Info Conseil

Communiqué n° 305 de 26 mai 2021

Il Consiglio ha preso atto delle dimissioni dell'Assessore Chiara Minelli

Seduta del 26 maggio 2021

 

Nella seduta mattutina del 26 maggio 2021, dopo un ampio dibattito politico, il Consiglio Valle ha preso atto delle dimissioni della Consigliera Chiara Minelli dalla carica di Assessore all'ambiente, trasporti e mobilità sostenibile, rassegnate il 14 maggio scorso.

Con la presa d'atto, le dimissioni diventano efficaci: il Presidente della Regione ha assunto ad interim le funzioni assessorili fino all'elezione del nuovo Assessore.

Le motivazioni delle dimissioni

Richiamando il «dissenso espresso sulla risoluzione dell'ospedale che accelerava la progettazione esecutiva della variante al progetto di ampliamento, scelta che reputo non sufficientemente ponderata», la Consigliera Chiara Minelli ha specificato che «questo episodio ha fortemente accentuato un disagio preesistente che in parte deriva dalle mie condizioni di salute, ma anche dalla constatazione delle difficoltà a svolgere una proficua attività amministrativa su vari e importanti dossier. Progetto Civico Progressista ha deciso di partecipare ad una coalizione di maggioranza sulla base di un accordo di programma definito con tre gruppi autonomisti: una mediazione che è partita da punti di vista diversi su vari aspetti, ma che nella sua sintesi e nel suo insieme conteneva una visione accettabile e degli obiettivi utili per la comunità valdostana. Speravo allora in una collaborazione più lunga e produttiva: purtroppo nei mesi successivi all'accordo mi sono resa conto che per alcuni esponenti della maggioranza, e anche di spicco, quel documento programmatico contava poco. Questa scarsa coerenza rispetto al programma è uno dei principali motivi per cui in questi sette mesi mi sono sentita spesso a disagio e anche fuori luogo.»

La Consigliera ha quindi citato una serie di esempi: «L'ostilità o comunque la freddezza sull'elettrificazione della tratta ferroviaria Ivrea-Aosta; l'atteggiamento di ostruzionismo sul Piano regionale dei trasporti, atto che la Valle d'Aosta aspetta da 24 anni e che ho portato più volte in Giunta, non per approvarlo ma solo per trasmetterlo alla Valutazione ambientale strategica; i ripetuti rinvii anche rispetto alla proposta di ridefinire chiaramente il ruolo futuro dell'aeroporto regionale abbandonando una fallimentare opzione di aeroporto commerciale; la vicenda delle discariche di Pompiod e Chalamy, per le quali, con gli uffici competenti, avevo predisposto un disegno di legge per aggiornare la normativa regionale, ma che è stato bloccato; l'avvallo della progettazione definitiva del collegamento funiviario nel vallone delle Cime Bianche, pur essendo il mandato del Consiglio regionale relativo agli studi preliminari; il mancato esame da parte delle Commissioni consiliari della Road Map per una Valle d'Aosta fossil fuel free, passata in Giunta a febbraio.»

«Non ho sbattuto nessuna porta - ha aggiunto la Consigliera Minelli -, ma certo non posso assistere inerte a voti che non condivido e ad atteggiamenti che impediscono di operare proficuamente. Dalle dimissioni sono passati 12 giorni, ma purtroppo sotto l'aspetto politico non mi pare che sia emersa finora la volontà di un confronto reale sulle questioni che hanno portato alle stesse. Do atto al Presidente della Regione di aver ascoltato le argomentazioni mie e della collega Guichardaz e di aver fatto i passi opportuni per riaprire il dialogo, ma ben diverso è stato finora l'atteggiamento di altri consiglieri ed esponenti politici della maggioranza. E così due giorni fa una riunione che doveva essere finalmente di confronto costruttivo, con lo scopo di capirsi e ragionare, ha visto gli interventi del solo Presidente e di quattro esponenti di PCP e un sorprendente silenzio di tutti gli altri.»

«La Valle d'Aosta sta uscendo da un periodo drammatico - ha concluso la Consigliera -: grazie soprattutto alla campagna di vaccinazioni si incominciano ad intravvedere le possibilità di una ripresa della vita normale e dell'economia. È del tutto evidente che non è opportuno provocare delle crisi di maggioranza in una fase come questa, ma il buongoverno esige anche chiarezza di idee, prospettive, strategie per guardare lontano e non solo per gestire gli interventi di ordinaria amministrazione. L'attuale maggioranza può ben operare se effettivamente affronta i problemi, li mette a fuoco e dà delle risposte convincenti e condivise. Da parte di tutto il gruppo PCP e anche da parte mia c'è la massima disponibilità per unire le energie, per collaborare, ma la stessa disponibilità ci deve essere da parte di tutti. Se si pensa di continuare come nei mesi passati in cui spesso è mancata anche la lealtà rispetto al lavoro di esponenti della Giunta a mio avviso non si fanno cose utili per la comunità valdostana.»

Il dibattito in Aula

Il Vicecapogruppo di PCP, Paolo Cretier, ha sostenuto: «È necessario proseguire con questa maggioranza e limare le incomprensioni che ci sono state. Il nostro gruppo sostiene questa maggioranza che, in questo momento di pandemia e crisi economica, deve operare con celerità: il tempo è ancor più prezioso per cercare di sostenere le attività e la comunità. Il nostro gruppo ha contribuito alla stesura di provvedimenti legislativi, che hanno visto la luce anche col supporto della minoranza; il confronto tra i gruppi consiliari deve essere mantenuto, in modo da risolvere i temi che premono sulla Valle d'Aosta. Ci sono ancora tasselli da mettere a posto, è quindi opportuna una dialettica per creare la stabilità di cui la comunità ha bisogno. Ci sono state incomprensioni, siamo un soggetto plurimo con diversità di vedute su certi temi, ma sono convinto dell'idea di proseguire. Certo, va fatto uno sforzo per guardare al futuro, trovando un equilibrio per svolgere il programma che abbiamo sottoscritto. Il programma di PCP era molto dettagliato, per arrivare a quello di Legislatura ci sono stati compromessi ma anche condivisioni. Per noi il faro resta il DEFR, votato da 21 consiglieri di maggioranza. Così come per il tema dell'ospedale, i valdostani hanno bisogno di risposte puntuali ai problemi, che non devono essere procrastinati. Altre questioni andranno affrontate e faranno scaturire discussioni, ma ci deve essere sempre un confronto serio, che porti rapidamente alle soluzioni che possano dare sviluppo alla nostra regione.»

Il Vicecapogruppo di Lega VdA, Stefano Aggravi, ha osservato che «la celerità con la quale si è costruita la nuova maggioranza non è stata buona consigliera: è vero che bisognava gestire una pandemia con scelte da portare avanti in fretta, ma sul programma c'erano troppi punti aperti, troppi aspetti non risolti. Aspetti che abbiamo sollevato, non per speculazione politica, ma perché riteniamo necessario l'approfondimento di alcuni temi per poter governare: forse avevamo ragione sul dossier Cime Bianche; sul discorso rifiuti, sarebbe utile capire dalla Giunta quale sia il futuro della sua gestione; riguardo all'elettrificazione della ferrovia, evidenzio che i fondi previsti dal PNRR dovranno essere effettivamente riconosciuti e che sarebbe quindi opportuno avere un piano B per non perdere occasioni. All'epoca, fare presto non ha sortito un programma completo: la colpa non è dell'Assessore Minelli, ma di chi deve coordinare l'azione di governo e dirimere i problemi. Chi è chiamato a coordinare deve pensare al significato di certi silenzi e al significato stesso del suo silenzio: se oggi nulla verrà detto da parte sua non ci sarà solo un problema all'interno della sua maggioranza ma sulla gestione futura della consiliatura.»

Il Capogruppo dell'UV, Aurelio Marguerettaz, ha espresso «invidia alla collega Minelli perché non ha mai un dubbio, è sempre dalla parte della ragione e non mette mai in discussione la sua attività. Ha però sottaciuto che del gruppo del PCP, cinque hanno votato diversamente dalla sua opinione: prima di accusare gli autonomisti, avrebbe dovuto chiarire all'Aula perché la sua posizione in PCP è minoritaria. Le riconosco che ha intrepretato in maniera autentica il pensiero di coloro che l'hanno votata, portando avanti in modo integralista le sue azioni senza tenere conto della comunità valdostana nella sua interezza, come nel caso delle discariche o del collegamento di Cime Bianche. In questi mesi abbiamo discusso di argomenti che avranno ricadute soltanto tra diversi anni: parliamo della riapertura dell'Aosta/Pré-Saint-Didier pur trovandoci in una situazione emergenziale, di crisi, con persone che non sanno come arrivare a fine mese. Il mio giudizio come Assessore è negativo: ha intrepretato il suo ruolo come delega, senza confrontarsi con le Commissioni, col Consiglio, con la maggioranza. Si è Assessori della Valle d'Aosta, non dei Comitati. Confermo che questa maggioranza esiste, non c'è alcun caos. Noi andremo avanti, cercando sempre il dialogo, la sintesi di posizioni senza mortificare gli alleati e senza scaricare sugli altri eventuali insuccessi.»

«Lo avevamo già detto il 20 ottobre - ha osservato il Capogruppo di Pour l'Autonomie, Marco Carrel - quando pareva già chiaro quanto le posizioni fossero distanti. Il programma di Legislatura era troppo aperto, con troppi punti lasciati senza una linea. Noi siamo sempre stati collaborativi laddove condividevamo le azioni di governo; noi non siamo il gruppo consiliare dei "no" così come non abbiamo mai alzato i toni in quest'Aula. Ma questo momento storico necessita di idee chiare e condivise, la Valle d'Aosta ha bisogno di una maggioranza chiara, con obiettivi sicuri. La Valle d'Aosta è pronta per la ripartenza, ma dobbiamo sapere dove vogliamo andare: l'immobilismo di questi mesi ha dimostrato che non è così. Speriamo ora di capire chi fa parte della maggioranza e cosa vuole fare. Ad oggi questo non ci è assolutamente chiaro: è ora di ripartire e non possiamo più aspettare gli eventi

Il Capogruppo di AV-SA, Albert Chatrian ha parlato di «un momento surreale per la nostra comunità: non è il momento delle dimissioni, delle rinunce, né dei primi della classe, è il momento di avere ben chiare le priorità e trovare soluzioni, facendo funzionare al meglio la macchina pubblica e restando coi piedi per terra. La politica implica mediazione, avere la voglia di dialogare con gli altri, senza arroccarsi sulle proprie posizioni. La collega Minelli in questi mesi si è impegnata molto, ma talvolta ha dato l’impressione di tendere a scaricare sugli altri le responsabilità scomode e a voler prendere tempo, rinviando le decisioni più delicate. Sono atteggiamenti che chi governa in questo momento storico non può permettersi. L’ambiente è il bene più prezioso di cui dispone la Valle d'Aosta: non bisogna trovare i buoni e i cattivi, c'è la necessità di avere una visione, un percorso, la volontà di creare le condizioni di salvaguardia, di sostenibilità. L'ambientalismo reale, proficuo, in Valle d'Aosta c'è, nonostante ci sia anche quell'ambientalismo che dà pagelle senza trovare soluzioni. Sulle discariche, ho un dubbio: si voleva prendere tempo? C'era già l'intenzione di dimettersi e di lasciare sul tavolo questo problema? A pensare male a volte ci si azzecca. Su temi così delicati, non vanno illuse le persone: ci vuole correttezza, onestà intellettuale, capacità amministrativa. Il collegamento tra Alagna, Gressoney, Ayas, Valtournenche e Zermatt è uno degli atout dei prossimi trent'anni per la nostra regione; sappiamo che la collega Minelli ha sempre messo nero su bianco la sua contrarietà, ma ha votato a favore del DEFR, che diceva altro. La maggioranza, comunque, c'è

Per il Capogruppo di VdA Unie, Corrado Jordan, «dispiace dover essere qui a discutere le dimissioni di un Assessore, giudichiamo negativamente i tempi e i modi. Fare parte di una maggioranza, soprattutto se eterogenea, comporta necessariamente una mediazione, e non ci si dimette se non si è d'accordo, soprattutto non lo si fa senza confrontarsi con i gruppi della propria stessa maggioranza. Non si può essere allo stesso tempo forza di lotta e forza di governo. Occorre essere sinceri e riconosco all'Assessora Minelli lo studio e la tenacia nella gestione dei dossier, ma avrebbe dovuto confrontarsi con maggiore fiducia con gli altri gruppi consiliari, senza troppi dogmi precostituiti; una fiducia che la maggioranza deve avere in tutti i suoi componenti e questo avvenimento deve servirci per migliorare il confronto e la condivisione. Vorrei capire se le dimissionarie facciamo ancora parte della maggioranza: noi aspettiamo una risposta. Ci dicano quale sarà il loro atteggiamento. Gli autonomisti sono coesi e non mettono in dubbio il programma di Legislatura: la maggioranza c'è, assicuriamo la continuità politica e amministrativa e facciamo sapere ai valdostani che queste dimissioni non ostacolano il nostro lavoro

Il Capogruppo di PCP, Erika Guichardaz, ha ribadito «piena solidarietà alla collega Minelli, a nome personale e di tutto PCP che le riconosce capacità e l'ottimo lavoro svolto. Chiara è una donna forte e tenace, che lotta per le sue idee e valori; per questo è stata spesso tacciata di ideologismo, di integralismo, ma quando una persona lotta per le idee portate avanti da un gruppo di persone è un valore aggiunto per la comunità. Le lobbies e gli interessi sono stati il male per la politica. È un caso che siano due donne ad aver dato le dimissioni? È un caso che si parli di istinto emotivo e che siano state proprio le donne, anche da banchi opposti, a lottare per quella risoluzione sull'ospedale? Non credo al caso: alla base c'è la volontà di approfondire, di far capire che un progetto nato nel 2010 non può essere pensato per il 2050 e scisso dallo stravolgimento della pandemia. Le regole dopo l'alluvione o il rogo del Traforo del Monte Bianco sono cambiate e analogamente avremmo dovuto trarre degli insegnamenti dalla pandemia. Il DEFR inizialmente parlava di dare corso al progetto, la formulazione attuale, votata dalla maggioranza, parla di verificare la compatibilità, riferita proprio ai bisogni della comunità. Mi dispiace che la presa d'atto delle sue dimissioni sia stata così celere, è inaccettabile che non ci sia stato nemmeno il tentativo di congelarle. Personalmente ritengo che lei abbia fatto bene.»

Il Consigliere della Lega VdA Nicoletta Spelgatti ha chiesto: «Celerità per fare cosa? Sono passati sette mesi da quando governate: che risposte avete dato alla comunità? Oggi, i problemi sono risolti? La sinistra ha preso delle decisioni sui nodi cruciali non risolti fino ad ora? Non c'è un solo Assessorato che abbia prodotto qualcosa, a parte l'Assessorato della sanità che ha dovuto gestire una pandemia. Pensate di andare avanti così? Occupare delle poltrone non è governare: governare significa dare delle risposte concrete, avere obiettivi chiari e condivisi. Un'ultima domanda: uscite Minelli e Guichardaz, sulle tematiche dei punti programmatici non ancora risolte, il resto della sinistra che cosa farà?.»

«Il Governo non è in stallo, la maggioranza c'è e andrà avanti, cercando un giusto equilibrio all'interno delle forze politiche. Non era questo il momento opportuno di dare le dimissioni - ha affermato il Presidente della Regione, Erik Lavevaz -. Spiace di essere in questa situazione, a pochi mesi dall'avvio della Legislatura. Ringrazio del lavoro svolto la collega Minelli, che non si è mai risparmiata. La Giunta regionale è un organo collegiale, in cui ci devono essere dialogo e confronto continui. E c'entra molto poco il fatto che siano uomini o donne. Gli Assessorati non sono compartimenti stagni: un'istanza può anche non andare avanti, può necessitare di un confronto politico e amministrativo, ma questa non è mancanza di lealtà.  Il programma di Governo, che in alcune parti è gioco forza generico, detta le linee programmatiche; il DEFR entra in un primo momento di dettaglio, ma bisogna poi concretizzare gli atti legislativi e amministrativi, sempre attraverso un confronto dell'organo collegiale di governo. E ciò non significa perdere tempo, ma trovare la giusta condivisione, il giusto modus operandi contemperando le priorità, all'interno di una condivisione consensuale. Priorità che, a causa del Covid, sono mutate. Ma questo non implica slealtà, uscire dal confine del programma di Legislatura

Il Consigliere di PCP Antonino Malacrinò si è detto «imbarazzato: le dimissioni non sono state concordate, né con la maggioranza né con il resto del gruppo. Certo diventa difficile lavorare con chi non si confronta con i suoi compagni e quando le scelte vengono dettate dall'esterno. PCP è composto da diverse forze politiche: per questo quando si parla a nome del gruppo, gli interventi dovrebbero essere condivisi.»

 

SC-MM