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Communiqué n° 343 de 9 juin 2021

Approvate le linee di indirizzo dell'attività europea e internazionale della Regione

In apertura dell'adunanza consiliare del 9 e 10 giugno 2021

In apertura dell'adunanza del 9 e 10 giugno 2021, il Consiglio Valle ha approvato, con 19 voti a favore (UV, PCP, AV-SA, VdA Unie) e 14 astensioni (Lega VdA, PlA), le linee di indirizzo programmatiche per le attività di rilievo europeo e internazionale della Regione per la XVI Legislatura. L'Assemblea ha anche preso atto della relazione sull'attività, sempre in questo ambito, svolta dalla Regione nel biennio 2019-2020, ai sensi della legge regionale n. 8/2006.

L'Assessore agli affari europei, Luciano Caveri, nell'illustrare le linee di indirizzo all'Aula, ha commentato: «Il faut rendre possible l'avenir de nos autonomies: l'autonomie territoriale, alpine, juridique, fédéraliste, culturelle. La naissance de l'Europe nous a permis de ne plus être un cul de sac de l'Italie mais d'être au centre d'une dimension alpine: aujourd'hui, il faut s'efforcer de travailler de plus en plus non seulement sur la partie francophone de notre culture qui nous permet d'avoir des liens forts, il faut aussi reprendre les rapports avec les autres minorités linguistiques, qui demandent une vision européenne différente de celle prônée par les Etats.»

L'Assessore ha aggiunto: «Quest'anno discutere di Unione europea significa inserirla in un momento problematico dovuto alla pandemia: c'è la necessità di un intervento pubblico forte a sostegno della nostra economia, ma bisogna anche riflettere su altre crisi, come quella demografica che rischia di creare diseguaglianze nella nostra società con un aumento del tasso di povertà. Altre sfide sono lo sviluppo del digitale, con un insieme di strumenti culturali assolutamente strategici per il futuro, i cambiamenti climatici che investono il nostro territorio e potranno cambiare la morfologia fisica della nostra Valle con la scomparsa dei ghiacciai, l'accessibilità, con due corridoi - i due tunnel verso Francia e Svizzera - che rischiano di entrare in crisi, il benessere e la salute che sempre più entrano nel mirino delle autorità comunitarie. La politica di coesione resta un caposaldo anche per gli anni a venire, ma ci sono i nuovi temi: un'Europa più intelligente, più verde, più connessa, più sociale, più vicina ai cittadini, cercando di colmare i gap che esistono tra i territori, investendo sulle aree montane. La montagna è un tema significativo perché le sue risorse accendono gli appetiti delle grandi società, sia per lo sfruttamento delle acque e dei boschi che del turismo. Non bisogna limitarsi all'insieme di azioni che conosciamo - PSR, Interreg -: cercheremo di rilanciare l'ufficio di Bruxelles per sfruttare tutti i fondi tematici che fino ad ora non abbiamo usato, come quello dell'idrogeno, che sarà il tema energetico del futuro. Bisogna anche riflettere su strumenti che abbiamo un po' sottoutilizzato: penso alla strategia alpina Eusalp, che ha una dimensione regionale ed è una rete fondamentale per far dialogare i territori delle Alpi per evitare che gli Stati decidano per noi. Ci sono tanti soggetti che si occupano di Europa, non c'è solo la Regione: con loro cerchiamo di programmare la nuova programmazione in maniera corale con la logica di non sprecare neanche un centesimo. Siamo entrati a fare parte di una rete europea, grazie al Comitato delle Regioni, che si occupa della parte discendente della politica comunitaria: una fase interessante perché si tratta di vedere quelle materie che non devono essere regolamentate da Roma, ma che dobbiamo essere noi in grado di recepirle direttamente. L'anno prossimo proporremo una legge europea.»

Il dibattito in Aula

L'Assessore all'agricoltura, Davide Sapinet, si è soffermato «sul binomio Europa e agricoltura: un settore di intervento cui l'Europa guarda con molto interesse (viene destinato il 35% del budget europeo) e nei confronti del quale l'attenzione è accresciuta nel tempo. Il Piano di sviluppo rurale è stato prorogato di due annualità, con lo slogan "stesse regole ma nuove risorse" e i risultati ci riferiscono di un ottimo avanzamento tanto dal punto di vista finanziario che fisico; il PSR è tra i programmi più performanti e il suo motore sono le misure a superficie e a capo animale. Riguardo agli sviluppi futuri, è stata avviata la costruzione di un nuovo modello di attuazione della nuova PAC, che prevede la stesura da parte di tutti gli Stati membri di un Piano strategico nazionale, che dovrà concorrere al raggiungimento di tre obiettivi (competitività, ambiente e sviluppo locale) e si articolerà su tre pilastri (pagamenti diretti, interventi su settori specifici e misure di sviluppo rurale). Uno dei capisaldi della nuova PAC è aumentare livelli efficacia ambientale. Sempre riguardo alla tematica ambiente e clima, è stato promosso un tavolo interregionale, inizialmente tra Piemonte e Valle d'Aosta, poi esteso a altre Regioni, per rispondere alla nuova agricoltura verde: un tavolo utile al confronto e per fare squadra tra le regioni alpine.»

Le Chef de groupe de VdA Unie, Corrado Jordan, a souligné: «On peut être satisfait d'avoir toujours cru et favorisé le renforcement des structures des politiques de coopération de l'Administration régionale et des collectivités locales. Les nombreuses interventions réalisées ont contribué au développement de notre région de manière structurelle et durable; en pensant à l'avenir, il est nécessaire imaginer et planifier des actions qui peuvent apporter une réponse immédiate et à court terme dans le secteur du tourisme, le secteur le plus touché par la crise pandémique. Le développement du numérique et de l'innovation pourrait faire l'objet d'attention au regard de la programmation des fonds européens, encadré dans une logique de services et d'amélioration de la qualité de vie et de l'attractivité des zones les plus marginales de notre territoire. Il est absolument nécessaire d'inclure la coopération entre les régions transfrontalières les plus proches de nous; dans ce sens, je souligne avec faveur la prochaine réactivation du Conseil Valais-Vallée d'Aoste, qui va relancer ainsi les relations entre les deux régions.»

Per il Presidente del Consiglio Valle, Alberto Bertin, «c'è una certa stanchezza nei confronti dell'Europa e il dibattito non suscita grande interesse: è un peccato perché la dimensione europea della nostra regione è importante. Sarebbe quindi utile coinvolgere i cittadini in un dibattito pubblico: l'Europa è sempre più presente nelle nostre vite quotidiane grazie anche agli investimenti riconducibili ai fondi europei. La Valle ha saputo attingere a questi fondi e prendiamo atto di una capacità di spesa rispetto ad altre Regioni, con risultati evidenti. Ci vorrebbe, però, un salto di qualità: i soldi investiti devono sviluppare una crescita duratura e non esaurirsi con la fine di un progetto. Sarà importante valutare le politiche, misurandole: il Consiglio vuole intraprendere un percorso per una seria valutazione delle politiche pubbliche, un impegno che ci siamo assunti e che cercheremo di portare avanti per dare nuova centralità alla nostra Assemblea e rispondere in maniera più efficace ai cittadini. Oggi, ci vogliono formule diverse per discutere di Europa: la "Conferenza sul futuro dell'Europa", iniziata nel maggio scorso, sarà uno strumento importante e mi auguro che la prossima sessione europea sia l'occasione anche per fare il punto di un dibattito, che come Consiglio intendiamo avviare nella società valdostana e per immaginare qualcosa di diverso per la nostra regione.»

«La democrazia parte dal basso e la coscienza ideologica di ogni singola persona è importante - ha evidenziato il Consigliere Luca Distort (Lega VdA) -. Nella competizione tra europeismo e anti-europeismo sembra che sia il sovranismo ad essere l'ago della bilancia e viene definito elemento di disturbo di un'Europa unita, ma l'Europa non si difende con gli schieramenti: l'Europa deve essere in grado di difendersi da sola e lo può fare solo rendendosi credibile; questa credibilità passa attraverso il fatto che ogni cittadino europeo si "riconosca" in questa Europa: si riconosca in ciò che profondamente ci unisce e si riconosca dal rispetto che riceve per le proprie identità di popoli europei. La storia ci consegna un'Europa che è unita solo dalla matrice cristiana: se non è questo il fondamento, ogni altro progetto è un'imposizione. La comune matrice cristiana unisce e nello stesso tempo permette di riconoscere le differenze: le sovranità (che non sono sovranismi), le autonomie locali, le regioni, i diversi popoli che ne hanno costruito la storia. Solo così l'Europa sarà totalmente credibile e avrà davvero la forza di un grande popolo.»

Il Consigliere di SA-AV Pierluigi Marquis ha concordato sull'importanza di definire una legge comunitaria: «La pandemia ha cambiato il clima nei confronti dell'Europa: bisogna partire dai valori che ci accomunano per formare uno spirito comunitario e per affrontare insieme i problemi comuni. In questo ultimo anno, anche in Valle d'Aosta, le difficoltà strutturali si sono acuite con l'emergenza da Covid: i grandi temi europei, come lo sviluppo del digitale, gli investimenti, la crisi demografica, il rafforzamento del ruolo femminile, il benessere sociale, ci coinvolgono direttamente. Sarà importante definire le connotazioni di questi argomenti a livello regionale e proporre strategie di intervento adeguato sfruttando le risorse europee per migliorare la nostra realtà. Non possiamo più gestire i problemi in modo isolato: sui cambiamenti climatici e sull'accessibilità c'è bisogno di fare fronte comune con le altre realtà. La nostra vocazione europeista è un punto fondamentale, ma oggi abbiamo bisogno di una fase nuova, potenziando gli scambi commerciali e culturali anche con i nostri vicini transfrontalieri. Se la Valle d'Aosta saprà cogliere l'occasione di un nuovo approccio europeista, sarà anche l'occasione per semplificare la nostra legislazione e rafforzare la nostra cultura autonomista.»

Il Vicecapogruppo della Lega VdA, Stefano Aggravi, ha rimarcato: «Concordo sull'esigenza di riformare questo momento in Aula, ma serve anche un percorso che consenta un approfondimento maggiore in Commissione: purtroppo si corre e si rischia di non avere contezza delle potenzialità e praticità. In questo senso va l'astensione espressa dal nostro gruppo sulle linee di indirizzo. È fondamentale avere al più presto una rappresentanza diretta, ma nel frattempo occorre rafforzare l'organizzazione funzionaria delle politiche europee. Nell'ambito dei cambiamenti climatici, vanno previsti programmi di difesa, monitoraggio e sviluppo delle nostre aree di montagna per unirle alle zone limitrofe. Bisogna rafforzare i nostri rapporti con Stati che parlano lingue diverse dalla nostra ma sono particolarmente performanti nel reperire i fondi: impariamo e collaboriamo con loro, altrimenti dimostreremmo di non aver capito lo spirito dell'Europa.»

Il Capogruppo di AV-SA, Albert Chatrian, ha osservato che «mai come in questo momento il dibattito sul futuro dell'Europa è fondamentale per capire come incidere per raggiungere gli obiettivi e per dare corso alla nostra visione d'Europa: un'Europa dei popoli e delle diversità attenta allo sviluppo delle aree montane. Bisogna riflettere come utilizzare al meglio le risorse in un territorio come il nostro: oggi la montagna deve fare massa critica se vuole incidere a livello europeo. Nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, i pilastri fondamentali sono la transizione digitale e il green: per un territorio montano come il nostro sarà importante utilizzare al meglio queste risorse per non lasciare indietro nessuno, per creare nuovo sviluppo, per invertire la rotta rispetto al passato. Dobbiamo collaborare sempre più con gli altri popoli della montagna per accompagnare in maniera più forte le nostre esigenze. Nelle crisi l'intervento del pubblico è efficace solo se gli enti hanno la capacità di agire in maniera innovativa: è questo che dobbiamo fare, creando le condizioni per mantenere la vita in montagna, per contrastare il calo demografico, per mantenere l'autenticità delle nostre località turistiche. C'è spazio per accompagnare la qualità della vita di chi ha scelto di vivere tutto l'anno in montagna e per creare nuove opportunità.»

«Il momento ascendente è fondamentale, ma molto trascurato - ha osservato il Consigliere Paolo Sammaritani (Lega VdA) -: in occasione delle ultime elezioni europee ho denotato scarso interesse da parte dell'elettorato e una miopia politica che non ha saputo cogliere l'occasione per attribuire una rappresentanza valdostana. Nel 2024 sarà di nuovo ora di elezioni: avremo finalmente questo seggio? Terremo conto delle esigenze del territorio? Bisogna dimostrare un atteggiamento di partecipazione e responsabilità politica. Non bisogna pensare all'Europa solo all'ultimo minuto: bisogna lavorare sin da ora, anche per quanto riguarda la gestione delle risorse che arriveranno. L'emergenza è adesso e di tempo se ne è perso già troppo: il tema delle riforme deve essere la priorità, la macchina amministrativa (regionale e degli enti locali) va cambiata e adeguata, bisogna arrivare a una semplificazione burocratica. È un'impresa che dobbiamo concretizzare per garantire un futuro migliore a tutti noi, soprattutto ai nostri giovani.»

Pour le Conseiller de Pour l'Autonomie Augusto Rollandin, «défendre nos droits au niveau européen est une préoccupation de nous tous: la possibilité comme Vallée d'Aoste d'avoir un parlementaire européen qui travaille sérieusement sera fondamentale. Je demande d'approfondir dans les Commissions compétentes les différents thèmes proposés par le Gouvernement régional quant à l'application de ces lignes programmatiques afin d'aboutir à un résultat pratique, autrement ce sera seulement un débat théorique pour ce Conseil. Quant au réseau Eusalp, il est à souligner qu'il a été reçu au niveau européen, mais malheureusement il n'a jamais démarré: il faudra intervenir différemment afin de faire comprendre l'importance de la montagne non seulement pour la vie de la montagne mais aussi pour la vie de la plaine.»

Per il Consigliere Simone Perron (Lega VdA), «in questa società secolarizzata, in cui i valori sono messi in crisi, il rischio è che l'Europa diventi il nuovo idolo. Io piuttosto invoco pragmatismo e strategia: Europa non come fine, ma come mezzo per realizzare il nostro sviluppo, il nostro potenziale, i nostri interessi. Non siamo noi i mezzi, è l'Europa a esserlo: è un'arena in cui diversi interessi territoriali, le diverse volontà di potenza, si incontrano con esiti incruenti, attraverso diplomazia e trattative. Dobbiamo essere coesi per rappresentare i nostri interessi e non imboccare la strada di una visione naïve dell'Unione europea.»

La Capogruppo di PCP, Erika Guichardaz, ha ricordato gli 80 anni del Manifesto di Ventotene per «un'Europa libera e unita, dove l'idea di un'Europa federale era alla base del pensiero di Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi. Ancora molto è da fare per quell'unità che si auspicava allora, ma le nuove generazioni hanno un atteggiamento diverso: sono nati in un'Europa dove si spostano con facilità e hanno conoscenze linguistiche accresciute. La Valle d'Aosta ha natura essenzialmente transfrontaliera, che si valorizza lavorando per una progettualità comune con gli Stati confinanti e con le altre Regioni alpine. La voce comune delle Regioni alpine sarà importante nel futuro dell'Europa: per avere massima efficacia bisogna superare il limite dagli Stati nazionali. La piattaforma della "Conferenza sul futuro dell'Europa" ha elementi interessanti e dovrà essere l'occasione per costruire un vero Stato europeo in grado di gestire le problematiche e i vantaggi della globalizzazione. L'Europa è il contesto che può sviluppare il patrimonio delle Alpi, promuoverne lo sviluppo sostenibile, rispettando territorio e ambiente. Il punto di forza è la visione delle Alpi come insieme: territorio strategico unico per la lotta ai cambiamenti climatici, la conservazione della biodiversità, il superamento delle diseguaglianze. Dobbiamo diventare coprotagonisti della gestione: a livello regionale è indispensabile un coordinamento per permettere una gestione seria dei progetti europei. C'è bisogno di una visione orgogliosa e completamente rinnovata della montagna.»

Le Conseiller Renzo Testolin (UV) a voulu souligner deux aspects: «La francophonie, afin d'exploiter au mieux cette langue afin de bâtir avec nos peuples frères des parcours profitables, et  la montagne, en retrouvant unité et force.» Il Consigliere ha quindi evidenziato: «Le politiche europee sono sempre state attenzionate dall'Amministrazione regionale: tutte le nostre attività sono state improntate allo sviluppo regionale, a collaborare con le popolazioni d'oltralpe che hanno caratteristiche e criticità simili alle nostre. Possiamo però avere ulteriori capacità d'azione: mettendo insieme le peculiarità del nostro territorio, raggruppando tutte le eccellenze regionali in maniera strutturata, possiamo puntare ad avere uno spazio importante e ottenere ulteriori risorse, nonostante le nostre piccole dimensioni, nella politica della ricerca e dell'innovazione. Il futuro è aumentare la consapevolezza delle potenzialità delle risorse europee. Non accantoniamo comunque la priorità di avere una rappresentanza definitiva all'interno del Parlamento europeo: possiamo fungere da stimolo e riferimento per la politica regionale, possiamo stringere relazioni che possono essere il valore aggiunto in una programmazione che dovrà migliorarsi.»

L'Assessore allo sviluppo economico, Luigi Bertschy, ha evidenziato: «Gli accordi che hanno consentito la libera circolazione sono delle grandi conquiste. Oggi, abbiamo bisogno di un governo europeo efficace, rispettoso delle differenze di tutti. Il lavoro politico per ottenere una rappresentanza al Parlamento europeo dovrà vederci uniti, in anticipo alle elezioni del 2024. La crisi del dopo pandemia avrà una risposta dall'Europa, ma dovremo dare delle grandi risposte anche in termini amministrativi. La scelta di portare la delega al di fuori dalla Presidenza ha portato la Struttura degli affari europei al centro del contesto organizzativo della Regione: questa è una sfida nuova che dovrà condurci a elaborare progetti contestualizzati nei vari settori della nostra realtà. L'altra sfida sarà quella di affrontare la complessità delle regole europee, affinché queste non condizionino gli obiettivi e le strategie. Per spendere le risorse europee, ci vuole un sistema di controlli che non crei paura, ma che accompagni i progetti nella loro attuazione. La sfida non è quindi solo per la politica, ma anche per i dirigenti.»

Il Consigliere Nicoletta Spelgatti (Lega VdA) ha parlato della struttura amministrativa regionale: «La delega degli Affari europei a un Assessorato sottende a una logica di equilibri politici e a una suddivisione di poteri per il manuale Cencelli, ma è una scelta sbagliata dal punto di vista amministrativo. Il cappello deve stare sopra ai singoli Assessorati, e quindi alla Presidenza della Regione, che deve coordinare gli uffici con quelli di Bruxelles, e rafforzare le catene organizzative e di controllo a tutti i livelli. La prima cosa da fare sarebbe rafforzare l'ufficio di Bruxelles: finché non avremo personale in pianta stabile, formato, capace di fare lobby e lavorare sui tavoli prima che le cose accadano non andremo da nessuna parte e non potremo mai incidere. Dopodiché è necessario strutturare qui degli uffici che colleghino Regione con Enti locali, in maniera tale da informare sulle opportunità che mano a mano si aprono e assistere nelle varie procedure. Analogo discorso per l'ufficio di Roma. Il lavoro è molto complesso e siamo in ritardo anche a causa di queste scelte a mio modo di vedere sbagliate

 

SC-MM