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Communiqué n° 708 de 2 décembre 2019

Dibattito sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio

Seduta consiliare del 2 dicembre 2019

Sulle comunicazioni della Presidente del Consiglio, Emily Rini, in apertura della seduta del 2 dicembre 2019 con riferimento allo scambio di mail avvenuto tra l'esponente di Rete Civica Elio Riccarand e la Presidente della prima Commissione "Istituzioni e Autonomia", Patrizia Morelli, si è aperto un ampio dibattito.

Il Consigliere della Lega VdA Nicoletta Spelgatti ha preso per prima la parola: «Siamo di fronte ad un fatto chiaro: una persona al di fuori del Consiglio dà ordini ad un Consigliere di maggioranza, il quale esplicitamente conferma che tutto sarà fatto secondo gli accordi e che non ha nessuna importanza quello che dirà il professore che sarà audito in Commissione. Questo fatto è di una gravità inaudita e solo per questo dovreste andare a casa. Le convocazioni delle Commissioni sono raffazzonate e sono delle vere e proprie farse. C'è da vergognarsi: sappiamo tutti di essere presi in giro, oggi abbiamo la certificazione di tutto questo. Ci chiediamo come faccia Rete Civica a ritenersi ancora degna delle battaglie che il Consigliere Bertin ha portato avanti nel tempo. È ora di tornare a votare.»

Per il Consigliere del gruppo Misto Claudio Restano «il contenuto di queste mail è irriverente nei confronti della collega Pulz e del Consiglio: gli ideali vengono completamente sacrificati, rimproverando i Consiglieri per aver fatto il loro mestiere. Abbiamo capito il perché: il professor Pallante ha smantellato le loro proposte, che ci vogliono portare alla dittatura dell'uomo solo al comando. Chiedo ai Consiglieri di prendere le distanze da questi atteggiamenti. La Valle d'Aosta non può seguire questa strada

Per la Consigliera del gruppo ADU-VdA Daria Pulz «la vicenda di queste mail è motivo di tristezza nonché un atto di violenza, perché qualcuno ha sporcato il mio intento collaborativo senza retro-pensieri, che è il mio modo di agire. Grazie ai giornalisti, il Consiglio ha potuto venire a conoscenza di indebite ingerenze da parte di persone non elette. Il vero problema è la fonte: chi ha fornito queste mail ai giornali?» La Consigliera ha poi definito la riforma istituzionale presidenzialista «illusoria: è necessario un dibattito ampio e partecipato che coinvolga tutta la comunità perché è in gioco il futuro della Valle d'Aosta, a meno che i giochi non siano già decisi da qualcuno che non è nemmeno presente in Consiglio. L'audizione del professor Pallante è stata un inno all'autonomia, per una stagione politica nuova e più vivace. Risulta paradossale questa "Guste nostalgie": la scorciatoia iper presidenzialista è una via di fuga dal pluralismo della società di cui il Consiglio deve prendere atto in modo più maturo.»

Per il Capogruppo della Lega Vallée d'Aoste, Andrea Manfrin, «la pubblicazione di queste mail è un fatto di rilievo istituzionale senza precedenti. È grave che i valdostani debbano vedersi dettare l'agenda da chi non è nemmeno eletto in questa assise, così come è stato grave che la Presidente della prima Commissione abbia deciso di piegarsi a questi diktat che sono lesivi del Consiglio, nella forma e nella sostanza. Perché questa è stata un'ingerenza non solo nell'attività politica, ma anche nell'organizzazione dei lavori. Patrizia Morelli, storicamente battagliera per insegnarci il rispetto della democrazia, delle istituzioni e della trasparenza, oggi fa sentire la propria voce solo per giustificare le posizioni indifendibili di questa maggioranza.»

Il Capogruppo del M5S, Luigi Vesan, ha evidenziato: «Siamo interessati ai contenuti della riforma che disegnerà il futuro della Valle d'Aosta, ma siamo poco interessati alle mail di cui si ha notizia dai giornali. L'argomento della riforma fa fatica a decollare in prima Commissione e la sottocommissione è stata boicottata. Oggi, la situazione è questa: la proposta di legge, alla cui redazione abbiamo partecipato, è stata scaricata in prima Commissione e, a seguito dell'audizione del prof. Pallante, avvieremo il dibattito, anche tenendo conto delle sue considerazioni. Non è una proposta blindata: non abbiamo patti con Rete Civica né con la maggioranza e per noi si può andare avanti a discuterne anche per tre anni pur di raggiungere una proposta condivisa. Ricordo, però, che la sede di questo confronto è la prima Commissione e non le mail o i titoli di giornale: mi auguro che tutti i gruppi consiliari partecipino a un dibattito che è fondamentale, perché detta il futuro assetto istituzionale della nostra regione. Confido che ci sia la volontà di confrontarsi perché la riforma fatta a colpi di limitate maggioranze è un segnale pessimo per i valdostani

Il Consigliere Elso Gerandin (Mouv'), nel ringraziare la Presidente Rini «che ha voluto denunciare l'ingerenza e la collega Pulz per aver chiesto l'audizione del prof. Pallante», è entrato nel merito della riforma: «Come ci ha ricordato Pallante, come Valle d'Aosta, noi siamo diversi: la volontà di uniformare al resto d'Italia la nostra forma di governo non è condivisibile. Noi non parteciperemo a nessuna sottocommissione dove gli atti sono decisi prima, saremo invece ben lieti di parlare all'interno della prima Commissione della nostra proposta. E comunque questa riforma non è una priorità: chiediamo ai cittadini la loro opinione andando a votare al più presto

Per il Capogruppo di Mouv', Stefano Ferrero, «il carattere intimidatorio e ricattatorio della mail è innegabile. Chi ha inviato le mail era ben cosciente che con l'audizione del professor Pallante sarebbero state evidenziate le criticità della riforma elettorale e non voleva che parlasse: andare nella direzione di istituzionalizzare l'uomo solo al comando dopo che ci siamo liberati di 40 anni di camicia di forza è una scelta suicida. Con le funzioni di prefettura affidate al Presidente della Regione, dare questo potere in assenza di contro-bilanciamenti diventa una scelta che per la democrazia è assolutamente inammissibile

Il Vicepresidente del Consiglio Luca Distort (Lega VdA) ha aggiunto che «stiamo parlando di una questione di dignità: un'eminenza grigia esterna che muove le fila dall'esterno è un'ingerenza ingiustificabile. Non è un tecnicismo sul Regolamento, è la sostanza con cui il Consiglio si sta muovendo. Prendo le mie distanze da questi atteggiamenti e invoco nel bene delle persone e delle forze politiche coinvolte in questa situazione che vi siano ammissioni responsabili di colpe. Se io mi permettessi di fare una cosa del genere, il mio movimento mi metterebbe alla gogna. Si chiama verità, si chiama morale

Il Consigliere Flavio Peinetti (UV) ha rivendicato il ruolo «dei componenti la prima Commissione e di quelli della sottocommissione, cui io ho aderito con spirito di servizio per portare il mio contributo ad una legge dal percorso complesso. Ritengo che il lavoro della sottocommissione sia stato proficuo, confezionando una proposta di legge che potrà essere ulteriormente approfondita e anche emendata. Non dimentichiamo che la materia trattata è molto delicata: personalmente mi sono documentato, il mio approccio è stato umile, non penso di avere la verità in tasca. Ciò che sarà meglio per la Valle d'Aosta, tra le tante suggestioni, emergerà dal dibattito in prima Commissione. Non ci sono scadenze e, per quanto mi riguarda, nemmeno condizionamenti esterni.»

Pour le Conseiller Diego Lucianaz (Lega VdA), «la réprimande n'est pas dans le contenu, c'est dans la méthodologie: on nous toujours dit qu'il fallait faire cette réforme en deux mois; nous n'avons jamais refusé de participer à la discussion, mais nous estimons qu'il faut du temps. Le collègue de parti de Bertin, à paroles, nous donne de grandes leçons de démocratie, mais là il a touché le fond: si la majorité a des tutors qui l'accompagnent dans son action gouvernementale c'est une affaire à elle, mais nous ne pouvons pas accepter qu'il y ait des ingérences dans les Commissions. C'est dommage, car à l'intérieur de la Commission il y a de moins en moins de respect pour le travail des Commissaires.»

La Consigliera di Rete Civica-Alliance Citoyenne Chiara Minelli ha dichiarato: «In questi 18 mesi di Consiglio ho imparato che molti Consiglieri utilizzano quest'Aula, che dovrebbe essere il luogo dove si elaborano dei progetti, come una vetrina in cui mostrarsi, spesso senza altro obiettivo che l'apparenza e la demagogia. Voglio rimanere ai fatti: è stata inviata una mail di carattere personale alla Presidente della Commissione che ha tutto il diritto di procedere come crede, ma credo che qualsiasi cittadino abbia il diritto di esprimersi su di un tema così importante. Io non parlerei di ingerenze, bensì di opinioni di cui in una corrispondenza privata risponde chi le ha formulate. Ritengo comunque importante che all'esterno i cittadini si impegnino su temi importanti come la riforma istituzionale. È grave, invece, come ha ricordato la Presidente del Consiglio, che corrispondenze private diventino pubbliche. E altrettanto grave è strumentalizzare tirando in ballo elementi che non c'entrano nulla, come la legge sul lupo, che andrà in discussione oggi, e per la quale siamo impegnati seriamente, senza barattare proprio nulla.» Ha quindi aggiunto: «Io qui porto avanti il progetto di Rete Civica, che non è il progetto di un'eminenza grigia, ma di un gruppo che lavora con impegno e determinazione. È curioso che molte persone abbiano una sorta di disturbo ossessivo compulsivo, che dovrebbe essere curato: consiglio loro di fare qualche seduta di training autogeno per liberarsi dalle loro ossessioni.»

Il Consigliere della Lega VdA Paolo Sammaritani ha replicato alla Consigliera Minelli: «Abbiamo sentito lo stridore delle unghie sui vetri. La collega ha riportato la vicenda su un piano privatistico, ma quando un tutor scrive ad una Presidente di Commissione non c'è più niente di privato. Stiamo discutendo di un sistema istituzionale importante, ma si preferisce correre dietro ad un cronoprogramma: è questo il vostro concetto di rappresentanza e di democrazia? Mi chiedo poi: queste mail chi le ha date ai giornalisti? Il destinatario o il mittente? Se è qualcuno della maggioranza, vuol dire che vi sono dei tali mal di pancia che forse sarebbe meglio finire qui questa esperienza di governo; se invece è qualcuno di Rete Civica significa che si vogliono fare ulteriori azioni di pressione. Questa vicenda ci dimostra che il Governo è sotto tutela ed essendo incapace di intendere e di volere ha bisogno di un tutor o, forse, anche più di uno.»

Il Consigliere della Lega VdA Stefano Aggravi ha detto ironicamente di «avere un sospetto: è stato l'hacker delle sardine, lo stesso che ha piratato il profilo dell'URP della Regione. Chiediamo, quindi, al Presidente della Regione di controllare. Stupisce che dai banchi della maggioranza nessuno dica nulla a parte la collega Minelli: non è stato un semplice cittadino a scrivere alla Presidente Morelli e vi ricordo che non siamo noi ad aver inserito i tutor nel linguaggio politico valdostano.»

Il Capogruppo di Rete Civica-Alliance Citoyenne, Alberto Bertin, ha parlato di «una vicenda francamente surreale: una comunicazione privata e che tale doveva rimanere. Tutti riceviamo comunicazioni via mail di diverso tipo, e nessuno si fa condizionare da mail: anche questo caso lo ha dimostrato. Stiamo facendo di una polemichetta politica una questione istituzionale che non esiste e oggi stiamo passando due ore a parlare di questo. Mi sono impegnato, in silenzio, a portare avanti una riforma del sistema di Governo utile a questa Regione: avremo tempo di discuterne. Dobbiamo dare la possibilità alla Valle di uscire dalla palude in cui siamo entrati, dove gli alligatori hanno trovato il loro habitat naturale. Questa Legislatura deve introdurre riforme strutturali per avere un senso e, che sia chiaro a tutti, non deve tornare indietro su quelle già introdotte come la preferenza unica e lo spoglio centralizzato

«Prendo atto del richiamo da parte del collega Bertin - ha replicato la Presidente del Consiglio Rini - che rimando fermamente al mittente: questa vicenda ha mortificato le Istituzioni e le ricordo che in quanto Presidente dell'Assemblea, al di là delle maggioranze, ho il dovere di tutelare la nostra Istituzione e invito tutti a rispettare il luogo e l'organismo che tutti noi rappresentiamo.»

La Presidente della Commissione, Patrizia Morelli (AV), ha chiuso il dibattito, leggendo integralmente la sua risposta alla mail di Riccarand, e affermando: «Era giusto dedicare del tempo ad una vicenda che è diventata pubblica e in merito a cui vorrei fare un po' di chiarezza, dal mio punto di vista, ovviamente. Voglio però fare presente en passant che la testata che ha pubblicato lo scambio di mail lo ha fatto due settimane dopo, decontestualizzandola e riportandone solo delle parti, e in politica in due settimane possono accadere molte cose. Il 13 novembre ho ricevuto una mail privata da Riccarand, rappresentante di Rete Civica, movimento di maggioranza, con la quale venivo accusata, in quanto Presidente della Prima commissione, di non rispettare gli accordi presi in merito alla riforma istituzionale. Ora, in qualità di componente di una maggioranza, cerco sempre di attenermi agli accordi sottoscritti, ma sono anche Presidente di una Commissione e in questa veste cerco di avere comportamenti ispirati al rispetto che provo nei confronti delle Istituzioni. Devo dire che non mi sono assolutamente sentita minacciata, quanto piuttosto infastidita dalla veemenza della mail: ho quindi risposto in un certo modo, con calma e, possibilmente, un pizzico di ironia, condividendo la mia risposta con dei colleghi di maggioranza. Tengo a sottolineare che la mail di Riccarand non ha in alcun modo inficiato i lavori della Commissione: l'audizione del professor Pallante è stata fatta regolarmente ed è stata seguita da tutti, me compresa, con grande attenzione. Il deposito di due proposte di legge, una frutto del lavoro della sottocommissione e l'altra proposta da una parte dell'opposizione, avvia il percorso in Commissione. Personalmente, auspico che l'iter sia il più possibile completo e corretto. In conclusione, ringrazio la Presidente Rini, che per scrupolo istituzionale, ha preso posizione e ribadisco che la riservatezza della corrispondenza è un principio costituzionale la cui violazione è penalmente perseguibile: in questo senso, personalmente, intendo andare a fondo

 

 
SC