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Communiqué n° 207 de 8 avril 2021

DEFR 2021-2023: la discussione generale riprende alle ore 15.00

Seduta consiliare dell'8 aprile 2021

 

La seduta mattutina del Consiglio dell'8 aprile 2021 è stata interamente occupata dalla discussione generale sul Documento di economia e finanza regionale per il triennio 2021-2023.

L'Assessore ai beni culturali, turismo, sport e commercio, Jean-Pierre Guichardaz, ha evidenziato: «La priorità del periodo, naturalmente, è il sostegno di un’economia regionale fortemente compromessa dalla pandemia e dalla conseguente crisi, attraverso la rapida definizione di ristori e indennizzi a favore di lavoratori e imprese: ogni giorno lavoriamo in questo senso e grande attenzione prestiamo anche al tema dell’occupazione e della sua stabilità. Naturalmente il DEFR non ha la pretesa di dettagliare ogni singola attività in capo ai nostri Dipartimenti, ha un'impostazione programmatica e lavora su indirizzi e priorità, ma ciò non significa che tutto ciò che non è dettagliato non sia oggetto di attenzione e di lavoro quotidiano. Per quanto riguarda le tematiche che attengono all’Assessorato che ho l’onore di rappresentare vorrei solo far notare che le misure, oltre che specifiche sulle deleghe dei beni culturali, turismo, sport e commercio, sono anche trasversali e riguardano il tema più complessivo dello sviluppo economico (stiamo lavorando sulla  digitalizzazione e sulla connettività, ad esempio, e nel creare condizioni che agevolino l’impresa a tutti i livelli, attraverso la semplificazione dei processi e al potenziamento degli strumenti a disposizione). Per rispondere ad alcune sollecitazioni posso dire che riserviamo grande attenzione al personale della Società di servizi Spa e che tutto il settore dei beni culturali è proteso all'esterno: è nostro obiettivo rendere fruibile la cultura a tutti i livelli, non chiuderla nelle segrete stanze ad uso esclusivo degli esperti e degli appassionati.  Per quanto concerne la musica, da sempre settore incentivato nella nostra regione, l'intento è di fare sistema e dare ordine per migliorare il settore, dall'istruzione musicale al sostegno a tutti i soggetti che fanno cultura. Per quanto riguarda lo sport, esistono collaborazioni con prestigiose firme dello sport valdostano, è in discussione l'istituzione di una sorta di Sport Commission che consenta all’Amministrazione di poter intervenire in modo più efficace nell’organizzazione dei grandi eventi, in modo tale da poter essere sempre più operativi e partecipi. Altri temi che ci stanno a cuore sono gli sport outdoor a tutti i livelli, la valorizzazione del ruolo delle guide alpine, delle guide escursionistiche, dei maestri di sci e delle varie professioni turistiche. Ribadisco che nel DEFR non si può citare tutto, ma l'attenzione è alta sulle varie questioni. Del “marchio ombrello” si parla da almeno un decennio e l’auspicio di questa Amministrazione è di definire un “prodotto Valle d’Aosta” di qualità che assurga a marchio prestigioso: è per ciò che non è possibile fissare termini temporali precisi per la chiusura del progetto.»

Il Consigliere di AV-SA Pierluigi Marquis ha affermato che «la situazione è difficile, mai la Valle d'Aosta ha affrontato un'emergenza come questa dal dopoguerra: oggi bisogna mettere in sicurezza i valdostani e fare fronte ai disagi sociali e alle difficoltà economiche. Mai come ora è difficile parlare di programmazione, ma occorre uno sforzo per orientare il nostro sguardo non solo all'emergenza ma anche alla ripartenza del sistema Valle d'Aosta. Ieri c'è stato un grosso grido di dolore di chi è stato particolarmente penalizzato da questa situazione. È importante quindi integrare al più presto gli aiuti messi in campo dallo Stato per cercare di mitigare gli effetti della crisi. La pandemia si è inserita in una fase di economia già rallentata, mentre stava uscendo dalla crisi del 2008: bisogna quindi capire quali siano i problemi strutturali della Valle d'Aosta, scindendoli dall'emergenza. La situazione della nostra regione va rappresentata con alcuni numeri: rispetto al 2007 il nostro prodotto interno lordo è a meno 9%; dal 2007 la Valle ha perso 2.000 imprese, il 15% del sistema produttivo; dal 2007, si sono persi 1.500 posti di lavoro. Una situazione che dimostra come, negli ultimi anni, stavamo già perdendo terreno: questo fatto deriva anche dalla nostra caratterizzazione di popolo di montagna fatta di piccoli numeri e che ha avuto problemi a inserirsi nella globalizzazione. Bisogna puntare la freccia dell'arco in alto per non perdere delle opportunità e per tracciare la ripartenza. Ci sono degli interventi di riforma da fare per rivitalizzare l'economia della Valle: oggi occorre un patto per la semplificazione e la sburocratizzazione. Il DEFR sarà buono nel momento in cui declinerà in modo efficace i contenuti che stanno al suo interno. In una fase delicata come questa, non esiste una maggioranza e un'opposizione: bisogna darsi delle priorità, delle strategie comuni per fare fronte alle difficoltà e tracciare la nuova ripartenza. Importante quindi sarà l'approccio nell'attuazione di questo documento. Sarà anche importante che il Recovery fund e la programmazione europea 2021-2027, prima che una fonte di finanziamento, siano visti come strumento per una modernizzazione economica e sociale e per l'attuazione delle riforme strutturali di cui la Valle ha assoluta necessità, non solo per migliorare il funzionamento della Regione ma anche per dare un segnale di modernizzazione agli operatori economici che investono in Valle oltre che a tutti i valdostani.»

«Questo DEFR rappresenta un passaggio di testimone simbolico ma comunque concreto - ha sostenuto l'Assessore all'agricoltura e risorse naturali, Davide Sapinet -. Alcune misure per il settore zootecnico, come la monticazione, sono importanti in situazione ordinaria, ma diventano fondamentali in un momento di crisi. Alcune iniziative, come i voucher dei prodotti, saranno riproposte, ma bisogna attendere la ripartenza. Di grande importanza sono i cantieri forestali: è anche da questi 400 posti di lavoro che si parte, è un segnale, anche dal punto di vista sociale, così come con l'esternalizzazione dei lavori. Non può non preoccupare il calo demografico: è un problema trasversale che interessa tutto il territorio. Attenzione e supporto, anche operativo, vanno ai consorzi di miglioramento fondiario. Sulle tante tematiche che stiamo affrontando la costante è il dialogo tra i vari attori del settore zootecnico e lattiero caseario. Dobbiamo giocarci tutte le nostre carte: un dialogo continuo c'è anche con il Senatore per quanto attiene alle risorse del Piano di sviluppo rurale: ci vogliono idee e velocità nell'erogazione dei fondi. Voglio sottolineare il fatto che anche noi la piazza la viviamo, la conosciamo bene, così come conosciamo i nostri territori, i nostri villaggi, che viviamo quotidianamente. Non vogliamo più vederli spettrali: dobbiamo poter ripartire e per questo dobbiamo lavorare a testa bassa, con impegno, costanza e coerenza, nella pubblica Amministrazione così come nei nostri percorsi politici.»

Per il Capogruppo di VdA Unie, Corrado Jordan, «il DEFR è un buon documento di analisi della situazione attuale con delle linee di azione per far fronte ai bisogni. Dovremo tarare le nostre azioni in base al continuo evolvere della pandemia. Non è un libro dei sogni, ha la giusta dose di pragmatismo, con le giuste priorità per mettere in campo le azioni a sostegno del tessuto produttivo e per indicare prospettive per il futuro. La sintesi che abbiamo trovato in maggioranza sui diversi temi è un valore aggiunto: per fortuna al nostro interno c'è dibattito, ognuno può esprimere le proprie idee e le proprie perplessità. Il DEFR è fondamentale solo se seguiranno atti coerenti che ne consentano l'attuazione: seguiamo quindi con attenzione l'avanzamento del DEFR continuando a svilupparne i contenuti per adattarli ai bisogni che emergeranno. Sento una grande responsabilità sulle mie spalle: dobbiamo trasformare il nostro lavoro in azioni utili per riuscire a dare lavoro, prospettive, speranze e dignità a chi non ha potuto lavorare in questo periodo, sapendo però che il futuro, non sappiamo per quanto, sarà comunque condizionato dalla pandemia.»

L'Assessore all'ambiente e trasporti, Chiara Minelli, in risposta alle considerazioni formulate nei vari interventi dei colleghi, si è concentrata su alcuni aspetti: «L'efficientamento energetico degli edifici, che deve essere un obiettivo da perseguire a medio termine, non si esaurisce con il Superbonus, va affrontato nell'ambito della Strategia per una Valle d'Aosta fossil fuel free, insieme con l'obiettivo di azzeramento dei gas climalteranti prodotti dai trasporti. Riguardo alle discariche, la proposta di legge di PCP è un primo intervento di modifica, presentato non per recuperare voti, ma per portare in discussione un tema urgente che merita la dovuta attenzione e che a nostro avviso doveva essere affrontato prima della sentenza della Corte costituzionale sulle leggi dello scorso anno. Nessuna contrarietà all'utilizzo dell'idrogeno verde: in questo senso, il settore più di interesse è quello dei trasporti, laddove non è possibile usare l'energia elettrica in linea, potrebbe riguardare in primis i bus, i camion, i mezzi battipista. Ma non è una tecnologia applicabile proficuamente alla ferrovia: la tratta Torino/Ivrea è già elettrificata, sarebbe assurdo avere un sistema diverso tra Ivrea e Aosta, tenuto anche conto del fatto che la progettazione definitiva è in corso di ultimazione e c'è l'impegno di Rfi a completare i lavori: concentriamoci su questa scelta. Ritengo positivo un confronto sul Piano regionale trasporti, per il cui completamento ci vorranno ancora altri mesi, ma non dimentichiamo che ci troviamo a muoverci in un quadro normativo e programmatico solido e coerente, che deriva dalla legge 22/2016, dall'Accordo quadro del 2017 e dal Programma strategico del 2019. Il progetto della tratta tra Aosta e Pré-Saint-Didier, con la prosecuzione del collegamento con Courmayeur si muove anch'esso in sintonia con il Programma strategico sulla ferrovia. Non ritengo che sia un tabù coinvolgere il settore del privato per questa tratta, è previsto anche dal suddetto Programma. Non c'è a questo proposito integralismo dottrinario, bensì una visione che va al di là della contingenza: è nostro compito pensare anche al futuro. Arrivare ai piedi del Monte Bianco sui binari è una sfida per poter fruire di un nuovo atout turistico non indifferente, per questo bisogna assolutamente approfondire tutti i vari aspetti. L'elettrificazione si fa non per velocizzare, ma per non inquinare usando treni diesel e per avere un'ampia gamma di treni; permette di avere una linea con un sistema di sicurezza molto più performante. Dobbiamo impegnarci tutti per questo obiettivo, anche se il soggetto che deve realizzarlo è RFI. Segnalo una cosa significativa: la Regione Piemonte ha inserito nelle richieste per il Piano nazionale di ripresa e resilienza una scheda come la nostra, per ottenere l'elettrificazione della tratta Ivrea-Aosta, come si può vedere dal sito regionale. È significativo che due regioni con maggioranze politiche diverse concordino sull'urgenza di questo intervento. Infine, in merito all'aeroporto occorrerà esaminare il documento finale di aggiornamento del Master plan, che a mio avviso non è esaustivo e su cui il Consiglio si dovrà esprimere. Concordiamo tuttavia con l'opzione di una struttura di aviazione generale che pensi all'elisoccorso, alle attività di protezione civile e al volo turistico, pur prevedendo un segmento di volo commerciale. Tutte questioni che affronteremo specificamente in Commissione e in Consiglio.»

L'Assessore alla sanità e politiche sociali, Roberto Barmasse, ha sostenuto che «per risolvere il problema economico dobbiamo risolvere quello sanitario: il vaccino è la strada maestra per uscire da questa situazione e dovremo continuare a investire nella sanità. Il sistema sanitario valdostano ha dato un'ottima risposta nell'emergenza: la Valle d'Aosta, con un unico ospedale, non ha mai mandato via nessuno ed è la regione che ha vaccinato di più. Il nostro sistema è ottimo e va difeso: non lo dico io, ma il generale Figliuolo che ha riconosciuto il ruolo della Valle d'Aosta. Riguardo al DEFR, forse non è stato abbastanza coraggioso, ma vi assicuro che molte suggestioni date dalla minoranza sono state valutate, perché un'opposizione costruttiva è importante in una situazione di crisi come questa. Il DEFR non è un libro dei sogni: se solo riuscissimo a realizzare il 50% di quello che c'è scritto otterremmo già un gran risultato.» L'Assessore si è quindi soffermato sul progetto dell'ospedale, «che ritengo possa definirsi un ospedale nuovo. Per mia deformazione professionale, non ho certezze ma molti dubbi. Ai dubbi, però, bisogna far seguire le scelte, con un parametro: l'attuabilità del progetto e i tempi di esecuzione. Per quanto riguarda l'ospedale nell'attuale sede, vicino al Parini, la progettazione è già avanzata, abbiamo cercato di coordinare le necessità dal punto di vista archeologico con quelle dell'ospedale, quindi seguirà l'esecutivo e la valutazione dei costi. L'ospedale non va ripensato, perché si tratta di una struttura per acuti, che non può essere sostituita dalla sanità territoriale. Nell'attuale progetto esiste la rimodularità: i reparti possono essere rimodulati all'interno di questo ospedale. L'ospedale che viene costruito vicino al Parini è tutto nuovo, non sarà costruito con dentro i pazienti, i quali saranno trasferiti una volta terminati gli interventi

«È opportuno interrogarci sul ruolo del DEFR e su quello della politica - ha sostenuto il Consigliere Claudio Restano (VdA Unie): il DEFR è un adempimento burocratico o è uno strumento di lavoro? Il Consiglio deve riappropriarsi nei confronti delle associazioni, delle fondazioni, del CPEL, di una certa autorevolezza che nel tempo abbiamo contribuito a far perdere. In questo momento di emergenza dobbiamo concentrarci sulla parte economica e su quella sanitaria: in quest'ultimo ambito, un obiettivo che da troppo tempo non riusciamo a raggiungere è la predisposizione del Piano socio sanitario regionale. Riguardo all'ospedale vogliamo essere assolutamente chiari: siamo favorevoli per andare avanti con questo ospedale, a meno che intervengano cambiamenti radicali.  Importante la riorganizzazione della sanità territoriale: non ho cambiato idea sulla trasformazione delle microcomunità in residenze socio assistenziali, perché per assumere delle decisioni del genere è indispensabile essere supportati dai dati (in questo caso, sulla popolazione anziana). Altri punti che voglio sottolineare sono la questione del benessere lavorativo e la realizzazione del piano di prevenzione, importante strumento per prevenire le malattie. A proposito, la legge regionale 8/2020 indica la costituzione della struttura di epidemiologia: è una norma che va applicata, ne va anche della credibilità del Consiglio. Chiedo che si trovi immediatamente una soluzione: non c'è altro tempo da aspettare. Per il settore dei trasporti, non siamo convinti che l'elettrificazione della ferrovia sia l'unica strada, bisogna valutare attentamente tutte le alternative; analogo discorso per l'Aosta/Pré-Saint-Didier. Se vogliamo esercitare la nostra autodeterminazione correttamente, dobbiamo pensare che le leggi non sono scolpite sulla pietra, vanno aggiornate.  Altro argomento di grande rilevanza è lo sport, che si interseca alla socialità, alla salute, ma anche alla promozione turistica e alla valorizzazione del territorio. Il marchio ombrello c'è già: si chiama Vallée d'Aoste. È un punto di partenza: c'è ancora tanto da lavorare.»

I lavori sono sospesi e riprendono alle ore 15.00.

 

SC-MM