio dei voti. L'altro tema di questa modifica è quello della rappresentanza di genere: credo che si debba uscire da questa concezione delle percentuali, perché, anche se dall'attuale 20 si passa al 30 per cento, si continua a ghettizzare la presenza delle donne. Noi saremmo per una situazione di parità di candidature nelle liste elettorali ma non condividiamo la doppia preferenza di genere, perché se sono garantite uguali condizioni di partenza, non si può poi limitare la scelta degli elettori. Una soluzione di compromesso, quindi, ma sulla quale voteremo a favore.»

Il Consigliere dell'UV David Follien ha definito questo provvedimento «un passaggio legislativo che determina aspetti migliorativi rispetto alla normativa vigente. E penso ad esempio alla preferenza di genere, al mantenimento della soglia di sbarramento e delle tre preferenze. Il nostro voto di astensione in Commissione sullo spoglio centralizzato non era una bocciatura, ma esprimeva i nostri dubbi, tuttora presenti. Abbiamo voluto ragionare su questo nuovo metodo: i tempi sono stati troppo stretti per un approfondimento ma il nostro voto sarà comunque favorevole.»

Per il Capogruppo del PNV, Antonio Fosson, «questa è una legge di mediazione, portata avanti con tenacia dal Presidente di Commissione Bertin. Le difficoltà in uno spoglio centralizzato esistono, ma vanno affrontate per giungere ad un risultato: scongiurare il pericolo del controllo del voto. È stata una mediazione positiva che consente di superare i problemi della precedente legge. La presenza femminile nelle liste sta ad indicare una giusta attenzione al genere femminile: non è un obbligo, è un minimo, è un atto di rispetto. Disporre di una maggiore governabilità consente un confronto che non può che essere proficuo per la nostra comunità. È molto importante aver condiviso un percorso. Il nostro sostegno va a entrambi i disegni di legge

Il Consigliere dell'UVP Nello Fabbri ha aggiunto che «questa legge si rivolge soprattutto alla partecipazione e alla consapevolezza degli elettori, perché è demandata a loro la scelta fondamentale se avere una maggioranza maggioritaria o proporzionale. Quindi è una responsabilizzazione importante. Lo spoglio centralizzato ottiene lo scopo che si prefigge, ossia garantire la libertà di voto, ma è anche un chiaro segnale della vitalità della nostra Autonomia perché abbiamo avuto il coraggio di esercitare la nostra competenza statutaria in materia elettorale introducendo un meccanismo che è una novità assoluta.»

Il Consigliere dell'UV Paolo Contoz ha annunciato il suo voto positivo «anche se non sono totalmente d'accordo - sarebbe stata preferibile una sola preferenza così come non mi piace il meccanismo della rappresentanza di genere - ma non voglio essere io a fermare queste modifiche alla legge elettorale perché credo che siano assolutamente necessarie per garantire la governabilità nella prossima Legislatura. Credo anche nell'importanza di introdurre il limite dei mandati e porterò la questione al prossimo Consiglio.»

Il Consigliere Paolo Cretier (PD-SVdA) ha ricordato di aver partecipato alle riunioni di Commissione «pur non essendone componente, ma ho voluto conoscere tutte le varie opinioni. Non ho riscontrato un accordo preventivo, ma ho trovato una discussione moderata. Giudico la partecipazione ai lavori un atto di democrazia esplicita. Lo spoglio centralizzato è un passaggio epocale in Italia. Pur non avendo firmato l'emendamento, voglio precisare che nel nostro gruppo vi è pieno accordo sulle scelte, che non sono mai improvvisate.»

Il Presidente della prima Commissione, Alberto Bertin (ALPE) ha anche osservato che «la Commissione si è riunita 14 volte in questo breve periodo, visto che avevamo un calendario obbligatoriamente molto ristretto: la natura di legge statutaria ha imposto ritmi elevati che hanno anche condizionato la natura dell'intervento che non poteva che essere limitato visti i tempi per l'approvazione. In questo periodo, tenuto conto della complessità della materia e delle implicazioni collegate, abbiamo richiesto molti approfondimenti e occasioni di confronto per mettere tutti nelle condizioni di fare una scelta consapevole. Abbiamo affrontato con grande attenzione la questione della costituzionalità. La legge elettorale riguarda le regole di tutti: come Presidente della Commissione, per senso delle Istituzioni, mi sono adoperato per non ostacolare e favorire un'ampia convergenza. Questi provvedimenti legislativi verranno provati da una larga maggioranza, è un risultato positivo quando si tratta di regole del gioco, ma sul piano personale e politico non nascondo la mia grande delusione, perché questa riforma interviene soltanto su alcuni aspetti trascurandone altri altrettanto importanti, la questione di genere, ad esempio. In particolare, trovo negativo il mantenimento delle tre preferenze. In questo senso, si è preferito portare avanti un provvedimento al di sotto delle aspettative e della necessità, sempre più evidente, di introdurre cambiamenti strutturali nella selezione del personale politico. Purtroppo altro non si poteva fare: è il triste specchio di questa Legislatura

Per il Capogruppo del M5S, Stefano Ferrero, «il clima è surreale, perché ai grandi proclami di condivisione, lo stesso Presidente della Commissione presenta cinque emendamenti di sostanza, tra i quali la preferenza unica. Ben altre cose andavano fatte riguardo alla rappresentatività: il sistema maggioritario schiaccia le minoranze, quindi andare in questa direzione in una regione che ha fatto della tutela della sua minoranza una bandiera, appare paradossale. Si vuole mantenere il club chiuso a quelli che sono già rappresentati in Consiglio, mentre le nuove forze si trovano degli ostacoli insormontabili, come quello della raccolta firma e della soglia di accesso. Questa legge potrebbe essere denominata "eserciti della salvezza" ed è stata confezionata ad uso e consumo di chi ha già fatto comitati elettorali, ovvero le coalizioni basate sui numeri e non sui progetti. Insomma, la solita somma di numeri priva di direzione. È un peccato non aver colto questa occasione. Non concordo sull'aver voluto fatto prevalere le logiche di maggioranza a quelle di principio. I comitati elettorali non porteranno al risultato auspicato.»

Il Capogruppo dell'UV Ego Perron ha sostenuto: «La legge elettorale traduce il comune sentire della comunità, in particolare una piccola come quella valdostana. Abbiamo opinioni diverse sullo spoglio centralizzato: non crediamo che l'elettore valdostano non sia stato messo in condizione di esprimere liberamente il voto o che ci sia stato un controllo. Crediamo invece da sempre nella maturità e nella libertà dell'elettore, anche nei piccoli Comuni. Questa proposta di legge nasce già con criticità, a partire dal fatto che non abbiamo riferimenti in Italia. Con lo spoglio centralizzato, priviamo i cittadini di una lettura dei dati Comune per Comune, annacquando tutto in un grande calderone. Garantire il segreto del voto non può coincidere con la non conoscenza dei risultati: suggeriamo di valutare la possibilità di un accorgimento tecnico per conoscere i voti di lista nei vari Comuni. In ogni caso, nel complesso l'Union Valdôtaine vuole dare il suo contributo positivo al dibattito e si riconosce in questi provvedimenti, soprattutto nel correttivo del premio di maggioranza che eviti la situazione 17 a 18, nel principio delle tre preferenze, nell'accrescimento della presenza femminile nelle liste e nella soglia minima per entrare in Consiglio.  Non ci sottraiamo a un contributo positivo e condiviso per le regole democratiche, nonostante il permanere di perplessità di tipo tecnico.»

Per il Consigliere del gruppo Misto Elso Gerandin «questo testo di legge è frutto di una maggioranza che ha numeri limitati e con posizioni diverse su questo tema, ma che ha saputo trasformare una debolezza in condivisione. La cosa peggiore per la politica valdostana sarebbe tornare alle elezioni con l'attuale legge elettorale: il teatrino espresso da questo Consiglio in questi quattro anni è stato il peggiore fra tutte le Legislature dal 1949 ad oggi. Avere 21 Consiglieri garantirà una maggiore tranquillità politica sin dall'inizio e responsabilizzerà maggiormente la politica. Anche lo spoglio centralizzato, che è un'esperienza innovativa, è frutto di un compromesso: non avessimo trovato questo meccanismo non avremmo potuto approvare la nuova legge elettorale, ma concordo con il collega Perron sul fatto che perderemo la lettura del voto territoriale. Credo comunque che alla fine tutte queste modifiche siano il male minore, perché con la frammentazione che c'è ora avremmo replicato l'esito elettorale attuale e dobbiamo scongiurarlo.»

Anche il Consigliere Augusto Rollandin (UV) ha rappresentato come lo spoglio centralizzato «sia un unicum, nessuno ne ha esperienza. Concordo sull'esigenza che non si ripetano le situazioni di questa Legislatura, anche se resta un grande punto interrogativo su come riuscire a far mantenere gli impegni assunti con gli elettori mantenendo la presenza nei gruppi in cui sono stati eletti.»

Il Presidente della Regione, Pierluigi Marquis, ha concluso il dibattito generale, evidenziando che «la convergenza politica su questi testi è un'assunzione di responsabilità, perché bisogna impegnarsi sulle regole democratiche alla base della nostra società. La stabilità dipende anche dalla capacità di dare risposte alla coesione sociale ed economica, essendo capaci di affrontare il cambiamento. Stiamo vivendo una fase epocale e dobbiamo interrogarci sul ruolo della politica e sulla funzione di Consigliere di fronte alla comunità che rappresenta. Lo sforzo fatto per garantire la segretezza del voto rappresenta un unicum in tutta Italia: una situazione sfidante che è resa possibile dal nostro Statuto di Autonomia. Cercheremo di vedere con gli uffici se riusciremo ad avere comunque i risultati territoriali al fine di facilitare la lettura dei voti di lista su base comunale. Lo sforzo fatto è di mediazione ed è importante avere la capacità di condividere le medesime preoccupazioni rinunciando a qualche posizione personale per pervenire al miglior risultato possibile contestualizzato in questo momento.»

SC-MM