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Union Valdôtaine

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7 mai 2021

9 maggio: quale Europa?

 

Domenica 9 maggio 2021 si celebrerà la festa dell'Europa. Ma di quale Europa?

Nel 1941, alcuni Italiani antifascisti confinati nell’isola di Ventotene, nel Lazio, elaborarono “Per un’Europa libera e unita. Progetto di un manifesto”, il documento che diverrà famoso come “Manifesto di Ventotene”, uno dei testi fondanti dell’Unione europea. Gli autori, tra cui spiccavano Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni, sognavano una federazione europea guidata da un parlamento e un governo sovranazionali. Il manifesto sarà divulgato solo nel 1943, lo stesso anno della Carta di Chivasso, quando Émile Chanoux consegnò il suo “Federalismo e Autonomie”, quale contributo ai lavori che produssero la Dichiarazione dei rappresentanti delle popolazioni alpine.

Chanoux nel suo scritto più celebre auspicava una Valle d’Aosta facente parte di una federazione italiana, a sua volta inserita in un’Europa che ha nella Svizzera l’esempio vivente, semplice e tangibile, di ciò che essa potrebbe essere domani se, caduta quella bardatura di ferro, di odi e di orgogli che li tiene separati, i suoi popoli sapessero comprendere che vi è fra di loro una storia comune e una vita comune e un comune avvenire. Ma perché possa avvenire un’unione fra i diversi popoli europei è necessario che, nell’interno di ciascuno di essi, quella stessa concezione prevalga: e cioè che tutti i minori gruppi etnici che li compongono vivano nel rispetto reciproco dei diritti e della storia di ognuno. Un regime federale sul tipo svizzero è garanzia di questo reciproco rispetto nell’interno degli stati e nell’interno del continente europeo. Così i piccoli popoli dell’alpe, così simili alla Svizzera, sentono questa loro missione più alta: di richiamare i popoli maggiori a queste verità di pace.

L’Unione Europea, fondata nel 1957 (allora denominata Comunità europea del carbone e dell'acciaio) a tutt’oggi appare come un progetto incompiuto, distante dall’idea di Europa dei popoli rappresentata negli anni Quaranta.

Sono trascorsi più di 60 anni e ad oggi non abbiamo una Costituzione europea - bocciata nel 2005 dai referendum francese e olandese e di fatto sostituita dal Trattato di Lisbona del 2007 - che sarebbe stata determinante sia per formare un’identità sovranazionale, sia per nutrire la consapevolezza del potenziale straordinario insito nella cultura, nelle tradizioni, nelle intelligenze e nelle diverse sensibilità dei 450 milioni di Europei.

L’Unione europea appare oggi come un ente astratto che si caratterizza per lo più per l’adozione di scelte di politica finanziaria dalle innegabili importanti ricadute su tutti i 27 Stati, ma in cui pesa - allo stesso modo della mancata Costituzione europea - l’assenza di una decisione forte su sanità, previdenza, istruzione, fiscalità, difesa e giustizia europee che abbatta, o livelli, le oggi incolmabili differenze di status tra i popoli europei; questa condizione, inevitabilmente, ostacola e svilisce il sentimento di appartenenza.

Sono trascorsi quasi ottant'anni e il pensiero di Chanoux è tuttora attuale: non vi è Europa senza fratellanza dei popoli.