Eventi e ricorrenze

Dal 13 febbraio 2020 al 15 febbraio 2020

Giorno del Ricordo: una delegazione di studenti valdostani in Friuli-Venezia Giulia e in Slovenia

Il Giorno del Ricordo viene celebrato in Valle d'Aosta anche attraverso il viaggio di una delegazione di studenti tra il Friuli-Venezia Giulia e la Slovenia, in un'iniziativa promossa dal Consiglio Valle insieme all’Assessorato regionale dell’istruzione, università, ricerca e politiche giovanili.

Il percorso di approfondimento si sviluppa dal 13 al 15 febbraio 2020 e coinvolge un gruppo di studenti dell'Istituzione scolastica di istruzione liceale, tecnica e professionale di Verrès, del Liceo linguistico di Courmayeur, dell'Istituto professionale regionale alberghiero di Châtillon e dell'Istituto Don Bosco di Châtillon. Il progetto vuole continuare il percorso di sensibilizzazione e approfondimento per gli studenti sul tema dei massacri delle foibe e dell'esodo giuliano-dalmata, proseguendo le iniziative portate avanti negli anni anche dal Consiglio regionale.

Il viaggio farà anzitutto tappa al Sacrario militare di Redipuglia, monumento ai caduti della Prima guerra mondiale, e alla Risiera di San Sabba, unico campo di sterminio italiano, per arrivare quindi a Trieste e a Capodistria, in Slovenia. In più occasioni, i ragazzi valdostani incontrano dei rappresentanti della comunità italiana in Istria e Dalmazia, visitando anche la sede della TV Capodistria. L'itinerario prevede anche la visita al campo profughi di Padriciano, dove vissero gli esuli istriani e dalmati dalla fine della Seconda guerra mondiale al 1976; l'ultima tappa è in programma alla foiba di Basovizza, con la visita al Monumento nazionale sul carso triestino.

Il Giorno del Ricordo, istituito per legge nel 2004, è celebrato in coincidenza con la data della firma del Trattato di pace di Parigi, il 10 febbraio del 1947; il suo scopo è quello di «conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.»