Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2657 del 18 aprile 2007 - Resoconto

OGGETTO N. 2657/XII - Proposta di legge: "Disciplina delle cause di ineleggibilità e di incompatibilità con la carica di consigliere regionale, ai sensi dell'articolo 15, comma secondo, dello Statuto speciale". (Discussione generale, approvazione di un ordine del giorno e inizio della votazione)

Articolo 1

(Oggetto)

1. La presente legge disciplina, ai sensi dell'articolo 15, comma secondo, dello Statuto speciale per la Valle d'Aosta, le cause di ineleggibilità e di incompatibilità con la carica di consigliere regionale.

Articolo 2

(Cause di ineleggibilità alla carica di consigliere regionale)

1. Non sono eleggibili alla carica di consigliere regionale:

a) i membri del Governo della Repubblica, i viceministri, i sottosegretari di Stato ed i commissari straordinari del Governo;

b) il presidente della Commissione di coordinamento della Valle d'Aosta;

c) i capi di dipartimento e i segretari generali dei Ministeri, il capo della polizia-direttore generale della pubblica sicurezza e i suoi vicedirettori, nonché gli ispettori generali di pubblica sicurezza che prestano servizio presso il Ministero dell'Interno, i capi degli uffici di diretta collaborazione dei ministri, dei viceministri e dei sottosegretari di Stato;

d) i membri della Commissione dell'Unione europea;

e) i magistrati aventi giurisdizione nella Regione, ivi compresi quelli onorari; sono esclusi i magistrati in servizio presso uffici giudiziari aventi competenza sull'intero territorio nazionale e i componenti delle Commissioni tributarie;

f) gli ufficiali generali e gli ufficiali superiori delle forze armate la circoscrizione del cui comando territoriale comprenda anche solo parte del territorio della Regione o sia in esso compresa;

g) il questore e i funzionari di pubblica sicurezza che esercitano le loro funzioni nella Regione;

h) il presidente e il commissario di uffici, enti, agenzie e aziende statali aventi competenza nel territorio della Regione;

i) il presidente del Comitato regionale per le Comunicazioni (Co.Re.Com.), di cui alla legge regionale 4 settembre 2001, n. 26 (Istituzione, organizzazione e funzionamento del Comitato Regionale per le Comunicazioni (Co.Re.Com.). Abrogazione della legge regionale 27 dicembre 1991, n. 85);

j) il presidente della Camera valdostana delle imprese e delle professioni - Chambre valdôtaine des entreprises et des activités liberales, di seguito denominata Chambre, di cui alla legge regionale 20 maggio 2002, n. 7 (Riordino dei servizi camerali della Valle d'Aosta);

k) i dirigenti regionali con incarico di primo livello e i segretari particolari di cui all'articolo 35 della legge regionale 23 ottobre 1995, n. 45 (Riforma dell'organizzazione dell'Amministrazione regionale della Valle d'Aosta e revisione della disciplina del personale);

l) i membri della Commissione regionale per i procedimenti referendari e di iniziativa popolare di cui all'articolo 40 della legge regionale 25 giugno 2003, n. 19 (Disciplina dell'iniziativa legislativa popolare, del referendum propositivo, abrogativo e consultivo, ai sensi dell'articolo 15, secondo comma, dello Statuto speciale);

m) i componenti dell'Autorità di vigilanza istituita dalla legge regionale 19 maggio 2005, n. 10 (Disposizioni in materia di controllo sulla gestione finanziaria ed istituzione della relativa Autorità di vigilanza);

n) il legale rappresentante, gli amministratori delegati e i direttori degli enti pubblici non economici, delle agenzie e delle aziende dipendenti dalla Regione;

o) il legale rappresentante, gli amministratori delegati e i direttori delle società partecipate dalla Regione, dagli enti pubblici non economici, dalle agenzie o dalle aziende da essa dipendenti, e il legale rappresentante, gli amministratori delegati e i direttori delle società da essi controllate o ad essi collegate ai sensi dell'articolo 2359 del codice civile;

p) il legale rappresentante, gli amministratori delegati e i direttori delle società partecipate dallo Stato operanti sul territorio regionale;

q) il legale rappresentante, gli amministratori delegati e i direttori nominati o designati dalla Regione, o dagli enti pubblici non economici, dalle agenzie o dalle aziende da essa dipendenti, nonché dalle società da essi controllate o ad essi collegate ai sensi dell'articolo 2359 del codice civile, in consorzi, cooperative, associazioni e fondazioni le cui entrate ovvero i cui ricavi o valore della produzione dell'ultimo bilancio approvato siano superiori a 500.000 euro, ed in istituti di credito;

r) il legale rappresentante e i direttori di struttura socio-sanitaria privata convenzionata con l'Azienda regionale USL della Valle d'Aosta o con la Regione;

s) il rettore dell'Università della Valle d'Aosta/Université de la Vallée d'Aoste;

t) gli editori e i direttori di testate giornalistiche, escluse quelle politiche e sindacali, e radiotelevisive le quali abbiano percepito contributi regionali o abbiano convenzioni in essere con la Regione nei 12 mesi che precedono la scadenza naturale della legislatura.

2. Non sono altresì eleggibili:

a) il sindaco ed il vice-sindaco dei Comuni della Regione con popolazione superiore a 3.000 abitanti, calcolati al 31 dicembre dell'anno antecedente quello che precede la data delle elezioni;

b) gli ecclesiastici e i ministri di culto che hanno giurisdizione e cura di anime nella Regione e coloro che ne fanno ordinariamente le veci;

c) i dipendenti del comparto unico regionale appartenenti alla qualifica dirigenziale, fatto salvo quanto previsto al comma 1, lettera k);

d) i dirigenti delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado ed educative dipendenti dalla Regione, nonché i dirigenti dell'Università della Valle d'Aosta/Université de la Vallée d'Aoste;

e) i professori, i ricercatori in ruolo ed i titolari di contratti di insegnamento presso l'Università della Valle d'Aosta/Université de la Vallée d'Aoste;

f) i dipendenti che ricoprono incarichi, anche vicari, di direzione di uffici, enti, agenzie e aziende statali aventi competenza nel territorio della Regione;

g) i componenti del Co.Re.Com.;

h) i componenti della Giunta e del Consiglio della Chambre;

i) i dirigenti degli enti pubblici non economici, delle agenzie e delle aziende dipendenti dalla Regione, fatto salvo quanto previsto all'articolo 5, comma 1, lettera n);

j) i dirigenti delle società partecipate dalla Regione, dagli enti pubblici non economici, dalle agenzie o dalle aziende da essa dipendenti, e i dirigenti delle società da essi controllate o ad essi collegate ai sensi dell'articolo 2359 del codice civile.

3. Non è inoltre eleggibile chi ricopre o abbia ricoperto la funzione di difensore civico nella Regione.

Articolo 3

(Rimozione delle cause di ineleggibilità)

1. Le cause di ineleggibilità di cui all'articolo 2, comma 1, non hanno effetto se l'interessato cessa dalle funzioni per dimissioni, trasferimento, revoca dell'incarico o del comando, collocamento in aspettativa non retribuita, non oltre sei mesi dalla data di scadenza naturale della legislatura.

2. Le cause di ineleggibilità di cui all'articolo 2, comma 2, non hanno effetto se l'interessato cessa dalle funzioni per dimissioni, trasferimento, revoca dell'incarico o del comando, collocamento in aspettativa non retribuita, non oltre il giorno fissato per la presentazione delle candidature.

3. La causa di ineleggibilità di cui all'articolo 2, comma 3, non ha effetto se la funzione di difensore civico sia cessata almeno tre anni prima del giorno fissato per la presentazione delle candidature.

4. La Regione, gli enti pubblici non economici, le agenzie, le aziende da essa dipendenti e gli enti locali sono tenuti ad adottare i provvedimenti di cui ai commi 1 e 2 entro cinque giorni dalla presentazione della richiesta. Ove l'amministrazione di appartenenza non provveda, la domanda di dimissioni o aspettativa accompagnata dall'effettiva cessazione dalle funzioni ha effetto dal quinto giorno successivo alla presentazione della richiesta.

5. La cessazione dalle funzioni consiste nell'effettiva astensione da ogni atto inerente all'ufficio rivestito.

6. L'aspettativa è concessa per tutta la durata del mandato. Il periodo di aspettativa è considerato come servizio effettivamente prestato, nonché come legittimo impedimento per il compimento del periodo di prova. Non possono essere collocati in aspettativa i dipendenti assunti a tempo determinato.

7. In caso di scioglimento anticipato del Consiglio regionale, la rimozione delle cause di ineleggibilità di cui all'articolo 2 deve avere luogo entro i sette giorni successivi alla data di pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione del provvedimento di scioglimento.

Articolo 4

(Divieto di svolgimento delle funzioni per il direttore generale, il direttore amministrativo e il direttore sanitario dell'Azienda regionale USL della Valle d'Aosta)

1. Il direttore generale, il direttore amministrativo e il direttore sanitario dell'Azienda regionale USL della Valle d'Aosta, ove si siano candidati e non siano stati eletti, non possono esercitare le loro funzioni nella suddetta Azienda per un periodo di cinque anni, decorrenti dalla data di svolgimento delle elezioni.

Articolo 5

(Cause di incompatibilità con la carica di consigliere regionale)

1. Non sono compatibili con la carica di consigliere regionale le seguenti cariche, qualifiche, posizioni ed uffici:

a) membro di una delle Camere;

b) membro di un altro Consiglio regionale;

c) membro del Parlamento europeo;

d) giudice della Corte costituzionale;

e) membro del Consiglio superiore della magistratura;

f) membro del Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro;

g) presidente o assessore di altra Regione o provincia autonoma;

h) presidente o assessore o consigliere provinciale;

i) sindaco o vice-sindaco dei Comuni della Regione con popolazione fino a 3.000 abitanti, calcolati al 31 dicembre dell'anno antecedente quello che precede la data delle elezioni;

j) assessore e consigliere di un Comune della Regione;

k) dipendente del comparto unico regionale non appartenente alla qualifica dirigenziale;

l) docente delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado ed educative dipendenti dalla Regione;

m) amministratore, comunque denominato, delle scuole paritarie presenti nel territorio della Regione;

n) componente degli organi di amministrazione e degli organi di revisione contabile, comunque denominati, degli enti pubblici non economici, delle agenzie e delle aziende dipendenti dalla Regione;

o) dirigente sanitario dipendente dall'Azienda regionale USL della Valle d'Aosta e dirigente sanitario di struttura socio-sanitaria privata convenzionata con l'Azienda stessa o con la Regione;

p) coloro che, per fatti compiuti allorché erano amministratori o dipendenti della Regione, sono stati, con sentenza passata in giudicato, dichiarati responsabili verso la Regione e non hanno ancora estinto il debito;

q) presidente delle Associazioni Pro Loco della Valle d'Aosta, costituite ai sensi dell'articolo 29 della legge regionale 15 maggio 2001, n. 6 (Riforma dell'organizzazione turistica regionale. Modificazioni alla legge regionale 7 giugno 1999, n. 12 (Principi e direttive per l'esercizio dell'attività commerciale) e abrogazione delle leggi regionali 29 gennaio 1987, n. 9, 17 febbraio 1989, n. 14, 2 marzo 1992, n. 4, 24 giugno 1992, n. 33, 12 gennaio 1994, n. 1 e 28 luglio 1994, n. 35);

r) presidente della Consulta regionale per la condizione femminile della Valle d'Aosta;

s) i soggetti nominati o designati dalla Regione, o dagli enti pubblici non economici, dalle agenzie o dalle aziende da essa dipendenti, nonché dalle società da essi controllate o ad essi collegate ai sensi dell'articolo 2359 del codice civile, negli organi di amministrazione e di revisione contabile di consorzi, cooperative, associazioni, fondazioni, società le cui entrate ovvero i cui ricavi o valore della produzione dell'ultimo bilancio approvato siano superiori a 500.000 euro, ed in istituti di credito;

t) coloro che hanno lite pendente con la Regione in quanto parte in un procedimento conseguente o promosso a seguito di un giudizio definito con sentenza passata in giudicato;

u) coloro che, avendo un debito liquido ed esigibile verso la Regione, sono stati legalmente messi in mora ovvero, avendo un debito liquido ed esigibile per imposte, tasse e tributi nei riguardi della Regione, abbiano ricevuto invano notificazione della cartella di pagamento da parte del concessionario della riscossione;

v) coloro che, nel corso del mandato, vengono a trovarsi in una condizione di ineleggibilità prevista all'articolo 2.

Articolo 6

(Inapplicabilità di alcune cause di incompatibilità)

1. L'incompatibilità di cui all'articolo 5, comma 1, lettere s) e t), non si applica per fatti connessi con l'esercizio del mandato, né in caso di pendenza di una lite in materia tributaria.

Articolo 7

(Effetti delle cause di ineleggibilità e incompatibilità)

1. Le cause di ineleggibilità di cui all'articolo 2 comportano l'invalidità dell'elezione dell'eletto cui si riferiscono. Le stesse cause, se sopravvengono all'elezione, comportano la decadenza dalla carica di consigliere regionale se non sono rimosse nei termini e con le modalità previste dall'articolo 8, commi 5 e 6.

2. Le cause di incompatibilità, sia che esistano al momento dell'elezione sia che sopravvengano ad essa, comportano la decadenza dalla carica di consigliere regionale se non sono rimosse nei termini e con le modalità previste, rispettivamente, dall'articolo 8, comma 4, e dall'articolo 8, commi 5 e 6.

3. Ai fini della rimozione delle cause di ineleggibilità sopravvenute alle elezioni ovvero delle cause di incompatibilità, sono applicabili le modalità di cui all'articolo 3. La cessazione dalle funzioni deve avere luogo entro i termini previsti dall'articolo 8.

Articolo 8

(Verifica delle cause di ineleggibilità e incompatibilità)

1. All'inizio di ogni legislatura, o in caso di vacanza di un seggio durante il quinquennio, il Consiglio, con le modalità previste dal proprio Regolamento interno, convalida le elezioni dei consiglieri per i quali abbia accertato non sussistere cause di ineleggibilità. Nessuna elezione può essere convalidata se non siano trascorsi almeno quindici giorni dalla data di proclamazione degli eletti.

2. Qualora sussista una causa di ineleggibilità a carico di un eletto, il Consiglio contesta all'eletto la causa predetta. L'eletto ha dieci giorni di tempo per formulare osservazioni. Entro i dieci giorni successivi alla scadenza di tale termine, il Consiglio delibera definitivamente e, ove ritenga sussistere la causa di ineleggibilità, annulla l'elezione, provvedendo alla sostituzione con il candidato che nella medesima lista segue immediatamente, quanto a voti di preferenza ottenuti, l'ultimo eletto.

3. La deliberazione di annullamento è depositata, nel giorno successivo, presso la segreteria del Consiglio ed è notificata agli interessati entro cinque giorni dalla data di adozione.

4. Qualora sussista una delle cause di incompatibilità prevista dall'articolo 5, il consigliere regionale deve dichiarare alla presidenza del Consiglio, entro otto giorni dalla data di convalida delle elezioni, quale carica presceglie. Mancando l'opzione, il Consiglio regionale, entro i successivi dieci giorni, lo dichiara decaduto con deliberazione da depositarsi, il giorno successivo all'adozione, nella segreteria del Consiglio e da notificare, entro cinque giorni dalla data di adozione, all'interessato, provvedendo alla sostituzione con il candidato che nella medesima lista segue immediatamente, quanto a voti di preferenza ottenuti, l'ultimo eletto.

5. Quando vi siano fondati motivi per ritenere che una causa di ineleggibilità o di incompatibilità sia sopravvenuta all'elezione, il presidente del Consiglio regionale, entro dieci giorni dalla data di accertamento della causa di ineleggibilità o di incompatibilità sopravvenuta, ne dà contestazione all'interessato con lettera raccomandata con ricevuta di ritorno e con invito a presentare eventuali controdeduzioni e a rimuovere le cause di ineleggibilità o di incompatibilità sopravvenute o ad effettuare l'opzione tra la carica consiliare e la carica o l'ufficio incompatibile ricoperto, entro dieci giorni dalla data di ricevimento della contestazione.

6. Qualora il consigliere non provveda alla rimozione della causa di ineleggibilità o di incompatibilità sopravvenuta, il Consiglio, entro i dieci giorni successivi alla scadenza del termine di cui al comma 5, delibera definitivamente e, ove ritenga sussistente la causa di ineleggibilità o di incompatibilità sopravvenuta, lo dichiara decaduto. La deliberazione deve essere, nel giorno successivo, depositata nella segreteria del Consiglio e notificata, entro cinque giorni successivi alla data di adozione, a colui che sia stato dichiarato decaduto. Il seggio vacante è attribuito al candidato che nella medesima lista segue immediatamente, quanto a voti di preferenza ottenuti, l'ultimo eletto.

7. Le deliberazioni di cui al presente articolo sono adottate d'ufficio o su istanza di qualsiasi elettore della Regione.

Articolo 9

(Membri della Giunta regionale che non facciano parte del Consiglio)

1. La presente legge si applica anche ai membri della Giunta regionale che non facciano parte del Consiglio, intendendosi le cause di ineleggibilità e di incompatibilità di cui agli articoli 2 e 5 quali cause ostative all'elezione. Le cause predette non hanno effetto se l'interessato le rimuove entro la data di elezione alla carica di assessore.

Articolo 10

(Cessazione dell'efficacia di disposizioni della legge 1257/1962)

1. Dalla data di entrata in vigore della presente legge cessano di avere efficacia le disposizioni degli articoli 6, 7, 8, 25 e 28 della legge 5 agosto 1962, n. 1257 (Norme per l'elezione del Consiglio regionale della Valle d'Aosta).

Articolo 11

(Rinvio)

1. In materia di contenzioso elettorale resta fermo quanto disposto dalla l. 1257/1962 agli articoli 21, 22, 23, 24, 26, 27, 29, 30, 31, 32 e 33.

Articolo 12

(Disposizioni transitorie)

1. Le disposizioni di cui agli articoli 6, 7, 8, 25 e 28 della legge 1257/1962 continuano ad applicarsi ai consiglieri la convalida della cui elezione sia avvenuta o avvenga nella legislatura in corso alla data di entrata in vigore della presente legge ai fini della conservazione della condizione di eleggibilità e del relativo procedimento di verifica, limitatamente alla durata della legislatura medesima.

2. Qualora la data di entrata in vigore della presente legge sia successiva al termine per la rimozione delle cause di ineleggibilità di cui all'articolo 3, comma 1, la rimozione delle stesse deve avere luogo entro i trenta giorni successivi all'entrata in vigore della legge medesima.

3. La causa di ineleggibilità di cui all'articolo 2, comma 2, lettera a), non si applica ai fini delle prime elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale successive all'entrata in vigore della presente legge. Ai fini delle prime elezioni successive all'entrata in vigore della presente legge, la carica di sindaco e vice-sindaco di un comune della Regione con popolazione superiore a 3.000 abitanti è causa di incompatibilità ai sensi dell'articolo 5.

Presidente - Come annunciato ieri, oggi procederemo ad un'inversione dell'ordine del giorno trattando le proposte di legge in materia elettorale, ne ho già dato informazione ieri al Consiglio, tratteremo 3 grandi argomenti: inizieremo con l'ineleggibilità e incompatibilità, punto n. 30.1, successivamente parleremo di iniziativa popolare e forma di governo: punti n. 27, n. 30.2 e n. 33 e il terzo blocco sarà la legge elettorale congiuntamente all'iniziativa popolare: punti n. 28, n. 30.3, n. 32, n. 34, n. 35 e n. 30. Vi chiedo un attimo di pazienza per poter accorpare i numerosi emendamenti che sul punto n. 30.1, proposta di legge n. 166, sono stati depositati alla Presidenza e per poterli distribuire. Potremmo iniziare con la relazione, dopodiché sarò io stesso a chiedere una sospensione, se necessaria.

La parola al Consigliere Sandri, per mozione d'ordine.

Sandri (GV-DS-PSE) - Sono uno dei 3 firmatari della proposta di legge, però devo dire che un po' la fretta con cui abbiamo predisposto il testo e la mancanza di un adeguato periodo di riflessione sulla legge elettorale... noi l'abbiamo presentata nel luglio 2006, quella per il Consiglio, e nel giugno 2006 quella sulle elezioni del Governo regionale... abbiamo avuto il tempo di rifletterci, di studiare...

Presidente - ... Colleghi posso chiedere un po' di silenzio!

Sandri (GV-DS-PSE) - ... di avere tutta una serie di momenti di riflessione e quindi sono uscite delle proposte di legge che possono essere gradite o non gradite, ma tecnicamente e politicamente sono state molto meglio approfondite.

Sulla proposta di legge n. 166 invece io trovo ancora una redazione molto sommaria, tant'è vero che sono arrivato a questa conclusione proprio per aver presentato io stesso parecchi emendamenti a tale proposta di legge, perché nelle riletture di questi giorni sono emersi dei dati che sono controproducenti. Lo dico soprattutto dopo aver preso atto ieri del disegno di legge n. 117/2007 del Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano, quindi una realtà molto simile per certi aspetti alla nostra, che sull'ineleggibilità prevede esclusivamente 5 tipologie: i membri del Governo dello Stato, i Commissari di Governo, i questori, i funzionari della pubblica sicurezza, i magistrati, gli ufficiali dell'Esercito, gli ecclesiastici, e comunque con un'ineleggibilità cosiddetta "leggera", ossia le cause devono essere rimosse non oltre l'ultimo giorno fissato per la presentazione della candidatura.

È chiaro che la Valle d'Aosta per aspetti che... durante la discussione di questa proposta di legge, se non sarà approvata la mia richiesta di rinvio in Commissione, o durante la discussione delle altre proposte di legge, credo sia importante fare con calma una riflessione sul "sistema Valle d'Aosta" che ci ha portato a questo tipo di provvedimento. Adesso mi limito a ricitare l'articolo 51 della Costituzione, il quale dice che tutti i cittadini dell'uno e dell'altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza. Faccio una riflessione proprio nell'ottica di risolvere il problema che abbiamo in Valle d'Aosta di chi passa troppo arditamente dalla carriera politica alla carriera come "Grand Commis" dello Stato, diciamo pubblico, nelle imprese e nelle società dipendenti dalla Regione, poi fa un "ritorno" e sfrutta le posizioni di vantaggio dell'una e dell'altra posizione. Credo che, se si vuole risolvere questo sistema, occorra fare una legge che sia inattaccabile dal punto di vista della costituzionalità e soprattutto ritengo si debba anche rispondere a un'accusa che è venuta da più parti politiche, per cui questa non è una legge sull'ineleggibilità ed incompatibilità, ma è una mitragliatrice che cerca di sparare "a destra e a manca", colpendo obiettivi che hanno spesso nomi e cognomi. Sia per sfatare quella battuta che dice: "praticamente, a parte i 35 uscenti, nessun altro si può candidare", sia per fare un prodotto che regga con certezza un'analisi di tipo costituzionale, credo che tutti dovremmo avere la sobrietà e l'onestà di fare un ragionamento più approfondito in Commissione. Ritengo che 1 mese o 2 in più per approfondire questi temi, come abbiamo approfondito quelli della legge elettorale, non guastino nulla, non è una proposta di legge che entra in contrapposizione con le proposte referendarie, perché non c'è un referendum su tale tema, quindi penso che il Consiglio potrebbe avere l'occasione di dimostrare la saggezza di prendere un attimo di tempo.

Presidente - La parola al Consigliere Lavoyer.

Lavoyer (FA) - Solo per ribadire che siamo nettamente contrari alla richiesta di rinvio, anche perché questo provvedimento legislativo faceva parte di un pacchetto di provvedimenti che è stato lungamente discusso e concordato insieme a larga parte dei Consiglieri. Mi sembra strano che il collega Sandri, che ha partecipato a tutti questi lavori e che ha con noi concordato sia l'iter, sia la definizione di questi testi di legge, adesso avanzi una proposta alla quale siamo totalmente contrari.

Presidente - La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.

Squarzino (Arc-VA) - Siamo il gruppo che non è stato chiamato dai promotori di tale provvedimento a dibattere, ad analizzare, ad approfondire il problema sulla proposta di legge n. 166, perché di questo stiamo parlando, collega Marco Viérin, che non ha niente a che fare con i referendari. Noi abbiamo anche sollevato una serie di questioni sul modo con cui sono stati analizzati in Commissione queste proposte di legge, quindi ogni approfondimento può essere utile.

Presidente - Se non ho altri colleghi, pongo in votazione la proposta di rinvio:

Consiglieri presenti e votanti: 33

Favorevoli: 6

Contrari: 27

Il Consiglio non approva il rinvio dell'oggetto all'esame della Commissione.

Presidente - La parola al relatore della proposta di legge n. 166, Consigliere Frassy.

Frassy (CdL) - Colleghi, nell'illustrare la relazione alla proposta di legge n. 166, non posso non esprimere una certa soddisfazione per questo impianto legislativo, in quanto è un impianto che affronta per la prima volta una materia che dal 2001 era stata delegata, con quella riforma costituzionale, alla Regione Valle d'Aosta. Penso perciò di poter dire senza timore di esagerare nella definizione che questa proposta di legge è un piccolo passo avanti rispetto a quella gestione dell'autonomia che è sempre stata cara a molte delle forze politiche qui presenti, una potestà legislativa nuova e che sino ad oggi era frutto di regole dettate dallo Stato rispetto a quella che era la massima Assemblea legislativa: il Consiglio regionale.

Il dibattito politico regionale è da parecchio tempo incentrato sui meccanismi della politica, abbiamo assistito a quello che è stato l'iter referendario, al dibattito politico sul doppio turno, sul proporzionale, sui sistemi maggioritari, sulle quote rosa, sul numero di preferenze, sulla modalità di elezione della Giunta.

Personalmente ritengo che non esista un sistema elettorale perfetto, lo dico con l'esperienza di un osservatore attento alle cose politiche: se leggiamo i dibattiti politici che si tengono alle varie latitudini nei Paesi europei, piuttosto che nelle Regioni italiane, ci rendiamo conto che dove c'è il proporzionale si lavora per andare al maggioritario e viceversa. Probabilmente questa è la regola della politica, la politica ha bisogno di tanto in tanto di ravvivare le sue regole quando le stesse non rappresentano più quella sintonia che ci deve essere con la società che esprime la politica stessa.

Tale proposta di legge è non casualmente all'inizio di tale maratona che caratterizzerà questa seduta di Consiglio dedicata alle questioni elettorali, in quanto, rispetto a quei meccanismi, a quei tecnicismi della politica, questo provvedimento ha la pretesa di definire delle regole certe e dei principi certi, ai quali devono attenersi coloro che vogliono concorrere alla gestione della politica regionale.

Lo Statuto speciale stabilisce una particolare procedura per l'approvazione di questa legge, legge che può essere definita come legge statutaria, non è una legge costituzionale, ma una procedura particolare che consente di dirci che, pur essendo una competenza regionale ordinaria, deve seguire determinati "binari", che sono quelli dell'approvazione a maggioranza assoluta dei Consiglieri regionali e la possibilità di indizione di un referendum conservativo con "quorum" diversi a seconda del risultato di approvazione nell'aula. La proposta in questione cerca di adeguare la normativa preesistente all'evoluzione della società valdostana e non può discostarsi da principi fondamentali dell'ordinamento giuridico, recependo le indicazioni della giurisprudenza della Corte costituzionale e le varie norme di riferimento.

Apparentemente la lettura di questa norma può sembrare complessa, soprattutto nell'evidenza delle tante lettere che vanno a comporre l'articolato negli articoli centrali, gli articoli 2 e 5, dedicati all'ineleggibilità e all'incompatibilità, ma penso che lo sforzo maggiore lo abbiano fatto i presentatori di tale proposta di legge nell'andare ad individuare quelle figure che rientrano nei principi costituzionali, ossia quelle situazioni per le quali si può creare un qualche turbamento del momento elettorale. Non possiamo dimenticare che obiettivo e scopo di questa legge è quello di evitare di turbare l'elettorato nel momento del voto e di preparazione al voto stesso e di garantire quella "par conditio" fra tutti i candidati che concorrono all'elezione del Consiglio regionale. Nel definire queste situazioni non abbiamo non potuto considerare la particolarità della nostra Regione: una Regione piccola, ricca, ma una Regione dove la presenza dell'amministrazione pubblica, in particolare dell'Amministrazione regionale nell'economia attraverso il meccanismo delle società controllate e partecipate direttamente o indirettamente rischia di creare una turbativa rispetto al principio che abbiamo definito con tale provvedimento.

Per precetto costituzionale la candidabilità deve essere un principio generale, che deve essere garantito a tutti, fatte salve quelle situazioni particolari che possono creare condizionamento. Su questo abbiamo legiferato andando a normare le cause di ineleggibilità e le cause di incompatibilità. Le cause di ineleggibilità incidono direttamente sulla capacità di elettorato passivo: si riferiscono a situazioni, che sono in parte codificate dalla giurisprudenza costituzionale e hanno come "ratio" l'impedire che i titolari di determinati importanti uffici possano valersi della loro carica per influire indebitamente sulla competizione elettorale. Abbiamo ritenuto che non tutte le cause che determinano ineleggibilità abbiano la medesima capacità di condizionamento ed è su questa distinzione che è stato redatto l'articolo 2 in 2 commi. In un primo comma vengono individuate quelle che definirei le cause di ineleggibilità forte, ossia quelle situazioni che possono creare maggiore turbativa nell'elettorato e per le quali è prevista una dismissione o tramite aspettative, o tramite dimissioni, o tramite congedo dalle funzioni con un certo anticipo rispetto al momento elettorale. Il momento di riferimento è stato preso con la scadenza naturale della legislatura, in quanto è un momento certo rispetto al momento incerto che si sarebbe determinato con la convocazione dei comizi elettorali e della fissazione delle nuove elezioni. Per questo tipo di ineleggibilità dette forti è stato previsto - anche analizzando quanto regolamentato in altre Regioni, perciò devo dire che tale tipo di impostazione è stato condiviso dal Friuli Venezia Giulia e dalla Regione Sardegna ed è recepito anche in alcune norme che regolamentano questa materia relativamente all'elezione dei Deputati e dei Senatori - un periodo di 6 mesi. Per quanto riguarda invece le cause di ineleggibilità minori, ossia con minore potestà di condizionamento sul corpo elettorale, abbiamo ritenuto che fosse più che sufficiente un'ineleggibilità che potesse essere rimossa al momento di presentazione della candidatura.

L'incompatibilità è concetto diverso, in quanto si concretizza nel momento in cui, eletto il candidato, si viene a trovare in una situazione di potenziale conflitto con l'amministrazione che dovrebbe rappresentare. In quel caso la procedura è classica della scelta fra espletare le funzioni elettive o privilegiare, decadendo dalla carica elettiva, le funzioni in contrasto con la norma stessa.

Va detto, a chiarimento del percorso di questo articolato, che esula dalla competenza regionale la regolamentazione della cosiddetta "incandidabilità", che è afferente alle fattispecie di tipo penale, nel senso che c'è una riserva piena da parte dello Stato ed è una riserva piena che troviamo nella legge "Scotti-Spini", nelle norme sulla prevenzione della delinquenza di tipo mafioso e su altre gravi forme di reati contro la pubblica amministrazione. Di conseguenza, non è una dimenticanza o una non volontà politica di affrontare questo problema, ma è un'incompetenza legislativa nell'affrontare una materia riservata allo Stato e trova applicazione nel momento elettorale degli enti locali, delle Regioni e di ogni carica di ordine e grado.

Nel passare all'esame dell'articolato, penso vi sia da dire tanto e al tempo stesso poco: "tanto" perché tante sono le lettere che sono state scritte nell'andare a individuare delle fattispecie, ma fattispecie che spesso richiamano la particolarità di questa Regione e che non hanno pari in altre Regioni, mi riferisco ad esempio: alla norma del Difensore civico, che prevede un'ineleggibilità già contenuta nella legge del Difensore civico che, di conseguenza, per coerenza del sistema normativo, viene qui ripresa; all'Autorità di vigilanza, che è una realtà tipica della Valle d'Aosta; alla Commissione di Coordinamento che, sebbene abbia ormai funzioni minori rispetto al passato, anche essa fa parte della tipicità dell'ordinamento giuridico della nostra Regione, perciò la lunga elencazione è sicuramente frutto della peculiarità organizzativa e normativa della nostra Regione.

Il passo più significativo e più qualificante sul quale c'è stato un serrato confronto, ma un'unanime condivisione è stato nell'individuare fra le cause di ineleggibilità quei ruoli che sono frutto di mandato politico: mi riferisco in particolare alle varie società partecipate dalla Regione, alle società controllate direttamente o indirettamente dalla Regione stessa, a quelle fondazioni, a quegli enti non economici che costituiscono tutta la "galassia" dell'Amministrazione regionale e che, in virtù dei grandi poteri che esse hanno e dei meccanismi di nomina dei loro consigli di amministrazione, meritavano una particolare attenzione.

Sul provvedimento penso che una breve battuta vada fatta anche a quanto qui non è scritto, non per una dimenticanza, ma per una questione di tecnica legislativa. Ci siamo posti, come presentatori della proposta di legge, la domanda: va bene individuare dei principi, ma quali possono essere gli strumenti per farli rispettare? È vero che l'ineleggibilità comporta la decadenza del candidato eletto, ma è vero anche che spesso l'ineleggibilità del candidato eletto è volutamente cercata dai partiti o dalle liste con il fine non tanto di far eleggere quel candidato di cui si sa già l'ineleggibilità, ma per acquisire consensi alla lista stessa. È un po' il concetto dello "specchietto per allodole". Abbiamo allora individuato 2 meccanismi che sono stati per questioni legislative inseriti nella proposta di legge n. 168 di riforma elettorale, cosa dicono questi 2 passaggi di tipo sanzionatorio? Dicono che il candidato all'atto dell'accettazione di candidatura deve sottoscrivere una dichiarazione dalla quale risulti di non ricadere nelle cause di ineleggibilità previste dalla normativa regionale. Va detto che, nell'ipotesi in cui questa dichiarazione risulti mendace, le conseguenze in capo a quel candidato avranno un riflesso penale per aver fatto una dichiarazione mendace e che rischia una pena da 6 mesi a 3 anni di reclusione. Abbiamo anche ipotizzato una penalizzazione per quei gruppi nei quali il candidato eleggibile è decaduto e al quale è subentrato il primo degli esclusi: in quel caso abbiamo ipotizzato che il finanziamento pubblico del gruppo venga decurtato del candidato dichiarato ineleggibile. Questo penso sia il contenuto e le motivazioni del provvedimento, che sono forse più articolate nella relazione scritta, che vi è stata distribuita e che ho ritenuto di riassumere per evitare di annoiare l'aula su una relazione tecnica che mi esime in questa fase in quanto relatore dal fare valutazioni di natura politica, ma per le quali mi riservo di intervenire nel corso del dibattito.

Aggiungo, nel chiudere la relazione, che sono stati depositati dai sottoscrittori degli emendamenti, i quali sono frutto di una migliore puntualizzazione soprattutto tecnica di alcune formulazioni che già erano contenute nell'articolato.

Presidente - Dichiaro aperta la discussione generale.

La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.

Squarzino (Arc-VA) - Iniziamo oggi questa giornata del Consiglio molto piena, perché affrontiamo tutte le diverse proposte di legge che riguardano una serie di materie collegate all'articolo 15. Ricordo che una parte di quelle materie sono già state affrontate precedentemente dal Consiglio nella legge elettorale del 2002, laddove era stata prevista la presenza di entrambi i generi nelle liste elettorali, già allora la motivazione era quella di far riferimento a quanto diceva l'articolo 15 dello Statuto, fra l'altro, la stessa Corte costituzionale, quando ha dato ragione alla Valle d'Aosta, ha fatto riferimento all'articolo 15 dicendo che la Regione doveva legittimamente legiferare in merito a questo tema, anche se lo ha fatto in modo minimo. Ancora nel 2003 questo Consiglio ha legiferato rispetto alla disciplina completa del referendum, si trattava di completare anche gli altri argomenti prima delle elezioni del 2008 e allora si capisce anche perché sono stati affrontati un po' tutti insieme. È stata questa una decisione che era stata presa in I Commissione, proprio perché "tout se tient" come si dice e come anche la relazione del collega Frassy ha dimostrato.

Questa giornata però sugli argomenti della riforma elettorale inizia con il tema dell'ineleggibilità, quindi la priorità dei temi da affrontare è stata dettata non dalla I Commissione, certamente non dal nostro gruppo, ma da coloro che hanno predisposto le varie proposte di legge e nel numerarle hanno messo l'ineleggibilità al primo punto: la proposta di legge n. 166. Faccio notare che, rispetto a questo tema, il nostro gruppo non è stato nemmeno interpellato. È vero che il nostro gruppo ha fatto proprie le tesi delle proposte di riforma referendaria, ma queste tesi dei referendum attengono a materie diverse rispetto all'incompatibilità e all'ineleggibilità. Credo che correttezza istituzionale avrebbe suggerito almeno di contattare il gruppo "Arcobaleno" e dire: "su questo tema voi ci state a lavorare, oppure avete qualcosa da dire?". Noi non abbiamo avanzato nessuna "candidatura" per il semplice motivo che da mesi erano giacenti in I Commissione, quella deputata alle riforme istituzionali, una serie di proposte di legge: dal luglio 2006 c'era la proposta di legge dei "Democratici di Sinistra" sulla forma di governo, ottobre 2006 la proposta di legge dei colleghi del gruppo "La Casa delle Libertà" sull'ineleggibilità, a novembre 2006 sono arrivate le proposte richieste dai Comitati promotori dei referendum. In I Commissione più volte sono stati affrontati questi problemi dicendo: "visto che tutti i vari temi - ineleggibilità, forma di governo, modalità di elezione - sono fra di loro collegati, li affrontiamo insieme", quindi si era in modo quasi naturale deciso responsabilmente e collegialmente che la Commissione avrebbe affrontato quei temi insieme, dando per scontato che in I Commissione sarebbero arrivati tutti i vari testi e da quelli si sarebbe partiti per fare un'analisi congiunta e a maggioranza si sarebbe deciso, non è detto sempre che le Commissioni debbano decidere all'unanimità, ma ci sarebbe stato un confronto effettivo sulle varie proposte e da tale confronto avrebbero potuto essere predisposte delle proposte di legge: ciò non è avvenuto e io credo che questo sia proprio un "vulnus" democratico al funzionamento e alla funzione delle Commissioni consiliari. La Commissione consiliare ha aspettato ad affrontare per quale motivo? Perché mancava in questo "panel" di varie proposte di legge la proposta del partito di maggioranza relativa. Erano stati fatti alcuni emendamenti a proposte di legge, ma mancavano degli orientamenti chiari, per cui giustamente il partito di maggioranza relativa non poteva ancora affrontare la questione finché non avesse al suo interno maturato una decisione. Questo è avvenuto il 14 marzo - ricordo che queste proposte giacciono da giugno dello scorso anno - quando le "Conseil fédéral" ha preso una decisione in cui ha discusso e approvato le "lignes directrices" delle proposte elettorali che avrebbero dovuto "aboutir à une proposition de loi qui sera rédigée par la Ie Commission du Conseil régional". Noi allora aspettavamo che la I Commissione consiliare fosse coinvolta in una discussione per redigere.. "...une proposition de loi, qui sera rédigée par la Ière Commission du Conseil régional", invece cosa è avvenuto? Quando la Commissione è stata convocata la settimana scorsa, si è trovata di fronte a testi già confezionati: parlo delle proposte di legge n. 166, n. 167 e n. 168, già pronte, firmate da tutti i movimenti presenti in questo Consiglio, ma non dal nostro gruppo.

La Commissione, al di là del nostro gruppo, è stata esautorata del suo compito, qui si è costruita una "Commissione ombra" che ha lavorato, se bene o male saranno gli elettori a dirlo, e ha presentato alla Commissione ufficiale un prodotto già confezionato. A quel punto si doveva in pochi giorni nominare il relatore, fare la relazione, discutere le varie proposte di legge, entrare nel merito delle proposte, presentare emendamenti, approvare o discutere gli emendamenti, fare le audizioni, perché sicuramente si tratta di una riforma importante. Qui si danno delle regole nuove per quanto riguarda l'ineleggibilità e l'incompatibilità, si danno regole nuove per quanto riguarda modalità di elezione e forma di governo e non si coinvolgono in nessun modo né i rappresentanti dei cittadini, né i rappresentanti dei partiti, né i rappresentanti delle forze sociali, né il rappresentante degli enti economici che sono interessati allo sviluppo di questa Regione, ma per quale motivo? Perché non c'è tempo e perché non c'è tempo? Per il semplice fatto che, come tutti ben sanno, oggi scadevano i famosi 4 mesi che la legge sul referendum propositivo prevede: 2 per le Commissioni e 2 per il Consiglio. Il Consiglio è chiamato ad esaminare le proposte di legge da sottoporre al referendum propositivo, per modificarle, accettarle, respingerle, ma deve farlo entro una data che scadeva proprio oggi. Entro oggi il Consiglio era chiamato comunque a pronunciarsi su queste riforme elettorali dei referendum ed è chiaro che le forze di maggioranza, in particolare quelle che non si riconoscevano nelle proposte referendarie, dovevano correttamente dimostrare che il Consiglio era in grado di affrontare questi temi, di analizzarli, trovare delle soluzioni - non entro in merito sul fatto che tali proposte siano a favore o contro quelle referendarie- sui temi che i referendum avevano proposto, allora hanno dovuto per forza restringere i tempi.

Qualcuno dirà che la collega Squarzino non si è accorta che parliamo della proposta di legge n. 166 e non degli altri temi; certo che se n'è accorta! Ma il motivo per cui parlo del metodo di lavoro della I Commissione sulla proposta di legge n. 166 riferendomi anche alle altre proposte di legge è che sono strettamente collegate. Qualunque fosse stata la proposta di legge con cui avessimo iniziato oggi la discussione in Consiglio su tale insieme di riforme, avrei posto il problema del metodo di lavoro in I Commissione, perché questo è un metodo scorretto nei confronti dei Consiglieri e anche della funzione della I Commissione. Tra l'altro, riforme così importanti arrivano nell'ordine del giorno aggiuntivo - questo "la dice lunga sulla tempistica delle discussioni" -, quando dovrebbero essere affrontate secondo i tempi che le leggi stabiliscono. Il fatto che vi sia stata una grande fretta lo dimostra che in Commissione, come anche in Consiglio, arrivano decine di emendamenti, perché sono temi complessi che, se fossero stati analizzati con più tempo, se si fosse lasciato "sedimentare" il prodotto fatto da questa "Commissione ombra" del Consiglio, se ci si fosse confrontati anche con altri soggetti esterni al Consiglio, forse sarebbero emersi dei suggerimenti e delle indicazioni che avrebbero consentito di ritarare meglio la proposta di legge.

Fatta questa premessa di tipo metodologico riguardante tutto l'insieme di tali proposte di legge, vorrei entrare in concreto sui contenuti della proposta di legge n. 166. Questo provvedimento recepisce, come ricordava il relatore, la legge n. 165/2004 in cui si indicano i criteri per l'ineleggibilità e l'incompatibilità. Non è stato facile calare questi 2 principi generali su una realtà piccola, ma complessa come la nostra, dove, per gli intrecci esistenti fra apparati politici, apparati istituzionali, sistemi di società a partecipazione regionale, sistemi culturali, dove in realtà non esiste in Regione, nessuna realtà autonoma, un contraltare al potere della Regione che è così diffuso su tutto, è difficile distinguere con nettezza le funzioni che vanno considerate incompatibili e quelle ineleggibili; quindi c'è stato un grande sforzo in questo senso, ne prendiamo atto. Pensiamo però che in alcuni casi si sia agito con troppa rigidità e mi riferisco al complesso di norme che tengono a escludere in modo forte, come ineleggibili, coloro che rappresentano il mondo della cultura in Valle. Mi chiedo in base a quale ragionamento è stato deciso che i presidi delle scuole - so che il nome esatto è "dirigenti scolastici", ma nell'immaginario collettivo il termine con cui vengono "identificati" è "presidi" - di ogni ordine e grado dipendenti dalla Regione, nonché i dirigenti dell'Università della Valle d'Aosta siano considerati ineleggibili, per cui devono dimettersi nel momento in cui accettano la candidatura... e perché non possono essere considerati incompatibili? Nel momento in cui sono eletti, scelgono cioè se fare i dirigenti o se fare i Consiglieri, tanto più che sono ineleggibili i presidi, ma non lo sono i Consiglieri di amministrazione delle varie società, enti... Dovete spiegarmi perché quelli sono solo incompatibili e i dirigenti ineleggibili, può darsi che vi siano motivi profondi politici che non conosco, ma dovete giustificare al mondo scolastico perché sia pericoloso, dal punto di vista di influenza dell'elettorato, un preside di scuola e non lo sia un forte e potente personaggio che è presente in "CdA" molto importanti. Spiegatelo alla gente!

Sempre rispetto al mondo della scuola, dovete spiegare perché sono ineleggibili professori, ricercatori in ruolo, titolari di contratto di insegnamento presso l'Università della Valle d'Aosta quando le stesse norme giuridiche che regolamentano lo stato giuridico degli universitari - è un DPR del 1980 poi modificato - dicono all'articolo 13 che "i professori ordinari di università sono collocati di ufficio in aspettativa per la durata di carica di mandato di ufficio" in alcuni casi... "Parlamento nazionale, Presidente del Consiglio dei ministri" o, venendo alla Regione, "Presidente o componente della Giunta regionale o Presidente del Consiglio regionale", in questo caso sono incompatibili in base al DPR n. 382/1980. Qui la proposta rende ineleggibili non solo i professori ordinari, ma anche i ricercatori e i titolari di contratto di insegnamento, ossia un contrattista che ha un contratto di 2 ore per 3 mesi diventa ineleggibile se è presso un'Università della Valle d'Aosta, se invece è a Torino o a Milano, no. Notate ancora la logica dell'incompatibilità rispetto a tutto il mondo universitario, si dice chiaramente: anche "i professori collocati in aspettativa conservano il titolo a partecipare agli organi universitari cui appartengono..." - mantengono l'elettorato attivo chiaramente per le commissioni di concorso - "... e hanno la possibilità di svolgere, nel quadro dell'attività didattica programmata dal consiglio di corso di laurea, di dottorato di ricerca, delle scuole di specializzazione... cicli di conferenze... lezioni ed attività seminariali anche nell'ambito dei corsi ufficiali di insegnamento, d'intesa con il titolare del corso, del quale è comunque loro preclusa la titolarità...". Anche gli ordinari che sono solo considerati incompatibili, anche se sono in aspettativa... e sono in aspettativa i professori ordinari perché sono Presidenti del CNEL, perché sono componenti di Giunta regionale o provinciale, o sindaci di grandi capoluoghi di provincia, perché sono componenti di istituzioni dell'UE... o perché sono Presidenti del Consiglio dei ministri, o Ministri, o Sottosegretari di Stato... questi anche con quelle cariche possono continuare a svolgere nell'ambito dell'attività didattica programmata cicli di conferenze, di lezioni, di attività seminariali. Vorrei capire perché il professore universitario ordinario che è venuto in Valle d'Aosta alla nostra Università libera sia così imprigionato in "lacci" e "laccioli", che non ha in nessun'altra università italiana. Mi chiedo se questa norma è costituzionale rispetto al ruolo e al diritto dell'elettorato attivo e passivo di tale categoria di docenti. Noi presenteremo degli emendamenti su questo... si vede che non sono interessati...

Presidente -... chiedo ai Consiglieri più tranquillità durante il dibattito...

Squarzino (Arc-VA) - ... sappiamo che è così, difatti mi sto rivolgendo alla stampa in questo momento, perché mi sembra che loro capiscano. Visto che gli organi di informazione sono appannaggio in genere del Governo regionale, una delle poche volte in cui c'è un'attenzione perché il problema è reale... i colleghi possono anche non ascoltarmi, ma queste cose i componenti di tutto il mondo scolastico e universitario della Valle d'Aosta le sanno e le ascoltano. A fronte di una così grande rigidità per quanto riguarda questo mondo della cultura - come se si volesse mettere degli impedimenti al mondo della cultura - si assiste ad una disponibilità verso i Consiglieri di amministrazione... i Consiglieri di amministrazione in grandi società non hanno la possibilità di influenzare l'elettorato? Questo problema pongo al Consiglio: essi sono considerati incompatibili non ineleggibili... è questo che dico parlando di differenza di peso. Ho parlato di Consiglieri di amministrazione che è cosa diversa dei Presidenti... (interloquivo con il collega Frassy).

Ulteriore osservazione. Mentre rispetto a queste categorie si è così draconiani, rispetto al mondo politico, no: qui non ci sono problemi, allora sindaci, vicesindaci, sì, sono ineleggibili e incompatibili, lo dice la legge, ma attenzione, non dal 2008, dal 2013, ossia non subito, ma la prossima legislatura. Se vi fosse "l'occhio" severo con alcuni lo vorrei con tutti, se vi fosse "l'occhio" benevolo con qualcuno, lo vorrei con tutti; non capiamo perché con alcune categorie "l'occhio" sia benevolo, con altre no. Sorge allora il dubbio che nella scelta di dover mettere l'ineleggibilità, se l'ineleggibilità forte, o l'ineleggibilità debole, o l'incompatibilità, nello scegliere fra queste 3 categorie, abbiano giocato più che criteri logici - prendo atto che il Consigliere Frassy ha cercato di evidenziare alcuni criteri logici - altri criteri di conoscenze di uno o dell'altro, ossia la preoccupazione di escludere qualcuno, o di impedire a qualcuno di potersi candidare, o rendere più difficoltosa a qualcuno la possibilità di candidarsi. Quando si fanno le leggi, bisognerebbe farle tenendo conto della "ratio" della legge e non delle singole persone.

Ultima osservazione: credo che sarà molto difficile per qualunque cittadino districarsi in tutte queste norme, fra l'altro ringrazio gli uffici perché ci hanno fornito un elenco dell'aprile 2007 di tutte le agenzie, aziende ed enti dipendenti dalla Regione, nomine e designazioni di competenza della Giunta regionale, elenco società partecipate direttamente dalla Regione, elenco società partecipate indirettamente dalla Regione. Ritengo che questo sia un materiale molto interessante e utile e noi proponiamo che in qualche modo - abbiamo fatto un emendamento in tal senso - a titolo informativo un mese prima della scadenza dell'incompatibilità forte - in questo caso 6 mesi - vi sia in "Internet" un elenco analogo, perché credo che nell'aprile 2008, anzi prima, se le elezioni sono a scadenza giugno, quindi a dicembre dovrebbe esserci tale elenco che consente alle persone di sapere se ricadono o meno dentro una di quelle caselle che la legge prevede. A titolo informativo questo potrebbe essere molto utile.

Si dà atto che dalle ore 10,14 presiede il Vicepresidente Fiou.

Presidente - La parola al Consigliere Lattanzi.

Lattanzi (CdL) - Visto che la collega Squarzino ha elencato tutta una serie di preoccupazioni e anche di contrarietà, alle quali ci ha anticipato darà il suo contributo attraverso una serie di emendamenti, io rimanderò alla discussione dei singoli emendamenti le risposte che lei ha sollecitato formulando alcuni quesiti su come mai una certa categoria, un certo tipo di contratto può essere o meno compreso nella categoria dell'ineleggibilità, piuttosto che dell'incompatibilità. È vero che ogni norma nasce migliorabile, vediamo il contributo dei colleghi del gruppo "Arcobaleno" su questo tema. Quello che però mi preme sottolineare è un atteggiamento di sorpresa da parte dei colleghi del gruppo "Arcobaleno", suscitato dal fatto che ormai da qualche anno siedo in questi banchi, da circa un decennio sento i colleghi del gruppo "Arcobaleno" proporre in maniera ripetuta la questione della regolamentazione delle ineleggibilità e delle incompatibilità, posso anche essere d'accordo che la collega, a nome del gruppo, rappresenti il dispiacere di non aver potuto partecipare al dibattito, ma è stata una scelta politica loro, nessuno li ha esclusi! In Commissione, tu parli a nome dei Commissari e io sono Commissario della I Commissione, non ho avuto nessun problema a fare un passo indietro per fare spazio al mio Capogruppo che, in accordo con altri gruppi, lavorava alla riforma della legge elettorale, così come credo non vi sia nessun imbarazzo da parte di nessun Consigliere che vede possibile un obiettivo di riforma di togliersi dal personalismo e dalla propria visibilità personale per lasciare spazio ai miglioramenti.

Il gruppo "Arcobaleno" ha fatto una scelta politica a non partecipare a tale dibattito, perché purtroppo ha agganciato la proposta di legge n. 166 alla n. 167 e alla n. 168: questo è stato il vostro errore. Voi avreste potuto benissimo esprimere una contrarietà alla costruzione di riforme... n. 167 e n. 168... perché andavano in controtendenza, anzi credo anche in formula contraria alle vostre proposizioni referendarie ma, per quanto riguarda la proposta di legge n. 166, avevate tutta l'opportunità di partecipare al dibattito addirittura nelle sedi istituzionali, ossia la Commissione, che mi risulta la settimana scorsa si sia riunita tutta la settimana per 24 ore al giorno; quindi nessuno vi ha impedito di portare in Commissione sulla proposta di legge n. 167... i contributi...

(interruzione della Consigliera Squarzino Secondina, fuori microfono)

... ma non avete proposto nulla! Adesso avete anticipato che proporrete dei cambiamenti, ne prenderemo atto. Siamo talmente onesti intellettualmente che, se saranno migliorativi, li accetteremo, la legge è fatta per essere migliorata dal Consiglio, il Consiglio è sovrano quindi non c'è nessun problema, ma l'errore politico che state facendo è che dopo 10 anni di proposizione di riforma dell'ineleggibilità e incompatibilità... e voi parlate di personalizzazione? Ma io ho sentito interi dibattiti contro Rollandin da parte vostra e le proposte di legge di ineleggibilità pro Rollandin o contro Rollandin. Non venite quindi a farci la lezioncina morale dell'elenco delle persone che con questa proposta di legge verrebbero messe dentro o fuori! Questa non è una legge né a favore, né contro nessuno, questa legge cerca con il vostro contributo di normare una cosa... tu, fra l'altro, l'avevi firmata, ti sei tirato fuori dopo, è inutile che ridi, Consigliere Sandri, hai lavorato fino all'80% del lavoro, quando poi per motivazioni diverse hai dovuto fare cambi di strategia politica, chi ti capisce è bravo e per convenienza personale - perché tu sei quello che per convenienza personale viene qui a raccontarci le storielle - ti sei tirato fuori!

La vita non è una partita di rugby, anche se molte volte gli assomiglia, soprattutto in quest'aula... ma, colleghi del gruppo "Arcobaleno", esprimo amarezza, perché con grande serenità vi dico che il dibattito sulla proposta di legge n. 166 è aperto, si può migliorare, fate degli emendamenti, ne discutiamo, l'obiettivo è uno solo: né a favore di uno, né contro uno: è mettere in condizioni questa Regione di non avere qualcuno che condizioni i voti e che se li compri dall'alto delle proprie posizioni personali. Se poi vi sono in questo lungo elenco alfabetico delle cose migliorabili, fate delle proposte e ne parleremo, però non giustifichiamo la forma per affondare la sostanza, perché la sostanza l'avete promossa voi per anni e anni. Capisco poi che il "teatrino della politica" faccia dire a qualcuno, siccome la cosa buona la fa un altro: "io sono sostanzialmente contrario", però non vorrei che scendessimo a questi livelli.

Della I Commissione abbiamo parlato, della riforma che è opportuna lo avete detto voi per molti anni, ora questa legge l'affronta e cerca di risolverla, della personalizzazione mi permetto di dire che da parte nostra non vi è nessuna volontà di personalizzare questo tipo di norma. Se poi qualcuno che oggi ha incarichi di tipo particolare si sente "toccato", ricordo che in molti casi l'incandidabilità è legata al fatto che... si mette in aspettativa a 40 giorni dalle elezioni senza perdere il posto di lavoro... e che qualcuno altro, avendo un ruolo importante, non usi questo ruolo per portare a casa i voti, cosa che tu e tutti gli altri non potete fare... quindi mi sembra assolutamente normale. Ogni norma poi è migliorabile, fate le vostre proposte, noi saremo attenti a quelle che farete, ma non giustifichiamoci che, siccome la proposta di legge n. 166 è agganciata a un gruppo di lavoro che ha lavorato anche sulle proposte di legge n. 167 e n. 168 - le quali sono a voi contrarie -, questo provvedimento non si può fare. Auspico che vi sia da parte vostra onestà intellettuale, che si lavori sulla proposta di legge n. 166; è vero che il gruppo di lavoro che ha formulato questa proposta è lo stesso che ha proposto l'altra, ma non mi sembra la prima volta, né sarà l'ultima, che arriva in Assemblea una proposta di legge fatta da una parte del Consiglio, approvata anche da chi questa norma non l'ha costruita, ma che può approvarla e migliorarla.

Si dà atto che dalle ore 10,28 riassume la Presidenza il Presidente Perron.

Presidente - La parola al Consigliere Ottoz.

Ottoz (UV) - Con tutta la stima che ho per la collega Squarzino, che spero ricambiata, la vorrei pregare di non prestarsi inconsapevolmente a giochi che abbiano finalità che esulano da questa proposta di legge e dalle altre che andremo a discutere.

Con una certa abilità nella prima parte della sua analisi ha evitato di fare distinzioni precise fra incompatibilità forte e incompatibilità debole: quella che richiede la rinuncia all'incarico o alla sospensione dell'incarico solo al momento dell'accettazione della candidatura. Prendo atto che si fa difensore della categoria degli insegnanti, è giusto dal suo punto di vista, ma non dobbiamo dimenticare qual è il fondamentale ruolo che hanno gli insegnanti nell'orientare gli studenti nelle idee che porteranno avanti per tutta la vita e non vorrei dimenticare la deprecabile tendenza, senza fare distinzioni di Destra, Sinistra o Centro, che hanno molti insegnanti a fare politica, e quindi campagna elettorale, a scuola.

Il punto che vorrei ricordare, perché poi legge per legge potremmo fare altre considerazioni, è che c'è una contraddizione in quello che dice la collega. Da un lato, ammette che esiste un sistema diffusivo in questa Regione, che farebbe sì che una parte maggiore, rispetto al resto d'Italia, di ruoli e di posizioni chiave sono orientabili dalla politica, ma questo giustifica proprio quello che lei lamenta, ossia che vi sia una maggiore ampiezza di ruoli che sono dichiarati ineleggibili o incompatibili rispetto ad altre Regioni, dove non c'è la situazione che proprio la collega lamenta. Vorrei quindi che, al di là di un comprensibile gioco delle parti e di essere critica, perché si trova dalla parte opposta della barriera, tenesse conto di quali sono gli elementi migliorativi per le idee che ha sempre portato avanti in questi anni.

Non condivido quello che ha detto il Consigliere Lattanzi dicendo al Consigliere Sandri che questa non è una partita di rugby; vorrei che la politica seguisse le regole come sono seguite nel rugby, purtroppo non è così, quindi il paragone mi sembra fuori luogo.

Il fatto che il gruppo "Arcobaleno" si sia sentito - o scopra oggi, o abbia scoperto in Commissione questa sensazione - escluso dalla discussione di tale proposta di legge sull'incompatibilità e ineleggibilità, e che non riguarda la materia referendaria di cui loro sono portatori, è dovuto... è una razionalizzazione che è stata apportata, quella di "spaccare" la materia in 3 proposte di legge, le quali avrebbero potuto essere oggetto di una proposta di legge unica; in effetti, quando sono iniziate le trattative per portare a termine questo lavoro, non c'era una decisione "préalable" sul fatto di fare 1 o 3 proposte di legge. Nelle riunioni della I Commissione, che sono state pubbliche, in quanto oggetto di materia attinente agli aspetti portati avanti dai referendari, è sempre stato chiaro che ci sarebbe stata una proposta dalla quale "naturaliter"... non è che fossero esclusi, ma non si volevano fare includere i Consiglieri del gruppo "Arcobaleno" in quanto andavano a toccare proprio la materia che riguardava i referendum. La decisione per razionalizzare la materia è stata quella di spaccarla in 3 proposte di legge, quindi non mi lamenterei oggi, collega Squarzino, per non aver partecipato a riunioni, che sono peraltro durate mesi e hanno "sviscerato" la materia in tutti i modi per portare 3 progetti che, arrivati in Commissione, per motivi di tempo, hanno richiesto una maratona estenuante per essere correttamente presentati in Consiglio in questa data.

Pregherei la collega Squarzino e gli altri colleghi del gruppo "Arcobaleno" di non prestarsi al gioco di chi gioca su 2 tavoli, voi non giocate su 2 tavoli, lo sappiamo, e ci sono altri in quest'aula che non giocano su 2 tavoli, ma c'è qualcuno che gioca su 2 tavoli. Voi allora dovete nel vostro interesse valutare ogni volta. È bello fare il gioco delle parti, perché in fondo uno può parlare e parlare bene, avere "audience" sui giornali, ma se si sta o no prestando a chi gioca su 2 tavoli... Perché in questo modo rischiate di farvi male da soli o andate a fare male da soli alle idee nelle quali credete e che portate avanti. Ci sono una serie di cose che ognuno di noi - parlo dei proponenti e delle forze politiche a cui si rifanno - vorrebbe modificate, cambiate, smussate o inserite, ma non dimentichiamo che questo è il frutto di una mediazione e il "bastone" lungo delle firme che hanno sottoscritto la proposta di legge lo dimostra, ossia è il frutto di una mediazione che è stato il frutto per qualcuno del compromesso più alto, per altri invece del compromesso più basso, ma il punto su cui si è trovato un accordo. Bisogna tener conto che questa non è la posizione personale di ciascuno dei firmatari, ma è la migliore mediazione che si è riusciti a trovare. Terrei conto di tali punti di tipo generale, che questo è un tassello di un "corpus" unico che sono le 3 proposte di legge che andremo a discutere e del fatto che, nell'interesse delle tesi che portano avanti, non ultime le tesi referendarie, forse il gruppo "Arcobaleno" può fare una riflessione sull'opportunità di prestarsi inconsapevolmente a questo giochetto di chi in realtà gioca su 2 tavoli.

Si dà atto che dalle ore 10,31 presiede il Vicepresidente Lanièce.

Presidente - La parola al Consigliere Sandri.

Sandri (GV-DS-PSE) - Mi asterrò di dare consigli agli incapaci di altri gruppi, non mi permetterò di fare come il collega Ottoz che insegna a fare politica al gruppo "Arcobaleno" o ad altri gruppi che potrebbero essere interessati alla questione, però la proposizione del collega Ottoz è interessante, perché è evidente la posizione "alla frutta" che lui rappresenta e che per interposta persona credo sia riferibile all'attuale Presidente pro tempore della Regione. Cerchiamo di capire come si è arrivati a questa situazione politica, per cui il Presidente della Regione si permette attraverso il collega Ottoz di insegnare al gruppo "Arcobaleno" come si deve comportare, di non "farsi tirare per la giacca da una parte e dall'altra", perché dice: "voi sarete strumenti incoscienti..." - e questo credo sia anche offensivo, comunque... -"... di strumentalizzazioni di vario genere..." inconsapevoli, grazie Signor Assessore, quindi non hanno consapevolezza di sé.

La proposta di legge n. 166 per la fretta con cui si è voluta portare avanti, lo avevamo già detto settimane fa che era forse opportuno prevedere un rinvio a dopo l'approvazione delle leggi elettorali per studiarsi bene tale problema, perché questo è un problema complesso. Come nel caso delle elezioni della Giunta e del Consiglio, occorre fare delle riflessioni più ampie, storiche, politiche, sociologiche per capire dove siamo e come ci dobbiamo inserire nella realtà valdostana, per esempio: quanta omogeneità c'è nella struttura della Valle d'Aosta, quanta democrazia c'è nella struttura della Valle d'Aosta, come dobbiamo interpretare alla luce di tale quadro la necessità che i cittadini possano decidere liberamente di come devono essere le maggioranze in Consiglio regionale e come garantire che questo Governo sia stabile e che risponda alle aspettative dei cittadini, sull'ineleggibilità e incompatibilità c'era da fare un lavoro di riflessione più ampia, che devo ammettere non ho fatto, lo sto facendo in queste ore sollecitato da questo turbinio di ore... per cui nel giro di 10 giorni dal non avere un testo siamo arrivati a un testo a cui solo da una prima lettura ho presentato 20 emendamenti e che ci comporta una serie di riflessioni. Ho chiesto prima di fare una riflessione in Commissione che consentiva di fare un lavoro più corretto, più di "team" e avrebbe portato a risultati più importanti, non si è voluto fare, lo facciamo in aula. Qual è il problema? Il problema è che la classe politica attuale si sta rendendo conto di aver costruito un mostro e il mostro è il sistema di legami fra la politica e l'economia, che come c'è in Valle d'Aosta non c'è in nessun'altra parte del mondo. Ci si è resi conto che quel potere economico strettamente collegato con la politica, che noi abbiamo costruito e che noi abbiamo legato "a doppia mandata" con la politica, oggi ha una posizione tale che potrebbe rimettere in discussione la politica... allora "a riccio"! La risposta dei politici che hanno provocato questa situazione è quella di dire: "siamo noi la politica!", cercando di mettersi in contrapposizione con le stesse forze che loro hanno creato. Secondo me, i casi sono 2: o siamo coerenti con quello che abbiamo fatto e ci prepariamo a fare che l'economia penetri nella politica, oppure andiamo a riformare il sistema valdostano. Utilizzare la legge dell'incompatibilità e dell'ineleggibilità solo per regolare problemi interni dei partiti è una vergogna! Che poi ci siano gli "Ottoz" che vogliono fare l'ostracismo a Rollandin, o altri che lo vogliono fare a Louvin, o alla Direttrice dell'USL... fra l'altro, lì devo dire che abbiamo raggiunto l'assurdo - mi ci metto io come pentito - di presentare un articolo per cui, se per caso poi non è eletta, per 5 anni non può più tornare a fare la Direttrice dell'USL. Siamo veramente ad un ostracismo rispetto all'articolo 51 della Costituzione che vorrei rileggere per conoscenza di tutto il Consiglio: "tutti i cittadini dell'uno e dell'altro sesso possono accedere agli uffici pubblici, alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza secondo i requisiti stabiliti dalla legge. A tal fine la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità fra donne e uomini". L'unica limitazione che pone la Costituzione è all'articolo 54: "I cittadini a cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge". Questo è il nostro punto di riferimento. Rispetto a tale punto di riferimento, tale proposta di legge è chiaramente fuori, qui c'è qualcuno che si diletta di incostituzionalità, credo che questo sarebbe un punto.

Bisogna allora capire quali sono i giochi. I giochi sono forse quelli di sparare dappertutto nel mucchio, ma qualcuno all'interno di questo putiferio ha il fucile ben mirato per colpire alcune persone precise. Ci sono gli emendamenti con nomi e cognomi che dimostrano questa cosa, purtroppo siamo in una fase dibattimentale, l'unica possibilità che ci rimane è quella di ritrovare una compattezza andando a rivedere tale cosa. In Consiglio regionale non è possibile, anche se faremo la battaglia presentando una serie di emendamenti per cercare di ovviare alle cose più gravi, ma la cosa importante è che qui questo è un prodotto deteriorato di una scelta politica devastante che è quella di autodifendersi. C'è una classe politica che si vuole difendere rispetto alla società che sta avanzando e allora sta cercando di limitare questi danni.

Credo che, se c'è qualcuno che non si deve far usare da una parte o dall'altra soprattutto dall'"Union Valdôtaine", sono proprio le forze di opposizione, perché il tentativo di ricattare da una parte, nel senso che se passa qualche emendamento... oppure questa legge non viene approvata con i voti necessari... cade la Giunta, cade questo... c'è il ricatto morale, per cui vi prendete la responsabilità di aiutare Augusto Rollandin ad essere presente in lista o cose del genere, o dall'altra parte quelli contrari rispetto a tale aspettativa... su questo voglio essere molto chiaro: io le battaglie le faccio sempre a viso aperto e credo che questo dovrebbe essere fatto da tutti, se qualcuno ha nei confronti di qualcun altro delle questioni politiche gravi, ci si misura a livello elettorale, saranno poi gli elettori a decidere, ma non posso permettere che si utilizzi questa legge per regolare conti interni, per impedire a qualcuno di candidarsi e di mettere in discussione la "leadership" di questo Presidente della Regione, o di altri Presidenti della Regione, o di Consiglieri, o di Assessori, o cose del genere. Devo fare un appello al Presidente della Regione che è con 2 "piedi" in questo disegno di legge: che non si deve preoccupare del suo destino, nessuno lo toglierà da quello scranno fino al giugno 2008...

(interruzione del Presidente della Regione, fuori microfono)

... no, per il fatto che non facendo nulla, non fa né grossi danni, né cose buone e può servire a questa fase per potersi preparare alle elezioni e dalla prossima volta cambiare sistema o verso Destra, o verso Sinistra, ma certamente non più un sistema basato sull'inefficienza come è oggi. Credo che il Governo regionale non abbia nulla da preoccuparsi delle votazioni che succedono qui, ritengo che qui si debba votare secondo coscienza dal punto di vista delle proprie condizioni personali e non per l'appartenenza politica e non lasciarsi essere strumento di ricatti belli e buoni.

Abbiamo una responsabilità davanti alla popolazione, non so se i referendum si faranno o non si faranno, non so se le materie referendarie raccoglieranno la maggioranza della popolazione che andrà a votare, ma è certo... e tutti noi ne siamo stati testimoni con questa accelerazione proprio in occasione della giornata di scadenza dei meccanismi referendari... che questi hanno avuto il merito di suscitare un'attenzione su delle competenze che il Consiglio aveva dal 2001 e che nessuno aveva mai preso in considerazione. Di fronte a tali scadenze, rimanere legati a piccoli interessi di bottega o di schieramento credo sia demenziale e irresponsabile, soprattutto per la credibilità di questa istituzione! Aver paura della democrazia e del rinnovamento, aver paura che i cittadini possano decidere con la loro testa, pensare che siamo noi che dobbiamo fare le scremature delle liste prima, credo che questo sia un arrogarsi un potere che non è nostra competenza. Le liste le fanno i partiti tutelati dall'articolo 49 della Costituzione, gli elettori poi fanno le scremature, noi dobbiamo rimetterci a dei paletti indispensabili e credo che è sulla foga di andare a dare una sistemata a questa commistione fra politica ed economia che abbiamo prodotto una cosa che non va bene.

La testimonianza è - ripeto - data dalla proposta della Provincia di Bolzano, che per molti aspetti condivide la nostra storia di Regione alpina di confine che è passata da una parte all'altra di Stati nazionali negli ultimi 200 anni, con una popolazione con una forte identità, in cui esiste un partito autonomista regionalista che occupa più della metà del Consiglio provinciale, che ha predisposto un progetto di legge in cui sono esclusi da un'ineleggibilità, come ha detto il collega Frassy, leggera solo i militari, gli addetti alla pubblica sicurezza, i preti e i membri del Governo, mentre tutto il resto è incompatibile. Nelle incompatibilità mettono una serie di questioni che sono anche della Valle d'Aosta: Presidente e membro del "CdA", rappresentante legale di enti funzionali della Regione o delle Province, Presidente e membro del "CdA", rappresentante legale e dirigente di s.p.a. a capitale maggioritario della Regione o delle Province, Presidente e membro del "CdA", rappresentante legale e dirigente di enti e istituzioni sottoposti alla vigilanza delle Province, Presidente e membro del "CdA", rappresentante legale e dirigente di enti, istituti o società alle quali la Provincia corrisponde in modo ordinario sussidi, sovvenzioni e contributi per il finanziamento... ossia non è che non precisino queste cose, ma nei limiti dell'incompatibilità. Non so dire se questa è la "ricetta" giusta, ma vedo un abisso fra la nostra legge e questa legge. Andare in Commissione significa ragionarci sopra, capire cosa significa questo nel "sistema Valle d'Aosta", capire che questa cosa merita un'attenzione istituzionale più ampia. Se alla fine il gruppo "La Casa delle Libertà" ha questo potere di ricatto su tutti voi, per cui senza i loro voti avete paura che la legge sul governo e sull'elezione del Consiglio non passi, vi lasciamo liberi di essere sudditi del gruppo "La Casa delle Libertà"!

Si dà atto che dalle ore 10,44 riassume la Presidenza il Presidente Perron.

Presidente - La parola al Consigliere Viérin Marco.

Viérin M. (SA) - Partiremo proprio dall'intervento del collega Sandri, perché alla fine dobbiamo essere chiari verso i cittadini di cosa si fa qui, perché qui si dice di tutto e di più rispetto a come ci si sveglia, se è martedì o è giovedì, non parlo di mercoledì e di week-end, perché andremmo oltre...

Questa è una proposta di legge che tocca le incompatibilità e le ineleggibilità, materie che le proposte referendarie non toccano, materie quindi aperte a qualsiasi confronto. La tempistica poi vuole che si discutano i referendum entro il 18 di questo mese, quindi per serietà si è lavorato per arrivare in aula con delle proposte complessive che partono dalle materie referendarie per arrivare a tale proposta di legge. Si accusa sempre il Consiglio di non avere la capacità di "smussare gli angoli", di trovare delle intese, di parlarsi a 360°, di rinunciare ognuno a qualcosa di suo, perché anche noi abbiamo rinunciato a qualcosa di nostro come "Stella Alpina" ma, se si vuole trovare una condivisione, bisogna ognuno avere la capacità di rinunciare a qualcosa. Credo che il Consigliere Sandri non abbia pensato a rinunciare a qualcosa... "sì" o "no", ma abbia pensato solo di utilizzare questo appuntamento come mera vetrina elettorale, ma è da un po' di tempo che il Consigliere Sandri utilizza le vetrine elettorali, con molto successo peraltro, perché è sulle pagine dei giornali un giorno sì e uno no, ma chi ascolta i dibattiti si chiede: "ma dove hanno sentito queste cose qui? Mai state dette!".

I raffronti... qualcuno ha letto le proposte di legge dei Consiglieri? Forse non sono state tutte lette. Bisogna quindi parlarsi chiaro e noi torneremo su questo argomento quando discuteremo delle proposte referendarie e delle altre proposte di legge: n. 167 e n. 168; qui la trasparenza deve essere chiara all'esterno. Per essere pratici, il collega Sandri ci parla del Trentino Alto Adige: ma il collega Sandri qui ha fatto almeno 10 interventi dove ha detto che non si dovevano copiare gli altri, soprattutto il Trentino Alto Adige. Vogliamo allora utilizzare un principio una volta per tutte o lo vogliamo utilizzare quando fa comodo? È un discorso di serietà! Il collega Sandri precisa al collega Ottoz discorsi di capacità, che non bisogna insegnare a fare la politica... perché lui e la sua "company" sono ben capaci a farla... di nuovo cade in equivoco: da una parte, dice una cosa; dall'altra, dice che nessuno deve insegnare a fare la politica su questo aspetto.

Si lamenta la fretta, perché si dice che sono necessarie riflessioni più ampie. Abbiamo dedicato 2 mesi e, se guardiamo le ore che abbiamo giustamente impegnato, è stato pari ad un lavoro di 4 mesi. In 2 mesi credo che il Consigliere Sandri abbia avuto il tempo di fare delle riflessioni, inoltre lo ha firmato solo 8 giorni fa, non lo ha firmato 4 mesi fa: in 8 giorni sono cambiati i suoi giochi della politica... "alla faccia" dei cittadini? È qui che bisogna capirsi. Le altre 2 enunciazioni poi del collega Sandri: fa un appello ai problemi interni ai partiti e agli altri movimenti e quali sono i giochi all'interno di questi movimenti... ma non deve uscire dalla sua camera! Basta che si alzi il mattino e vada a dormire la sera e si guardi allo specchio nella sua camera per capire e darsi delle risposte personalmente su questi 2 temi, anche lì credo che nessuno possa dire il contrario.

Sul discorso della Consigliera Squarzino dico solo questo: Dina, per 10 anni il vostro movimento ha fatto delle critiche, perché la politica non affrontava questo tema, perché la politica aveva troppi intrecci con il mondo economico e tutto quello che conseguiva, quindi la vostra accusa era l'inerzia della politica e consisteva giustamente nel dire: "non siete capaci a rinunciare a qualcosa di proprio per arrivare a un obiettivo comune". Ora ogni regola non è perfetta per tutti, però la regola migliore è quella dove ognuno rinuncia a qualcosa; allora, e lo dico con simpatia, la rabbia, il pensiero vostro di non aver pensato anche di fare una proposta referendaria su questo tema magari porta a fare dei ragionamenti diversi. Dico solo a nome del gruppo "Stella Alpina" che grazie alle proposte referendarie la politica ha affrontato più celermente la riforma elettorale... perché un "grazie" si deve dire a tutti, questo è il nostro pensiero... dobbiamo perseguire gli obiettivi, non dobbiamo mettere i Valdostani a scannarsi uno con l'altro o mettere le nostre amministrazioni comunali o questo Consiglio a scannarsi al loro interno! La politica ha il dovere di unire e non di dividere, mentre qui sono anni che si divide con il contributo di tutti, perché l'autocritica dobbiamo farcela sia noi, sia i "mass media". Qui ormai "si gioca tutti al massacro" e la gente se ne accorge! Infatti, quando si fanno le riunioni di sezione, dove si è di fronte a un bicchiere di vino e a un panino e si sta lì alla fine della riunione, la gente ha il coraggio di dirti cosa pensa di quello che sente, degli errori che la politica sta commettendo, delle insensibilità che la politica ha, ma anche delle insensibilità di altri settori che sono la catena della democrazia. Ormai abbiamo le categorie che... quando facciamo le audizioni in commissione, gli uni parlano contro gli altri! È una battaglia incrociata che non ci porta da nessuna parte, ma questa battaglia ci porterà tutti quanti ad un punto di non ritorno. Giochiamo tali partite perché abbiamo le elezioni da qui a un anno, quindi chi urla più forte... chi ha lo "scoop" più importante va sui giornali e in televisione per avere 100 preferenze in più, non gli interessa se il suo movimento - parlo dei "Democratici di Sinistra" - ottiene 1.000 voti in più o 1.000 voti in meno! Queste sono battute che sono state fatte! Ma qui guardiamo al discorso personale o a quello in cui uno crede come movimento?

Noi abbiamo guardato di più all'obiettivo: quello di giungere a una proposta complessiva, grazie anche alla spinta dei referendum, che partisse dai quesiti referendari per arrivare anche a questa proposta di legge, perché tale provvedimento è uno dei "piedistalli" di una riforma elettorale. In quelle riunioni che abbiamo fatto sul territorio la gente a volte ci ha detto: "ma piantatela lì, a noi non ce ne frega niente di come fate la legge elettorale, noi abbiamo altri problemi, sbrogliatevela, non ce ne può fregare di meno di decidere come volete farvi eleggere, decidetevi, mettetevi d'accordo, siete stati votati per farlo, però guardate agli altri problemi che per la gente che vi parla sono molto più importanti di una legge elettorale!". La situazione in Valle d'Aosta è quella che è e dobbiamo rendercene conto e dare delle risposte. Ormai sono 3 mesi che parliamo solo di questo, ma non parliamo delle cose che interessano veramente alla gente; per carità, le regole sono molto importanti, ma dobbiamo renderci conto che la situazione esterna è diversa da quello che pensiamo noi.

Su questo aspetto abbiamo privilegiato la serietà e la sostanza, in quanto il gruppo "Stella Alpina" oltre 3 mesi fa fece un documento preciso dove questa riforma doveva portarci e cioè a dichiarare prima chi vuole stare insieme e su quali programmi... e ci siamo arrivati con la proposta di legge, che poi vedremo se sarà approvata da quest'aula, e di non utilizzare la politica per dividere la gente di più rispetto ad oggi... e qui entra il discorso delle preferenze, ma sarà oggetto di un altro ragionamento.

Una politica che non vuole autodifendersi è una politica che deve cessare di utilizzare certi passaggi in quest'aula e solo per accaparrarsi alcune simpatie momentanee. L'istituto del referendum è un istituto da difendere fino alla morte, il problema a cui bisogna prestare molta attenzione è un altro, ossia vogliamo che come in Svizzera... ormai i cittadini quasi quasi non vanno neanche più a votare il referendum, perché non ne vogliono più sapere dato che per qualsiasi cosa adesso si fa il referendum! Facciamo attenzione a non "annacquare" questo istituto importantissimo per la democrazia. Durante le audizioni dei proponenti dei referendum ho chiesto personalmente se si poteva raggiungere un punto di incontro dove ognuno rinuncia a qualcosa e quello che mi ha fatto male è che mi è stato risposto: "o si fa quello che abbiamo proposto con i referendum, o andiamo avanti"; allora uno non può definirsi sostenitore della libertà con il referendum e poi, quando ci si vuole confrontare e rinunciare ognuno a qualcosa, tirarsi indietro per giocarsi la sua partita prettamente politica!

L'appello che facciamo oggi qui, rivolto a tutti, è che si abbia il coraggio di modificare il proprio comportamento, ognuno cerchi di "smussare" ancora qualche suo "angolo" per arrivare finalmente a una regola il più possibile condivisa da tutti: questo è l'obiettivo che ci siamo posti e noi qualche "angolo" lo abbiamo "smussato", più di uno e chi ha partecipato alle discussioni di queste proposte di legge lo ha percepito nettamente: questo è l'appello che faccio ai colleghi, mi scuso con il Consigliere Sandri per avere fatto un ragionamento più diretto, ma il collega Sandri deve capire che siamo stufi di sentire dei ragionamenti in antitesi gli uni con gli altri che vengono fatti nella stessa settimana.

Président - La parole au Conseiller Vicquéry.

Vicquéry (UV) - Se il buongiorno si vede dal mattino, è evidente che assisteremo oggi a una lunga giornata che a questo punto si prolungherà di certo anche nelle ore notturne, collega Sandri, per assistere a un dibattito che poco ha di serio, perché la serietà significa almeno avere un minimo di coerenza, significa portare avanti le proposte che si avanzano, proposte firmate. Ricordo che la proposta di legge n. 166 porta la firma dei Consiglieri Frassy, Cesal, Lavoyer, Marco Viérin, Ferraris, Ottoz, Sandri e Vicquéry. È immorale e schizofrenico l'atteggiamento di chi smentisce sé stesso per il puro piacere di fare dell'ostruzionismo, o forse neppure, di fare uno "show" in quest'aula. Spero che quest'aula abbia la capacità oggi e domani di dibattere seriamente circa i disegni di legge e le proposte di legge che derivano da un obbligo statutario sancito all'articolo 15 dello Statuto e che deve impegnarci a fondo a discutere nel merito senza "se" e senza "ma".

Annuncio fin d'ora che il gruppo "Union Valdôtaine" non risponderà alle provocazioni da qualunque parte provengano che non siano argomentazioni tecniche nel merito degli articoli che andremo ad esaminare. Vogliamo lavorare seriamente e non vogliamo fare del Consiglio regionale un teatrino. Nessun ricatto nei confronti del gruppo della "Casa delle Libertà", semplicemente una proposta di legge che vuole portare, con dei limiti sicuramente, un minimo di "par conditio" fra tutti coloro che hanno diritto all'elettorato passivo in Valle d'Aosta. È una proposta di legge che cerca di eliminare l'"élite", i privilegiati, che forse, utilizzando impropriamente un termine che andava di moda fra una certa Sinistra progressista: la massa, vuole dare la possibilità alla massa, a tutti coloro che non hanno incarichi, come abbiamo noi e tante altre persone in Valle d'Aosta, di presentarsi candidati alle prossime elezioni regionali senza dover sottostare ai privilegi da parte di altri. Fa specie prendere atto che proprio chi proviene da tale Sinistra progressista faccia discorsi totalmente elitari che sono assolutamente fuori luogo; ripeto: non accetteremo provocazioni di questo genere.

Nel momento in cui si presentano emendamenti, si deve avere almeno la capacità di studiare le cose; mi limito a parlare di un emendamento presentatoci dal collega Sandri, che riguarda la Direzione generale dell'USL, che sembra essere una bestemmia. Abbiamo ripreso "tout court" l'articolo 15 della legge regionale n. 4/1995 riguardante l'elezione degli enti locali, che recita: "... i predetti... "- direttore generale, direttore sanitario, direttore amministrativo delle aziende sanitarie locali ospedaliere - "... ove si siano candidati e non siano stati eletti, non possono esercitare per un periodo di cinque anni le loro funzioni nell'Azienda regionale sanitaria USL della Valle d'Aosta...", votata dal Consiglio regionale e riferita ai sindaci.

Riprendo anche il decreto legislativo n. 502/1992, "riordino della disciplina in materia sanitaria, a norma dell'articolo 1...", che dice: "... il direttore generale che sia stato candidato e non sia stato eletto non può esercitare per un periodo di cinque anni le sue funzioni in unità sanitarie locali comprese, in tutto o in parte, nel collegio elettorale nel cui ambito si sono svolte le elezioni...". Delle due l'una: o il collega Sandri, firmatario del provvedimento, era assente in quel preciso momento in cui si è discusso di questo articolo, oppure smentisce sé stesso; mi pare non serio, perché così non è il modo di lavorare!

Mi permetto di chiedere la sospensione per poter esaminare nel dettaglio gli emendamenti.

Presidente - Ricordo che c'è una richiesta di sospensione.

La parola al Consigliere Frassy.

Frassy (CdL) - Se sospendiamo adesso, va bene, intervengo dopo la sospensione.

Presidente - Sarebbe più saggio. Il Consiglio è sospeso per 15 minuti.

Si dà atto che la seduta è sospesa dalle ore 11,12 alle ore 12,30.

Presidente - Riprendiamo i lavori.

La parola al Consigliere Frassy.

Frassy (CdL) - Penso che la discussione generale stia volgendo al termine, dopo aver introdotto la discussione generale con la relazione e soprattutto con le considerazioni di tipo tecnico, vorrei riservarmi un intervento un po' più politico, pur rispondendo ad alcune delle perplessità che sono emerse in corso del dibattito.

Penso che vada "sgombrato il campo" da quel concetto che qualcuno ha "affacciato" durante i suoi interventi della troppa fretta che c'è stata nell'affrontare questo argomento. Vorrei ricordare ai colleghi che hanno fatto tale ragionamento che la riforma dell'articolo 15 del nostro Statuto, da cui deriva questo tipo di competenza, porta la data del 2001 e dopo il 2001 ci sono state le elezioni del 2003, perciò politicamente riteniamo che dopo aver dimenticato le scorse regionali tale competenza lasciandola nell'articolo 15, fosse opportuno che le elezioni successive, del 2008, potessero vedere la Regione "attrezzata" con una propria normativa sull'ineleggibilità e incompatibilità; perciò, se di tempi si vuole parlare, si deve parlare di grandi ritardi, piuttosto che di grande fretta. Vorrei ricordare che la procedura legislativa prevista dall'articolo 5 è una procedura rafforzata e complessa, che prevede una prima pubblicazione sul BUR che per 3 mesi avviene a soli fini notiziali, senza che la legge entri in vigore, nel senso che consente in questi 3 mesi la possibilità di richiesta di un referendum confermativo da indire entro i successivi 6 mesi. Vi renderete conto che i tempi sono assai stretti per poter giungere alle prossime elezioni con una nostra legge regionale sull'ineleggibilità e incompatibilità, nel senso che questo percorso che è ancora lungo rischia, nel caso in cui dovessero essere chiesti referendum confermativi, di spostare l'entrata in vigore della legge a febbraio 2008, vanificando in parte le previsioni che regolamentano le ineleggibilità; perciò penso che di fretta non si possa assolutamente parlare.

Anche sul metodo bisogna distinguere i momenti del confronto istituzionale - l'aula, le Commissioni - dalla capacità dei Consiglieri di farsi propositori di disegni di legge. Le Commissioni hanno il compito di esaminare i disegni di legge assegnati, ma non hanno la funzione di redigerli anche per una questione di tipo pratico. I disegni di legge vengono redatti fra i gruppi o fra gruppi di Consiglieri, come è accaduto in questo caso, perciò non penso si possa parlare di "Commissione ombra". Ritengo si possa dire che si è creata un'ampia aggregazione, dalla quale per un insieme di contingenze, più che per un insieme di volontà, qualche forza politica è rimasta fuori. Non era questo l'intendimento di una "conventium ad excludendum", diciamo solo che la contingenza ha fatto sì che la sovrapposizione della materia referendaria con l'accavallamento di questa proposta di legge abbia portato ad intersecare nell'ambito del medesimo gruppo di lavoro le tematiche svolte, motivo per cui sono rimaste fuori da questo percorso le forze politiche che avevano sposato il percorso referendario.

La complessità della proposta di legge. Normalmente ho l'abitudine di usare parole mie nel commentare delle situazioni; in questo caso non riesco a trovare parole mie che possano commentare... come ben ha commentato il collega Sandri, il 6 settembre 2006, dove scriveva che la demagogia è un po' come il fumo, una droga: dà un grande piacere subito, ma poi fa disastri nella società e, sottolineo io, nell'individuo. Meglio smettere, collega Sandri. Penso che queste sue parole scritte all'indirizzo di un altro illustre della politica valdostana - Roberto Louvin - ben si addicano all'intervento fatto da lei su questa materia e dove lei ha accusato i sottoscrittori - fra cui lei stesso - di essersi fatti prendere dalla fretta, dimenticando non solo quello che aveva fatto nelle ultime 4 settimane - approfondimenti, condivisione di percorsi -, ma anche di quanto aveva scritto sempre il 6 settembre 2006, dove diceva che c'era la necessità di legiferare in materia di ineleggibilità ed incompatibilità e assicurava che il suo gruppo - immagino che sia proprio il suo gruppo in quanto lei ne è il Capogruppo - presenterà in tale direzione una proposta di legge. Collega Sandri, avrei gradito che il suo intervento si fosse incentrato più su difficoltà di percorso evidenziate durante il duro lavoro di confronto con tutti i sottoscrittori, che non in un intervento che più che a ruota libera... penso che lei abbia inaugurato la figura del Consigliere giocoliere. Lei infatti ha un po' giocato con la materia sparando in tutte le direzioni e forse si è anche sparato addosso, perché quanto lei ha scritto nel 2006 penso sia inequivocabile di una dissociazione, se non personale, quanto meno politica rispetto al suo atteggiamento. Mi dispiace riscontrare che lei abbia voluto vedere dei nomi dietro a quelle situazioni che vengono codificate nella legge in virtù dell'oggettività delle posizioni, degli incarichi, delle funzioni che invece sono stati individuati anche con grande fatica nel definire concetti di sintesi che potessero escludere intendimenti di accanimento o di persecuzione politica.

Lei peraltro non è solo in questa impresa difficile di dire tutto e il contrario di tutto, ha trovato come compagno di strada proprio quello che è stato il suo corrispondente nella missiva del 6 settembre 2006: Roberto Louvin, che non è sicuramente una "verginella" della politica valdostana, che ha fatto 15 anni in questa aula ricoprendo incarichi importanti, dimenticandosi che nel 2001 una riforma costituzionale aveva riscritto l'articolo 15 dello Statuto e arrivando a scrivere a tutti noi Consiglieri, in data 4 settembre 2006, che è una vergogna che il Consiglio regionale non abbia ancora preso posizione su questa materia. Diceva che bisognava intervenire in situazioni che condizionano il voto mediante assunzioni, appalti, contratti, sponsorizzazioni... che ci sono colossi economici regionali da cui dipendono centinaia di dipendenti che amministrano somme che complessivamente superano il bilancio della Regione e via elencando "Finaosta", Casinò, "CVA", "Finbard", "SISTRASB" e molte altre, e chiudeva dicendo - cito -: "che il giusto intervallo di tempo che personalmente ritengo possa essere ritenuto ragionevole non può essere inferiore all'anno". Apprendiamo poi dai giornali di lunedì scorso che la norma che questo Consiglio si appresta a licenziare è una norma da Talebani, penso sia 6 mesi l'ineleggibilità forte. Ritengo che la politica valdostana soffra di altre patologie, patologie che purtroppo non sono curabili con riforme elettorali, sebbene si interessino di ineleggibilità o di meccanismi elettorali. Penso che su questa malattia della politica valdostana non vi sia miglior cura che quella che potrebbe e dovrebbe dare la risposta del corpo elettorale. Chiudendo il mio secondo intervento perciò auspico che, messi dei principi chiari, alla fine l'elettore possa fare scelte chiare all'insegna della coerenza dei percorsi politici.

Presidente - Siamo sempre in discussione generale, vi ricordo che è stato depositato un ordine del giorno sulla proposta di legge n. 166, che vi è stato distribuito.

Ordine del giorno

Il Consiglio regionale

Preso atto della proposta di legge n. 166, che disciplina l'ineleggibilità e l'incompatibilità con la carica di consigliere regionale, ai sensi dell'articolo 15, secondo comma, dello Statuto speciale;

Visto che molte di tali norme fanno riferimento ad agenzie, aziende, enti dipendenti dalla Regione, a società partecipate direttamente o indirettamente dalla Regione, a enti pubblici non economici in cui alcune nomine e designazioni sono di competenza della Regione;

Considerato opportuno garantire la trasparenza delle informazioni onde offrire a tutti i cittadini l'opportunità di conoscere quali organismi sono interessati dalla legge sulle norme di ineleggibilità ed incompatibilità;

Impegna

La Presidenza del Consiglio e la Giunta, ciascuna per le proprie competenze:

- a predisporre, non oltre sette mesi prima della scadenza naturale della legislatura, un elenco - a titolo meramente informativo ed esemplificativo - degli enti pubblici non economici, delle agenzie e delle aziende dipendenti dalla Regione, delle società partecipate o controllate dalla Regione o ad esse collegate ai sensi dell'articolo 2359 del Codice civile, di cui alla legge sull'ineleggibilità ed incompatibilità;

- a pubblicare tale elenco sul sito web della Regione.

F.to: Squarzino Secondina - Frassy - Cesal - Viérin Marco - Salzone - Lavoyer - Ferraris

La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.

Squarzino (Arc-VA) - Per illustrare l'ordine del giorno. Nella nostra relazione avevamo individuato una serie di emendamenti che avremmo presentato, un emendamento riguardava il fatto che, proprio perché sono numerose le società, le aziende, le agenzie, gli enti pubblici non economici che rientrano all'interno di questa legge in quanto i loro responsabili sono di volta in volta ineleggibili con anche gradi diversi di ineleggibilità o incompatibili, ritenevamo opportuno che queste informazioni fossero di pubblico dominio. Mi è stata sollevata l'obiezione che, se si mettesse in legge questo emendamento, che quindi facesse parte di un testo di legge, diventerebbe un elenco "ad excludendum", oppure un elenco che avrebbe un valore normativo rispetto all'incompatibilità o all'ineleggibilità. I firmatari della proposta di legge n. 166 mi hanno chiesto se potevo trasformarlo in un ordine del giorno, che desse un'indicazione forte agli organi responsabili del Consiglio regionale e della Presidenza della Regione affinché questi elenchi vengano predisposti almeno 7 mesi prima della scadenza naturale della legislatura, in modo che tutti possano esserne a conoscenza e questo elenco dovrebbe essere pubblicato anche sul sito "web" della Regione. Con piacere vedo che tale preoccupazione è stata accolta nell'ordine del giorno, visto che tutti i firmatari della proposta di legge lo hanno condiviso, in questo senso lo abbiamo presentato alla Presidenza.

Presidente - Siamo ancora in discussione generale, vi sono altri interventi? Se non vi sono altri interventi, dichiaro chiusa la discussione generale. Come consuetudine, pongo in votazione l'ordine del giorno:

Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: 35

Il Consiglio approva all'unanimità.

Presidente - Possiamo passare all'esame dell'articolato, almeno per un quarto d'ora? Mi rimetto alle decisioni dell'aula. Vi ricordo che vi sono 42 emendamenti.

La parola al Consigliere Sandri, per mozione d'ordine.

Sandri (GV-DS-PSE) - Per mozione d'ordine, per vedere di dare concretezza ai lavori, credo che, essendo arrivati alle ore 12,47, potremmo votare l'articolo 1, quello che non ha emendamenti, e poi sospendere la seduta, nel senso che sull'articolo 2 abbiamo una quindicina di emendamenti e merita di fare una discussione approfondita. Credo quindi sia bene iniziare nel primo pomeriggio, alle 15,00, e partire con le votazioni, ma con la possibilità di fare una discussione unica e univoca.

Presidente - Mi parrebbe il caso magari di iniziare alle 15,00, chiedo al Consiglio di essere puntuali alle ore 15,00 e potremmo iniziare tutta la votazione alle ore 15,00.

La parola al Consigliere Ottoz.

Ottoz (UV) - Per una regolare prosecuzione dei lavori e per evitare di trovarci "impiccati", potremmo votare l'articolo 1, iniziare l'articolo 2 e, quando abbiamo terminato l'articolo 2, qualunque sia il numero degli emendamenti presentati discuterli. Poi possiamo interrompere e riprendere alle 15,30.

Presidente - Non mi trovate d'accordo, mi pare più ragionevole anche per la Presidenza, che deve organizzare i lavori, che su ogni emendamento deve verbalizzare votazione per votazione, iniziare alle ore 15,00.

Sospendo adesso, iniziamo alle ore 15,00 puntuali con le votazioni...

(interruzione del Consigliere Frassy, fuori microfono)

Presidente - ... guadagniamo 20 secondi, cosa cambia, collega Frassy...

Pongo in votazione l'articolo 1 nel nuovo testo predisposto dalla I Commissione:

Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: 35

Il Consiglio approva all'unanimità.

Presidente - Il Consiglio è sospeso e riconvocato alle ore 15,00.

La seduta è tolta.

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La seduta termina alle ore 12,51.