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Communiqué n° 77 de 10 février 2021

Il Giorno del Ricordo commemorato in Consiglio Valle con gli interventi dei Presidenti Bertin e Lavevaz

Sul tema a inizio della seduta pomeridiana di oggi sarà discussa una mozione

 

In apertura dell'adunanza convocata oggi, mercoledì 10, e domani, giovedì 11 febbraio 2021, i Presidenti del Consiglio Valle, Alberto Bertin, e della Regione, Erik Lavevaz, hanno commemorato il Giorno del Ricordo, istituito con legge n. 92 del 2004 per conservare e rinnovare la memoria degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.

«Pagine drammatiche di storia che oggi risuonano come un monito sulle degenerazioni e le atrocità che gli estremismi ideologici, i nazionalismi e i totalitarismi possono produrre verso l'umanità - ha detto il Presidente Alberto Bertin -. Oggi, il ricordo diventa anche una forma di condanna contro ogni forma di odio razzista ed etnico in nome di un'appartenenza ad un'unica umanità e nel riconoscimento delle sue diversità, garanzia di sviluppo e di coesione. E proprio l'Unione europea, il cui ideale è nato tra gli orrori della guerra e delle persecuzioni, ha introdotto nel 2000 il suo motto "Unità nella diversità" per indicare come gli europei, insieme, siano riusciti ad assicurare pace e prosperità, cercando di mantenere al tempo stesso la ricchezza delle diverse culture, tradizioni e lingue del continente. In questo momento di pandemia, occorre più che mai ricordare questo motto, affinché una nuova solidarietà si instauri nel nostro continente quale antidoto contro la crisi, contro le derive autoritarie, contro i rigurgiti nazionalistici.»

«Il Giorno del Ricordo - ha evidenziato il Presidente Erik Lavevaz - ci richiama a un nostro dovere fondamentale, come rappresentanti delle istituzioni: quello di guardare al nostro passato nel momento in cui lavoriamo al nostro futuro. Non possiamo prescindere, da una parte, dalla coscienza delle nostre radici: dall’altra, dobbiamo essere consapevoli di quanto tragici siano stati alcuni errori del nostro passato, come cittadini europei, quando in nome di nazionalismi ciechi ci siamo messi gli uni contro gli altri. Come valdostani, sappiamo cosa significhi essere terra di confine. Sappiamo che cosa significhi identificarsi in un equilibrio tra realtà diverse, che si spinge fino al punto di creare un senso antico di comunità. La tragedia delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata ha segnato per sempre un territorio e la sua storia, andando a demonizzare proprio il senso di appartenenza. E tutto questo è avvenuto in un luogo poco distante da qui, e in un tempo che ancora ha dei testimoni viventi. La storia recente ci ha insegnato poi come questo stesso dramma possa essere sfruttato per essere un tema divisivo, violando una seconda volta la dignità delle vittime. Invece, ancora oggi, dobbiamo lavorare per essere uniti di fronte al rifiuto della violenza, della sopraffazione, dei totalitarismi di qualsiasi segno. Perché le nostre peculiarità e le nostre differenti identità devono essere sempre percepite come un valore, come un’occasione di scoperta reciproca e di relazione sulla quale costruire il mondo che desideriamo per chi verrà dopo di noi.»

Inoltre, il Consiglio Valle, a inizio della seduta pomeridiana di oggi, tornerà sul tema con una mozione, depositata dal gruppo Lega VdA, per l'intitolazione a Salvatore Radizza di un luogo idoneo a ricordarne l'importanza storica, quale simbolo del massacro delle foibe.

 

SC