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Communiqué n° 355 de 12 juin 2019

Dimissioni del Consigliere Restano dalla carica di Segretario: il dibattito in Aula

Seduta consiliare del 12 giugno 2019

 

La seduta mattutina e parte di quella pomeridiana del Consiglio del 12 giugno 2019 è stata occupata dal dibattito sulle dimissioni del Consigliere Claudio Restano (GM) dalla carica di Segretario dell'Assemblea rassegnate il 4 giugno scorso, a seguito della sua fuoriuscita dalla maggioranza regionale.

Il Consigliere Restano ha motivato le proprie dimissioni puntualizzando che si tratta «di un atto dovuto e doveroso, in coerenza con la mia scelta, che è stata comunque sofferta. Non sono legato alle poltrone, come qualcuno sostiene: in questa Legislatura ho fatto un doppio passo indietro. Per me, rimane un grande onore far parte di quest'Assemblea, in cui cercherò di svolgere al meglio i compiti del Consigliere

Restano ha quindi richiamato le vicende degli ultimi anni, sottolineando: «Il mio percorso politico è stato votato al cambiamento, fin dal 2014, e già nel 2016, insieme con il collega Fosson, sono stato definito traditore. In questi mesi, è venuto meno il dialogo, è venuto meno il confronto all'interno di Pour Notre Vallée. Ma bisogna guardare avanti, bisogna avere la forza delle proprie idee, constatando che questo Governo si è trasformato da Governo di scopo in uno di Legislatura: una scelta politica che non riguarda le ideologie, ma è un'esplicita volontà di proseguire. Si è elevato un muro tra una parte del Consiglio e l'altra, in antitesi ai buoni propostiti che ci eravamo dati. Abbiamo idee diverse su quello è il futuro della Valle d'Aosta. Prendo atto che sia stato finalmente costituito il gruppo PNV-Front Valdôtain

«Se il mio si è trattato di un tradimento, sono in buona compagnia - ha proseguito il Consigliere Restano -: in questi ultimi anni, per creare maggioranze ho visto diversi passaggi; ma sono passaggi sempre leciti, per cui non mi ritengo un traditore politico, perché, molto semplicemente, le strade si sono divise e le idee non collimano più, in primis perché PNV non ha mai stipulato un accordo politico con questa maggioranza. Dovremmo riflettere su questo fallimento, perché in questi sei mesi non siamo riusciti ad essere attivi e incisivi a sufficienza. E penso alle diverse posizioni sulla gestione della sanità, alle difficoltà di produrre atti legislativi, di risolvere problematiche dell'agricoltura, al nodo sul futuro dei Vigili del fuoco e del Corpo forestale valdostano. Sono stupito del ritiro del disegno di legge sul turismo: non capisco questa scelta, perché se l'impianto normativo è valido, il Consiglio ha dimostrato di saperlo approvare

Il Consigliere Claudio Restano ha quindi concluso esprimendo «tristezza perché abbiamo concluso un importante percorso, soprattutto all'interno di PNV» e ribadendo: «È stato un onore lavorare insieme all'Ufficio di Presidenza, ai dirigenti e al personale, che ringrazio per la loro professionalità e disponibilità

Sulle dimissioni si è aperto un lungo dibattito.

Il Vicepresidente del Consiglio Luca Distort (Lega VdA) ha espresso stima nei confronti del Consigliere Restano: «Una stima che nasce da una dimensione esperienziale, che è quella di aver condiviso con lui il lavoro all'interno dell'Ufficio di Presidenza. Se l'albero si riconosce dai frutti, i frutti sono stati i comportamenti e l'agire di Claudio Restano: ha dimostrato di essere una persona volenterosa che impegna tutte le sue risorse a servizio del Consiglio, una persona che riflette e che si confronta con coscienza ed esperienza, una persona pacata che analizza prima di agire. Ma soprattutto Restano è una persona leale: ed è proprio la lealtà che è l'elemento fondamentale e raro in una dimensione di squadra, ancor più della fedeltà. Ritengo, quindi, grossolano che anziché far tesoro delle posizioni leali, dall'iniziale maggioranza siano nate accuse di tradimento nei confronti del collega

Il Capogruppo della Lega VdA, Andrea Manfrin, è intervenuto più in generale sulla situazione politica, «a partire dal risultato delle elezioni europee, che ha sancito la messa in minoranza dell'attuale Governo. Evidentemente, il minestrone autonomista creato contro la Lega è stato indigesto per i valdostani; d'altronde, basta un ingrediente per rendere cattivo tutto l'insieme. Il collega Restano ha staccato la spina a questo Governo regionale, che si è trasformato da tecnico-passeggero a politico, continuando a rimandare il sacrosanto diritto degli elettori ad esprimersi nuovamente. Dopo sette mesi, ci chiediamo quale sia il frutto del competente e duro lavoro svolto, atteso che in agricoltura così come negli altri ambiti non si sono aperti tavoli di lavoro, non si sono affrontati gli impellenti problemi; non è stata risolta la crisi delle imprese; non è stata ridata fiducia alla comunità. Insomma, non è stato centrato nemmeno un obiettivo del programma di governo. Ma è già pronto un nuovo connubio di forze per far proseguire questo Governo; in effetti, non paghi di essersi visti bocciare il minestrone alle europee, se ne ripropone uno ancora più ampio. Come sarà possibile coniugare posizioni tanto divergenti? Ora è necessario che si prenda atto del fallimento politico e amministrativo di questo Governo, che si colga lo sprone che arriva dai valdostani: dimettetevi e ridate la parola alla comunità, le cui richieste sono state sopite per ben sette mesi.»

Per la Capogruppo di Alliance Valdôtaine, Patrizia Morelli, «non siamo stati stupiti dalla fuoriuscita del collega Restano dalla maggioranza: le avvisaglie duravano ormai da tempo, con segnali di impazienza, con prese di posizione contro le nostre decisioni, con smentite alle dichiarazioni del Presidente Fosson, con assenze strategiche. Questa notizia è stata quindi accolta con sollievo, perché finalmente abbiamo capito le intenzioni di Restano, tuttavia non ne abbiamo capito le motivazioni politiche. Oggi, dalle sue dichiarazioni, prendiamo atto che è una questione interna al suo movimento, dove non è stato capito. Purtroppo succede che ci siano problemi all'interno di una forza, è successo anche a noi, ma non ne abbiamo fatto una soap opera: la politica va avanti e ognuno segue la propria strada serenamente. Non si può provare onore e orgoglio nel far cadere un Governo, presieduto peraltro da un collega di cui si era il delfino. Oggi, prendiamo atto con realismo di questa decisione, ma la Valle d'Aosta, più che di cambiamenti continui di scena, ha bisogno di stabilità e di programmazione per affrontare tutte le questioni che Restano ha ricordato. Tutti quanti abbiamo bisogno di un bagno di umiltà e le nostre ambizioni personali dovrebbero venire meno per guardare all'interesse generale. Con questa convinzione noi intendiamo proseguire, se vi saranno le condizioni per farlo, per portare a termine le riforme necessarie a dare stabilità: la legge elettorale dei Comuni, la riforma elettorale regionale per dare governabilità. Vorrei ricordare che nessuno ha vinto le scorse elezioni regionali: abbiamo votato con un sistema proporzionale e sono entrati in Consiglio rappresentanti di otto liste ed è quindi normale che vi siano delle interlocuzioni tra i gruppi, nel rispetto delle regole democratiche. Faccio un richiamo a volare basso: non ci sono martiri, ognuno si assuma le proprie responsabilità per dare corso al mandato che gli è stato conferito dagli elettori

Il Vicecapogruppo del M5S, Luigi Vesan, ha richiamato il clima sereno dell'attività dell'Ufficio di Presidenza e ha ringraziato il collega Restano, di cui però «è difficile capire l'orientamento politico. Nella scorsa Legislatura, ha cambiato quattro gruppi consiliari, diventando Assessore poco dopo il primo cambio. A sentire le sue dichiarazioni, questo pare essere un ennesimo tentativo di annusare l'aria per poter dirigere la barca nella direzione della probabile nuova maggioranza. L'appartenenza politica secondo noi ha un perché, non condividiamo il continuo cambio di casacche. Per questo, il gesto di Restano per noi è incomprensibile e la nostra visione della politica è del tutto divergente dalla sua

Per la Consigliera del M5S Manuela Nasso, «la scelta del collega Restano sembra più dettata da questioni personali che da ideologia politica o mancata condivisione di temi: vorrei capirne di più, anche se dalla mia posizione non cambia nulla.  Al di là dei giochini politici, in questo primo anno di lavori consiliari, ho potuto constatare, anche con apprezzamento, che quando un tema era condiviso trasversalmente è stato portato avanti da questo Consiglio.» La Consigliera si è poi soffermata sulle Europee: «Riguardo alle ultime elezioni, i risultati di una consultazione non annullano gli effetti di quella precedente, altrimenti andremmo sempre a votare: l'astensionismo sembra ormai essere il partito di maggioranza e visto cosa è diventata la politica a malincuore bisogna prendere atto del rifiuto dei cittadini. Delle lotte intestine dei movimenti io credo che ai valdostani interessi poco, a loro interessano i temi

Il Consigliere Nicoletta Spelgatti (Lega VdA) ha parlato di «uno scollegamento totale tra la politica e i cittadini, tra il senso dell'essere uomo e il senso dell'essere politico.  Il collega Restano avrebbe tradito i giochi di palazzo e di persone che, per l'appunto, non hanno più alcun collegamento con la comunità. Il nostro gruppo si focalizza sugli ideali, sugli obiettivi, sul bene della collettività e sulla nostra visione della Valle d'Aosta, senza avere la presunzione di avere la bacchetta magica. Nel nostro modo di lavorare, anche con Restano, l'unico presupposto era avere visioni, giuste o sbagliate che fossero, e muoversi in quella direzione. Lui, a questo, non è mai venuto meno, in un percorso sempre coerente. Ciò che conta, in politica, è rimanere fedeli e non tradire i propri ideali e ciò che è stato promesso per essere eletti. In questo Consiglio, ciò che porta avanti la politica è purtroppo il gioco di palazzo, che distrugge la Valle d'Aosta. Continuiamo a ripeterlo, già da tempi non sospetti: bisogna tornare alle urne

Per la Consigliera Maria Luisa Russo (M5S), «la crisi non è del collega Restano o dell'attuale Giunta, è dell'intero Consiglio. Fare politica è prestare servizio ad una comunità: il buon amministratore deve avere l'umiltà di saper ascoltare e l'onestà intellettuale di dire sempre la verità; la politica vera e reale si fa solo se si ha una visione complessiva di sviluppo della Valle d'Aosta, attraverso la definizione di priorità e di principi che si vogliono trasmettere e raggiungere, altrimenti la disaffezione nei confronti della cosa pubblica non farà che crescere. Se vogliamo recuperare il senso di appartenenza alla comunità e assicurare una vita dignitosa ai cittadini, dobbiamo mettere in atto una rottura nell'affrontare il modo di fare politica, riattivando la prospettiva di fare la polis che si proietta nella dimensione futura. In questo primo anno di Consiglio, sia dalla Giunta Spelgatti che dalla Giunta Fosson, non ho visto né umiltà, né onestà intellettuale, non ho visto la definizione di priorità precise, non ho capito la visione per la nostra Regione. Per contro, ho visto slogan, autocelebrazioni e dichiarazioni che non rispecchiano la realtà. Spero che con le prossime elezioni vi sia qualcuno che abbia chiaro cosa si vuole per la Valle d'Aosta, diversamente la nostra regione imploderà senza un futuro di rinascita

Il Capogruppo del M5S Luciano Mossa ha dichiarato: «La gente si aspetta che i Consiglieri gestiscano il bene comune, che vadano incontro alle esigenze della comunità. Alle persone non importano dimissioni o ribaltoni; loro si aspettano una sanità e dei trasporti funzionanti, vogliono avere un lavoro e un mutuo per la casa, vogliono potersi dedicare con serenità all'agricoltura o al turismo. Le persone sono ormai disgustate dalla politica. Ribadiamo l'importanza di accettare i nostri prerequisiti per ripartire, per essere davvero vicini ai cittadini. Per prima cosa, dobbiamo tagliarci le indennità; poi dobbiamo finalmente sancire che chi è condannato non deve più gestire il bene comune. Proviamo ad immedesimarci in un padre o in una madre che fa sacrifici per conciliare e gestire lavoro e famiglia, e apprende la notizia delle dimissioni di Restano: ma davvero credete che a qualcuno importi?»

Il Consigliere della Lega VdA Paolo Sammaritani ha osservato che «il voto dei valdostani alle Europee ha un significato preciso: se tutte le Autonomie riunite hanno messo insieme il 13 per cento e con il PD hanno raggiunto il 30%, questo risultato è ancora lontano da quel 37% raccolto dalla Lega. Questo significa che la maggioranza non ha più il consenso popolare, eppure invocando la stabilità di governo, si vogliono portare avanti delle riforme. Il Consigliere Restano ha correttamente staccato la spina perché il Governo di scopo aveva raggiunto il suo scopo, ma la resistenza in Consiglio va avanti a tutti i costi. Io vi invito ad uscire dalle ipocrisie: chi ha il coraggio di abbandonare e ridare la parola agli elettori lo faccia, per far sì che la politica riacquisisca legittimazione e per dare un segnale di coerenza agli elettori valdostani. Se vogliamo rispettare i valdostani sappiamo cosa fare, se invece vogliamo fare gli interessi nostri andiamo avanti restando bloccati perennemente

Il Consigliere Alberto Bertin (RC-AC) ha evidenziato: «Ancora una volta, si è aperta una crisi. I Governi, mediamente, negli ultimi sette anni, sono durati all'incirca otto mesi: una situazione che, di fatto, ha bloccato l'attività politica e amministrativa di una Regione che non riesce più a dare risposte ai cittadini. Oggi non è cambiato niente, si è fermi e questo è il dato più preoccupante. Va trovata subito una soluzione per non fare continuare una situazione ormai cronicizzata. Andare ad elezioni subito potrebbe riproporre lo stesso quadro, con cambi di governo continui. È una preoccupazione che tutti dobbiamo avere. La risposta potrebbe essere l'elezione diretta del Governo, dando più responsabilità ai cittadini. Se ci sarà consapevolezza da parte di tutti, guardando al futuro della Valle e non agli interessi di bottega, si potrà proseguire e realizzare in poco tempo questo cambiamento strutturale, altrimenti, è ovvio che occorra andare subito al voto. In quanto alle elezioni europee, il dato politico più rilevante che è emerso è che la Valle d'Aosta, ancora una volta, non avrà un deputato. Anche chi aveva chiesto il voto utile proponendosi come possibile eletto, la Lega, è risultato lontanissimo dal risultato. È necessario affrontare il problema della rappresentanza europea della Valle d'Aosta sin d'ora

Per il Capogruppo dell'Union Valdôtaine, Luca Bianchi, «le dimissioni di Restano avvengono in un momento molto difficile per la Valle: sul tavolo ci sono tanti dossier e i valdostani si aspettano che vengano risolti. Sulla fedeltà di Restano, mi sembra di vivere un déjà vu: nel 2016, quando è uscito dall'UV aveva fatto un discorso condivisibile, contestando un metodo che vedeva un uomo solo al comando e lui non voleva più essere il mero esecutore di decisioni prese da altri. Oggi, invece, non capiamo: sembra di assistere ad un salto della quaglia, ma politicamente sembra più una manovrina di palazzo, la stessa che abbiamo continuato a vedere nella scorsa Legislatura, e guarda caso il manovratore è sempre lo stesso. Più che di lealtà, dovremmo parlare di "leoaltà".» Sul discorso delle Europee, Bianchi ha detto: «La Lega ha stravinto le elezioni sia a livello regionale che nazionale, ma la Valle d'Aosta non ha vinto da nessuna parte. Oggi, se ci saranno le condizioni per proseguire e cercare di dare risposte andremo avanti, altrimenti si tornerà alle elezioni. Se dovessimo andare alle elezioni, credo che tutti e 35 dovremmo fare un'analisi di cosa fare nel prossimo futuro

Il Consigliere Roberto Luboz (Lega VdA) ha puntualizzato: «La gente che incontriamo per strada ci esprime smarrimento, a maggior ragione per le stampelle che stanno caratterizzando quest'ultimo periodo. Le elezioni europee hanno certificato il requiem politico per gli pseudo autonomisti, ma la mino-maggioranza sembra non voler trarne le opportune conseguenze. La linea di Restano è coerente con gli impegni assunti al momento della sfiducia al Governo Spelgatti, mentre per il Governo Fosson sta per essere gettata una rete civica di salvataggio. La crisi era palese da mesi, forse sin dall'inizio di questo Governo che si definiva di scopo ma che puntava alla riconquista del potere.» Il a poursuivi: «Vous avez géré le pouvoir essentiellement pour soif personnelle et ce pouvoir vous a conduit à cette situation. Vous avez démontré un manque de partage, la présomption d'être les seuls à défendre l'autonomie. Je crains que cette désespérée recherche de survie du Gouvernement Fosson représente un piège pour prolonger de quelques mois l'agonie d'un Gouvernement que la Vallée d'Aoste ne mérite pas. Nous souhaitons que cette phase politique puisse se clore vite et qu'une nouvelle époque plus ouverte au dialogue puisse finalement s'ouvrir. Etes-vous vraiment convaincus qu'une nouvelle loi électorale sera suffisante à garantir une gouvernabilité solide? Attention à ne pas succomber à la grande ambition des petits hommes

Il Capogruppo di Stella Alpina, Pierluigi Marquis, ha parlato di «momento importante perché si fa chiarezza: questo aiuta a definire le questioni e a immaginare il percorso da seguire per il futuro. Inutile nascondere che le elezioni europee siano state vinte dalla Lega, ma la Valle d'Aosta non ha ottenuto nessun risultato. Tuttavia, le Europee non hanno niente a che vedere con le elezioni regionali o con quelle comunali: i valdostani sono persone intelligenti e sanno distinguere i diversi livelli di elezioni. Fare un minestrone di tutto significa distorcere la realtà. Forse qui dentro più che non si può non si vuole lavorare: nessuno di noi è impedito per dare il proprio contributo alla Valle, siamo stati eletti con un sistema proporzionale ed è importante che i dieci gruppi si parlino per risolvere le questioni; se rimaniamo ancorati sulle nostre posizioni, diamo soddisfazione agli ultras del nostro partito ma non diamo soddisfazione ai problemi dei cittadini. Prima di essere politici, siamo cittadini e abbiamo la responsabilità di dare l'esempio, di dare un'indicazione sulla via di uscita per la nostra Valle. La nostra regione è chiamata ad un forte processo di cambiamento, dettato anche dalla mancanza di risorse: oggi il problema vero è la governabilità, andare ad elezioni oggi non serve a niente perché con questa legge elettorale non garantiamo la stabilità. Oggi una via di uscita non può che venire che attraverso il contributo di ogni singolo cittadino e abbiamo il dovere di ridurre il distacco tra la politica e i cittadini. Sapevamo di essere legati in una cordata come quando si sale in montagna e che bastava una sola persona a fermarla, ma se siamo responsabili non dobbiamo considerare la politica come un gioco ad uso personale, come ha fatto qualcuno che pur definendosi responsabile è stato poi considerato irresponsabile dalla Severino

Il Consigliere Stefano Aggravi (Lega VdA) ha osservato: «Constato con stupore che il soccorso a questo Governo si è trasformato in giallo-rosso e penso che sarà opportuno regalare a qualche collega una bussola per capire chi sta in maggioranza e chi in opposizione. Il fallimento è della classe politica e in quest'Aula si sta consumando uno scontro tra il vecchio e il nuovo, ma con numeri troppo risicati. Il futuro politico del collega Restano sarà deciso dai suoi elettori, non oggi da quest'Aula. In politica, ognuno a modo suo, almeno una volta, tradirà, ma bisogna capire non solo se si tratta di un'azione necessaria, ma anche perché alcuni tradimenti vengono lavati con acqua fresca e altri considerati peccato originale. Anche la caduta della Giunta Spelgatti è passata da un tradimento

Il Consigliere dell'UV Giovanni Barocco ha affermato che «le recenti vicende mettono in evidenza la difficoltà di mettere insieme una compagine seria per governare la Regione e risolvere i problemi. Le difficoltà risiedono più sul "chi" che sul "come" governerà: per noi dell'UV non è una novità, visto che per anni ci siamo fatti del male allenandoci in questo sport. Ma dobbiamo guardare avanti e prima di guardare alle consultazioni elettorali, bisogna cercare di raccogliere le suggestioni che provengono dai banchi di questo Consiglio, perché la politica è sintesi tra le diverse proposte e idee. Per risolvere i problemi, bisogna innanzitutto mettere mano alle regole del gioco se si vogliono superare bisticci e teatrini e garantire governabilità, superando il problema del numero 18. Discutere delle regole del gioco, essere trasparenti, guardare oltre dalle stanze del potere aiuta a superare la litigiosità. La nuova casa autonomista non deve essere solo la casa di vetro per il cittadino; il cittadino deve poter entrare, discutere e partecipare. Mi permetto di ricordare alla Lega che la sola ricerca del consenso può essere pericolosa - i problemi dell'Union sono cominciati con 18 Consiglieri eletti -: oggi cerchiamo di utilizzare al meglio il tempo per affrontare le questioni che possono garantire governabilità alla Valle.»

Il Consigliere della Lega VdA Diego Lucianaz ha sostenuto: «Questo Governo ha certamente uno scopo: quello di durare almeno 12, al massimo 18 mesi; una data molto importante, perché scadono i due anni e mezzo di mandato. È un Governo che ha una scadenza come la mayonnaise. Fatevi una ragione della realtà che c'è fuori di qui

La Consigliera di Rete Civica-Alliance Citoyenne Chiara Minelli ha parlato di «interventi paradossali, perché tutti oggi hanno sollecitato la governabilità e la stabilità, ma nessuno ha mosso un passo per attuarla. Come gruppo abbiamo depositato una proposta di legge di riforma istituzionale al fine di offrire un contributo ai lavori, sulla quale siamo disposti a confrontarci, ma che contiene un elemento a cui non possiamo rinunciare: l'elezione diretta del Presidente della Regione e della maggioranza di Legislatura. È una proposta che potrebbe diventare legge in pochi mesi, che garantirebbe due effetti importanti: trasparenza nei confronti degli elettori, cambiamento del modo di fare politica. Da mesi diciamo che non siamo favorevoli allo scioglimento del Consiglio fin tanto che non sia approvata la riforma istituzionale e non siano affrontati temi specifici, come la norma di attuazione sull'idroelettrico che riguarda direttamente CVA. Non vogliamo entrare in maggioranza, non chiediamo posti in Giunta né di sottogoverno: chiediamo atti concreti e perseguibili entro un anno per poi andare a elezioni, sulla base di un sistema totalmente nuovo. C'è chi parlerà di puntello, di soccorso rosso alla maggioranza, ma non è così: non c'è nessun attaccamento alle poltrone, la nostra è una proposta che riteniamo di buon senso e di alto profilo. Qualora non fosse accolta sarà inevitabile tornare alle urne, con la consapevolezza politica però che si possa riconfigurare la situazione attuale. Noi siamo stati eletti per assumere dei buoni provvedimenti per la comunità, ma l'anno trascorso è stato inconcludente e questo non giova a nessuno. Possiamo, nei prossimi mesi, lasciare un segno duraturo di cambiamento strutturale, sarebbe un segno importante per i cittadini.»

La Capogruppo di ADU-VdA, Daria Pulz, si è detta «incredula per la lungaggine di questo dibattito: si è persa una mattinata di lavoro, piuttosto che pensare ai problemi della comunità. Sono insofferente rispetto a questo modo di fare politica, cercando di tirare a campare utilizzando come scusa la riforma elettorale. Siamo contrari alla ricerca della governabilità per via legislativa e siamo preoccupati del ritorno del mito del capo. Bisogna puntare al ricambio totale della classe politica, al riconoscimento del ruolo dei movimenti e partiti rispetto ai Consiglieri, che sembrano mine vaganti. L'ingovernabilità da sanare nasce già dai comitati elettorali, dal culto dell'uomo forte che dietro di sé lascia un deserto. La vera governabilità esiste nella misura in cui ci siano forze politiche che rappresentano valori, idee e progettualità, che danno risposte alle istanze sociali. Appoggeremo le proposte intelligenti, utili, non ci importa la provenienza, maggioranza o opposizione, e non avremo paura di votare in perfetta solitudine. La vera scommessa è tornare ad essere rappresentativi dei bisogni reali, non di gonfiare il consenso per mere esigenze di conservazione del potere. La proposta di Rete Civica, che non conosco nel dettaglio, pare farci tornare agli anni Novanta quando, di fronte ai cambi di maggioranza, sembrava ci fosse bisogno dell'elezione diretta del Presidente, sfiduciabile anche a costo di far cadere anche il Consiglio (regola del " simul stabunt simul cadent "). Non vediamo con favore questo percorso che sta per essere intrapreso e consegneremo le nostre critiche come contributo alla discussione.»

Il Consigliere Elso Gerandin (Mouv') si è detto convinto «che sia giunto il momento di fare chiarezza, di avere trasparenza e lealtà. Il Presidente Fosson, a gennaio 2019, aveva dichiarato che nel momento in cui non avrebbe più avuto i numeri, si sarebbe dimesso senza prolungare l'agonia del Governo. Invito quindi il Presidente ad aprire una crisi politica con le sue dimissioni. Dopo il risultato di questa maggioranza alle elezioni europee, c'erano due strade da intraprendere: fare la politica dello struzzo o prenderne atto. Il collega Restano, lasciando la maggioranza, con coerenza ha scelto di prenderne atto; la maggioranza costituita dai movimenti autonomisti, invece con il suo 13% alle Europee, sta prendendo in giro i valdostani perché tutela il vecchio sistema e impedisce ai valdostani di esprimersi. Al Consigliere Bertin, per il quale nutro profonda stima per le sue competenze, chiedo: è davvero convinto che la riforma elettorale e la norma di attuazione sull'idroelettrico siano attuabili in un anno? Non credo che basti una Legislatura, a fronte anche delle dichiarazioni del Presidente dell'UV che, il 5 giugno, si è detto contrario all'elezione diretta del Presidente della Regione. L'unica cosa di certo è la durata di questo accordo: un anno per trovare il sistema per allungare il brodo, senza però superare i due anni sei mesi e un giorno per evitare che il limite dei tre mandati entri in vigore.»

Per il Consigliere Jean-Claude Daudry (AV), «le elezioni europee sono state il detonatore per tentare l'assalto alla Giunta Fosson, questa è la cruda verità: è mancato il dialogo per riuscire ad ottenere un eurodeputato per la Valle d'Aosta, che avrebbe dovuto essere l'obiettivo da raggiungere, non abbattere il nemico, individuato in questo Governo. Stiamo lavorando alla ricostruzione autonomista e l'Union Valdôtaine dovrà compiere un ulteriore passo. Se si saranno le condizioni, in tempi ragionevoli, per portare avanti dei temi in favore di un cambiamento della nostra Regione, noi siamo pronti a proseguire. Altrimenti, non temiamo le elezioni e ci vorrà uno sforzo corale da parte di tutte le forze autonomiste e unioniste.»

La Presidente del Consiglio, Emily Rini (PNV-AC-FV), ha dapprima ringraziato il Consigliere Restano per il lavoro svolto in questi mesi in Ufficio di Presidenza «dove il clima è sereno, costruttivo e propositivo e di questo sono grata a tutti i colleghi», per poi entrare nel merito del dibattito politico: «La stragrande maggioranza dei cittadini fa fatica ad arrivare a fine mese e non si cura delle beghe politiche di quest'Aula e su questo abbiamo tutti delle responsabilità. Io oggi mi chiedo: cosa è cambiato dal 10 dicembre 2018, ossia da quando abbiamo dato il via al progetto amministrativo della Giunta Fosson? Non è cambiato nulla. Ci sono state, però, le Europee con un risultato chiarissimo e noi, come Front Valdôtain che guardiamo all'area di centrodestra, avremmo potuto cogliere la palla al balzo e saltare sul carro del vincitore. Ma, in questo momento, ci vuole serietà e noi di FV crediamo vi sia l'esigenza di garantire stabilità: uno dei primi punti del nostro programma politico è proprio quello dell'elezione diretta del Presidente della Regione, che consentirebbe di trovare una medicina ad una situazione di instabilità politica. Oggi, ci farebbe più comodo di buttarla in caciara politica, ma non sarebbe responsabile, ed è per questo che vi chiedo di trovare il coraggio di mettere mano alle regole del gioco. Se non ci sarà convergenza sulla volontà di cambiarle, l'unica strada percorribile sarà il ritorno alle urne. Ma abbiamo il dovere di trovare la medicina giusta per superare questa situazione e, questo al di là, dell'opportunismo politico.»

Il Consigliere Alessandro Nogara (AV): «Arrivati a questo punto, mi sento di affermare che se le dimissioni del collega Restano forse non toccano più di tanto i cittadini, ugualmente non interessano nemmeno all'Aula che è stata impegnata in un dibattito politico su altri fronti. Abbiamo discusso delle Europee, ma teniamo conto del fatto che il loro risultato va ridimensionato perché non corrisponde al 100% dell'elettorato. In merito invece alle dimissioni di Restano, ricordo che lui stesso ad ottobre aveva firmato un documento per il cambiamento con noi, gli altri 17 componenti della maggioranza Fosson e forse in questo si può individuare un tradimento. Paradossalmente ci viene da dire che alla fine abbiamo appreso con sollievo della sua fuoriuscita dalla maggioranza, perché non riuscivamo a lavorare serenamente, non capendo in quale direzione volesse andare.»

Chiusa la discussione generale, l'Assessora all'istruzione Chantal Certan ha replicato che «vi è la necessità di garantire una legge elettorale più solida perché cambiare ogni sei mesi di governo non è più sostenibile di fronte ai cittadini e alle risposte che si devono dare in termini di azioni amministrative. Sulle elezioni elettorali, la Lega sta andando a gonfie vele, ma voglio ricordare che le Regionali si sono svolte lo scorso anno: voler sempre confondere le varie consultazioni non è corretto, perché se ad ogni elezione mettiamo in discussione le altre, non ha più senso andare a votare per i vari livelli di governo.» En ce qui concerne les démissions du Conseiller Restano, l'Assesseure Certan «a remercié le collègue pour avoir supporté de rester avec nous pendant six mois, malgré que sa volonté n'était pas si évidente. Aujourd'hui il a décidé de partir, mais je lui rappelle que c'est sur les thèmes qu'il fallait se confronter. Le fait d'avoir joué sur deux tableaux ne lui rend pas honneur, mais aujourd'hui je lui souhaite de trouver vite un mouvement où être libre de s'exprimer, que ce soit la Lega ou le Mouv'.»

L'Assessore al turismo Laurent Viérin ha puntualizzato: «La legge di riforma del turismo non è politica, ma prettamente amministrativa; era stata tracciata già dalle scorse Legislature, quando più volte si era parlato della creazione dell'Ente unico di promozione turistica, con relativi fondi. Il testo era stato condiviso con la maggioranza ma ora, non potendo più contare su 18 Consiglieri, abbiamo deciso di ritirarlo, proprio per il suo aspetto amministrativo. Non è stato nemmeno sottoposto al Consiglio permanente degli Enti locali. Essedo una riforma molto importante, auspico che possa essere uno dei temi del confronto, indipendentemente dall'evoluzione politica. Evitiamo di scindere questo Consiglio in buoni e cattivi, tra chi ha fatto bene e chi male, ergendosi a unici detentori dell'autonomia o di certi ideali. Prima di venire in Aula a giudicare gli altri, ognuno deve valutare i propri contributi all'azione politica. Bisogna dare una soluzione a questa Legislatura per dare definizione ai dossier, come la comunità si aspetta. Occorre affrontare temi concreti, al di là delle posizioni partitiche; se questo non è possibile, concordo sul ritorno alle urne, che però temo non possa essere risolutivo. La nostra comunità deve ritrovare un'identità e linee d'azione messe in campo con stabilità, evitando la politica dell'aggressione, che ha solo portato difficoltà nel dialogo tanto evocato. Le prossime settimane saranno determinanti per il futuro della nostra regione.»

L'Assessore all'ambiente, Albert Chatrian, ha affermato: «Pur rispettando l'intervento del Consigliere Restano, non siamo riusciti a capire le ragioni delle sue dimissioni; probabilmente non aveva mai fatto parte di questa maggioranza. Avremo modo di capirle forse nei prossimi mesi. Il Consigliere Restano condivide con me il principio che l'Amministrazione parla per atti: misuriamoci quindi sugli atti approvati in questi mesi. A proposito della sua affermazione di non aver mai chiesto poltrone, ricordo che si propose senza giri di parole come Assessore al turismo o alla sanità. Dare delle risposte puntuali è importante: da quando il Presidente Fosson ha accettato questa sfida non facile, abbiamo cercato di lavorare per risolvere problemi, per dare risposte e far funzionare meglio la macchina amministrativa che era alquanto ingessata. I fatti e gli atti concreti dimostrano il contrario e personalmente mi ritengo più che soddisfatto dei risultati. Il Piano Lavori dei cantieri forestali trasformato da annuale a triennale, il reinsediamento dell'osservatorio dei rifiuti, l'avviamento dei corsi per dieci agenti forestali, l'ordine del giorno sulla Valle d'Aosta carbon free, l'impulso dato a tutto il comparto pubblico sulle scelte plastic free. Ravviso due posizioni distinte da parte dell'opposizione di cui una più realistica e utile

In sede di dichiarazione di voto, il Consigliere Roberto Cognetta ha annunciato il voto contrario del gruppo Mouv' «alle dimissioni del collega Restano, in primis tenuto conto del fatto che ha svolto un buon lavoro, come più volte evidenziato oggi in Aula da tutte le forze politiche. Inoltre, i numeri per la sua sostituzione non ci sono e bisogna mettere mano alla composizione delle Commissioni che non rispecchiano l'equilibrio tra maggioranza e opposizione.»

Ha infine preso la parola il Presidente della Regione, Antonio Fosson, evidenziando: «Ci sono situazioni difficili da accettare, come il fatto che una persona che mi definisce amico organizza una conferenza stampa senza nemmeno contattarmi. La gente capisce solo che in quest'Aula non siamo capaci di andare d'accordo e di lavorare seriamente per la Valle d'Aosta. Il 17 non è un brutto numero, se si tratta di una compagine compatta, che condivide i problemi e le diversità di approccio. Iniziamo questo nuovo percorso con molta umiltà, consci della situazione molto critica. Non mi fanno paura le dimissioni, siamo qui per servire i valdostani e, con senso di responsabilità, proseguiremo il nostro cammino di governo di scopo. Con onestà, potremo dirci di non poter più stare insieme in questo Consiglio di 35 persone, ma anche di trovare 18 persone che vogliono condividere un programma

SC-MM