Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2764 del 23 maggio 2017 - Resoconto

OGGETTO N. 2764/XIV - Inizio della discussione generale congiunta del piano di ristrutturazione aziendale di Casino de la Vallée S.p.A., ai sensi della legge regionale 10 febbraio 2017, n. 2, e del disegno di legge n. 106 (Disposizioni urgenti per il finanziamento del piano di ristrutturazione aziendale di Casino de la Vallée S.p.A., in attuazione della legge regionale 10 febbraio 2017, n. 2).

Rosset (Presidente) - Punto n. 19.01, che discutiamo, come concordato in Conferenza dei Capigruppo, insieme al punto n. 19.02. Qualcuno chiede la parola? Ha chiesto la parola il Consigliere Padovani, ne ha facoltà.

Padovani (GM) - Il presente disegno di legge costituisce attuazione della legge regionale 10 febbraio 2017, n. 2, concernente: "Disposizioni urgenti per il risanamento finanziario della Casino de la Vallée S.p.A.", approvata all'unanimità dal Consiglio regionale per garantire un adeguato sostegno finanziario alla Casino de la Vallée.

La situazione di gravissima crisi finanziaria operativa e strutturale in cui versa la società impone un deciso cambio di rotta volto a riqualificare una Casa da gioco ad oggi interamente pubblica, che, operando in regime di sostanziale privativa nazionale, conserva potenzialità che devono essere necessariamente sfruttate, anche per garantire alla Regione le importanti entrate economiche, dirette e indirette, che da tale settore possono ancora derivare. La crisi - lo sappiamo - trae origine da scelte non sufficientemente ponderate, aggravate dal fatto di essere state effettuate in un momento storico in cui, a fronte della generale difficoltà del settore del gioco d'azzardo legale italiano, risultava e risulta ancora più importante improntare, come invece non è stato fatto, il modello gestionale e le strategie di marketing alla massima oculatezza e lungimiranza, al fine di mantenere e incrementare un adeguato posizionamento di mercato foriero di ricadute positive sul territorio.

L'avvio nel mese di febbraio della procedura di licenziamento collettivo per 264 dei 648 dipendenti ci ha restituito, dopo anni di assenza di progettualità, la fotografia di un fallimento che obbliga il socio Regione ad un atto di responsabilità per evitare, nell'ambito di un solido progetto di ristrutturazione aziendale, le gravi ripercussioni sociali che si avrebbero qualora la predetta procedura fosse portata avanti. Il primo passo per cercare di affrontare questa drammatica situazione è stato fatto con l'approvazione della legge regionale 10 febbraio 2017, n. 2, approvata all'unanimità dal Consiglio regionale, con la quale si è voluto dare un chiaro segnale di discontinuità rispetto al passato, subordinando il sostegno finanziario regionale alla Casino de la Vallée S.p.A. alla predisposizione da parte della società di un piano di ristrutturazione aziendale finalizzato alla valorizzazione degli investimenti e alla riduzione dei costi che assicuri il raggiungimento dell'equilibrio economico-finanziario, la cui attuazione deve essere soggetta ad un monitoraggio periodico da parte del Consiglio regionale.

Detto piano è stato elaborato su impulso del nuovo Amministratore unico, nominato al vertice della società in data 24 marzo 2017, in collaborazione con un pool di professionisti esperti aziendalisti e giuslavoristi in attuazione di quanto previsto dalla richiamata legge regionale n. 2/2017. Dopo aver analizzato i punti di forza e di debolezza della Casa da gioco, il piano individua le azioni da sviluppare al fine di ottenere una concreta riduzione dei costi e un miglioramento del business. Si tratta di iniziative innovative, che, oltre alla riorganizzazione delle sale da gioco e al rilancio del resort & hotel, individuano, ad esempio, nello sviluppo del gioco on line e virtuale, come peraltro del gioco lavorato, l'unico che a livello nazionale non conosce crisi, una possibilità di incremento delle quote di mercato da cui possono derivare ricadute positive.

Quanto alla ristrutturazione dei costi del personale, il piano, oltre a prospettare la prosecuzione del cosiddetto "percorso Fornero" iniziato nel 2015, mira, in linea con quanto auspicato dalla maggioranza regionale, ad evitare i licenziamenti collettivi previsti dalla procedura avviata il 20 febbraio 2017. Per implementare il rilancio e lo sviluppo della società che, garantendo un incremento dei ricavi ed una riduzione dei costi, faciliteranno l'accesso al credito bancario, il piano ritiene in ogni caso necessario un finanziamento pubblico di complessivi 20 milioni di euro, la cui erogazione, coerentemente con quanto previsto dalla legge regionale n. 2/2017, resta strettamente subordinata alla verifica dello stato di attuazione delle azioni previste. Ciò rappresenta un importante segnale di discontinuità rispetto al passato, perché significa che il socio Regione, fatto salvo l'anticipo necessario per garantire l'immediato avvio dell'attuazione delle iniziative previste dal piano, non potrà più essere chiamato ad erogare finanziamenti non direttamente connessi e conseguenti alla concreta realizzazione delle misure di rilancio, sviluppo e ristrutturazione che lo stesso Consiglio regionale sarà chiamato a verificare. Lo scopo è quindi quello di avviare una riforma del modello di gestione e di controllo che scongiuri interventi slegati da una seria programmazione aziendale che riguardi il futuro.

Il presente disegno di legge, in considerazione degli interventi prospettati dal piano di rilancio e sviluppo, autorizza la Regione a sottoscrivere un versamento in conto capitale di 20 milioni di euro alla società Casino de la Vallée da versare per il tramite di Finaosta in tre tranche in considerazione dell'effettivo stato di attuazione del piano di ristrutturazione aziendale, in relazione sia alla prevista riduzione dei costi, sia alla programmata realizzazione delle attività di sviluppo e di investimento dirette all'incremento di redditività aziendale.

Il presente disegno di legge si compone di tre articoli. L'articolo 1, al comma 1, autorizza la Regione a sostenere finanziariamente la Casino de la Vallée nelle iniziative di riduzione dei costi, di sviluppo e di valorizzazione degli investimenti previste dal piano della ristrutturazione aziendale in attuazione della legge regionale n. 2/2017 mediante un versamento in conto capitale per euro 14 milioni per l'anno 2017 ed euro 6 milioni per l'anno 2018. Il comma 2 del medesimo articolo dilaziona il versamento in tre distinti momenti: all'atto della sottoscrizione, al 30 settembre 2017 e al 30 giugno 2018, sulla base della programmazione, anche temporale, contemplata nel piano di ristrutturazione aziendale, che, come detto, indica le azioni da intraprendere subordinando alla loro concreta verifica l'erogazione del finanziamento pubblico. Al comma 3 è prevista la concessione di garanzie fideiussorie a sostegno degli affidamenti bancari della società, correlati agli oneri da essa sostenuti per l'avvio degli interventi previsti dal piano. L'articolo 2 reca le occorrenti disposizioni finanziarie. L'articolo 3 reca infine la dichiarazione d'urgenza.

Sono stati poi presentati due emendamenti dall'Assessore Chatrian, che posso cominciare ad illustrare. L'emendamento n. 1 aggiunge, dopo il comma 2 dell'articolo 1, il comma 2bis, che dice: "la Regione, ove occorra, è inoltre autorizzata, per il tramite di Finaosta, a concedere una garanzia, nel limite di euro 7,2 milioni a sostegno di nuovi affidamenti bancari per l'attuazione del piano di ristrutturazione aziendale, a mezzo di fideiussione con durata massima fino al 31 dicembre, con rinuncia espressa alla preventiva escussione del debitore principale, mediante accantonamento, per pari importo, a valere sulle risorse del fondo di dotazione della gestione speciale costituito presso Finaosta ai sensi dell'articolo 6 della legge regionale 16 marzo 2006...".

Mentre l'emendamento n. 2 al comma 1 dell'articolo 2 prevede che le parole: "ai sensi dell'articolo 6 della legge regionale 16 marzo 2006, n. 7 (Nuove disposizioni concernenti la società finanziaria regionale Finaosta. Abrogazione della legge regionale 28 giugno 1982), all'uopo incrementate, per euro 20 milioni", siano sostituite dalle seguenti: "all'uopo incrementate, per euro 27,2 milioni", tenendo presente che comunque nell'emendamento n. 1 questi 7,2 milioni saranno controgarantiti per sei mesi dal socio Regione ove occorra. Io ho finito, mi riservo poi di dire in discussione generale altre cose.

Presidente - Siamo in discussione generale. Ha chiesto la parola l'Assessore Chatrian, ne ha facoltà.

Chatrian (ALPE) - Ringrazio il collega Padovani per la sua ricca relazione su un tema importante e complesso. Con questi due atti la Giunta regionale sottopone oggi al Consiglio in prima battuta il piano di ristrutturazione aziendale della Casa da gioco ai sensi della legge n. 2/2017 e, in seconda battuta, il sostegno a questo piano. Oggi c'è un piano e c'è un disegno di legge che va a sostenere le azioni, le misure, le idee che sono inserite all'interno del piano, redatto da un pool di professionisti.

Permettetemi una breve ricostruzione degli eventi che ci hanno portato al raggiungimento di questa tappa, che ritengo fondamentale per il futuro della nostra Casa da gioco e di una fetta importante della nostra economia. In quest'aula il 14 dicembre 2016, durante il dibattito sulla legge di stabilità e sul bilancio di previsione, quest'Assemblea ha approvato un ordine del giorno che, fatte le debite premesse, impegnava il Governo regionale a condizionare qualsiasi altro aiuto pubblico al Saint-Vincent Resort & Casino alla presentazione in II Commissione consiliare, entro il 31 gennaio 2017, di un piano di riorganizzazione certo, strategico e misurabile. Alla II Commissione entro quella data non fu presentato nessun piano, furono però fatte numerose audizioni dell'Amministratore unico e del Collegio sindacale da cui emersero due necessità impellenti: il fabbisogno finanziario nel breve termine della Casa da gioco e soprattutto una totale riorganizzazione all'interno della macchina aziendale. Tant'è vero che il 7 febbraio 2017, in sede di dibattito sulla proposta di legge n. 100, che poi diventò legge, fu approvato un secondo ordine del giorno che impegnava il Governo regionale a rivedere radicalmente l'organizzazione della Casa da gioco (Amministratore unico, Collegio sindacale, i quadri con funzioni di responsabilità nei settori del personale, gioco, marketing e relazioni sindacali), a verificare la reale situazione gestionale e a valutarne l'eventuale necessità di finanziamento legata all'attuazione del piano di rilancio. In sintesi, prima si discute sul piano prima si deve fare una radiografia attenta di quali sono soprattutto le criticità maggiori di questa che è un'importante azienda valdostana a totale partecipazione pubblica, e poi eventualmente la si sostiene con un provvedimento legislativo: questo fu il centro del dibattito nei mesi da ottobre a febbraio. Nella stessa seduta fu poi approvata la legge: "Disposizioni urgenti per il risanamento finanziario della Casino de la Vallée" a cui noi oggi diamo piena attuazione presentando a questo Consiglio il piano di ristrutturazione aziendale predisposto dalla società che non esito a definire un buon lavoro.

In data 10 maggio 2017 l'avvocato Giulio Di Matteo, Amministratore unico nominato dall'assemblea dei soci il 24 marzo 2017, ha consegnato alla Regione il piano elaborato con il supporto di un pool di professionisti giuslavoristi e aziendalisti - esperti di hôtellerie e marketing - e tecnici di gioco, coordinati dalla società Deloitte, individuati dalla società mediante procedura ad evidenza pubblica. Passaggio importante che vorrei sottolineare: questo piano, per quanto riguarda non la parte finanziaria ma la parte relativa al gioco e alla hôtellerie, è stato redatto da dei professionisti che fanno quello di mestiere, dei professionisti di fama nazionale, e non solo, e che hanno inserito all'interno del piano azioni, idee, migliorie e soprattutto proposte tali da creare le condizioni per risollevare un'azienda di importanza a livello regionale. La scelta è stata obbligata, le imprese in difficoltà, quando devono fare scelte strategiche, operative e organizzative cruciali per la loro sopravvivenza e la loro crescita, si affidano a consulenti esperti. La consulenza su misura è un'insostituibile forma di collaborazione per i manager che devono prendere decisioni che hanno un impatto rilevante sull'organizzazione e sulle persone.

In data 11 maggio 2017 la Giunta regionale, dopo aver esaminato il piano di ristrutturazione aziendale nei dettagli e aver rilevato che il documento è stato redatto in conformità alla previsione della legge n. 2, e che è completo nelle varie parti, ha deliberato di sottoporlo al Consiglio regionale per la sua approvazione. Oggi siamo qui a confrontarci sia sul piano che è stato illustrato nelle sedi opportune e a proporlo al Consiglio affinché provveda a deliberare le modalità di erogazione, lo diceva bene il collega Padovani, del finanziamento regionale - ed è anche questa una novità - in tre soluzioni: la richiesta ai tecnici professionisti che hanno elaborato il piano di produrre un'analisi trimestrale sull'andamento delle azioni poste in essere che attesti la progressiva realizzazione del piano è un'altra novità che è stata inserita in legge il 7 febbraio 2017. Peraltro noi pensiamo con tutta onestà che si debba monitorare l'avanzamento del piano. Siamo obbligati a controllare se le azioni vengono messe in campo; siamo obbligati a sapere, in quanto socio, in quanto comunità valdostana, come verranno utilizzate le risorse pubbliche. Risorse pubbliche che all'interno del disegno di legge sono declinate in tre tranche: 8 milioni subito per i motivi che vi illustrerò fra poco, che sono già stati illustrati anche dal collega, e le altre due tranche: quindi 8 più 6 più 6 al raggiungimento di risultati, di obiettivi raggiunti e soprattutto di certezze. Ci rendiamo conto che su questo dossier la comunità valdostana tutta è sempre più attenta e richiede da parte nostra uno sforzo diverso, uno sforzo aggiuntivo in termini di garanzie al socio, in questo caso al Consiglio regionale, ma soprattutto - noi ne siamo certi - alla comunità tutta. La proposta di deliberazione al Consiglio prevede anche il rinvio ad una successiva deliberazione delle modificazioni del disciplinare - pur piccole che siano, (poi entrerò nel merito successivamente) -, il rinvio a successivi atti della rimodulazione temporale dei piani di ammortamento e dei mutui in essere con Finaosta e di dare atto che il finanziamento previsto nel piano troverà copertura con risorse autorizzate, come dicevo poc'anzi. I due atti quindi sono l'approvazione del piano con una deliberazione di Consiglio e il disegno di legge.

C'è una precisazione importante da fare, non lo nascondiamo, come già annunciato dal collega Padovani: questo emendamento non muta assolutamente il disegno di legge e non muta il piano. L'emendamento proposto oggi in aula vorrei illustrarvelo nel merito, non nella forma. Sin da subito l'Amministratore unico e il suo staff hanno iniziato un percorso con il sistema bancario; percorso irto di difficoltà, perché la credibilità dell'azienda, in un momento di difficoltà generale, non è così alta per un mondo che, come sappiamo bene, prima di fare certi passi, deve valutare attentamente le operazioni. L'esito di queste interlocuzioni informali ha contribuito alla stesura e alla presentazione del piano, ma è logico che il sistema bancario - non ce lo nascondiamo - si pronuncerà solo dopo l'approvazione da parte di questo Consiglio regionale, del socio Regione. Il piano oggi oggetto di approvazione da parte del Consiglio costituirà anche un elemento fondamentale per il sistema bancario. L'Amministratore unico ha riferito il generale apprezzamento del sistema bancario di quanto proposto nel piano e di quanto sta facendo la Regione. Alcune banche si sono già espresse formalmente sulla richiesta di concedere credito alla Casino, altre hanno procedure interne più complesse, che non hanno permesso di completare l'iter in tempi coerenti con l'adunanza del Consiglio regionale.

L'azienda ha una criticità legata ai tempi, in particolare alla scadenza del 31 maggio 2017. Il rispetto di tale data è fondamentale per l'avvio e la realizzazione delle ipotesi contenute nel piano stesso: onorare quello che l'azienda non ha onorato nell'ottobre 2016 è imprescindibile, deve essere onorato e c'è una scadenza. Alla data odierna una banca ha espresso la disponibilità ad emettere una fideiussione a favore della Casino entro il 31 maggio, richiedendo tuttavia una garanzia ulteriore: quella inserita come opzione all'interno dell'emendamento, quindi una garanzia temporanea limitata, con una scadenza al 31 dicembre 2017, per assicurare il concreto avvio del piano. Per questo l'emendamento proposto presenta una formulazione "ove occorra", per avere una certezza, perché l'azienda abbia la possibilità di onorare gli impegni assunti nell'ottobre 2016 e non ancora onorati dopo circa otto mesi. A motivo del fatto che, se nei prossimi giorni le banche che non hanno ancora formalmente assunto l'impegno a finanziare l'avvio del piano dovessero confermare quanto comunicato informalmente, la garanzia autorizzata con l'emendamento non sarebbe necessaria. È per questo motivo che è un'opzione: se non ce ne sarà bisogno, non si utilizzerà quella opzione, ma se ce ne sarà bisogno, sarà utilizzata per onorare gli impegni che l'azienda ha assunto con 41 lavoratori nell'ottobre 2016.

La Giunta ha preso atto che il piano contiene concrete prospettive di recupero della redditività della società Casino de la Vallée e concrete possibilità di raggiungimento dell'equilibrio economico-finanziario a partire dal 2019. Il documento prevede - declinate in modo chiaro e ben ponderate - specifiche azioni di rilancio delle attività, sia nel settore dei giochi che nel settore alberghiero, e specifiche azioni di riduzione dei costi tali da garantire un'adeguata valorizzazione degli investimenti effettuati dalla società.

Due parole sono alla base del percorso che quest'Amministrazione regionale e la nuova governance del Casinò hanno intrapreso in questi due mesi: chiarezza e prudenza. Chiarezza nell'evidenziare la situazione di crisi economica e finanziaria della Casa da gioco, chiarezza nell'evidenziare le problematiche dell'elevato costo del lavoro rispetto agli introiti e al calo dei ricavi (73 percento), ma anche nell'affermare che è compito del socio creare le condizioni per salvaguardare i posti di lavoro, prudenza nelle valutazioni e nelle stime contenute dei ricavi previste dal piano industriale.

In questi giorni di esame del piano da parte della commissione consiliare, ho sentito diverse opinioni e diverse osservazioni sulla troppa prudenza del piano e sul fatto che le previsioni del piano siano allineate perfettamente al 2015. Vorrei fare un inciso: il 2016 è stato molto peggiore rispetto al 2015. Voi sapete che, per invertire la rotta e far ripartire un termometro al contrario, quindi invertire quella rotta in declino, non è sufficiente qualche settimana o qualche mese, ma ci vanno azioni, misure, concretezza e tempo. Non parole, ma fatti, quindi. Il riferimento agli introiti lordi del 2015 è un passaggio praticamente obbligato, visti i risultati del 2016, raggiungere nuovamente quei ricavi sarebbe comunque un miglioramento. Ho sentito anche lodi e richiami ai precedenti piani del 2013. In merito giova ricordare che le previsioni dei ricavi delle attività di gioco fatte nel 2013 per il triennio 2014-2016 erano rispettivamente di 75 milioni, 81 e 86. I ricavi effettivi sono stati circa 64 nel 2014 e 59 nel 2015 per quanto riguarda i giochi. Penso che non ci sia niente da aggiungere su questo tema e poco importa perché l'intenzione del sottoscritto, di questo Governo, di questa maggioranza è trovare delle soluzioni per il domani, a breve, a medio e a lungo termine.

È un piano concreto, che non contempla sogni o voli pindarici. Si concentra, invece, sulle linee guida del progetto di ristrutturazione elaborate partendo da un'attenta analisi, che è fondamentale in un'azienda, quasi una radiografia dell'azienda che obiettivamente è ridotta in pessime condizioni. Il termine tecnico per definire le condizioni dell'azienda è destrutturata: mancano le figure di riferimento, le figure apicali fondamentali per un'azienda di queste dimensioni, tanto per fare degli esempi: non c'è un direttore del personale, non c'è un direttore generale, non c'è un responsabile amministrativo, ho fatto tre esempi per non tediarvi. Penso che queste carenze rispecchino molto bene lo stato dell'arte di un'azienda che ha 650 dipendenti, un'azienda che fattura più di 60 milioni di euro, eppure è mancante di tre figure essenziali per un'azienda di questo peso. La Casa da gioco è, dal punto di vista organizzativo, abbandonata a sé stessa, poche sono le strategie e soprattutto pochi sono gli strumenti di controllo al suo interno.

Due considerazioni sulla gestione finanziaria. Le ultime iniezioni di liquidità fatte dalla Regione sono servite a coprire solo parzialmente i costi di ristrutturazione immobiliare, senza che si sia provveduto a pianificare un loro possibile rientro attraverso la rivalorizzazione degli immobili rinnovati, com'è buona norma per ogni investimento societario. Qualche domanda sorge davvero spontanea: perché i vertici societari e il collegio sindacale, in presenza di una situazione di tensione finanziaria e di risultati di esercizio così ampiamente negativi, non si sono posti il problema di assumere per tempo i dovuti provvedimenti? Forse perché era più semplice chiedere alla Regione, al socio, alla comunità tutta, perché poi parliamo della comunità valdostana, piuttosto che industriarsi a cercare soluzioni all'interno dell'azienda, infatti si era instaurata una consuetudine: il Casinò chiedeva i soldi, la Regione pagava. È quello che è avvenuto quando l'Amministratore unico Frigerio ha presentato il piano di ristrutturazione immobiliare, il Consiglio ha approvato in due incontri diversi (2009 e 2010) il piano e allegato al piano c'era anche un computo metrico, la stima mi sembra variasse intorno agli 82 milioni di euro. Al termine del 2013, i lavori sono stati ultimati e le spese però sono state più alte di quell'allegato presentato in Consiglio: 89 milioni di euro gli investimenti capitalizzati all'incirca, (89,6), 30,6 milioni sono invece gli investimenti spesati, per una somma di circa 121 milioni di euro.

C'è comunque un elemento importante che vorrei mettere in evidenza. L'unico l'elemento certo - lo dico con totale onestà intellettuale - è che durante l'effettuazione dei lavori la società, d'intesa con la Regione, ha proseguito senza interruzione la propria attività aziendale: non è un fatto secondario, è un fatto comunque importante, che ha permesso di mantenere aperta l'azienda e gli hôtel.

Questa Giunta si è insediata il 10 marzo 2017 e si è trovata ad affrontare il "dossier Casinò", conscia della complessità, delle difficoltà e delle criticità che ho cercato di evidenziare poc'anzi. E cosa ci siamo trovati? Una procedura di licenziamento collettivo che interessa in maniera trasversale tutta l'azienda, prevedendo tagli lineari al personale; un accordo avviato per l'uscita anticipata di 41 dipendenti con il "percorso Fornero", impattante sulle finanze aziendali e peraltro ad oggi non ancora onorato; la disdetta unilaterale di tutta la contrattazione collettiva in una logica di superamento unilaterale di un sistema di gestione consolidato, a cui si propone di rinunciare, suggerendo un approdo a decorrere dal 1° gennaio 2018 alla contrattazione collettiva del settore turismo; un rapporto tra i ricavi complessivi dell'azienda e costo del personale attestato nel 2016 all'ingestibile soglia che va oltre il 70 percento; una perdita di quote di mercato continua, superiore a quella delle altre case da gioco italiane, nonostante i 100 milioni e più di investimento fatti solo pochi anni fa. Nei fatti, una situazione economica finanziaria quanto meno - permettetemi il termine - difficile.

Ho sentito in questi giorni il grido d'allarme, alquanto inusuale per la verità, da parte dell'organo di controllo sulla carenza di liquidità in cui si trova e si troverà nei prossimi mesi. Ho trovato strano, devo dire molto strano, che il collegio, così solerte in questi giorni, in queste settimane, nulla abbia scritto nel momento in cui certi amministratori unici hanno presentato dei piani che si sono rivelati nei mesi successivi...come posso dire per essere educato? Quanto meno non attendibili. Molto strano quando sono state presentate anche delle proposte, nulla è stato scritto nero su bianco dal collegio sindacale...come dire? Chacun a son rôle! Il nostro è un ruolo politico, qualcun altro ha un altro ruolo in azienda.

Per meglio inquadrare la situazione del Casinò, vi elenco alcuni dati economici e finanziari che immagino tutti abbiate avuto modo di verificare. I ricavi del 2016 sono diminuiti di quasi il 7 percento rispetto al 2015; i costi diminuiscono rispetto al 2015, il costo del personale diminuisce leggermente ma rimane sopra il 72 percento.

Vorrei invece declinare meglio un passaggio importante: più volte in quest'aula è stata affrontata l'annosa criticità delle imposte anticipate. La perdita di esercizio per il 2016 è di circa 40 milioni di euro ed è influenzata dalla svalutazione nel 2016 dei crediti per imposte differite già nei bilanci degli esercizi precedenti per circa 22 milioni di euro. Il credito è stato stralciato per il rispetto del principio di prudenza nella redazione del bilancio. Vorrei fare una precisazione: per poter effettivamente recuperare questo credito, adesso praticamente stralciato, la Casa da gioco avrebbe dovuto avere utili netti in cinque anni per circa 80 milioni di euro. Utili, non ricavi. Tanto per parlare di donnée e per ricordare temi che abbiamo più volte affrontato in quest'aula.

Due atti veri, dicevo prima. L'approvazione di questo piano di ristrutturazione e il disegno di legge di finanziamento sono due atti veri dopo circa otto mesi, con i quali la Giunta propone al Consiglio regionale di fornire quanto necessario per rilanciare l'azienda nei suoi due settori di attività (giochi e alberghiero) e soprattutto la parte forse più importante: stabilire le condizioni a cui la società deve sottostare per creare quelle condizioni di rilancio necessarie per il riequilibrio di bilancio. E propone di fornire un aiuto suddiviso in tre tranche se ci sarà il raggiungimento degli obiettivi: la prima di 8 milioni entro il 31 maggio per permettere all'azienda di continuare l'attività, a cui si aggiunge la possibilità della concessione di garanzia a mezzo di fideiussione; la seconda di 6 milioni entro il 30 settembre 2017 - è una novità rispetto al passato, rispetto a come sono state affrontate le ricapitalizzazioni, piuttosto che il versamento in conto capitale - qualora sia verificato il concreto avvio del percorso di riduzione dei costi del personale e l'adozione del nuovo modello organizzativo previsto dal piano; la terza e ultima tranche di 6 milioni a fine luglio 2018 qualora si sia progrediti nel percorso di riorganizzazione e di riduzione dei costi.

Il piano che presentiamo all'approvazione dell'aula è essenzialmente un piano di rilancio e di sviluppo finalizzato alla valorizzazione degli investimenti e anche alla riduzione dei costi...come dire? creare le condizioni a tranche per mettere in sicurezza l'azienda.

Per quanto riguarda i ricavi, il fatturato è previsto in crescita annua del 2,9 percento. L'indicatore che più volte abbiamo utilizzato in quest'aula: il Margine Operativo Lordo (MOL) - che è un po' il termometro della solidità e dell'appetibilità di un'azienda, evidenzia il reddito della gestione operativa senza tenere conto degli oneri finanziari, delle imposte, svalutazioni e ammortamenti che hanno il loro peso, soprattutto gli ammortamenti, in conseguenza degli investimenti realizzati - mostra una crescita progressiva sia in termini relativi che assoluti passando dal valore negativo del 2016 ad un valore positivo anche se ridotto già dal primo anno, probabilmente in applicazione del piano nel 2017. I costi della produzione, in diminuzione nei primi due anni del piano, si assestano sulla somma complessiva di circa 59 milioni di euro: sto parlando di costi.

Ci tengo ad evidenziare che il piano è il frutto del lavoro di squadra di un gruppo intersettoriale e che per la prima volta le previsioni sono frutto di analisi e valutazioni da parte di esperti degli specifici settori e attività: il dottor Giovannini per quanto riguarda il settore giochi lavorati, il dottor Marino per quanto riguarda le slot, on line e live e il dottor Botta per quanto guarda invece l'hôtellerie, l'attività congressuale e la relativa S.p.A.. I ricavi dell'area giochi nel 2017 registrano una flessione del 2,3, in linea con l'andamento generale del mercato di riferimento. Successivamente il tasso di crescita previsto è lievemente positivo, forse troppo prudenziale, del 2,5 percento, dovuto ad una continua e organizzata attività di marketing e al miglioramento dell'organizzazione. Non entrerò nel dettaglio, anche perché non è mio compito, noi abbiamo un altro ruolo, i tecnici hanno avuto modo di illustrare in commissione quali saranno le azioni da mettere in campo subito, e nel medio e lungo termine. Penso quindi che, rispetto alle misure che vi sono state illustrate in commissione, poco ci sia da aggiungere.

Per quanto riguarda l'area hôtel, che forse è l'unità produttiva che in questo momento ha più potenzialità nel brevissimo termine, farei due puntualizzazioni: la prima, le grandi potenzialità che ha questa struttura; la seconda, il processo di ristrutturazione non sarà portato a termine nel giro di qualche settimana o qualche mese. È da tenere sempre presente che questo Consiglio ha votato anche una modifica legislativa: quella di valutare se è opportuno, se è necessario, se ha senso affittare il ramo d'azienda tramite un bando per far gestire l'hôtel da terzi. Io penso che, come farebbe un buon imprenditore, prima di mettere sul mercato un'unità produttiva, è necessario renderla appetibile affinché il mercato possa dare dei riscontri positivi.

Il piano assicura il raggiungimento dell'equilibrio economico-finanziario all'inizio del 2019 e a quest'obiettivo dobbiamo comunque tendere: questo è un po' il faro imprescindibile di tale piano. La messa in sicurezza dell'azienda, però, non può prescindere da una riorganizzazione generale e anche dalla ristrutturazione dei costi del personale, la procedura va superata tra azienda e sindacati. Entro i tempi del suo completamento, andrà trovata la sintesi tra le esigenze dell'azienda di riportare i costi in equilibrio e di migliorare la sua efficienza, e le esigenze del personale di salvaguardare il posto di lavoro. Solo in questo modo possono essere poste le basi per un reale superamento della situazione attuale, al fine di garantire non solo la continuità aziendale, ma anche affrontare le sfide di competitività necessarie a prevedere per il futuro ritorni economici per il personale in presenza di una situazione vera di crescita.

Non ci saranno tagli lineari, le retribuzioni saranno valutate ed eventualmente riviste in base alle mansioni effettivamente svolte e adeguate alle competenze. Il metodo cambia totalmente rispetto a quanto avvenuto in passato e soprattutto rispetto alla procedura lanciata il 20 febbraio, quando i tagli hanno colpito nella stessa misura, senza una valutazione a monte delle singole posizioni, soprattutto senza una valutazione del fabbisogno dell'azienda. Se saranno necessari ridimensionamenti, dovrà applicarsi il principio della proporzionalità: ognuno dovrà contribuire in proporzione. In presenza dell'attuale quadro aziendale e degli obiettivi che ci siamo dati, Regione e società, diventa importante comprendere che non è più possibile far finta di nulla, muoversi come se le esigenze di intervenire sugli esuberi strutturali, di riduzione del costo del personale e del miglioramento dell'efficienza non vi siano.

Concludo precisando che l'avanzamento del piano sarà sottoposto ad un monitoraggio trimestrale, per controllare che le misure previste siano effettivamente applicate, fino al raggiungimento del pareggio di bilancio. I risultati del monitoraggio saranno sottoposti all'attenzione del Consiglio regionale come prevede la legge n. 2.

Ancora due passaggi importanti. Sono andato a rileggere i precedenti Piani e ho potuto constatare come l'Amministratore unico in carica dal 2008 al 2014, a settembre 2013, quindi a soli quattro mesi dall'inizio del nuovo anno, prevedeva per l'attività di gioco nel 2014 ricavi per 75 milioni di euro, i proventi invece furono di 12 milioni in meno. Per il 2015 e il 2016 prevedeva ricavi per 81 e 86 milioni, mentre e i proventi furono invece di 64 e 57 milioni. Analoga situazione si ripeté nel novembre 2015: si lanciavano proiezioni ottimistiche sulle entrate per ben 68 milioni di euro, il risultato si rivelò modestamente pari a 57 milioni, quasi 11 milioni di euro in meno. Non ci interessano le polemiche e gli attacchi scomposti a cui abbiamo assistito in questi giorni, proprio non ci toccano, non mi interessano. Sono personalmente convinto di aver contribuito a dare una speranza per il futuro ad una realtà produttiva unica e imprescindibile per lo sviluppo turistico ricettivo e occupazionale di una buona fetta di Valle d'Aosta, perché comunque sappiamo l'importanza di quest'azienda. Da domani, se questo piano, se il disegno di legge saranno approvati da questo Consiglio, la società avrà un compito da svolgere: attuare le misure del piano. Risanato il risanabile, nei mesi e negli anni a venire dovrà riorganizzare e produrre: riorganizzare vuol dire modificare situazioni di privilegio, abitudini consolidate, regole superate; produrre vuol dire adattarsi alla realtà, innovare, cambiare mentalità tutti insieme, ognuno per il proprio ruolo. L'impegno è difficile, me ne rendo conto, ma non impossibile. La politica ha cercato di fare la sua parte, però d'ora in poi dovrà rimanere fuori dall'azienda, fuori dalla Casa da gioco, fuori dal Casinò, ma presente nelle sedi dovute per assicurare la sua indispensabile funzione di indirizzo e di controllo.

Ringrazio, oltre al relatore, il Presidente Morelli della IV Commissione, il Presidente Fabbri della II Commissione, tutti i loro membri per la celerità con la quale hanno svolto il loro lavoro. Colgo l'occasione per ringraziare il pool di professionisti che ha redatto il piano con professionalità ed encomiabile entusiasmo; le forze sindacali con le quali in questi due mesi abbiamo avuto modo di confrontarci, in maniera anche serrata, numerosissime volte. Ringrazio anche il supporto dei Coordinatori del Dipartimento del bilancio e del Dipartimento legislativo e tutti i collaboratori dell'Assessorato, la mia Segreteria e i colleghi che hanno contribuito comunque a redarre questi due atti così importanti: è da otto mesi che si aspettava una proposta in Consiglio regionale... Ringrazio anche il personale dell'azienda, con l'auspicio che ci siano le condizioni per ricreare serenità nei rapporti, per rilanciare comunque una macchina che ha grandi potenzialità, e tutto il personale che ha collaborato con noi per redigere i due provvedimenti.

Presidente - Siamo in discussione generale, qualcuno intende prendere la parola? Chiederei la gentilezza a chi intende intervenire di prenotarsi. Ci sono richieste? Ha chiesto la parola il collega Perron, ne ha facoltà.

Perron (UV) - Anticipo già che mi riservo dopo il dibattito di intervenire nuovamente, ma credo siano da parte nostra necessarie alcune considerazioni.

Io capisco l'urgenza di questo dossier, collega Chatrian, però lei ha veramente bruciato i tempi. I tempi non sono stati rispettosi perché, non facendo parte della commissione, ho voluto responsabilmente provare ad analizzare tutte queste audizioni, studiare i dossier. Ci troviamo oggi martedì dopo aver ricevuto soltanto nel pomeriggio di ieri - legittimo, ma voglio farlo notare - tutti i resoconti che la IV Commissione ha fatto delle audizioni. Lo dico perché sul metodo ci siamo sentiti rimproverare dall'inizio della legislatura in differenti occasioni la mancata condivisione. Ora, sulla condivisione francamente, soprattutto da lei, collega Chatrian, ci siamo sentiti rimproverare delle cose che potremmo passare il pomeriggio a ricordare. Se l'impostazione che ha dato lei va nel segno della condivisione, per carità, mi permetta di dire che lei predica bene quando è in un ruolo, razzola male quando è in un altro, perché radicalmente cambia atteggiamento a seconda che lei occupi la posizione di Consigliere di opposizione o quella di Assessore, ma ci torniamo.

Come inizia, a mio modo di vedere, la sua gestione su questo dossier? Mi permetta di dire che inizia in modo confuso. Lei ha detto in condivisione con il Presidente Marquis, ma soprattutto lei, che occorreva una scelta di discontinuità rispetto a quello che si era fatto sinora e che quindi, rispetto all'impostazione che era stata data di un amministratore unico con un direttore, occorreva reimpostare un consiglio di amministrazione all'interno del Casinò. Nonostante che i colleghi della IV Commissione per settimane abbiano sollecitato e richiesto che lei facesse dei passaggi in commissione, nulla è avvenuto. Per fortuna, ci sono gli organi di informazione, dai quali abbiamo appreso che si sarebbe andati nella direzione di sostenere e di mettere un consiglio di amministrazione, salvo poi, per vicende sulle quali non voglio ritornare, la sera prima capire che la scelta del consiglio di amministrazione è stata improvvisamente accantonata ed è stata prescelta, è stata proposta la figura dell'amministratore unico.

Nessun cambio quindi dal punto di vista dell'impostazione, nessun cambio tanto annunciato di discontinuità rispetto a quello che era stato fatto finora. E cosa fa nei suoi primi passi questo neo Amministratore unico? Crea una squadra di consulenti per ogni cosa: un consulente per il legale, un consulente per la parte fiscale, un consulente per la parte marketing, un consulente, anzi più di uno, per la parte gioco, un consulente per l'area hotel, uno per l'area Casinò. Ovviamente tutti di fuori Valle, perché, in barba a quello che lei ha sempre detto in quest'aula che bisogna privilegiare le professionalità esistenti in Valle d'Aosta, bisogna ricercare del lavoro in Valle d'Aosta, bisogna premiare le figure professionali che esistono qui, non esiste un avvocato valdostano in grado di dare una consulenza in questo senso, non esiste un commercialista valdostano in grado di assistere, soltanto da un punto di vista dei bilanci, la società. Bisogna ricorrere completamente e totalmente a consulenti tutti di fuori Valle, con centinaia di migliaia di euro di parcelle, per farci assistere nella predisposizione di questo piano. Io mi chiedo se erano proprio necessari. Quel giorno che ho partecipato all'audizione della commissione - è un sentimento tutto mio - era quasi imbarazzante: c'erano più consulenti che commissari. Erano tra tutti, con qualche organo di direzione, 12 consulenti, più consulenti che membri della commissione. Io mi chiedo se era veramente necessario, con il dispendio di centinaia di migliaia di euro, andare verso un'impostazione di questo genere.

La cosa curiosa poi è che questo mega pool predispone questo piano con una premessa, i colleghi ci ritorneranno: la premessa di questo piano è che a pagina 4 questo grandioso pool di consulenti dice: "non vi è nessuna assicurazione che i valori determinati verranno raggiunti totalmente". Altro che quello che lei ha detto poc'anzi che il piano assicura il rientro nel 2019! Qui è specificato in modo molto chiaro: "non vi è nessuna assicurazione che i valori determinati verranno raggiunti totalmente o anche solo parzialmente". Per carità, hanno tentato, non convincendoci, in commissione di spiegarci cosa significava questa cosa. Ci permetta, Assessore, di dire che è un modo di mettere le mani avanti per chi si è assunto la responsabilità di voler dare un contributo nella direzione di chi non si vuole assumere fino in fondo le proprie responsabilità di ciò che scrive e di ciò che detta in un piano.

Entrando nel piano, sono 90 pagine. I piani si lasciano scrivere. Questo piano viene presentato come una delle grandi novità di discontinuità rispetto a prima. La relazione talebana del relatore va in questa direzione dicendo che, per fortuna, si è voluto rompere l'impostazione rispetto a prima, che occorreva un segnale di discontinuità. I piani c'erano: c'erano nell'epoca Frigerio, c'erano nell'epoca Scordato, ci sono anche in questa fase. Non è stato prima necessario attivare tutto questo pool di professionisti con il dispendio di centinaia di migliaia di euro, collega Padovani. Credo che chi si assume l'onere di gestire una società dovrebbe avere in sé anche le competenze e le professionalità per scrivere il piano e per poterlo attuare, facendo magari, perché no? - cosa che ci siamo sentiti rimproverare in tutta la legislatura - magari ricorso anche alle professionalità esistenti all'interno dell'azienda. Il piano inizia poi per un esame direi a pagina 11, dopo aver messo le mani avanti - ed è un leitmotiv che si ritrova in tutte le parti che il piano affronta - che qualunque risultato non potrà mai prescindere da una ristrutturazione dei costi del personale: questa è una costante che viene detta in tutte le parti. Quando si parla di marketing, bisogna fare riferimento alla contrattazione che ci sarà sul personale; quando si parla di gioco, i risultati nell'area del gioco sono subordinati a ciò che si otterrà nella contrattazione del personale. È sacrosanto procedere in questo senso, ma è quanto meno singolare che, facendo uno sforzo così grande di inventiva e di iniziativa, il tutto non può prescindere da una ristrutturazione dei costi del personale.

Poi praticamente si arriva a quelle che sono le idee, il cuore delle proposte per dire che, quando parliamo di piano di rilancio e di piano di sviluppo, il piano si basa su delle cose che sono assolutamente, anche per certi aspetti, Assessore, condivisibili, ma mi permetta di dire che sono delle cose anche ovvie. Dire che il piano si baserà sul rilancio dell'area giochi...lo abbiamo detto in tanti modi. L'area giochi andrà ad individuare nuove figure, nuove aree di clientela, tra queste viene curiosamente inserita la Thailandia, magari poi se ci chiarisce, o altri colleghi chiariranno il motivo per cui, ad esempio, è stata fatta questa elencazione come possibile mercato. Io sono curioso di sapere per il Casinò di Saint-Vincent quale sarà il riscontro sull'area thailandese, magari se ce lo precisa, sarebbe curioso capire.

Il marketing l'abbiamo declinato in tanti modi: nel momento in cui il piano evidenzia nuove iniziative di marketing, per carità, ma chi può essere contrario a una frase che dice: "è necessario fare nuove iniziative di marketing"? Purtroppo al marketing è dedicata soltanto una pagina, non c'è un'analisi approfondita, strutturata sull'opzione del marketing. Non c'è un ragionamento, almeno a nostro modo di vedere, compiuto, approfondito sulla ricerca di nuovi mercati, sulla fidelizzazione della clientela, sul recupero della clientela che magari ha abbandonato per vari motivi il Casinò. Da una parte si inserisce la ricerca del mercato thailandese, dall'altra parte non c'è un ragionamento sul mercato di prossimità, le regioni vicine, il mercato italiano. Neanche durante le audizioni, purtroppo, non ci è stato spiegato, non è stato approfondito cosa in concreto si immagina di fare su questo che è uno degli aspetti fondamentali per la ricerca o il recupero della clientela.

Vengono proposte nuove offerte di gioco. Per carità, nel momento in cui si può immaginare di offrire, come Casinò di Saint-Vincent, nuove offerte di gioco, chi può essere contrario? C'è però una filosofia in questo piano e la filosofia che ci è sembrato di scorgere è quella che, collega Chatrian, viene progressivamente abbandonato uno di quei pilastri che hanno sempre caratterizzato il Casino de la Vallée di Saint-Vincent: l'area dei giochi lavorati. Se c'è un'area per la quale il Casinò di Saint-Vincent era ed è conosciuto all'interno del panorama nazionale, è per la qualità che ha saputo offrire, anche attraverso i suoi employés, sul gioco lavorato. Il gioco lavorato viene progressivamente abbandonato e quello che sto dicendo trova conferma laddove si va - poi ci tornerò - a vedere la prospettiva dei ricavi. Il piano individua una serie di crescite nell'area slot, mentre sui giochi lavorati c'è una crescita sul prossimo anno e poi non c'è più una crescita. Lo stesso piano dice che sull'area giochi lavorati il Casinò di Saint-Vincent non crescerà più. È vero, lei ha precisato che bisogna avere degli approcci ottimistici. Io capisco la filosofia, ma sarebbe anche stato bene che con il pool di persone che si sono scomodate, Assessore Chatrian, con le centinaia di migliaia di euro di parcelle, che qualcuno avesse fatto lo sforzo per dirci: "anche sul gioco lavorato si immagina una timida crescita". Qui si mette già le mani avanti e si dice che il mercato del gioco lavorato non crescerà più. Per quattro anni di fila gli incassi sono fissati alla stessa percentuale. Questa è la prospettiva con la quale noi affrontiamo un piano di rilancio chiedendo l'intervento dell'Amministrazione regionale anche da un punto di vista finanziario? Questo è l'entusiasmo con il quale i consulenti consegnano questo piano a lei, Assessore, dicendo: "si crescerà ancora un altr'anno"? Perché, purtroppo, quest'anno è drammatico, poi il Casinò su quell'area lì non crescerà più, mettetevi il cuore in pace, il Casinò non crescerà più. Crescerà sull'area slot, crescerà poco sul Billia, non immaginando nulla di più perché segue assolutamente il trend che si è avuto in questi anni, il che porta a quella crescita timida, condivisibile ma timida, che lei ha annunciato, ma nella parte saliente del gioco, nella parte che ha sempre caratterizzato il Casino de la Vallée di Saint-Vincent è detto sin da ora nel piano che il Casinò non crescerà più.

Sul marketing trovo davvero singolare che si sia praticamente dedicata una pagina, è una pagina di intenzioni anche condivisibili. Lo dico da ex praticante della boxe - e sugli incontri sportivi che oggi trainano il mercato potrebbe dire meglio di me il collega Marguerettaz -: se oggi noi immaginiamo di rilanciare il Casino de la Vallée attraverso gli incontri della boxe da un punto di vista delle manifestazioni sportive all'interno del mondo sportivo, francamente mi sembra un po' debolino.

Poi va da sé, certo è che laddove si dice: "le iniziative sulle quali si lavorerà sono gli inviti, sono le grandi attrazioni, sono gli incontri sportivi, sono l'ospitalità, sono gli eventi food, sono la collaborazione per la ricerca di nuova clientela", collega Chatrian, sono delle enunciazioni di principio corrette, sulle quali sarebbe stato auspicabile avere qualcosa in più. Mi creda, io ieri mi sono riletto con attenzione tutti i verbali: se i consulenti auditi nelle commissioni dovevano dare man forte a questa impostazione, questo non è assolutamente avvenuto perché non è stato così. Le audizioni di certi esperti sono state desolanti, mi creda, da un punto di vista dell'approccio. Se il ricorrere a certi esperti, o soi-disant esperti, ha prodotto questo contributo, questo apporto di contributo, francamente mi sembra, davvero poco.

Lei ride, ma se vuole, ci confrontiamo anche sui ghigni...

Presidente - Per favore, continui.

Perron (UV) - Il piano arriva poi, dopo una serie di premesse, al clou: l'intervento finanziario. L'ho già detto una volta e lo ribadisco: questo tema è stato utilizzato dall'autunno scorso come clivage politique e oggi capiamo il perché è stato necessario far cadere una Giunta regionale, tutte le contestazioni: per ritrovarci esattamente, o più o meno esattamente, a riproporre, da un punto di vista dell'intervento finanziario, ciò che si voleva proporre otto mesi fa. Sa cosa trovo singolare, collega Chatrian, nel suo atteggiamento? Che lei ha passato anni a gridare allo scandalo ogni qualvolta noi ci siamo assunti la paternità di un intervento finanziario a favore del Casinò. Ma lei si ricorda cosa ha detto non tanto ALPE, ma soprattutto lei quando abbiamo concesso l'ultimo mutuo? Parliamo quindi di un mutuo, neanche di un finanziamento a fondo perso, un mutuo che poi quell'azienda, al pari di altre aziende valdostane, doveva restituire assorbendosi anche i relativi costi e i relativi oneri finanziari, lei ha gridato allo scandalo per delle settimane. Lei - mi permetta di dirlo, e mi assumo la paternità di ciò che le dico - per degli anni ha inculcato all'interno dell'opinione pubblica valdostana un messaggio negativo nei confronti del Casinò. È anche grazie alla sua azione delegittimatrice che lei sapientemente negli anni ha condotto sul tema del Casinò se oggi tutto quello che gravita intorno al Casinò ha un'opinione così negativa all'interno della collettività. Lei ha esasperato nel tempo ogni singola difficoltà che oggettivamente c'era, magari anche scelte non opportune. Magari, facendo delle scelte, si può sbagliare, ma lei scientemente ha esasperato ogni singola difficoltà, ogni singola situazione, ogni singola scelta soltanto ed esclusivamente al fine di un consenso politico, lei è la persona più incoerente di questa Terra, guardi, glielo voglio dire. Lei per anni ha gridato allo scandalo dal 2008 in poi, ogni qualvolta si parlava di intervento di tipo finanziario, si parlava di ristrutturazione, salvo poi i suoi consulenti dire nel piano: "per fortuna che c'è stata la ristrutturazione". E proprio perché abbiamo una struttura moderna, annessa tra Billia e Casinò lei ha fatto anche su questo tema veramente un'opera di delegittimazione. Oggi deve essersi fatto una particolare violenza nel riconoscere che è stato fatto uno sforzo nel mantenere aperto il Casinò durante i lavori, perché per degli anni su questo argomento ci ha scientificamente demolito. Oggi deve essersi fatto una violenza personale nell'ammettere che forse, tutto sommato, si è anche ottenuto un piccolo risultato concreto nel fare due anni e mezzo di lavori e nel non chiudere la struttura. Lei è incoerente a livello politico - poi chiudo questa parentesi e torno sul tema - perché, quando parla di mandati, dice: "per l'ALPE mettiamo il limite dei mandati perché bisogna rinnovare la politica", poi quando tocca a lei: "togliamo i mandati, così io posso ricandidarmi". Lei è una vergogna dal punto di vista amministrativo glielo voglio dire. Ogni qualvolta - lo ribadisco - noi abbiamo parlato di un intervento finanziario a favore del Casinò, lei ha gridato allo scandalo e oggi il cuore di questo piano, la parte saliente di questo piano, con delle modalità diverse sulle quali interverremo, altro non fa che riproporre pedissequamente il ragionamento che è stato fatto sinora. Per calare poi oggi giù in aula, a proposito della méthode, quello che lei per anni ci ha rimproverato: un emendamento praticamente di 7 milioni di euro, ma tanto l'Assemblea cosa conta? Le commissioni non l'hanno potuto vedere, nessuno di noi l'ha visto. "Calo giù un emendamento di 7 milioni di euro, con il quale la garanzia viene data dalla Regione.". L'avessimo fatto noi in quell'autunno dove lei e il suo braccio sinistro in quel caso...saremmo stati lapidati perché in commissione ci avete lapidati - parlo prima di tutto per me - per molto molto meno. Io non voglio ricordare le accuse che ci avete fatto quando, a vostro dire, non vi abbiamo sufficientemente informati su ciò che avremmo voluto fare, e oggi ci viene calato giù all'istante un emendamento di 7 milioni di euro, forse neanche il relatore lo sapeva, ha dovuto arrabattarsi nello spiegare dopo leggendo quella relazione che gli avevano preparato e che ha dovuto proprio in coda correggere facendo finta di capire anche l'emendamento proposto.

Vede, noi non siamo convinti della modalità con la quale lei ha messo in piedi questo intervento finanziario, perché, a nostro modo di vedere, è un intervento finanziario non risolutivo, che non risolve il problema, occorreva forse più coraggio, occorreva anche meno timore del consenso popolare forse. È difficile dimostrare che c'era la volontà di aiutare il Casino de la Vallée, perché questa tranche iniziale così contenuta serve a malapena forse a risolvere i problemi della "Fornero", e credo in tempi molto rapidi ci ritroveremo qui a parlare nuovamente di liquidità a favore di quest'azienda.

Noi avevamo fatto un ragionamento diverso. Voglio rievocarlo perché, collega Padovani, lei parlava di assenza di strategia. C'è un tema che finora - ma ci torneranno i colleghi più dettagliatamente di me - non è stato regolato: il fatto che la società ha fatto gli investimenti al posto della proprietà, della Regione, che era una cosa che, a nostro modo di vedere, molto serenamente andava regolata attraverso il trasferimento del denaro, perché la società si era assunta un onere anche finanziario che ha gravato pesantemente in questi anni sui bilanci della società che competeva alla Regione, non competeva a lei, ma per diversi motivi che abbiamo cercato di spiegare in quest'aula non era stato possibile e il gravame, anche finanziario, è stato imputato alla società. Questo intervento non risolve quella questione, non la definisce, non regolamenta i rapporti tra ciò che è avvenuto in termini di intervento finanziario e ciò che competeva, parliamo di restituzione, anche se è un termine che forse può non piacere. Questa impostazione che lei ha dato non mette a posto questa questione e l'intervento che lei presuppone, a mio modo di vedere, aumenterà ancora di più l'esposizione finanziaria che la società avrà, perché certo viene scritto che è coerente, ma attenzione: la coerenza alla quale si fa riferimento il pool di esperti non tiene conto del peso finanziario che la società ha anche nei confronti di Finaosta. Noi oggi quindi se ricorriamo al sistema bancario, aumentiamo il peso finanziario e l'esposizione finanziaria in termini di rate, in termini di relativi interessi di altri 15 milioni, il che non farà purtroppo che peggiorare continuamente e costantemente la situazione finanziaria della società.

A noi questa impostazione sembra debole, non risolutiva. È un piano che non pone nessuno sguardo, se non un accenno posto al condizionale verso il privato. Collega Chatrian, ci piacerebbe sapere su questa materia eventualmente qual è una possibile sua prospettiva. Ci può essere l'intenzione di guardare al privato in un futuro? lei la esclude? Non sarebbe male che un piano possa, o potesse sviluppare un ragionamento anche di questo genere. Vede, tutte le proposte del piano hanno un fil rouge e il tutto è legato alla riorganizzazione del costo del lavoro. A noi questo sembra ingiusto perché in qualche modo i lavoratori hanno già anche dato, stanno anche dando per l'azienda, perché, a seguito della contrattazione del 2015, si approvò quel piano che presupponeva un taglio anche alle indennità. Io credo sia ingiusto portare avanti questo piano con una spada di Damocle così pesante sulla testa. È stata necessaria l'attivazione di questa procedura perché nell'autunno si bloccò un'impostazione, questo diciamolo a chiare lettere. Si bloccò un'impostazione che si voleva dare perché se il finanziamento avesse avuto corso regolare, l'amministratore dell'epoca non avrebbe dovuto attivare una procedura di riduzione dei costi, ma poteva contare su delle entrate finanziarie, quindi questa procedura 223 non era necessario attivarla, pur riconoscendo la necessità di fare dei ragionamenti pacati, consensuali con i dipendenti in un'ottica di riorganizzazione e di razionalizzazione dei costi del lavoro. Noi crediamo che, da questo punto di vista, lei poteva dare un input alla società, ce lo aveva chiesto con forza quando sedeva in quei banchi. Ricordo la sua animosità con la quale ci diceva: "fate quella telefonata per sbloccare le procedure! Presidente, avete fatto quella telefonata?". Glielo abbiamo chiesto già una volta: ma perché lei oggi, che c'è tutto il management con tanto di consulenti che dipendono da lei, non dice: "togliamo questa spada di Damocle sulla testa dei lavoratori, ragioniamo su questo piano e facciamo tutte le azioni di risanamento di costo del personale", senza avere questo ricatto sulla testa dei lavoratori, che credo vizi pesantemente un confronto sereno, anche in prospettiva, sull'approvazione di questo piano?

Io al momento mi fermerei qui, nel senso che sarei curioso anche di sentire delle valutazioni anche da parte della maggioranza. È un piano, a mio modo di vedere, che non risolve le problematiche, quindi il nostro giudizio è certamente un giudizio insufficiente su ciò che è stato fatto, nonostante le centinaia di migliaia di euro spese per consulenze e credo che durante il dibattito, entrando ancor più nello specifico e del piano e del disegno di legge, avremo modo di dimostrarle quello che le sto dicendo.

Presidente - Ha chiesto la parola la Consigliera Morelli, ne ha facoltà.

Morelli (ALPE) - Chers collègues, l'argument que nous abordons aujourd'hui est un argument capital, qui va bien au-delà de la portée réelle, parce qu'il s'agit presque d'un argument symbolique à l'intérieur de ce Conseil et dans le panorama politique de notre Région. La véhémence avec laquelle le collègue Perron est intervenu est bien compréhensible car il ne faut pas oublier que le collègue est l'ancien Assesseur au bilan et donc au Casino; il est compréhensible que de sa part il y ait aujourd'hui l'impuissance, dirais-je même la frustration, de voir présenter des solutions dans ce Conseil qui pourraient pour une fois aboutir à des résultats qui dans le passé, pour des raisons différentes, n'ont pas pu être rejoints. Je ne veux pas me faire prendre par cette véhémence, mais je veux essayer de garder une modération des tons, qui, de mon point de vue, est toujours utile au débat et, en tant que Présidente de la IVe Commission, je veux d'abord remercier les commissaires de majorité et d'opposition pour la contribution qui a été donnée au débat à l'intérieur de la commission. Le collègue Perron, malheureusement, n'a pas pu participer toujours, mais je dois dire que ces collègues ont participé activement au débat en commission et leur contribution, différemment motivée, selon les points de vue et les rôles respectifs, a toujours été pertinente et jamais formelle. Je veux dire cela parce qu'évidemment nous sommes tous conscients que les temps de discussion de ce plan et de ce dessein de loi ont été trop limités, je serais hypocrite de ne pas le reconnaître ; il faut également reconnaître qu'à l'intérieur de la commission on ne s'est pas perdus dans ce genre de polémique, mais on a abordé la question dans le fond, "nel merito".

Je veux également remercier les organisations syndicales. Jeudi passé on a eu, à l'intérieur de cette salle du Conseil, une audition avec un grand nombre de représentants des travailleurs. Il faut dire que les critiques à la politique n'ont pas été épargnées, que ce soit le Gouvernement actuel ou précédent, les tons ont été durs, mais toujours respectueux et l'impression générale que l'on a tirée de cette audition a été d'une grande attention, d'une grande attente, une attente chargée d'espoir pour un plan de réorganisation qui a l'objectif, sûrement engageant, de réussir là où d'autres, pour des raisons différentes, ont échoués.

È per dare risposte ai lavoratori, a quei lavoratori ma anche al territorio, anche alla comunità valdostana che questa maggioranza si è fatta carico di un'impresa difficile, impegnativa con uno spazio-temporale a disposizione molto, molto limitato.

Il collega Perron ha fatto un'analisi rispetto a questa maggioranza, parte di questa maggioranza, in particolare ALPE, il movimento a cui apparteniamo, a cui appartiene anche l'Assessore Chatrian; secondo lui, avrebbe fatto una specie di giravolta. Io credo che ALPE abbia sempre sottolineato l'importanza della Casa da gioco per il territorio sociale, per il tessuto economico della nostra regione e se critiche ci sono state, sicuramente critiche anche molto forti, sono sempre state improntate ad una volontà di vedere risolvere i problemi che hanno minato la Casa da gioco. In questo senso io credo che l'atteggiamento, anche della maggioranza, di questo nuovo ruolo che ricopriamo sia stato quello. Dicevo, è per cercare di dare risposte all'attesa dei lavoratori e del territorio. È vero, i tempi sono stati ristretti, bisogna riconoscere sia il tempo di redazione del piano che il tempo di esame, così come l'iter istituzionale e quindi io voglio apprezzare lo sforzo anche che è stato fatto in primis dai professionisti - professionisti che lei dice essere lautamente pagati, sicuramente, i professionisti lo sappiamo che si pagano - che hanno avuto tre settimane per redigerlo, ma anche dalla politica, dalle parti sociali a cui è stato imposto un cronoprogramma molto severo. Tutto questo per riuscire a portare in questa seduta del Consiglio regionale nei tempi prefissati, non decisi da questa maggioranza, che in un certo senso li ha subiti, esattamente come tutti gli altri, ma conseguenti alle decisioni che sono state assunte precedentemente anche attraverso una legge votata in modo unanime (la n. 2/2017), che afferma testualmente: "entro 60 giorni dalla sua entrata in vigore, l'organo di amministrazione della Casino de la Vallée predispone un piano di ristrutturazione aziendale finalizzato alla valorizzazione degli investimenti, alla riduzione dei costi che assicuri il raggiungimento dell'equilibrio economico-finanziario".

Va poi ricordato che il 20 febbraio 2017 - è già stato detto, ma forse è opportuno ricordarlo - l'Amministratore unico uscente ha avviato una procedura di licenziamento collettivo per la riduzione del personale, ai sensi della legge n. 223/1991, motivata dalla necessità di intervenire sul costo del personale diventato percentualmente troppo alto rispetto ai ricavi, e questo è un altro elemento che ha a sua volta dettato l'agenda. Così come non è superfluo ricordare che questa maggioranza si è insediata il 10 marzo, ha nominato la nuova Giunta in sostituzione di una Giunta dimissionaria, e il 24 marzo (due mesi fa) ha incaricato l'avvocato Giulio Di Matteo come nuovo Amministratore unico e oggi il Consiglio regionale affronta il piano di riorganizzazione del Casinò e la legge di finanziamento. Credo quindi che le ristrettezze dei tempi siano spiegabili e giustificate.

Il 10 marzo quando questa Giunta si è insediata, aveva davanti a sé tre possibili vie: lasciar precipitare una situazione gravissima con dei licenziamenti certi, una situazione scottante, ereditata da chi precedentemente aveva operato altre scelte; oppure poteva sposare e adottare la soluzione che era stata ipotizzata precedentemente: la ricapitalizzazione, iniettare 48 milioni per tamponare l'emorragia e poi rinviare il problema della riorganizzazione; oppure ancora la soluzione del rispetto della legge n. 2/2017, quella che tutto questo Consiglio ha votato, che prevede il piano di riorganizzazione e conseguentemente il finanziamento mirato. Si è scelta questa terza via. Sicuramente una via difficile e da lì è partito il conto alla rovescia in una lotta contro il tempo e contro le tante avversità che si sono frapposte su questo cammino, non ultime forse anche quelle create da coloro che non hanno mai voluto che per il Casinò si trovassero delle soluzioni strutturali, vere, durature. Comunque oggi, questo è un fatto, c'è un piano che viene presentato al Consiglio regionale, che viene presentato alla comunità, che viene presentato ai lavoratori, un piano che noi reputiamo credibile, realistico, improntato alla prudenza, da quando in qua la prudenza è diventata un difetto forse dovete spiegarmelo, noi crediamo che di illusioni attorno al Casinò ne siano state create troppe forse in questi anni.

È un piano perfetto? Sicuramente no. È un piano che nasce già condizionato da una serie di elementi fissi antecedenti, assolutamente stringenti, è un piano che soffre di certe ineluttabilità, è un piano un po' come une dernière chance che è concessa a tutti per salvare in primis, ma non solo, anche per rilanciare un'azienda che ha dato molto in passato a questa Regione e che, per ragioni e responsabilità diverse, oggi sembra essersi trasformata in un peso percepito, ahimè, da tutta la comunità. Noi crediamo che non offrire una chance a quell'azienda, ai lavoratori e anche alla nostra Regione sarebbe uno spreco di denaro per tutte le risorse che sono state precedentemente investite, su cui abbiamo avuto critiche e riserve sicuramente e continuiamo ad averle, collega Perron, non dubiti, ma sono state fatte delle scelte, nostro malgrado. La situazione attuale è questa, di questo dobbiamo tenere conto e sarebbe uno spreco - ripeto - per tutte le risorse investite e spese in questi anni, sarebbe uno spreco in termini di competenze professionali.

Continuate ad evocare il valore che rappresentano i giochi lavorati del nostro Casinò. Credo che tutti ne siamo coscienti, ma forse - non sono una specialista e francamente non mi attirano in modo particolare le case da gioco - c'è un'evoluzione anche all'interno delle case da gioco del modo di giocare, dei giochi, che hanno un appeal diverso rispetto al passato e poi sarebbe uno spreco in termini di immagine e di un marchio, che, nonostante abbia perso smalto, continua ad avere un suo perché.

Noi riteniamo che sia un piano praticabile ed è giusto precisare che questa maggioranza, che ha ricevuto in eredità un dossier scottante e urgente, non ha mai avuto dubbi sulla necessità di tentare il possibile per sanare una situazione che a molti osservatori esterni pare irrecuperabile. Io immagino che anche voi abbiate avuto osservazioni, pensieri, riflessioni da parte di persone, anche di un certo spessore, che considerano la Casa da gioco di Saint-Vincent una battaglia persa. Noi crediamo invece, e non vi sono mai stati dubbi, che questa sia un'operazione di salvataggio e di rilancio necessaria, ma non a tutti i costi: questo è giusto dirlo, non senza porre delle condizioni sensate e giudiziose, perché la comunità che ci osserva e a cui dobbiamo rendere conto delle scelte non lo capirebbe. Se con la proposta del Governo Rollandin si pensava di iniettare tout court oltre 40 milioni di euro per garantire il mantenimento dello status quo, perché io ricordo che c'era stato un ordine del giorno votato all'unanimità in questo Consiglio, che prevedeva un piano di rilancio da presentare entro il 31 gennaio e a cui non si è dato corso...dicevo, se si pensava di iniettare tout court una somma importante, rimandando poi a tempi successivi la riorganizzazione necessaria del Casinò, il Governo Marquis ha deciso di intraprendere una strada diversa, sicuramente più complicata, ma più equa, perché ogni soldo che si riesce a risparmiare è un soldo che si può riutilizzare per soddisfare altre necessità, per garantire dei servizi, per creare altre opportunità alla comunità valdostana. Si è lavorato quindi in questo senso per quantificare il più possibile il reale fabbisogno finanziario, suddiviso in tranche e a fronte di risultati che dimostrino che i soldi spesi sono ben spesi, perché producono risultati misurabili e valutabili.

Certo, non è facile cambiare paradigma, non è facile - come spesso si è ripetuto - dire: "fuori la politica dal Casinò", perché è un'azienda che è sempre stata fortemente condizionata dalla politica. Direi che è quasi sempre stata ostaggio della politica, su cui si è spesso misurata la tenuta delle maggioranze e non è certo facile immaginare che su un terreno così insidioso - qualcuno lo ha definito "una palude" - tutti i soggetti coinvolti collaborino alla riuscita del progetto. Noi riteniamo sia quello che bisognerà fare, andando anche a rimotivare chi ormai è rassegnato, intervenendo per andare a riequilibrare squilibri interni e consolidati, procedendo in un'opera di risanamento inevitabile ma necessaria, perché, nonostante le posizioni diverse, le storie, i percorsi diversi, voglio pensare che sia condiviso da tutti l'obiettivo di riportare il Casinò ad essere nuovamente un polo d'attrazione importante per la nostra Regione, parte di un'offerta turistica complessiva, che, oltre a garantire posti di lavoro diretti, ha anche una ricaduta importante - e speriamo sempre più importante - sul territorio circostante. Noi pensiamo che questo sia un obiettivo che tutti condividiamo.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Rollandin, ne ha facoltà.

Rollandin (UV) - Je crois que les interventions qui ont déjà été faites sur le problème de la Maison de jeu nous disent encore une fois ce qui est l'engagement de toutes les forces politiques face à ce thème, difficile et délicat sans doute, mais aussi lié à des stratégies différentes qu'aujourd'hui finalement l'on comprend. Tout ce qui a été fait pour essayer de nous dire qu'il fallait arriver à un plan qui pouvait être à même de résoudre le problème...je crois que l'analyse spécifique de ce qui a été écrit dans ces dernières 30 pages, car les premières 70 pages sont un résumé de ce qui est le Casino...on n'a rien ajouté à ce qu'on connaissait. Il n'y a pas une solution nouvelle, on dit des jeux qui sont en train d'inventer pour ce qui qu'on pourrait faire, mais il y a toute une série de "mais" qu'on ne sait pas comment on pourrait aller de l'avant, et cetera. Je crois que, pour ce qui concerne ce thème, quelqu'un a sous-évalué la difficulté qu'on connaissait ou, mieux, n'as pas voulu voir ce qui était l'enjeu de la Maison. À ce propos, déjà ce matin j'avais cité le "parere pro veritate ". Je crois qu'il y a toute une série de considérations très importantes sur ce qui est l'enjeu, de ce qui était...et je veux reprendre ce thème.

Nella parte principale si dice: "le ipotesi specifiche sottoposte alla nostra attenzione sono due: la prima fonte è autorizzare la Regione a sostenere la società Casino, rimborsando alla medesima i costi già sostenuti per la realizzazione del piano di investimenti finalizzato alla ristrutturazione della Casa da gioco, pari a 103 milioni di euro, mediante trasferimento in conto capitale di 43 milioni di euro e 60 milioni erano già stati assegnati nel 2014 e disporre dei 43 milioni di euro con 20 milioni di euro che abbiano destinazione vincolata ad estinzione". Je souligne ce particulier: "dispone altresì che, entro tre mesi dall'entrata in vigore della legge, la società predisponga un piano di ristrutturazione aziendale che assicuri, tra l'altro, il raggiungimento dell'equilibrio economico-finanziario anche funzionale all'affidamento a terzi della gestione del complesso aziendale" et il est le même article qu'on trouve dans la loi n° 2...piano di ristrutturazione aziendale. Alors, on se demande comment on peut dire que, par rapport à ce qui s'est passé avant, aujourd'hui finalement on a imaginé d'avoir un plan...la loi n° 2 était la première fois qu'on parlait d'un plan de restructuration...est le même article: le point 3 est le même de l'alinéa de la loi n° 2.

Io credo che o si vuole dare una lettura corretta di quello che è stato chiesto e fatto, oppure effettivamente ci parliamo addosso senza voler trovare la vera soluzione che c'era già, la seconda che interviene..."nelle more del piano di ristrutturazione aziendale con la legge 2...", alors, pourquoi je parle de cela? Pour dire que dans cette période on a fait toute une série de considérations, chaque fois qu'on parlait du Casino, du financement, on allait dire qu'il fallait faire attention...la raison pour laquelle on n'avait pas alloué à la Maison de jeu les fonds qui étaient dus pour celle qui a été la restructuration faite de la part du Casino.

Credo che questo sia un po' il punto dolente della situazione: guarda caso, nella relazione di questo non si fa menzione. Allora, io vorrei chiedere se si pensa, com'è detto qui, che la Regione autorizzi i medesimi costi già sostenuti per...la prima fonte, parere pro veritate: "la Regione autorizza a sostenere la società, rimborsando alla medesima i costi già sostenuti per la realizzazione del piano degli investimenti finalizzati".

Alors, qu'est-ce qu'on fait de cela? Pourquoi on ne reconnaît pas ce qui a été fait de la part du Casino, il n'y a pas un document dans ce projet grâce auquel on puisse dire ce qu'on fait par rapport à cette dette qu'il y a envers la Maison de jeu? Reconnue par le parere pro veritate, et même là de quelque sorte...qualcuno ha detto: "ma non c'era stata la richiesta", la richiesta était du 2016, quand elle avait été faite à la Région et, par conséquent, on avait pris l'enjeu de la mettre dans la finanziaria. Noi avevamo previsto puntualmente, come detto, il rimborso di queste spese di cui - ripeto per l'ennesima volta - non c'è menzione. Nello stesso parere pro veritate si dice chiaramente come doveva essere fatto, perché doveva essere riconosciuto e non è stato chiesto...qualcuno diceva che così si è evitato di metterlo nel bilancio e quindi si è eluso il Patto di stabilità. Non è vero, è scritto qui a chiare lettere che non è vero, nelle pagine specifiche: non è vero che è stato eluso il Patto di stabilità, anche questo detto in modo chiaro, che non era quella la situazione.

Tutto questo per dire che nell'insieme questo modo di procedere, che di fatto fa finta di non riconoscere, o non vuole riconoscere i soldi che risolverebbero i problemi della Casino, perché, come abbiamo detto la volta precedente, vi è il discorso del personale, vi è il discorso della disponibilità di fondi, vi è il discorso di una collaborazione che permetta di trovare le modalità con cui di fatto ridurre anche eventualmente le opzioni oggi esistenti. Questo puntualmente dice che si deve andare su quella strada, non si può che andare su quella strada. Qual è la ragione per cui su questo tema, di cui si parla in modo chiaro, non si vuole prendere atto e non si vogliono dare questi finanziamenti? Questo io non l'ho mai capito. Per una questione di principio, per una questione che non lo so dov'è...nel Patto di stabilità, quante volte è stato ripreso? Mentre si dice in modo chiaro: "pertanto, proprio in virtù della netta distinzione delle società partecipate, l'incidenza dell'operazione di ricapitalizzazione...non può essere adottato nel momento in cui sorge la sofferenza economica...bensì solamente quando l'ente proprietario decide di ripianare le perdite", chose qui a été faite en 2016, e che evidentemente ha questo effetto. In altri termini la scelta della Regione di ripianare le perdite quando qualcuno poteva intenderla come violazione del Patto di stabilità interno, soprattutto la disciplina di riferimento...oggi il pareggio di bilancio non c'è più, c'è il Patto di stabilità. "In realtà, il passaggio senza obblighi dal Patto di stabilità a quello del pareggio di bilancio non ha comportato possibilità di agire al di fuori delle regole, che già permettevano questa contabilità". Io credo che questi aspetti che ci sono stati rimproverati puntualmente come se fosse stato un modo di eludere alcune regole...sono regole che sono state perfettamente riconosciute e riprese puntualmente.

Non credo sia possibile che su tutti questi aspetti...si dice: "sul punto la Suprema Corte di cassazione è granitica nel ritenere non sussistente un rapporto di unicità tra la società partecipata e la partecipante, poiché la prima è a tutti gli effetti un soggetto di diritto privato", et, par conséquent, on peut agir en ce système.

Io credo che su questo parere pro veritate noi abbiamo la possibilità di verificare come nel merito quello che era stato detto allora è perfettamente valido, anzi si è indicato che se non lo avessimo fatto, noi saremmo andati a creare un danno alla società ed è quello che rischiamo di fare oggi, perché, nel momento in cui continuiamo a indebitarla quando potrebbe avere i soldi suoi, i soldi che gli spettano...perché non le vengono dati? Questa è la vera ragione di non riuscire a capire come se ne vuole uscire dicendo che invece i piani fantasmagorici sono la soluzione: l'on line o roba del genere, quando si sa benissimo che hanno un'incidenza minimale sugli interventi?

Su tutto questo credo che la valutazione dei profili economici, la valutazione della compatibilità economico-contabile sono state fatte in modo da legittimare tutto quello che è stato previsto. In più ci sono i vari elementi che sono stati esaminati e disposti, che danno con chiarezza quali sono le vie di uscita. Sono detti i cinque punti che sono ricordati: "la società presenta le difficoltà che possono essere superate, l'interruzione della gestione comporta un serio detrimento patrimoniale - per cui anche questa sarebbe una ricaduta negativa sulla società - le attuali criticità finanziarie sono riconducibili in buona parte ai provvedimenti regionali. Il riferimento è evidente alla legge n. 49/2009, con cui è stato affidato l'onere della realizzazione degli interventi. Le perdite risultanti dal documento contabile chiaramente non sono esclusivamente riconducibili a questo investimento, ma non si può negare che il medesimo abbia un peso significativo, forse determinante". Non l'ho scritto io, è nel parere pro veritate. Su questo io credo che o il documento ha un senso, ed è la ragione per cui noi chiediamo che abbia un suo sviluppo, oppure francamente non avrebbe più nemmeno senso discutere di che cosa vogliamo fare della società.

Su tutta questa discussione rimane sicuramente forte l'impressione che la possibilità oggi di incidere che ci sarebbe...le stesse posizioni che potrebbero essere prese in confronto alla disponibilità di fondi della società, che poi oggi vediamo nel turbinio con il nuovo emendamento ancora modificato, quello che era un primo approccio, questo la dice lunga su come ci si intende avvicinare ad un problema finanziario di questa portata. Tutte queste situazioni non possono essere viste o vissute come se fosse evidentemente solo un discorso di dire: "non è stato detto da me, è stato detto da te, non lo voglio fare", non è così! Per parte nostra, la valutazione negativa di questo documento, è che non porta nulla di nuovo rispetto a quello che c'era già nei programmi. Nulla di nuovo, se non la giusta osservazione che bisognerà mettere dei fondi a disposizione, com'è stato fatto anche con questo emendamento, e per che cosa? Perché mancano quelle disponibilità che allora c'erano e che potrebbero essere ridate. C'era la difficoltà di voler dimostrare che si davano dei soldi al Casinò? Ma non si danno dei soldi, si restituiscono. Mi sembra che sia un concetto molto diverso, ma lo dice qui, è detto qui che...questa situazione diventa determinante. Ora, non possiamo leggere solo un rigo sì e un rigo no.

Poi le conclusioni. Non voglio farla troppo lunga, ma le conclusioni a cui si arriva credo siano molto eloquenti, perché "in sintesi la valutazione in merito al piano di cui si tratta non dovrebbe giustamente riguardare solo la razionalizzazione, ma l'aspetto complessivo delle modalità di intervento regionale nel settore del gioco e delle attività di animazione alle stesse collegate", cosa che avevamo detto in modo chiaro.

Per quanto ci riguarda, quindi noi riteniamo che questo approccio sia di fatto ininfluente e sarà inefficace. Il vero aspetto da chiudere oggi è il modo con cui ci si approccia al famoso problema del personale, dove sicuramente il discorso della "Fornero" è un discorso molto oneroso, però o si cambia, ma per quelli che hanno iniziato (i 41) evidentemente non si può cambiare. Se per gli altri si trova una modalità diversa sulla mobilità o altro...è un aspetto in qualche modo da approfondire. L'aspetto principale è quello di togliere il cappio del licenziamento, e in quel momento l'Amministratore aveva dovuto sottoscrivere tenendo conto della società, del non avanzamento del progetto di legge che prevedeva il finanziamento, quindi, non essendoci i soldi, si doveva prevedere una riduzione del personale e nella responsabilità dell'amministratore c'era solo quella via d'uscita, ma poi di questo abbiamo discusso e questo va tolto: questo è un aspetto che va tolto al di là delle modalità un po' abbreviate con cui si pensava di farlo in questo Consiglio. Credo che questo vada tolto per arrivare ad una definizione delle modalità con cui ci sia questa corretta utilizzazione del personale con l'accordo delle forze sindacali, altrimenti non se ne esce. Il discorso possiamo dircelo in mille lingue, ma la sostanza è questa che avevamo detto già due mesi fa, che abbiamo ripetuto un mese fa. Questi sono i tre punti cardinali su cui comunque ci si troverà a confrontarsi, al di là del fatto che questo piano l'abbiano fatto in 10-12, quello che è. Ho visto anche i resoconti. Qual è la forza di questo piano? È prevedere qualcosa di nuovo che...a livello di entrate, è quasi ininfluente rispetto ai giochi tradizionali, lo dice, volete che leggo la parte dove dice: "quasi ininfluente"? On line. Marginale.

Pensiamo di risolvere i problemi così? Assolutamente no. È in qualche modo difficile immaginare che con questo piano, che avevamo previsto anche noi, si risolva tutto. Il piano aiuta sicuramente ad indirizzare in un certo modo, ma non lo risolve perché sono esattamente le stesse cose che conoscevamo già dai piani precedenti. Ditemi un piano in cui non ci fossero questi temi: del gioco nuovo, dei giochi tradizionali. Adesso non si chiamano più porteur, ma si chiamano facilitatori. Chiamateli come volete, anche lì è tutta una bella discussione per dire: "cambiamo i termini", non è più così, lo chiamiamo in modo diverso per non confonderci, ma la sostanza è quella. È come i responsabili che noi abbiamo oggi qui a Saint-Vincent, gente che è stata negli altri casinò, come quelli che sono passati di qui, sono in altri casinò, ci sono quattro casinò in Italia dove girano.

Io non credo che si debbano fare valutazioni su A piuttosto che B, mi astengo da questo, però capite, se quello era un mago a Venezia, mi chiedo perché Venezia l'abbia lasciato venire da noi. Se questo era un mago a Sanremo, come mai è venuto via? Queste sono le domande che ogni tanto uno si fa. Senza risposte, perché ognuno dice: volevo cambiare aria, ero al mare, volevo andare in montagna, ero di là, volevo cambiare, però questo nel sottofondo rimane un po', perché sono sempre gli stessi. Ora, credo che nessuno voleva immaginare o pensare ai miracoli, nessuno pensa questo, però nemmeno venderci come qualcosa di innovativo, di fantasmagorico, di cambiamento qualcosa che non ha niente. Allora, scusate, noi siamo costretti a dire queste cose, perché altrimenti di nuovo facciamo delle illusioni o ci facciamo delle illusioni che difficilmente verranno mantenute, rimarranno delle illusioni perché su questo, sul Casinò ci siamo già detti tutto. Anche il discorso dell'articolo che abbiamo messo per la privatizzazione: l'articolo 27.3, non è che volevamo dire: "l'albergo lo privatizziamo". Almeno, io adesso non so se voi avete questa idea, ma sul discorso della privatizzazione abbiamo detto: mantenendo la proprietà, il che voleva dire impegnare una gestione eventualmente fatta da qualcuno che potesse avere delle intenzioni di sviluppo, che meglio volesse investire anche nella nostra Casa da gioco. Queste sono le premesse che noi avevamo messo a questa risoluzione che è stata votata, quindi questo c'è.

Nell'insieme noi riteniamo - poi riprenderemo le tematiche - che soprattutto la lettura del parere pro veritate e le conseguenze, l'ultimo capitolo (le conclusioni) debbano essere utilizzate tutte senza distinguo, perché a questo punto...e non voglio leggerle in quanto sono di tutti i Consiglieri. Credo che questa parte sia effettivamente sinteticamente molto efficace perché dice quello che non solo possiamo, ma dobbiamo fare per cercare di evitare di ritrovarci a breve di nuovo con la stessa situazione.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Marguerettaz, ne ha facoltà.

Marguerettaz (UV) - Era solo una gentilezza, chiedevo al "salva-maggioranza" Gerandin se voleva intervenire nella sua posizione privilegiata di battitore libero, di dodicesimo uomo parlando di calcio.

Scusatemi queste battute perché l'argomento è sicuramente molto impegnativo, molto serio, c'è una grande tensione. Ho ascoltato con attenzione i vari interventi, ho ascoltato e letto con attenzione la relazione del collega Padovani, ho ascoltato con attenzione l'intervento dell'Assessore Chatrian. Mi chiedo se hanno passato la serata nell'osteria della Gaia Scienza, perché faccio riferimento a Nietzsche, e hanno sviluppato una sensazione di essere dei super uomini, perché sono riusciti a dire delle cose con un convincimento, con una forza che è surreale. I temi...più che i temi, i sostantivi e gli aggettivi che sono stati utilizzati sono veramente altisonanti: "piano robusto", "realistico", "credibile", "misurabile", "chiarezza", "prudenza", "concreto" o "concretezza", questo è il messaggio che la Giunta Marquis vuole mandare all'esterno. Se riconosco un merito alla Giunta Marquis rispetto alla Giunta precedente, è quello di sapersi vendere non bene, benissimo. Ogni piccola cosa che viene fatta siamo bombardati di tweet, siamo bombardati di comunicati stampa, sembra che si muova il mondo. In realtà, salvo poche eccezioni, la Giunta Marquis sta facendo né più, né meno...sta portando avanti le cose che sono state preparate da noi, però l'abilità del cuculo che si infila nel nido, mangia le uova, mette le sue e poi le promuove in tutti i modi.

Questa ovviamente è la parte introduttiva, però vorrei fare con voi un lavoro un poco più noioso, cercando di leggere assieme, scorrere assieme velocemente questo piano, in modo da poter sostenere le affermazioni perché, in caso contrario, collega Morelli, io capisco bene il gioco delle parti, dice:" io ho fatto un buon lavoro, tu l'hai fatto cattivo" e viceversa, però proviamo, rimanendo nell'ambito del gioco, e rimanendo nell'ambito del poter dire: "vedo"? Evitiamo i bluff. Vedo. Primo bluff: la trasparenza. Collega Chatrian, ci avete massacrato con l'articolo 116 del Regolamento e ovviamente c'erano delle letture diverse, c'era un approccio aziendale che portava una certa riservatezza. Il Consiglio di Stato alla fine è stato tranchant, il Consiglio di Stato ha detto: "ma che riservatezza! Siete pubblici ufficiali, avete diritto ad avere tutte le informazioni". Sicché, forti di questa interpretazione della Corte, abbiamo chiesto con l'articolo 116 all'avvocato Di Matteo o, meglio, a Chatrian e all'avvocato Di Matteo, di avere tutta una serie di informazioni e qua abbiamo avuto una sorpresa direi amara. Di Matteo ci scrive candidamente, già l'ho detto a lei in commissione, Assessore Chatrian, l'ho detto a Di Matteo quando è stato audito il 15 maggio, ovviamente eravamo occupati in questa sessione di lavoro e quindi non ho avuto il tempo di preparare la lettera. Presidente Rosset, le manderò una lettera dove le chiederò di verificare se l'avvocato Di Matteo si è reso responsabile di un'omissione d'atti d'ufficio, reato ovviamente penale, perché, a fronte di una richiesta di una sentenza del Consiglio di Stato, ci ha fatto una serie di dichiarazioni assolutamente, da parte mia, non condivisibili. Io non ho certezze, lo verificherà lei con i suoi uffici se l'avvocato Di Matteo si è reso responsabile di un'omissione d'atti d'ufficio o meno. E che cosa gli ho chiesto? Gli ho chiesto di avere i curricula dei professionisti, gli ho chiesto di avere le informazioni su quanto costano questi professionisti. Lei si sarà accorto, Presidente Rosset, ma anche Assessore Chatrian, che continuiamo a dire che questi professionisti costano centinaia di migliaia di euro, ma nessuno dice un numero, perché nessuno lo sa, anzi ci sono state delle indiscrezioni giornalistiche, ma noi non sappiamo quanto costano. La collega Morelli dice una cosa sacrosanta, dice: "cosa volete, i professionisti costano!". E dice una cosa ovvia, talmente ovvia che l'avvocato Di Matteo, quando per qualche settimana ha fatto lavorare una serie di professionisti al Casinò, è venuto serenamente in commissione a dirci: "questi professionisti vengono qua gratis", per cui nel 116 gli abbiamo chiesto di farci vedere quel contratto per il quale questi professionisti verrebbero a lavorare gratis, perché magari, non come Aurelio Marguerettaz Consigliere regionale, in futuro, quando farò di nuovo la professione, se c'è da chiedere una consulenza gratis, la chiederò anch'io a questi, perché è un po' strano, dopodiché è talmente strano che l'unica cosa, una delle poche cose che mi sono state date sono i verbali del collegio sindacale, e avete visto cos'è successo nel verbale del collegio sindacale? Nel verbale del collegio sindacale si cita che è stata recapitata al Casino de la Vallée una proposta economica professionale di una consulente che l'avvocato Di Matteo ha detto che lavorava gratis. Allora diciamo delle verità o diciamo delle bugie? Quindi delle due l'una: o ha detto una bugia Di Matteo, o ha scritto una bugia il collegio sindacale nel verbale, perché dice: "è arrivata una proposta economico-finanziaria per una consulenza". E sa, Chatrian, qual è la cosa ridicola? Che è arrivata prima dei bandi. Questa non solo è una professionista, ma ha anche la bolla di cristallo. Stiamo parlando di illeciti. Da questo punto di vista, io direi che non c'è accanimento, ma lei per tanti mesi ci ha bombardato con la trasparenza, poi adesso ho la fortuna di avere Bertin davanti e lui continua ovviamente ad essere duro e puro, e allora cerco di aiutarlo anch'io.

Torniamo però al nostro benedetto piano. Non ritorno sulla benedetta pagina 4, perché lo ha fatto egregiamente il mio collega frustrato, perché è una cosa simpatica: nel momento in cui noi facciamo le nostre considerazioni, che non necessariamente collimano con le vostre, siamo frustrati. Ci sono modi e modi, ma Perron è di Fénis, però devo dire la verità: io non ho trovato niente di particolare. Ovviamente uno che conosce il dossier dà una rappresentazione, ma non solo abbiamo l'ultima frase di pagina 4, ma abbiamo anche la seconda, perché dice: "gli elementi riportati nel documento sono tratti da informazioni rese disponibili da parte del management aziendale che in questa fase di lavorazione non sono state oggetto di autonoma verifica e della correttezza", quindi se ti dicevano una fesseria, la prendevi per buona.

Io non sono un grande professionista, però le posso dire che nella mia piccola esperienza ho visto che, quando c'è un dossier particolarmente difficile e quando si vogliono dire delle cose che non sarebbero credibili all'uomo comune, si prende un gruppo di professionisti spacchettati, ad ognuno si dà il suo compitino, ovviamente senza guardare il compitino che fa l'altro, in modo tale che alla fine non c'è un responsabile, perché alla fine della fiera dici: "ma tu perché hai scritto questo?". "Io sono partito dai dati che mi ha fornito Tizio, io ho guardato solo qua". E poi lo rivedremo. Andiamo a vedere i verbali, perché entro anche nel concreto, altrimenti rimangono delle dichiarazioni così per aria. Collega Chatrian, si vada a leggere i verbali delle audizioni. Ad un certo punto abbiamo fatto una domanda all'ingegner Marino, che è esperto di giochi on line - adesso non entro nel dettaglio ma c'era un gioco in remoto, per cui a parte che noi non abbiamo una concessione governativa, quindi in buona sostanza dobbiamo appoggiarci a dei provider e pertanto probabilmente il business non lo facciamo noi, ma lo farà chi ha la concessione, e probabilmente i nomi che ci avevano segnalato i giornali ci avevano messo un po' sulla strada e vi avevamo anche detto che forse stavate pensando molto ai giochi on line a discapito dei giochi lavorati... -: abbiamo chiesto all'ingegner Marino se questa cosa era realizzabile e, da persona seria, ha detto di essere un tecnico e di aver verificato queste cose dal punto di vista tecnologico e che le verifiche della fattibilità sono demandate all'azienda. Io gli avevo fatto una domanda: se ad un certo punto tu immagini di far giocare i clienti del Casinò anche nelle stanze del Billia, anche nelle stanze da bagno, tutti i limiti che noi abbiamo (l'identificazione del giocatore, le norme antiriciclaggio) come vengono affrontati? Nel momento in cui tu entri nella Casa da gioco sei identificato e, quando giochi, il croupier sa che sei tu che giochi. Dal momento in cui tu metti delle persone nella sala da bagno a giocare, non sai più se gioca il papà, la mamma o il minore. Io gli ho posto questa domanda perché era una curiosità, non perché avessi la risposta, e Marino mi ha risposto di aver fatto una valutazione dal punto di vista tecnologico. Quando qualcuno mi dice serio, concreto, verificato: "ma che film ha visto? Non è stato a sentire le audizioni, come le ho sentite io".

Dal punto di vista della costruzione filosofica di questo piano, torno a dire che ognuno ha fatto un piccolo compitino. Qualcuno potrebbe fare uno sforzo con me e andare a vedere il verbale del 15 maggio, quando è arrivato l'esperto dell'hotellerie e, da un lato, ci ha detto una cosa interessante ma che fa il paio con quello che aveva già detto Di Matteo, il quale aveva definito il Casinò una Ferrari: "in questo momento un po' fuoristrada, ma è una Ferrari, quindi è qualcosa di straordinario, anzi una cosa bellissima". Il dottor Botta, che è il consulente sull'hotellerie, ha detto: "adesso stiamo parlando di un albergo che è un gioiello. Quell'albergo è stupendo e dovrebbe fare delle occupazioni incredibili". Poi ci ha detto due o tre cose, ma ad un certo punto ci ha svelato un segreto, un concetto che ci ha fatto rimanere a bocca aperta. Chatrian, sa cosa ci ha detto il vostro esperto? "Riempiamo l'albergo, poi tutte le altre problematiche, con l'aumento dei ricavi, si risolvono piano piano". Quando abbiamo sentito questo, mi sono chiesto perché non ci avessimo mai pensato, una botta di genio! Ha detto: "riempiamo l'albergo e poi tutto questo è risolto". Dopodiché abbiamo chiesto a Giovannini, che era lì: qua si sta parlando di utilizzare, di dare tutta una serie di stanze per i clienti, che puoi reperire su Booking. Giovannini ha detto: "piano, gli ho già detto che troverà lungo, ma d'altra parte cosa può pensare? Che nel weekend di Pasqua, piuttosto che nel Carnevale, piuttosto che nelle vacanze natalizie, sacrifichiamo i clienti del Casinò per lasciare i clienti che ti pagano una notte, due notti, tre notti? Da sempre la dualità tra la clientela del Casinò e la clientela ordinaria è stata motivo e oggetto di contrasto".

Andando avanti sul nostro piano, che, continuo a dire, viene dichiarato credibile, solido, robusto, andiamo a vedere. Nell'analisi di SWOT area giochi più o meno troviamo delle cose ragionevoli, anche se qualche dubbio possiamo averlo. Viene considerata un punto di debolezza la lontananza da Milano e da Torino, quando in tutta una serie di piani e di valutazioni hanno considerato che due aree importanti come l'area milanese e l'area torinese, collegate da un'autostrada in un'ora-un'ora e mezza...e questo lo definiscono un punto di debolezza: la lontananza. Io non so che valutazione sia stata fatta, ma per la clientela del Casinò quello era il punto di forza, anzi si ricorderanno coloro che hanno un po' di memoria il nostro malumore sui lavori della Torino/Milano, che per anni hanno creato dei limiti al collegamento e finalmente con una Torino/Milano più scorrevole sicuramente questo problema è stato superato.

Ci sono poi delle opportunità che fanno parte della letteratura, perché la proposta di legge per la riduzione delle slot...mi perdonerà, poi io immagino il collega Marquis conosca i bilanci dello Stato, immaginare che lo Stato vada pesantemente a ridurre i proventi da slot...ho dei forti dubbi, che voglia riorganizzarlo sì, con delle licenze, con dei luoghi e con delle regole, anzi se poi fanno delle concentrazioni, più che un'opportunità diventa un problema.

Sull'aspetto fiscale avrei qualche dubbio anche lì, perché se poi andiamo a vedere l'esenzione IVA che c'è a Campione...ma soprattutto vado a vedere l'analisi SWOT che troviamo a pagina 10 per l'area resort. E glielo ho già detto, collega Marquis, troviamo che nelle minacce c'è: "la presenza di struttura termale nella zona", in totale contraddizione con quello che abbiamo, avete detto, ovvero il Casinò deve riuscire a fare sinergia con il territorio. Immaginare quindi che la presenza di una struttura termale nella zona sia una minaccia è veramente un lavoro malfatto: è un lavoro malfatto detto dai commissari, perché tutti abbiamo visto questo svarione, ma lo ha detto anche il Sindaco di Saint-Vincent. Ma sa cosa ha detto il Sindaco di Saint-Vincent? Mi ha fatto anche sorridere. Ha detto: "cosa vuole, questi professionisti sono venuti da fuori, non conoscono niente". Non avevamo bisogno del Sindaco per dirlo, è chiaro che sono venuti qua e hanno abborracciato un piano con una serie di limiti, perché scrivere che la struttura termale della zona, anziché essere un punto di forza...siamo in un punto di super debolezza.

Credo che anche l'opportunità, la possibilità di collaborare con strutture alberghiere del territorio, queste sono sempre state oggetto di un'interlocuzione. Quando il Casinò utilizzava pesantemente l'ospitalità, le strutture erano contente. Quando l'ospitalità veniva utilizzata di meno, erano ovviamente meno contente e negli anni abbiamo visto degli andamenti non sempre coerenti. È chiaro che - e lo troverete nel piano - giustamente si parla di valorizzare le strutture che fanno parte del resort, quindi se voi andate nelle ultime pagine, troverete degli aumenti importanti del risultato degli alberghi. C'è una cosa che voglio segnalare: gli incrementi dei ricavi della struttura alberghiera nel suo complesso sono molto più importanti nel quattro stelle rispetto al cinque stelle. Se vado a memoria, il quattro stelle aumenta di 1,8 milione e il cinque stelle di 700-800 mila. Ma, Chatrian, non era uno scandalo aver fatto due alberghi, un quattro e un cinque stelle? Non era una scelta sciagurata quella di aver sdoppiato questa proposta alberghiera? Oggi addirittura l'incremento più importante lo vediamo nel quattro stelle!

Non mi concentro sulla pagina 11, perché tale pagina è esemplificativa, si dice "non è un piano di ristrutturazione aziendale, è un piano di rilancio e sviluppo delle attività del Casinò che non può prescindere da una ristrutturazione dei costi", e allora torniamo all'altro argomento sulla credibilità, sulla prudenza. Sono assolutamente d'accordo sul fatto che le previsioni di crescita siano state prudenti. Sono talmente prudenti che si ipotizzano dei ricavi, che sono più o meno nell'ordine dei ricavi del 2015, quindi niente di straordinario se non fosse che il 2015 chi si è occupato di Casinò è stato messo in croce perché i risultati erano sciagurati, però adesso, oltre al piano, oltre a queste cose, il 2015 è un punto d'arrivo. Il problema delle previsioni non è solo su ricavi, quindi la prudenza non è solo su ricavi, la prudenza è venuta meno sulla parte costi, perché sulla parte costi con nonchalance si indicano dei tagli sul costo del personale di decine di milioni, perché si prende come base il costo del personale attuale, ma i sindacati potrebbero dirci che il costo del personale attuale è già figlio di un taglio di 4-5 milioni in virtù dell'accordo fatto. In realtà, quindi il taglio del costo del personale è molto più alto: supera abbondantemente i 10 milioni, arriviamo quasi a 20, perché arriviamo a 35-36 milioni. La prudenza per la parte ricavi quindi la possiamo anche passare, ma sulla parte costi no.

Quando si ragiona in termini di modalità, collega Chatrian, abbiamo delle sorprese, perché, quando si parla del costo del personale, a pagina 62 addirittura si dice - semplifico - che i dipendenti devono lavorare di più e devono guadagnare di meno, tutto fatto in accordo. Per carità, bel concetto, però immaginare che questo sia un accordo la vedo un po' complicata, non la vedo dietro la porta, mentre il risparmio è stato inserito come certo. Si parla anche di demansionamento e si cita l'articolo 2103. La collega Morelli potrà dirci che i sindacati sono venuti qua e ci hanno detto che queste prestazioni non sono collettive, il demansionamento è gestito uno per uno, nel senso che il demansionamento è negoziato individualmente; non è che tu fai un accordo sindacale, c'è il demansionamento di tutti: c'è il demansionamento uno su uno. Vedete che questo tipo di ragionamento può avere una logica, ma sul fatto che sia realistico ho dei dubbi. Vengono messe anche delle date: "entro il 20 giugno". In meno di un mese bisogna che "le persone interessate comunichino per iscritto, entro 20 giorni, la propria disponibilità all'uscita il 1° luglio". Le botte di ottimismo qua si sprecano! Io me lo auguro per tutti, perché una cosa su cui siamo assolutamente tutti d'accordo - è stato detto prima - è che riteniamo tutti che il Casinò sia una risorsa e nessuno ha mai messo in discussione il fatto che ci debbano essere dei piani di riorganizzazione. Se andate a vedere il disegno di legge che è stato dato ai professionisti per il parere pro veritate, troverete questa cosa, perché è scritto che verranno stabiliti 43 milioni, ma non c'è scritto che verranno versati tutti, che ci sarà, entro tre mesi, un piano di riorganizzazione. Ora, la collega Morelli dice che abbiamo cambiato tutto. Non è vero, collega Morelli, voi oggi date 8 milioni al buio, anzi 8 più 7,2 e poi il piano a venire. Se volete, quindi, l'abbiamo detto in modo diverso, ma è la stessa cosa. Voi oggi avete un disegno di legge dove date 8 milioni al buio, perché il piano di ristrutturazione non entra assolutamente nel merito di nulla.

È già stato detto che, quando si entra nel piano, si fanno dei ragionamenti sui mercati e sui prodotti. Il collega Perron prima ha citato la Thailandia, ma non è che l'ha citata perché è particolarmente amante di quei luoghi dove va a fare vacanza, ma perché il piano lo scrive in ben due pagine: "introduzione nuovi giochi per specifici target di clientela russi, cinesi e thailandesi". Poi da un'altra parte di nuovo si parla della Thailandia. Ci è venuta un po' una curiosità, l'abbiamo chiesto al vostro esperto di giochi in commissione e sa cosa ci ha detto? "Io ho scritto: "Thailandia" ma potevo scrivere qualsiasi altro Paese". Da questo punto di vista, ci siamo tenuti alla sedia, perché se queste sono le cose certe, credibili, affidabili, ho dei dubbi. Così come ho dei dubbi qua per le attività: "nuove iniziative di marketing: eventi legati al lusso, incontri sportivi, eventi food, degustazioni, collaborazione con i porteur". Ci siamo chiesti: questa collaborazione con i porteur è una cosa nuova? No, è una cosa che conosciamo da sempre. Ci è stato detto di non chiamarli porteur - l'avete scritto voi - perché scrivere "porteur" vuol dire avere la pelle d'oca; andate a vedervi il verbale, è stato scritto nel piano: "porteur"!

Ovviamente poi il ragionamento dei porteur fa il paio con le ultime pagine, collega Chatrian, che lei non ha particolarmente sviluppato delle possibili modifiche del regolamento. Le modifiche del regolamento sono pesanti, e sono a pagina 88 per coloro che ci seguono e magari hanno il testo sottomano. A pagina 88 si parla di cambiare l'articolo 5, che è il cambio assegni, un argomento spinoso, molte volte, collega Bertin, oggetto di verifiche da parte della Direzione Antimafia nel nostro Casinò, come in altri. Non sappiamo quindi cosa voglia dire la regola del cambio assegni, ma ci ha fatto particolare impressione sempre quello che ci ha detto un vostro rappresentante esperto in giochi, che in modo granitico il 15 maggio ci ha detto: "voi pensate che la gente venga spontaneamente al Casinò? Sbagliate. La gente viene al Casinò se è portata". Andate a leggervi quello che è scritto e viene detto, e ovviamente l'abbiamo preso per buono, proprio testuale: "voi credete ancora che le persone vengano al Casinò spontaneamente? No, non ci vengono più spontaneamente, se non in minima parte, i buoni clienti al Casinò ce li devo portare. Se li devo portare, quindi devo per forza appoggiarmi a chi il giocatore me lo porta". Quando abbiamo avuto modo di avere un incontro puntuale con il responsabile dei giochi, lui ci ha detto che assolutamente non è così, ci ha detto l'esatto contrario. Se ci ha detto l'esatto contrario - torno a guardare Padovani -, la verità, la concretezza, la credibilità dov'è?

Vedete, noi siamo assolutamente convinti che il Casinò sia un'opportunità, quindi le uniche cose che condivido con il collega Padovani sono quelle tre o quattro parole che ha detto all'inizio, dove si ritiene che questa sia un'opportunità per tutti, ma sulle modalità noi riteniamo che questo piano non dia delle risposte, assolva semplicemente come la foglia di fico per dire che siamo vestiti, ma è una foglia di fico. Voi avete giustificato un ribaltone, lei in particolare, collega Chatrian, ha utilizzato come una clava l'argomento del Casinò dicendo che noi abbiamo amministrato in modo superficiale e oggi viene a proporci un piano che non dice nulla.

Una cosa voglio riportare di pagina 29, dove c'è il valore di libro degli investimenti degli immobili, si dice che valgono 108 milioni, investimenti che abbiamo fatto. Accanto c'è una colonna dove c'è scritto: "valore di perizia", se vado a vedere il valore di perizia, dico con le fesserie che abbiamo fatto sarà un valore inferiore al valore di libro: nella colonna c'è scritto che il valore di perizia è 139 milioni. Attenzione, è ovvio che dice che sono 139 milioni in continuità aziendale, è chiaro che se tutto precipita, non valgono più 139 milioni, ma questo in tutte le aziende. Guardo Grosjean, è chiaro che se l'azienda funziona, ci sono tutte le attività, se ad un certo punto l'azienda termina, devo svendere tutto, il valore non è più quello. Era per dire che questo valore di perizia ci conforta, probabilmente non abbiamo buttato i quattrini dalla finestra.

C'è una questione poi che abbiamo cercato anche lì di approfondire sui giochi. Ha detto che dobbiamo far rendere di più le slot machine e ci è stato proposto di togliere delle slot machine per aumentare la produttività della singola slot. Io ho semplicemente chiesto se sabato e domenica le slot sono tutte occupate, non mi è stato risposto, può darsi di sì, può darsi di no, ma se le slot sono tutte occupate, è chiaro che se io diminuisco le slot, poi il sabato e la domenica non soddisfo tutta la domanda. È vero che sulla settimana ho meno slot vuote, perché sono in gran parte vuote, ma faccio un'azione corretta o meno? Qualcuno ha fatto il parallelo con gli impianti di sci. Se noi dovessimo costruire degli impianti di sci con delle portate coerenti con la media settimanale, faremmo degli impianti di sci che sono poco efficienti. Noi strutturiamo gli impianti di sci per soddisfare le punte, che sono quelle del fine settimana, e anche qui risposte ne abbiamo viste pochine.

Tutto il ragionamento e le cose che ci sono state raccontate, oltre a questo taglio del personale che è l'unico argomento che troviamo in questo piano, quindi vengono riportati su questi due concetti: sul gioco on line e sul gioco virtuale. Oltre a dirvi che l'ingegner Marino ci ha detto di aver affrontato le cose dal punto di vista tecnico, ma, oltre che dire queste cose dal punto di vista tecnico, l'ingegner Marino ha detto più volte, perché ovviamente è una persona prudente: "proviamo e vediamo". Oltre poi a capire le ricadute, perché il gioco virtuale è di 129 mila euro all'anno a regime, il gioco on line è di 1-1,1 milioni; ovviamente, rispetto ai numeri in gioco, è modesto, quindi immaginare che quello possa risolvere i problemi del Casinò...poi se ci sono 100 mila-1 milione, vivaddio! Non è che siamo noi a dire: "no", l'unica attenzione che facciamo è che noi non abbiamo una concessione governativa, il grosso business probabilmente lo faranno i grandi provider, che sono, a detta dell'ingegner Marino, dei colossi. Noi lo vediamo in altre attività: coloro che si lanciano sull'on line, che si lanciano su internet sono dei colossi. Vedete la difficoltà che abbiamo sul nostro booking e sul booking.com, su Expedia. Sono dei colossi che mettono milioni e milioni in marketing aggressivo, forte. Immaginare di entrare in un business dove siamo un po' una cenerentola o siamo degli apripista, quindi può essere suggestivo, ma è tutt'altro che certo. Ho già detto quello che ha detto Botta prima, e a pagina 61 troverete una serie di ovvietà.

Ora, collega Chatrian, noi non siamo per niente contenti di questo lavoro, noi siamo convinti che il Casinò sia un'opzione, ma non vorremmo che, per avvalorare un progetto politico inconfessabile, si facciano dei danni irreparabili. Io mi sono preoccupato anche di pagina 73, perché fino ad oggi noi abbiamo un Casinò che è proprietario di immobili, che sono liberi da ogni ipoteca; volutamente nel disciplinare c'è scritto che è vietata la cessione degli immobili, perché tanto abbiamo fatto per rompere l'accerchiamento, e non vorremmo che qualcuno si inventasse la vendita. Ipotecare un immobile non è esattamente dal punto di vista giuridico una vendita, ma è un primo passo, perché le parlo di pagina 73? Perché dice: "così facendo la società potrà raggiungere rapidamente i globali per 33 milioni circa, il cui importo risulta essere coerente con il fatturato della società con i mezzi propri e con il valore degli immobili posti in garanzia". Colpo di scena, in questo piano si parla di mettere gli immobili a garanzia di questi nostri presunti prestiti. Io penso che sia un refuso, che sia una scorciatoia che dei professionisti, che sono stati chiamati in fretta e furia a preparare un piano, ognuno per la sua parte, ha visto. Ma lì qualsiasi professionista, anche di modesta levatura, vede degli immobili importanti, prestigiosi e dice: "perché non mettiamo un'ipoteca? Qui ci possono dare dei prestiti." È chiaro, ma noi non l'abbiamo mai voluto fare, tant'è che giustamente io poi ho sentito parlare di finanziamenti chirografari. Se è vero che avete detto: "finanziamenti chirografari", vuol dire che di nuovo i vostri professionisti hanno scritto qualcosa di poco credibile, di poco affidabile, di poco robusto.

Ora, penso che un futuro per il Casinò ci sia. Riteniamo che, come hanno detto in alcuni punti, questa struttura sia una struttura che deve essere salvaguardata. Questo piano per noi ha un profilo che è esattamente contrario a quello che ci avete detto, per cui è un piano che da un lato, dal vostro punto di vista, vi permette di mettere delle risorse. Noi l'abbiamo già detto: le modalità per mettere le risorse c'erano, coerenti con la legislazione vigente, un finanziamento coerente con gli investimenti immobiliari che sono stati fatti. Quella era la soluzione, dopodiché si entra nello specifico, si fa un piano che sia veramente un piano, una contrattazione con le organizzazioni sindacali, dove si capiscono gli esuberi, si capiscono quelle che possono essere le uscite, le agevolazioni. Qualcuno lo ha detto prima: la "Fornero" è molto costosa.

Lei, quando ci ha presentato l'ultimo emendamento - e poi smetto di tediarvi -, ci ha detto: "lo mettiamo come paracadute perché riteniamo che prossimamente possa esserci concessa la fideiussione", se ho capito bene, senza la provvista e il vincolo di 7,2 milioni, perché se non vincolo, ho la liquidità necessaria. Faccio un inciso: lei, anziché ringraziare il collegio sindacale, adombra dei sospetti, quasi che il collegio sindacale sia...ma probabilmente è condizionato da Di Matteo, che probabilmente adesso ha paura dei fantasmi, quindi ci dice che noi, come opposizione, lavoriamo contro, una cosa inascoltabile: che un rappresentante di una società partecipata si metta a giudicare il lavoro dell'opposizione, o comunque si metta a giudicare l'attività del Consiglio regionale...apriti cielo se fosse accaduto a parti inverse, se qualche amministratore - immaginate di CVA, piuttosto che altre società - avesse avuto qualcosa da dire su di lei quando faceva le sue interpellanze!

Torniamo però al problema sollevato dai sindaci nel dire: "guarda che tu hai 8 milioni, siccome ci sono degli "scaduti" che sono importanti, ci sono una serie di debiti, quegli 8 milioni verrebbero quasi assorbiti dalla "Fornero", quindi a fine maggio o a giugno non abbiamo più liquidità". Anzi è stato detto dai sindacati in quest'aula che i dirigenti hanno paura di avere dei clienti importanti in sala, perché se ci sono dei clienti importanti in sala, se dovessero vincere, non ci sono i soldi per pagare le vincite, l'abbiamo sentito qua. Immaginatevi quindi se abbiamo un po' di sfortuna...a volte la fortuna è cieca, ma la sfortuna ci vede benissimo. Se è vero quello che ci ha detto, io vado a prendere sempre questo benedetto verbale del 15 maggio in cui l'avvocato Di Matteo ci dice: "venerdì - quindi il 19 - c'è un'istruttoria in fase molto avanzata. Ci sarà una delibera il prossimo venerdì - cioè di questa settimana - per la concessione della fideiussione di 7,2 milioni". Ce lo ha detto il 15, il 19 è passato, la fideiussione non c'è stata, quindi come facciamo a credere alle cose che dite e alle cose che dice Di Matteo? Noi, ci perdoni, non vi crediamo. Mettetevi il cuore in pace, quindi non è credibile, non è concreto, non è robusto, ma è un documento che avete fatto per lavarvi la coscienza.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Fosson, ne ha facoltà.

Fosson (PNV) - Ha ragione la Consigliera Morelli quando parla di un argomento simbolico che è un po' al centro del confronto politico da tanti anni. Forse proprio perché la politica ha sempre voluto interferire nella gestione della Casa da gioco. Mi stupisco leggendo quanto Rollandin il 5 aprile ha detto sui dipendenti: "le dita nella marmellata le hanno messe tutti, chi più chi meno". È una cosa che va spiegata comunque, che è significativa. Il 5 aprile 2017 alle ore 15:35.

Io vorrei evitare di fare polemiche, non ho sicuramente il livello del commercialista Marguerettaz, che ha provato ad analizzare pagina per pagina. L'aspetto patetico e paradossale di tutto questo - lo dico in modo molto razionale - è che quelli che hanno portato il Casinò in questa situazione non ammettono nessun errore, nessuna difficoltà di conduzione, di scelte. Magari sono i primi a dare la colpa al personale - e non è vero perché il personale è il primo che ha subito queste cose -, loro non hanno mai sbagliato. Marguerettaz, io vorrei sapere a quale pagina del documento che lei ha sicuramente preparato ci sia scritto come fare, perché con la lezione che ci ha fatto...poi lei sa che io la stimo, credo che sicuramente lei in questi anni abbia preparato un documento in cui ci spiega come far sì che il Casinò, che è una risorsa, non perda 1,2 milioni di euro tutti i mesi, perché questa è la realtà. Lei ci ha provato, infatti parlano i vecchi Assessori...lei nel 2003, noi eravamo giovani, lei era già molto più esperto, quando è arrivato, ha preso il Direttore generale che c'era e l'ha tolto in due minuti. Poi gli abbiamo dovuto pagare una buonuscita notevole e in quegli anni ha poi nominato dei consigli d'amministrazione subentranti, di cui - mi permetta, in amicizia - l'altro giorno non si ricordava neanche tutti quelli che aveva nominato. Se si ricorda, ha anche perso una cena, ma va bene così e gli universitari, i fenomeni, gli universitari che venivano come mercenari in Valle d'Aosta c'erano anche in quei consigli d'amministrazione. Non andò molto bene, perché si ricorda un'estate fu anche congelata la sua competenza sul Casinò, io ero con lei...

(interruzione del Consigliere Marguerettaz, fuori microfono)

...sulla GS, va bene, comunque fu congelata.

Lei, per esempio, parla dei soldi. Io conosco poco del Casinò, lei ha detto che il rischio è che se uno gioca tanto, non ci sono i soldi, ma questo l'aveva già detto il Presidente Rollandin sui cinesi un anno fa quando diceva di aver paura che venissero i cinesi quelli importanti, quindi i problemi c'erano già. Il paradosso è che chi ha gestito - poi io ero in Giunta, ma non mi potete dire di aver gestito molto, di esserci stato a pranzo con Frigerio ogni 15 giorni come faceva qualcuno, eccetera - questa cosa e chi ha portato a questa situazione ora viene a spiegarci e ad indicarci, con cose anche magari giuste pagina per pagina, che cosa dobbiamo fare per risolvere questa situazione che è drammatica soprattutto per i lavoratori.

Consigliere Perron, che lei ci venga a raccontare come dobbiamo fare, quando l'ultimo anno, il peggiore della storia del Casinò, è stato gestito da lei...mi permetta, lei poi fa degli attacchi sempre personali: una volta a me...

(interruzione del Consigliere Perron, fuori microfono)

...l'altra volta mi ha dato dell'avvocato. Lei sa che io sono laureato in medicina con 110 e lode se vuole, forse ci può essere una frustrazione in questo. Io non sono avvocato, sono laureato in medicina e chirurgia con 110 e lode.

Comunque questa volta il confuso è l'Assessore Chatrian. Mi permetta, a proposito di confusione: in quest'ultimo anno di gestione...non sono io che ho cercato Scordato, era la meraviglia, l'abbiamo trovato. Poi a novembre ci viene a dire che Scordato se ne va, che ha nostalgia di Malta, che vuole tornare a Malta, eccetera. Poi un mese dopo ci viene a dire che, invece, se n'è andato via per contrasti con la proprietà, è emerso questo. E gli abbiamo poi dato una liquidazione che è forse superiore a quanto tutti i sette-otto "magnifici consulenti" prendono adesso.

Lì forse c'è stata un po' di confusione, perché nominare uno e dopo un anno ritenere che questo non sia idoneo a svolgere quello per cui lui era stato chiamato, probabilmente, mi permetta, c'è stata una difficoltà o un errore nella scelta: questo non era l'uomo corretto per completare questo quadro e questa nuova rigenerazione del Casinò. Poi, mi scusi, Chatrian sarà confuso, ma lei nel mese di novembre 2016 è venuto a dire, citato spesso: "il n'y a pas la nécessité de recourir à des financements extraordinaires", ossia non c'è bisogno di finanziamenti straordinari, settembre 2016, dopo due mesi...

(interruzione del Consigliere Perron, fuori microfono)

Presidente - Collega Perron, per cortesia, lei riprenderà...

Fosson (PNV) - ..."il n'y a aucune intention de recourir à des financements extraordinaires en plus de ceux qui ont été adressés dans le temps à la Maison de jeu". Ma questo non l'ha detto?

(nuova interruzione del Consigliere Perron, fuori microfono)

...questo mi sembra significativo...cosa ha detto? Non ho capito. Glielo leggo tutto. Collega Perron, a proposito di affidabilità, nel mese di febbraio o gennaio, quando qui si parlava di Casinò, lei non c'era, era andato in vacanza, forse non se lo ricorda. L'Assessore Chatrian sarà confuso, ma qui è un paradosso, mi permetta, è patetico che lei venga a difendere una situazione drammatica in cui sicuramente lei ha delle responsabilità.

Vorrei cercare di costruire qualcosa su un argomento che il Consigliere Rollandin cita spesso e con una certa logica, poi abbiamo sentito che nell'ambito sindacale anche un sindacalista lo cita sovente. Ha detto - ma l'ha detto anche lei, Perron -: "il Casinò ha prestato dei soldi alla proprietà", la ristrutturazione... Lei poi, Presidente, ha detto: "i soldi che gli spettano", l'ho citato, forse l'ho scritto male, comunque lei ha detto che la ristrutturazione del Billia è stata fatta con i soldi del Casino e noi dobbiamo restituirglieli. Questo l'ha detto, è un po' al centro di tutto un discorso. La legge n. 49 dice: "può". Scusi un attimo, perché io non ho partecipato a queste ultime commissioni, ma ho assistito con tutta la II Commissione a quanto ha detto l'architetto Occhiolini quando è venuto. Peccato, perché il parere pro veritate l'avessimo chiesto sui 60 milioni di ricapitalizzazione, perché non è mai stato chiesto quando abbiamo dato 60 milioni per la ricapitalizzazione al Casinò? Non è mai stato chiesto un parere pro veritate, mi permetta e doveva essere fatta anche una norma di legge, che poi non è stata fatta e quella mattina in Giunta non c'eravamo tutti. Comunque cosa ha detto il consulente Occhiolini quando è venuto in II Commissione nel mese di gennaio di quest'anno? Ha detto che il preventivo era di 30-33 milioni, la ristrutturazione è costata 57 milioni: ecco dove sono i 20 milioni di differenza. Noi dovevamo comunque ripianare tutti i loro costi? Se loro spendevano 100 milioni, noi dovevamo restituire 100 milioni?

(interruzione di un Consigliere, fuori microfono)

...così è stato, c'è una deliberazione del Consiglio regionale e, per fortuna, che ad un certo punto a Frigerio, che voleva fare un albergo all'ultimo piano, gli hanno detto che forse non era il caso di farlo, perché lui lo voleva fare, ma qui è tutto scritto. Se vuole, glielo posso dare, come tutta l'altra documentazione. Occhiolini - grande personalità, Presidente del Billia nel 1998, poi ha avuto...

Presidente - Chiedo ai colleghi per gentilezza un po' di silenzio.

Fosson (PNV) - ...una consulenza, l'anno non me lo ricordo, mi sembra nel 2009 - è venuto e ha detto -: "ho iniziato un'attività su richiesta del Presidente Rollandin, un'attività che prevedeva un percorso: seguire la ristrutturazione del Grand Hotel Billia". Poi ha detto: "avevamo fatto una serie di ragionamenti con il Presidente sia a Roma che ad Aosta". Occhiolini viene messo per seguire i lavori del Billia, gli viene data una consulenza importante, rinnovata per due volte, fino a che poi non è più stata rinnovata, e qui poi dà un giudizio del lavoro che doveva fare: "perché è stata fatta una stima di 35 ed era già esagerata, dopodiché loro hanno fatto quello che volevano - c'è scritto, leggo Presidente -: hanno buttato tutto e rifatto tutto nuovo". Gli dobbiamo restituire quanto hanno messo per il Billia, ma se il progetto era di spendere 32-33 milioni, perché ne hanno spesi 57-58? Chi ha autorizzato? Qui c'è già la risposta, dice: "sarà la stima", però la stima da 33 ad arrivare a 58 mi sembra un grande cambiamento, sono quei 20 milioni che mancano. Io le cito solo quello che ha detto Occhiolini in audizione alla seconda Commissione, e questo mi sembra al centro del ragionamento. Noi dobbiamo restituire i soldi alla Casa da gioco che ne ha spesi molti di più di quanto era previsto...

(nuova interruzione di un Consigliere, fuori microfono)

...non è vero...è giusto quello che ha detto Occhiolini: parla di prese in una stanza che dovevano essere cinque per stanza, ne bastavano due.

Dice del ristorante che doveva essere fatto all'ultimo piano del Billia, che sarebbe costato molto di più, quindi mettiamoci d'accordo. Quando il Consiglio Valle ha autorizzato una spesa maggiore per la ristrutturazione del Billia? Chi ha fatto questo? Non lo citano perché questo è un fatto grave, quest'audizione è stata molto grave. Chi ha autorizzato il cambio di tutto e il buttar via quello che c'era per mettere tutto nuovo? Per costruire una struttura, mi permetta...che adesso c'è il grande problema della struttura: ha il 36 percento di camere occupate e le altre camere sono vuote. Questi sono degli errori enormi di progettazione, di innovazione, di marketing e queste sono tutte sulle spalle dei dipendenti che hanno subito per primi questa cosa qui.

Io comunque concludo dicendo che noi vogliamo veramente con serietà cercare di affrontare questo cadeau empoisonné, questo regalo avvelenato, perché è difficilissimo affrontare questo problema. Non è vero che tutto il gioco sia penalizzato in Italia. Noi vogliamo che il Casinò di Saint-Vincent e i suoi dipendenti, che riteniamo una risorsa, possano, attraverso questa riorganizzazione, continuare ad esistere e lavorare. Non solo, ma con dei meccanismi premiali che chi lavora bene possa anche avere delle aggiunte di retribuzione. Il paradosso però è: non venite qui oggi a dirci che abbiamo sbagliato tutto e voi non avete mai sbagliato niente.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Guichardaz, ne ha facoltà. Prima di dare la parola, voglio dire che capisco la situazione, l'ambiente, ma eviterei questo continuo batti e ribatti. Non cito specificatamente chi, dico in generale: c'è un ronzio che è difficile da sostenere. Lascerei parlare tranquillamente chi deve parlare. Prego, Consigliere Guichardaz.

Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Ci sarebbe poco da aggiungere alle cose dette dai colleghi, poi farò una piccola analisi del "caso Fosson", delle cose che ha detto lui, quello sì, perché è bene ricomporre anche alcune questioni. Forse si può ribadire per l'ennesima volta che sul tema del Casinò si è fatta una battaglia politica senza esclusione di colpi, usandolo come un grimaldello - questo è bene ribadirlo - per far saltare l'ex maggioranza, un uso politico del Casinò che oggi lascia disorientati, perché su questo e non su altro, colleghi, la nuova compagine di governo si è giocata totalmente la sua credibilità e il proprio futuro politico.

Ricordo bene quando il collega Chatrian faceva le sue interminabili filippiche sulla Casa da gioco, quando ripeteva a sfinimento come un mantra numeri, dati per far vedere che lui conosceva alla perfezione il problema, ma soprattutto che conosceva e che aveva nel taschino, nel cappello la soluzione al problema. Ricordo le manfrine sui finanziamenti pubblici, sul fatto che bisognasse privatizzare la Casa da gioco e ricordo quando lei, Assessore, si faceva capo popolo davanti ai lavoratori per istigarli ad una reazione contro "l'uomo solo al comando" e contro l'alleanza tutta. Si ricorda che lei, rivolgendosi ai lavoratori, diceva: "ma perché non prende questo telefono, non alza questo telefono? Basta una parola per risolvere i problemi". Oggi siete qua, dopo averci fatto passare mesi in commissione in approfondimenti del tutto superflui, hanno detto un sacco di cose che già sapevamo, con gli ex amministratori del Casinò naturalmente arrabbiati per essere stati negli anni sostituiti. Facevate, colleghi - questo lo voglio dire - voi dell'ex minoranza più parte della maggioranza, i sorrisini d'intesa davanti a Frigerio prima e a Scordato dopo. E lo dica, Assessore, all'Amministratore unico del Casinò, il dottor Di Matteo che anche voi Politici con la "P" maiuscola, come vi ha definito in una storica intervista Gioconews, vi facevate delle sonore risate quando coglievate in fallo i vostri predecessori. Peraltro apro una parentesi sull'improvvida intervista, direi anche sgradevole, oltre che improvvida, sia nei toni che nei contenuti mi pare su Gioconews, o Gioconews.it, adesso non so bene come si arriva, di questo Signor Di Matteo, questo avvocato...nella quale si spinge a fare delle classifiche. Qualcuno ha accennato senza specificare, forse la gente è bene che sappia, forse non tutti hanno letto questa intervista...si spinge a fare delle classifiche lui che è un tecnico nominato credo...adesso poi mi sono perso addirittura con una manifestazione di interesse, tra Politici di serie A, politici con la "P" maiuscola, naturalmente quelli che l'hanno nominato, perché lascia intendere che sono quelli che lo lasciano lavorare, e i politichini, cioè noi, quelli con la "p" minuscola, quelli che osano ostacolare il suo lavoro e quello della sua pletora di super consulenti, i famosi 12, la squadra dei 12, dei 10...io mi sono perso.

Dicevo che ho trovato di cattivo gusto, e anche piuttosto sgradevole, l'arroganza e la spocchia di questo personaggio, che peraltro non è proprio noto per le sue capacità manageriali e per la sua lungimiranza progettuale. Un giorno poi, colleghi, mi direte come siete passati dal super manager sloveno, di cui tanto si diceva, all'avvocato Di Matteo, sono proprio curioso.

Torniamo al piano per ribadire, come dicevo, che su questo documento avete scommesso la tenuta della vostra maggioranza. Su questo piano avete investito la vostra credibilità costruendolo, confezionandolo, come direbbe l'Assessore Chatrian, in antitesi rispetto a quello e anche a quelli della precedente maggioranza o dei precedenti amministratori unici, avete così raccontato ai valdostani. L'avete decantato come un piano di rilancio, di sviluppo, di ristrutturazione e oggi ci accorgiamo, colleghi, che non è altro che la brutta copia, scialba e costosa, che è costata più di 3 mila euro a pagina, comprese le immaginette della prima pagina, la fotografia del Casinò: 3 mila euro. Dei piani che voi avete criticato tanto, ma che almeno contenevano dati, step, analisi di contesto. Leggetevi il piano del 2013, lo so, è un piano che ha trovato evidentemente una scarsa realizzazione, ma quanto meno era un piano che conteneva dei dati, delle analisi di contesto, prendeva in considerazione la propensione al gioco in Italia, il confronto con i casinò italiani ed europei, il turismo in tempi di crisi, il posizionamento competitivo del Casinò di Saint-Vincent, le politiche promozionali in Valle d'Aosta, una parte del marketing, l'organizzazione del personale. Analizzava nel dettaglio questo piano, che non ci è costato 300 mila euro! Era un piano che faceva parte degli incarichi che erano stati dati al precedente Amministratore unico, che peraltro ha fallito ed è stato oggetto anche lì di accompagnamento fuori dal Casinò. Per dire: non è che noi rivalutiamo il lavoro del passato senza criticare. Dicevo quindi che almeno conteneva delle analisi e dei dati, qua invece siamo in presenza di un brogliaccio, scusatemi il termine, scritto a grandi caratteri - si tratta di 90 pagine, l'altro ne aveva 190 ed era molto dettagliato -, che ha la pretesa di inventarsi delle soluzioni. E quali sono queste soluzioni? Hanno detto bene i colleghi prima: "ridurre i costi del personale". Ma dai! "Aumentare l'afflusso di giocatori". Ma dai! "Rilanciare il gioco on line e addirittura quello virtuale". Ma dai, addirittura quello virtuale! Noi stiamo ristrutturando un Casinò fisico esistente e rilanciamo il gioco virtuale, che non si è ancora capito bene che cos'è. Io che non gioco non ho capito se è uno che in Australia si mette lì con l'iPad e può giocare con le telecamerine spalmate e piantate sul croupier, o se è una cosa di uno che si prende il suo iPad e va a fare il frustrato in camera sua, tra l'altro, magari senza neanche consumare, o senza neanche guardarsi intorno e cogliere l'occasione per fare delle giocate altrove. Questo è il piano di rilancio. Non mi intendo di Casinò, colleghi, ma io quel piano ve lo avrei scritto gratis, tanto per dire, non avrei sicuramente chiesto 300 mila euro.

Riprendo la domanda del collega Marguerettaz: ma qualcuno qua dentro sa dire, non a noi che siamo dei poveri Consiglieri di opposizione, quanto diavolo avete speso per questa pletora di consulenti che non si sa nemmeno se continueranno? Perché il buon Di Matteo nella sua intervista non è che dice: "abbiamo fatto un bel lavoro con questi consulenti, adesso li lasciamo andare a casa". Abbiamo speso 300-400 mila euro, immaginiamo qualunque cifra. Finché non ce le dite, può essere anche 3 milioni di euro, allora o ce le dite e sfatiamo una volta per tutte questo mistero... Ha detto: "c'è un'obbligazione di mezzi molto seria, assunta dal sottoscritto, da tutta la struttura e da tutti i professionisti coinvolti, in seguito alla quale non potranno mancare - ripeto, se ci faranno lavorare quei rincoglioniti della minoranza, non l'ha scritto ma è ovvio dal tono complessivo - anche i risultati, però ci devono lasciar lavorare". Sia chiaro che il "devono" non è un diktat, ci mancherebbe ancora che fosse un diktat! Vuol dire quindi che è assunta dal sottoscritto, da tutta la struttura e da tutti i professionisti. Questi professionisti ce li teniamo sulle croste ancora per quanto tempo, colleghi? Allora non ci avete detto tutto: non erano lì solo stati "manifestati" e assunti per fare il piano, no, probabilmente questi professionisti si aggiungeranno allo squadrone di manager, di dirigenti e di direttori che sul piano c'è scritto che bisognerà assumere. "Bisognerà implementare gli organici", tagliamo il personale e implementiamo gli organici con uno squadrone di direttori che arrivano da fuori, aumentando quanto meno i costi della dirigenza...io dico che va bene se i dirigenti non ci sono; se i direttori sono necessari, è bene che ci siano, ma è bene capire che cosa sarà. Non è possibile che oggi siamo qua e non sappiamo nulla, ma è un dato sensibile questa roba qua? È un segreto industriale capire quanto avete speso per questi super consulenti? Qualche peones, di quelli che voi sguinzagliate o che si autosguinzagliano da soli su internet, per farvi o per farsi un po' di propaganda, o semplicemente per trollismo, ha difeso questo piano senza averlo neanche letto - lo si vede chiaramente dagli interventi - dicendo che i finanziamenti sono condizionati al raggiungimento di step e obiettivi, che io ho cercato e ricercato e sinceramente non ho trovato. A meno che non corrispondano alle ipotesi di rilancio del ristorante: come, in che tempi e con quali modalità non si sa. Rilanciamo il ristorante, poi assumiamo un altro esperto di HACCP, di cucina, assumiamo Cracco, così ce lo rilancia. Rilancio del settore giochi: come, in che tempi, con quali modalità, torno a ripetere. All'organizzazione dei convegni...questa è fantastica. A tale proposito, vorrei far notare che il turismo congressuale è in contrazione non dall'altro ieri, è in contrazione dall'inizio della crisi per motivi congiunturali e anche per motivi strutturali, dovuti anche al fatto che questo segmento - e ce lo hanno detto in tutte le salse - si è spostato nelle grandi città, nelle città di mare. Ha cambiato proprio collocazione, indirizzo. Poi senza considerare che, per esempio, il codice etico di Farmindustria cosa dice? Visto che una buona quota di congressi è organizzata dalle case farmaceutiche e dai costruttori di macchinari biomedicali...dicevo, il nuovo codice di Farmindustria introduce restrizioni che di sicuro non incentivano il segmento, anzi lo penalizzano profondamente: "si richiedono ragionevoli motivazioni di ordine scientifico, logistico e organizzativo nella scelta della località e in nessun caso è consentita l'organizzazione di iniziative scientifiche aventi anche finalità di turismo". Scusate, ma se noi nel piano facciamo un gran conto del turismo congressuale e poi i nuovi indirizzi etici di chi organizza i congressi, di chi li sponsorizza e di chi li paga...dice: "da qualche tempo oramai non si può abbinare l'aspetto ludico turistico, ma bisogna andare in posti e fare delle iniziative concrete che non abbiano ricadute di tipo turistico", ma cosa scrive questa gente? Li avete già pagati? Spero di no. Prima di pagarli, magari chiedete conto delle stupidaggini che scrivono.

Il piano, come già detto da molti colleghi, ha una sua fattibilità, anche qui invero molto relativa, forse solo nella parte della riorganizzazione del personale, che in estrema sintesi prevede formule di prepensionamento e giù altra "Fornero"! Siamo già nelle canne, quasi 8 milioni di euro con queste persone che sono a casa non pagate da ottobre e i geni, i nostri super genius consulenti parlano di altra "Fornero". È proprio vero che questo piano è stato fatto a puzzle: da 10 persone che, secondo me, non si parlano. Magari andavano a mangiare alla Brasserie, ma non si parlano. "Incremento dell'orario di lavoro": come, in che tempi, con quale modalità? Ma lo sapete che, per incrementare l'orario di lavoro, bisogna fare una contrattazione sindacale, bisogna mettersi lì, bisogna capire, riorganizzare? È una cosa che voi pensate di far entro quando? Entro il 30 giugno? Entro il 21 giugno? Avete già delle scadenze? "Miglioramento dell'efficienza". Boh. "Contrasto all'assenteismo". Assessore, diciamo oramai famoso per la sua dichiarazione:" i lavoratori tutti assenteisti", quindi immagino che lei abbia già chiaramente in testa come fare a contrastare. Probabilmente si piazza fuori da casa loro, li aspetta, dopodiché gli morde le caviglie fintanto che non arrivano al lavoro. "Stabile riduzione del costo del lavoro", come, in che tempi anche qua, con quali modalità.

Colleghi, questo è il vostro piano, un piano di cose ovvie, di azioni scontate, ma rinviate ad una presunta, ipotetica, auspicabile, probabile, le mettiamo dentro tutte, stabile riduzione di che? Non si sa bene. È lasciata all'alea della fantasia di chi dovrà implementarne i contenuti. Non c'è uno step, non c'è un parametro, non ci sono elementi di verifica dell'iter di realizzazione del piano. Ma andatevi a prendere questa schifezza di piano, come qualcuno l'ha definita, e andate almeno a guardare com'è costruito strutturalmente! Nessuno vi dice che dovete andare a prendere i dati, peraltro dati riferiti al 2015, che erano infilati anche nell'accordo sindacale del 2015, che abbiamo visto non essere dei dati realistici. Anche se sono dati prudenziali, non sono realistici, perché il trend è in discesa, allora o ci dite come fate ad alzare questo trend e a capovolgerlo, altrimenti anche quei dati prudenziali di cui voi parlate sono dati irrealizzabili.

Non vogliamo fare del disfattismo, colleghi della maggioranza, ma gli eventi sono andati un po' oltre le previsioni. Abbiamo detto in ogni sede che i 20 milioni della Regione, scaglionati in 8 più 6 più 6 milioni in periodi successivi, non sarebbero stati sufficienti neppure a pagare le fideiussioni dei lavoratori Fornero. Non immagina, Assessore, i peones del web, anche del suo partito, come si sono arrabbiati quando scrivevo queste cose, così come quando scrivevo che i 15 milioni che dovranno essere reperiti dal sistema bancario non sono a costo zero, avranno interessi e soprattutto richiederanno garanzie. Pagina 63, collega Marguerettaz, non so più, lei l'ha citata...72, non vorrei mai che le garanzie, siccome qualcuno ha parlato addirittura di fiducia...voi avete una fiducia che ve la tirate come dei magneti, io invece penso che le banche chiederanno delle garanzie che andranno molto più in là della semplice parola d'onore data da qualcuno di voi e le garanzie il sospetto...sono proprio quelle che ha evidenziato il collega Marguerettaz: una qualche operazione di vincolo di ipoteca, di garanzia, non si sa bene in che modo. Garanzie che peraltro chiedono le banche e che non chiede la finanziaria regionale, la quale, oltre a non prendere il 7-8 percento di interessi fissi...provate a ragionare che cosa vogliono dire 15 milioni proiettati su 20 anni, su 10 anni: è quasi il raddoppio, non proprio il raddoppio, ma è un aumento considerevole di interessi. E poi vedete se non era in questo caso, per esempio, più semplice evitare di fare questa manfrina dei prestiti bancari e magari ragionare in termini di un mutuo concesso da Finaosta, come fa Finaosta essendo una finanziaria regionale, e lo fa con tutti i cittadini valdostani, lo potrebbe fare, con le dovute garanzie, con i dovuti interessi finanziari, anche lì. No, invece noi che cosa ci inventiamo? Scritto tra le righe la possibilità che possano essere messi dei vincoli alle strutture, che il disciplinare dice che non possono essere vincolati. Qualcuno glielo dica a questi scoordinati di consulenti che probabilmente ragionano - come diceva il collega Marguerettaz - in modo abbastanza autonomo. Oggi presentate un emendamento che va proprio nella direzione di fornire il denaro necessario per le fideiussioni pro "Fornero". Poi, Assessore, lei ci ha raccontato che è un emendamento prudenziale, che non è detto che i soldi saranno usati, sapendo benissimo che lei sta ciurlando nel manico, che quei soldi saranno utilizzati sicuramente e forse è possibile che ne arrivino anche altri rispetto a questi. Magari arrivino da CVA, dai fondi speciali di CVA...che ne so? perché tutto è possibile in questa strana Regione. Lei lo sa benissimo, perché il collegio sindacale ha chiaramente detto che occorrono almeno 14-15 milioni di euro in prima istanza. Visto che i primi 8 milioni andranno obbligatoriamente nelle fideiussioni e negli arretrati dei lavoratori posti in "Fornero".

Apro una parentesi sulla neanche tanto velata minaccia che ha fatto l'Assessore Chatrian al collegio sindacale, il quale avrebbe osato dire che i soldi non sono sufficienti neppure per partire. Collega Chatrian, le volevo dire che lei si deve decidere nella vita. Deve cioè dire una volta per tutte, in primis a sé stesso, qual è il suo concetto di trasparenza. Va bene se si parla male degli avversari, fa un po' come Di Matteo, un po' meno se l'oggetto della critica siete voi e le vostre scelte. Mi scusi, Assessore, se il collegio sindacale è così improvvido nelle sue dichiarazioni, perché oggi presentate un emendamento di 7 milioni e rotti euro, dando in tal modo ragione a questi tre professionisti che hanno esattamente detto quello: che ci volevano per la prima tranche in partenza almeno 14-15 milioni di euro?

Infine - ma neanche tanto perché poi voglio dire due parole anche sul collega Fosson, che mi ha stuzzicato su questa cosa -, collega Chatrian, lei nel suo intervento parla di un lavoro congiunto di un gruppo di esperti, giudicando un merito, un valore aggiunto, ma le chiedo e le ripeto di nuovo: con questa frammentazione di responsabilità chi chiameremo a rispondere nel caso di un eventuale probabile fallimento dell'operazione, che sappiamo tutti è aleatoria? Tra l'altro, qualcuno citava prima il dottor Giovannini, non so se è dottore o che cosa, quando gli è stato chiesto - ho letto il resoconto - di questi thailandesi: "Thailandesi? Abbiamo dovuto mettere lì una nazionalità giusto per...", per dare che cosa? per dare un sapore di internazionalità al piano? Si prendevano in giro il collega Perron o qualcun altro che andavano a Macao a cercare di mettersi d'accordo...poi magari è stato un fallimento, io non lo so, all'epoca l'ho criticata anch'io questa scelta...e oggi Giovannini mi dice che i capisaldi del rilancio del Casinò: russi, cinesi, quelli di cui voi facevate grandi sorrisini, e thailandesi sono buttati lì giusto per dare un velo di importanza o chissà che cosa a questa roba.

Il collega tardivo Fosson - dico: "tardivo" perché ogni tanto si risveglia - ha detto, con quell'enfasi apprezzabilissima, che dovrebbero vergognarsi quelli che hanno causato questa situazione. Io mi ricordo bene quanto lei, novello guerriero di questo Consiglio, batteva i pugni quando eravamo in maggioranza, faceva delle battaglie lì dentro che veramente erano fenomenali. Ma lei ha un fratello gemello? Collega Fosson, ha fatto per cinque anni l'Assessore prima, ha fatto il Senatore in quota Union Valdôtaine, ha fatto per tre anni l'Assessore e ci voleva il collega La Torre, questo santone, che le aprisse gli occhi, perché lei si è aperto gli occhi dopo che ha visto fare questi approfondimenti...

(interruzione di un Consigliere, fuori microfono)

..."io non sapevo niente, non ero io l'Assessore". Non era lei l'Assessore, ma, fino a prova contraria, lei sottoscriveva quelle delibere di rifinanziamento, ma dove viveva, dove abitava in quei momenti lì? Percepiva solo lo stipendio e si interessava solo di sanità a tempo perso e di welfare, o forse era il caso che battesse davvero i pugni? Io francamente dovessi sottoscrivere e firmare una delibera di 60 milioni, magari mi interesserei e mi incavolerei anche un pochettino.

Collega Fosson, quindi io non entro nelle vostre schermaglie, perché vedo che lei ha probabilmente dei conflitti irrisolti con qualcuno, di cui francamente mi interessa poco, però aggiungo una cosa: lei ha lanciato il dato, Scordato ha preso una liquidazione che è pari...allora questi consulenti li abbiamo pagati 110 mila euro, esattamente i sei mesi di preavviso di Scordato? Lei ha detto una cosa: ha detto che hanno preso quello, ma probabilmente neanche lei sa quanto hanno speso, perché la méthode, questo nuovo corso della maggioranza mi sembra che un pochettino la metta all'oscuro delle decisioni fondamentali. Visto che questa è una decisione chiave, la riuscita di questo piano, con tutto ciò che comporta, almeno lei che è in maggioranza...non dico noi che siamo tenuti puntualmente all'oscuro: io ho dovuto avere il piano dal sito di AostaSera, non so se si rende conto! Probabilmente anche lei, probabilmente anche il dottor Fosson, che mi fa ancora un po' tenerezza, malgrado i suoi 110 e lode conseguiti all'università, a volte quando lo sento.

Comunque, per concludere, io penso che, per chiudere questa partita - che è una partita che, come tutte le partite sul Casinò aperte non da quando siete in maggioranza, ma da ben prima, quando non eravate tutti in maggioranza, ma vi facevate le sponde gli uni con gli altri... -, colleghi, forse ci vuole veramente una vera condivisione. Ci vuole quella trasparenza che voi avete tanto invocato e ci vuole soprattutto, credo, la reale voglia di salvare il Casinò, perché io qua ho la sensazione che a qualcuno qua dentro non gliene frega niente di salvare il Casinò, perché i lavoratori del Casinò nella percezione comune sono i lavoratori del Casinò e quindi forse fa più effetto sul proprio elettorato, un elettorato garibaldino che non vede gli effetti devastanti che potrebbe avere la chiusura di un'azienda come il Casinò sul territorio, e siamo una delle quattro Regioni che ha la fortuna di avere una concessione. Allora nessuno difende nessuno, ma anche qua sfrondiamo questa sensazione che io ho e che poi abbiamo percepito molto chiara in alcune intercettazioni di qualche suo collega. Poi sarebbe interessante capire anche chi gli ha messo il telefonino lì vicino per farle dire alcune questioni. Quindi o avete il coraggio di fare un passo indietro e di dire che avete sbagliato tutto: che avete sbagliato sul piano, che non siete trasparenti, che vi state facendo una figura da "banda briscola", come dice lei, alzate l'asticella, des deux l'une, cerchiamo di trovare una soluzione concreta perché altrimenti, colleghi, quest'azienda va a scatafascio e non va a scatafascio solo l'azienda, ma anche l'indotto. Dopodiché costa molto di più - e questo lo dovete dire ai cittadini - chiudere un'azienda come questa che tenerla aperta facendola funzionare.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Padovani, ne ha facoltà.

Padovani (GM) - Ho ascoltato gli interventi fatti dai colleghi dell'Union e dal collega del PD e francamente sono un po' confuso, perché, da una parte, si dice che questo piano non è solido, non è credibile, non è realistico, ma, dall'altra, si dice che ha delle idee che non sono nuove, che c'erano già, che c'erano già negli altri piani. Collega Guichardaz, lei difende il piano nel 2013 francamente in maniera inspiegabile visto che gli ha votato contro, a me è parsa una difesa a spada tratta...

(interruzione del Consigliere Guichardaz, fuori microfono)

...io l'ho ascoltata, se ascolta anche me...

Ho sentito il collega Perron rimbrottarmi perché ho detto che prima non c'erano strategie, forse ho sbagliato, c'erano le strategie: il contratto con i cinesi, la chiusura della sala Gold River, la ristrutturazione del Casinò. Collega Marguerettaz, lei ha citato alcuni degli esperti che sono venuti ad essere auditi in commissione, però si è dimenticato di citare il dottor Di Matteo nella prima seduta della IV Commissione, quando ad una mia domanda sullo stato attuale delle strutture della Casa da gioco e dell'Hotel Billia diceva che l'Hotel Billia era in buono stato e che aveva bisogno di alcuni aggiustamenti e che il Casinò era in pessimo stato, a tre anni dalla ristrutturazione. Collega Perron, capisco che adesso abbia voglia di uscire...

(interruzione del Consigliere Perron, fuori microfono)

...a tre anni dalla ristrutturazione, 120 milioni buttati nella Casa da gioco!

Collega Marguerettaz, meno male che il Billia è un gioiello, perché, come diceva prima il collega Fosson, dei 30 milioni che dovevano essere spesi ne sono stati spesi 57-58. Io ho letto l'audizione del dottor Occhiolini e francamente ci sono scritte delle cose inspiegabili. Io ancora non riesco a capire e, secondo me, una di quelle cose che, Consigliere Rollandin, dovrebbe spiegarci è come si è passati dai 30 milioni ai 57, perché il costo è raddoppiato. Forse ci sono scritte delle cose ovvie, ma voi, almeno qualcuno di voi, è qui da almeno 10 anni e queste cose ovvie non le ha fatte. Se siamo qui a discutere oggi di un piano che è stato fatto magari in fretta, è perché abbiamo fretta: perché c'è la fretta di salvare dei posti di lavoro, c'è la fretta di rimettere in piedi una Casa da gioco che deve poter cominciare anche a restituire dei soldi alla Regione, la fretta ce l'avete messa voi con le vostre azioni di questi anni. Consigliere Rollandin, lei è stato al centro della politica valdostana per 20-30 anni e viene qui a insegnarci che cosa dobbiamo fare sul Casinò dopo quattro mesi? Forse qualche errore l'avete fatto, forse quello che ci dovete dire e che dovete dire a tutti i valdostani è: "scusate, abbiamo sbagliato; scusate, vi abbiamo fatto spendere dei soldi per niente; scusate, ma quei soldi probabilmente adesso la Corte dei conti ce li chiederà anche indietro".

Collega Rollandin, lei - come diceva prima il collega Fosson - nella seduta del 4 aprile ha detto, secondo me, una cosa gravissima per il ruolo che ricopriva: "le dita nella marmellata ce le abbiamo messe, bene o male, tutti". Se lei sa qualcosa, se lei sa di qualche abuso commesso nella Casa da gioco, di qualche irregolarità, lo deve raccontare alle autorità competenti. Non può dire: "bene o male le mani nella marmellata le abbiamo messe tutti". Lei è stato Presidente di questa Regione per secoli, non può dirlo così a cuore leggero, è una vergogna!

Collega Guichardaz, lei prima parlava di cattivo gusto, parlava della cacciata di Frigerio, io se non ricordo male, ma probabilmente ho la memoria un po' labile...o forse il suo fratello gemello, a proposito di fratelli gemelli, non glielo ha raccontato, quello che era in maggioranza, forse non le ha raccontato che il primo punto - ma forse sbaglio sull'ordine dei punti - per l'entrata in maggioranza del PD era la "testa" di Frigerio. Lei prima parlava di sorrisini. Voi avete chiesto la "testa" di Frigerio, io sono anche d'accordo, poi avete messo lì Scordato e a me pare che non abbia fatto molto meglio visto che oggi stiamo parlando del rischio di 264 licenziamenti, dei bilanci di cui ci raccontava prima l'Assessore Chatrian. Per concludere, Consigliere Guichardaz, sul buon gusto forse voi in questi giorni è meglio se state un po' zitti, perché io di cose di cattivo gusto in questi giorni da parte vostra e dei vostri accoliti ne ho lette parecchie e forse era meglio evitare.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Nogara, ne ha facoltà.

Nogara (UVP) - Solo per una riunione della Conferenza dei Capigruppo per vedere come continuare la seduta.

Presidente - La sospensione è concessa.

La seduta è sospesa dalle ore 19:50 alle ore 20:02.

Rosset (Presidente) - Possiamo riprendere i lavori. Qualcuno chiede la parola? Ha chiesto la parola il Consigliere Nogara, ne ha facoltà.

Nogara (UVP) - Io innanzitutto vorrei fare una premessa prima di iniziare il mio intervento, perché qui oggi ho sentito tanti professionisti del settore, perciò volevo proprio dirvi che non sono un esperto del settore, perciò abbiate pazienza. Ho sentito da ex Assessori con delega al Casinò e dal Consigliere Guichardaz adesso nell'ultimo intervento delle vere lezioni sul tema. Il piano che abbiamo presentato, che stiamo discutendo oggi, come ha già detto la mia collega Morelli, non è sicuramente perfetto, e su questo siamo d'accordo tutti, sarebbe persino troppo facile.

Io mi sono preso tanti appunti per quanto è stato detto oggi, ma la cosa che mi ha stupito più di tutto è questa...se torno all'intervento di Perron: l'urgenza sui dossier, lo sappiamo tutti perché c'è questa urgenza. Sono d'accordo addirittura con lei nel dire che non è stato discusso abbastanza questo piano, poteva essere discusso di più nelle commissioni, però i tempi erano quelli e sono stati dei tempi che siamo stati obbligati a seguire, perché lo sappiamo benissimo tutti, non stiamo a parlare della n. 223, dei licenziamenti, della "Fornero", ma è per questi tempi che noi abbiamo dovuto fare in fretta.

La discontinuità. Si è parlato tanto di discontinuità che si è preso un consiglio d'amministrazione con tutti esterni, dei costi. Io non so se vi rendete conto dei costi che abbiamo sostenuto nelle precedenti tornate. Noi avevamo un Frigerio che ci costava 240 mila euro, più 72. Qua si parla di un piano redatto da diversi professionisti che ci sono costati centinaia di migliaia di euro, però si parlava, si magnificava, soprattutto dal collega Guichardaz, il piano del 2013. Io direi andiamo a vedere i fatti, andiamo a vedere che cos'è successo, perché il piano del 2013 avrà avuto un sacco di pagine, sarà stato bello come strutturato, sarà stato bello come tutto, però alla fine quello che contava è che le previsioni di Frigerio erano che nel 2014 si dovevano incassare 75,9 milioni di euro e se ne sono incassati 64; nel 2015 se ne dovevano incassare 81,2 e se ne sono incassati 64; nel 2016, 86,9 e se ne sono incassati 57,6. Io dico che è bello, è scritto bene questo piano, con tutti i vari disegnini, però alla fine non è arrivato a quello che si voleva; noi di piani ne abbiamo visti un sacco.

Consigliere Marguerettaz, io, sapendo che lei sicuramente avrebbe fatto l'intervento che ha fatto oggi - sempre simpatico nei suoi interventi, sempre delicato quasi -, sono andato a prendermi tutta la rassegna stampa di quando lei è stato nominato Assessore alle finanze con delega al Casinò. Se vuole, poi dopo gliela passo, perché non mi metto qua a leggere tutto quello che è stato detto, così ci facciamo due risate, nel senso che tutte le cose che lei ha detto, tutte le cose che ha sostenuto...ha detto tutto e il contrario di tutto in quegli anni, come ha detto tutto e il contrario di tutto negli anni che aveva le deleghe al Casinò. Lei giustamente un po' di tempo fa ha detto che per 14 anni, bene o male, si è interessato di Casinò. Non si interessi più di Casinò, la prego, perché guardi il punto a cui siamo arrivati è grazie ai vari interessamenti, perché i fatti sono questi. Sono passati 50 piani, è passato tutto quello che volete. Guardavo qua in quegli articoli, leggevo che 4 milioni di euro erano stati dati, adesso non ricordo più se nel 2005 o nel 2004, così senza piano perché bisognava ripianare qualcosa. È tutto scritto qua, se vuole, poi glielo passo. Noi con questo cosa abbiamo voluto fare? Si continua a dire che la politica è la rovina di tutto, la politica se entra nelle partecipate, è la rovina. La politica se entra nel Casinò, è la rovina. Io questo lo accetto, perché se vi devo dire la verità, io di Casinò veramente non capisco niente, non capisco niente di giochi, come devono essere strutturati, come devono essere proposti al pubblico, quali giochi vanno di più e quali vanno di meno ed è per questo motivo che questa maggioranza si è messa nelle mani di professionisti. Qual è il nostro obiettivo? Il nostro obiettivo è che questi professionistici ci facciano un piano, un piano credibile e non mi sembra una cosa negativa il fatto che ci siano queste cifre prudenziali di questo piano sugli introiti. E qui sono d'accordo con voi quando dite che non bisogna essere dei fenomeni o dei professori universitari per dire che in una situazione del genere come il Casinò c'è da una parte di costi e da una parte di ricavi, bisogna cercare di sviluppare i ricavi e di diminuire i costi. È chiaro che i costi sono nella gestione, ma nella gestione ci rientra anche il personale; i ricavi sono nello sviluppare i giochi. Io, per esempio - e vi dico non voglio essere un esperto, qua oggi ne ho sentiti tantissimi -, ho sentito tantissimi esperti che mi dicevano che adesso il gioco lavorato non va tantissimo, è difficile impostare un Casinò sul gioco lavorato, vanno tantissimo le macchinette, adesso non so. Io spero che in questo caso, se mi portano avanti un piano del genere, abbiano ragione, però io non mi permetto di dire che le persone a cui abbiamo dato il piano...come io non mi sono mai permesso di dire di tutti i piani dal 2013: "le cose che ho visto sono dei cretini che le hanno scritte, sono delle persone inaffidabili". Io direi di aspettare un attimo e se dei risultati li avremo, forse qualcuno si dovrà rimangiare qualcosa, forse ci dovremo rimangiare qualcosa noi, non lo so, anche perché la mission di tutti in questa sala dovrebbe essere quella che ci sono solo due cose: salvare l'azienda e tutelare i lavoratori, queste sono le due cose che noi dobbiamo fare. Dagli interventi che avete fatto sembra quasi che siccome "questo piano fa schifo...", e vi dà quasi fastidio che magari qualcosa di buono si possa fare. Guardate, qui nessuno ha la sfera di cristallo, speriamo tutti, e lo dico anche a voi, siamo qui, ci è stato presentato questo piano, io dovrei mettermi qua e cominciare a dire: "Perron, da quando c'era lei, guardi qua i dati, ce li ho tutti scritti qua. Marguerettaz, quando c'era lei, il Casinò ha cominciato ad andare a picco. Consigliere Rollandin, lei è sempre stato...e le do tutti i dati". Mi dite che senso ha? Una cosa del genere è per far vedere verso l'opinione pubblica che ho ragione. No, a me interessa che con questo nuovo piano e con l'impegno di tutti...e poi dico con il controllo su questo piano, perché, secondo me, forse un errore che è stato fatto nel passato è che, pur con tutti questi piani magnifici, come ce li spiegava il Consigliere Guichardaz - li abbiamo letti, ne abbiamo discusso un po' in aula, ne abbiamo discusso in commissione e poi sono andati al Casinò -, non si è mai fatto niente. Io me li sono anche letti, guardate che tutti i piani dicevano che sul personale bisognava intervenire, ma non si è mai voluto intervenire, secondo me, per non essere impopolari, ma l'esigenza era anche quella. Quello era un costo su cui bisognava incidere, bisognava fare qualcosa, ma salvando l'occupazione e incidere al limite sui costi e incidere su quello che al momento, secondo questi tecnici, non andava bene. Secondo me, in questo piano ci sono queste cose.

Adesso non buttiamo la croce su nessuno. È vero, probabilmente anch'io in minoranza mi sarò sbilanciato quando c'era qui il dottor Frigerio e abbiamo detto qualcosa fuori dalle righe, ma io penso che ci stia. Tutte le cose che sono passate se le guardiamo...il dottor Frigerio ci ha promesso di tutto e di più e proprio qua me lo ricordo, era seduto lì in fondo, ci ha esposto il piano, non siamo arrivati a niente. Non mi ricordo chi prima diceva che hanno magnificato il Billia e il Casinò, non è vero. Sì, hanno detto che il Billia è una bellissima struttura, molto bella, ha qualche criticità, da qualche parte piove dentro. Al Casinò hanno fatto dei lavori che, ragazzi miei, piove dentro nettamente, l'impianto elettrico è un problema e ci sono grosse criticità e diciamo che l'abbiamo finito da due giorni. Io mi ricordo in quest'aula quante interpellanze sono state fatte e si diceva sempre: "bisogna controllare, bisogna vedere, dobbiamo ancora pagare, dobbiamo ancora fare". Ragazzi, qua bisogna di nuovo rimettere mano al portafoglio per sistemare le cose. Ci sono delle problematiche che non riporto perché lo so io, le dico perché lo ricordo da quello che ci hanno detto e si è detto.

Di fronte a queste problematiche, di fronte a tutto quello che abbiamo, qualcuno mi dice - qua deve essere sempre il gemello del Consigliere Guichardaz -: "il futuro politico è sul Casinò". Noi stiamo cercando di raddrizzare la barca per come l'abbiamo trovata e non è una scusante dire che abbiamo trovato un disastro e che adesso facciamo quello che possiamo. Ci deve essere una continuità amministrativa che ci sia una maggioranza o che ci sia l'altra, noi cerchiamo di fare il nostro meglio per salvare il Casinò, ce la mettiamo tutta, ma che cosa c'entra? Noi ci giochiamo la credibilità di onestà, di come si vuol fare un determinato lavoro, punto e basta, ma come mi gioco la mia credibilità parlando di scuola, come mi gioco la mia credibilità parlando di agricoltura o di altri settori come il turismo o i lavori pubblici. Qui tutti ci giochiamo la nostra credibilità. Non abbiamo fatto nessun ribaltone, abbiamo fatto quello che si doveva fare perché la maggioranza che c'era non aveva i numeri per andare avanti, basta, noi ci siamo messi d'impegno e stiamo cercando di risolvere i problemi oggettivi che ci troviamo tutti i giorni.

Volevo poi fare ancora un appunto al Consigliere Rollandin sul parere pro veritate. Io tutti questi mesi mi sentivo dire questa cosa del parere pro veritate, sono andato a cercarmi delle varie sentenze su questi pareri, che alla fine dicono che i pareri pro veritate sono dei pareri e basta, che vengono dati da un avvocato, ma non è che un parere pro veritate, siccome è definito così, è legge, per esempio, per la Corte dei conti il parere pro veritate conta proprio un bel niente, perché è dato da un avvocato. Mi dispiace se la deludo, Consigliere Rollandin, ma è così. Se continua a parlarmi di parere pro veritate, può avere ragione come può avere torto e questo parere pro veritate se lo legge lei, gli dà un'interpretazione; come l'ha letto prima l'Assessore Chatrian, ne dava proprio tutta un'altra cosa. Su questi pareri pro veritate quindi ci sarebbe tanto da discutere.

Poi sul fatto che lei diceva che non c'è niente di nuovo, glielo ho detto prima: non c'è proprio niente di nuovo in questi piani. Solo che ci sono dei piani che devono essere attuati e dei piani che se si lasciano solo scrivere, poi si lasciano in un cassetto, è lì la differenza, è solo quella. Come dicevo, non bisogna essere dei professori per capire quali sono le problematiche, ma se si fa un piano che poi non si attua...allora noi cercheremo di farlo attuare.

Poi come ultima cosa, riferendomi anche a quanto diceva il Consigliere Perron della velocità con cui stiamo andando avanti, vorrei ricordarvi che la "Fornero" ce la siamo trovata, la n. 223 ce la siamo trovata e aveva delle scadenze e aveva dei costi e lì bisognava prendere delle decisioni e questa è la decisione che abbiamo preso. Non c'è tanto da girarci intorno, ma per risolvere il problema. Il fatto di dire che noi con quello che stiamo facendo, con il piano che stiamo portando, con le discussioni che stiamo facendo ce ne vogliamo lavare le mani dovete spiegarmelo...

(interruzione di un Consigliere, fuori microfono)

...perché l'ho sentito adesso, forse non lei, ma comunque qualcuno ha detto che ce ne vogliamo lavare le mani. Mi sembra proprio il contrario perché ci siamo presi a cuore questa cosa e come qualcuno ha detto: "per le persone che ci sono fuori...non sono così contente che si salvi il Casinò". È proprio per questo, può darsi che l'opinione pubblica a questo punto, dopo tutti i soldi che sono stati messi al Casinò, dica: "ma come ne mettete ancora?". Sì, ne mettiamo ancora, perché, secondo noi, questa è un'azienda che deve essere salvata e mi chiedo ancora una cosa: con tutti i soldi che avete messo voi, adesso, secondo voi, è il caso di piantarla lì? Basta. È una porcheria quello che è stato fatto, lasciamo perdere tutto? Non so se questa può essere una decisione intelligente o meno.

Per altre cose penso di intervenire ancora nello spazio che avrò domani.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Cognetta, ne ha facoltà.

Cognetta (M5S) - Cercherò di spiegare, perché sono ancora una volta contrario e siamo ancora una volta contrari a votare questo piano, come gli altri già votati in quest'aula.

Giusto qualche numero, perché si è parlato di tante cose ma non si è ancora fatto un perimetro nel quale ci stiamo muovendo. Vorrei solo ricordare alcuni dati che conosciamo tutti, ma che magari fuori di qui qualcuno ha dimenticato. Nel 2012 il bilancio porta una perdita di 18,624 milioni di euro; nel 2013: 21,083 milioni di perdite; 2014: 19,139 milioni di perdita; 2015: 18,566 milioni di perdita; 2016: non sappiamo ancora il dato preciso ma siamo intorno ai 40 milioni. A fronte di questo, cosa abbiamo fatto come Consiglio regionale? Io non l'ho votato, mai il Consiglio ha approvato. Che cosa? Nel 2012 non c'eravamo, c'è stato il famoso prestito da 50 milioni. Nel 2013 ci fu una delibera, che ovviamente passò anche in Consiglio, di 10 milioni di spese impreviste. La ricordo con affetto, era la prima che si votava e ricordo che si parlò delle cucine che erano nere, che c'era stata tutta una spesa sulle cucine. Facemmo un sopralluogo, parlammo di stoviglie. Morale: era 10 milioni. 2014, la famosa ricapitalizzazione da 60 milioni. Vorrei solo ricordare all'aula che in quell'occasione spiegammo che non eravamo d'accordo a votare quei 60 milioni, perché non si andava al nocciolo del problema. Qual era il nocciolo del problema? L'organizzazione interna del Casinò. "Era - adesso dicono - destrutturato", lo era anche allora, però gli sono stati dati 60 milioni e non si è risolto il problema, si è semplicemente spostato un po' più avanti. All'epoca dicemmo anche quello, che semplicemente si spostava un po' più in là, basta. Ma d'altronde, non essendo né commercialisti, né laureati in medicina, né laureati in nessuna cosa, anzi non solo degli apprendisti politici...ascoltare noi? Ma stiamo scherzando, non esiste proprio! Anzi. Poi nel 2015 si danno altri 20 milioni e infine nel 2016 non si danno, ma è stato un caso, i famosi 48 o 44 milioni che erano, ma si danno adesso nel 2017, quindi abbiamo solamente spostato un po' più in là. Da un rapido calcolo viene fuori un po' più di 160 milioni, poi però ci sono degli artifici contabili: 30 sono andati, sono venuti. Va bene. La cosa divertente di tutta quanta questa storia è che già Frigerio disse che bisognava azzerare i contratti. Ce lo ricordiamo, sì? E poi se ne andò. Forse lo ha detto anche Scordato e se n'è andato, adesso probabilmente, quando arriveremo al dunque, anche Di Matteo se ne andrà e i contratti non verranno toccati, non che io voglia a tutti i costi toccare i contratti, però mi sembra che chiunque qui sia concorde con il fatto che, nel bene o nel male, i contratti vanno toccati.

Cosa succede poi? Tra le altre cose abbiamo abbattuto il capitale: da 120 è passato a 56 milioni. Vuol dire che 64 milioni sono stati bruciati così, oltre tutto il resto. Ora, io dovrei in qualche modo votare questo piano rispetto alla legge n. 2 che ho votato. La legge n. 2 mi andava bene, diceva una cosa molto chiara, semplice e netta: al piano di ristrutturazione si danno i soldi. Io non so come l'avete inteso voi, ma mi sembra unanime, sia di qua che di là, il giudizio che questo piano non è proprio un vero piano di ristrutturazione. L'hanno detto in forma più sfumata, in forma meno sfumata tutti, ma condivido il fatto che non è un piano di ristrutturazione. Allora perché gli dovrei dare questi soldi io? Sinceramente per quale motivo dovrei votare a favore di una cosa che è contro una legge che abbiamo votato? Non voto. E questo non vuol dire che io ce l'abbia con il Casinò, perché allora andrei in giro dicendo che va chiuso. Io invece vorrei semplicemente che venisse fatta una cosa di buon senso, che avevo già detto nel 2014: perché non gli diamo una sistemata? Vogliamo parlare di tutti i primi livelli, di tutte quelle questioni degli stipendi che sappiamo, di quegli avanzamenti di carriera che non si sa perché si fanno? Di cosa vogliamo parlare qui tra di noi? Delle assunzioni in periodi così disastrosi come il bilancio? Dei lavori fatti che hanno un costo superiore a quello che doveva essere, delle manutenzioni che hanno un costo molto superiore a quello che dovrebbe essere? Di cosa vogliamo parlare? Io non ho studiato teologia, quindi non sono un prete, non sono abituato a lavorare e a dare giudizi di tipo teologico; io sono un tecnico, sono abituato a dare giudizi di tipo tecnico e quindi sinceramente non capisco perché alla fine non votate tutti quanti a favore di questa cosa, o tutti quanti contro, perché se si tratta semplicemente di passare da 28 milioni a 48, facciamo un emendamento, ritorniamo a 48, fine. Perché l'obiettivo vostro è questo: riempire di soldi il Casinò di nuovo, spostare il problema un po' più in là. Fine. Ma così la salviamo quest'azienda, ne siete certi, siete sicuri? Così tornano i clienti? Così il servizio al cliente migliora? Così le porte smettono di staccarsi dai muri? Perché se succede, ragazzi, io sono anche favorevole. Se qualcuno mi firma un pezzo di carta, dove mi dice che, dandogli questi soldi, da domani mattina cominciamo ad avere gente che non sa più come fare per entrare, io ve lo voto, ma qualcuno me lo deve firmare. In caso contrario, come ho già detto, ci stiamo prendendo in giro e finché lo facciamo in quest'aula, tutto sommato, siamo anche pagati per fare un po' di cinema; è un po' diverso quando utilizziamo fondi che dovrebbero andare a beneficio della collettività, e questo ce lo dimentichiamo, perché tutte le volte facciamo un mutuo che non ci viene restituito, o che ci verrà restituito tra 20 anni...in quei 20 anni i soldi non li abbiamo. Allora la colpa è dei dipendenti? Non credo. Fino ad un certo punto, sicuramente. La colpa è dei sindacati? Sicuramente, anche loro hanno la loro dose di colpa. La colpa è dei politici? Sicuramente, perché le colpe qui ce le hanno tutti. Ognuno per la sua fetta più o meno grande. Qui non si vuole risolvere il problema: questa è la realtà.! Non ce n'è un'altra!

Mi va bene che parliamo e analizziamo il piano. Guardate, se vi faccio io l'analisi del piano...ho presentato anche degli emendamenti, sfiziosi se volete, ma mi sono fermato dopo quattro, perché ho detto che ne avrei dovuto fare 200.000 di emendamenti qui dentro. C'è una frase - ne parlerò più avanti - meravigliosa: "debolezze dell'hotel e resort: servizi non in linea con un cinque stelle", ma se è vero questo, io mi chiedo veramente come fanno ad avere cinque stelle quelli? Assessore al turismo, se veramente non è in linea con il cinque stelle, gli dovete togliere una stella o due. Allora mi chiedo: con tutti i soldi che abbiamo speso, non ci sono i servizi in linea con un cinque stelle? Ma scusate, va tutto quanto bene, dobbiamo tenere presente i 3000 voti che stanno lì e che fanno la differenza tra maggioranza e opposizione sicuramente, però ci sono costati quanto? 170 milioni? Quanto altro ci devono costare questi voti? Quanto altro dobbiamo spendere? Ma lo volete tirare fuori un piano che abbia un senso, volete dire quante persone servono ai giochi lavorati, quanti invece ai giochi elettronici, quanti invece al Billia, quanti invece alla s.p.a. e così via? Lo dite. Tanti entrano, tanti escono, si fa una somma e si dice questo è quello che serve per portare avanti quest'azienda, allora forse diventa un po' più credibile, altrimenti è tutta fuffa questa roba.

Sapete cosa mi dispiace più di tutto? Volete sapere cosa mi spiace? Mi dispiace che chi sta fuori di qui e non è coinvolto direttamente in questa faccenda non realizza che il problema grosso è che non c'è un'idea su come risolvere il problema. Ragiona tra squadre di calcio, ma non capisce che il vero problema è che non c'è un'idea per risolvere il problema, ed è una disfatta totale e completa della politica in questa Regione. Se nessuno ha il coraggio di dire: "tecnicamente bisogna fare questa operazione", vuol dire che politicamente non c'è la forza di prendere nessuna decisione. Vuol dire che politicamente non c'è nessuno che è in grado di gestire certi problemi, e questa è una sconfitta di tutta la collettività. Questo non mi fa essere felice, anzi.

Come primo intervento, e penso anche ultimo rispetto a questo argomento, se tirate fuori un piano che abbia dei numeri concreti, che abbia delle idee e che dica, per fare un esempio: "il gioco Trente et Quarante non ci serve più, lo chiudiamo. I dipendenti di quel reparto li mandiamo via", se è vero, diciamolo. Io l'ho chiesto all'esperto di giochi e mi ha detto che dobbiamo avere tutto e anche di più e ci serve tutto ma anche niente, perché quelli della Sicilia giocano più facilmente a Poker, mentre quelli dell'Emilia-Romagna giocano meglio a Trente et Quarante. Io gli ho detto: "e che razza di risposta è? Questa sono capace di darla anch'io. C'è qualcuno che vuole giocare alla Roulette e qualcuno che vuole giocare alle slot - sono diventato un esperto di gioco -ma mi vuoi dire cosa veramente vuoi mettere in campo?". Nessuna risposta. Ci serve tutto. Certo, gli dessimo 250 milioni di euro, sono a posto. Sono capace anch'io così, siamo capaci tutti. È questo che ci ha distrutto qui: il fatto che avevamo talmente tanti soldi che non bisognava mettere in campo nessuna intelligenza, e adesso ne paghiamo le conseguenze. Magari se ci ragionate su questa cosa un minuto rispetto a tutto quanto quello che è successo fino adesso, magari potremmo fare un piccolo passo avanti e trovare delle soluzioni concrete, reali.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Fabbri, ne ha facoltà.

Fabbri (UVP) - Io non avrei voluto entrare nell'agone politico, anzi non ci entrerò, però un'opinione vorrei esprimerla. Ho sentito dire che abbiamo usato il Casinò come un grimaldello, abbiamo usato questo problema enorme che abbiamo nella nostra Regione per scopi politici, per scopi partitici, scopi di voto, ne ho sentite di tutti i colori. Io non posso rispondere per gli altri, però posso assicurarvi che per me non è stato così.

Detto questo, io penso che oggi siamo qui per cercare di porre un rimedio a questa situazione gravissima in cui si trova la società del Casinò. Una situazione gravissima che si protrae negli anni, a cui è stato cercato, è vero, in qualche modo di porre rimedio, in tanti ci hanno messo mano, però ho sentito qualcuno che diceva che ci sono stati tanti piani che poi non sono stati attuati. Io non so se è questo il piano migliore di questo mondo, però l'augurio che faccio è che possa andare avanti ad essere veramente applicato per risolvere almeno in parte i nostri problemi.

Durante le audizioni che sono state fatte, ricordo in particolare quella con i sindacati, è stato ripetutamente richiesto il rispetto, un rispetto chiaramente che è dovuto, un rispetto che si deve sia dal punto di vista umano che dal punto di vista societario ed è proprio per questo che è stato varato questo piano di salvataggio, piano di rilancio che ha avuto dei tempi brevissimi, per carità, purtroppo non andiamo a rivangare il perché c'è stata tutta questa fretta. Questo rispetto però io penso che debba essere un rispetto reciproco e che coinvolga tutti gli attori di questa ditta, compresi i cittadini valdostani, quindi rispetto verso i lavoratori e le loro famiglie, i quali a loro volta devono rispettare la situazione, rendersi conto della situazione. Rispetto verso la comunità valdostana a cui ancora una volta, giustamente, è stato chiesto di intervenire pesantemente per salvare questa società. Il rispetto verso i lavoratori, sempre a mio avviso, si attua nel presentare un piano che preveda non solo un'iniezione di liquidità senza prospettiva, ma deve dare un piano che deve dare sostenibilità e stabilizzazione ad una situazione che va velocemente verso il baratro.

Ora, io non sono un tecnico e quindi ho letto attentamente il piano, non sono in grado di capire esattamente i termini tecnici della cosa, però mi pare che i nodi fondamentali siano stati affrontati e questo è il piano che è rivolto sia dal punto di vista industriale che dal punto di vista finanziario...un piano che avrà delle pecche, ma che, secondo me, può portare ad un miglioramento, ad una risoluzione della situazione. Allo stesso tempo con questo piano e con la nostra azione politica abbiamo anche cercato di garantire analogo rispetto anche ai cittadini valdostani con l'applicazione sia della legge dello Stato che è tuttora valida - mi sto riferendo all'articolo 14, comma 5, della legge Madia -, sia della recente legge regionale n. 2. È possibile attuare dei trasferimenti di capitale da parte del socio pubblico, che può considerarsi un provvedimento adeguato solo ed esclusivamente se accompagnato da un piano di ristrutturazione. È stato a lungo dibattuto qui, ritorno sul parere pro veritate e su quell'azione che è stata portata avanti sui 48 milioni di ristoro per quanto riguardava le casse del Casinò.

Vorrei qui sottolineare l'aspetto innovativo rispetto a quell'azione che esprime la nostra legge. La nostra legge prevede che ci sia questo ripiano entro i tre anni previsti dalla legge, che venga raggiunto questo equilibrio di bilancio prima di dover iniettare questa liquidità: questo, secondo me, è un punto fondamentale. È il punto che ci distingue nettamente da quell'azione che era stata prevista dal piano precedente, è un po' la storia del prima l'uovo o prima la gallina, ma senz'altro...in questo caso doveva essere rispettata questa stringente necessità della previsione del pareggio di bilancio e della previsione di un piano che possa essere sostenibile. Ritornando a questo piano, abbiamo detto che deve essere fatto nei tempi prescritti onde evitare nuovi interventi pubblici e deve prevedere questa riorganizzazione interna e l'introduzione di nuove modalità di sviluppo per accrescere il fatturato e la sostenibilità economica della società. Il varo di questo piano deve rispondere a queste esigenze ed è una condizione imprescindibile per la sua ricapitalizzazione. La previsione di un bilancio che deve essere trasparente, senza operazioni di maquillage al limite della legalità e mi riferisco qui a come sono stati gestiti gli ultimi bilanci con ripetuto e famoso ricorso allo sconto delle imposte anticipate che erano poi inesigibili, nascondendo la gravità della situazione, che non hanno fatto altro che rimandare la necessità di un drastico intervento, portandoci alla situazione attuale in cui si è dovuto intervenire in tempi così ridotti perché i tempi sono stati ridottissimi proprio grazie alla pervicace azione che c'è stata nel mascherare la situazione per dover poi ricorrere a quella famosa legge n. 223 che ci siamo ritrovati e che ha così pesantemente spaventato tutti i lavoratori.

Quanto al piano in sé, l'impressione è che sia un piano redatto con una sostenibilità che poggia su basi razionali e ragionevoli, che ben fanno sperare sulla sua attuabilità. Io non sono certo un tecnico, ma i punti in cui questa ragionevolezza si evidenzia, a mio avviso, sono prima di tutto - è stato detto più di una volta - la cautela applicata alla previsione di sviluppo, contrariamente a quei piani che sono stati accennati prima, che prevedevano degli sviluppi certamente insostenibili e che non si sono infatti verificati.

Un altro punto è la consapevolezza delle potenzialità di questa nostra società. Ancora più importante, ed è stato ripetutamente detto, riconoscere grande professionalità a chi opera e a chi lavora nella società. Questo è un punto che è stato espresso più di una volta dagli estensori del piano, che hanno sottolineato come il costo del lavoro consti in un duplice fattore: il costo aziendale, che viene espresso monetariamente, ma soprattutto il costo dovuto alla scarsa produttività, scarsa produttività che non è causa naturalmente di chi ci lavora, o almeno solo in parte, ma di una cattiva organizzazione a cui bisogna assolutamente porre rimedio.

E qui vorrei un attimino riprendere quello che diceva il collega Cognetta. Quello che distingue la Casa da gioco è proprio il gioco lavorato e quindi la necessità di avere una pluralità di giochi, giochi che hanno bisogno di alta professionalità e che poi noi possiamo vendere sia a chi viene nel nostro Casinò, sia a chi vuole giocare dal di fuori nel nostro Casinò. È un punto, secondo me, molto importante per lo sviluppo futuro dell'azienda. Dicevo, dunque, azioni da mettere in campo per sfruttare al meglio le professionalità che ci sono nella nostra Casa da gioco, in modo anche da motivare i lavoratori che siano stimolati a salvare il loro posto di lavoro e a sviluppare la società. Si tratta certamente di un compito duro e difficile, ma che, giunti a questo punto, è un passo obbligato.

Qualcuno poi sostiene che si tratta di un'operazione inutile, soldi buttati in un pozzo senza fondo, un piano su basi inconsistenti. Personalmente io da amministratore pubblico credo che non cercare di salvare una società così importante per l'economia e la tenuta sociale valdostana, in cui sono stati investiti male o bene - non è questa la sede dove andiamo a discutere di questo - milioni di denaro pubblico, sia un vulnus gravissimo per la nostra Valle. Per queste ragioni, nella consapevolezza che un piano non può essere una certezza, ho sentito qui più di una volta sbeffeggiare questo piano, perché non è un piano certo: un piano non può essere certo, un piano deve essere solido e ragionevole nelle sue basi, ma non può dare certezza, è nella logica delle cose. Si tratta cioè di una ragionevole speranza. Io esprimo dunque la mia fiducia su questo piano, assumendomi anche dei rischi personali. L'augurio è che si trovi l'accordo per cercare una soluzione che possa portare alla sopravvivenza del Casinò, per garantire alle persone coinvolte in questa gravissima situazione un futuro di tranquillità. La politica, secondo me, deve fermarsi qui, il suo scopo è quello di legiferare e di approvare un piano che poi altri devono attuare, sempre naturalmente sotto il controllo dell'applicazione della legge. L'attuazione del piano è nelle mani di coloro che d'ora in avanti, in qualunque compito siano coinvolti...siano essi dipendenti, siano essi dei consulenti, hanno il dovere di portare a termine la fine di questa operazione di salvataggio e di rilancio della nostra società.

Presidente - Non ci sono altre richieste di intervento, quindi, come concordato nella riunione della Conferenza dei Capigruppo, i lavori vengono sospesi e ripresi domattina alle ore 9:00, ribadisco: alle ore 9:00.

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La seduta termina alle ore 20:44.