Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 2 del 30 giugno 1998 - Resoconto

SÉANCE DU 30 JUIN 1998 (MATIN)

OGGETTO N. 2/XI Convalida dell'elezione dei 35 Consiglieri regionali.

Beneforti

(Consigliere anziano)

Su questo oggetto gli uffici della Presidenza del Consiglio hanno predisposto un documento relativo all'istruttoria sulla situazione dei singoli eletti per quanto riguarda eventuali problemi solo di eleggibilità o di incompatibilità.

Tale documento è già stato distribuito in copia a tutti, per cui ritengo di poterlo dare per letto. Comunico che fino a questo momento alla Segreteria del Consiglio non sono pervenuti né proteste né reclami ai sensi dell'articolo 56, comma 3°, della legge regionale 3/93.

In aggiunta al documento il Consigliere Praduroux mi comunica di aver dato le dimissioni da Sindaco.

Invito il Consiglio a procedere alla convalida degli eletti. Ricordo che se non vi sono osservazioni o rilievi, la convalida viene fatta in blocco per tutti e trentacinque gli eletti con una sola votazione a scrutinio palese. Se però vi sono situazioni particolari da esaminare, si procederà con votazioni separate per i singoli casi.

Sulla convalida a questo punto è aperta la discussione.

Ha chiesto la parola il Consigliere Curtaz.

Curtaz (PVA-cU) Signor Presidente, Signor Segretario, colleghi Consiglieri, avrei preferito che il mio primo intervento consiliare non fosse dedicato a una questione di ineleggibilità, avrei preferito occuparmi di questioni più nobili, avrei preferito occuparmi di questioni meno antipatiche non solo per chi è destinatario delle osservazioni sull'ineleggibilità, ma anche per chi queste osservazioni per suo dovere di ufficio deve sollevare.

Prendo la parola allo scopo di intervenire sulla posizione del Consigliere Rollandin. Voglio fare a questo proposito due premesse: non tratterò la "vicenda Rollandin" come un caso personale, perché né da parte mia né da parte del mio gruppo ci sono motivi di astio, né di risentimento, né di antipatia nei confronti della persona di Augusto Rollandin. Non tratterò la questione, ed è il secondo profilo, come un caso politico in senso stretto, perché le stesse cose le direi se il mio gruppo partecipasse alla futura maggioranza. Prova ne è che questa questione l'abbiamo già illustrata in campagna elettorale e credo fra l'altro che il Consiglio in questa sede non sia un organo politico, ma sia un organo di controllo amministrativo, quindi va fatta una valutazione tecnica di quelle che sono le condizioni dei singoli eletti.

Dunque la questione va posta sul piano giuridico in questa sede e solo sul piano giuridico, chiedendo il rispetto della normativa e della legalità, un termine che ultimamente è un po' fuori moda.

Riassumo la posizione del Consigliere Rollandin brevemente. Rollandin ha avuto e ha in corso varie vicende giudiziarie; da alcune è stato assolto, almeno in un caso che è a mia conoscenza è stato "salvato dalla prescrizione", e qui apro una piccola parentesi perché spesso la prescrizione viene vista come una sorta di assoluzione, ma tecnicamente è vero il contrario perché la prescrizione opera là dove c'è un accertamento di colpevolezza, perché se non ci fosse questo accertamento di colpevolezza i giudici dovrebbero assolvere con la cosiddetta "formula piena".

Alcuni processi sono ancora pendenti, ci sono due sentenze definitive di condanna, di cui una per abuso d'ufficio. Dal punto di vista formale è di questa sentenza che ci dobbiamo occupare perché la cosiddetta "legge Scotti", all'articolo 15, lett. c), dice - cito il testo di legge per maggiore chiarezza - che: "Non sono candidabili né eleggibili coloro che sono stati condannati con sentenza definitiva o con sentenza di primo grado confermata in appello, per un delitto commesso con abuso dei poteri o con violazione dei doveri inerenti ad una pubblica funzione, ad un pubblico servizio diversi da quelli indicati dalla lettera b)". Quindi la norma di riferimento è l'articolo 15, lett. c), della legge Scotti.

Sul fatto che in base a questa normativa il Consigliere Rollandin non fosse candidabile si è pronunciato due volte l'Ufficio elettorale regionale. E poi provvisoriamente si è pronunciato il TAR della Lombardia, territorialmente incompetente. Il TAR Lombardia ha riammesso in gara con riserva il candidato Rollandin. Sul punto della candidabilità si pronuncerà definitivamente un TAR, e questa volta si spera quello competente!

Voglio partire proprio da quest'ordinanza del TAR Lombardia, che ha sospeso provvisoriamente il provvedimento di esclusione di Rollandin, fatto dall'Ufficio elettorale regionale, con alcune motivazioni, l'ultima delle quali mi sembra la più fuorviante. Sintetizzo. Non preoccupiamoci - dice il TAR Lombardia - perché se poi viene fuori veramente che Rollandin non è eleggibile nessun problema, perché l'integrale futuro recupero della legittimità attraverso la decadenza della carica, ove il ricorrente venga eletto, si verificherà senza il pregiudizio dell'interesse di alcun altro soggetto. Quindi, non preoccupatevi, se poi si deciderà che Rollandin non è eleggibile, pazienza, sarà sostituito, decadrà e tutto sarà regolare sotto il profilo della legittimità.

Credo che questo modo di ragionare non sia corretto, e lo sentiamo tutti che non è corretto, perché il pregiudizio c'è. Ammettere con riserva un candidato che raccoglie 9000 preferenze, che sposta voti, significa alterare le regole del gioco, significa condizionare il risultato elettorale, significa favorire il suo partito e sfavorire tutte le liste concorrenti. Questo lo capisce anche un bambino dell'asilo, il TAR Lombardia non lo ha capito e quindi sotto questo profilo c'è un primo elemento di contestazione: che l'ammissione, seppur provvisoria, di un candidato non candidabile - scusate il bisticcio di parole - altera le regole elettorali, quindi compromette le regole medesime. Questo è un primo punto di riferimento della legge regionale che dobbiamo applicare.

Credo pertanto che si debba dare un giudizio d'invalidità delle operazioni elettorali così come si sono svolte, perché viziate dalla presenza di chi non era candidabile. E questo è un primo profilo.

Un secondo profilo riguarda più specificamente l'ineleggibilità, che è un aspetto ancora più evidente di questa vicenda. Il riferimento è quello più volte richiamato dell'articolo 15, lett. c), della legge Scotti. Credo che sul punto ci si potrebbe fermare ad un ragionamento banale, che per quel poco che ne so io è quello che ha svolto l'Ufficio elettorale della Valle d'Aosta, quando escluse in un primo tempo e in un secondo tempo Rollandin. Il ragionamento banale è il seguente. C'è una sentenza passata in giudicato per abuso d'ufficio ed è una fattispecie che rientra pienamente nella previsione di questa benedetta lettera c) dell'articolo 15. Dunque, se così è, Rollandin è ineleggibile, punto e basta; non è una questione d'interpretazione, la cosa è evidentissima. Tuttavia si obietta, e questa è un'obiezione di un certo interesse dal punto di vista giuridico, che è stata presentata un'istanza di revoca di questa sentenza.

Questo è un dato storico vero perché in base ad una nuova normativa penale del 1997 il fatto reato contestato a Rollandin, che continua a sussistere, non sarebbe più inquadrato come abuso d'ufficio ma come favoreggiamento.

Il punto centrale è quindi che, in base a questa nuova norma del 1997, l'abuso d'ufficio che sarebbe stato contestato a Rollandin non è più abuso di ufficio ma è favoreggiamento. Questo procedimento è in corso, si è pronunciata già la Corte di Appello e ha risposto no; si pronuncerà la Corte di Cassazione e potrà dire no oppure sì.

Faccio una prima osservazione: che quando si decide della candidabilità e dell'ineleggibilità, si decide oggi e non su quello che sarà. Voglio fare un'altra osservazione, proprio sul merito di questo ragionamento. Mi chiedo cosa cambia, in base all'applicazione della legge Scotti, se il reato viene configurato come abuso di ufficio o favoreggiamento? La risposta che mi do è che non cambia niente, perché la lettera c), articolo 1 della legge Scotti non fa riferimento - come ho sentito e letto qualche volta - all'abuso di ufficio, perché la legge Scotti quando fa riferimento a un articolo preciso, lo dice, nel nostro caso fa riferimento a un'ipotesi amplissima. Coloro che sono stati condannati - recita la legge - per un delitto commesso con abuso di potere, quindi generico, o violazione dei doveri inerenti a una pubblica funzione o a un pubblico servizio; e chi ha voluto leggere qua abuso d'ufficio è proprio fuori. Ciò che conta, quindi, non è il tipo di reato, conta che il reato sia commesso nell'esercizio del proprio mandato, grazie alla propria funzione pubblica, a causa del modo distorto di esercitare il proprio potere; dunque non conta nulla che il reato sia inquadrabile, ripeto, come abuso d'ufficio o come favoreggiamento. Se queste osservazioni sono vere e io credo che siano vere, ne deriva che l'ineleggibilità di Rollandin è macroscopica.

A tale proposito evidenzio che non dobbiamo commettere due errori. Il primo errore di tipo metodologico sarebbe di sostenere che la questione è "sub iudice", dire cioè pilatescamente: non possiamo pronunciarci, adesso c'è il TAR Lombardia, c'è il TAR Valle d'Aosta che se ne dovrà occupare e noi, come Ponzio Pilato, ce ne laviamo le mani e aspettiamo. Questo ragionamento sarebbe totalmente erroneo, se non altro per una questione sostanziale: che oggi non ci occupiamo di una questione di non candidabilità della quale si sta occupando il TAR; oggi ci occupiamo di una questione di eleggibilità. Quello è un profilo di verifica prima del voto, questo è un profilo di verifica dopo il voto.

Un altro errore che dobbiamo evitare, anche se l'ho già accennato, è quello di sostenere che un domani anche questa posizione processuale di Rollandin potrebbe essere alleggerita. Francamente glielo auguro, ma non siamo chiamati oggi a fare dei pronostici, noi dobbiamo decidere allo stato delle cose, e oggi, 30 giugno 1998, Rollandin è ineleggibile. Ineleggibile, a meno che si voglia dare una copertura politica ad un caso evidente di contrasto con la legge, ma questo è un altro discorso.

Capisco che Rollandin è forte, Rollandin è potente, Rollandin è bravo, Rollandin conquista 9000 voti, ma non possiamo sostenere che a lui, come ad altri, le norme non si applichino. Credo quindi che se il Consiglio si pronunciasse per la convalida dell'elezione di Rollandin, e chiedo subito dal punto di vista tecnico lo stralcio di questa posizione per poter fare una votazione ad hoc, sarebbe un brutto segnale per iniziare la legislatura.

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Perrin.

Perrin (UV) Je ne suis pas un avocat et donc je ne suis certainement pas un bon plaidoyer, et d'ailleurs nous ne sommes pas dans un tribunal, nous sommes dans une assemblée politique, qui doit donner des jugements politiques.

A l'intérieur de notre mouvement nous avons été confrontés sur la question de l'éventuelle inéligibilité d'Auguste Rollandin et nous avons fait un choix, confortés par des certitudes.

C'est vrai qu'Auguste Rollandin avait été rayé de la liste de l'Union Valdôtaine par la Commission électorale régionale; nous avions recouru et notre recours a été repoussé. Mais face au recours du même Rollandin du TAR de la Lombardie il y a eu la suspension de la décision du Bureau électoral régional et donc Auguste Rollandin a pu être candidat dans la liste de l'Union Valdôtaine.

Je crois que la réponse la plus significative, même si M. Curtaz le voit comme un élément de dérangement, a été la réponse des électeurs face à la candidature d'Auguste Rollandin, et les électeurs ont voulu démontrer par cette confiance d'être contraires à la limitation des libertés fondamentales qui sont celles d'être électeurs soit actifs que passifs.

Nous proposons donc en tant que Groupe de l'Union Valdôtaine de rejeter cette requête et donc de procéder à la validation de l'élection d'Auguste Rollandin, surtout pour le respect et de la volonté des électeurs, qui va au-delà de toute une série de sophismes et de "balzelli" comme on aime appeler, et de toute une série de considérations qui ne sont pas partageables à notre avis.

J'invite ce Conseil à raisonner en termes politiques, et en termes politiques nous ne pouvons que valider l'élection d'Auguste Rollandin.

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Frassy.

Frassy (FI) Avremmo preferito iniziare il dibattito forse su argomenti diversi rispetto a quelli che invece, per regolamento e per norma di legge, siamo comunque chiamati a dover affrontare ed esaminare. Sicuramente è un problema che sembra voler caratterizzare le legislature di questo Consiglio regionale. Il problema della candidatura del Consigliere Rollandin era già stato oggetto di esame e di discussione nella scorsa legislatura con quella conclusione che è nota a tutti noi; oggi ci troviamo nuovamente ad esaminare quella candidatura e quel risultato elettorale.

La tentazione è quella di uscire dalla valutazione meramente tecnica e andare a fare delle valutazioni di tipo politico. Peraltro queste valutazioni andrebbero sicuramente al di fuori di quello che invece dovrebbe essere il compito, quello di verificare appunto se il Consigliere Rollandin è o meno eleggibile.

Se non ci fosse stata tutta una vicenda di carattere giudiziario a monte con quanto riguarda anche l'ultimo ricorso del TAR Lombardia, forse questa discussione sarebbe stata più facile, perché questo Consiglio si sarebbe espresso in prima battuta. Invece ci troviamo a dover mediare fra quelle che sono delle analisi politiche e quelle che sono delle valutazioni di tipo squisitamente giuridico. E ancora una volta ci troviamo nella difficoltà di stare al limite del campo della politica o al limite di quello che è il campo del potere giudiziario.

Questa è una situazione che peraltro ha caratterizzato in maniera pesante, e per certi versi anche negativa, la vita politica italiana degli ultimi mesi e degli ultimi anni: questa continua tentazione della politica di sconfinare nel condizionamento dei procedimenti giudiziari e questa continua tentazione da parte della giustizia di sconfinare nel campo della politica.

Il collega Curtaz ha fatto un ragionamento che è condivisibile e ineccepibile da un punto di vista puramente giuridico e per certi versi giudiziario. Sarà anche forse la capacità professionale del collega Curtaz, che ha portato a sviscerare in maniera precisa i riferimenti normativi. Il nostro gruppo però ritiene che debba essere fatto un discorso leggermente diverso.

Riteniamo che il TAR Lombardia, pur sapendo perfettamente che sia un TAR incompetente e non domandandoci più di tanto i motivi per i quali è stato fatto ricorso con sospensiva al TAR Lombardia, ma sapendo quella che è stata la trafila e sapendo comunque che ci sono una serie di situazioni tuttora oggetto di procedimento presso la Magistratura amministrativa, riteniamo che il giudizio politico, proprio in rispetto non - si badi - ad assoluzione o condanna del Consigliere Rollandin, ma in rispetto della competenza della Magistratura, essendoci di conseguenza l'obbligo da parte di quella Magistratura di andare ad esprimere un giudizio definitivo, di non dover essere noi a cavare dal fuoco le castagne alla Magistratura in questo caso.

Riteniamo pertanto che "rebus sic stantibus" di non poter fare altro che aspettare il responso della Magistratura, e a seguito del responso della Magistratura prendere atto delle inevitabili conclusioni.

In questa fase il nostro voto di astensione non vuole essere un lavarsi le mani, un tirarsi indietro dall'esprimere in maniera chiara e netta la posizione politica del nostro gruppo, perché la posizione politica del nostro gruppo riteniamo che debba essere quella di evitare le invasioni di campo.

Il problema della non eleggibilità, come è stato per certi versi esposto dal collega Curtaz, è un problema che a monte ha un giudizio dinanzi a un TAR con tanto di sospensiva.

Noi, conformemente a quella che è la vicenda dal punto di vista giudiziario, riteniamo di esprimere un voto di astensione proprio per evitare quegli sconfinamenti di campo fra politica e giustizia che spesso hanno condizionato e spesso hanno determinato delle situazioni che diventano poi difficilmente governabili.

Perciò il nostro gruppo aspetta che il TAR competente esprima il giudizio definitivo sulla eleggibilità o meno del Consigliere Rollandin.

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Ferraris.

Ferraris (GV-DS-PSE) Per qualche minuto ho avuto la sensazione di trovarmi in un'aula di tribunale.

Questo Consiglio credo che debba esprimere un giudizio politico. Il Presidente all'inizio della riunione ci ha detto che non sono pervenute proteste e reclami sulla base dell'articolo 56, quindi possiamo con serenità fare una valutazione rispetto a queste elezioni, nel senso che queste elezioni si sono svolte in un clima che ha consentito a tutti gli elettori di esprimersi e di fare liberamente le loro scelte. Non ci sono state delle turbative pesanti in queste elezioni. Quindi credo che il risultato elettorale vada preso con serietà ed equilibrio.

Non voglio entrare nella "questione Rollandin", i fatti sono noti; vorrei solo sottolineare che ci sono opinioni diverse di tribunali diversi e accogliere la tesi di chi dice che Rollandin è ineleggibile oggi significherebbe comunque fare una forzatura.

Penso che non spetti a quest'aula assumere ruoli che devono essere degli organi giudiziari. Credo che questo Consiglio debba avere compiti propri e diversi.

Qualcuno diceva prima di me che molte volte la politica è sconfinata nel campo della giustizia e viceversa; credo che questo sia un caso in cui è bene evitare delle pericolose confusioni di ruoli. Le elezioni che si sono svolte sono elezioni regolari, la convalida è un atto dovuto indipendentemente dal numero di preferenze che ciascun candidato ha preso. Se il voto si è liberamente espresso, questa è una conseguenza di una libera scelta dell'elettore.

Credo che sia necessario avere da parte di tutti equilibrio, razionalità e una capacità di analisi che va al di là di quanto è espresso nei codici, pertanto riconfermo che questo Consiglio debba procedere alla convalida dei risultati elettorali.

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Collé.

Collé (Aut) Sicuramente la questione non è né facile né semplice. Tuttavia credo che, come ha ricordato qualcuno, quest'assise non è un tribunale. Siamo stati mandati qui dai Valdostani per portare avanti questioni amministrative, così come dobbiamo portare avanti temi politici che interessano la Valle d'Aosta.

Qual è la situazione alla quale ci troviamo di fronte? É una situazione in cui un TAR, quello della Lombardia, ha permesso al Consigliere Rollandin di essere presente in lista, e su questo condivido in parte quanto ha detto il Consigliere Curtaz, che il fatto che Rollandin sia stato in lista ha deviato il risultato elettorale. Siamo infatti tutti coscienti che la sua presenza ha portato molti voti al suo movimento.

Tuttavia siamo qui e non è nostro compito entrare in una decisione che è stata presa; sicuramente non è una decisione finale ma il TAR della Lombardia ha permesso che Rollandin fosse in lista, quindi sulla base di questo dovremo aspettare quello che sarà invece un giudizio del TAR non so di dove, non so se sarà il TAR della Valle d'Aosta o altro TAR.

Credo che il Consiglio regionale debba aspettare questo esito e sulla base di questo ragionamento credo che oggi per decisioni assunte dalle sedi competenti, non da questa, il Consiglio regionale non possa che convalidare l'elezione di Augusto Rollandin.

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Martin.

Martin (FA) Il nostro gruppo ritiene che in quest'aula si debba prendere atto soltanto del dato politico della vicenda, e il dato politico è molto semplice: il Consigliere Rollandin è stato votato da un grande numero di elettori e di cittadini valdostani. Noi ne prendiamo atto e quindi siamo per la convalida della sua elezione.

Presidente Il Consigliere Curtaz ha formalizzato la richiesta di una votazione separata per la convalida dell'elezione del Consigliere Rollandin. Quindi votiamo insieme prima gli altri 34 consiglieri, su cui non è stata fatta nessuna osservazione e richiesta di votazione separata, e li votiamo per alzata di mano, perché non si può disporre oggi del sistema elettronico.

Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.

Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: 35

Il Consiglio approva all'unanimità.