Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 209 del 10 dicembre 2018 - Resoconto

OGGETTO N. 209/XV - Discussione generale congiunta dell'accettazione delle dimissioni rassegnate dal Consigliere Antonio Fosson dalla carica di Presidente del Consiglio regionale, dai Consiglieri Luca Bianchi e Emily Rini dalla carica di Vicepresidente del Consiglio regionale, dai Consiglieri Patrizia Morelli e Laurent Viérin dalla carica di Segretario del Consiglio regionale e loro sostituzione e della mozione di sfiducia costruttiva nei confronti del Presidente della Regione (ai sensi dell'articolo 5 della L.R. 7 agosto 2007, n. 21).

Fosson (Presidente) - Alla presenza di 35 Consiglieri dichiaro aperti i lavori del Consiglio.

Prima di procedere all'esame del primo punto, volevo ringraziare tutti voi, Consigliere e Consiglieri, per questi mesi in cui mi avete aiutato a gestire, a condurre e a portare avanti i lavori di questo Consiglio, pur in una situazione di grande difficoltà politica. La responsabilità di tutti è stata importante affinché il Consiglio potesse avere un normale e corretto svolgimento. Vi ringrazio di tutto questo, voglio ringraziare anche tutto il personale del Consiglio, i dirigenti che hanno reso possibile tutto questo e mi hanno aiutato a imparare. Grazie a tutti e chiamo a sostituirmi il Vicepresidente Bianchi.

Dalle ore 9:05 assume la presidenza il Vicepresidente Bianchi.

Bianchi (Presidente) - Buongiorno a tutti. Possiamo passare alla discussione del primo punto dell'ordine del giorno. La parola al Consigliere Bertin.

Bertin (IC) - Intervengo in merito all'organizzazione dei lavori. Visto che i due argomenti sono strettamente collegati, intendo il punto n. 1 e la mozione di sfiducia costruttiva, vorrei sapere, visto che il pacchetto è unico, se la discussione sarà unica affinché poi si proceda all'elezione e alla sostituzione sia di un Presidente che dell'altro.

Presidente - Chiederei anche alle altre forze politiche che si esprimano su quanto chiesto dal collega Bertin. Chiaramente la discussione può avvenire insieme, ma saranno votazioni distinte. La parola al Consigliere Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Per chiedere una breve sospensione per una riunione dei gruppi che possono identificarsi con la futura minoranza per concordare lo svolgimento dei lavori.

Presidente - Sospensione concessa.

La seduta è sospesa dalle ore 9:07 alle ore 9:40.

Bianchi (Presidente) - Riprendiamo i lavori. Chiederei al collega Manfrin, visto che ha chiesto la sospensione, se ci può dire cosa avete deciso.

Manfrin (LEGA VDA) - In merito alla questione posta dal collega Bertin, proporremmo di fare la discussione sull'elezione del Presidente del Consiglio e trattare unitamente a seguire la discussione sul Vicepresidente e sul Segretario e poi ovviamente, come da ordine del giorno, la discussione sulla mozione di sfiducia.

Presidente - Abbiamo quindi una richiesta del collega Bertin di fare una discussione unica dei punti riguardanti l'elezione della Presidenza del Consiglio e del punto concernente la Giunta (la mozione di sfiducia costruttiva), mentre da parte del collega Manfrin, se ho capito bene, c'è una richiesta di fare una discussione sui tre punti: sui due relativi alla Presidenza del Consiglio e sulla mozione di sfiducia. Chiederei anche agli altri colleghi dell'aula di esprimersi. La parola al Consigliere Bertschy.

Bertschy (UVP) - Non abbiamo capito il risultato della sospensione e della riunione, nel senso che c'è stata una riunione dei gruppi di minoranza... non abbiamo compreso se questo è il risultato della riunione congiunta o se sono rimaste idee diverse; se invece è una proposta della Lega e gli altri gruppi si devono esprimere, a questo punto facciamo una discussione.

Presidente - Le posizioni sono diverse, non hanno trovato una linea unanime e quindi chiederei di fare una riunione della Conferenza dei Capigruppo.

La seduta è sospesa dalle ore 9:42 alle ore 9:55.

Bianchi (Presidente) - Riprendiamo i lavori. Come deciso dalla Conferenza dei Capigruppo, si procederà con una discussione generale unica dei punti 1, 2, 3 e 4. Le tempistiche di intervento sono dettate dal Regolamento. Aprirei quindi la discussione generale su questi quattro punti. La parola alla Consigliera Morelli.

Morelli (ALPE) - Cominciamo questa seduta straordinaria del Consiglio regionale, convocata per discutere temi che sono essenziali per la nostra Regione. Il Consiglio ha deciso di fare un'unica discussione sia sulla sostituzione dell'Ufficio di Presidenza, quindi del Presidente del Consiglio, dei Vicepresidenti e dei Segretari con la mozione di sfiducia costruttiva alla Presidente Spelgatti. Perché una discussione unica? Perché questo deve essere un momento che chiude una fase di questa legislatura e ne apre un'altra. Le questioni vanno poste insieme, perché tutte sono il frutto di una crisi politica che si è aperta in seno al Consiglio regionale pochi mesi dopo le elezioni, dopo il rinnovo del Consiglio regionale.

Questa crisi è stata lunga, sicuramente i cittadini sono molto critici nei nostri confronti perché ci sono voluti mesi per arrivare a una conclusione; questi tempi però sono stati necessari per maturare delle decisioni che noi riteniamo di vitale importanza per la nostra comunità. Il risultato delle elezioni regionali aveva consegnato alla Valle d'Aosta un panorama estremamente frammentato; la nostra legge, benché maggioritaria, aveva prodotto invece un risultato assolutamente proporzionale con eletti distribuiti in tanti gruppi, la soluzione che è stata adottata all'inizio della legislatura vedeva un Governo a conduzione leghista, sostenuto da una parte del mondo autonomista. In questi primi mesi di legislatura però sono venute allo scoperto quasi subito le difficoltà legate all'inesperienza di buona parte di questo Governo, inesperienza che, se da una parte può portare a una certa innovazione, dall'altra, ha prodotto però un rallentamento veramente molto importante della macchina amministrativa e questo ha causato grandi problemi. Voglio semplicemente constatare che oggi, 10 dicembre, non abbiamo ancora cominciato l'iter di analisi del bilancio, che normalmente al 10 dicembre è già approvato. Ci si è quindi posti di fronte a questa crisi con uno spirito costruttivo e ci si è chiesti cosa si poteva fare per cercare di dare un Governo più solido, più aderente alla realtà per questa nostra Regione. C'è stato un percorso lungo di avvicinamento tra i diversi gruppi che fanno riferimento all'area autonomista; è stato un percorso che ha richiesto dei tempi, perché all'interno dei movimenti questa questione è stata discussa lungamente. Non è stata un'operazione di palazzo, è stata invece una riflessione politica che ha visto uniti i gruppi consiliari e gli organi dirigenti dei movimenti, che hanno portato a una conclusione: c'è una mozione di sfiducia costruttiva predisposta con un programma, con un organigramma e contestualmente vi è la necessità di ricostituire l'Ufficio di Presidenza che è stato completamente dimissionario. Oggi quindi dobbiamo procedere a queste elezioni, a queste votazioni. Da parte dei gruppi Stella Alpina, ALPE, Union Valdôtaine Progressiste, PNV, Union Valdôtaine e da parte del Gruppo Misto ci sono delle proposte su persone che riteniamo all'altezza di ricoprire ruoli importanti, persone che hanno dimostrato nel tempo di avere l'esperienza, le capacità per ricoprire questi ruoli e quindi, a nome delle forze che ho citato, proponiamo alla Presidenza del Consiglio la Consigliera Emily Rini, alla Vicepresidenza il Consigliere Augusto Rollandin e come Segretario il Consigliere Claudio Restano. La mozione di sfiducia costruttiva invece vede in testa al progetto il Consigliere Antonio Fosson.

Presidente - La parola al Consigliere Fosson.

Fosson (GM) - Signora Presidente della Regione, Signor Presidente del Consiglio, colleghe e colleghi tutti, sono qui oggi a illustrare la mozione di sfiducia costruttiva nei confronti della Presidente della Regione ai sensi dell'articolo 5 della legge regionale n. 21/2007, mozione che è firmata da 18 Consiglieri e che mi indica quale candidato alla Presidenza della Regione.

La mozione inizia affermando: "Consci dell'attuale preoccupante situazione politica regionale, caratterizzata da un sostanziale immobilismo dell'azione amministrativa che ad oggi impedisce di fornire risposte adeguate ai tanti problemi che affliggono la Valle d'Aosta". Aggiungo che questo immobilismo avviene in una situazione di crisi economica, occupazionale e sociale, che ha sicuramente il punto di partenza in una crisi culturale, di valori, di identità, di ideali di tutta la nostra popolazione e di cui noi siamo espressione, crisi che porta a una sfiducia nelle istituzioni e verso noi tutti che cerchiamo di rappresentarle. Se questa è la premessa, la conseguenza politica è ovvia, direi obbligatoria: di fronte a questa realtà, è necessario avere una maggioranza, e questo dei 18 che sottoscrivono questa mozione si pone come un accordo di Consiglieri che condividono un programma, urgenze e un progetto che nasce nell'ambito e nella tradizione autonomista che alcuni hanno già siglato come progetto politico.

Questa mozione, come ha ben detto la collega Morelli, che ringrazio, nasce dopo un lungo cammino di confronti, di incontri e di discussioni, una maggioranza che dovrà essere in grado di dialogare, di fare sintesi per far sì che il progetto comune raggiunga risultati utili per risolvere i problemi della nostra Regione. Non si può governare da soli, ci si deve fidare e affidarsi a dei compagni di cammino avendo la capacità di mediare e decidere senza mortificare nessuno. Queste sintesi non possono essere altro che il frutto di un dialogo e di un confronto permanente, perché è il dialogo che consente il cambiamento. Forse è stato questo errore di metodo - permettetemi - che ha interrotto il progetto della Giunta Spelgatti. Se molti dei suoi alleati se ne sono andati, tra questi anche noi, è perché non si poteva più costruire nulla, pur nel rispetto delle capacità e della dedizione di chi c'era. Il nostro quindi si presenta prima di tutto come un progetto di responsabilità, ma anche di concretezza per affrontare le decisioni da prendere non più rinviabili.

Si poteva andare subito a elezioni? Sì, noi non siamo contrari a richiamare la gente alle urne, ma bisogna approvare un bilancio per evitare l'esercizio provvisorio della Regione e poi elezioni con questa legge elettorale? Probabilmente si sarebbero dovute fare in seguito quelle alleanze e sintesi che si possono fare ora... poi i costi, ma soprattutto la nostra gente che ci dice: "sapete solo litigare, mettetevi d'accordo!".

Non è vero poi - questo voglio sottolinearlo con grande forza, e penso di averlo dimostrato - che questi 18 si sono messi d'accordo per il potere o per la spartizione di poltrone, è troppo semplice dire così, prima il potere e le spartizioni non c'erano, adesso invece dovrebbero esserci. Anche perché voi tutti che siete qui vi rendete conto di quanto sia difficile in questo momento prendersi delle responsabilità, è più facile non prendersele. Ci siamo riuniti soprattutto per un senso di responsabilità verso la comunità in un momento di crisi istituzionale e di urgenza, come ho già detto. Abbiamo anche introdotto quella che è emersa in questi mesi di discussione come una grande novità, non solo per noi, ma speriamo per tutti i cittadini valdostani: riscoprire la necessità di un nuovo accordo di tutti quelli che hanno alla base e al centro del loro percorso politico l'ideale dell'autonomia. Ideale che poi è attenzione al singolo abitante della Valle d'Aosta, quello che vive nel più piccolo paese delle nostre montagne, che non è un numero e, anche se è uno solo, merita lo stesso rispetto di quelli che abitano nelle grandi città e merita i servizi che hanno i cittadini delle grandi città: questo è un richiamo soprattutto alla situazione sanitaria che abbiamo sempre sostenuto e spinto.

Si dice: "déjà vu, i vecchi si rimettono insieme", è facile dirlo. Io penso che i vecchi ritornano giovani se si riscoprono in un bell'accordo e capiscono se si possono superare i personalismi con il dialogo e raggiungere una sintesi per essere utili e risolutivi. La novità è quella di un accordo tra forze autonomiste che porta con sé, come tutte le novità meditate e ragionate, sicuramente una positività, di questo ne sono sicuro. Per questo senso di responsabilità e di amore verso la nostra gente, abbiamo a suo tempo lasciato il nostro lavoro e siamo entrati in quest'Amministrazione, non siamo politici di professione, né opportunisti. Il vecchio progetto può quindi diventare nuovo, può rigenerarsi dopo un'esperienza di divisione, che non è stata positiva per nessuno: ecco perché abbiamo capito di poter portare ora quel cambiamento che con altre strade non è arrivato. Come ha detto la Presidente della Regione Spelgatti nel suo discorso di insediamento alcuni mesi fa, che sottolineo anch'io, lasciateci lavorare e giudicateci poi su quello che faremo.

Il nostro discorso sulla difesa dell'autonomia non è formale. È comune sicuramente non solo a noi, ma anche altre forze politiche che non sono in questa mozione a 18, di questo ne sono profondamente convinto. L'autonomia quale strumento per rendere concreta e responsabile l'azione di autogoverno è il perno attorno al quale ruota il programma che sottoponiamo alla vostra attenzione. Vogliamo promuovere, rilanciare e arricchire l'autonomia della Valle d'Aosta per rendere la nostra regione un luogo migliore, credendo nella sussidiarietà, nella forza della comunità e nel confronto finalizzato al bene comune. L'autonomia è un bene di tutti e per tutti. Il nostro quindi vuol essere un Governo che affronta, nel rispetto e nel solco delle prerogative autonomistiche che vogliamo difendere, in primis le emergenze, che sono: l'approvazione del bilancio regionale 2019/2021, che è ora una priorità per dare certezza di risorse ai diversi settori, e lo affronteremo subito già da domani; la revisione della legge elettorale regionale; la legge per le elezioni comunali; la legge per il sistema delle autonomie e l'azione per garantire la rappresentanza della Valle al Parlamento europeo; la modifica della norma in materia di finanza locale, così come sono obiettivi primari la riorganizzazione della fiscalità al fine di incoraggiare le assunzioni, di rilanciare l'economia, la destinazione delle risorse derivanti dalla valorizzazione del patrimonio regionale allo sviluppo economico; il mantenimento delle azioni di sostegno per il ricorso al credito del sistema produttivo valdostano; la creazione dell'Ente unico di promozione, con l'obiettivo di valorizzare adeguatamente il territorio e le sue peculiarità attraverso la concentrazione delle risorse già disponibili; la semplificazione dei servizi ai cittadini e alle imprese tramite la riforma dell'Amministrazione regionale che porti alla riduzione dei tempi di risposte; l'attuazione di politiche attrattive per i professionisti del settore sanitario; il potenziamento dei servizi sanitari sul territorio; lo sviluppo della medicina di montagna. Se queste sono le urgenze, Signori Consiglieri, il nostro programma guarda anche al futuro, perché abbiamo la pretesa di voler governare con attenzione e lungimiranza per dare prospettive solide alla Valle d'Aosta. Noi conosciamo i problemi, siamo qui da un po' di tempo, non abbiamo bisogno di apprendistato e questo può essere positivo, ma può avere anche dei lati negativi. Noi abbiamo imparato in questi mesi, confrontandoci, che il nostro operato deve essere diverso, deve cambiare.

Ritornando al principio della necessità di dialogo, crediamo sia fondamentale per guardare al domani riprendere il confronto con il territorio partendo dai Comuni, dando voce ai Sindaci, che sono la prima generosa, grande espressione del sistema a cui guardiamo, un sistema che deve ritrovare nella prossimità con i cittadini la sua accezione principale, un sistema che vuole dare concretezza alle esigenze di chi vive nelle nostre valli. Il territorio è la nostra vera risorsa e vi è l'esigenza di salvaguardarlo attraverso una puntuale manutenzione, attraverso la creazione di una struttura coordinata per la sua gestione e di conservare il nostro patrimonio naturale nella prospettiva di uno sviluppo ecosostenibile, territorio che è mantenuto vivo dai nostri agricoltori. In questo momento il mondo agricolo ha bisogno di certezze, proporremo quindi l'avvio di tavoli di confronto sulla futura programmazione europea e sviluppo rurale da condividere con gli altri territori montani al fine di giungere alla semplificazione del sistema dei pagamenti a favore degli agricoltori. Su questo abbiamo bisogno di dialogo con chi ha affrontato e gestito questa difficile situazione fino ad oggi. Vi è anche la necessità di coniugare le politiche ambientali con quelle turistiche al fine di garantire sostenibilità, potenziando la rete dei sentieri e la ciclabilità, così come sarà importante valorizzare in termini economici le ricchezze paesaggistiche, culturali, linguistiche anche attraverso il rilancio del patrimonio culturale, materiale e immateriale con l'integrazione e gli interscambi culturali. Migliorare il nostro turismo significa rafforzare anche la nostra rete viaria e va inquadrato in un sistema di trasporti pubblici integrato ferro/gomma con il biglietto unico, oltre che intervenire nella risoluzione del problema dei costi dell'autostrada. Occorre poi riorganizzare l'aeroporto affinché diventi nuovamente punto di riferimento anche per gli appassionati del volo in montagna. Il lavoro e lo sviluppo economico sono il centro, vanno sostenuti con azioni di politica attiva sia preventiva e di sostegno per persone e imprese, con l'istituzione della regia regionale per il lavoro; rendere univoche e coordinate le politiche regionali per l'occupazione con misure per lo sviluppo delle imprese nei nuovi mercati e per la crescita e la competitività del lavoro artigiano e delle piccole imprese. Deciderà il Presidente del Consiglio, ma pensiamo di chiedere l'istituzione a breve di una Commissione speciale per CVA per affrontare rapidamente il problema tutti insieme dal punto di vista tecnico per non far perdere ulteriore tempo.

Questo Governo dovrà affrontare tra le tante emergenze la situazione del Casinò, che è una grande emergenza. In questi ultimi mesi la situazione dell'azienda è precipitata al punto che oggi lo spazio per assumere decisioni politiche è quasi pari a zero. Questo Consiglio regionale ha rivendicato lo scorso luglio, e anche a settembre, le azioni che andavano messe in campo per evitare la drammatica situazione che purtroppo oggi stiamo vivendo. La Valle d'Aosta rischia in questo momento di perdere un'azienda che produce ancora in modo significativo un importante fatturato, che ha ricadute sull'occupazione e sull'indotto economico e che ancora garantisce soprattutto i territori vicini. Oltre a questo la nostra Regione sta su questo subendo un grave attacco allo Statuto di autonomia. La priorità di tutti deve essere la salvezza del Casinò, ma per farlo abbiamo pochissimo tempo e a oggi esiste una sola e immediata possibilità - lo dico dopo essermi confrontato a lungo con tutti i membri della futura eventuale maggioranza -: l'immediata possibilità è la rimodulazione dei contenuti dell'accordo sindacale siglato nel luglio 2017, una rimodulazione che deve indicare una forte riduzione dei costi del personale. In relazione alle altre possibilità che sono apparse nei giorni scorsi sugli organi di stampa in maniera superficiale e poco rispettosa dello stato d'animo dei lavoratori e delle loro famiglie, questa maggioranza sta facendo e farà tutte le valutazioni possibili per raggiungere in questo breve lasso di tempo lo stesso obiettivo.

La nostra comunità ha bisogno di vedere accresciuto il senso di sicurezza attraverso la legalità, il presidio e il controllo del territorio. Il nostro welfare, che è già munifico, deve essere comunque riorganizzato adottando un unico percorso di sostegno a favore delle persone, delle famiglie in condizioni di disagio socio-economico per superare l'attuale frammentazione e sovrapposizione di aiuti, così com'è necessario rendere più performante il modello esistente di conciliazione lavoro/famiglia e soprattutto di attenzione ai disabili e agli anziani, che sicuramente sono una peculiarità del nostro sistema di welfare che noi vogliamo mantenere e potenziare. Pensiamo quindi e lavoreremo a una misura unica come risposta di semplificazione alle esigenze, consci che è necessario riorganizzare e ottimizzare i servizi di welfare.

Per quanto riguarda il servizio sanitario, è nostra intenzione renderlo più efficace rafforzando l'assistenza ospedaliera, ma soprattutto l'assistenza territoriale. In ospedale si sta sempre meno e quindi i ricoveri sono sempre più brevi e allora diventa fondamentale dare un'assistenza territoriale che non è facile in Valle d'Aosta, come ho detto prima, ma che va fatta per la dignità di ognuno, anche di quello che vive nell'ultimo paese, proseguendo la fattiva collaborazione con l'ASL. Obiettivi da perseguire: migliorare la qualità nei servizi, un maggior numero di medici specialisti e soprattutto la riduzione delle liste d'attesa.

Infine i giovani, che sono il nostro futuro, ma non vogliamo essere formali su questo Noi pensiamo qui che la formazione, fondamentale per il futuro della nostra comunità, vada sicuramente accentuata e meriti particolare attenzione. Per creare loro delle opportunità e crescere la loro apertura sul mondo, occorre insistere sul nostro modello scolastico plurilingue, fondato sulla nostra storia di Paese francofono, ma anche occasione di ricchezza di scambio interculturale, integrandolo con il tessuto economico della regione in una prospettiva di sviluppo e delle competenze. Le politiche giovanili - è una novità che introdurremo - devono dialogare con l'istruzione, naturalmente con le scuole, per analizzare e governare la dispersione scolastica.

Questi i punti essenziali del nostro Governo. A interpretare queste linee programmatiche propongo la seguente squadra di governo: Mauro Baccega alla carica di Assessore alla sanità, salute e politiche sociali; Stefano Borrello alla carica di Assessore alle opere pubbliche, territorio ed edilizia residenziale pubblica; Chantal Certan alla carica di Assessore all'istruzione, università, ricerca e politiche giovanili; Luigi Bertschy alla carica di Assessore agli affari europei, politiche del lavoro, inclusione sociale e trasporti; Renzo Testolin alla carica di Assessore alle finanze, attività produttive e artigianato; Alberto Chatrian alla carica di Assessore all'ambiente, risorse naturali e Corpo forestale; Laurent Viérin alla carica di Assessore al turismo, sport, commercio, agricoltura e beni culturali. Indico inoltre quale Vicepresidente della Regione il Consigliere Renzo Testolin. Sono queste le nuove aggregazioni funzionali che ci sembrano utili a garantire sinergie e maggiori risultati, per evitare burocrazia e conflitti di competenze tra i vari uffici. La revisione delle deleghe assessorili si è basata su una riorganizzazione funzionale dell'Amministrazione regionale con lo spostamento di dipartimenti che nulla va ad intaccare sulla rodata azione esistente. In particolare non abbiamo spostato gli uffici, ma previsto un coordinamento tra questi sempre più importante.

Abbiamo unito il turismo all'agricoltura, ai beni culturali e allo sport. L'esigenza chiesta da tempo di avere maggiore raccordo e sinergia tra i vari settori che rappresentano il prodotto Valle d'Aosta e le sue eccellenze è rappresentata dalla scelta di aver unito i tre dipartimenti che si occupano dei suddetti settori, con l'obiettivo di affinare e rilanciare il brand Valle d'Aosta attraverso un'univoca produzione e valorizzazione delle strategie e delle azioni da mettere in campo, grande sfida sulla quale si basa una parte importante del futuro anche economico della nostra Valle. Se crediamo nelle potenzialità del nostro turismo, diamogli tutte le carte da giocare.

Le politiche del lavoro con gli affari europei e l'inclusione sociale sono per noi un'aggregazione molto importante, perché l'importanza dell'inclusione sociale e della famiglia è nota e pertanto la nostra azione sarà rivolta alla promozione e sviluppo delle stesse, anche attraverso l'istituzione dell'Agenzia per la famiglia in questo Assessorato, che comunque collaborerà con tutti gli altri. Penso sia particolarmente e concettualmente importante togliere le politiche familiari nella loro programmazione dei servizi sociali, vuol dire significare che la famiglia non è un soggetto da assistere solo, ma è soprattutto un soggetto attivo, propositivo, come dice l'articolo 20 della nostra legge sulla famiglia.

Si è previsto un Assessorato dell'istruzione, dell'università, della ricerca e delle politiche giovanili con l'obiettivo di revisionare e proporre un sistema normativo efficiente, innovativo e performante per la scuola professionale e per evitare soprattutto la dispersione scolastica, che è molto importante. Inoltre ci proponiamo di programmare l'adeguamento del patrimonio dell'edilizia scolastica in modo innovativo e radicato nel contesto territoriale; di garantire alla scuola valdostana l'innovazione e il progresso da un punto di vista didattico, pedagogico e tecnologico nel rispetto del plurilinguismo; di promuovere un sistema educativo di istruzione e di formazione organizzato in base ai principi della sussidiarietà e dell'autonomia e di favorire e adeguare le politiche giovanili che possono coinvolgere e far partecipare i giovani nella costruzione del piano e della programmazione.

Per quanto riguarda l'Università valdostana, è nostra intenzione promuoverla e sostenerla al fine di sviluppare una sempre maggiore collaborazione fra il territorio e i centri accademici di ricerca a livello italiano e internazionale; favorire la promozione dell'identità valdostana a beneficio dell'intera comunità dal punto di vista culturale, economico e sociale.

Abbiamo voluto ricreare, e ci sembrava molto importante, l'Assessorato dell'ambiente collegandolo alle risorse naturali e al Corpo forestale, consapevoli che il territorio è la principale risorsa della nostra Regione e in quanto tale deve essere protetto e valorizzato in un'ottica di sostenibilità. Il sistema dei parchi e delle zone protette, la cui funzione è la salvaguardia della biodiversità, dovrà contribuire sempre più al progresso delle comunità locali. I cambiamenti climatici in corso e le loro conseguenze sull'assetto idrogeologico devono essere al centro di un'azione amministrativa lungimirante, a cui il Corpo forestale dovrà continuare a contribuire in modo determinante, svolgendo un ruolo di programmazione, di informazione e di corretto accompagnamento delle attività economiche.

La filiera del legno dovrà essere esplorata nelle sue molteplici grandi possibilità, con conseguenze positive sulla stabilità dei versanti, ma anche legate all'artigianato e all'edilizia. La gestione dei rifiuti dovrà tendere sempre più verso una politica dei rifiuti zero, in cui dovranno trovare corso le linee guida regionali volte a uniformare le modalità di raccolta, al riconoscimento dei comportamenti virtuosi e alla tariffazione puntuale. Il Corpo forestale valdostano dovrà però ancora continuare a dare il suo apporto al sistema della Protezione civile che non può prescindere da quella conosciuta e approfondita conoscenza che gli uomini della Guardia forestale hanno del territorio montano, ma soprattutto delle sue genti.

Vorrei aggiungere infine, come caratteristica specifica, che il nostro Governo deve essere aperto al dialogo con le altre forze politiche rappresentate in Consiglio. Sarà infatti il dialogo sui programmi, sulle idee e sui progetti che potrà consentire alla Valle d'Aosta di uscire dalla crisi, politica ed economica; un dialogo basato soprattutto sul rispetto delle persone e delle idee altrui. Un dialogo che nasce dalla capacità di porsi dal punto di vista dell'altro, un dialogo costruttivo dal quale possono maturare le nostre ragioni, che sono le ragioni anche della Valle d'Aosta, ragioni che vogliamo rappresentare anche a livello nazionale e che crediamo debbano essere poste con maggiore forza e convinzione anche sul piano europeo, che è determinante per il nostro futuro sviluppo. Faremo quindi nostra la proposta delle Regioni a Statuto speciale, che rivendicano un seggio di rappresentanza nell'emiciclo di Strasburgo, molto consapevoli che le politiche di Bruxelles devono trovare nelle Regioni attori forti e preparati. Una circoscrizione solo per la Valle d'Aosta per le europee è un vecchio sogno, invitiamo tutti a continuare su questa strada così importante per raggiungere questo scopo. Invitiamo tutti a un dialogo, è una frase - vi assicuro - non formale: questa è una sfida per la maggioranza, ma sicuramente anche per l'opposizione.

Il y a un dicton qui récite: "pour qu'un enfant grandisse, il faut tout un village", il y en a un de même pour notre Vallée: "pour que notre autonomie s'épanouisse, il faut toute notre communauté". Pour retrouver cet esprit de communauté, qui a fait la force de la Vallée, il est nécessaire, d'autant plus dans le contexte socio-économique actuel, d'unir nos forces entre élus et citoyens, en regardant au-delà de notre jardin et récupérer une vision collective, alimentée par la solidarité et la coopération. Nous pouvons le faire tous ensemble, pour faire en sorte que tous les citoyens et toutes les citoyennes ne soient pris en charge. Pour ce faire, nous devons être à l'écoute des uns et des autres; il faut de l'engagement, de la volonté et du courage; ensemble nous pouvons transformer notre Région dans un laboratoire de renaissance, un lieu de valorisation des talents et des énergies. Nous avons la chance d'être déjà une communauté avec une identité et des traditions culturelles bien enracinées. Travaillons donc dans ce sillon, travaillons à ce que notre communauté soit unie dans ces intentions; faisons-en sorte que les valeurs, la sagesse et les capacités soient combinées et déclinées au nom du bien commun.

Mon espoir est que dans le Gouvernement qui va naître aujourd'hui puisse se trouver les adhésions et les convergences nécessaires pour regarder au-delà, pour programmer le futur de notre Vallée.

Ringrazio fin d'ora i colleghi Consiglieri che faranno parte di questa squadra, anche con ruoli diversi, ma che avranno tutti una stessa dignità e responsabilità. Un grazie anche ai colleghi che, anche se seduti sui banchi dell'opposizione, sapranno cogliere nei provvedimenti che porteremo in quest'aula la bontà dei nostri intenti e vorranno dare un contributo a favore di tutta la collettività che qui rappresentiamo. È un Governo istituzionale, di responsabilità per superare l'emergenza, con uno sguardo concreto ai problemi esistenti, ma soprattutto sarà un Governo di dialogo, su questo sia io che tutti i 18 giocheremo in questi mesi la nostra affidabilità e credibilità. Sappiamo che sarà una grande sfida, ma lo è per tutto il Consiglio regionale.

Presidente - Siamo in discussione generale. Chiederei ai colleghi di prenotarsi. La parola al Consigliere Mossa.

Mossa (M5S) - Perdonatemi se sarò meno celebrativo di voi e un pochino più diretto, ma purtroppo sono fatto così. Colleghi Consiglieri, vorrei complimentarmi con voi, finalmente siete riusciti ad arrivare a questo fatidico numero 18, numero così difficile da raggiungere non tanto per le difficoltà nel trovare punti in comune dei vostri programmi, se mai di punti e di programmi avete discusso, ma difficile da raggiungere perché non tutti e 18 andrete a occupare i posti cosiddetti "apicali", qualcuno rimarrà fuori dai giochi. Buona l'idea di rimettere in piedi un Assessorato, ma non abbastanza buona per garantire il posto a tutti 18, ci sono margini di miglioramento.

Comunque sia, nonostante le avversità, oggi siete qui, siete in 18 e siete pronti a formare una nuova Giunta, solo che non ho ancora capito come la chiamerete: Governo del cambiamento o Governo del restauro? Governo del fare o del Governo del fare danni? Se non vi offendete, a me piacerebbe chiamarvi Governo-minestrone vista la variopinta quantità di fazioni politiche di cui è composto. Quello che però non è sfuggito agli occhi di nessuno è che questo Governo di 18 è un po' vacillante. Apprendiamo dai media che già sono avvenute riunioni segrete per salvare il Casinò e qualcuno se n'è tirato fuori, giusto collega Marquis? Signori, se litigate ancor prima di formare la Giunta, non va molto bene. State iniziando con il piede sbagliato, così rischiate di durare da Natale a Santo Stefano, nel vero senso della parola visto il clima natalizio. Per questo vi chiediamo, sempre che sia possibile, di lasciare a noi il ruolo di opposizione, senza farvela da soli. Abbiamo già assistito, popcorn alla mano, al teatrino del precedente Governo che faceva maggioranza e opposizione al contempo e doverlo rivivere anche con voi non è di buon auspicio, comunque i popcorn li abbiamo pronti anche per voi, sia ben chiaro, anche se ci piacerebbe fare la nostra parte.

Un'altra cosa che davvero mi stupisce sono le vostre basi. Forze politiche nate per contrastarne altre oggi si alleano tra di loro: Union, UVP, Stella Alpina, PNV, ALPE, veramente avete avuto il mandato dalla vostra base per fare quest'alleanza? Prima vi siete scannati per anni e ora siete mano nella mano pronti a governare? Qui le cose sono due: o ci avete preso in giro per decenni, o lo state facendo ora, non vedo alternative.

Per ultimo, ma non per importanza, vorrei farvi notare che non so se vi siete resi conto che oggi state mettendo all'opposizione le due forze politiche che governano l'Italia. Io non mi intendo molto di strategia politica, ma, pur da neofita, non mi sembra una gran furbata. Quando avrete bisogno di aiuti per i rapporti Stato-Regione, cosa farete? Busserete alla nostra porta o a quella della Lega? A questo proposito, visto che dite sempre che i Cinque Stelle sono poco collaborativi, vi vogliamo far sapere che, nel caso bussiate alla nostra porta per arrivare a Roma, cercheremo di esservi d'aiuto. Segnatevi solo gli orari in cui siamo aperti al pubblico: dal lunedì al venerdì dalle 9:00 alle 13:00 e dalle 14:00 alle 18:00. Non garantiamo per quelli della Lega, ma, vista la vostra situazione più che disagiata, cercheremo di venirvi incontro. Ah no, giusto, avete un Senatore a Roma! Scusate, ma, non sentendone mai parlare, spesso me ne dimentico. Chiedo scusa per questa mia mancanza. Mi pare faccia parte del Gruppo per le autonomie, giusto? Nonostante contenga figure di rilievo come l'ex Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il Senatore Pierferdinando Casini, purtroppo è composto solo da otto membri, un po' pochini per contare qualcosa in Parlamento. Noi Cinque Stelle ne abbiamo 109 al Senato e la Lega ne ha 58, in totale ne abbiamo 167, che sono un po' più di 8, anzi sono più del 50 percento dei 315 seggi al Senato. Siamo fiduciosi, siamo convinti però che il vostro Senatore saprà comunque fare la differenza e vi sarà d'aiuto nei rapporti Stato-Regione; in caso contrario le nostre porte sono sempre aperte, negli orari stabiliti ovviamente.

Ancora una cosa: adesso che occuperete quei banchi sarebbe bello se coglieste l'occasione per portare a termine, in tempi brevi e non biblici, le vostre buone iniziative, come quella sulla carbon free, a cui teniamo davvero tanto, e la legge degli incentivi sugli acquisti dei veicoli elettrici e ibridi. Visto che avete depositato un disegno di legge a marzo da veri volponi, decaduto poi per fine legislatura, successivamente abbiamo votato all'unanimità una mozione per riprenderlo in mano a luglio ed è ancora lì che aspetta di essere approvato. I cittadini non possono aspettare tutta la vita le vostre decisioni: vanno affrontate in tempi equi, se non le porterete avanti, sembrerà quasi che non eravate così interessati.

Chiudo facendo un augurio di buon lavoro al nuovo Governo. Spiace solo che l'invito a dare le dimissioni a causa della condanna per danno erariale non sia stato preso neanche lontanamente in considerazione, anzi, al contrario, tutti i dieci condannati oggi sono passati dalla minoranza ai banchi della nuova Giunta, in pratica avete interpretato il nostro messaggio al contrario, forse ci siamo espressi male noi, può essere. Peccato, era l'occasione per dimettersi tutti e tornare al voto; non l'avete colta e adesso non resta che fare un grosso in bocca al lupo al nuovo Governo entrante: il cosiddetto "Governo-minestrone".

Presidente - La parola al Consigliere Ferrero.

Ferrero (MOUV') - Se di parto si può parlare, certamente è stato un parto travagliato e non è bastata l'abilità degli esploratori quasi assunti a novelli rappresentanti di un club valdostano delle Giovani Marmotte a trovare una soluzione per il nuovo Governo. C'è voluta tutta la perizia medica del collega Fosson, che alla fine ce l'ha fatta e per questo, secondo me, già si meriterebbe una specializzazione honoris causa in ginecologia.

Io non voglio dare giudizi preventivi su quello che farà o non farà la nuova maggioranza, di certo vorrei manifestare la sensibilità di una parte dei valdostani, la sensibilità che vede comunque, su una maggioranza di 18, 12 persone condannate a vario titolo per reati penali e reati contabili, una Giunta e una Presidenza del Consiglio che parimenti vedono una grande rappresentanza di persone che hanno pendenze o comunque sono già incorse in reati gravi contro la pubblica amministrazione. La sensibilità di quella parte di popolazione che si chiede qual è l'immagine della Valle d'Aosta che sarà percepita al di fuori dei nostri confini, ma soprattutto che si chiede con quale credibilità questo Governo andrà eventualmente a trattare anche in sedi fuori Valle avendo una situazione del genere. Soprattutto per quanto riguarda i danni erariali, a che titolo e con che faccia si potrà andare a chiedere soldi quando ci sono delle pendenze del genere, però questo sarà un vostro problema, però problema della Valle d'Aosta, perché molte persone non si possono riconoscere in un Esecutivo del genere.

Se andiamo a vedere la questione delle competenze, io sono convinto, ognuno di voi si darà da fare al massimo in base alle sue possibilità, ma, se si fa un confronto rispetto alle esperienze professionali, alle competenze professionali e alle attribuzioni degli Assessorati, siamo sempre alle solite e non si intravvede un rapporto tra la preparazione del singolo e la carica che si va a ricoprire.

Io non voglio puntare il dito verso nessuno, ma voglio che ci sia anche uno spunto di riflessione, c'è stato un limite finora a questa legislatura: alcune forze politiche, per motivi che io ritengo assolutamente legittimi, si sono di fatto tenute fuori dal gioco, una scelta che io definisco legittima, ma che ha ridotto l'operatività del Consiglio a 28, a 30... adesso non sappiamo a quanto l'ha ridotta. Ha limitato quindi la possibilità, per quanto riguarda le forze che sono quelle che io definisco non del cambiamento, del cambiamento... non me ne frega niente... anti-sistema, il sistema che abbiamo visto negli ultimi 20 anni e che ha portato tutti i problemi che sappiamo. Dovremmo quindi forse fare una riflessione tutti noi, perché effettivamente è mancata una rappresentanza consiliare che potesse contribuire alla formazione di un Governo alternativo.

Qualcuno ha parlato di inesperienza, per carità, di esperienza non se ne ha mai troppa, però bisognerebbe, alla luce dell'esperienza che si è fatta... sicuramente ci sono all'interno della vostra compagine persone di lunga esperienza, ma, se si va a vedere poi questa esperienza in che cosa si è concretizzata, si capisce che non c'è solo l'esperienza, c'è anche la volontà, c'è una certa dirittura morale che deve essere rispettata per quanto riguarda l'impegno politico.

Certo, ci sono delle emergenze, che sono l'approvazione del bilancio e l'approvazione di una legge elettorale, però io vi invito a riflettere, una volta espletati questi due punti fondamentali, a esaminare la possibilità di tornare alle urne, perché in una situazione del genere con una legge elettorale nuova si può dare a questo Consiglio regionale la possibilità di realizzare veramente un qualcosa che sia un qualcosa di duraturo e non di effimero.

Da parte mia personale, ma penso anche di altri colleghi, ci sarà la collaborazione per quanto riguarda l'approvazione di leggi o di provvedimenti che vanno nella direzione dei nostri programmi, ma io mi sento soprattutto personalmente di assicurare una maggiore collaborazione ancora, perché su ogni atto amministrativo, su ogni atto politico, su ogni provvedimento adottato all'interno delle società partecipate ci sarà l'occhio vigile a verificare che tutto vada bene, perché, se qualcosa non andasse bene, sappiate che sarà passato tutto sotto la lente, a partire dalle delibere che vengono fatte settimanalmente ad andare poi avanti con il resto. Io sono convinto che questo contribuirà a farvi fare un lavoro più corretto e quindi suggerisco anche ai colleghi che erano incorsi precedentemente in piccoli problemi (piccoli o grandi, poi dipende da come li si considerano) magari di prendere un caffè e di pensarci un attimo quando c'è da fare una votazione o quando c'è da apporre una firma, perché, se ci fosse qualcosa che non va bene, la garanzia è che questo comporterà non la solita passeggiata in Piazza Chanoux, ma una passeggiata in via Ollietti 1.

Non posso che augurarvi un buon lavoro, vedremo cosa riuscirete a combinare e penso che poi in un tempo ragionevole, senza fare previsioni sulla durata del Governo, della quale non sono tanto appassionato, vedremo presto qual è la direzione che sta prendendo questa maggioranza. Io ribadisco l'appello: approvazione bilancio, legge elettorale che consenta la governabilità e poi immediatamente alle elezioni. Lo so, è un passo grave, è la politica che non riesce più a dare delle risposte e che si rivolge di nuovo ai cittadini, però essenzialmente con il sistema attualmente in atto è impossibile garantire la governabilità, questo dobbiamo dircelo. Non ha funzionato la scorsa legislatura, non ha funzionato questa; se veramente si vuole fare squadra, indipendentemente da tutte le divisioni e dal baratro che su certe cose, come quelle penali e contabili, ci separa, lì si può fare un lavoro serio, un lavoro che possa dare una maggioranza. Qualsiasi maggioranza, ma una maggioranza fissa che inizia nei cinque anni, una coalizione che viene fatta precedentemente, si scrivono le cose e si firmano, in certe occasioni bisogna firmarle con il sangue, perché poi alla fine viene fuori qualcuno che dice: "io non avevo capito, io avevo interpretato male"... quattro punti o cinque punti che siano precisi, si va avanti su quei punti fino alla fine della legislatura. Chi fa maggioranza fa maggioranza, chi fa opposizione fa opposizione, ma effettivamente questa è stata una perdita sicuramente di tempo per la Valle d'Aosta. Queste schermaglie non hanno giovato a nessuno e quindi devono essere per tutti quanti un consiglio, un suggerimento e una prospettiva per il futuro che deve essere per forza un futuro diverso.

Presidente - La parola al Consigliere Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Avremmo voluto affrontare il tema sia della nuova maggioranza di governo che della Presidenza del Consiglio in maniera separata, perché esse rappresentano, ovviamente oltre all'Ufficio di Presidenza, due organi separati: l'organo che dovrebbe essere in teoria super partes e governare senza costrizioni di sorta, senza vincoli quest'aula e la Giunta, che dovrebbe avere un ruolo più politico. Si è deciso di discuterle insieme e tutto questo dà maggiore forza a quello che vado a dire tra poco.

Mi permetterò di dividere in due gli interventi e comincio subito con la questione della Presidenza del Consiglio. "La nuova maggioranza si è assemblata con un collante che risale alla Prima Repubblica, molto caro alle forze nazionali e soprattutto alla vecchia DC, oggi rappresentata qui in Consiglio regionale da soltanto più due Consiglieri. Questo è il manuale Cencelli. Lo dico perché nella passata legislatura da più forze politiche, da più Consiglieri che siedono ancora in questa legislatura è stato dichiarato che il Presidente del Consiglio è la carica istituzionale più alta all'interno del Consiglio e avrebbe dovuto essere una persona condivisa con tutte le forze o, meglio, con una larga intesa. No, anche questa carica è stata spartita con il manuale Cencelli. Ma che cambiamento è se le cose vengono fatte come si facevano una volta? Nessun cambiamento, ma solo una spartizione di poltrone e di potere per trovare il giusto equilibrio alla luce del fatto che le forze che siederanno all'opposizione hanno più voti, più consensi di questa improvvisata maggioranza... Emily, adesso mi rivolgo a te. Ti stai caricando di una scelta estremamente importante, abbiamo già avuto modo di parlarci, sai come la penso e conosco le tue motivazioni che non condivido. Te l'ho anche detto, ma ti chiedo, proprio perché siamo all'inizio di questa legislatura, di prenderti ancora qualche giorno perché, come sai, un Presidente del Consiglio non è sfiduciabile e la tua scelta personale permette di consegnare la Regione a chi non ha vinto le elezioni. Fai da stampella! Credimi, ti chiedo di pensarci ancora qualche giorno. Prenditi dei giorni, perché è tutto sulle tue spalle". Perdonate se ho fatto questa citazione, ma questo era l'intervento del Consigliere Bianchi fatto all'inizio di questa legislatura e credo a questo punto che non si debba aggiungere altro, quindi passerei a discutere della questione della nuova maggioranza.

"Et bien, aujourd'hui nous sommes face à la possible naissance d'une majorité au Conseil régional qui pourra être constituée par des partis et des mouvements qui, dans leur complexe, n'ont pas gagné les élections... On a voulu bâtir une majorité à tout prix, avec l'agrégation de quatre forces qui n'ont rien à partager entre elles, sinon l'esprit d'avoir retrouvé quelqu'un à combattre. C'est dommage, si, malheureusement, ce quelqu'un qu'on a envie d'anéantir s'appelle "Vallée d'Aoste", ou, encore pire, "peuple valdôtain"". Se qualcuno si riconosce in queste frasi o le trova nuovamente familiari, se qualcuno riconosce qualche concetto applicabile alla situazione odierna, ovviamente la soluzione è presto detta. Con queste parole infatti l'allora Capogruppo dell'Union Testolin, oggi Assessore in pectore, esordiva nel primo Consiglio il 26 giugno 2018. Queste sue parole, pronunciate forse in base al ragionamento: "tanto peggio tanto meglio", gli si ritorcono oggi contro tratteggiando una situazione: quella della maggioranza risicata del "tutti contro il male" e del "Governo fatto per distruggere la Valle d'Aosta e i valdostani" che oggi è quanto mai sovrapponibile a questa nuova maggioranza, che si appresta a prendere posizione. La fortuna però è che abbiamo gli strumenti per registrare e rileggere il dibattito che è avvenuto in aula in questi mesi e quindi possiamo avere ancora traccia delle roboanti dichiarazioni avvenute qui, le disamine professorali fatte in quest'aula. Mi sono quindi preso la briga di andare a leggerle tutte e il quadro che ne è emerso è davvero pietoso.

Cominciamo con il leggere il corposo programma di governo presentato (ben due pagine), nelle quali con dovizia di particolari si forniscono risposte concrete e soluzioni ai problemi della nostra regione, come, ad esempio, in questa frase: "Consci dell'attuale preoccupante politica regionale, caratterizzata da un sostanziale immobilismo dell'azione amministrativa che ad oggi impedisce di fornire risposte adeguate ai tanti problemi che affliggono la Valle d'Aosta...". Proprio su questa frase desidero ricordare quanto detto dal collega Nogara sempre nel famoso primo Consiglio. "Ho letto - disse - "situazione gravemente compromessa", di cambiarla radicalmente, "gravissimi ritardi si sono accumulati, cambierà tutto"; lo speriamo, penso lo sperino tutti. Qua sembra che, da un momento all'altro, si arrivi nell'Eldorado e tutto funziona, tutto va bene... Io non ho riscontrato che questo che ci avete presentato sia un programma di governo, mi sembra di leggere di nuovo la lista della spesa con questo programma elettorale fatto di punti buttati lì. Vi dico: "buttati lì" perché ci sono un sacco di punti e di iniziative già svolte o senza una spiegazione per come arrivarvi e per come attuarle".

Ora, collega Nogara, speravo che nel vostro corposissimo e veramente pesante programma di governo, vista l'approssimazione e l'incuria che i cattivoni della Lega, insieme ai colleghi dell'allora maggioranza, avevano messo in campo, sareste stati più chiari nell'elencare le cose da fare e come arrivarvi per attuarle, ma, leggendo e rileggendo, collega Nogara, non ho trovato alcuna spiegazione in questo documento che avete presentato e che ha esposto il Presidente Fosson in pectore. Eppure ho cercato a fondo e riprendo, mi dispiace, collega Nogara, un'altra parte del suo discorso, quando disse - cito -: "ho cercato tanto in questo programma la cultura, soprattutto i beni culturali: non c'è una riga sui beni culturali della Valle d'Aosta! Mi sembra un assurdo incredibile, perché diciamo che la Valle d'Aosta basa tanto il turismo anche su questo, e non solo. Si vede che non è così importante...". A questo punto devo effettivamente darvi ragione, perché nel vostro corposo programma elettorale che avete scritto ci sono ben sei parole: "rilancio del patrimonio culturale, materiale e immateriale". Devo dire, certo, glielo riconosco, che anche il collega Sammaritani sia rimasto impressionato da queste sei parole che descrivono nei minimi dettagli come poter riuscire a valorizzare il nostro patrimonio culturale. Vi assicuro - ma credo di poter parlare anche a nome dell'Assessore Sammaritani - che, se torneremo a governare, faremo tesoro di questi illuminanti suggerimenti che ci avete fornito.

Anche sulla questione immigrazione sono stati fatti dei rilievi, come quelli del collega Rollandin, il quale disse: "le point moins développé - et je n'ai pas compris si c'est un hasard - est la question de l'immigration, à propos de laquelle on a seulement une demi-ligne (point 11). Peut-être vous l'avez développé dans d'autres parties, mais dans le programme il y a le point 11 qui, comme vous avez vu, ne dit rien : "Vogliamo discutere dell'immigrazione", c'est peu, il faudrait au moins dire quelle est la proposition que vous allez faire, "Apertura di un tavolo di confronto con lo Stato sul tema dell'immigrazione", s'il ne manque rien, il termine là. C'est peu, parce que c'est un thème qui est à la une. Il ne suffit pas de dire: "Apriamo il tavolo", il faudrait au moins avoir les assiettes - questa era meravigliosa - et tout ce qui est utile pour notre Région, sinon on risque à nouveau de faire des beaux gestes, des interventions spot". Mi duole fare rilevare, collega Rollandin, come, nonostante le giuste criticità che avete sollevato ai tempi, non solo non abbiate scritto neanche due righe, come poco fa dichiarato, ma come non abbiate nemmeno fatto cenno al tema in questo programma corposissimo elettorale, prendendo come spunto, ad esempio, quanto emerso - lo riconosco - nel Congresso dell'Union Valdôtaine. Sarebbe stato effettivamente abbastanza carino sapere se questo Governo è pro o contro l'arrivo di nuovi clandestini in Valle d'Aosta, se questo Governo prende o no l'impegno di difendere i propri cittadini o se invece le parole di pretesa di rispetto di tradizione e cultura dette all'interno del Congresso rimangono parole vuote per non prendere per l'ennesima volta posizione sul tema.

Cito ancora il collega e futuro Assessore Baccega che, parlando del nostro programma, commentava: "si tratta sicuramente di un programma corposo, fatto di annunci, di buoni propositi in alcuni casi, ma che sfiora soltanto la questione più delicata: quella del lavoro e dello sviluppo, questione che è toccata in una riga in cui si dice che ci sarà attenzione in quella direzione, ma non si capisce bene come, quando, perché e con che risorse". È probabile quindi, cari colleghi, che il Consigliere Baccega non l'abbia nemmeno letto il programma che intendete applicare. Se lo avesse fatto, avrebbe scoperto che il problema del lavoro viene affrontato in quattro righe, ovviamente non chiare. Collega Baccega, quindi le chiedo, tenendo fede alle sue parole, quelle che disse allora, al di là di questa bella dichiarazione di intenti che avete fatto all'interno del programma, se mi potesse spiegare bene come, quando, perché e con che risorse intendete attuare le proposte che avete inserito nel vostro corposo programma. Tante altre cose vi sarebbero da dire sul punto, ma credo che avremo tempo di parlarne e di approfondirlo ancora.

Veniamo quindi alla questione più politica. Si è discusso molto durante il primo Consiglio regionale della nuova consiliatura della questione dei numeri per governare. Ricordo che in quell'occasione vi furono anche allora numerose persone che si strapparono i capelli per la proposta allora di un Governo a 18: ad esempio, il collega Farcoz. Mi perdonerete se cito ancora, ma è davvero divertentissimo: "ricordo però qualche illustre personaggio della politica valdostana appartenente a qualche partito che era in maggioranza o comunque pseudo-maggioranza, che diceva che non si governerà mai a 18, eppure stiamo assistendo a questo spettacolo", disse allora il Consigliere Farcoz.

Il collega Daudry disse una cosa molto simile: "abbiamo percepito comunque una grande preoccupazione a iniziare questo progetto di maggioranza a 18 e soprattutto siamo preoccupati noi come gruppo, perché crediamo di aver visto bene, di aver visto lungo a rinunciare a volervi prendere parte... Noi crediamo di poter interpretare che queste persone, che sicuramente si sono recate al voto esprimendo la loro preferenza, una sola cosa non volevano nelle loro intenzioni: una partenza a 18, memori ovviamente di quella che è stata la legislatura tormentata precedente che ha creato un'impasse non solo in quest'aula ma anche fuori di qua".

Il collega Viérin invece, il futuro super Assessore all'agricolturismo, disse: "noi non abbiamo ritenuto che ci fossero le condizioni per partecipare a questo progetto per diversi motivi. In primis per il metodo di una sommatoria di numeri molto eterogenei, anche e non solo nel numero di movimenti o di sensibilità che la compongono, perché ci può essere un 18 composto da una solidità di alcuni movimenti, mentre un 18 eterogeneo con l'aggiunta di quelli dell'ultimo minuto, con le fiducie a tempo, peraltro legittimamente annunciate - vi ricorda nulla? - ci fanno dire che è un progetto labile. ... secondo noi, è stata proprio un'operazione di collage per far collimare esigenze diverse; per gli uni, per prendere la Valle d'Aosta e, per gli altri, per stare a galla e per partire, per iniziare con un "intanto mettiamoci lì e vediamo cosa succede", con un piccolo maquillage di rinnovamento per persone che di rinnovamento non sempre possono parlare, anzi, forse è meglio che non lo facciano - in questo caso come non essere d'accordo? - ... noi rileviamo che questa sia più una lista della spesa che un programma. Probabilmente si era più impegnati a sistemare i posti e le persone per arrivare a 18, perché a un certo punto questo numero non lo si raggiungeva più, poi c'era la questione delle deleghe, e poi i vari annunci sui cambiamenti".

Concludo citando nuovamente il collega Rollandin, che disse: "dans la législature précédente il y avait les 18 qui faisaient partie de l'équipe qui avait quand même gagné les élections, mais cette fois la chose est différente, il y en a 17, et s'est ajoutée une personne: Madame Rini, qui a donné la possibilité de démarrer aujourd'hui. Je veux rappeler que c'est la même façon d'agir du système romain; à Rome, lorsqu'on disait qu'on est faibles au Sénat et qu'il y a des problèmes, eh bien, il y a le système de transférer quelqu'un d'autre d'un côté à l'autre. On n'approuve pas cette tactique, mais on doit évidemment en prendre acte".

Ho trovato che queste dichiarazioni, comprese quelle dedicate alla collega Rini, fossero l'indicazione più chiara di come le vostre in quest'aula fossero ovviamente soltanto chiacchiere, come la questione della maggioranza a 18 non fosse altro che un pretesto per protestare contro chi vi aveva tenuto lontano dalle leve del potere. È un po' come lo spread, ricordate? Quando nel 2011 vi fu quel famoso colpo di Stato che venne fatto ai danni del Governo in carica, ricordo che allora Berlusconi disse: "lo spread è tutta una fregatura, una bugia, lo spread non conta nulla". Oggi, quando si tenta nuovamente un colpo di Stato per far fuori chi è legittimamente al Governo, Berlusconi è tornato a dire che lo spread è un problema importante. Questo mi è sembrato più o meno lo stesso tipo di rapporto. Così anche l'Union Valdôtaine, che durante il suo ultimo Congresso si era trovata ad affermare su un Governo a 18, per bocca del suo Segretario, che - cito - "la posizione dell'Union Valdôtaine, anche a crisi aperta non cambia, il Comité fédéral ribadisce che la soluzione non debba e non possa essere la mozione di sfiducia costruttiva sottoscritta da 18 Consiglieri". Quale certezza, quale sicurezza, quale affidabilità può dare chi fa "carne di porco" di quanto dichiarato non più di due mesi fa? Ad esempio - e mi rivolgo qui al movimento del Presidente incaricato, ricaricato e poi scaricato definitivamente da questa nuova maggioranza - avevo apprezzato - e ho avuto modo anche di dirlo personalmente ai tre rappresentanti di ALPE - la coerenza mostrata nella scorsa consiliatura, dove, pur immagino ovviamente resistendo a forti pressioni - le stesse che ci sono state in questa consiliatura -, avevate evitato di morire stritolati con l'abbraccio dell'Union Valdôtaine. Questa coerenza era stata anche premiata da un risultato ragguardevole, seppur limitato, che però si è liquefatta nel giro di qualche mese. ALPE infatti nasce come forza di contrasto all'Union Valdôtaine, così come l'Union Valdôtaine Progressiste e vi siete trovati in pochissimi mesi ad allearvi prima con la Lega - e immagino che fantastici riflessi abbia avuto quest'alleanza sul vostro elettorato fatto un po' da radical chic -, dopodiché, senza neanche un attimo di decantazione - come ricordato anche da un noto giornalista valdostano -, una bella "fusione a freddo" con l'Union Valdôtaine: proprio il motivo della vostra originaria scissione. E tutto questo per cosa? Collega Chatrian, io ero convinto che... come dire? la merce di scambio fosse un pochino più robusta, come lei ama sempre definire, invece si è dovuto accontentare neanche di una deleghina al Casinò, io immaginavo che, dopo aver fatto fuoco e fiamme sul tema, sarebbe stato finalmente accontentato, no! Una deleghina di un bell'Assessorato, una posizione apicale su altro. Mi dispiace per lei che, purtroppo, ha visto deluse anche queste sue aspettative.

A proposito di Casinò, ho visto con piacere qui fuori - li vedo anche qui in tribuna - alcuni rappresentanti dei lavoratori, perché a più riprese nei numerosi incontri fatti è stata evocata da più parti la necessità, anzi la possibilità di rifinanziare il Casinò con soldi pubblici, così come fatto in passato. Ebbene, a questi rappresentanti, così come a tutti i lavoratori della Casa da gioco, sono felice di poter dire che, grazie a questo cambio di governo, ora verrete esauditi in tutto e per tutto, o così almeno immagino sia stato promesso da coloro che sono stati i promotori di questo ribaltone. Quei promotori che quella fatidica, famosa sera d'estate avevano quale unico obiettivo quello di poter affermare a reti unificate: "tutto cambierà affinché nulla cambi". Ora arriva la prova del nove, ora vedrete davvero chi vi ha mentito e chi invece ha lavorato per salvare il salvabile, dopo che decenni di mala politica si sono abbattuti come un uragano su quell'attività un tempo florida. Naturalmente vi auguro di trovare persone più preparate di chi, dopo essere stato Assessore alle finanze con delega al Casinò, ha dovuto fare un accesso agli atti annunciandolo in maniera roboante in commissione, accorgendosi come, vedendo i dati per la prima volta, che la media degli stipendi dei lavoratori era molto alta. È stato comico, al tempo stesso però anche tragico, perché, delle due l'una: o chi aveva la responsabilità politica del Casinò ai tempi non aveva idea di quello che succedeva lì dentro, oppure - ma questo è un po' meno probabile - gli aumenti di stipendio sono scattati appena dopo la fine del suo mandato. Decidete voi qual è la versione che vi piace di più.

Se le criticità sono quelle rilevate, perché un nuovo Governo? Me lo sono chiesto anch'io, e non certo perché i miei colleghi e io ambissimo a rimanere in quelle posizioni per ambizione personale, ma perché vedo partire questo Governo sotto il segno dei peggiori auspici. È già stato ricordato anche dai colleghi del Movimento Cinque Stelle. È uscita l'altro ieri la notizia di un vertice segreto in cui non è stata invitata una parte importante di una componente dei famosi 18, quindi nemmeno il tempo di partire e già esce la prima notizia ANSA, dove il collega Marquis denuncia di non voler sottostare ai giochetti sul Casinò. Questa però non è ovviamente una novità, sarebbe stato sufficiente per una persona dotata di un udito di medio funzionamento passare per i corridoi dell'Ufficio gruppi, specificamente fuori dalla sala riunioni, oppure fuori dal Consiglio per audire, più che assistere, a liti che dire furibonde è poco. Oggetto del contendere - lo dico a tutti quanti - ma che domande? l'interesse esclusivo della Valle d'Aosta e dei suoi cittadini. È sempre secondo questo interesse, secondo il bene supremo della Valle d'Aosta che nel Conseil fédéral dell'Union Valdôtaine si è tenuta la votazione sui due Assessori unionisti, il risultato? Risicatissimo: 35 sì, 33 no e 4 astensioni. Ora, tralasciando il fatto che solitamente le astensioni equivalgono a voto contrario e che quindi il via libera a quelle due cariche apicali non c'è mai stato da parte della maggioranza dei presenti di quel Conseil, questo è l'evidente segnale di un malessere che si concentra soprattutto nei confronti del futuro Assessore Baccega. Il perché lo sapete e l'ho già sollevato più di una volta in quest'aula. In effetti gli organi dirigenti del Mouvement, di maggioranza relativa, si chiedono come mai nel Consiglio regionale della Valle d'Aosta si conceda a un movimento diverso dall'UV un Assessorato che dovrebbe essere in quota loro. Peraltro questo provocherebbe un caso davvero singolare: il simpatico partitino di EPAV, pur contando un diciottesimo, riuscirebbe ad agguantare cariche apicali per il 100 percento dei suoi eletti. A me sinceramente di queste beghe interessa poco, ma quello che è evidente è che queste fratture oggi a pelo d'acqua esploderanno virulente alla prima criticità e credetemi, come ha detto il collega Ferrero, di criticità ne affronterete tante.

Chiudo con un altro paio di considerazioni. Innanzitutto verso le offerte di collaborazione, ne ha parlato anche il collega Mossa, che ci sono giunte a più riprese dal primo Consiglio ad oggi. Tutti sapete che, se avessimo voluto, oggi non staremmo certo discutendo di una Lega all'opposizione, ma, quale gruppo consiliare più numeroso all'interno di quest'aula, avremmo potuto avere una rappresentanza in Giunta e rimanere in maggioranza se solo ci fossimo piegati a un accordo con coloro che negli ultimi quarant'anni hanno portato la Valle d'Aosta allo stato attuale. È chiaro invece a tutti i cittadini che abbiamo imboccato la strada della chiarezza, della coerenza, del valore della parola data e non dell'inciucio, e questi sono valori irrinunciabili che continueremo a perseguire lasciando gli intrighi di palazzo, perché di questo si tratta - mi dispiace che non ci sia la collega Morelli -, le trattative sottobanco e gli inciuci a chi ne ha fatto una bandiera... ah, pardon l'ho vista.

Sono stati evocati anche qui i rapporti con Roma, è stato chiesto un aiuto con questi, dopo però aver più volte denigrato in quest'aula il Governo Lega-Cinque Stelle e aver poi criticato anche gli accordi conclusi a livello nazionale. A tutti coloro che ci hanno chiesto un passo in questo senso deve essere molto chiara una cosa: noi lavoreremo per la nostra Regione, lavoreremo per riportare la Valle d'Aosta al posto che le spetta, ma i politicanti che credono di risolvere i loro problemi con una sponda a Roma, i politichini che pensano che Roma toglierà loro le castagne dal fuoco si sbagliano e di tanto.

Lasciamo quindi orgogliosamente questa Regione dopo aver raggiunto in cinque mesi traguardi invidiabili, con un lavoro che non temo di definire davvero straordinario, e ringrazio la nostra squadra di Assessori che ha lavorato, così come il gruppo consiliare, per aver raggiunto risultati quali: la chiusura del contenzioso fiscale tra Stato e Regione; per aver scritto e applicato un piano di risanamento del Casinò, un processo di risanamento del Casinò; per le decisioni prese sulla "scuola polmone"; per il rinnovo del contratto del pubblico impiego; per il ripristino e il rifinanziamento del bon de chauffage e per aver scritto nuove regole per il bando affitti e, in ultimo, perché in questi cinque mesi nessun nuovo clandestino ha raggiunto la Valle d'Aosta.

Concludo, cari colleghi, evidenziando quello che ormai è già noto: le forze della vecchia politica si sono rimesse assieme - è già stato detto, per fortuna, anche dal collega Fosson - per evitare di scomparire, ma questo passo invece non farà che accelerarne la fine. Voi cercate oggi di dare l'avvio ad un Governo nuovo di fatto, ma che i valdostani hanno già bollato come stantio e superato. Rinnoviamo in questo la ferma convinzione che l'unica strada per risolvere questa crisi politica sono ovviamente le elezioni.

Presidente - Ricordo che siamo in discussione generale. Chiedo ai colleghi che intendono intervenire di prenotarsi. La parola al Consigliere Luboz.

Luboz (LEGA VDA) - J'attendais une réplique, qui, bien évidemment, arrivera ensuite. On n'est pas maîtres du demain, mais aujourd'hui n'est pas le moment de la tendresse; au-delà des chiffres publiés sur les réseaux sociaux, dans lesquels ont été confrontés librement 21.541 votes contre les 15.420, comme si les premiers étaient associés aux issus d'une même nature, d'une même origine d'idéaux - ce qui est complètement faux, et vous le savez, parce que ces votes ont été souvent des votes contre quelqu'un et pas à faveur de quelqu'un d'autre -, vous vous rendez compte qu'au moins pour moitié de la Communauté valdôtaine celui qu'on croyait un rêve est bel et bien un cauchemar? Vous l'avez appelé "Gouvernement d'urgence", "Gouvernement institutionnel", mais aussi un "Gouvernement de transition". Même les articles des journaux affirment que dans les termes que vous avez employés dans la motion il n'y a aucune trace de date limite, pas de calendrier, mais seulement des points vagues et très génériques. Plus qu'un Gouvernement à terme, il s'agit d'un Gouvernement à long terme, au moins dans les intentions, parce que si neuf Conseillers sont satisfaits, nombreux sont ceux qui accusent les premiers signes d'indisposition. Dans beaucoup de familles valdôtaines pendant la nuit de la Fête de Tous Saints il y a l'habitude de laisser sur la table, au terme du dîner, quelque chose qui était avancée du repas pour les revenants, ces âmes chéries qui n'étaient plus, mais qui pendant cette nuit faisaient visite au monde des vivants. C'est un peu la même impression que j'ai eue en parlant avec différentes personnes, ou en lisant différentes interventions sur le net, vous donnez vraiment l'idée des revenants. Eux ils viennent ou ils venaient seulement pour la nuit de la Tous Saints, maintenant nous verrons combien durera cette nuit valdôtaine que vous venez d'inaugurer. Heureusement pour la Vallée je souhaite - et, hélas, je crains pour vous - pas beaucoup plus que la nuit dans laquelle est tombée la Vallée d'Aoste en 2003, lorsque l'Union Valdôtaine, avec le 47 pour cent des voix remporta la majorité absolue des sièges pour le Conseil régional. Vous savez, très sincèrement - je l'avoue dans mon cœur - que j'aurais même été heureux à ce temps-là de ce résultat si seulement avait été réellement correspondant au sentiment et aux idéaux de la communauté. Comme je pourrais même avoir plaisir à ce que, par vos actes, par vos comportements, par votre agir, vous me confirmiez d'être soudés dans un même but, dans des mêmes principes inspirateurs. Hélas, je crois, au contraire... c'est que si notre majorité était faible et elle manquait, évidemment, d'expérience, au-delà d'avoir commis quelques erreurs politiques que nous analyserons, celle-ci se caractérise uniquement que par une très forte présence de personnalités unies que par le culte marqué et anormal d'un égocentrisme démesuré. Je crains aussi qu'une grande partie de vérité de cette prétendue réunion autonomiste soit une énième, désespérée tentative de sauver, on ne sait pas quoi trop, cachée dans les entrailles du Casino de Saint-Vincent. À ce propos, il me vient à l'esprit un sketch télévisé de Crozza quand il imite le Sénateur Razzi et je vois presque l'Assesseur Aggravi accompagné de quelqu'un de la nouvelle majorité qui dit: "Assessore, si faccia li cazzi sua, dia questi 6 milioni, questi 7,2 milioni della fideiussione". Vous pensez, peut-être, de remettre en arrière les aiguilles du temps: comment vous êtes illusoires! Vous imaginez d'être encore au bon vieux temps, où on achetait les préférences, où l'argent coulait à flots et il ne s'agissait que de le distribuer, où rien ne devait être fait si non se partager les places. En réalité, par cette tentative désespérée d'occuper l'apparence du pouvoir, vous ne faites qu'ajouter du ridicule, le vôtre, au tragique pour ce qui est des conditions de notre Vallée.

Notre majorité a échouée, c'est vrai, les historiens, les analystes en traceront les raisons de l'échec, mais il n'est pas très difficile de les identifier quand la loyauté fait défaut; vous que vous retenez être les meilleurs, vous en proposez une autre, justement. Voyez, je retiens qu'en politique, comme dans la vie de tous les jours, il n'y a aucune gloire à vouloir être meilleurs que quelqu'un d'autre et, pourtant, combien d'entre nous sommes-nous convaincus d'être les meilleurs? Le vrai défi est celui d'être meilleurs de ce qu'on était le jour précédent; dans le contexte de ce Conseil je crois que bien peu d'entre nous peuvent se déclarer d'être meilleurs aujourd'hui de ce qu'ils étaient le mois de juin passé, je souhaite que vous puissiez le démontrer, mais je doute cependant que vous soyez conscients du message que vous êtes en train de diffuser dans la communauté. Nous avons été élus pour chercher à résoudre les problèmes de la société, ou au moins de les comprendre, et des fois je doute même de nos capacités de compréhension. À mon avis, non seulement nous ne donnons aucune réponse, mais souvent par nos attitudes, souvent incompréhensibles, nous faisons tout le possible pour rendre encore plus difficile la vie de nos électeurs et, en particulier, permettez-moi, dans ce précis moment, par ces continuels changements de majorité, pour les fonctionnaires de cette Administration, vous vous en rendez compte... ce que je regrette le plus c'est que nous vivons dans une société animée par des sentiments de souci, de peur, de perte du consensus, de méfiance, la même méfiance que j'ai avertie lorsque le Bureau de Présidence du Conseil a cherché d'interdire maladroitement l'audition du professeur Florenzano vendredi passé, audition pourtant très appréciée de la part de tous: quelle absurde méfiance! Si nous ne permettons pas à des sentiments positifs, tels que la cohésion, l'enthousiasme, la confrontation, même sur des plans politiques différents pour travailler ensemble, pour les étudiants, les travailleurs, les retraités, les malades, pour nos citoyens, et bien, si nous ne sommes pas capables à démontrer d'être meilleurs que celui ou celle-là que nous étions il y a quelques mois, je crois que notre devoir est en grande partie échoué et c'est la faillite d'un système politique, il y a à y réfléchir avec urgence.

All'esterno di questa parete c'è una scritta ancora lucente, sempre bella e attuale direi, che evoca grandi principi ispiratori per una comunità che vuole vivere, crescere e prosperare; purtroppo sulla sua trasposizione nella realtà degli ideali, nella concreta applicazione alla quotidianità vi sono spesso incrostazioni di ruggine prodottesi nel corso degli anni dalle troppe disattenzioni, dalla troppa lontananza riguardo alla coerenza, alla lealtà, alla coesione, all'amore per la politica unicamente indirizzata al servizio della comunità. Voir clair, vouloir vivre. Cos'è rimasto di questo ideale? Quanto lucidamente siamo ancora mossi nel nostro agire, quanta volontà di voler vivere, prosperare e camminare a testa alta nelle nostre azioni? Domande che rivolgo a tutti noi, me compreso, ma in particolar modo alla maggioranza che sta per insediarsi e che ha manifestato grandi difficoltà per raggiungere il fatidico numero di 18 elementi e che pure all'interno dei vari movimenti che la compongono ha dimostrato scarsissima coesione nell'individuazione delle figure apicali. Collega Baccega, lo ricordava poc'anzi Manfrin, credo un pochino di imbarazzo lo provi anche lei nell'essere votato non dalla maggioranza del Conseil fédéral... congiuntamente a quella del collega Testolin.

Collega Chatrian, sono state giornate cariche di tensione quelle trascorse nelle settimane scorse, vero? Ora si appresta a gestire l'ambiente, le risorse naturali e il Corpo forestale della nostra regione, le auguriamo fin d'ora maggior fortuna nella nuova veste di Assessore che in quella di esploratore.

Collega Certan, che dire? Più che a lei faccio gli auguri al Presidente Fosson, che non gli capiti all'indomani di una delibera votata all'unanimità dalla sua Giunta, di leggere su un'agenzia che l'Assessora ha votato a favore, ma non ne condivideva i contenuti, sappia che potrà succedere, perché è successo.

Poi che dire ancora di colui che, anche giustamente, gliene diamo atto, in un determinato momento storico si vantava di potere tutto e ora, ancora con un certo carisma, è confinato a competere umilmente per un posto minuscolo in un Ufficio di Presidenza? O di coloro che, quando privati per alcuni mesi del potere di cui andavano tronfi, si precipitano a riprenderlo quasi come tossici in preda ad una crisi di astinenza?

Io credo davvero che ciò che potete sperare di meglio è di ritardare il cambiamento del sistema ancora per un po', cambiamento che sarà poi magari più severo ancora contro gli intrallazzi e contro gli sfruttatori della Valle, una Valle che merita di meglio, molto di meglio. Direi godetevi quest'ultima esperienza finché potete, perché per molti di voi, magari anche di noi, per carità, sarà probabilmente l'ultima volta.

Quant à nous, quant à moi, je ne cesserai de chercher à voir clair, à vouloir vivre, évidemment à collaborer là il y aura les conditions de le faire. Bon travail!

Presidente - La parola alla Consigliera Russo.

Russo (M5S) - A poco più di cinque mesi dall'insediamento di questo Consiglio regionale ci troviamo di fronte a una mozione di sfiducia costruttiva chiesta, cercata e voluta da una parte di Consiglieri che pochi mesi fa hanno creduto in un Governo a trazione leghista, al fine ovviamente di salvaguardare l'autonomia della nostra Regione. Dopo il voto di oggi, 10 dicembre, il nuovo Governo e la nuova maggioranza saranno composti da un Presidente della Regione e da tre Assessori che cinque mesi fa hanno sostenuto il Governo precedente e dai restanti Assessori e da Consiglieri che varie volte nella scorsa legislatura sono passati da maggioranza a minoranza e viceversa, a volte gli uni contro gli altri e a volte alleati.

La mozione di sfiducia è uno strumento legittimo per discutere metodi, forme, tenuta democratica e qualità dell'azione politica messa in atto fino a questo momento; è un atto lecito a disposizione dell'opposizione di cui soprattutto una parte certamente molto in questi cinque mesi si è impegnata nello sfiduciare il Governo, molto meno nel dibattere su temi e strategie per far cambiare marcia alla nostra Regione.

Quest'Assemblea è stata votata dai cittadini valdostani, ma dopo pochi mesi siamo qui a discutere una mozione di sfiducia costruttiva, che formalmente è effettuata contro la Presidente della Regione, ma che nella realtà coinvolge e sfiducia l'intero Consiglio. Le istituzioni, a parere mio, si modificano, si condizionano, si proteggono, si tutelano e non si sfiduciano così facilmente e così frequentemente come sta avvenendo in questi ultimi cinque anni.

Il fallimento del Governo regionale sta anche nel fatto che sin dall'atto del suo insediamento avrebbe dovuto iniettare una dose di fiducia, invece così non è stato. Una netta discontinuità dal passato non si è vista né nei metodi di suddivisione degli Assessorati, né nel metodo di lavoro e neanche nei temi.

L'instabilità politica che caratterizza la nostra Regione in questi ultimi anni e che fino a poco tempo fa osservavo solo da lontano, ma che oggi vivo in prima persona, sta gradualmente togliendo fiducia non solo ai nostri attuali elettori, ma anche a quelli futuri: ai giovani. La classe politica, cioè noi 35 Consiglieri - e ricordiamoci che siamo definiti "la casta", e non è certamente un complimento -, sta gradualmente perdendo la sua credibilità che si fonda su scelte coerenti, attuali e volte solo ed esclusivamente a garantire il bene dei cittadini, il rispetto dei loro diritti e il miglioramento della qualità della vita. Noi 35 Consiglieri siamo chiamati, chi come forza di governo, chi di maggioranza e chi di opposizione, a creare - ed è un nostro dovere - una visione di lungo periodo che, attraverso la revisione degli obiettivi della pubblica amministrazione, della comunità e delle imprese, consideri i nostri comuni, i nostri territori e la nostra regione come un luogo in cui realizzare un benessere equo e sostenibile.

È indispensabile un nuovo assetto strategico basato sulla sostenibilità e che valuti inscindibili le dimensioni ecologica, economica e sociale dello sviluppo. Vogliamo ribadire con forza che l'acqua deve restare pubblica ed essere di qualità; l'economia circolare e il riciclo sono temi fondamentali; crediamo fortemente nella connotazione universalistica del diritto alla salute e chiediamo di organizzare meglio e recuperare le risorse sottratte alla salute dei cittadini, proponendo anche soluzioni incisive volte a eliminare sprechi e inefficienze. In tale ottica riteniamo che rescindere il legame tra politica e sanità rappresenti un primo importante passo in avanti. Non più rimandabile ci sembra inoltre un intervento incisivo sull'integrazione socio-sanitaria sulla medicina del territorio, soprattutto a fronte del moltiplicarsi delle malattie croniche correlate al progressivo invecchiamento della popolazione. Le persone fragili e più bisognose richiedono un impegno efficiente della Regione e la collaborazione con il no profit, nel rispetto del principio di sussidiarietà contemplato nella nostra Costituzione. Di estrema importanza risultano essere la cultura, la scuola, l'università e lo sport per valorizzare le competenze, il merito di ognuno e per costruire una società più giusta e libera. Il miglioramento della qualità della nostra offerta scolastica costituisce un investimento a elevato moltiplicatore in termini di capitale sociale e di competitività economica. Per anni ci siamo concentrati sul trasporto individuale con consumo di carburante fossile, ora è il momento di recuperare il trasporto pubblico che sfrutti l'energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili, di cui la nostra regione è molto ricca. I tagli ai costi della politica sono infine un nostro dovere.

Concludo con una riflessione. Gli autonomisti, che hanno tutti la medesima origine e che oggi sono di nuovo insieme al Governo, non hanno, secondo me, finora avuto il bisogno di una vera dialettica, di uno scontro politico reale che li obbligasse ad andare a fondo, a studiare e ad approfondire con serietà e scrupolosità le scelte politiche da effettuare; la nostra autonomia è stanca, tiene in piedi vecchi modi di pensare, la sfida che ci aspetta è di rinnovarla utilizzando le sue immense possibilità nel bene della nostra comunità. Inoltre - lo dico ed è per me molto triste - una parte dei cittadini tramite la capillare distribuzione di contributi sono diventati dipendenti da "mamma Regione" fino a che la crisi non ha toccato anche la Valle d'Aosta. Questo sistema è improponibile, la politica non può più essere utilizzata per mantenere lo status quo.

Credo che davanti a noi 35 Consiglieri ci sia la sfida di ricominciare a utilizzare il Consiglio - questo lo ha ribadito anche il collega Vesan - come ambito di confronto proficuo e anche di scontro inevitabile per posizioni diverse con il desiderio di tutti di svolgere ragionamenti ricchi di argomentazione e di forza persuasiva. Le linee programmatiche portate avanti dalle varie forze politiche dovranno essere improntate al bene della comunità e non alla tutela degli interessi di pochi, diversamente il nostro sistema imploderà.

Presidente - La parola alla Consigliera Pulz.

Pulz (IC) - Con il Governo del cambiamento in questi sei mesi un cambiamento c'è stato davvero, ma nessuno si era soffermato a specificare che un cambiamento può anche essere in peggio. L'ultimo colpo di coda del Governo a trazione leghista sta lì a dimostrare che la Lega di Salvini Valle d'Aosta non è affatto migliore rispetto a quella nazionale. La Valle d'Aosta, come Lodi, vara un regolamento contro gli stranieri. Il "prima gli italiani" o, meglio, "prima i valdostani" si concretizza in un atto amministrativo sul bando affitti dietro al quale si nasconde una volontà pervicace di discriminazione a danno degli ultimi, che diventano capri espiatori dell'incapacità politica della Lega, mentre nella realtà dei fatti pesano le recenti indagini relative al bon de chauffage e ai furbetti dell'ISEE: truffe tutte valdostane, pare. Avremo presto modo di tornare sulla problematica del bando affitti per fermare con ogni mezzo legale questo degrado sociale e umano.

Le premesse per il Governo del cambiamento non erano d'altronde delle migliori; si è trattato di un gruppo eterogeneo di nuovi entrati, già bellamente pronti a governare, e di habitués dell'aula. Quale visione profonda e quale ideale politico lungimirante li unissero lo si è visto di fronte al primo, peraltro annunciato, scoglio su cui si sono infrante subito le speranze del Governo del cambiamento. Abbiamo poi assistito a scene imbarazzanti e ben pochi dossier importanti e leggi urgenti hanno potuto essere approfonditi e approvati, perché il confronto democratico è impossibile in un clima di stallo confuso e davvero autunnale.

Oggi assistiamo all'ennesimo ribaltone con il vivo timore che dal "vecchio" - non tanto il vecchio anagrafico quanto il vecchio in senso politico - difficilmente potrà sorgere il "nuovo", anche perché le novità che si prospettano non ci piacciono affatto: una per tutte il super Assessorato che confonde pericolosamente la cultura con l'agricoltura e lo dico con il massimo rispetto per entrambe. Pur con la condivisa preoccupazione di evitare per la nostra Regione l'esercizio provvisorio in mancanza dell'approvazione del bilancio e di modificare con grande urgenza la legge elettorale, quindi il mio voto per il nuovo Governo non può che essere contrario. Mi ero già personalmente opposta, pagando anche un alto prezzo, ma non per un "no" di principio, tipico di quella sinistra identitaria a cui scopro soltanto ora di appartenere, ma perché sinceramente non vi ho letto nessuna reale condizione, nessuna volontà di modificare i vecchi giochi della politica contro cui Impegno Civico era nato; nessuna volontà di costruire insieme qualcosa di nuovo e di giusto.

Spero vivamente che potrete smentirmi in fretta e voglio anzi aggiungere quella specificazione che avevo già fatto a giugno al precedente Governo: appoggerò comunque qualsiasi proposta degna delle aspettative più vere, più sane e più profonde della comunità valdostana tutta e a tutti voi e noi comunque porgo i migliori auguri di buon lavoro, perché credo che davvero ne abbiamo tanto bisogno.

Dalle ore 11:36 assume la presidenza la Vicepresidente Rini.

Rini (Presidente) - Ci sono altre richieste di intervento? Invito i colleghi a prenotarsi altrimenti chiudiamo la discussione generale. La parola al Consigliere Bertin.

Bertin (IC) - Mi auguravo che ci fosse, come succede nei dibattiti, un'alternanza tra maggioranza e opposizione, aspettavo una prenotazione da parte di qualcuno della futura maggioranza, visto che non c'è, intervengo.

Stiamo assistendo alla restaurazione senza la rivoluzione. Uno strano Paese la Valle d'Aosta, dove si può assistere a una sorta di restaurazione - e questo è il sentimento che all'esterno si percepisce - senza aver prima vissuto una rivoluzione. In effetti, oggi con l'elezione probabile, perché di certo non c'è mai niente, della Giunta Fosson cala anche il sipario sulla Giunta Spelgatti. Un Governo della Lega con il quale si era voluto piantare una bandierina neanche più verde, blu scuro della Lega di Salvini sulla nostra Regione. Un Governo debole, nato anch'esso dalla spartizione di tutti i posti, un Governo a 18, dal programma evanescente, poco definito e che ha creato i problemi che abbiamo visto. Le aspettative su quel Governo erano forse eccessive, personalmente ne avevo ben poche e, nonostante le poche aspettative, però sono rimasto deluso: un Governo incapace di avere degli obiettivi chiari, di portare avanti un'azione efficace, tant'è che in pochi mesi si è fatto veramente poco: una sola legge è stata approvata (sintomatico della poca efficacia del Governo uscente). Governo del quale si è molto enfatizzato il rapporto con i Palazzi romani, rapporto privilegiato con Roma, riabilitando anche addirittura la politica del rubinetto: la vecchia politica degli anni Settanta con la quale si legava il Governo regionale, la maggioranza regionale con quella romana, quando coincidevano... si aprivano i rubinetti, altrimenti si chiudevano. Questa politica dei rubinetti che è stata tristemente anche riabilitata da parte delle forze locali, cosiddette "autonomiste", che, a mio avviso, hanno colpevolmente appoggiato in modo entusiasta anche questo rapporto con Roma. Poi abbiamo visto che alla fine, come sempre succede, in realtà questi rapporti privilegiati, questi rapporti di tipo personale non portano grandi risultati. Il rubinetto più che altro aveva bisogno di un tubista più che di grandi rapporti con Roma.

È una cosa che ripeto da tempi non sospetti, pertanto non è una polemica rivolta essenzialmente al Governo della Lega, morente in questa giornata, ma - lo ripeto da molto tempo - è necessario che i rapporti con lo Stato siano impostati in modo diverso, uscendo da questi rapporti interpersonali, personali, essenzialmente politici, ma improntati a dei rapporti istituzionali seri, leali con i quali si possono ottenere gli stessi risultati. L'abbiamo visto con altre Regioni e altre Province, nelle quali non si è adattata la maggioranza alla realtà romana e i risultati sono stati gli stessi. In realtà un Governo e una maggioranza regionale devono rispondere essenzialmente alle esigenze della nostra Regione e non per forza omologarsi alle maggioranze e ai Governi romani.

Come dicevo, oggi, senza grandi rimpianti finisce il Governo della Lega in Valle d'Aosta; a sostituirlo questo Governo Fosson che, per molti versi, è molto in continuità con il precedente Governo, non soltanto perché otto diciottesimi sono gli stessi che si sono semplicemente spostati da una maggioranza all'altra, ma la continuità è nei numeri (18), nelle modalità con le quali si è costituita, essenzialmente legate a una spartizione di posti, di poltrone, com'è successo in precedenza e come succede spesso purtroppo. Un programma di fatto inesistente, qualche paginetta, perché è obbligatorio scriverla, senza quegli approfondimenti e quella tempistica che sarebbe necessaria vista anche la gravità della situazione. Mi auguro al contrario che, fatte queste premesse, l'efficacia, l'efficienza non sia la stessa, anche se è difficile fare peggio di quanto si è fatto in precedenza.

Anche il Governo della Lega poggiava la sua maggioranza su un perno: la Consigliera Rini. Ci ricordiamo tutti i comunicati stampa di giubilo quando si è raggiunto il diciottesimo nell'estate scorsa. In effetti il perno di quella maggioranza, come di questa, non tanto dal punto di vista politico, perché credo che, dal punto di vista politico, la Consigliera Rini sia poco significativa, ma certamente dal punto di vista numerico e per la tempistica è un elemento centrale. Se quello era il Governo della Lega con una maggioranza Spelgatti-Rini, quello che nasce è il Governo Fosson-La Torre, perché l'ispiratore di questa operazione è La Torre, con come maggioranza a sostegno in questo caso i colleghi Rini e Viérin. Credo che i due più significativi elementi di questa nuova maggioranza siano la collega Rini (per ragioni numeriche) e il collega Viérin che non soltanto avrà un posto preminente nel futuro Governo regionale, ma certamente, se vi era qualche dubbio, riafferma il fatto che l'UVP è Viérin.

Questi sono gli elementi di continuità rispetto all'altra maggioranza, che non lasciano certamente ottimisti sugli sviluppi di questo nuovo Governo, che ha però delle caratteristiche anche proprie: innanzitutto quel sapore già visto, un déjà vu di altri tempi, di restaurazione, come dicevo, senza però aver assistito a nessuna rivoluzione, che ricorda un po' una canzone di qualche tempo fa del comico Paolo Rossi e di Jannacci: "I soliti accordi", come diceva la canzone, le solite facce, i soliti accordi. Una Giunta che nasce con le solite persone, una sorta di porta girevole, come quelle porte girevoli dei grandi hôtel dalle quali uno entra e uno esce: entra come Assessore all'istruzione, fa il giro della porta e rientra come Assessore all'agricoltura, piuttosto che alla sanità, al turismo, o chi ne ha più ne metta. Faccio esempi a caso, ma certamente questo è l'effetto. La porta girevole è uno degli elementi di debolezza di questo nuovo Governo che danno questo sapore ormai di restaurazione, di déjà vu, un peccato, qualcosa di diverso andava pensato e studiato.

Resta poi un programma inesistente che abbiamo già visto in precedenza: se non ci si mette d'accordo in modo specifico, poi succedono i problemi che abbiamo visto nella passata maggioranza, sul Casinò in particolare, e anche in questo caso, pur avendo fatto degli errori, la genericità e l'inesistenza di questo programma sono la caratteristica principale. Un programma generico. A mio avviso, la priorità, l'emergenza che c'è da affrontare è quella di una seria riforma istituzionale ed elettorale. Questa Regione negli ultimi sette anni ha affrontato, tra cambi di maggioranza e cambi di governo, delle crisi ogni nove mesi, la nostra Regione non può più permettersi una crisi permanente di questo genere. Lo ripeto anche questo da tempo, bisogna intervenire anche dal punto di vista delle regole. Le regole non risolvono tutto, ma sono necessarie per andare nella direzione di dare maggiore stabilità al Governo di questa Regione. Mi auguro che questo Governo abbia un percorso più lungo, ma temo che, al contrario, ce l'avrà pure più breve del precedente. Questo sarà un ennesimo problema per la nostra Regione, poiché tutto si ferma e le risposte ai cittadini sono sempre più distanti. Come dicevo, una riforma delle regole per dare stabilità e certezza di governo. Personalmente più volte anche in quest'Assemblea ho esposto la mia idea per risolvere questo problema, vale a dire un'elezione diretta della Giunta separata in modo chiaro dall'elezione del Consiglio, con un doppio voto per la Giunta e per il Consiglio regionale, dando stabilità e non mortificando allo stesso modo la rappresentanza. Al di là delle scelte che poi si dovranno fare e che dovranno essere fatte per ovvie ragioni insieme da tutto il Consiglio regionale, questa è certamente l'urgenza e una necessità poiché la nostra Regione non più permettersi queste crisi, questi cambiamenti continui di governo. C'è un'urgenza e questa va affrontata in modo serio e risolta.

Questo è anche il Governo di chi poi le elezioni del maggio scorso le ha perse, che è un altro elemento di debolezza, oltre a quello di questa idea, di questa percezione che i cittadini hanno di qualcosa di già visto e di passato.

La Valle d'Aosta si merita qualcosa di meglio, questo è sicuro.

Dalle ore 11:42 assume la presidenza il Vicepresidente Bianchi.

Bianchi (Président) - La parole à la Conseillère Nasso.

Nasso (M5S) - Non pensavo di intervenire o, meglio, sarei voluta intervenire dopo un eventuale dibattito, che però, come possiamo notare, non c'è. Mi accodo alle considerazioni dei colleghi che mi hanno preceduto sulla brevità del programma di Governo e quant'altro; ho ascoltato con attenzione il discorso del probabile futuro Presidente della Regione Fosson: dico probabile perché tutto è possibile fino all'ultimo, e faccio ovviamente i complimenti per la dialettica. Il futuro Presidente Fosson dice che tra questi 18 non ci sono politici di professione, ci vuole un bel coraggio a dirlo! Come ci vuole un bel coraggio a dire: "lasciateci lavorare". Il problema è che ancora io non ero nata che tanti di voi già stavano lavorando per la Valle d'Aosta. È da 30 anni quindi che i valdostani vi fanno lavorare e l'epilogo l'abbiamo visto: la Valle d'Aosta non è di certo arrivata a essere un'isola felice. Il Presidente in pectore dice anche: "non abbiamo bisogno di apprendistato". Sicuramente forse alcuni di voi - e lo dico bonariamente, senza critica - dovrebbero essere quasi vicino alla pensione, ci mancherebbe, ma un approccio diverso sarebbe apprezzabile. Come qualcuno ha sottolineato, non è coerente dire ai cittadini, nella sacralità di quest'aula, che, formando questo gruppo di 18, non ci sono stati giochini, non ci sono stati giochi di palazzo, non è semplicemente corretto.

Il mio collega Mossa dice che questo è un minestrone, io invece provo a dire che forse addirittura è una minestra riscaldata. Sull'unità di voi a 18 abbiamo già letto tanto, abbiamo anche letto di un conclave segreto, chissà se avremo ulteriori informazioni nei prossimi giorni.

Concludo dicendo che ho davvero apprezzato, e lo dico sinceramente, la definizione che vi siete dati di "Governo aperto al dialogo": questo è molto bello e - aggiungo - finalmente. Vi auguro davvero un buon lavoro, avete e abbiamo tutti una grandissima responsabilità.

Presidente - Siamo sempre in discussione generale. La parola alla collega Minelli.

Minelli (IC) - Provo un certo sconcerto a intervenire e, anche se è da poco che sono in quest'aula, anche una sensazione di déjà vu, perché mi sembra di essere al 26 giugno, quando si sollecitava il gruppo che avrebbe dovuto diventare maggioranza a intervenire nel dibattito e nessuno prendeva la parola, per cui è stato anche allora semplicemente un susseguirsi di interventi della minoranza.

Nel prendere la parola sento la necessità di fare una piccola premessa. Nella primavera scorsa la nostra lista si è presentata agli elettori con una proposta di governo per la Valle d'Aosta con un programma articolato per risollevare la politica valdostana, che nella scorsa legislatura pensavamo avesse toccato il fondo con le sue sei diverse maggioranze, ma mi chiedo ora che cosa succederà in questa legislatura. Mi pare comunque che si sia iniziato veramente male. Il nostro programma è stato apprezzato e la lista è stata premiata dagli elettori anche per la sua concretezza e credibilità.

In queste settimane, di fronte al ripresentarsi di un'ennesima crisi di maggioranza dopo pochi mesi dall'inizio della legislatura, il collega Bertin ed io abbiamo ritenuto doveroso non rinchiuderci in un atteggiamento di opposizione aprioristica, ma di formulare una proposta di cui voglio riassumere i contorni essenziali, perché, benché non sia stata presa in considerazione, è una proposta che vogliamo lasciare sul tappeto del dibattito politico, anche perché non è da escludere che ci siano ulteriori crisi in questa legislatura. Con un Consiglio regionale così frammentato è difficile, per non dire impossibile, costituire una maggioranza politica di legislatura; è inutile, a mio avviso, cercare di incaponirsi di fare un percorso di cinque anni con delle maggioranze a 18. È qualche cosa che difficilmente può reggere, l'esperienza pregressa ce lo insegna. Abbiamo quindi proposto agli altri gruppi consiliari, fermo restando le nostre distanze dalla Lega e manteniamo sul tavolo della riflessione politica una proposta molto concreta e, a nostro avviso, anche fattibile, se emergesse un po' di saggezza, quella che a me pare proprio mancare. Di fronte all'evidente parcellizzazione politica, l'unica cosa veramente sensata sarebbe stata puntare a un accordo a termine, di breve durata (poco più di un anno, 15 mesi), periodo durante il quale realizzare una serie di interventi e di provvedimenti utili e necessari per la comunità e, cosa fondamentale a mio avviso, una serie di riforme in grado di imprimere una svolta alla modalità di fare politica in Valle d'Aosta. Mi riferisco alla cosiddetta "legge elettorale": alla disciplina dello spoglio dei voti, al numero delle preferenze, alla rappresentanza di genere nelle liste, ma non solo, lo ha già detto poco fa il collega Bertin, mi riferisco anche e soprattutto alla riforma istituzionale, alle modalità con cui si decide ina maggioranza e si eleggono Presidente di Regione e Giunta. L'inadeguatezza del modello istituzionale valdostano è una delle principali cause di instabilità politica e del malgoverno ed è una responsabilità della Valle d'Aosta visto che su questo abbiamo competenza primaria. A differenza di quanto avviene in tutte le regioni italiane, in Valle d'Aosta non è possibile per gli elettori scegliere la maggioranza e il Presidente di Regione, questo produce per forza instabilità, consente ribaltoni e determina l'ingovernabilità. Un tempo c'era in Valle d'Aosta un partito che è arrivato ad avere la maggioranza assoluta dei seggi in Consiglio regionale, quindi il problema della solidità delle maggioranze non si poneva, ma ora - e io dico: per fortuna - la situazione è completamente cambiata: l'egemonia unionista non è più un fatto, ma non possiamo comunque continuare a votare con dei sistemi, con dei meccanismi che risalgono a 30 anni fa, occorre trovare delle modalità nuove e poi si potrà andare a nuove elezioni, perché, fatta la riforma e data alla popolazione, data agli elettori la possibilità di scegliere, si potrà aprire una prospettiva di stabilità all'interno di una legislatura.

Noi quindi, in coerenza con questa visione, abbiamo proposto e proponiamo, se ce ne sarà l'occasione, un accordo a termine per una stagione profondamente riformatrice, ma a tempo determinato. Nella proposta che abbiamo elaborato c'è la revisione della legge elettorale attuale, ma nei 15 mesi necessari per fare una buona riforma istituzionale si possono, a nostro avviso, realizzare anche altre cose e le abbiamo proposte in altri 19 punti che riguardano alcune emergenze sociali che ci sono oggi in Valle d'Aosta, azioni e scelte che si possono fare anche rapidamente. Abbiamo proposto per i provvedimenti più importanti un cronoprogramma con gli interventi divisi mese per mese. Abbiamo infine avanzato un nuovo approccio per la formazione della Giunta: una Giunta snella, senza Assessori di lungo corso, con alcune figure esterne; un modo per evitare l'indegna spartizione ad personam delle cariche più importanti, che è avvenuta checché se ne dica. Questa proposta non è stata presa in considerazione. In tutta evidenza i possibili interlocutori hanno preferito seguire il tradizionale rito della suddivisione dei posti in base a logiche di partito o, peggio ancora, personalistiche; non hanno ritenuto di poter rinunciare a delle figure di lungo corso, non hanno considerato accettabile la presenza di qualificate figure esterne, perché ancora una volta bisognava risolvere le richieste di posti apicali. Dobbiamo anche riconoscere che rispetto all'impegno di Impegno Civico... non c'è stato accordo su questa proposta e i dissensi hanno ovviamente indebolito la forza e il significato di un progetto di cui noi sottolineiamo comunque la concretezza e la lungimiranza.

La maggioranza e la Giunta che ci vengono proposte oggi non vanno certo nella direzione auspicata e non hanno un profilo convincente. È una maggioranza composta interamente - lo diceva poco fa il collega Bertin - dalle forze che hanno avuto un arretramento alle elezioni del 20 maggio. Il messaggio quindi che è stato lanciato dagli elettori non è stato recepito, la domanda di cambiamento non trova espressione. Questa maggioranza non è quindi rispettosa dell'indicazione degli elettori, non manda segnali di novità: è la riproposizione di vecchi sistemi, puniti solo sei mesi fa e che sono in gran parte responsabili di un malgoverno che da tempo ci caratterizza. La composizione della Giunta e dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio vedrà la presenza di molti esponenti politici di lungo corso, con un ampliamento addirittura del numero degli Assessorati.

Quanto al programma di questa nuova maggioranza, rilevo, com'è già stato fatto da altri, che sia veramente scarno: due paginette con delle affermazioni generiche e superficiali, com'è stato rilevato anche da alcuni organi di informazione - lo diceva prima il collega Luboz - che hanno definito questo programma "a lunga conservazione". È del tutto evidente che non c'è stato uno sforzo di elaborazione. È vero che stamattina nella sua relazione il Presidente in pectore ha integrato con alcuni elementi il programma allegato alla mozione di sfiducia - ci sono alcuni aspetti che non erano stati accennati -, ma, come spesso ci è stato ricordato in quest'aula, l'Amministrazione e la politica parlano per atti e un programma allegato a una mozione di sfiducia dovrebbe essere la base di quegli atti.

Sui temi cruciali dell'economia e del contrasto alla povertà, che noi abbiamo ritenuto fondamentali, non emergono delle proposte chiare e incisive, c'è solo una dichiarazione di intenti. È una materia complessa, è vero, ma si nota che non c'è stato approfondimento.

Sulla legge elettorale è stupefacente la concisione tacitiana: "revisionare la legge elettorale", stop! Ma come? Ci sono due proposte di legge all'esame di questo stesso Consiglio in cui si parla di spoglio centralizzato, di sistema delle preferenze, di rappresentanza di genere, se n'è discusso in commissione, sembrava chiaro che ci fossero molti voti a favore delle proposte di legge depositate; ebbene, nel programma io non ho trovato una sola parola sui contenuti della nuova legge elettorale, che cosa si vuole fare? Evidentemente c'è un accordo che vedremo, ma su quali basi e perché non lo si scrive?

Ci sono poi dei temi totalmente assenti in questo programma, che eppure non ha delle scadenze, che si propone, sembrerebbe, di essere un programma per un'intera legislatura. Faccio brevemente cinque esempi.

Casinò. Il Presidente Fosson stamattina ne ha sottolineato l'emergenza, ma nel programma non c'è una parola, non c'è un'idea in una situazione che tutti sappiamo essere esplosiva. Negli anni passati sono stati spesi 140 milioni di denaro pubblico, fossero almeno serviti a salvare il Casinò, invece ci troviamo sull'orlo del fallimento e non si può certo sostenere che la situazione gravissima di oggi sia figlia della mancata erogazione della terza tranche prevista dalla legge n. 7 e della fideiussione.

CVA. Se ne discute da oltre un anno, c'è la necessità di assumere degli orientamenti chiari. Come abbiamo sentito qualche giorno fa in IV Commissione dal professor Florenzano, c'è un'alternativa alla privatizzazione della CVA con la quotazione in Borsa, ma, per essere perseguita, quest'alternativa richiede una revisione della fisionomia di CVA e dei tempestivi interventi normativi. Nulla di questo si dice nel programma.

Trasporti. Ci sono alcune affermazioni del tutto generiche e ormai consuete sul trasporto pubblico, ma non c'è nulla di specifico. Abbiamo una legge approvata che attende all'unanimità di essere applicata per quanto riguarda la ferrovia; c'è un programma strategico di interventi da varare; c'è da fare la progettazione dell'elettrificazione della tratta Aosta/Ivrea; bisogna compiere delle scelte sull'Aosta/Pré-Saint-Didier, tante cose, eppure nel programma non si dice nulla, si parte con i trasporti, ma non si dice dove si vuole andare.

Il funzionamento del Consiglio regionale. Avevamo visto nel documento di PNV, che era stato portato alle trattative, che c'era un punto specifico sulla revisione del Regolamento del Consiglio, che è datato e che non consente una buona organizzazione del lavoro; c'è solo, l'abbiamo depositata noi, una proposta di modificazione del Regolamento. Non si dice nulla nemmeno di questo. Il collega Fosson, che con una delegazione di PNV negli incontri di qualche settimana fa ci aveva parlato anche di questo punto, transiterà dalla Presidenza del Consiglio a quella della Giunta, ma questo aspetto della revisione del Regolamento non compare nel programma.

Infine governabilità, cioè riforma istituzionale. Neppure un generico riferimento compare nel programma di questa futura maggioranza, eppure, come ho già detto e come ha sottolineato anche il collega Bertin, questo è un punto cruciale per migliorare la qualità della politica valdostana.

C'è ben poco, insomma, in questo programma, ma poiché non voglio essere distruttiva segnalo che una cosa positiva, a mio avviso, c'è, una piccola luce: è la previsione della ricostituzione dell'Agenzia del lavoro. Questa è un'iniziativa su cui abbiamo molto insistito nel nostro programma, era anche un punto qualificante del progetto dell'Agenda 2030, a cui io e altre persone che sono qui hanno collaborato. Ricostituire l'Agenzia del lavoro quale strumento per coordinare le politiche regionali per l'occupazione, questa sì è un'emergenza, quindi in definitiva un programma del tutto insoddisfacente. Da parte nostra non faremo comunque un'opposizione pregiudiziale, saremo disponibili al confronto e speriamo che la stessa disponibilità nel merito venga anche dai banchi della maggioranza.

Quanto al bilancio di quella che era stata definita la Giunta del cambiamento, sono stati formulati diversi rilievi negativi sull'obiettiva scarsa incisività dell'Esecutivo a trazione leghista; non è facile senza un'esperienza pregressa padroneggiare la macchina regionale, è una cosa di cui mi sono resa perfettamente conto, ma all'oggettiva scarsa conoscenza del sistema si è accompagnata, a mio avviso, anche una certa dose di presunzione e di superficialità e le difficoltà e i limiti acuiti dalla litigiosità interna alla maggioranza, che oggi chiude la sua esperienza, sono emersi in modo molto evidente. A ciò si sono aggiunte alcune scelte, delle decisioni che noi riteniamo inaccettabili, anche le più recenti: mi riferisco in particolare all'inaccettabilità dell'ultimo provvedimento propagandistico e discriminatorio sulle agevolazioni per gli affitti alle persone in difficoltà: il cosiddetto "bando affitti". In nome di una teorizzata uguaglianza di trattamento si prevede una disciplina differenziata per gli stranieri, contrariamente a quanto prevedono le norme nazionali ed europee. È una scelta ingiusta, una scelta discriminante che va nella stessa scellerata direzione intrapresa dal Ministro Salvini e dal Governo nazionale. Ricorre oggi il settantesimo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, un provvedimento come questo va esattamente a cozzare contro questa dichiarazione. È un provvedimento questo del bando affitti che ci auguriamo la nuova maggioranza riveda al più presto.

Per altri aspetti, da un punto di vista personale, non ho difficoltà a riconoscere che su tre punti c'è stato un tentativo di cambiare rotta e di cercare un risultato: mi riferisco alla vicenda Casinò e alla scelta di non procedere a un'ulteriore elargizione di denaro pubblico, che però non ha indicato delle prospettive future, non le abbiamo mai sentite. In secondo luogo la vicenda del contenzioso fiscale con lo Stato, dove il risultato raggiunto è stato, come ho avuto modo di dire in quest'aula nel Consiglio precedente, a mio avviso, complessivamente positivo. Poi la vicenda del polo scolastico di Tzamberlet, dove c'è stata un'inversione di rotta, secondo noi, giusta, che speriamo venga consolidata dal nuovo Esecutivo, ma questo è uno degli elementi di preoccupazione.

In conclusione voglio ricordare che nei confronti della Giunta Spelgatti noi abbiamo fatto un'opposizione costruttiva, cercando di pronunciarci nel merito dei provvedimenti proposti. La stessa cosa faremo nei confronti della Giunta Fosson, perché il motivo per cui siamo in Consiglio è cercare di ottenere dei risultati positivi nell'interesse della comunità valdostana e non quello di alimentare delle inutili e sterili polemiche.

Presidente - Ricordo ai Consiglieri che sono state depositate delle relazioni e degli emendamenti sulle proposte di legge n. 2, n. 3 e n. 11, che farò consegnare. Ricordo che siamo in discussione generale. La parola al Consigliere Gerandin.

Gerandin (MOUV') - Ringrazio i colleghi che sono intervenuti prima. Io penso che sia del tutto legittimo quando in un sistema elettorale come il nostro, che era partito con un sistema maggioritario e con un premio di coalizione, o comunque legato al risultato elettorale... è chiaro che, dopo un confronto di questo genere, quando si è ridotti a un proporzionale secco, ci sta che ci siano possibilità di rivedere Governi che nascono sulla base di intese, di programmi, Governi che nascono, come nel nostro caso, a 18 contro 17. Qualunque mal di pancia, qualunque richiesta non esaudita, qualunque proposta non accettata pertanto causa qualche piccolo malumore e, di conseguenza, mette in crisi il Governo. Come dissi qualche tempo fa, l'esperienza di Governo per me è stata molto positiva, per cui ringrazio la compagine di Governo che ha collaborato fino alla fine in maniera leale.

La nostra maggioranza è entrata in crisi fin da subito, per i motivi che ho detto prima: è bastato un problema serio come quello del Casinò - oggi sono presenti in tribuna i dipendenti del Casinò - per fare decollare una crisi, che ci ha portato a non avere più i numeri in aula. Su questo voglio entrare nello specifico dicendo che non era nostra intenzione creare nessun tipo di intoppo alla nascita del nuovo Governo. Qualcuno ha detto che avremmo magari rassegnato le dimissioni questa mattina per creare ulteriori problemi alla nuova maggioranza. Non è così proprio per il motivo che vi ho espresso prima, nel senso che non è per rispetto o per stima della nuova maggioranza in particolare, ma per rispetto dei valdostani. Penso che in questo momento sia necessaria la presenza di un Esecutivo funzionante, ma anche di un Governo nelle piene funzioni. Io auguro a questo nuovo Esecutivo di avere i numeri per avere anche un'azione efficace in aula per quello che riguarda l'aspetto più istituzionale e legislativo.

Mi è piaciuta l'introduzione della collega Morelli, che ha fatto davvero i salti mortali per provare a giustificare la nascita di questo Governo. Gliene do atto, perché è una persona di cui apprezzo e ammiro la lealtà, però le hanno dato un compito un po' difficile questa volta, perché venirci a dire in quest'aula che non si è trattato di un'operazione di Palazzo è davvero una prova di equilibrismo.

Si è detto che questo non è un progetto ma è un accordo, io invece penso che questo non sia un progetto, ma un accordo tra 18 eletti per conservare un ruolo comodo, prestigioso, ben retribuito in Consiglio regionale, con l'unico obiettivo di evitare le elezioni, questo comunque dopo dei risultati elettorali che hanno di fatto bocciato quel tipo di fare politica che c'è stato negli anni. È stato bocciato in due occasioni: prima alle politiche e poi alle regionali. Questa è un po' la percezione che ho da parte dei valdostani e il nuovo Governo dovrà essere davvero bravo per riuscire a invertire questa percezione.

Per quello che riguarda il mio intervento, proverò a seguire la traccia del Presidente incaricato Fosson, dove nella prima parte si dice che tutto questo si traduce in un progetto di Consiglieri che si riconoscono in un programma, che non si può governare da soli, bisogna fidarsi dei compagni di percorso. Io le dico: auguri, si guardi bene alle spalle, perché purtroppo è successo che a volte proprio i più fidati sono quelli che magari hanno creato qualche problema in più. Soprattutto se una crisi così lunga, così meditata, così trattata all'interno delle segreterie ha visto Papi che escono Cardinali.

Condivido pertanto il suo passaggio in cui lei dice che questo deve essere un percorso di concretezza e che c'era l'assoluta necessità di approvare un bilancio. Era una delle mie preoccupazioni e, se sarà un bilancio concreto, fatto di quella concretezza che lei ha citato, perché non dare un voto su un bilancio? Non mi importa chi lo presenta, mi importano i contenuti di un bilancio.

Si dice: "uniti per senso di responsabilità, con l'urgenza e la novità di riunire l'ideale dell'autonomia, degli autonomisti, di quelli che si riconoscono nel principio dell'autonomia". Non è un'esclusiva che mi tocca questa, l'ha citato nel secondo passaggio, ci mancherebbe, però sembra che in questo momento con il benestare di difendere l'autonomia ogni sorta di aggregazione sia lecita, permessa, benedetta e da digerire per gli elettori e i cittadini valdostani. Lei ha detto che non si riconosce in quanti dicono che è un déjà vu: i vecchi si rimettono insieme con l'obiettivo di superare i personalismi. Io ho provato a fare un piccolo esame di questa nuova maggioranza: tre Presidenti della Giunta, due Presidenti del Consiglio, dieci Assessori. Certo, l'esperienza non manca, però che lei possa smarcarsi da un déjà vu è quanto meno difficile da far capire. Sono gli stessi che hanno dipinto una Valle d'Aosta che non esiste negli anni, che non hanno affrontato e risolto problemi molto gravi: immagino il Casinò, la CVA, l'ospedale, la "scuola polmone", il contenzioso con lo Stato.

Sto ancora aspettando adesso che in quest'aula qualcuno schiacci il pulsante - e mi auguro che lo faccia al più presto - per dirci come mai noi siamo l'unica Regione a Statuto speciale e Provincia autonoma che, a partire dal 2014, non ha sottoscritto con lo Stato alcun tipo di accordo e abbiamo continuato a pagare fino all'anno scorso 240 milioni di contributi allo Stato, gli altri hanno cessato molto prima. Guardo lei, collega Testolin, non mi si risponda come l'altra volta che la colpa è del Patto di stabilità, lei sa che non è così. Il vero problema pertanto è che anche chi in questo momento probabilmente non si riconosce in questo tipo di accordo sottoscritto è ben conscio, o quanto meno dovrebbe essere ben conscio di capire che negli anni probabilmente non ha neanche avuto la possibilità di sedersi con pari dignità a un tavolo che trattasse con lo Stato questo benedetto contenzioso, contenzioso che è una rapina alla Valle d'Aosta, su questo siamo assolutamente d'accordo. Malgrado anche le visite e i soggiorni dorati, o comunque gli agganci con la politica dello Stato all'epoca, però noi non siamo mai riusciti a chiudere questa parte del contenzioso e abbiamo pagato con milionate che sono andate a discapito dei cittadini valdostani. Questo accordo pertanto potrà anche non piacere, però dà certezze o, meglio, non piace perché è difficile a volte anche ammettere qualche buon accordo, però è un accordo che dà la possibilità a voi, alla vostra futura maggioranza di poter scrivere un bilancio, sicuramente un bilancio 2019, ma anche un triennale, che darà certezze e possibilità di avere sviluppi per il sistema valdostano.

Dicevo prima che, oltre che un déjà vu, è un momento in cui mi pare ci sia una sorta di sconfitta delle forze politiche, perché, al di là dei dibattiti interni dov'è difficile, soprattutto su scelte del genere, avere un'unanimità, è una sconfitta delle forze politiche perché i due nuovi Presidenti sono due Presidenti del Gruppo Misto. Forse questo significa qualcosa: o chi ha in mano le forze politiche, chi determina le componenti maggiori delle forze politiche davvero ci crede poco in questo progetto, per cui ha trovato probabilmente chi mandare allo sbaraglio, oppure è una sconfitta davvero delle forze politiche, perché non mi interessano i dibattiti interni (chi è Assessore, che è stato scelto con le percentuali), è una sconfitta di quella parte della politica che ha preteso di essere forza di maggioranza relativa e di determinare un percorso politico. Non me ne vogliate, ma, se veramente le promesse che avete scritto nel vostro programma sono quelle di dipingere una Valle d'Aosta in grave crisi, io non penso che cinque mesi e poco più di questo Governo abbiano ridotto, con quei passaggi molto preoccupanti, che sono la premessa della vostra mozione di sfiducia, così la Valle d'Aosta. Quando non c'è la benché minima autocritica nel vostro documento, la percezione e soprattutto la preoccupazione è che si voglia dare un'azione di continuità al prossimo Governo: è questa forse la cosa che ci preoccupa di più. Poteva nascere eventualmente un qualcosa di nuovo, magari in seguito ad un'autocritica, ma se non c'è un'autocritica, si segnalano solo tantissime difficoltà, la preoccupazione è che quest'azione di governo sia un'azione in piena continuità su cui comunque dovrete, secondo me, rendere conto, perché è vero che magari in poco più di cinque mesi non si è mica cambiata la Valle d'Aosta, avremo sicuramente pagato anche l'inesperienza, o comunque il fatto che sin dall'inizio qualcuno non ci ha creduto in questo Governo, però dovete probabilmente confrontarvi con alcuni passaggi molto chiari che hanno dato un significato all'azione politica di questi mesi.

Dell'accordo con lo Stato ne ho parlato, quando si risolve in cinque mesi qualcosa che nei cinque anni passati non si è neanche mai avuta la possibilità di sedersi al tavolo, è un motivo di preoccupazione su quella che può essere la vostra azione politica futura.

Sul Casinò non voglio sottrarmi, farò un breve passaggio dopo su un'azienda molto importante per la Valle d'Aosta, ci mancherebbe! Io penso che nessuno in quest'aula che abbia un minimo di buon senso possa immaginare di chiudere un'azienda che comunque fattura più di 50 milioni all'anno e che dà lavoro a più di 700 dipendenti, con l'indotto e quant'altro, ma non è questa maggioranza che ha raccontato bufale fino ad oggi! È qualcun altro che ha ipotizzato che tutto era salvabile, tutto era recuperabile e soprattutto i piani aziendali che ci hanno presentato negli anni e che qualcuno ci ha fatto credere che erano oro colato si sono rivelati quest'anno qualcosa di non concreto. Io pertanto penso che anche i dipendenti in questo momento siano vittime di tante bugie, che hanno creato questa situazione di grave crisi, è così e ne sono assolutamente convinto. Qualcuno dirà che ho votato quella legge della 2017. Certo che l'ho votata! Ma l'ho votata perché ero convinto che qualcuno ci avesse presentato un piano credibile, attuabile, monitorabile, poi dei percorsi di riqualificazione non se n'è parlato, di ridiscutere i super minimi erano super minimi personali, per cui qualcuno non ha portato a casa nessun tipo di risultato e queste sono le conseguenze. Non è pertanto facendo finta di non raccontare la verità che si risolvono i problemi.

Oltre al Casinò, ci sono alcuni passaggi importanti, che alcuni colleghi hanno ricordato, come il discorso di aver preso un indirizzo sulla "scuola polmone"; ci siamo dati una tempistica per decidere una volta per tutte quello che volevamo fare del nuovo ospedale, del futuro dell'Università della Valle d'Aosta, del discorso della quotazione CVA. Questo lo vedrete nel DEFR, che potrete stravolgere, sicuramente lo potete stravolgere, avete i numeri e magari lo farete, però questo sarà comunque un dato di fatto su un'azione politica, secondo noi, di trasparenza, senza continuare a raccontare una Valle d'Aosta che non esiste.

Io ricordo - qualcuno l'ha citato prima - nel 2003 un'Union Valdôtaine che aveva la maggioranza in Consiglio regionale (18 eletti), però era un'altra Union probabilmente: altri principi e altri progetti. Non potete chiamare questo un progetto per un discorso di riunificazione o di prospettive politiche per il mondo autonomista.

Non mi ci vedo, perché è un'operazione esclusivamente legata all'occupazione di poltrone, avete aumentato anche di un Assessorato. Se le cose funzionano, non è mica quello che cambia i fattori: l'importante è che poi le cose funzionino e portino risultati. Forse è questa la difficoltà che in questo momento il mondo politico ha nel far passare questo tipo di messaggio. Alle ultime elezioni quasi 40.000 valdostani non hanno espresso voti, tra non votanti e voti nulli; due partiti forse tra i più rappresentativi, l'UV e l'UVP, hanno perso il 50 percento dei consensi, probabilmente andava fatta un'analisi che tenesse conto anche di questo.

Entro più nel dettaglio. Sicuramente l'emergenza Casinò rimane una priorità da risolvere, mi preoccupa che nel suo intervento il futuro Presidente abbia detto che le possibilità di mettere in campo nuove azioni sono quasi zero, per cui non lo so, non vorrei che fosse più molto facile dipingere delle soluzioni quando si è dall'altra parte, piuttosto che prendere delle decisioni serie. Con questo, semmai ci sarà la possibilità di avere un percorso che permetta la salvaguardia dei posti di lavoro, magari con un intervento legato al discorso della disdetta contrattuale o eventualmente della riduzione degli stipendi, penso che sia un percorso giusto e legittimo, perché, quando qualcuno perde un posto di lavoro, non è mai una soluzione.

Concludo con una piccola diversificazione, perché lei, Presidente, ci ha parlato di un Governo di emergenza, un Governo istituzionale; io non ne sono così convinto che sarà un Governo a breve termine, io sono quasi più convinto che sarà un Governo a lungo termine. Qualcuno che mi ha preceduto l'ha chiamato "a lunga conservazione" proprio come se fossero quelle cose in cui bisogna cercare di evitare il male maggiore, perché il collante di questo nuovo Governo è il terrore di presentarsi alle urne, per cui non immagino che questa paura di un confronto elettorale possa scadere molto presto. Penso che sia una cosa a lunga conservazione e questo si evince anche dalla nuova articolazione degli Assessorati: una spartizione di deleghe funzionale al rafforzamento di alcuni bacini elettorali assolutamente personale, sono preoccupato di questo. Voglio citare una mia preoccupazione legata al futuro dei fondi europei, un problema che ci tengo a dire onde evitare di prenderci delle accuse in futuro, ne eravate a conoscenza a partire dal 2014 che questi fondi europei erano a rischio, per cui probabilmente già quest'anno e l'anno prossimo ci saranno dei disimpegni. Questi sono soldi della Comunità europea, tra i pochi che abbiamo e che dovremmo spendere bene, che purtroppo non siamo stati bravi nel capitalizzare e spendere.

Concludo con un passaggio in cui mi riconosco; lei ha detto: "lasciateci lavorare e poi giudicateci", mi pare un atteggiamento corretto, per cui, come chi mi ha preceduto, posso garantire che non sarà un'opposizione nata per mettere il bastone tra le ruote o creare difficoltà, ma sarà un'opposizione in cui solleciterò, ove possibile, che le cose vadano avanti. Qualcuno ha parlato dell'agricoltura, di tavoli per il nuovo PSR, ci sono già, andate avanti, poi modificate quello che pensate legittimo modificare. In merito alla semplificazione dei pagamenti a favore dei nostri agricoltori, è una situazione molto delicata che si è ereditata, ma che ha, purtroppo, un passato remoto, per cui bisogna fare attenzione.

Concludo proprio con un passaggio riferito alla struttura che ho avuto l'onore di gestire in questi poco più di cinque mesi. Ho trovato persone motivate, ho trovato persone assolutamente preparate. Si è provato a mettere in piedi un sistema un po' diverso in cui la politica entrasse il meno possibile nelle scelte e nelle organizzazioni funzionali per risolvere i problemi. Io mi auguro che si continui così, dove il fulcro, ciò che è importante per risolvere le problematiche sia costituito davvero dai rapporti: io parlo in questo momento dei rapporti fra AREA e AGEA, che sono rapporti direttamente tra funzionari che stanno cercando di porre e di risolvere una serie di problematiche. Io sono onorato di aver avuto la possibilità di seguire questo tipo di percorso, mi auguro che qualche risultato ci sia e sono sicuro che comunque chi verrà, grazie alla propria professionalità e alle proprie competenze, saprà sicuramente portare a compimento questo percorso. Anch'io pertanto mi associo nell'augurarvi un lavoro proficuo, sperando che saranno i valdostani coloro che ne usciranno vincitori da queste scelte.

Presidente - Non ci sono altre richieste di intervento, chiudo la discussione generale. La parola al Consigliere Fosson per la replica.

Fosson (GM) - Potrei dire, com'è stato detto a giugno: "grazie, faremo tutto il possibile" e poi sedermi, ma vi chiedo scusa perché non si riuscirà a essere sintetici e a rispondere a tutto. Soprattutto per il rispetto di coloro che sono intervenuti però vorrei dire qualche cosa. Lasciateci lavorare, grazie collega Gerandin... ma io avevo anche lanciato un appello che non è stato raccolto da molti: "lasciateci lavorare, ma, se potete, dateci anche una mano". Ferrero, che stimo, ha detto: "io vi faccio pure lavorare, ma sono lì con il fucile e, se sbagliate, vi sparo". Il nostro invito era diverso: "se potete darci una mano per non sbagliare...", e questo penso sia il fatto nuovo, permettetemi, certamente dovrà essere verificato.

Poi sa, Ferrero, quando lei mi dice che avevo una perizia medica... e la voglio associare al discorso delle condanne, queste condanne amministrative non sono semplici da gestire per noi, per la nostra famiglia, perché, se abbiamo fatto un errore, l'abbiamo fatto affinché la gente del Casinò non perdesse il lavoro su dei pareri ben precisi, a casa noi non abbiamo portato i soldi.

Amico Ferrero, se mi permette di chiamarla "amico", io ho sempre avuto la fortuna di avere dei grandi primari, poi magari non ho imparato bene, ma ho avuto dei grandi primari e un vecchio primario mi diceva sempre: "Tonino, se non fai niente di difficile, non sbagli mai. Se fai le cose naturali e basta, il resto lo mandi via, non sbagli mai": ecco la responsabilità che chiediamo a tutti. La collega Minelli ha detto bene, io non vorrei che ci si fermasse a questo guardare e basta un disimpegno, anche se noi siamo pronti a dialogare con lei sulle emergenze sociali, ci saremo. È un po' difficile trovare in Valle d'Aosta delle figure esterne che non siano stati Assessori o altre cose prima, anche lì si ricicla qualcuno che in questo momento è esterno, però mi permetta di dire che le grandi figure di esperti che non hanno avuto esperienze politiche sono difficili da trovare, poi si possono sempre fare...

Il suo vicino di banco parlava di restaurazione senza rivoluzione, io penso anche su quello che diceva il collega Gerandin di fidarsi, le assicuro che in questo mese abbiamo fatto una rivoluzione e dobbiamo imparare a fidarci di noi. In questi giorni sono successe anche delle cose brutte, la stampa: "riunioni segrete", non è vero! Come ieri "una riunione a 17, mancava 1", non è vero! Se qualcuno vuole già intervenire sul nostro dialogo in questo modo, è scorretto! Ieri c'è stata una riunione dei Capigruppo per organizzare il lavoro di oggi con 7 Capigruppo, non ce n'erano 17, che poi porta sempre sfortuna, abbiate pazienza, 1 mancava ed erano 7, quindi non è vero che ci sono state riunioni segrete. Fidarsi comunque è una grande rivoluzione e lo vedremo, perché poi, amico Gerandin, lei mi dice: "non avete fatto autocritica". Mi permetta, anche lei non è che ne abbia fatta molta di autocritica nel suo discorso, ma questo sta nel carattere di quelli che abitano la nostra Valle, per cui ci può stare. Se lei mi permette proprio per l'esattezza, io nel discorso ho detto: abbiamo delle conoscenze, per cui non abbiamo bisogno di apprendimento, però sappiamo che dobbiamo cambiare. In questa fase tutti ci rendiamo conto di molte cose che lei ha detto.

Collega Minelli, il Regolamento del Consiglio è un compito del Consiglio, non della Giunta. Noi ci abbiamo provato con chi c'era, poi, per difficoltà oggettive, non l'abbiamo fatto, ma questo sicuramente dovrà essere fatto.

Collega Manfrin, ho già detto delle riunioni segrete che non sono vere, il manuale Cencelli: pazienza. È una cosa che tutti contestano, però anche in cinque o sei mesi uno sguardo agli amici non si nega mai, e questo è un male comune che noi cercheremo di superare. Lei poi ci ha ricordato, e la ringrazio perché tra i vecchi qualcuno magari si era dimenticato degli interventi che aveva fatto, lei ci ha fatto tutto un resoconto degli interventi fatti. Mi permetta però di dire che la realtà è che 18 sono pochi, ma 10 sono ancora meno per una questione matematica. Certo che, se i 18 avranno una collaborazione e un dialogo, sarebbe una grande rivoluzione in cui speriamo di muoverci. Mi scuso, ma io sono onorato che il collega Chatrian faccia parte di questo Governo, perché le sue competenze, soprattutto sull'ambiente e la difesa della montagna, sono per me caratterizzanti e sono, le assicuro, un onore. Quello che lei dice dei rubinetti con Roma non è bello, poi non l'ha detto solo lei, lo ha detto anche Mossa, ma lei ha detto alla fine: "ci siamo noi a Roma". Le ricordo, collega Manfrin, che la Lega è nata perché Bossi ha incontrato all'Università di Pavia Bruno Salvadori, Consigliere regionale, e questo ci ha sempre permesso di dialogare con la Lega in un certo modo. Poi la Lega, quando ci fui io, ci bocciò il Parlamentare europeo e, se allora ce l'avesse dato, tutti gli sforzi e le fatiche che stiamo facendo adesso ce le saremmo risparmiati.

L'altra cosa che volevo dire al collega Mossa, che mi ha detto: "voi tenete tutti i posti, però noi a Roma ne abbiamo...", 146 ha detto? Quindi "i posti a Roma li abbiamo noi, per cui a Roma decidiamo noi". Vede, su questo lei lo sa, lei è sicuramente una persona corretta, io anche come Presidente del Consiglio ho voluto incontrare il vostro Parlamentare, poi non è avvenuto ma bisogna che si avveri. Quando la collega Tripodi sarà in Valle d'Aosta, perché ha tante attività giù, le assicuro che il mio ufficio sarà aperto a qualsiasi ora, perché non collaborare con un Parlamentare della Valle d'Aosta, comunque eletto dai cittadini, non è corretto. Le assicuro che su questo c'è tutto il nostro impegno.

Collega Nasso, non sono 30 anni, abbia pazienza: io nel 2003 facevo ancora l'aiuto di chirurgia con delle responsabilità ben particolari, un lavoro che mi piaceva molto e che forse ho sbagliato a lasciare.

Sul programma non c'è tutto, ha ragione, collega Minelli, ma lasciateci lavorare! Tutti i programmi possono dire tutto e non dire tutto, le assicuro che questa è una bozza di programma. Poi, come dice giustamente Gerandin: "vediamo quanto durate", se risolviamo i problemi. Alla collega Russo però vorrei dire una cosa quando ci dice di studiare e parla di medicina del territorio: a me piacerebbe stare mezza giornata con lei e parlare di quello che abbiamo fatto della medicina del territorio, perché le assicuro, io sono stato ancora recentemente a vari convegni internazionali sui 40 anni del Servizio sanitario nazionale, lo sapeva lei che la legge del 1978, che istituiva il Servizio sanitario nazionale, compie 40 anni? Noi abbiamo fatto molto per il servizio sul territorio, a parte l'emergenza, ma pensi che abbiamo messo in piedi la medicina di famiglia nei poliambulatori, io con i vari Assessori. Purtroppo, se non interveniamo sull'accordo nazionale, non possiamo modificare queste regole. Abbiamo bisogno anche in questo di una mano. Sull'autonomia tra politica e ASL mi sembra che l'Assessore Bertschy abbia fatto moltissimo, quando ho sempre detto che l'ASL ha una sua autonomia anche giuridica e assolutamente non è influenzabile da nessuno, quindi mi sembra che su questo qualche passo l'abbiamo fatto.

Consigliere Luboz, quando lei dice: "siete i migliori". Le assicuro che siamo pieni di umiltà e di paura in questo che stiamo andando a fare, che non sarà facile. Non ci sentiamo assolutamente migliori di nessuno, ci proviamo con grande senso di responsabilità. Quando lei dice: "on n'est pas maîtres du demain", noi diciamo: "mais nous espérons dans le futur et dans le Bon Dieu".

Presidente - Siamo in dichiarazione di voto. La parola al Consigliere Vesan.

Vesan (M5S) - Il voto della nostra forza politica è piuttosto evidente, però vorrei argomentarlo in quest'aula visto che purtroppo abbiamo accorpato quattro decisioni in una sola, anche se non era quello che volevamo fare.

Qual è il Governo che sta nascendo con il voto che faremo fra pochi minuti? Un Governo di emergenza o di legislatura? Neppure questo siamo riusciti a capire dalla vaghezza del programma di governo presentato e dall'appoggio dato a questo documento cartaceo dalle dichiarazioni fatte in aula. In quest'aula nessuno dei nuovi Assessori ha preso la parola, facendo più o meno la stessa cosa che molti dei presenti in quest'aula avevano criticato quand'è nato il Governo Spelgatti, che ci aveva dedicato una paginetta in più di programma almeno. Questo Governo non sappiamo nemmeno se e quanto durerà.

Dalle dichiarazioni del futuro Presidente Fosson sappiamo che non è un Governo di spartizione, che è un Governo istituzionale e un Governo di dialogo. Sul fatto che si tratti di un Governo istituzionale abbiamo delle grosse perplessità, non si è nemmeno riusciti a scindere la discussione fra l'elezione della Presidenza di quest'aula da quella del Presidente della Regione, dimostrando ancora una volta che il posto di Presidente del Consiglio non è altro che un posto di spartizione, un posto in cui la maggioranza rivendica, visto il suo forte peso di 18 persone, l'assoluto disinteresse al dialogo che è l'altro punto (il Governo del dialogo). Questa doveva essere la grande innovazione. Qual è stato il dialogo? Io non so quale sia stato il confronto con le altre forze politiche per la creazione di questa maggioranza e nemmeno quale sia stato il confronto con le altre forze politiche per l'elezione del Presidente del Consiglio, posso parlare solo a nome della nostra forza politica: non c'è stato nessun dialogo con noi da parte di nessuna delle forze che compongono l'attuale maggioranza. Non c'è stata una richiesta di appoggio esterno, non c'è stato un tentativo di convergenza né sul programma, né sui nomi. Il dialogo su che cos'è? Sulla scorta di cosa voi venite qui e dite: "sottoponiamo a quest'aula un voto di fatto di fiducia di questa maggioranza", senza nemmeno prendervi la briga di alzarvi dalle comode poltrone che state lentamente riconquistando per spiegarci perché dovreste avere questo voto all'interno di quest'aula. Voi non avete bisogno del voto di quest'aula, voi avete già il voto concordato nelle vostre riunioni in maggioranza, nelle vostre trattative fatte solo fra di voi e quest'aula viene trattata come il teatrino in cui portate avanti i vostri burattini. Noi siamo contrari a questa visione del Consiglio regionale fatta in questa maniera. Noi confidavamo in un Governo istituzionale in cui il rispetto delle istituzioni fosse presente e, purtroppo, non lo abbiamo assolutamente visto da questa maggioranza, come non lo avevamo visto peraltro dalla precedente maggioranza.

Noi non siamo stati citati nel discorso di Manfrin, ma tristemente ribadiamo in questo momento le stesse cose che abbiamo detto allora: che il programma è vago, che il programma è scarno, che non si capisce nemmeno se sia di emergenza o di legislatura. Avreste potuto chiarircelo a voce e non l'avete fatto, questo quindi torna ad essere, purtroppo, quello che il Presidente Fosson ha dichiarato che non era, cioè solo un Governo di spartizione delle poltrone del potere esecutivo e delle poltrone del potere legislativo, un Governo di spartizione probabilmente delle risorse regionali, perché è un Governo che nasce solo per mettere mano al bilancio e tristemente probabilmente un Governo di spartizione delle poche speranze che hanno ancora i valdostani di realizzare qualcosa con il loro voto.

Io non farò un pronostico, com'è stato fatto da altri numerosi rappresentanti della minoranza su quanto potrà durare questo Governo, perché chi sa quanto dura un Governo è solo la maggioranza, solo loro sanno se sono 18, se dureranno, se non dureranno, quanto andranno avanti. Qualcosa però mi sento di dire come pronostico: questo è un Governo di sparizione. Quando i valdostani avranno potuto confrontarsi di nuovo con la vostra vecchia politica, fatta di annunci vaghi come quelli che abbiamo letto nel vostro programma, ma nemmeno sentito in quest'aula, probabilmente molte delle persone presenti in quest'aula spariranno. Rimarrete attaccati alla vostra poltrona per quattro anni e mezzo oppure meno? Questo è l'unico dilemma in questo momento. Il nostro voto naturalmente sarà di non appoggio all'attuale mozione di sfiducia presentata.

Presidente - La parola al Consigliere Manfrin per dichiarazione di voto.

Manfrin (LEGA VDA) - Credo di aver esaurito un po' l'argomento con gli interventi, dico semplicemente che è stato particolarmente divertente vedere il futuro Presidente Fosson che risponde ai suoi stessi membri della maggioranza, perché io ho citato ovviamente quello che era stato detto in aula e lui ha risposto alle stesse dichiarazioni che erano state fatte qui da coloro che oggi si apprestano a sostenerlo. È stato quindi particolarmente divertente fare un dibattito da solo con sé stesso e con i suoi membri, mi auguro che il prosieguo sarà diverso.

Mi limito ora a indicare i candidati dell'opposizione per le cariche dell'Ufficio di Presidenza: proponiamo per la carica di Vicepresidente il collega Luca Distort e per la carica di Segretario il collega Luigi Vesan.

Il voto sulla mozione di sfiducia sarà chiaramente contro questa nuova maggioranza.