Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 2397 del 17 novembre 1986 - Resoconto

OGGETTO N. 2397/VIII - SOLIDARIETÀ NEI CONFRONTI DELLE FORZE ARMATE. (Ritiro di mozione)

PRESIDENTE: Do lettura della mozione presentata dal Consigliere Aloisi:

MOZIONE

PREMESSO CHE, da mesi dura ormai un'indegna campagna di calunnie e di mistificazione contro le Forze Armate da parte di certa stampa politicamente individuabile;

CONSIDERATO CHE la tragedia che si è abbattuta sull'esercito con il suicidio del Tenente Colonnello Vladimiro Nesta, rimasto solo con se stesso, con il suo senso dell'onore e della dignità è un monito alto e duro per chi crede nella Patria, nella Bandiera e nei suoi valori;

IL CONSIGLIO REGIONALE DELLA VALLE D'AOSTA

ESPRIME

la propria solidarietà politica e morale ai familiari del Tenente Colonnello Nesta, alle Forze Armate italiane, a ufficiali, sottufficiali e soldati che compiono con disciplina ed in silenzio il loro dovere;

CONDANNA

la campagna di derisione e di scandalo condotta contro le Forze Armate della nostra Repubblica, tendente ad incidere sul morale dei giovani e portarli alla negazione degli obblighi e dei valori militari, nonché a gettare discredito, minando i vincoli di solidarietà che uniscono le nostre Forze Armate alla Società italiana;

RICHIAMA

al proprio senso di responsabilità quelle forze politiche, sindacali e sociali che guardano con grave superficialità ai problemi delle Forze Armate.

PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Aloisi; ne ha facoltà.

ALOISI (M.S.I.): Questa mia mozione era stata presentata in data 7 ottobre, ma a causa dei suoi continui rinvii, viene discussa solo oggi. Prendo comunque lo spunto da questa mozione per fare alcune osservazioni sul problema dei militari.

Le recenti campagne denigratorie che sono state orchestrate da alcune Forze politiche e che hanno investito il mondo militare con esiti imprevisti e luttuosi ed hanno portato al suicidio il tenente colonnello Vladimiro Nesta, Comandante della Divisione corazzata "Ariete", risultano, per lo più, prodotto di bassi interessi e di disonestà politica ben manovrati ed immediatamente amplificati dai "mass media".

Bisogna prendere coscienza che il problema della "naia" è oggi usato in maniera ricorrente, da non pochi centri di "disinformazione", come uno specchietto per le allodole. Tant'è che molti di questi signori, che vogliono oggi sensibilizzare, riformare, cambiare oppure migliorare la realtà dell'esercito di leva, mirano semplicemente alla neutralizzazione ed al dissolvimento dello strumento militare.

La natura stessa del male delle caserme, del "nullismo" del soldato con la ramazza, che per addestramento spara solo alcuni colpi di fucile, è il simbolo dell'inefficienza complessiva dell'esercito di leva. Purtroppo il nostro esercito, in caso di necessità, oggi non riuscirebbe nemmeno ad adempiere al fine istituzionale al quale è preposto.

Che oggi il servizio militare, basato sulla coscrizione obbligatoria, sia anacronistico e costituisca un enorme spreco di mezzi e di energie, è un fatto talmente evidente che perfino gli intellettuali di sinistra, come ad esempio Giorgio Bocca, giungono, sia pure con un decennio di ritardo, ad auspicare una riforma della leva per trasformarla su base volontaria.

È dal settembre del 1977 che è stata presentata in Parlamento, dai parlamentari del Movimento Sociale Italiano, una proposta di legge volta alla trasformazione delle Forze Armate in un esercito professionale mediante l'abolizione del servizio obbligatorio di leva e la sua sostituzione con un servizio militare volontario.

La triste vicenda del colonnello Nesta ci deve servire per trarre nuovo impulso e per riproporre la soluzione che ormai appare indilazionabile: la soppressione dell'esercito di leva e la creazione di un esercito volontario, un esercito nel quale non vi siano più giovani che si lamentano (Si lamentano, ad esempio, per le vesciche ai piedi) e neppure generali mandati sotto processo con motivazioni ridicole ed assurde! Ci auguriamo che si tratti soprattutto di un esercito nel quale non si verifichino più suicidi, né di ragazzi di leva che mal sopportano la disciplina militare, né di ufficiali con la carriera distrutta per la codardia di un sistema. Un esercito, che in ogni suo componente, dal soldato semplice al generale a 4 stelle, creda in ciò per cui, in ogni momento ed in ogni tempo, da Solferino a Makallé, dal Monte Grappa ad El Alamein, gli italiani in divisa hanno sempre creduto, hanno sempre lottato ed hanno sempre combattuto.

La mozione mi ha dato quindi lo spunto per poter fare queste dichiarazioni su questo specifico problema. Ritengo che oggi, a distanza di un mese e mezzo dalla sua presentazione, questa mozione sia alquanto superata e pertanto, poiché penso che non valga la pena di porla in votazione, la ritiro. Grazie.

PRESIDENTE: La mozione in oggetto è ritirata.