Oggetto del Consiglio n. 16 del 14 marzo 1952 - Verbale

OGGETTO N. 16/52 - COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE, AVV. CAVERI, CONCERNENTI I PRINCIPALI PROBLEMI INTERRESSANTI LA VALLE D'AOSTA.

Il Presidente della Giunta, Avv. CAVERI, comunica che è sua intenzione di riferire brevemente al Consiglio in merito a varie questioni, di grande importanza per la Regione, che si trascinano da anni e che non hanno ancora potuto avere una soluzione.

Fa presente che esporrà in modo conciso e obiettivo gli ultimi sviluppi di tali questioni, tralasciando qualsiasi spunto di carattere retorico o polemico.

Informa, quindi, il Consiglio che il Presidente del Consiglio dei Ministri, On. De Gasperi, ha ricevuto in udienza, il 2 febbraio u.s., i parlamentari della Valle d'Aosta - Senatore Avv. Ernesto Page e Deputato Dott. Paolo Alfonso Farinet, ed il Presidente della Giunta regionale, che lo hanno intrattenuto sulla situazione della Valle d'Aosta, illustrandogli le questioni e i problemi più importanti connessi con lo Statuto regionale che rimangono tuttora insoluti.

Riferisce, quindi, in ordine alle singole seguenti questioni trattate:

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1a questione: Regolamento organico dei servizi e del personale dell'Amministrazione regionale.

Il Presidente della Giunta, Avv. CAVERI, premette che la legge regionale approvante il succitato Regolamento organico ha una lunga storia. Ricorda, per quanto concerne la sua elaborazione e preparazione, che il testo predisposto ed approvato dal Consiglio regionale era stato concordato con l'allora Presidente del Comitato di Coordinamento. Precisa che, ciò non di meno, la legge è stata impugnata dall'attuale Presidente della Commissione di Coordinamento e dagli organi governativi centrali.

Ricorda che tale legge era stata, in un primo tempo, restituita con varie osservazioni, alcune delle quali sono state prese in considerazione dal Consiglio regionale, che ha apportato le modifiche richieste ai corrispondenti articoli del Regolamento organico.

Fa presente che nel mese di febbraio 1951 - com'è noto ai Consiglieri - vi è stata l'impugnativa della legge per quanto concerne gli articoli 16 e 44.

Rileva che l'articolo 16 della legge non fa che ripetere quanto è stabilito dall'articolo 38 dello Statuto, in cui è previsto che l'Amministrazione dello Stato assume in servizio nella Valle d'Aosta possibilmente funzionari originari della Regione o che conoscano la lingua francese.

Infatti, nell'articolo 16, primo comma, è stabilito che: "L'Amministrazione regionale assume in servizio personale possibilmente originario della Regione", mentre al secondo comma, lettera c), stabilito che, per la nomina ad impiegato o a salariato presso l'Amministrazione della Regione, gli aspiranti debbono comprovare di avere buona conoscenza della lingua francese.

Osserva che il requisito della conoscenza della lingua francese è stabilito solo come un titolo preferenziale.

Rileva, infatti, che l'articolo 44 attenua, in sostanza, la portata dell'articolo 16, in quanto stabilisce che nella Valle d'Aosta gli oriundi valdostani ed i figli degli oriundi valdostani, agli effetti della formazione delle graduatorie, sono preferiti, a parità di merito.

Può sembrare - egli osserva - che la formulazione dell'articolo 44 sia più forte di quanto disponga l'articolo 16; si potrebbe anche dire che la formulazione del 1° comma di tale articolo non sia delle più felici, ma la sostanza, in effetti, è quella dell'articolo 38 dello Statuto speciale della Regione.

Informa che, a proposito dell'articolo 16, i rappresentanti dell'Amministrazione regionale hanno insistito sul fatto che non era possibile rinunciare alla disposizione di principio del primo comma, che si riallaccia all'articolo 38 dello Statuto regionale e che ha anche un valore psicologico.

Fa presente che la Commissione dei 18 parlamentari, a suo tempo incaricata dall'Assemblea Costituenda dello studio e dell'elaborazione dello Statuto speciale della Regione, ha voluto stabilire questo principio anche in relazione alle note esclusioni, disposte e verificatesi nel periodo del fascismo, degli elementi valdostani dall'impiego presso gli stabilimenti industriali e presso le Amministrazioni pubbliche locali.

Fa presente che l'impugnativa concerne, inoltre, la tabella organica e, particolarmente, l'assimilazione del Segretario generale al grado IV del personale dello Stato, nonché l'assimilazione del rimanente personale dei gradi inferiori.

Rileva che è stato affermato, con poco fondamento la parte di alcuno, che la questione del Regolamento organico si è trascinata per parecchi anni anche perché l'Amministrazione regionale si è caparbiamente cristallizzata sulla questione dell'assimilazione del Segretario generale al grado IV dei dipendenti statali.

Precisa, in proposito, che la impugnativa governativa non si riferisce solo alla assimilazione al grado quarto del Segretario generale, ma anche alla conseguente affermata classificazione di tutti i dipendenti della Regione in gradi superiori a quelli dei corrispondenti funzionari statali; per cui, se si accetta il punto di vista affermato nell'impugnativa governativa della legge, tutti i dipendenti della Regione dovrebbero essere retrocessi di grado e di stipendio.

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2a questione: Demanio regionale.

Il Presidente della Giunta, Avv. CAVERI, comunica che nel succitato colloquio del 2 febbraio u.s. è stato, altresì, chiesto il trasferimento al demanio della Regione di beni dello Stato come previsto agli articoli 5 e 6 dello Statuto regionale.

In merito ai precedenti della questione, ricorda che, con nota in data 21 ottobre 1949, la Presidenza della Giunta regionale aveva proposto alla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Ufficio Regioni - l'emanazione di un provvedimento legislativo che regolasse il trasferimento di beni statali dal demanio dello Stato a quello della Regione.

Fa presente che la Presidenza del Consiglio dei Ministri rispose, con lettera del dicembre 1949, significando che non era necessaria l'emanazione di alcuna disposizione legislativa degli articoli 5 e 6 dello Statuto regionale erano, nella loro formulazione, molto chiare e, pertanto, non si riteneva necessaria l'emanazione di norme di attuazione particolari. Fa, inoltre, presente che in tale lettera della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Ufficio Regioni - si precisava che erano state date disposizioni all'Intendenza di Finanza di Aosta affinché i beni statali da trasferire passassero alla Regione senza ulteriore ritardo.

Pone in rilievo che quanto comunicato alla Regione con la succitata lettera andava oltre alla richiesta formulata dall'Amministrazione regionale poiché si comunicava che non era necessaria l'emanazione di alcun provvedimento legislativo per il passaggio alla Regione dei beni demaniali, secondo quanto stabilito dagli articoli 5 e 6 dello Statuto regionale.

Osserva, però, che le disposizioni impartite dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri rimasero, purtroppo, lettera morta perché, da parte dell'Amministrazione del Demanio statale e dell'Intendenza di Finanza, incominciò una resistenza passiva e, nonostante il voluminoso fascicolo di corrispondenza, il trasferimento dei beni non venne effettuato.

Comunica che egli ebbe, pertanto, a conferire in merito alla questione, nel mese di dicembre 1950, con alcuni funzionari della Presidenza del Consiglio dei Ministri e che, in seguito, pervenne all'Amministrazione regionale una lettera, a firma del Sottosegretario On. Andreotti, nella quale veniva promesso che una prima parte di beni statali sarebbe stata trasferita alla Regione entro il 31 dicembre 1950 e che l'altra parte di beni sarebbe stata trasferita entro il 31 gennaio 1951.

Rileva che, purtroppo, tutto l'anno 1951 trascorse senza che fosse effettuato alcun trasferimento di beni alla Regione; non solo, ma, in seguito a successiva istanza, pervenne alla Regione una lettera del predetto Ufficio Regioni nella quale si dichiarava che, a seguito formulati da altri organi centrali, si rendeva necessario il riesame della intera questione, ai fini dell'emanazione di un apposito provvedimento legislativo, in sede di approvazione delle norme di attuazione dello Statuto regionale.

Fa presente, pertanto, che, nel citato colloquio del 2 febbraio 1952 a Roma, si insisté presso il Presidente del Consiglio dei Ministri, sia con un memoriale che verbalmente, affinché venisse disposto ed attuato il trasferimento alla Regione di beni dello Stato, come previsto dallo Statuto regionale, senza attendere l'emanazione di ulteriori norme legislative.

Il Presidente della Giunta, Avv. Caveri, assicura che terrà, in seguito, informato il Consiglio degli ulteriori sviluppi della questione.

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3a questione: Ripartizione delle entrate erariali fra lo Stato e la Regione.

Il Presidente della Giunta, Avv. CAVERI, rileva anzitutto che da taluno sono state dette cose inesatte in merito alla questione del riparto delle entrate erariali, e, cioè, si è detto che la Regione non aveva ancora potuto definire la questione della ripartizione delle entrate erariali per colpa della Giunta regionale, che non aveva accettato le proposte fatte dall'autorità centrale; si è detto, pure - aggiunge - che la Giunta aveva errato nel non accettare le proposte stesse, perché aveva procrastinato la soluzione del problema e la situazione finanziaria precaria.

Precisa, al riguardo, che la verità è la seguente e che la questione si pone in questi termini: mentre, per il 1950, si era dovuto accettare la ripartizione di una parte delle entrate erariali sulla base della quota regionale del 60% dei gettiti delle entrate ammesse al riparto, nell'aprile del 1951 furono comunicate alla Regione nuove proposte più svantaggiose in quanto, se è vero che veniva mantenuta la quota del 60%, venivano però esclusi dalla ripartizione del 60% i proventi dei monopoli e dell'imposta generale sull'entrata, per i quali si sarebbe dovuto, ogni anno, addivenire a trattative con lo Stato per stabilire la misura della quota regionale di riparto. Ammontando i proventi della imposta generale sull'entrata, per il 1950, a Lire 170 milioni ed il gettito dei monopoli a circa mezzo miliardo, veniva, praticamente, sottratto dalla quota di ripartizione del 60% l'ammontare di circa 700 milioni, ciò che, evidentemente, non poteva venire accettato dalla Giunta, anche per il fatto che, con tale sistema, il riparto sarebbe da trattarsi ogni anno e la Regione dovrebbe continuare, per il futuro, a impostare bilanci di previsione con dati finanziari non sicuri.

Informa che nel citato colloquio del 2 febbraio 1952 a Roma, si è insistito affinché la questione della ripartizione delle entrate erariali venisse sollecitamente risolta, tenendo per base i criteri stabiliti per il 1950.

Osserva, a questo proposito, che se il Consiglio della Regione intende contribuire nelle spese per il traforo del Monte Bianco e se intende, altresì, continuare l'esecuzione dei lavori e delle opere di pubblica utilità già approvati e urgenti, è necessario - anche in relazione agli aumenti verificatisi nei costi della mano d'opera e nei prezzi dei materiali - che la quota percentuale regionale del riparto assicuri alla Regione una entrata annua di circa Lire un miliardo e 500 milioni.

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4a questione: Zona franca.

Il Presidente della Giunta, Avv. CAVERI, comunica che anche nel citato colloquio del 2 febbraio 1952 u.s. è stato chiesto che, in applicazione dell'articolo 14 dello Statuto regionale, sia attuata in Valle d'Aosta la zona franca totale.

Informa che nel memoriale consegnato all'On. De Gasperi - memoriale che è stato pure sottoscritto dal Presidente del Consiglio regionale, con il quale sono stati presi accordi in proposito - è stato posto in rilievo che il problema della zona franca è collegato con il problema dell'ordinamento finanziario della Regione. Fa presente, infatti, che con l'attuazione della zona franca e con l'esenzione dai dazi doganali e dalle imposte di monopolio, verrebbe necessariamente a cadere il principio della ripartizione del gettito dei monopoli e verrebbe meno, così, una rilevante entrata annua anche per la Regione.

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5a questione: Ordinamento scolastico.

Il Presidente della Giunta, Avv. CAVERI, comunica che è stato fatto presente, a Roma, che la Regione, per quanto concerne l'ordinamento scolastico, in relazione alle disposizioni degli articoli 2, 3 e 4 dello Statuto regionale, non chiede l'emanazione, di nuovi provvedimenti legislativi ma insiste soltanto sulla applicazione dello Statuto e sul mantenimento dell'attuale legislazione statale a suo tempo emanata per la Valle d'Aosta.

Osserva, a questo proposito, che non ha alcun fondamento giuridico la tesi, sostenuta erroneamente da alcuno, secondo cui, con l'entrata in vigore dello Statuto regionale, sarebbero decadute le norme del decreto dell'11 novembre 1946, n. 365, che istituiva la Sovraintendenza regionale agli Studi e trasferiva, i servizi scolastici alla competenza della Regione.

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6a questione: Contingente di libri di testo scolastici.

Il Presidente della Giunta, Avv. CAVERI, ricorda che la legge 3 agosto 1949, n. 623, autorizza l'acquisto di libri di testo scolastici in altre lingue o di lingua mista, approvati dal "Provveditorato agli Studi" per l'importo annuo di Lire 5 milioni.

Poiché - aggiunge - con legge 11 novembre 1946, n. 365, era stato soppresso il Provveditorato agli Studi di Aosta e, in sua vece, era stata istituita la Sovraintendenza regionale agli Studi, ne deriva che l'approvazione dei libri di testo compete necessariamente alla Sovraintendenza agli Studi.

Senonché - egli osserva - un Ufficio del Ministero della Pubblica Istruzione ha fatto sospendere l'applicazione dei benefici della legge 3-8-1949 n. 623 al contingente di libri scolastici ordinati all'estero dalla Sovraintendenza agli Studi, sostenendo che l'elenco dei libri stessi deve avere l'approvazione del Ministero della Pubblica Istruzione in mancanza del Provveditorato agli Studi - il che è in contrasto palese con la lettera e con lo spirito della legge.

Fa presente che è stato richiesto, pertanto, nel succitato colloquio del 2 febbraio u.s., che siano date disposizioni affinché gli Uffici ministeriali non interferiscano dannosamente e illegittimamente, mentre vi sono chiare e precise disposizioni di legge che regolano i rapporti fra lo Stato e la Regione Valle d'Aosta nella materia in esame.

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7a questione: Acque pubbliche.

Il Presidente della Giunta, Avv. CAVERI, comunica che, nel citato colloquio del 2 febbraio u.s., è stato fatto presente all'On. De Gasperi che il Ministero dei Lavori Pubblici, sotto il pretesto dell'urgenza e dell'indifferibilità di determinati lavori di interesse di Società Idroelettriche richiedenti concessioni di acque ad uso idroelettrico, si comporta in aperto contrasto con le disposizioni di cui allo Statuto regionale, avocandosi, cioè, le competenze spettanti per Statuto alla Regione in materia di concessioni di acque pubbliche.

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Il Presidente della Giunta, Avv. CAVERI, informa che, successivamente al citato colloquio del 2 febbraio 1952, è pervenuta dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri alla Presidenza della Giunta regionale una lettera di risposta in ordine alle varie questioni prospettate ed illustrate brevemente nel memoriale rassegnato al Presidente del Consiglio dei Ministri, On. De Gasperi.

Fa presente che in tale lettera è stato comunicato quanto segue:

1) per quanto concerne le questioni di cui ai punti 5, 6 e 7, si informa la Regione che sono state richieste delucidazioni ai singoli Ministeri interessati e che saranno prese le decisioni del caso.

2) per quanto riguarda la questione della ripartizione delle entrate erariali, si informa la Regione che saranno riprese le riunioni interministeriali per la definizione del problema.

3) per quanto riguarda la questione della zona franca, premesso che, in attesa dell'attuazione della zona franca sono stati concessi alla Valle di Aosta, in esenzione fiscale, determinati quantitativi di contingenti annui di alcuni generi, si riconosce che, effettivamente, la soluzione di tale questione è collegata - come rilevato nel memoriale - alla soluzione del problema dell'ordinamento finanziario della Regione e della ripartizione delle entrate erariali.

4) per quanto riguarda il Regolamento organico informa la Regione che non è possibile ritirare l'impugnativa governativa, ma che, tuttavia, resta la possibilità di opportune trattative.

5) per quanto concerne, infine, la questione del demanio, si informa la Regione che è necessaria l'emanazione di un provvedimento legislativo per il trasferimento alla Regione di beni statali siti in Valle d'Aosta.

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Il Presidente della Giunta, Avv. CAVERI, osserva che, evidentemente, l'Amministrazione regionale non poteva dichiararsi soddisfatta delle risposte avute per quanto concerne la questione del Regolamento organico e la questione del demanio regionale, per cui si è ritenuto necessario di illustrare nuovamente e personalmente alla Presidenza del Consiglio dei Ministri il punto di vista della Regione.

Informa di essere ora indirettamente a conoscenza che, a seguito degli ultimi contatti, nei quali è stato ribadito che gli Amministratori della Valle non potevano ritenersi soddisfatti delle succitate risposte avute, vi è stato un intervento personale del Presidente del Consiglio dei Ministri, On. De Gasperi, in ordine alla questione del demanio per il sollecito trasferimento di beni statali alla Regione, da effettuarsi automaticamente in via amministrativa e, cioè, senza che occorra l'emanazione di leggi o di norme di attuazione, le quali, in ultima analisi, non farebbero che parafrasare le disposizioni di cui agli articoli 5 e 6 dello Statuto regionale.

Per quanto riguarda la questione del Regolamento organico, ricorda che egli ha già rilevato che le questioni in contrasto sono due: la prima concerne le disposizioni di cui agli articoli 16 e 44, che sono state stilate con riferimento all'articolo 38 dello Statuto. In merito osserva che potrà essere eventualmente riveduta la formulazione degli articoli nel loro testo, ma che non si potrà rinunciare al principio sancito con l'articolo 38 dello Statuto.

La seconda contestazione concerne la questione della tabella organica e, più precisamente, l'assimilazione del grado del Segretario generale al grado IV del personale statale e la conseguente successiva assimilazione del rimanente personale regionale.

Riferisce, a questo proposito, che, in appoggio alla tesi sostenuta dall'Amministrazione regionale, sono state citate le tabelle organiche di alcune Amministrazioni provinciali, tabelle dalle quali risulta che, dopo due aumenti periodici, gli assegni del Segretario provinciale vengono ad essere superiori a quelli stessi stabiliti dall'impugnata tabella regionale per il Segretario generale dell'Amministrazione regionale.

Fa presente che, allo scopo di addivenire ad una soluzione amichevole, sono state suggerite due proposte: o evitare nella tabella regionale ogni riferimento espresso ai gradi del personale statale assimilabile o risolvere la questione nel quadro della riforma, attualmente in corso di studio che tende a riconoscere il grado IV al Segretario generale delle Amministrazioni provinciali.

Se tale riforma verrà attuata nel senso suddetto, ogni opposizione all'applicazione della tabella organica verrebbe automaticamente a cadere.

Comunica che, quanto prima, dovrebbero pervenire alla Presidenza della Giunta regionale proposte concrete onde vedere di concordare una soluzione in merito alle questioni controverse per il Regolamento organico.

Per quanto concerne la ripartizione delle entrate erariali, il Presidente della Giunta, Avv. Caveri, informa che ha avuto luogo, ultimamente, la terza riunione interministeriale e che è da attendersi, quanto prima, la convocazione a Roma dei rappresentanti dell'Amministrazione regionale per la trattazione di tale questione.

Il Presidente della Giunta, Avv. Caveri, ricorda che nella seduta del mattino ha richiamato l'attenzione dei Signori Consiglieri sulla necessità di smentire e di far cessare le infondate voci secondo le quali l'Amministrazione regionale della Valle di Aosta disporrebbe di grandi mezzi finanziari, navigherebbe, cioè, in mezzo a milioni e a miliardi; fa presente che, in seguito alla propalazione ed alla pubblicazione di simili voci e notizie infondate, è nata una leggenda in tal senso, che va smentita.

Riconosce il vantaggio che deriva alla Regione dall'esercizio della Casa da Gioco di St-Vincent, vantaggio connesso al fatto che regolarmente, e cioè ogni dieci giorni, l'Amministrazione regionale ha una entrata effettiva. Osserva, però, che non va dimenticato il fatto che i proventi regionali della Casa da Gioco vengono regolarmente iscritti e conteggiati nel bilancio della Regione e vengono dallo Stato calcolati agli effetti della ripartizione delle entrate, per cui non costituiscono una entrata extra bilancio, da aggiungersi, cioè, alle altre entrate di bilancio della Regione.

Rileva che, in sede di approvazione del bilancio dell'esercizio finanziario 1952, i Signori Consiglieri potranno rendersi conto delle reali esigenze e della non buona situazione finanziaria della Regione.

Comunica, a questo proposito che, in base alla quota percentuale del 60% delle entrate erariali, concordata per il 1950, l'Amministrazione regionale verrebbe ora ad incassare dallo Stato, quale quota annua di ripartizione, la somma di Lire un miliardo circa, somma che sarebbe insufficiente per mantenere il ritmo di attività e di opere seguito sino ad oggi.

Precisa, infatti, che, sulla base di un gettito di un miliardo della quota regionale di riparto delle entrate erariali, il bilancio della Regione disporrebbe, nel 1952, solo della somma di L. 60 milioni per il finanziamento di nuove opere pubbliche da approvarsi dal Consiglio nell'anno 1952, mentre la proposta di programma di lavori da approvarsi per il 1952 comporta una spesa di L. 354.700.000; rileva che la rimanente spesa di L. 294.700.000 (354.700.0000 - 60.000.000 = 294.700.000) dovrebbe essere, quindi, finanziata sul bilancio del prossimo esercizio finanziario se non si ottiene un aumento della quota percentuale di ripartizione delle entrate erariali.

Fa presente che, qualora si calcoli, invece, in lire un miliardo e 500 milioni il gettito della quota regionale di riparto delle entrate erariali, sarebbe disponibile per il finanziamento di nuove opere di pubblica utilità, da approvarsi nel 1952, la somma di lire 250 milioni.

Informa che le entrate erariali riscosse in Valle d'Aosta nell'anno 1951 ed ammissibili a riparto ammontano, in base ai dati pervenuti ultimamente, a Lire un miliardo e 800 milioni circa, per cui, qualora la quota percentuale di riparto di spettanza della Regione fosse stabilita nel 60%, si avrebbe una entrata annua di riparto di Lire 1.100.000.000; qualora venisse stabilità la percentuale del 70% si avrebbe una entrata annua di riparto di Lire 1.260.000.000, mentre con la percentuale dell'80% si avrebbe una entrata annua di riparto di Lire 1.450.000.000, somma inferiore all'ammontare di lire un miliardo e 500 milioni prevista nel bilancio regionale quale entrata annua per provento o quota regionale di riparto delle entrate erariali fra lo Stato e la Regione.

Precisa, quindi, che la realtà delle cose contrasta con le succitate notizie inesattamente ripetute da parecchi, anche a scopo di polemica, notizie che hanno fatto sorgere la leggenda secondo la quale la nostra Regione si troverebbe in una botte d'oro, il che, fra altro, ha anche creato in alcuni ambienti un'atmosfera psicologica difficile da modificare, dannosa per gli interessi della Regione.

Il Presidente della Giunta, Avv. Caveri, conclude la sua relazione precisando che ha inteso esporre in modo conciso e sintetico ai Signori Consiglieri il punto in cui si trovano, attualmente, i principali problemi che interessano i rapporti fra lo Stato e la Regione.

Aggiunge che quindici o venti giorni or sono, in seguito alle risposte negative avute in merito alla questione del trasferimento dei beni al demanio della Regione ed alla questione del Regolamento organico, era indotto ad un giudizio pessimistico della situazione. Fa presente che, oggi, ritiene di poter esprimere un giudizio meno pessimistico, in relazione al recente intervento autorevole del Presidente del Consiglio dei Ministri presso l'Amministrazione del Demanio, per un sollecito trasferimento alla Regione dei beni demaniali, ed in relazione alle assicurazioni avute recentemente in merito alla questione del Regolamento organico.

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Il Consigliere Geom. G. NICCO, premesso che il Presidente della Giunta ha fatto un'esposizione molto ampia ed interessante delle succitate importanti questioni e che non è intenzione dei Consiglieri del gruppo social-comunista di indagare onde sapere a chi risalga la colpa della non ancora avvenuta definizione dei vari succitati problemi, espone alcune brevi considerazioni in merito alle questioni suindicate:

1a questione: Regolamento organico dei servizi e del personale dell'Amministrazione regionale.

Lamenta il fatto che l'Amministrazione regionale non abbia ancora potuto definire la questione del Regolamento organico, questione che si trascina ormai da parecchi anni e che interessa, anzitutto, la maggior parte del personale - il quale a tutt'oggi non può lavorare con serenità, mancandogli la garanzia del posto - e, che, per riflesso, interessa pure le famiglie del personale stesso, oltre che l'Amministrazione regionale.

Rileva che, in mancanza del Regolamento organico, molti provvedimenti di nomina di personale, che sarebbero di competenza del Consiglio, vengono assunti dalla Giunta regionale.

Osserva che, in base all'esposizione fatta dal Presidente della Giunta, risulta che, purtroppo. la questione del Regolamento organico, - che costituisce la base per il buon funzionamento dei servizi di ogni Amministrazione, - trovasi, si può dire, sempre allo stesso punto della fine del 1950.

Formula i voti migliori affinché la Giunta possa giungere al più presto ad una soluzione definitiva e soddisfacente della importante questione.

2a questione: Demanio regionale.

Il Consigliere Geom. G. NICCO dichiara di concordare con quanto esposto dal Presidente della Giunta, Avv. Caveri, dalle cui dichiarazioni risulta che vi è contrasto tra gli organi centrali ministeriali, gli organi periferici e l'Amministrazione regionale.

Ricorda che in Châtillon vi sono due fabbricati, "Il Panorama" e la Caserma "Menabreaz", che appartengono al demanio statale e che dovrebbero passare in proprietà all'Amministrazione regionale.

Comunica, a questo proposito, di essere a conoscenza - come pure il Consigliere Dott. Dujany - che l'Intendenza di Finanza di Aosta sta trattando per l'affitto della Caserma "Menabreaz", ora declassata dall'Autorità militare, e per il rinnovo dell'affitto del fabbricato "Il Panorama", affitto che scade il prossimo mese di luglio.

Ritiene necessario che l'Amministrazione regionale intervenga presso l'Intendenza di Finanza allo scopo di ottenere che non si provveda al rinnovo a lunga scadenza dei contratti di affitto dei beni dello Stato che debbono essere trasferiti al demanio della Regione.

3a questione: Ripartizione delle entrate erariali.

Il Consigliere Geom. G. NICCO si riserva di trattare della questione della ripartizione delle entrate erariali in sede di esame e di approvazione del bilancio di previsione dell'anno in corso.

4a questione: Zona franca.

Il Consigliere Geom. G. NICCO esprime il dubbio che il Consiglio regionale abbia commesso un errore nell'accettare dallo Stato la concessione di determinati quantitativi annui di generi in esenzione fiscale, in attesa dell'attuazione della zona franca in Valle d'Aosta, attuazione che viene sempre più procrastinata

5a questione: Ordinamento scolastico.

Il Consigliere Geom. G. NICCO concorda sulla necessità di riaffermare i principi sanciti in materia di ordinamento scolastico dallo Statuto speciale della Regione e dalle leggi speciali emanate in materia.

6a questione: Acque pubbliche - Impianti idroelettrici.

Il Consigliere Geom. G. NICCO dichiara di non condividere completamente il parere del Presidente della Giunta in merito alla questione delle subconcessioni di acque pubbliche ad uso idroelettrico.

Rileva che la questione delle acque pubbliche è stata disciplinata la prima volta con il Decreto Legislativo 7 settembre 1945, n. 545, e, successivamente, con lo Statuto speciale della Regione Valle d'Aosta.

Lamenta che non vi sia alcuna norma di attuazione delle disposizioni del succitato Decreto e di quelle dello Statuto regionale, il che, praticamente - aggiunge - ha per conseguenza che i gruppi industriali idroelettrici ottengono quello che desiderano dal Ministero dei Lavori Pubblici.

Suggerisce di decidere subito in merito alle singole domande di subconcessione di acque ad uso idroelettrico per non trovarsi di fronte a fatti compiuti. A tale fine raccomanda la sollecita approvazione del regolamento regionale recante le norme per le subconcessioni delle acque pubbliche.

Il Presidente della Giunta, Avv. CAVERI, osserva che tutte le domande di subconcessione di acque ad uso idroelettrico sono regolarmente in corso di istruttoria, ai sensi di legge.

Comunica che sono, invece, in discussione con il Ministero alcune questioni di competenza relative ad alcune subconcessioni di acque che, ai sensi dello Statuto regionale, sono da considerarsi decadute per effetto del primo comma dell'articolo 8 dello Statuto stesso: il quale stabilisce che: "Le concessioni di acque indicate nel secondo comma dell'articolo precedente che, alla data del 7 settembre 1945, non siano state utilizzate, passano alla Regione".

Per quanto concerne l'accenno alla mancanza di norme di attuazione in materia di acque pubbliche lamentata dal Consigliere Geom. G. Nicco, informa che il progetto di norme di attuazione in materia di acque pubbliche, predisposto a suo tempo, è stato accantonato per riesame dopo lunghe discussioni, alle quali hanno preso parte i Parlamentari della Valle d'Aosta, il Presidente della Giunta e l'Assessore ai Lavori Pubblici.

Il Consigliere Geom. G. NICCO precisa che, tenuto conto del fatto che si è in sede di comunicazione del Presidente della Giunta, egli si è limitato a fare alcune osservazioni di carattere generale.

Mr. le Conseiller PERRON fait la déclaration suivante:

Si Mr. le Président de la Junte régionale n'avait pas obtenu des assurances successives de la part des ministères compétents, il est indoutable que la réponse de Mr. Andreotti, dont le ton négatif est évident, ne serait-ce que pour les tergiversations que cette lettre contient, ne pourrait que susciter les plus vives inquiétudes pour l'avenir de l'autonomie valdôtaine.

Il est donc souhaitable que les assurances reçues par le Président de la Junte ne restent pas lettre morte et ne soient pas des promesses vite oubliées, comme on en fait trop souvent depuis longtemps à la Vallée d'Aoste (règlement du personnel, passage des biens du domaine à la Région, zone franche et répartition financière).

Quoi qu'il en soit, le fait qu'il faille encore traiter avec Rome et y faire de nombreux voyages pour tenter d'obtenir l'application des points fondamentaux du Statut d'autonomie plus de quatre années après son entrée en vigueur, et qu'au cours de ces pourparlers interminables nos droits, qui avaient été officiellement reconnus par l'Assemblée Constituante, soient aujourd'hui objet de contestations, représente une situation déplorable qui est loin d'être rassurante et fait douter sur la sincérité des sentiments soi-disant régionalistes de certaines personnalités.

Il serait temps que l'on se décide de comprendre, à Rome, que la Vallée d'Aoste ne prétend pas des faveurs ni ce qui n'est pas dû, mais qu'elle exige tout simplement la stricte application de la loi constitutionnelle qui doit être respectée non seulement par la Vallée d'Aoste, comme elle l'a d'ailleurs toujours été, mais aussi et en premier lieu par les organes de l'Etat qui l'émanent.

Il Consigliere Signor MANGANONI prende atto che il Signor Presidente della Giunta ha riferito ampiamente al Consiglio in merito ad importanti problemi di interesse della Regione a tutt'oggi non definiti. Osserva che è sua intenzione di fare alcune considerazioni in ordine alla situazione finanziaria della Regione ed al bilancio di previsione.

Fa, quindi, la seguente dichiarazione, di cui chiede l'inserzione a verbale:

Abbiamo a più riprese segnalato il continuo e sistematico sabotaggio delle Autonomie da parte del Governo di De Gasperi. È sufficiente ricordare la mozione da noi presentata contro il fazioso contegno del Ministro Scelba nei confronti dell'Assemblea Siciliana.

Purtroppo, le nostre documentate denunce hanno trovato nella maggioranza del Consiglio quel disinteresse, per non dire ostracismo, che i Consiglieri di maggioranza riservano a qualsiasi intervento o proposta fatta dal nostro gruppo.

Le posizioni prese ultimamente dalla D.C. che detiene, purtroppo, le redini del Governo, tramite il Gesuita Padre Lombardi ed il suo degno compagno Gedda, presidente dell'A.C., posizioni nettamente reazionarie e fasciste, tanto da indurre alcuni parlamentari a denunciarlo per apologia al passato regime, costituiscono, se ce ne fosse stato bisogno, la migliore conferma dei pericoli da noi a suo tempo denunciati. Alle parole hanno fatto seguito i fatti. Nel meridione, dove ancora devono avvenire le elezioni amministrative, la D.C., visto crollare le sue posizioni in seguito alla sua politica antipopolare e guerrafondaia, considerato che neanche più le pressioni morali e spirituali riescono a carpire i voti ai miserandi braccianti calabresi, ha dovuto ricercare le più vergognose alleanze nelle forze di destra, reazionarie, monarchiche e fasciste.

Ora, da questo intruglio clerico-fascista, cosa vi aspettate?

Cosa ci possiamo aspettare noi Valdostani?

Un ulteriore svuotamento delle autonomie regionali.

Non dimentichiamo uno dei punti programmatici dei nazionalisti nostrani: la totale abolizione delle autonomie regionali.

Voglio ricordare al Consiglio una frase pronunciata tempo fa alla Camera da Scelba, Ministro del Governo Democristiano: La costituzione è una trappola.

Lo Statuto nostro è una legge costituzionale; se il Governo, tramite Scelba, denunciando la costituzione come una trappola, manifesta apertamente la sua intenzione di non rispettarla, ne consegue che neanche il nostro Statuto, che della costituzione fa parte, sarà rispettato.

E purtroppo i fatti lo confermano.

Ora, il compito del Consiglio regionale, oltre all'amministrare la Valle, consiste principalmente nel pretendere dal Governo l'applicazione dell'Autonomia.

Noi, Consiglieri di sinistra, di fronte a questa minaccia, ogni giorno più evidente, vi rivolgiamo un invito: denunciamo questi fatti alla popolazione valdostana, uniamoci, al disopra delle divergenze politiche e sociali, formiamo una forza sola da opporre alla strafottenza del Governo di Roma, per difendere ciò che, dopo la pace, costituisce una delle conquiste supreme per i valdostani: l'autonomia.

Il Presidente ff., Ing. PASQUALI, constatato che nessun altro Consigliere intende prendere la parola in merito alle comunicazioni fatte dal Presidente della Giunta Avv. Caveri, dichiara chiusa la discussione sulle comunicazioni stesse.

IL CONSIGLIO

prende atto.

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