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Communiqué n° 220 de 15 avril 2021

L'attività 2020 del Difensore civico anche in qualità di Garante dei diritti dei detenuti e di Garante per l’infanzia e l’adolescenza

Presentata alla prima Commissione consiliare nel pomeriggio di oggi, giovedì 15 aprile 2021

 

Il Difensore civico della Valle d’Aosta, Enrico Formento Dojot, è stato audito oggi, giovedì 15 aprile 2021, in prima Commissione consiliare “Istituzioni e autonomia”, dove ha presentato l’attività svolta dall’Ufficio di difesa civica valdostana nel corso del 2020.

Sono stati 881 i casi trattati dall’Ufficio nel 2020, di cui 843 definiti nell’anno. Il confronto con i dati riferiti al 2019, anche per effetto del venir meno di istanze collettive, rivela un decremento, di 557 unità, pari al 38,73% della casistica trattata nel corso dell’anno (ivi compresi quindi i casi non conclusi negli anni precedenti), mentre per quanto riguarda i casi nuovi, cioè quelli iniziati nel 2020, la diminuzione rispetto al 2019 è del 40,16%. Considerando i dati relativi agli ultimi otto anni, la crescita complessiva dal 2012 è di oltre il 95,8%.

«Il decremento in parola, ça va sans dire - spiega Enrico Formento Dojot -, è stato determinato dagli effetti della pandemia da Covid-19. La cittadinanza, e noi tutti, siamo stati sconcertati e giustamente impauriti da un fenomeno che non si manifestava da addirittura un secolo (la tristemente famosa “spagnola” all’esito della Prima Guerra Mondiale) e, umanamente, la preoccupazione per la tutela del bene assolutamente primario della salute ha fatto premio su altre questioni, passate in second’ordine. La pandemia, per altro, ha, altresì, comportato un rallentamento, piuttosto marcato nel lockdown della primavera e poi più o meno contenuto nel successivo corso dell’anno 2020, dell’attività della pubblica Amministrazione, strettamente collegata, in virtù della competenza, a quella della difesa civica. I casi trattati quest’anno riguardano in particolare il settore dell’ordinamento (352 casi), a carattere trasversale, nell’ambito del quale si ricomprendono i beni pubblici, le sanzioni amministrative, i tributi, fra i quali anche quelli locali, i servizi pubblici, la residenza, i rapporti istituzionali e i danni, nonché i settori dell’organizzazione (82 casi), segnatamente in ordine al rapporto di lavoro alle dipendenze dell’ente pubblico, dell’assetto del territorio (62 casi) che ricomprende tra l’altro l’edilizia, le espropriazioni e l’urbanistica, dell’istruzione, cultura e formazione professionale (47 casi) che ricomprende, tra le altre materie, il personale docente, le provvidenze economiche, l’istruzione nonché i beni e le attività culturali; e ancora il settore della sanità (25 casi) tutti per servizi sanitari, e dell’ambiente (11 casi) che ricomprende i rifiuti e la caccia e la pesca. Infine, l’ambito dell’assistenza sociale (125 casi) ha registrato nel suo complesso un’importante flessione numerica, dovuta principalmente per il venire meno di varie istanze collettive, trattasi di casi principalmente per emergenza abitativa pubblica, politiche sociali nonché per previdenza e assistenza. Fanno parte di questo settore anche le materie della cittadinanza e dell’immigrazione.»

Nell’esercizio in esame, tutti gli enti o categorie di enti rappresentati hanno subito una diminuzione più o meno cospicua in termini numerici. I Comuni, tutti convenzionati, destinatari di 270 casi, sono tornati al primo posto, seguiti dalla Regione e dalle amministrazioni ed enti fuori competenza con entrambe 173 casi, dalle amministrazioni periferiche dello Stato con 65 casi, gli enti, istituti, aziende, consorzi dipendenti dalla Regione con 49 casi, dall’Azienda USL della Valle d’Aosta con 45 casi e, infine, le Unités des Communes valdôtaines con 6 casi.

«La scelta del convenzionamento con il Consiglio della Valle per avvalersi del servizio del Difensore civico regionale, compiuta dalla totalità degli Enti locali valdostani appare significativa - ha specificato Enrico Formento Dojot - perché testimonia la fiducia delle autonomie locali valdostane nella capacità di questo Ufficio di sostenerle nell’impegno a garantire il rispetto dei canoni di buon andamento e di imparzialità. Nel contempo, con questo convenzionamento si è finalmente raggiunto l’obiettivo di questo Ufficio di fornire il servizio di difesa civica a tutti i cittadini valdostani, garantendo così la protezione dei diritti e degli interessi dei cittadini e favorendo anche il corretto funzionamento della pubblica amministrazione.»

Con l’occasione il Difensore civico ha altresì informato la Commissione che il 23 marzo 2021, dopo quattro anni alla Vicepresidenza, è stato eletto Presidente del Coordinamento nazionale dei Difensori civici regionali e delle Province autonome di Trento e Bolzano, e ne ha delineata l’attività.

Successivamente, il Difensore civico ha illustrato l’attività svolta nel 2020 in qualità di Garante dei diritti delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale.

Nel 2020, l’Ufficio ha trattato 64 casi, di cui 56 definiti nell’anno. «Si tratta - ha commentato il Garante - di casi strettamente connessi alla condizione di restrizione della libertà personale, quindi attinenti, sostanzialmente, al rapporto con il carcere, quali le condizioni della Casa circondariale di Brissogne e della detenzione, i rapporti con il personale dell’istituto e i trasferimenti, casi ricompresi in varie aree tematiche quali: l’organizzazione (27 casi); l’ordinamento (15 casi), area tematica quest’ultima che riguarda materie quali i rapporti istituzionali e, trattata anche a livello di collaborazione interistituzionale, la giurisdizione; il diritto alla salute (11 casi) e i diritti fondamentali (10 casi). La Casa circondariale è stata destinataria di 34 casi, seguita rispettivamente dalle amministrazioni ed enti fuori competenza (18 casi) verso alcuni dei quali il Garante è intervenuto a titolo di collaborazione interistituzionale, dall’Azienda USL della Valle d’Aosta (9 casi) e dalle Amministrazioni periferiche dello Stato (3 casi).»

Il Garante ha poi fornito una serie di dati relativi al solo istituto carcerario presente in Valle d’Aosta, la Casa circondariale di Brissogne. La capienza regolamentare per i primi tre mesi dell’anno era di 181 unità e successivamente è scesa a 177 unità, mentre la popolazione carceraria effettiva al 31 dicembre 2020 era di 172 unità, di cui 61 detenuti italiani e 111 stranieri. Sono 39 i lavoranti alle dipendenze dell’Istituto.

«L’esercizio 2020 è stato caratterizzato da una diminuzione della presenza di detenuti dovuta principalmente alle misure assunte per diminuire in tutte le carceri italiane la presenza di detenuti al fine di contenere i contagi e prevenire l’insorgenza della pandemia da Covid-19. Pertanto lo spettro del sovraffollamento è stato scongiurato. Per altro, il carcere valdostano continua ad essere caratterizzato da un elevato turnover e da un’abbondante presenza di stranieri, tenendo altresì conto che i collaboratori di giustizia sono italiani. Inoltre, l’assenza di una precisa identità si ripercuote anche sulle iniziative promosse in tema di lavoro, di formazione e ricreative - ha ricordato Formento Dojot -. Ancora oggi Brissogne riveste il poco invidiabile ruolo di “polmone”, rispetto a criticità di affollamento sussistenti in altri istituti limitrofi e spesso, vi vengono trasferiti i detenuti maggiormente problematici. Queste considerazioni fattuali sono state condivise dal Garante nazionale, nel corso della visita di un suo componente avvenuta nel mese di dicembre 2020.»

«Per quanto riguarda l’emergenza da Covid-19, a parte un periodo nella seconda ondata autunnale, la situazione appare sotto controllo. Si perpetua l’ormai annosa assenza di un Direttore e di un Comandante della Polizia penitenziaria titolari. Gli incarichi a scavalco, cioè con Dirigenti reggenti e titolari in altri istituti, mostrano naturalmente e funzionalmente tutti i loro limiti, pur con l’impegno serio degli interessati.»

Il Garante ha rimarcato altresì che «non mancano, per fortuna, alcune iniziative con un respiro più ampio fra le quali “Nullaosta” e “So-stare fuori”, iniziative avviate nell’ambito degli interventi cofinanziati dalla Cassa delle Ammende in attuazione dell’Accordo stipulato con la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome nel 2018 e realizzate dalla Regione autonoma Valle d’Aosta, quale capofila dei progetti, insieme a numerosi partner, per realizzare una proficua sinergia tra pubblico e privato sociale volte al reinserimento attraverso percorsi di inclusione sociale o inserimento lavorativo nonché allo sviluppo di housing sociale.»

Infine, il Difensore civico ha illustrato l’attività svolta nel 2020 in qualità di Garante per l’infanzia e l’adolescenza.

Il ruolo di questa figura di garanzia - le cui funzioni sono state attribuite al Difensore civico dalla legge regionale 3/2019, entrata in vigore in data 17 aprile 2019, novellando quella istitutiva del Difensore civico - «è andato di fatto, in questo secondo anno, a colmare un vuoto di relazione istituzionale con i vari ambiti per quel che riguarda l’attenzione ai bisogni, per studiare e coordinare ogni possibile risposta, per accogliere segnalazioni e svolgere azioni di monitoraggio e di vigilanza sui temi dell’infanzia e dell’adolescenza, che in parte erano già sostanzialmente di competenza del Difensore civico - ha evidenziato Formento Dojot -. Si tratta senza alcun dubbio di una figura importante che ha il compito di assicurare sul territorio valdostano la piena attuazione dei diritti e degli interessi riconosciuti ai bambini e alle bambine, ai ragazzi e alle ragazze che vivono in Valle d’Aosta nonché ai minori stranieri non accompagnati presenti sul territorio regionale.»

Nel 2020, il numero complessivo dei casi portati all’attenzione del Garante si attesta a 1.697, la gran parte dei quali (1.645 unità) riguarda sette fascicoli collettivi che hanno ad oggetto l’utilizzo da parte dei minori di età superiore ai sei anni dei dispositivi di protezione individuale dal contagio da Covid-19. Gli affari, distribuiti a seconda dei destinatari dell’intervento - che a volte sono state molteplici -, hanno registrato la prevalenza della Regione (1.438 casi), seguita dalle amministrazioni ed enti fuori competenza (248 casi), dall’Azienda USL della Valle d’Aosta (7 casi), dai comuni valdostani convenzionati (5 casi) e dai privati (1 caso). Quanto alla distribuzione dei casi per materia, emerge in misura significativa che le aree tematiche che più frequentemente hanno determinato l’oggetto dell’istanza riguardano il settore dell’istruzione, cultura e formazione professionale (1.442 casi) tutti per l’istruzione, seguito dall’ordinamento (245 casi), a carattere trasversale, nell’ambito del quale sono stati trattati casi relativi ai rapporti istituzionali, servizi pubblici e giurisdizione, materia non di competenza, dal settore della sanità (7 casi) tutti per servizi sanitari, dai trasporti e viabilità (2 casi) per servizi di trasporto pubblico per disabili, nonché dai settori dell’organizzazione per condizioni di vita di soggetto minore e delle politiche sociali per servizi socio-assistenziali (entrambi 1 caso).

Fin dalla nascita della nuova figura, il Garante ha affermato con determinazione l’imprescindibilità della costituzione di una rete tra i diversi attori che si occupano delle problematiche dei minori.

Infine, il Garante si è particolarmente soffermato sul tema dell’utilizzo dei social e, in generale, dei dispositivi elettronici da parte dei minori, invitando a privilegiare le relazioni in luogo della virtualità.

Le relazioni annuali sono consultabili sul sito internet del Consiglio regionale, all’indirizzo: http://www.consiglio.vda.it/difensore-civico/relazioni-annuali

 

SC