CHIUDI PAGINA
STAMPA PAGINA
Riunione del Consiglio regionale del 12 e 13 maggio 2021

Indice



Comunicato n° 269 del 5 maggio 2021
Adunanza del Consiglio regionale

 

Il Consiglio regionale è convocato mercoledì 12 e giovedì 13 maggio 2021, a partire dalle ore 9.00, in via ordinaria e, a seguire, in seduta europea e internazionale.

La seduta ordinaria prevede l'esame di un ordine del giorno composto di 68 oggetti, di cui 7 rinviati dalla scorsa adunanza.

In discussione ci saranno il rendiconto della gestione, del piano degli indicatori e del bilancio consolidato 2020 del Consiglio regionale e l'assestamento del bilancio di previsione dell'Assemblea per il 2021.

I Consiglieri tratteranno poi la petizione popolare "Apriamo delle aule studio in Valle d'Aosta": sull'iniziativa, promossa dal Coordinamento giovanile valdostano, depositata in Consiglio il 18 febbraio scorso e sottoscritta on-line da 15.000 cittadini, la quinta Commissione "Servizi sociali" il 30 aprile ha approvato all'unanimità una relazione, che sarà illustrata all'Aula.

L'Assemblea sarà quindi chiamata a esaminare sette relazioni della Sezione regionale di controllo della Corte dei conti, riguardanti: esiti del controllo sui rendiconti dell'esercizio 2018 dei Comuni della Valle d'Aosta con popolazione inferiore a 5.000 abitanti; gestione dei cofinanziamenti regionali per interventi sostenuti con fondi europei in Valle d'Aosta nel 2019; gestione dei Centri per l'impiego (CPI) e stato di attuazione della disciplina normativa di riferimento; gestione del servizio sanitario della Regione per l'esercizio finanziario 2019; esiti del controllo relativo al rendiconto dell'esercizio 2018 e ai controlli interni 2018 del Comune di Aosta; esiti del controllo relativo al bilancio consolidato 2018 del Comune di Aosta; bilancio di previsione della Regione per gli esercizi finanziari 2020-2022.

Per quanto riguarda l'attività legislativa, i Consiglieri esamineranno il testo di legge sulle misure di prevenzione e di intervento per la specie lupo in Valle d'Aosta, risultante dal  coordinamento fra il disegno di legge della Giunta regionale e la proposta dei gruppi Lega VdA e Pour l'Autonomie: su questo provvedimento, il 26 aprile la terza Commissione "Assetto del territorio" ha espresso parere favorevole all'unanimità e relatori saranno il Presidente della terza Commissione, Albert Chatrian (AV-SA) e il Consigliere Augusto Rollandin (PlA). In discussione ci saranno anche il disegno di legge di approvazione del rendiconto generale della Regione e del rendiconto consolidato con il Consiglio regionale per l'esercizio finanziario 2020 (la seconda Commissione "Affari generali", il cui Presidente Antonino Malacrinò (PCP) è nominato relatore, il 3 maggio ha espresso parere favorevole a maggioranza) e la proposta di legge in materia di fattorie sociali e agricoltura sociale, in merito alla quale la terza Commissione "Assetto del territorio" e la quinta "Servizi sociali", il 26 aprile, hanno espresso parere favorevole su di un nuovo testo su cui relazioneranno i Consiglieri Andrea Manfrin (Lega VdA) e Corrado Jordan (VdA Unie).

Passando quindi all'attività ispettiva, delle interrogazioni, 11 sono del gruppo Lega Vallée d'Aoste: stato delle rilevazioni sul movimento franoso sovrastante l'autostrada A5 e l'abitato di Quincinetto; dati per la valutazione del divieto di ingresso in Valle d'Aosta per il raggiungimento delle seconde case; coinvolgimento di tutti i componenti della Giunta regionale per l'inserimento del progetto di elettrificazione del tratto ferroviario Ivrea-Aosta nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR); mancata presenza di rappresentanti della Regione e del Consiglio Valle ad un convegno organizzato dalla Cittadella dei giovani in materia di minoranze linguistiche; risultati dei lavori di efficientamento energetico eseguiti all'Autoporto; formulazione di eventuali direttive alla Monterosa Spa finalizzate allo sviluppo della società nei settori dei collegamenti intervallivi e delle stazioni minori del comprensorio sciistico; procedure ordinarie e straordinarie per la gestione dei flussi documentali delle deliberazioni della Giunta regionale e dei provvedimenti dirigenziali; tempistica per l'apertura del parcheggio situato a nord dell'ex caserma Testafochi; decesso di un paziente disabile grave all'ospedale Parini; riconoscimento delle provvidenze arretrate dell'assegno di invalidità civile; situazione di alcuni dipendenti della casa di riposo J.-B. Festaz.

Il gruppo Pour l'Autonomie ha presentato le altre 3 interrogazioni: liste di attesa per svolgere l'esame di guida; riattivazione delle attività di screening da parte dell'Azienda USL; reperimento della cannabis ad uso terapeutico nelle farmacie valdostane.

Delle 27 interpellanze iscritte all'ordine del giorno, 22 sono del gruppo Lega Vallée d'Aoste, di cui 3 rinviate dalla precedente adunanza, e riguardano: fabbisogno di personale dipendente dell'Amministrazione regionale e avvio delle relative procedure di reclutamento; criteri di revisione della legge regionale n. 17/1985 in materia di circolazione di veicoli a motore sul territorio regionale; illuminazione notturna del Castello di Issogne; eventuale statalizzazione dell'Istituto Musicale pareggiato della Valle d'Aosta; coerenza della Carta dei servizi della Cittadella dei Giovani con lo spazio concesso ad un cantante; organizzazione e gestione della dotazione organica di Finaosta Spa; azioni per evitare la creazione di classi sovraffollate nella scuola secondaria di primo grado; sostegno dell'inclusione scolastica degli alunni con disabilità durante la sospensione della didattica in presenza; intendimenti del Governo regionale in merito alla chiusura definitiva della discarica di Pompiod; compatibilità dell'ipotesi di riattivazione della tratta Aosta/Pré-Saint-Didier con l'accesso dalla "Porta Sud" della città di Aosta; problematiche inerenti la retribuzione di dipendenti di una società affidataria del trasporto pubblico per disabili; predisposizione di un piano di programmazione regionale in materia di promozione delle fonti rinnovabili e del risparmio energetico; sviluppo di un nuovo piano di copertura in banda ultralarga per garantire l'uniformità di collegamento Wi-Fi su tutto il territorio regionale; utilizzo dell'edificio sede dell'ex Centrale del latte e dell'area annessa; messa in sicurezza della strada Sarrasins a Châtillon; verifica della rispondenza alle norme in materia antisismica dell'ospedale Parini; adozione di un sistema rapido di allerta per il tracciamento dei contatti; proroga del voucher a favore delle famiglie con bambini frequentanti gli asili nido pubblici e privati; azioni per la risoluzione dei problemi inerenti il contatto telefonico dell'USL per l'emergenza Covid; possibilità per i lavoratori stagionali che provengono da fuori Regione di ricevere la seconda dose vaccinale in Valle d'Aosta; problematiche relative alle disdette di prenotazioni vaccinali con poco preavviso temporale; modalità di utilizzo da parte dell'Azienda USL dei fondi ricevuti a titolo di donazione da privati per l'emergenza Covid.

Cinque sono invece le interpellanze depositate dal gruppo Pour l'Autonomie: valorizzazione dei simboli religiosi presenti lungo i sentieri della regione; riformulazione delle tariffe per l'accesso ai castelli, musei e mostre in vista delle prossime aperture; ampliamento del parco idroelettrico della CVA Spa attraverso l'acquisto di centraline in vendita sul territorio regionale; riduzione del costo del pedaggio autostradale a favore dei turisti e dei residenti; mitigazione del rischio valanghivo o idrogeologico in Val Ferret.

Il Consiglio discuterà anche 8 mozioni, di cui quattro rinviate dalla precedente adunanza.

Delle 4 nuove, una è congiunta dei gruppi Vda Unie e Union Valdôtaine in merito all'istituzione di un tavolo di lavoro per l'aggiornamento del contratto regionale degli esaminatori abilitati per patente di guida operanti presso la Motorizzazione civile; le altre tre sono a firma del gruppo Lega Vallée d'Aoste, volte a: garantire attraverso le future ordinanze regionali l'attività di ristorazione anche all'interno dei locali; richiedere al Ministro della salute, in ragione dell'andamento del rischio epidemiologico, l'esclusione per l'intero territorio regionale o per porzioni dello stesso dall'applicazione delle limitazioni previste per la zona rossa e arancione; introdurre ulteriori differenziazioni nella raccolta dei dati sui contagiati da Covid-19.

Delle 4 mozioni rinviate, tre sono state depositate dal gruppo Lega Vallée d'Aoste: engagement à trouver un siège commun aux différentes associations culturelles présentes sur le territoire de la commune d'Aoste; utilizzo della tecnica dello "snow farming" per anticipare la stagione amatoriale e agonistica dello sci di fondo; individuazione di un'area cimiteriale per gli animali d'affezione e concessione a soggetti privati della realizzazione del progetto. La restante è stata presentata dal gruppo Pour l'Autonomie ed è volta a relazionare nella Commissione consiliare competente in merito al Piano di riqualificazione del quartiere Cogne di Aosta.

L'Assemblea proseguirà i propri lavori in sessione europea e internazionale. All'ordine del giorno figura la relazione sulle attività di rilievo europeo e internazionale svolte dalla Regione nel biennio 2019/2020, ai sensi della legge regionale 16 marzo 2006, n. 8.

Vista la situazione di emergenza epidemiologica da Covid-19, l'adunanza consiliare non è aperta al pubblico, ma è trasmessa sul sito del Consiglio regionale (www.consiglio.vda.it), sul canale YouTube del Consiglio (www.youtube.it/user/consvda) oltre che sul canale televisivo TV Vallée (canale 15 del digitale terrestre).

Si precisa inoltre che non è ammessa la presenza di giornalisti in tribuna stampa, nel foyer, né nella Sala Maria Ida Viglino.

 

MM

 

TORNA ALL'INDICE


Comunicato n° 275 del 10 maggio 2021
Ordine del giorno suppletivo del Consiglio: iscritti cinque punti

 

L’ordine del giorno dell'adunanza del Consiglio regionale, convocata in via ordinaria, nonché in sessione europea e internazionale, mercoledì 12 e giovedì 13 maggio 2021, è stato integrato da cinque punti.

L'Aula tratterà la petizione popolare "Progetto salute 2030", depositata in Consiglio il 15 febbraio, sottoscritta on-line da 585 cittadini ed esaminata congiuntamente dalla terza Commissione "Assetto del territorio" e dalla quinta "Servizi sociali".

In discussione ci sarà poi il disegno di legge, presentato dalla Giunta regionale il 3 maggio, che modifica la norma regionale n. 5/2021 sulla sospensione della quota capitale delle rate di mutui agevolati previsti da leggi regionali a sostegno di famiglie, lavoratori e imprese, in relazione all’emergenza epidemiologica da Covid-19. Relazionerà in Aula il Consigliere Antonino Malacrinò, Presidente della seconda Commissione "Affari generali", che lo scorso 7 maggio, sul provvedimento ha espresso parere favorevole all'unanimità.

Sono anche state iscritte due interrogazioni a risposta immediata: la prima, del gruppo Pour l'Autonomie, chiede notizie della nomina dei componenti della Commissione Paritetica; la seconda, presentata dal gruppo Lega Vallée d'Aoste, chiede chiarimenti in merito alla chiusura del bilancio 2020 dell'Azienda USL della Valle d'Aosta con un utile di esercizio.

Infine, il Consiglio esaminerà, in sede di seduta europea e internazionale, le linee di indirizzo programmatiche per le attività di rilievo europeo e internazionale della Regione per la 16a Legislatura, su cui la prima Commissione "Istituzioni e autonomia" il 6 maggio ha espresso parere favorevole a maggioranza, con l'astensione del gruppo Lega VdA.

Con questa integrazione, all'ordine del giorno della prossima riunione consiliare figurano quindi 74 oggetti.

Vista la situazione di emergenza epidemiologica da Covid-19, l'adunanza consiliare non è aperta al pubblico, ma è trasmessa sul sito del Consiglio regionale (www.consiglio.vda.it), sul canale YouTube del Consiglio (www.youtube.it/user/consvda) oltre che sul canale televisivo TV Vallée (canale 15 del digitale terrestre).

Si precisa inoltre che non è ammessa la presenza di giornalisti in tribuna stampa, nel foyer, né nella Sala Maria Ida Viglino.

 

MM

 

TORNA ALL'INDICE


Comunicato n° 276 del 12 maggio 2021
Comunicazioni del Presidente del Consiglio, Alberto Bertin

 

In apertura dell'adunanza convocata oggi, mercoledì 12, e domani, giovedì 13 maggio 2021, in via ordinaria e in sessione europea e internazionale, il Consiglio ha osservato un minuto di silenzio in memoria di Pierino Jocollé e Camillo Boson, già Sindaci di Valsavarenche e Valgrisenche, e di Eligio Cunéaz, già Assessore di Gressan, deceduti nei giorni scorsi.

Il Presidente dell'Assemblea, Alberto Bertin, il Consigliere segretario Luca Distort e l'Assessore ai beni culturali, Jean-Pierre Guichardaz, hanno ricordato che oggi ricorre la Giornata mondiale della Fibromialgia: la sezione regionale dell'associazione Sindrome Fibromialgica ha distribuito il fiocco viola, che è stato indossato dalle Consigliere e dai Consiglieri, e del materiale informativo per sensibilizzare l'Assemblea su questa malattia cosiddetta "invisibile".

Il Presidente Bertin, richiamando la Conferenza sul futuro dell'Europa che si è aperta il 9 maggio scorso in occasione della Festa dell'Europa, ha comunicato che «la Presidenza del Consiglio si impegnerà a coinvolgere la cittadinanza e le istituzioni in questo importante momento di riflessione sul futuro politico del nostro continente. Il processo di unità europea ha, infatti, rappresentato uno straordinario successo politico, che ha permesso a un continente devastato nei secoli da guerre intestine di diventare un modello per il mondo, uno spazio di pace e di prosperità. Questo risultato eccezionale non deve però impedirci di guardare oltre, di constatarne i limiti e cercare nuove prospettive. La Conferenza sul futuro dell'Europa che durerà un anno intero sarà l'occasione per discuterne. Un importante spazio di partecipazione per i cittadini europei. Un'opportunità per superare il deficit democratico spesso denunciato ripensando all'Europa in chiave federalista. La nostra regione, terra di confine che ha una naturale vocazione europeista, potrà dare il proprio contributo.»

Il Consigliere di VdA Unie, Claudio Restano, ha lamentato di essere stato accusato di avere presentato una proposta di legge: «Ho sempre pensato che la pluralità di idee fosse una ricchezza, ma ho scoperto che qui vige il pensiero unico. Il dossier ferrovia viene considerato come un dossier personale di un Assessore e chi osa portare avanti valutazioni diverse viene accusato di attacchi personali: questa è una deriva totalitaristica che mi preoccupa molto. Siamo naturalmente contenti dell'opportunità di addivenire all'elettrificazione della ferrovia, dossier sul quale, dal 2016, abbiamo lavorato in tanti ma sul quale siamo arrivati per ultimi in Italia; ciò che propongo è di valutare l'opportunità di non arrivare in coda anche sull'idrogeno. Invito i Presidenti del Consiglio e della Giunta ad attivarsi affinché i Consiglieri e gli Assessori non personalizzino a tal punto i dossier sui quali lavorano, tanto da ritenere le legittime iniziative consiliari degli attacchi personali. Cosa non vera e che non appartiene alla storia di questo Consiglio

L'Assessora ai trasporti, Chiara Minelli, ha replicato che «la proposta di legge Restano, per come è stata impostata, è stata giudicata inopportuna dal mio punto di vista: il Consiglio ha approvato un ordine del giorno per approfondire la tematica dell'utilizzo dell'idrogeno, ma la proposta di legge insiste sull'alternativa all'elettrificazione della ferrovia, mentre ci sono già decisioni assunte da tempo da questa Assemblea e l'opera sarà ora finanziata dal Piano di ripresa e da fondi statali. Come c'è la libertà di presentare una proposta di legge, c'è la libertà di esprimere la propria opinione da parte di un Assessore.»

Il Consigliere della Lega VdA, Stefano Aggravi, ha osservato che «è funzione di ognuno di noi quella di presentare delle iniziative legislative, che non sono minori, ma sono utili e fondamentali. Chiedo quindi l'intervento del Presidente del Consiglio sulla nostra proposta di legge riguardante gli aiuti alle imprese in difficoltà, che deve essere notificata agli uffici europei in quanto è materia di aiuti di Stato. Chiedo il suo intervento per dirimere lo scambio di lettere tra l’Assessorato alle finanze e la Presidenza della Regione sul reperimento delle coperture finanziarie dopo che lo stesso Presidente Lavevaz ha confermato in Commissione la disponibilità dei fondi necessari: si tratta di uno strumento che manca da troppo tempo in questa Valle.»

L'Assessore allo sviluppo economico, Luigi Bertschy, ha risposto che «da parte nostra, c'è la disponibilità a sostenere la proposta del Consigliere Aggravi e ci siamo arrivati in questo periodo per reperire i finanziamenti. A breve risponderemo alla lettera dell’Assessorato alle finanze per dare copertura al capitolo dei 100 mila euro: la volontà è di procedere insieme nella corretta logica politica che sta animando questa fase, che è quella di dare risposte politiche condivise mettendo in atto interventi concreti a favore di imprese e famiglie. Bene quindi che si lavori insieme, con rispetto dei tempi che sono necessari a modificare i programmi da dove reperire le risorse così da poter avviare la notifica alla Commissione europea e la discussione in Consiglio regionale.»

 

SC

TORNA ALL'INDICE


Comunicato n° 277 del 12 maggio 2021
Comunicazioni del Presidente della Regione, Erik Lavevaz

 

Nelle sue comunicazioni al Consiglio del 12 maggio 2021, il Presidente della Regione, Erik Lavevaz, ha fatto il punto «sulle diverse riunioni della Conferenza delle Regioni e della Conferenza Stato-Regioni che si sono svolte in queste ultime due settimane, i cui argomenti principali hanno riguardato l'evolversi della pandemia e le limitazioni anti contagio. Insieme alle altre Regioni, abbiamo ribadito, oltre all'esigenza di spostare se non eliminare il coprifuoco, la necessità di revisione dell'obbligo di consumazione all'aperto per le attività di ristorazione: un problema, questo, che si acuisce nelle regioni alpine e crea iniquità di trattamento tra un territorio e l'altro

«Abbiamo inoltre proposto modifiche per quanto riguarda la pratica dello sci estivo e abbiamo rappresentato l'esigenza di procedere alla revisione dei parametri che regolano i passaggi di scenario - ha aggiunto il Presidente Lavevaz -. Abbiamo fatto passi avanti con la campagna vaccinale, in particolare nei confronti delle persone più fragili, tanto che con lo stesso numero di positivi l'incidenza è minore per quanto attiene ai ricoveri: ci vuole allora una presa di coscienza da parte del Governo nazionale per procedere ad aperture più importanti che permettano una reale ripartenza della nostra economia, in prospettiva dell'avvio della stagione estiva

Il Capogruppo della Lega VdA, Andrea Manfrin, ha invitato il Presidente della Regione «a interloquire con i tre rappresentanti all'interno della cabina di regia, che possono meglio spiegare le posizioni della Valle d'Aosta, contestualizzate alle esigenze e alle specificità del nostro territorio. In merito poi allo svolgimento dell'attività sportiva, ribadisco la necessità che nella nostra regione questa possa essere effettuata al di fuori del comune di residenza anche in zona rossa, tema dimenticato nell’ordinanza regionale. Inoltre evidenzio la necessità di reiterare, in caso di zona rossa, l’apertura delle attività economiche e sociali, anche se questo contrasta con le disposizioni nazionali

Il Consigliere Luca Distort (Lega VdA) ha rappresentato: «A fronte delle questioni matematiche che hanno portato recentemente la Valle d'Aosta in zona rossa, unica regione italiana, ricordo che già nello scorso mese di novembre, quindi, diversi mesi fa, avevamo rilevato l'incidenza della dimensione del campione nella definizione dei parametri e avevamo auspicato che il Presidente della Regione facesse sentire la sua voce nell'ottica dell'autonomia e della logica matematica, estremamente importante per il nostro territorio. Questo increscioso inconveniente statistico si è puntualmente riproposto e non posso non risollevare la questione, benché in un'ottica collaborativa e non polemica

Il Capogruppo di Pour l'Autonomie, Marco Carrel, ha espresso «rammarico per la cancellazione dei combats primaverili delle Batailles des reines. L'ordinanza del Presidente della Regione ha complicato la situazione: avevamo capito dell'esistenza di un accordo tra le associazioni e la Giunta per stilare un protocollo, ma la richiesta di un green pass esclusivamente per questo tipo di manifestazioni ha causato un'inspiegabile complicazione che ha portato all'annullamento

Il Presidente della Regione Erik Lavevaz ha replicato: «Ci siamo sempre affidati ai dati scientifici: avendo un'incidenza in discesa, oltre all'indice Rt e gli altri 21 parametri in situazioni migliori, d'accordo con l'unità di supporto abbiamo deciso di forzare le regole della zona rossa firmando un'ordinanza che ha lasciato aperte le attività, già sapendo che la zona rossa sarebbe durata solo una settimana. Condivido la valutazione matematica contestualizzata alla nostra regione: l'indice Rt si sviluppa rispetto all'andamento della pandemia e il solo parametro di incidenza (250 casi ogni 100.000 abitanti) per noi è dannoso. Questa è una problematica in discussione, anche perché bisogna trovare un giusto equilibrio tra le necessità delle diverse Regioni. Infine, in merito alle Batailles, eravamo consapevoli della complicazione relativa all'effettuazione del tampone, ma è stata una richiesta esplicita della parte sanitaria dell'unità di supporto e legata esclusivamente alla possibilità di anticipare i combats nel corso di questa settimana di zona arancione. Diversa sarà la situazione in zona gialla: se così sarà, la prossima settimana si potrà ripartire senza l'esigenza di tamponi

 

MM

 

TORNA ALL'INDICE


Comunicato n° 278 del 12 maggio 2021
Approvati il rendiconto 2020 e l'assestamento 2021 del Consiglio Valle

 

Nella seduta mattutina del 12 maggio 2021, l'Aula ha approvato all'unanimità il rendiconto 2020 e, con 33 voti a favore e 2 astensioni (Consiglieri Manfrin e Perron della Lega VdA), l'assestamento del bilancio di previsione 2021 del Consiglio Valle.

I provvedimenti sono stati illustrati dal Presidente dell'Assemblea, Alberto Bertin.

Il totale delle entrate 2020, al netto delle partite di giro e dell'avanzo 2019, ammonta a 8.740.674 euro: l'assegnazione a carico del bilancio regionale in favore del Consiglio ammonta a 8.500.000, di cui 8.143.000 euro sono stati destinati alla copertura delle spese correnti mentre 357.000 euro alla copertura delle spese in conto capitale. Il totale delle spese è di 8.013.232 euro.

Al termine del 2020 l'avanzo di amministrazione è pari a 1.544.281 euro, derivanti da 2.358.910 di fondo cassa al 31 dicembre 2020 cui si sommano 70.270 euro di residui attivi, detratti 884.898 euro di residui passivi. Parte dell'avanzo (1.394.281 euro) è stato vincolato alla restituzione alla Regione, come previsto dall'articolo 15 del regolamento interno di contabilità del Consiglio regionale.

 

SC

TORNA ALL'INDICE


Comunicato n° 279 del 12 maggio 2021
Petizione sulle aule studio: approvata una risoluzione

 

Nella seduta mattutina del 12 maggio 2021, l'Assemblea regionale, nel prendere atto della petizione popolare "Apriamo delle aule studio in Valle d'Aosta", promossa dal Coordinamento giovanile valdostano, ha approvato all'unanimità una risoluzione depositata in Aula dai Consiglieri Erika Guichardaz e Andrea Padovani (PCP), Mauro Baccega (PlA), Aurelio Marguerettaz (UV), Claudio Restano (VdA Unie) ed emendata su proposta del Consigliere Andrea Manfrin (Lega VdA).

Il testo invita l'Assessore regionale all'istruzione, università, politiche giovanili, affari europei, partecipate e l'Assessore regionale ai beni culturali, turismo, sport, commercio a coordinarsi con l'Assessore all'istruzione, cultura e politiche giovanili della Città di Aosta al fine di dare corso all'occupazione degli spazi esistenti presso la Biblioteca regionale e l'Università della Valle d'Aosta e alla predisposizione dei nuovi spazi da destinare ad aule studio presso la Cittadella dei giovani, in accordo con i rappresentanti al Comitato giovanile valdostano.

La petizione popolare, presentata il 18 febbraio e sottoscritta on-line da 15.190 cittadini, è stata assegnata alla quinta Commissione, la cui Presidente Erika Guichardaz (PCP) ha illustrato all'Aula la relazione prodotta dai Commissari a seguito delle audizioni effettuate. «In queste settimane - ha detto la Presidente Guichardaz -, abbiamo sentito una delegazione di firmatari, l'Assessore all'istruzione del Comune di Aosta, i rappresentanti dell'Università della Valle d'Aosta e della Cittadella dei giovani, gli Assessori regionali all'istruzione e ai beni culturali. Nel corso di questi incontri, i vari soggetti hanno indicato la disponibilità di locali confacenti o hanno prospettato soluzioni per nuove possibilità. I nostri lavori si sono conclusi con un invito per dare risposte alle richieste degli studenti valdostani.»

Il Capogruppo della Lega VdA, Andrea Manfrin, ha ricordato che «dalle audizioni in Commissione è emerso che gli spazi ci sono, ma sono da occupare: è per questo che abbiamo voluto invitare gli Assessori regionali competenti a coordinarsi con l'Assessore della Città di Aosta al fine di dare corso all'occupazione degli spazi esistenti presso la Biblioteca regionale e l'Università della Valle d'Aosta e alla predisposizione dei nuovi spazi da destinare ad aule studio presso la Cittadella dei giovani, in accordo con i rappresentanti al Comitato giovanile valdostano

Il Consigliere di Pour l'Autonomie, Mauro Baccega, ha parlato di «confronto utile con il Comitato promotore della petizione perché ha portato alla nostra attenzione le reali necessità degli studenti valdostani, rappresentate anche attraverso un sondaggio. È importante sviluppare sinergie positive, stimolare la crescita degli studenti universitari anche nella prospettiva della creazione del nuovo polo universitario. Mettiamoci a disposizione per dare un segnale di riqualificazione anche del quartiere Cogne, adiacente al polo. Diamo loro l'opportunità di ritrovarsi, di approfondire, di studiare.»

Il Consigliere Andrea Padovani (PCP), illustrata la risoluzione, ha ringraziato «il Coordinamento giovanile valdostano che ha sottoposto l'importante tema della socializzazione, in particolare nell'ambito dello studio, e ha rappresentato all'attenzione del Consiglio la necessità dei giovani di collaborare con le Istituzioni e di avere voce in capitolo sulle questioni che li riguardano.»

L'Assesseur à l'éducation, Luciano Caveri, a souligné: «Le Gouvernement prend acte de la résolution et des travaux de la Commission. La poursuite de la question doit passer d'abord par le fait de mieux cerner le phénomène. L'existant suffit aux exigences, il y aura, peut-être, dans le futur, la possibilité aussi de réaliser un dortoir pour les universitaires. Aujourd'hui, tout compte fait, cette initiative proposée par les jeunes est positive: elle nous a donné la possibilité de mieux comprendre la situation. Je partage la logique de destiner les salles non seulement aux étudiants de l'Université de la Vallée d'Aoste, mais aussi aux étudiants des autres Universités

L'Assessore ai beni culturali, Jean-Pierre Guichardaz, è intervenuto specificando che per l'aula nella Biblioteca Salvadori «occorrevano alcuni lavori di tipo strutturale e manutentivo, anche per il cambio di destinazione d’uso, che proprio in questi giorni sono in fase di ultimazione. La fruizione sarà per ora limitata dalle restrizioni legate al distanziamento e stiamo definendo gli aspetti organizzativi legati alla logistica e al personale, in quanto intendiamo presidiare l’aula per tutto il tempo dell’apertura - e per ciò occorreranno uno o due dipendenti aggiuntivi a secondo delle turnistiche - affinché gli usufruitori possano studiare in piena tranquillità e nel silenzio che tale attività richiede

 

SC-MM

 

TORNA ALL'INDICE


Comunicato n° 280 del 12 maggio 2021
"Progetto salute 2030": approvata una risoluzione

 

Il dibattito sulla petizione popolare depositata il 15 febbraio e sottoscritta on-line da 585 cittadini, che chiede di valutare una riorganizzazione sanitaria, ospedaliera e territoriale sulla base del "Progetto salute 2030", ha occupato gran parte della seduta consiliare del 12 maggio 2021. Il Consiglio Valle, nel prendere atto dell'iniziativa, ha anche esaminato due risoluzioni depositate in Aula, approvando quella a firma dei Consiglieri Albert Chatrian (AV-SA), Aurelio Marguerettaz (UV), Paolo Cretier (PCP), Corrado Jordan (Vda Unie).

Il testo, adottato con 22 voti a favore (AV-SA, UV, VdA Unie, PlA, Consiglieri Bertin, Cretier, Jean-Pierre Guichardaz, Malacrinò e Padovani) e 13 contrari (Lega VdA e Consigliere Erika Guichardaz e Minelli), impegna il Governo regionale a procedere con la variante del progetto esecutivo dell'ala est dell'ospedale regionale per adeguarla alla salvaguardia e alla valorizzazione dei ritrovamenti archeologici per il tramite di SIV, Société Infrastructures Valdôtaines; a proseguire contestualmente le fasi progettuali della ristrutturazione dell'attuale ospedale e terminare la definizione e l'individuazione dei servizi ospedalieri che saranno attivati anche tenendo conto degli effetti dell'attuale pandemia; a procedere da subito all'attivazione del tavolo di lavoro tra Regione, Comune di Aosta, i progettisti e SIV al fine di proseguire la verifica in corso sulla compatibilità tecnico-progettuale ed economica, nonché sulla realizzabilità in termini cronologici adeguati dell'attuale progetto complessivo dell'ospedale, anche alla luce della pandemia; ad avviare un confronto sulla destinazione futura dell'ospedale Beauregard e dell'ex maternità; a presentare il progetto alla popolazione valdostana attraverso gli strumenti più opportuni.

Respinta, invece (con 13 voti a favore di Lega VdA, Guichardaz e Minelli, 4 contrari di PlA e Assessore Marzi, 18 astensioni), la risoluzione proposta dalle Consigliere di PCP Erika Guichardaz e Chiara Minelli, che riteneva necessari ulteriori approfondimenti riferiti alla visione dell'intero presidio ospedaliero e della nuova destinazione dell'ospedale Beauregard e dell'ex maternità, ai costi e ai tempi di realizzazione delle opere previste nonché al reperimento dei fondi necessari, prevedendo la riapertura di un tavolo con il Comune di Aosta, non coinvolto nei lavori di esame della petizione da parte delle Commissioni consiliari.

Il dibattito in Aula

Il Consigliere Mauro Baccega (Pour l'Autonomie), parlando di «risultato in Commissione politicamente poco edificante», ha osservato che «nel "Progetto salute 2030" ci sono idee interessanti mentre altre non trovano concretezza nel futuro, come ad esempio i fondi MES (Salva-Stati) che rimangono per ora solo sulla carta. Abbiamo 106 milioni di euro oltre a 15 milioni a disposizione: dal nostro punto di vista è allarmante che al termine del percorso di esame in Commissione siano state richieste ulteriori audizioni e valutazioni per approfondire i costi/benefici dell'attuale progetto. Secondo noi, bisogna partire e proseguire subito. Tutti gli auditi hanno chiesto di fare presto. Riguardo a una nuova collazione dell'ospedale, c'è un iter che implicherebbe almeno tre anni di tempo: passaggi che, invece, per l'attuale progetto sono già stati fatti. Quindi, sulla base delle audizioni, richiamata la valutazione costi/benefici, stabilito che si è trovato l'accordo con la Sovrintendenza ai beni culturali sul sito archeologico, noi riteniamo condivisibile collocare l'ospedale nel centro urbano nell'area a destra del Parini, dando il via ai lavori e iniziando il confronto per la progettazione delle ulteriori fasi.» Il Consigliere si è anche soffermato sull'attrattività della Valle d'Aosta per i medici: «C'è bisogno di un ospedale di buona qualità, di opportunità di carriera, di compensi adeguati, di un centro di ricerca. Il vero motore della sanità è il personale, che deve essere soddisfatto e non sfinito, come in questo momento. C'è un problema di fondo: la tremenda conflittualità che è insita nel mondo della sanità valdostana. Siamo arrivati a esposti, lettere anonime, inchieste, che creano un forte clima di tensione. Come si fa a lavorare serenamente in questo clima? Quello che deve interessarci è che le cose siano fatte bene e nell'interesse della popolazione. È necessario placare gli animi e andare nella direzione di lavorare insieme. Le opportunità di lavoro nel futuro sono proprio nella sanità: per poter coprire il fabbisogno di medici e di personale sanitario in Valle bisogna dare incentivi più forti.»

Il Consigliere Nicoletta Spelgatti (Lega VdA) ha dichiarato: «In Commissione ci siamo approcciati a questa petizione con una visione molto laica: abbiamo incominciato a studiare la questione e di problemi ne sono emersi in quantità infinita. Noi della Lega abbiamo chiesto di poter audire i progettisti di ospedali innovativi in Italia e in Europa per avere contezza dei criteri con cui vengono costruite queste strutture e di quanto il Covid abbia impattato sui progetti. Ci hanno risposto che la pandemia ha cambiato tutto e ci hanno elencato le modifiche sostanziali che è stato necessario apportare, tenuto conto che è necessario separare i pazienti contagiati o meno, convertire le sale e gli ambulatori, ripensare agli impianti. Quando però abbiamo posto gli stessi quesiti al progettista di Aosta, ci è stato risposto che il progetto di ampliamento del 2010 è già stato pensato per l'ospedale del 2050. E come sarebbe possibile? Anziché essere tranquillizzata mi sono ancor più preoccupata. Il progetto può anche essere valido, ma ormai è superato o almeno va aggiornato. Per assumere scelte politiche che condizioneranno la sanità e la vita dei valdostani per i prossimi 50 anni bisogna basarsi su dati certi, forniti dai tecnici. E prima di parlare di ampliamento o costruzione di un nuovo ospedale bisogna avere ben chiara la situazione della sanità regionale. Peccato che le idee siano ben confuse. In base alle audizioni, il Parini resterebbe comunque delle 12 ore, non avrebbe mai l'efficienza di un ospedale nuovo, e si rischia di partire già allo stretto. Potremmo ragionare sul convertirlo in ospedale di comunità. Pensiamo che ci sono dei nosocomi con una control room per la telemedicina, anche per curare a casa i malati di Covid. A fronte di tutto ciò, ma veramente pensate di andare avanti tout court sul progetto esecutivo del 2010? Immaginiamo la quantità di anni in cui avremo un cantiere in centro ad Aosta: i lavori si protrarranno già soltanto per il più che prevedibile ritrovamento di altri resti archeologici. E del Beauregard, dell'ex maternità, che cosa faremo? Di che cosa abbiamo davvero bisogno? Per partire, dobbiamo avere un progetto nuovo oggi, non si può partire da uno vecchio. Tutti gli altri, alla luce della pandemia, si sono fermati e stanno pensando alle modifiche. Noi? Andiamo avanti. Faccio i complimenti alla Presidente di Commissione Guichardaz per aver saputo mantenere la sua onestà intellettuale.»

La Presidente della quinta Commissione, Erika Guichardaz (PCP), ha sottolineato che «il "Progetto salute 2030" ha riportato in questo Consiglio la tematica della sanità e ha messo a fattor comune una visione che potrebbe risultare utile: quando dei cittadini hanno voglia di esprimere le loro volontà con proposte progettuali, questo deve essere riconosciuto come un grande lavoro. Le audizioni hanno fatto emergere molti punti in comune sia rispetto alla visione di sanità territoriale sia sull'ospedale. Un ospedale moderno deve avere caratteristiche irrinunciabili: flessibilità e sostenibilità della struttura, nuove tecnologie, accessibilità dall'esterno e all'interno, centralità della persona. La prima criticità relativa all'ospedale è la mancanza di informazioni certe riguardo alle progettazioni in corso: per questo avevo proposto in Commissione un documento condiviso da tutto PCP che richiedeva ulteriori approfondimenti. Un nuovo accordo di programma andrebbe ridefinito con la Città di Aosta. Il presidio risponde alle esigenze della sanità se è composto da tre poli: il solo ampliamento ad est del vecchio ospedale non è sufficiente. Occorrono idee chiare sull'ospedale di comunità, sul personale da utilizzare, sulle case della salute, sui medici di medicina generale, invece tutta la nostra attenzione si è concentrata sull'ospedale senza tenere conto che è solo un piccolo pezzo della sanità valdostana. Secondo me serve una visione d'insieme dell'intero presidio ospedaliero, non si può continuare a mettere insieme piccoli pezzi: i dubbi messi in campo durante le audizioni hanno fatto propendere la maggioranza della quinta Commissione per una richiesta di approfondimenti. La risoluzione che ho presentato unitamente alla collega Minelli non riprende altro che i contenuti delle conclusioni proposte in Commissione e condivisa da tutto il gruppo PCP.»

Il Consigliere Luca Distort (Lega VdA) ha motivato l'esigenza di procedere ad ulteriori approfondimenti: «I ritrovamenti archeologici, di natura straordinaria (il cromlech è il più grande d'Europa) e la crisi sanitaria da Covid hanno richiesto una fase di ripensamento e su questi si è innestata la petizione popolare, i cui contenuti non discendono da opinioni, ma ricalcano la letteratura dell'edilizia ospedaliera. È del tutto evidente che l'area archeologica dovrà essere percepita nella sua interezza, altrimenti ci troveremo di fronte a un compromesso e mai a una soluzione di valorizzazione dell'area archeologica. Ciò non significa che l'ospedale debba necessariamente essere costruito altrove: occorre sicuramente approfondire la fase di progettazione. Ecco perché ritengo necessario un ulteriore approfondimento, e non certo per mettere i bastoni tra le ruote. Non abbiamo chiaro nemmeno come si gestisca la localizzazione delle funzioni previste nella parte storica del Parini, che per diversi anni dovranno trovare sede nella porzione di nuova costruzione: ma dove si trovano questi spazi? Va anche considerata la cantierabilità, con le relative interferenze per la popolazione e non va sottovalutato il fatto che il dimensionamento di un polo ospedaliero discende dall'organizzazione della sanità territoriale. Che il percorso sin qui svolto non sia chiaro è dimostrato anche dalle due relazioni discordanti delle Commissioni.  Tutto si può risolvere a livello progettuale ma deve essere la Regione a tracciare le esigenze e trasmetterle ai progettisti per una variante sostanziale. Altrimenti oggi spostiamo a domani un problema, e lo facciamo con gli interessi. Occorre conoscenza: laddove manca, si formano le opinioni e le opinioni non mi sedurranno mai come la conoscenza.»

Per la Consigliera della Lega VdA Raffaella Foudraz, «scegliere è difficile, non scegliere è peggio. Sono 14 anni che la questione va avanti: la procedura è stata interrotta dal ritrovamento di reperti archeologici che sono unici in Europa e che devono essere visti come un atout per la Valle d'Aosta e non come un ostacolo. I suggerimenti dei progettisti che indicano come possibile la convivenza tra ospedale e reperti non significa che questa sia la soluzione ottimale, perché l'area sottrarrà spazio alle attività sanitarie. Durante le audizioni, è inoltre emerso che quando si procederà con gli scavi verso via Ginevra è possibile che vi sia la prosecuzione del cerchio di Cromlech e quindi sarà di nuovo tutto fermo. Viviamo in una regione a vocazione turistica e sentiamo spesso volare gli elicotteri del Soccorso Alpino, che allo stato attuale devono atterrare a Saint-Christophe: io voglio solo evidenziare che in campo medico i minuti possono fare la differenza tra la vita e la morte.»

L'Assessore alla sanità, Roberto Barmasse, premesso che «i sanitari sono stanchi, così come l'apparato amministrativo, e la sanità ha bisogno di rispetto», ha affermato: «Da operatore sanitario, sono il primo a chiedere che venga costruito qualcosa il prima possibile. Evitiamo un'altra opera non conclusa: il sito archeologico impone la costruzione dell'ospedale in quella sede, altrimenti non si realizzerebbe un'area per valorizzare adeguatamente gli eccezionali ritrovamenti; e sempre in quella sede va progettato un ospedale h24 (sale operatorie, reparti di degenza, pronto soccorso, eliporto). Se i tempi saranno mantenuti, si parla di tre o quattro anni di lavoro. Quindi, si passerà alla ristrutturazione del Parini, che peraltro è una struttura troppo grande per essere convertita in ospedale di comunità o ancor meno in una casa della salute; io piuttosto penso a un polo per il day hospital, per il polo materno infantile e la psichiatria. Spero che fra tre o quattro anni il problema Covid non ci sia più, ma in ogni caso una struttura creata in due poli permette di separare completamente i percorsi, mentre in un monoblocco ci sarebbe convivenza. I tempi di costruzione del nuovo ospedale sarebbero almeno di dieci anni. Una cosa è il contenitore, un'altra è il contenuto e nel bistrattato ospedale Parini abbiamo inserito tecnologie innovative e separato i flussi tra pazienti Covid e non Covid. Non penso che un nosocomio costruito altrove potrebbe essere tecnologicamente più avanzato, mentre non ho dubbi che l'ospedale vada inserito nel contesto della sanità territoriale: dobbiamo aggiornare tutti i piani, a partire da quello socio sanitario, ma per poter disporre di una struttura sanitaria non possiamo aspettare. Un ulteriore ritardo nella concretizzazione dell'ospedale non è più accettabile.»

L'Assessora ai trasporti, Chiara Minelli (PCP), ha ricordato come l'iniziativa popolare continui a «svolgere un ruolo importante nel dibattito politico valdostano, dai tempi del referendum contro il pirogassificatore, prima, e la legge 22/2016 che ha cambiato radicalmente la politica ferroviaria valdostana, dopo. Questa petizione ha suscitato un acceso confronto politico in Commissione e ora in Consiglio; bisogna ascoltare e non ignorare le prese di posizione delle associazioni. Il lavoro delle due Commissioni, con le numerose audizioni, è stato utile perché ha fatto emergere delle criticità relative al progetto di ampliamento dell'attuale ospedale. PCP, nel suo programma per le elezioni regionali, aveva chiaramente indicato la necessità di un ospedale nuovo e ne aveva fatto un tema centrale della campagna elettorale: un impegno assunto davanti agli elettori che non può essere smentito, ma che va perseguito chiedendo tutti gli approfondimenti e gli elementi necessari per una scelta oculata e consapevole. L'ospedale "nuovo" è ancora più motivato rispetto a dieci anni fa, sia a seguito della pandemia, sia alla luce del ritrovamento di un importante patrimonio archeologico. Costruire l'ospedale sul sito archeologico è una scelta che deve essere ben ponderata: c'è il rischio di limitare lo spazio per l'ospedale e di non dare un'adeguata valorizzazione al sito. Potenzialmente, si rischia di fare due errori in uno. Si potrà parlare di successo di questa petizione se oggi si deciderà di aprire un vero approfondimento rispetto alla scelta di ampliamento dell'ospedale attuale, che parta da una migliore conoscenza dei volumi, dei posti letto, degli accessi veicolari, della concentrazione delle strutture ospedaliere oggi divise in tre poli, dei costi e dei tempi. Ci deve essere un quadro organico per poter fare una scelta, che oggi non c'è. Decidere di dare il via al progetto esecutivo della variante dell'ampliamento è un atto avventato e dannoso, oltre che in contrasto con il programma di Legislatura che, ricordo, chiedeva accurati approfondimenti prima di procedere. Comunque vada la votazione sulle risoluzioni, la questione ospedale non si chiude oggi: è un problema grande che ci accompagnerà per mesi e per anni e noi ci auguriamo che prevalga l'opzione migliore, che oggi con gli elementi che abbiamo non è per noi sufficientemente definita.»

«Non siamo chiamati soltanto a fare delle verifiche ma anche ad assumere delle decisioni - ha specificato il Consigliere Renzo Testolin (UV) -. E l'esigenza, supportata da quanto affermato dagli esperti, è quella di dover andare avanti nel solco della costruzione di un nuovo ospedale a fianco del Parini, creando un'area con una fruibilità plurale (sanitaria e archeologica) e non costruendo un nosocomio avulso dal contesto cittadino. Ovviamente, proprio alla luce della coesistenza della parte sanitaria con quella archeologica e dell'adeguamento a seguito della pandemia, occorre procedere ad una revisione del progetto esecutivo, il cui percorso era iniziato nel 2009. Stupisce che in questa discussione un rappresentante del Governo, per opportunità politica, si allontani dal suo incarico, che è quello di dare corso, anche amministrativamente, a scelte che discendono da un referendum e da un lavoro condotto negli anni. Non concordo con questo atteggiamento. Sparigliare le carte è segno di debolezza e non volontà di risolvere i problemi. Noi invece, anche con la risoluzione presentata dal collega Chatrian, vogliamo finalmente dare delle risposte coerenti con i bisogni sanitari attuali attraverso le migliori scelte possibili da un punto di vista tecnico.»

«Il "Progetto salute 2030" fa un'analisi a tutto tondo - ha detto il Vicecapogruppo di VdA Unie, Claudio Restano - e un dibattito sulla sanità valdostana necessiterebbe di una riunione ad hoc di questo Consiglio, per approfondire le reali esigenze e quindi assumere una decisione. Noi qui oggi, abbiamo solo una certezza: abbiamo investito tanti soldi su un ospedale esistente, sulla costruzione di un'ala nuova e tornare indietro rispetto a queste scelte sarebbe, amministrativamente e politicamente, un po' difficile.» Il Consigliere, partendo «da un assunto che condividiamo tutti: la professionalità e la dedizione del personale della sanità», ha evidenziato che «se vogliamo costruire un modello sanitario nuovo dobbiamo ripartire dalle norme, dalla legge 5/2000 che ha istituito il nostro sistema sanitario, dal piano della salute e del benessere, che è scaduto dal 2013 e che va attualizzato alle esperienze anche della pandemia. Non possiamo esimerci dal sottolineare quanto sia necessario il nuovo atto aziendale, ma per questo dobbiamo avere una governance ferrea e assestata in capo alla sanità. Purtroppo abbiamo avuto un Commissario straordinario per numerosi anni e quindi diventa difficile oggi regolarizzare tutte le situazioni. Quello che possiamo fare noi come politica è confrontarci, chiedendo consulenze esterne, dobbiamo affrontare tutti i nodi in capo alla sanità.»

Per il Vicecapogruppo di AV-SA, Pierluigi Marquis, «gli spunti forniti dalla petizione sono meritevoli di riflessione e utili alla politica per prendere decisioni. Il fatto di non aver potuto contare su un ospedale nuovo nella gestione della pandemia è stato un problema, ma è al contempo un bene, se si pensa in prospettiva al futuro: ora si può capitalizzare la brutta esperienza che viviamo e le evoluzioni nel campo medico. Sotto il profilo progettuale, oggi la letteratura sanitaria ci dice che le strutture devono essere modulari, flessibili e la coesistenza coi ritrovamenti archeologici non aiuta: sarebbe ben diverso procedere su un foglio bianco. Non possiamo che fare un atto di fede nei confronti di quanto ci è stato detto nelle audizioni e fare molta attenzione nel seguire l'iter progettuale della variante. Bisogna procedere per lotti, non avendo sufficienti risorse finanziarie, ma non si può prescindere da una visione organica; pertanto, non ci si può focalizzare sulla costruzione del nuovo ospedale senza tenere conto della ristrutturazione del Parini e delle altre strutture in disponibilità. Più si sovrappongono queste fasi, più riusciamo a dare alla comunità risposte funzionali. Ed è proprio la funzionalità la grande assente: è vero che bisogna recuperare il tempo perso, ma guai a puntare esclusivamente alla rapida esecuzione dei lavori, correndo così rischio di mettere a repentaglio la qualità, costringendo poi a mettere toppe negli anni a venire. Ribadisco: occorre una visione d'insieme, da gestire nel modo più contestuale possibile la programmazione, per soddisfare il bisogno pubblico.»

Il Consigliere di Pour l'Autonomie Augusto Rollandin ha osservato: «Siamo a 15 anni dal momento in cui si è parlato del raddoppio della struttura attuale, frutto di una scelta logica derivante dalla presenza di uno spazio a disposizione. Solo quando si è iniziato a scavare, si è scoperto un sito archeologico eccezionale: studiosi internazionali hanno lavorato per anni per dare una soluzione realistica e corretta per la sua valorizzazione. Oggi la questione è risolta: non si è quindi perso tempo, anzi si è trovato il modo per far convivere il guerriero celtico con la struttura ospedaliera. Oggi, si può quindi ripartire. Non si è cambiato idea e bisogna fare in fretta. Oggi si dà l'indicazione corretta per proseguire un iter già avviato, che è la costruzione della struttura sanitaria secondo quanto deciso a suo tempo. Non si può dire che non si è fatto nulla: oggi dobbiamo ripartire, sapendo che ci sono i fondi per farlo. Qui si sta facendo di tutto per rallentare i lavori: non è di questo che abbiamo bisogno ma solo di completare i progetti esistenti. Cerchiamo di essere coerenti con quanto fatto e ripartiamo.»

Il Vicecapogruppo di Progetto Civico Progressista, Paolo Cretier, ha dichiarato: «Da oltre 40 anni l'argomento dell'ampliamento dell'ospedale viene dibattuto. Il ritrovamento del sito archeologico, di rilevanza mondiale, ha rallentato il procedere del progetto, e con l'avvento della pandemia le esigenze sono cambiate. E spetta agli esperti di progettazione sanitaria definire la destinazione degli spazi in un ambito urbanizzato come l'attuale posizione; ed è a loro dare indicazioni chiare e puntuali. È importante intervenire su elementi quali la tempistica, l'integrazione dei ritrovamenti archeologici, la separazione dei percorsi per i ricoverati Covid e non Covid, il recupero del Mauriziano. È necessario comunque accelerare, definire un cronoprogramma preciso e puntuale. Ho votato le conclusioni in Commissione, ma ora è opportuno procedere con l'aggiornamento del progetto con le varianti necessarie e chiudere definitivamente questo annoso problema, dando una risposta a chi ha presentato la petizione e a tutti i cittadini valdostani. Ed è per questo che ho sottoscritto e voto convintamente la risoluzione.»

Il Capogruppo di UV, Aurelio Marguerettaz, ha definito «importante il confronto scaturito dalla petizione e di questo ringraziamo i firmatari, perché ci hanno consentito di fare un serio approfondimento su questo dossier. È giusto che la politica si confronti così come ci deve essere grande trasparenza ed è per questo che sarà importante presentare il progetto alla popolazione valdostana. La convivenza tra ospedale e sito archeologico è la soluzione migliore per valorizzare i beni archeologici: non lo dico io, lo dicono esperti mondiali. È quindi importante procedere con la revisione del progetto esecutivo: è solo da questa fase che capiremo l'importo necessario per finanziare l'opera e il suo cronoprogramma. È proprio da questo passaggio che avremo delle certezze. Il polo ospedaliero non è un foglio bianco: per il vecchio Mauriziano c'è un progetto preliminare consegnato, per il nuovo ospedale che sarà costruito nell'ala est c'è un progetto esecutivo sul quale saranno fatte le dovute modifiche. Nessuno vuole fare dei salti nel buio: io credo che sia indispensabile dare una rappresentazione realistica, anche mettendo sul tavolo le criticità, ma l'unica cosa che non dobbiamo fare è non proseguire con questa opera. Oggi noi vogliamo fare un passo avanti. Vogliamo dare un messaggio chiaro all'Assessore Barmasse e alla SIV di procedere con la realizzazione dell'opera. Sono rimasto sconcertato dalle parole di un Assessore: se le parole hanno un significato, dire che la proposta fatta da un suo collega sia una decisione avventata mi pare fuori luogo. Non procedere vuol dire mettere a repentaglio la vita dei nostri cittadini: lasciamo perdere le speculazioni elettorali e cerchiamo di andare avanti.»

Il Presidente della terza Commissione, Albert Chatrian, ha illustrato la risoluzione: «È un atto politico, per dare un mandato di natura amministrativa. "Conoscere per deliberare", diceva Luigi Einaudi: frase quanto mai opportuna per un caso così delicato. Le audizioni sono state veramente molto utili; la terza e la quinta Commissione, dal punto di vista urbanistico e edilizio, hanno seguito passo passo la petizione. Ringrazio i firmatari per questo contributo molto utile, che sarà sfruttato nel prosieguo del mandato. Siamo coscienti, come è scritto nella petizione, che la sanità territoriale deve riappropriarsi delle cure primarie e della prevenzione e promozione della salute; siamo coscienti che la sanità territoriale va ripensata, che l'assistenza di prossimità rappresenta un beneficio per i pazienti e per il sistema ospedaliero. La sfida sta nel come proseguire il percorso. In questi mesi, qualcuno ha dato l'impressione di perdere tempo, di buttare la palla un po' più avanti, di spostare il problema: non è di certo il momento per agire in questo modo, visto che abbiamo la fotografia aggiornata che ci consente di proseguire. Tre mesi fa abbiamo incaricato gli Assessori Barmasse e Guichardaz di approfondire la compatibilità tra il sito archeologico e l'ospedale; proprio nell'iter in Commissione questa possibilità è stata confermata. Noi oggi facciamo due passi avanti: non solo siamo in coerenza coi contenuti del DEFR approvato, ma diamo un mandato specifico al Governo regionale, cioè dare corso al progetto di ampliamento. E vogliamo che questo percorso sia trasparente, vogliamo confrontarci con tutta la popolazione. Diamo finalmente una risposta forte alla nostra comunità in un momento di grandissima necessità, a partire dall'equilibrio trovato per la coesistenza della valorizzazione dei ritrovamenti archeologici con la costruzione del nuovo ospedale in maniera innovativa, moderna, con tempi certi.»

Per il Consigliere Giulio Grosjacques (UV), «la petizione ha accelerato la discussione sul tema sanità. Nelle audizioni ai professionisti ho trovato tutte le risposte che mi portano a votare con convinzione la risoluzione proposta dal collega Chatrian: l'importanza di avere un ospedale in un contesto urbano, una chiarezza nello sviluppo della progettazione futura dell'ospedale Parini (H12), dell'ospedale H24 e il nuovo polo materno-infantile. Per la nostra città è la scelta migliore da fare. Riguardo al Covid, i progettisti ci hanno riferito che non ci dovrà essere all'interno dell'ospedale H24 un reparto Covid, che invece potrà essere ospitato nell'ospedale Parini. Oggi, non si chiude una fase: con questa risoluzione si apre il momento che porterà alla revisione del progetto, integrandolo e ammodernandolo dal punto di vista strutturale, architettonico e dei costi. Una fase propedeutica all'approvazione del progetto esecutivo, alla gara per l'affidamento dei lavori e alla realizzazione del nuovo ospedale nell'ala est di viale Ginevra.»

«In questi giorni, non stiamo decidendo di avviare un percorso, questo è già stato deciso tempo fa, ma come e quando continuarlo - ha detto il Capogruppo di VdA Unie, Corrado Jordan -. Non abbiamo motivo di pensare a un altro luogo per costruire l'ospedale, non riteniamo opportuno infatti stoppare questi lavori. Dal 2011 a oggi molti interventi sono già stati fatti, oltre a molti investimenti. Non è corretto parlare di un nuovo ospedale, senza indicarne nemmeno il luogo e senza precisare come saranno gestiti i servizi e recuperate le strutture non più utilizzate. Tutti noi vorremmo la soluzione migliore; in teoria tutto è fattibile ovunque, ma la realtà ha messo allora il Consiglio nelle condizioni di scegliere, su fatti concreti, ponderando i pro e i contro. Vogliamo approfondire, perfezionare l'iter, tenendo conto degli elementi di novità e della pandemia che condizionerà per forza il futuro. Ma vogliamo andare avanti, continuando il confronto con tutti i soggetti coinvolti. Vogliamo prendere oggi la decisione, oggi abbiamo il dovere, la responsabilità di rendere più efficaci i servizi sanitari alla nostra comunità. Non possiamo rimandare. Un ringraziamento a chi ha voluto trovare il giusto compromesso, dimostrando un'apprezzata elasticità delle proprie idee e convenzioni, ribadendo quanto sia arricchente e stimolante il confronto costruttivo.»

Il Consigliere di PCP Andrea Padovani, nel ricordare che oggi ricorre la Giornata internazionale dell'infermiere, «persone che aspettano un salario dignitoso e un posto fisso», ha sostenuto che «la nostra posizione sull'ospedale è nota, com'è noto cosa abbiamo contribuito a scrivere nel DEFR. Dalla discussione in Commissione sono emerse alcune risposte, ma alcuni punti sono da definire, anche sapendo che la pandemia ha modificato il quadro delle necessità. Con la risoluzione del collega Chatrian si vuole dare corso alla revisione del progetto attuale perché solo così si potrà capire se si potrà valorizzare l'area archeologica. Si dice anche che tutto il progetto dell'ospedale deve essere pensato nel suo insieme: ospedale H24, a bassa intensità di cura (H12) e polo materno-infantile. Si dice anche che lo si farà riattivando il confronto con il Comune di Aosta e che dovrà essere presentato alla popolazione valdostana. Prima della cantierizzazione occorre dare gambe alla verifica della compatibilità tecnica ed economica e alla realizzabilità dell'opera come scritto nel DEFR. È sottinteso che se emergeranno elementi tali da interrompere questo progetto, sonderemo altre strade.»

Il Capogruppo di Pour l'Autonomie, Marco Carrel, ha affermato: «Noi siamo convinti di andare avanti coi lavori di ampliamento dell'ospedale Parini e voteremo la risoluzione presentata da una parte della maggioranza. La nostra è una opposizione costruttiva, vogliamo dare il nostro appoggio non al Governo, ma a un progetto che deve essere concretizzato, apportando gli opportuni miglioramenti e i cambiamenti in base alle esigenze sopravvenute. Proseguiamo su questa linea, che abbiamo già espresso in campagna elettorale: l'ospedale è il Parini e va ampliato.»

L'Assessore ai beni culturali, Jean-Pierre Guichardaz, ha detto: «Dopo 15 anni dal referendum sulla costruzione di un nuovo ospedale, periodo in cui è successo di tutto, compresa una pandemia difficilissima da gestire con una struttura ormai inadeguata ai tempi e insufficiente sotto il profilo strutturale, il tempo dei rinvii non è più accettabile. Occorre, come abbiamo indicato nel programma di Legislatura e nel DEFR, costruire un quadro definitivo, tenendo conto degli aspetti tecnici e finanziari, anche alla luce dell'esperienza del Covid. Bisogna pensare a un progetto di ospedale che trovi realizzazione in tempi brevi, però, che sia unico e organico. I problemi sono tanti - oltre a quelli finanziari e strutturali quelli relativi alla conservazione e alla musealizzazione dei reperti archeologici -, ma siamo vicini a una soluzione, visto che la Soprintendenza si è espressa, per ora ufficiosamente, in modo positivo rispetto alle ipotesi rappresentate dai progettisti, che dovrebbero salvaguardare gli importanti resti. I 120 milioni ipotizzati qualche anno fa di sicuro non sono sufficienti, occorre quindi un piano finanziario che preveda chiaramente i costi dell'ala nuova e della ristrutturazione della parte vecchia e delle demolizioni, che indichi le fonti di finanziamento, i tempi delle varie fasi. Insomma, occorre un cronoprogramma dettagliato, inserito nel corpus di una relazione che definisca tutte gli step, tra cui la destinazione dell'ex maternità e del Beauregard, i fondi complessivi per tutta l’operazione, compresi quelli per la ristrutturazione del vecchio ospedale, per la demolizione delle superfetazioni e la riconversione delle attuali strutture ospedaliere. Il tutto, coinvolgendo in modo fattivo il Comune di Aosta, come peraltro si sarebbe dovuto già fare. E in questa direzione va la risoluzione che oggi votiamo e che non mi pare tanto diversa da quella presentata dalle colleghe Minelli e Guichardaz. Bisognerà, pertanto, produrre preliminarmente una relazione a supporto della politica e dei cittadini, per avere un quadro completo, in modo da non partire a rate

 

I lavori sono sospesi e riprendono domani, giovedì 13 maggio, alle ore 9.00.

 

SC-MM

 

TORNA ALL'INDICE


Comunicato n° 281 del 13 maggio 2021
Approvato il rendiconto generale 2020 della Regione

 

In chiusura della seduta di ieri, mercoledì 12 maggio 2021, il Consiglio Valle ha approvato, con 22 voti a favore (UV, PCP, AV-SA, VdA Unie, Consigliere Baccega) e 13 astensioni (Lega VdA, Consiglieri di PlA Carrel e Rollandin), il rendiconto generale della Regione per l'esercizio finanziario 2020.

Il documento è stato illustrato dal Presidente della seconda Commissione, Antonino Malacrinò (PCP).

Il totale delle entrate accertate, comprensive delle partite di giro, è di 1,4 miliardi di euro, delle quali sono state riscosse 1,3 miliardi e rimangono da riscuotere, al 31 dicembre 2020, oltre 145 milioni di euro. Il totale delle spese impegnate nell’esercizio 2020 risulta essere di 1,3 miliardi di euro, delle quali sono state pagate 1,2 miliardi mentre rimangono da pagare, al 31 dicembre 2020, 134 milioni. Il totale complessivo dei residui attivi risultanti al 31 dicembre 2020 è determinato in 219 milioni di euro, mentre i residui passivi ammontano a 159 milioni. L’avanzo di amministrazione disponibile al 31 dicembre 2020 è pari a 201,07 milioni di euro.

Il Vicecapogruppo della Lega VdA, Stefano Aggravi, ha confermato il voto di astensione «pensando che ci sarà la possibilità di condividere una parte di percorso sull'avanzo di amministrazione da destinare alle misure per Covid.»

Il Consigliere di Pour l'Autonomie Mauro Baccega, ha annunciato il proprio voto favorevole: «Ho convissuto per 10 mesi con questo bilancio nella Giunta a 5 e nella mini maggioranza, pertanto a titolo personale voto il rendiconto.»

L'Assessore alle finanze, Carlo Marzi, ha osservato che «il rendiconto è uno dei passaggi che, in un momento straordinario come quello che stiamo vivendo, abbiamo cercato di portare avanti con trasparenza e precisione rispettando i tempi che avevamo comunicato. L'avanzo di amministrazione permetterà di fare una serie di interventi per rispondere alle necessità del territorio valdostano molto provato dalla crisi Covid. Prudenzialmente, dei 201 milioni disponibili, verranno "accantonati" ulteriori 16 milioni di euro - dopo quelli già imputati in sede di previsionale - per porre nuovamente attenzione alle entrate che quest'anno stanno particolarmente subendo la crisi economico-finanziaria.»

L'Assemblea ha anche preso atto di sette relazioni della Sezione regionale di controllo della Corte dei conti, riguardanti: esiti del controllo sui rendiconti dell'esercizio 2018 dei Comuni della Valle d'Aosta con popolazione inferiore a 5.000 abitanti; gestione dei cofinanziamenti regionali per interventi sostenuti con fondi europei in Valle d'Aosta nel 2019; gestione dei Centri per l'impiego (CPI) e stato di attuazione della disciplina normativa di riferimento; gestione del servizio sanitario della Regione per l'esercizio finanziario 2019; esiti del controllo relativo al rendiconto dell'esercizio 2018 e ai controlli interni 2018 del Comune di Aosta; esiti del controllo relativo al bilancio consolidato 2018 del Comune di Aosta; bilancio di previsione della Regione per gli esercizi finanziari 2020-2022.

 

SC

 

TORNA ALL'INDICE


Comunicato n° 282 del 13 maggio 2021
Approvato un progetto di legge sulla presenza del lupo in Valle d'Aosta

 

In apertura dei lavori del 13 maggio 2021, il Consiglio Valle ha approvato all'unanimità un testo di legge che contiene misure di prevenzione e di intervento per la specie lupo in Valle d'Aosta, risultante dal coordinamento fra una proposta dei gruppi Lega VdA e Pour l'Autonomie e un disegno di legge della Giunta regionale.

L'iniziativa legislativa, che si compone di tre articoli, pone in capo al Presidente della Regione, di concerto con l’Assessore all'agricoltura e risorse naturali e previo parere favorevole dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, le autorizzazioni al prelievo, la cattura e l'eventuale abbattimento di esemplari monitorati della specie Canis lupus, a condizione che non esistano altre soluzioni valide e che non pregiudichino il mantenimento della popolazione della specie nella sua area di ripartizione naturale. Inoltre, vengono disciplinate le attività di formazione e le campagne informative, in collaborazione con il Parco nazionale del Gran Paradiso e il Parco naturale del Mont Avic, per promuovere la conoscenza e la convivenza con la specie lupo, indirizzata, in particolare, ai gestori di aziende zootecniche e ai conduttori di alpeggio, agli escursionisti e, in generale, a tutta la popolazione.

Il testo è stato illustrato in Aula dal Presidente della terza Commissione, Albert Chatrian (AV-SA), e dal Consigliere Augusto Rollandin (Pour l'Autonomie).

«Sin da subito - ha detto il Consigliere Albert Chatrian -, la volontà della Commissione, nel rispetto dei limiti previsti dalla normativa europea e statale a salvaguardia del lupo, è stata quella di pervenire a un testo che garantisse la conservazione della specie lupo compatibile con le attività di allevamento e agricole che in alcune circostanze sono state minacciate e anche lese dagli attacchi del predatore, incrementando così la paura e l'ostilità verso il lupo. Inoltre, i frequenti avvistamenti di esemplari vicino ai centri abitati hanno contribuito ad alimentare le preoccupazioni degli abitanti e degli operatori turistici. Un intervento normativo in materia si è rilevato quindi necessario e non più procrastinabile, anche per prevenire azioni di bracconaggio, che per altro si sono già verificate in altre regioni d'Italia, da parte di persone senza scrupoli, che hanno messo a repentaglio la vita degli animali selvatici e domestici nonché quella umana rilasciando in natura esche avvelenate. Un testo che rappresenta un ulteriore strumento per consentire la convivenza del predatore con le attività legate all'allevamento, all'agricoltura e all'escursionismo che concorrono a rendere la Valle un territorio curato e turisticamente attrattivo.» Il Consigliere ha anche sottolineato che «le misure previste sono accompagnate dalla possibilità di prevedere l'utilizzo di sistemi tecnologicamente avanzati per la protezione degli animali da allevamento. Si è poi altresì consapevoli che i danni cagionati dal lupo agli allevamenti debbano essere risarciti con adeguati e tempestivi contributi economici regionali, che sono stati oggetto di rivisitazione nel 2019 con delibera di Giunta.»

Il Consigliere Augusto Rollandin ha rilevato che «fin dall'inizio della Legislatura, insieme al gruppo Lega abbiamo focalizzato la nostra attenzione su questa tematica. Questo testo, condiviso tra i vari gruppi consiliari e sintesi della nostra proposta e del disegno di legge della Giunta, non deve essere interpretato come una caccia al lupo, ma come una giusta difesa delle persone e degli animali presi d'assalto dal lupo, anche in pascoli vicino alle frazioni e negli alpeggi. La collaborazione fra Corpo forestale e i proprietari di pecore, capre e giovani vitelli deve poter evitare che ci siano degli assalti del lupo agli animali, soprattutto nel periodo della monticazione. Sarà necessario effettuare un censimento aggiornato della presenza del lupo nella nostra regione per poter organizzare le azioni preventive che evitino perdite per gli allevatori e tranquillizzino quanti frequentano i nostri boschi e i nostri monti in serenità. Noi vogliamo che sia eliminato il pericolo dell'assalto del lupo: attraverso la prevenzione, vogliamo evitare che si verifichino gli episodi di questi ultimi anni.»

Il Consigliere Dino Planaz (Lega VdA) ha parlato di «un testo di legge triste: la nostra regione era stata abituata a non convivere con la presenza di questo predatore, tutelato da una normativa europea a causa del rischio di estinzione. Oggi però, queste previsioni sono superate, tanto che il lupo sta cacciando animali di più facile cattura e si avvicina alle case. Ci sono persone che scelgono accuratamente i sentieri su cui passeggiare col proprio cane per paura di incontrare i lupi. E garantisco che per gli allevatori non è mai piacevole dover abbattere i propri animali a seguito degli assalti dei lupi. Non possiamo permettere che i nostri concittadini abbiano paura e questa legge va proprio nella direzione di intervenire con urgenza. Mi auguro che non si arrivi mai alla misura del prelievo, che comunque verrà attuata solo in casi molto gravi, solo con le dovute autorizzazioni e da personale competente, ma è necessario tutelare tutti gli abitanti della montagna e educare il lupo a non attaccare gli animali domestici e a non avvicinarsi alle case.»

«Il tema della gestione del lupo - ha sostenuto il Capogruppo di VdA Unie, Corrado Jordan -, pur essendo controverso, deve essere affrontato con attenzione per controllarne la presenza sul territorio. Bene tutelare il lupo, ma bisogna anche tutelare i nostri agricoltori e le loro attività, prima che si "estinguano": oggi, siamo obbligati a gestire questo veloce incremento del lupo. Essere ambientalista e difendere una natura intatta è facile soprattutto se la montagna è considerata solo come luogo di svago: gli agricoltori sono ambientalisti praticanti che traggono le loro risorse dalla natura e salvaguardano il territorio per le future generazioni. La questione non è essere pro o contro il lupo: la questione è determinare una coesistenza tra attività agricole e gestione della fauna selvatica. Purtroppo, la sindrome Nimby ("non nel mio giardino") è una modalità tutt'altro che altruistica che si applica anche al lupo.»

«La situazione sembra essere sfuggita di mano - ha sostenuto il Consigliere Christian Ganis -: è opportuno trovare soluzioni e porre rimedio a questa convivenza sempre più difficile e preoccupante con il lupo. Bisogna conoscere, fare valutazioni oggettive e prendere le decisioni più appropriate per mettere in totale sicurezza i cittadini, l'ambiente e l'habitat circostante, con un occhio di riguardo alla tematica della prevenzione. Questa proposta di legge può portare nella giusta direzione.»

Il Consigliere Renzo Testolin (UV), evocato il lavoro svolto negli anni dalle strutture regionali preposte e dagli enti coinvolti «per attenuare i problemi conseguenti alla presenza del lupo e per venire incontro al comparto agricolo e dell'allevamento», ha affermato: «Questa nuova norma potrà essere incisiva nelle mani del Presidente della Regione, di concerto con l'Assessore competente, che potrà emanare decreti che si tradurranno in azioni di controllo della specie, in maniera congrua alle necessità e alle normative. In questi anni è stato portato avanti un lavoro importante di monitoraggio dal Corpo Forestale e dalle strutture dell'Assessorato, un lavoro che consente di poterci basare su numeri, non solo sensazioni, proprio perché ogni scelta deve essere supportata dai dati numerici e scientifici. Importante poi informare adeguatamente la popolazione. Votiamo convintamente questa norma, cresciuta e affinata negli anni, che oggi si concretizza in una sintesi che trova l'accordo trasversale di tutti i gruppi, coesi per migliorare la situazione.»

Per il Consigliere Paolo Cretier (PCP), «il tema è importante e serio, ma spesso affrontato in modo indecoroso e superficiale. Da una parte, vi sono le ragioni del settore zootecnico: la gestione degli animali negli alpeggi, la parcellizzazione delle superfici che rende difficile recintare i pascoli, la carenza di personale disponibile a lavorare negli alpeggi, il valore economico dei capi. Dall'altra parte, ci sono coloro che difendono la biodiversità, di cui il 22 maggio ricorre la Giornata mondiale, la salvaguardia delle specie animali e vegetali: hanno una visione diversa, sono semplici fruitori del territorio. È quindi indispensabile trovare una soluzione di convivenza: con questa legge abbiamo cercato di bilanciare le due visioni, facendo convivere la presenza del lupo con la gestione delle attività agricole. Tuttavia non bisogna dimenticare che se si chiede uno sforzo agli allevatori per gestire la situazione, questi devono essere adeguatamente sostenuti. Comunicazione, sostegno, legalità: sono questi i punti che definisce questa legge, anche se, personalmente, al termine "abbattimento" del lupo avrei preferito il termine "detenzione".»

Il Consigliere Luca Distort (Lega VdA), sottolineato come il disegno di legge della Giunta «sia stato presentato "curiosamente" una settimana dopo alla proposta della minoranza, che faceva esplicito rimando ad un piano regionale di gestione del lupo» ha dichiarato: «Non si possono mettere in atto misure concernenti l'interferenza storica e culturale tra il mondo selvatico e la dimensione antropica senza avvalersi di uno strumento pianificatorio. Purtroppo, il testo di legge di sintesi ha fatto decadere le divergenze e per questo non considera il rimando alla pianificazione. È quindi soltanto una prima puntata e bisogna pensare a quella successiva: adottare al più presto una pianificazione specifica per il nostro territorio. Il vero problema è rappresentato dal lupo confidente, che è in realtà un esemplare estromesso dal branco e per questo disperato, nel 75% dei casi condannato a morte, spesso con agonia. Questa legge apre la possibilità di intervenire in questo aspetto critico, non è assolutamente una legge ammazza lupi, anzi, ha uno spirito di responsabilità e sottintende carità. Dobbiamo assumerci la responsabilità di gestire l'equilibrio alterato: il nostro territorio non è spazio naturale ma spazio antropizzato e, in questo equilibrio "rotto", la conflittualità va risolta prima che sia incontenibile. Abbiamo a cuore la società rurale e lotteremo perché questa possa vivere, non sopravvivere. La tutela (che sia della specie selvatica o di un mondo antropico virtuoso) passa attraverso la capacità di gestione e solo la conoscenza dei temi permette questa visione.»

L'Assesseur à l'agriculture et ressources naturelles, Davide Sapinet, a souligné: «L'augmentation de la présence du loup autour des villages nous amène de plus en plus à nous exprimer en terme de gestion et non seulement de protection. Il s'agit aussi d'une question délicate pour le secteur de l'élevage: nous travaillons en stricte collaboration avec les autres régions de l'arc alpin pour aboutir au prochain plan national du loup. Cette loi représente une étape importante pour atteindre l'objectif afin de favoriser la coexistence du loup avec l'élevage. Une loi qui va s'ajouter aux autres initiatives en cours : la campagne d'information avec le CELVA, le travail du Corps forestier de la Vallée d'Aoste, pour lequel il faudra organiser un concours dans les prochains mois.» L'Assessore ha quindi concluso: «Questa legge è un ulteriore tassello verso il percorso di tutela e supporto dell'allevamento: stiamo definendo un progetto con l'Institut agricole e l'AREV per mettere la tecnologia a servizio dell'agricoltura, a sostegno delle nostre aziende. Da quando abbiamo avvistato il lupo in contesti urbani, c'è stato un cambio di mentalità nei confronti del lupo: non è più solo un problema degli allevatori, ma di tutti. Ringrazio la terza Commissione per l'importante lavoro di sintesi.»

 

SC-MM

 

TORNA ALL'INDICE


Comunicato n° 283 del 13 maggio 2021
Approvata l'estensione della sospensione della quota capitale delle rate dei mutui

 

Il Consiglio Valle, nella seduta del 13 maggio 2021, ha approvato all'unanimità il disegno di legge di modifica della norma regionale n. 5/2021 sulla sospensione della quota capitale delle rate di mutui agevolati previsti da leggi regionali a sostegno di famiglie, lavoratori e imprese, in relazione all’emergenza epidemiologica da Covid-19.

Il provvedimento, presentato dalla Giunta regionale il 3 maggio scorso, si compone di tre articoli ed estende la sospensione ai titolari dei mutui erogati per l’acquisto o la ristrutturazione di un immobile aziendale o per l’acquisto di partecipazioni nella società proprietaria dell’immobile aziendale o che gestisce l’azienda di cui l’immobile fa parte, nel caso in cui la riduzione del volume d’affari sia imputabile al soggetto non mutuatario proprietario dell’immobile aziendale o che gestisce l’azienda di cui l’immobile fa parte, a prescindere da ogni relazione esistente tra i medesimi soggetti.

Il documento è stato illustrato dal Presidente della seconda Commissione, Antonino Malacrinò (PCP).

L'Assessore alle finanze, Carlo Marzi, ha spiegato: «Questa legge mantiene il principio di partenza per dare la possibilità di accedere alla moratoria delle rate dei mutui presso Finaosta: stiamo parlando di 791 milioni di euro. Già con la prima legge siamo intervenuti sul 98% delle società (oltre 9.500), ora interveniamo su circa un terzo di quel 2% di soggetti in prima istanza esclusi, coloro che hanno il pagamento delle rate in ritardo ma non ancora impagate. Stiamo ora lavorando ad una legge dedicata alle posizioni a credito deteriorato con rate impagate, escluse dalla moratoria, per dare possibilità a Finaosta, nel pieno rispetto dei vincoli che deve rispettare come soggetto vigilato da Banca d'Italia, di proporre un piano di rientro e moratoria ad ogni singola attività o privato titolari di una pratica di credito deteriorato che, ahimè, sono in difficoltà: è necessario in un momento tanto difficile. Nella seconda parte dell'anno, la volontà è di intervenire su una normativa dedicata ad un approccio di credito attivo. Stiamo portando avanti questo percorso perché tutti, anche coloro non ancora in difficoltà, abbiano la possibilità di fare una valutazione sui propri mutui. In effetti, tutti possono avere la necessità oggi di analizzare il proprio piano di ammortamento, magari anche solo poter allungare la rata del mutuo. È un impegno che ci siamo assunti e che vogliamo concretizzare

Il Vicecapogruppo di Lega VdA, Stefano Aggravi, nell'annunciare il voto favorevole, ha detto: «Ci sono delle situazioni che meritano un'attenzione in più in questo momento perché si tratta di aziende che erano già in difficoltà prima e che, con la pandemia, hanno visto precipitare la loro condizione: in questo senso voglio sollecitare l'Assessore per fare un intervento di gestione attiva del credito, perché bisognerà consentire di ripartire nelle migliori condizioni. Una gestione attiva e rapida, ma soprattutto in prospettiva, perché la sospensione delle rate dà ossigeno ma rischia di toglierlo nel futuro. Su questo bisognerà lavorare

Il Capogruppo di Pour l'Autonomie, Marco Carrel, ha dichiarato il voto favorevole del suo gruppo: «Va nella direzione da noi auspicata anche con ordini del giorno da noi presentati, per cercare di ampliare il più possibile la platea di imprese che usufruiscono di questi mutui. È una misura pro-tempore che non risolve le situazioni e non include tutti: chi rimane fuori non deve essere lasciato solo, perché dopo un periodo così difficile c'è realmente bisogno di un intervento da parte nostra

Il Capogruppo di AV-SA, Albert Chatrian, ha parlato di «disegno di legge importante: è un ulteriore tassello per dare una risposta mirata a una parte di aziende in difficoltà. È fondamentale non lasciare solo nessuno, entrare nel singolo dettaglio di ogni azienda per aiutare tutti a uscire dal guado. Non sarà facile, ma questo Consiglio potrà assumersi delle responsabilità quando andremo a decidere di modificare, per esempio, la durata dei mutui

Il Consigliere Renzo Testolin (UV) ha sottolineato: «Quello di oggi è un provvedimento importante, che può considerarsi un primo tassello, un provvedimento ponte a cui dovrà però farne seguito uno più puntuale e concreto, per dare davvero delle prospettive e un supporto di medio lungo periodo alle nostre aziende. Un'ulteriore legge in grado di dare nuove opportunità e strumenti operativi di ristrutturazione del debito e di sostegno finanziario alle aziende; è un provvedimento sul quale si sta già lavorando e che troverà probabilmente prime risposte a partire dalla norma in allestimento in merito ai ristori alle aziende. Siamo fiduciosi che queste iniziative potranno contribuire a dare una prospettiva positiva per le nostre aziende, nonostante il pesantissimo periodo che le stesse stanno vivendo

L'Assessore allo sviluppo economico, Luigi Bertschy, ha riferito del percorso «che il Consiglio e la Giunta stanno seguendo per completare gli interventi, che a breve saranno portati in Aula, a sostegno del comparto economico e del mondo del lavoro: tutti i gruppi consiliari stanno conducendo approfondimenti per elaborare provvedimenti che diano le risposte migliori. La fase di studio di questi mesi può contare sull'esperienza acquisita e su un sistema di lavoro che ci consente di elaborare testi normativi ponderati e applicabili

Il Vicecapogruppo di PCP, Paolo Cretier, ha annunciato il voto favorevole «perché si procede brevemente nell'inclusione alla moratoria di ulteriori soggetti.»

 

SC-MM

 

TORNA ALL'INDICE


Comunicato n° 284 del 13 maggio 2021
Approvata una proposta di legge in materia di fattorie sociali e agricoltura sociale

 

Il Consiglio Valle, a fine della seduta mattutina del 13 maggio 2021, ha approvato all'unanimità una proposta di legge in materia di fattorie sociali e agricoltura sociale.

Il testo, depositato originariamente dai gruppi Lega VdA e Pour l'Autonomie, è stato modificato a seguito di un ampio confronto tra gruppi consiliari e portatori di interesse all'interno della terza e della quinta Commissione.

I diciannove articoli che compongono il provvedimento definiscono e regolamentano le diverse tipologie di attività - agricoltura sociale, fattorie sociali e fattorie didattiche - oltre che i soggetti deputati al loro esercizio, le misure di sostegno, l'istituzione dell'albo sociale e dell'Osservatorio regionale sull'agricoltura sociale, la creazione del logo, gli obblighi e i controlli sull'attività.

Il testo è stato illustrato in Aula dal Capogruppo della Lega VdA, Andrea Manfrin, e dal Capogruppo di VdA Unie, Corrado Jordan.

Il Consigliere Andrea Manfrin ha espresso soddisfazione: «La proposta di legge che abbiamo presentato insieme al gruppo Pour l’Autonomie si è arricchita, lungo il percorso che l’ha portata oggi in Aula, dell’apporto di tutte le forze politiche, che hanno messo da parte le barriere e gli steccati ideologici per addivenire ad un testo che fosse la sintesi migliore tra il testo presentato, le osservazioni degli attori auditi e l'apporto delle strutture. La proposta si pone l'obiettivo di riconoscere le fattorie sociali e promuovere l'agricoltura sociale nella nostra regione, quale mezzo di inclusione di soggetti svantaggiati, oltreché di abilitazione e riabilitazione di persone con disabilità. L’agricoltura sociale altro non è che la nuova e più avanzata espressione del ruolo multifunzionale dell’agricoltura: l’attività agricola diviene così in grado di generare benefici per fasce vulnerabili o svantaggiate della popolazione, dando luogo a servizi innovativi che possono anche costituire una forma efficace di risposta alla crisi dei tradizionali sistemi di assistenza sociale. L’espressione "agricoltura sociale" affonda le sue radici in quella che è l’essenza stessa dell’attività agricola, nelle forme di solidarietà e nei valori di reciprocità, gratuità e mutuo aiuto che caratterizzano da sempre le aree rurali, per metterne in risalto il carattere sociale e proporsi come luogo per l’inserimento lavorativo e per l’inclusione sociale delle persone con disabilità, per la loro integrazione e per mettere in campo pratiche rivolte alla terapia e alla riabilitazione, nonché all’offerta di servizi educativi, culturali, di supporto alle famiglie e alle istituzioni scolastiche. Le imprese agricole sociali diventano così soggetti attivi del welfare e luoghi di inclusione sociale valorizzando al tempo stesso il milieu rural.»

Il Consigliere Corrado Jordan ha sottolineato che «la diversificazione delle attività agricole ha permesso di ampliare i settori di intervento permettendo così di cogliere nuove e interessanti opportunità che il mercato e in generale il territorio ha apprezzato. Il turismo, in particolare, è uno dei principali settori che beneficiano dell'attività del settore agricolo: in questo caso la ruralità diventa fattore trainante per lo sviluppo locale. Diversa e meno nota è l'interazione con il sistema sociale, ma l'agricoltura si configura con sempre maggiore evidenza come attività che affianca, alla tradizionale funzione di produzione di beni alimentari, la capacità di generare servizi in grado di dare luogo a valori di utilità pubblica, creando benefici per e da fasce vulnerabili o svantaggiate: terapia e riabilitazione delle persone con disabilità, inserimento lavorativo e inclusione sociale di soggetti svantaggiati, offerta di servizi educativi, culturali, di supporto alle famiglie e alle istituzioni didattiche. Riteniamo che con questa norma si possa favorire lo sviluppo di progetti in grado di far parte della programmazione socio-sanitaria regionale territoriale. L'agricoltura sociale può, insomma, portare benefici alla società come erogatore di servizi sociali e contribuire al miglioramento della qualità dei servizi esistenti a vantaggio degli abitanti delle aree rurali.» Il Consigliere Jordan ha illustrato gli emendamenti depositati in Aula congiuntamente al Consigliere Manfrin: «Si tratta di emendamenti che non modificano la sostanza, ma sono migliorativi del testo sotto il profilo formale e giuridico

Il Consigliere Augusto Rollandin (PlA) ha sottolineato come il provvedimento «metta un punto fermo, facendo ordine nei rapporti tra aziende e soggetti che possono far parte di questa collaborazione. È importante avere contezza dell'evoluzione di un sistema che la regione conosceva già, ma ora viene regolamentato, anche per sensibilizzare le aziende che possono aderire ai progetti. Si pongono così le premesse per iniziare un buon lavoro, per garantire buoni risultati e per venire incontro in maniera efficace alle persone con disagio, unendo l'aspetto sociale a quello agricolo.»

Il Consigliere Christian Ganis (Lega VdA) ha affermato: «Grazie alle fattorie sociali, investendo sull'approccio all'agricoltura, si può fornire a persone svantaggiate la possibilità di socializzare lavorando, di acquisire nuove competenze e professionalità, costruendo così le fondamenta per una vita migliore. Alla base c'è la convinzione che il contatto con la natura riesca a stimolare capacità emotive, ma non solo: la cura della terra e degli animali può essere una risorsa per un futuro lavorativo in autonomia. Questa legge non fa che consolidare il valore costituito dalle fattorie sociali.»

Per il Consigliere dell'UV Renzo Testolin, «si tratta di un ulteriore percorso di diversificazione delle attività agricole, che fa seguito a un approccio già avviato nel tempo a sostegno delle attività collaterali del mondo dell'agricoltura. Questa norma dimostra due aspetti importanti: la collaborazione tra gruppi consiliari per far convergere le energie positive in favore della nostra comunità, situazione che ha permesso di arricchire il testo proposto e renderlo più equilibrato e concreto; le risposte che saranno date sia al contesto agricolo sia al settore sociale aumenteranno le opportunità di nuove forme di reddito, di nuovi percorsi di inserimento, di nuova consapevolezza del contesto rurale in cui viviamo e delle potenziali ricadute positive sul valore economico dei prodotti derivanti dal plusvalore dell'attività sociale nella loro produzione. Una legge che dà un senso compiuto alle iniziative già attivate nel tempo, arricchendole di nuove opportunità. È un buon inizio che darà frutti nel tempo: agricoltura e sociale, uniti, possono dare risposte importanti ad entrambi i settori.»

Il Presidente della terza Commissione, Albert Chatrian (AV-SA), si è soffermato sul metodo seguito nell'esame della tematica: «Fin da subito è emersa la volontà di andare oltre, di elaborare un nuovo impianto architettonico con una prospettiva innovativa. Ritengo che si sia trovato un giusto equilibrio e sarà interessante monitorare gli obiettivi che saranno raggiunti. Intanto, abbiamo definito il percorso da seguire. Voglio poi sottolineare come i lavori nelle Commissioni in questi mesi siano stati fruttuosi, creando le condizioni per una migliore discussione in Consiglio. Il testo di oggi ha il duplice valore: quello di metodo e quello dei contenuti.»

Il Consigliere Andrea Padovani (PCP) ha parlato di «testo completo e concreto: il confronto con gli operatori del settore è sempre arricchente perché permette di dare le giuste risposte alle attese. L'agricoltura sociale permette di coniugare l'inserimento sociale delle persone in difficoltà con la pratica agricola e la conoscenza della natura. Le fattorie sociali possono anche migliorare la reputazione e l'attrazione di un sistema economico. Si tratta di un nuovo modello di sostenibilità per un'economia più giusta.»

Il Vicecapogruppo di PCP, Paolo Cretier, ha evidenziato: «La legge ha obiettivi strategici, utili anche al contesto montano. La multifunzionalità dell'agricoltura locale è un aspetto essenziale da non perdere di vista. In montagna i costi sono maggiori rispetto alla pianura: non è possibile fare economia di scala, è necessaria un'integrazione al reddito per il mantenimento e il presidio del territorio, cui va unito l'aspetto terapeutico del contatto con la natura e gli animali. Da anni è riconosciuto il valore dell'ortoterapia e di attività simili, in particolare per i soggetti fragili, di tutte le fasce d'età. Il provvedimento propone misure organiche e integrate alla programmazione agricola, socio-sanitaria e sociale. Non si può dare soddisfazione a tutti, ma la legge deve circoscrivere un perimetro e evitare gli abusi. La speranza è che ci sia una buona adesione ai progetti e va passato il messaggio per cui l'imprenditore agricolo non sarà solo, ma accompagnato da educatori. I nostri imprenditori agricoli hanno una preparazione tecnica specifica, ma hanno poca esperienza sull'argomento: potrebbe essere utile inserire questo aspetto nei corsi per giovani agricoltori.»

L'Assessore alla sanità, Roberto Barmasse, ha espresso soddisfazione su questo testo che «ha l'intento di fornire un nuovo strumento che favorirà l'inserimento delle persone a rischio inclusione sociale in un contesto protetto e si integrerà nel panorama di servizi per la realizzazione del progetto di vita delle persone più fragili.»

L'Assessore all'agricoltura, Davide Sapinet, nel ringraziare i componenti delle Commissioni per il lavoro svolto, ha parlato di «traguardo importante sia per l'agricoltura sia per i servizi sociali: potremo raggiungere le aree più svantaggiate del nostro territorio, contrastare lo spopolamento dei nostri villaggi, ampliare le opportunità di diversificazione delle attività agricole, creare nuove occasioni di lavoro, in particolare per le donne, favorire l'inclusione sociale dei soggetti più svantaggiati. Le aziende agricole e sociali sono diverse per bagaglio di esperienze: coniugare il loro lavoro non sarà facile, ma sarà sicuramente entusiasmante.»

L'Assessore alle politiche del lavoro, Luigi Bertschy, ha aggiunto: «Questa legge rappresenta un ulteriore strumento per portare avanti le politiche volte all'inserimento lavorativo delle persone con disabilità. Per fortuna, da anni nella nostra regione sono operative Associazioni che si dedicano ai più fragili sviluppando le loro capacità in ambito lavorativo: sono esperienze importanti, che rappresentano un valore aggiunto e sono la dimostrazione dell'attenzione posta al territorio e al ruolo sociale che possono avere le pratiche agricole. Questa legge valorizzerà la formazione già acquisita e rafforzerà l'idea di una comunità solidale in senso costruttivo, nel rispetto di tutte le abilità e garantendo a tutti la dignità del lavoro. Voglio poi mettere in evidenza come il Consiglio regionale si stia riappropriando dell'attività legislativa, in tutto il suo iter: è la strada giusta per recuperare un ruolo che si stava perdendo.»

La Presidente della quinta Commissione, Erika Guichardaz (PCP) ha osservato: «Il testo che esaminiamo oggi è molto migliorato rispetto a quello presentato: si aumentano le tipologie di attività di agricoltura sociale, la platea di destinatari e soprattutto la creazione dell'Osservatorio sarà fondamentale perché avrà il compito di raccogliere dati e monitorare l'attuazione della norma. Ci sono già attività di questo tipo in Valle d'Aosta: con questa legge avranno un riconoscimento oltre che un valore aggiunto grazie al logo che verrà loro assegnato.»

I lavori sono sospesi e riprendono questo pomeriggio alle ore 15.00.

 

SC-MM

 

TORNA ALL'INDICE


Comunicato n° 285 del 13 maggio 2021
Approvate tre mozioni su snow farming, animali d'affezione e riqualificazione Quartiere Cogne

 

Nella seduta del 13 maggio 2021, il Consiglio Valle ha discusso quattro mozioni, approvandone tre e respingendone una.

Mozioni approvate

La tecnica dello snow farming, cioè la conservazione della neve dell'inverno precedente per poter programmare e anticipare la prima apertura delle piste di sci di fondo, è stata l'oggetto della prima mozione approvata all'unanimità. Depositato dal gruppo Lega VdA ed emendato su proposta del Consigliere Restano (VdA Unie), il testo impegna il Governo regionale a modificare la legge regionale 18/2008 (Interventi regionali per lo sviluppo dello sci nordico) inserendo un sostegno apposito, anche per la gestione, per chi avvierà la sperimentazione dello snow farming oltre che la predisposizione da parte degli uffici di un'apposita graduatoria tra i gestori che si renderanno disponibili ad avviare la sperimentazione da approvarsi a cura della Giunta regionale previo parere della Commissione consiliare competente. Nell'illustrazione, il Consigliere Dennis Brunod ha elencato numerose località turistiche, italiane e estere, che stanno già stoccando la neve: «Stiamo parlando di un'iniziativa dal potenziale rilievo economico e turistico. Nella discussione del DEFR, l'Aula ha approvato un ordine del giorno, sempre per valorizzare lo sci di fondo, l'attività dei nostri sci club e le nostre stazioni. Mettendo in pratica lo snow farm, eviteremmo ai nostri ragazzi, nei mesi di ottobre e novembre, lunghe trasferte per potersi allenare, perdendo così giorni di scuola. Allo stesso tempo, questo progetto darebbe la possibilità di far rimanere risorse sul nostro territorio, a vantaggio dell’economia locale andando ad allungare la stagione turistica. Tale iniziativa di sperimentazione in alcune località della nostra regione potrà e dovrà essere anche una grande occasione per promuovere e rilanciare fortemente lo sci di fondo valdostano e tutte le sue meravigliose località, anche con il supporto e la collaborazione dei grandi campioni di livello internazionale che la nostra regione ha nello sci di fondo e biathlon.» Il Consigliere Claudio Restano (VdA Unie) ha proposto di emendare la mozione inserendo una modifica alla norma che finanzia le piste di sci nordico: «Si è investito tantissimo nel settore dello sci nordico, ma non abbiamo raccolto molto: abbiamo piste molto valide a livello agonistico ma a livello turistico non siamo riusciti ad avere il giusto appeal. Ad oggi, la legislazione regionale prevede contributi per le spese di investimento, ma per incentivare località che vogliono avviare un discorso del genere, sarebbe opportuno contribuire anche alle spese di gestione: una sorta di energia di attivazione nel primo momento di sperimentazione dello snow farming. È un modo per far percepire la vicinanza delle Istituzioni. Va inoltre fatto uno sforzo dal punto di vista promozionale così da attrarre gli appassionati ed invitarli a soggiornare in Valle d'Aosta dove si pratica lo sci nordico in anticipo rispetto ad altre realtà.» L'Assessore allo sviluppo economico, Luigi Bertschy, ha annunciato il voto favorevole alla mozione: «Lavoreremo su una proposta di legge che vada a completare il lavoro svolto nel tempo a sostegno degli sport invernali; in particolare, per lo sci di fondo nel 2019 abbiamo approvato delle modifiche alla legge e composto un tavolo di lavoro che ha prodotto risultati, tra cui l'indicazione delle località che potrebbero raccogliere la sfida dello snow farming (Torgnon, Bionaz, Cogne, Saint-Barthélemy, Gressoney). Il lavoro può proseguire e l’integrazione delle risorse finanziarie aiuterà lo sviluppo dell’idea. Deve essere ben chiaro l'obiettivo da perseguire e il territorio deve essere consapevole della portata di questo investimento e pronto a interagire: ci devono essere programmazione e il coinvolgimento di tutti gli attori. I soldi pubblici servono all'avvio del progetto, ma vanno accompagnati dall'intervento di ASIVA, ANEF e dei privati, accomunati dalla logica di far funzionare il progetto. Ribadendo la massima attenzione allo sci di fondo, su cui non bisogna far scemare l'interesse accresciuto in quest'ultimo anno, la nostra intenzione è quella di arrivare al secondo assestamento con la modifica di legge e l'integrazione delle risorse.»

Il Consiglio ha anche approvato all'unanimità una mozione del gruppo Lega VdA riguardante il cimitero per gli animali d'affezione. Il testo impegna il Governo regionale ad avviare un approfondimento sull'assetto normativo e procedurale che attualmente disciplina la realizzazione delle strutture cimiteriali per animali di affezione e degli impianti per la cremazione delle spoglie, finalizzato all'individuazione di un iter procedurale standardizzato, nello spirito della semplificazione delle procedure burocratiche, da trasmettere poi agli enti locali e che consenta la promozione di iniziative concesse a enti o a privati, per la realizzazione di cimiteri per animali d'affezione, compresa l'installazione di impianti per la cremazione delle spoglie. «È esattamente in questa triste situazione generata dall'affanno delle misure sanitarie - ha evidenziato il Consigliere Luca Distort nell'illustrazione - che, in tante situazioni personali, gli animali domestici si sono rivelati compagni insostituibili di persone fisicamente ed affettivamente sole, spesso di età anziana che hanno condiviso e continuano a condividere con il proprio animale di affezione le limitazioni e i divieti posti dalle misure anti-Covid. In questo periodo di misure matrigne diventa ancora più importante mettere in atto misure materne e la classe politica ha il dovere morale di ricostruire la vita della propria comunità permettendole di riprendersi il tempo del vivere rispetto al tempo del sopravvivere, quel tempo che ci si ricomincia a prendere quando ci si vuole riappropriare di tutto quanto ci è stato sottratto e ci ha sfasciati dentro. Ecco allora che un tema così apparentemente secondario alla vita di una comunità, come il progetto di un cimitero per gli animali diventa il banco di prova su cui si misura la stoffa di una classe politica.» L'Assessore alla sanità, Roberto Barmasse, ha concordato «sul ruolo sociale che svolgono gli animali d'affezione. Ruolo che il Consiglio regionale ha voluto riconoscere con la legge regionale n. 37/2010 che contiene disposizioni per la loro tutela. Tuttavia, quando l'animale muore rientra nella normativa dei sottoprodotti di origine animale disciplinati da regolamenti europei. La disciplina in materia di polizia mortuaria degli animali domestici è carente in Italia e si concentra solo sul trasporto, la sepoltura o l'incenerimento di carcasse di animali generalmente provenienti da allevamenti o da impianti per la macellazione. Pe superare l'impasse normativa, vi sono numerose leggi di settore e la Regione ha disciplinato una serie di interventi: tuttavia il quadro va semplificato e quindi accogliamo questa mozione che ci consentirà di fare chiarezza su questa materia.»

Riguarda il Piano di riqualificazione del Quartiere Cogne di Aosta la mozione del gruppo Pour l'Autonomie approvata all'unanimità ed emendata su proposta dell'Assessore alle politiche sociali. Il testo impegna il Presidente della Regione e l'Assessore competente a relazionare nelle Commissioni competenti rispetto al Piano e a tutti gli interventi che sono previsti nel programma delle opere pubbliche; il Presidente della quinta Commissione "servizi sociali" ad audire il Presidente e il direttore dell'ARER, e, per quanto riguarda il Programma innovativo nazionale per la qualità dell'abitare, il responsabile unico del procedimento, al fine di avere una panoramica degli interventi previsti. Nell'illustrazione il Consigliere Mauro Baccega ha evidenziato: «Abbiamo preso atto del progetto di riqualificazione del Quartiere Cogne, che prevede interventi per una spesa di circa 30 milioni di euro: una programmazione che abbiamo valutato positivamente, che discende da tanti provvedimenti che partono dall'accordo di programma del 2015 tra Regione, Comune di Aosta e ARER, ma è una programmazione che richiede maggiore approfondimento. Voglio anche precisare una novità: l'ARER ha affidato a una Cooperativa sociale il servizio "Dall'abitare al lavoro: ARER e il welfare di comunità". Riguardo alla problematica delle richieste di interventi negli alloggi, ricordo che l'APS, che gestiva il patrimonio del Quartiere del Comune di Aosta, aveva istituito una squadra di pronto intervento: un modo per risparmiare e per dare risposte sollecite. Non si può poi non citare la demolizione dei due grattacieli (più di un milione di spesa), con il ritrovamento di amianto che ritarderebbe i lavori. Ma ciò che ci fa pensare ad un'operazione non completa è il mancato coinvolgimento nel piano del complesso delle Villette degli impiegati: dovrebbe essere l'Ente pubblico a intervenire, atteso che si tratta di edifici tutelati in quanto bene documento. Ma non va tralasciata la questione della sicurezza (mancano riferimenti al completamento degli ascensori delle case Fresia Alte) e ci stupisce il mancato coinvolgimento della riqualificazione dell'edificio Nuova Stura. Ci preme capire il motivo per cui non ci sono piani di intervento di ristrutturazione e di rifacimento di alloggi, nonostante le necessità di rifare bagni, piastrellature, adeguamenti per disabili. A nostro avviso, riqualificare un quartiere significa intervenire su tutti gli edifici, soprattutto dove ci sono condomini misti, in cui i proprietari sono più attenti alla gestione.» L'Assessore alle politiche sociali, Roberto Barmasse, ha dettagliato gli interventi di ristrutturazione che saranno effettuati, «finalizzati da un lato a una riqualificazione strutturale e progettazione, all'altro, all'implementazione di servizi per rafforzare il senso di appartenenza degli abitanti e per migliorarne la qualità della vita». Ha quindi proposto un emendamento alla mozione «i cui contenuti sono condivisibili, perché riconosciamo la valenza strategica rappresentata dal quartiere e vogliamo tenere conto degli investimenti già effettuati

Mozione respinta

L'opportunité de trouver un siège commun aux différentes associations culturelles présentes sur le territoire de la Commune d'Aoste était le thème d'une motion présentée par le groupe Lega VdA et repoussée par le Conseil. «L'échange d'idées entre les associations culturelles devrait être à la base des travaux de recherches, afin qu'on ait une contamination positive entre différentes sensibilités - a dit le Conseiller Erik Lavy en illustrant l'initiative -. Ce concept devrait être à la base de la vie culturelle valdôtaine, la "Maison de la culture valdôtaine" dont on parle depuis bientôt 50 ans sans que jamais elle n’ait vu le jour. Nous engageons le Président de la Région à trouver ce siège commun pour les associations qui ont déjà un siège dans la commune d'Aoste, dans lequel, pour permettre un travail en synergie, un bureau commun devrait être mis à la disposition aussi des autres associations culturelles situées dans toute la Vallée.» Per il Consigliere «non c'è un obiettivo chiaro su questa questione: per noi sarebbe importante impegnarsi a trovare una sede comune per le associazioni culturali già situate ad Aosta in cui comunque potrebbero avere uffici anche le altre associazioni che devono mantenere la loro sede negli altri comuni valdostani, in un'ottica di riorganizzazione e di condivisione di sensibilità diverse.» L'Assessore ai beni culturali, Jean-Pierre Guichardaz, ha concordato sul fatto che «le associazioni culturali contribuiscono a ricordarci le fonti della nostra specialità e svolgono un lavoro preziosissimo di custodi del nostro patrimonio culturale. Nel corso dei numerosi incontri che ho avuto con loro, più che la necessità di una sede fisica, è emersa soprattutto l'esigenza di locali dove ricoverare il proprio materiale e di sedi espositive per valorizzare la loro attività. Non mi sono sembrati interessati ad avere una sede comune a tutte le associazioni, quanto piuttosto ad avere risorse per rifunzionalizzare le sedi esistenti, anche per continuare a radicare la loro presenza sul territorio. Certo, la questione finanziaria è spesso al centro delle interlocuzioni istituzionali tra l’Assessorato e le associazioni e a questo proposito voglio ribadire che noi continuiamo a ritenere fondamentale sostenere le associazioni, malgrado il bilancio regionale abbia subito negli ultimi anni un ridimensionamento importante. Segnalo che stiamo lavorando comunque a una riformulazione delle modalità di contributo e sostegno alle associazioni: sarà importante fare un lavoro di monitoraggio complessivo e approfondito circa le loro attività, sull'impatto che hanno le realtà associative sul territorio e sul ruolo che giocano nella realtà sociale della Valle. E stiamo anche lavorando per creare sempre maggiori sinergie operative con le associazioni che, mantenendo l’autonomia e lo spontaneismo della loro azione culturale, possano diventare sempre più protagoniste della scena culturale valdostana. A proposito del tema della risoluzione, posso dire che insieme all'Assessorato alle finanze, stiamo comunque lavorando per verificare eventuali disponibilità di locali nel caso dovessero servire per le associazioni, non solo quelle riconosciute dalla legge regionale come meritevoli di contribuzioni pubbliche. Ma si tratta di un lavoro lungo e complesso e non possiamo assumere oggi l'impegno di trovare loro delle sedi. Le chiedo quindi di ritirare la mozione, in alternativa ci asterremo.»

 

SC-MM

 

TORNA ALL'INDICE


Comunicato n° 286 del 13 maggio 2021
Interrogazione a risposta immediata sulla nomina della Commissione paritetica

 

Con un'interrogazione a risposta immediata il gruppo Pour l'Autonomie, nella seduta consiliare del 13 maggio 2021, è tornato a chiedere notizie della nomina della Commissione paritetica.

Il Capogruppo Marco Carrel ha chiesto di confermare la veridicità «delle informazioni secondo le quali il Governo italiano avrebbe già comunicato al Presidente della Regione i nomi dei tre componenti di nomina governativa e sarebbe in attesa delle indicazioni da parte del Consiglio Valle in merito ai tre componenti di nomina regionale. Se fosse vero, sarebbe davvero molto grave.»

Il Presidente della Regione, Erik Lavevaz, ha risposto: «La questione è stata oggetto dell'incontro che abbiamo avuto con il Ministro Gelmini: avevamo concordato in quella sede che ci sarebbe stata un'interlocuzione in merito alle nomine, in particolare sugli "skill" delle figure da individuare. Per noi era importante capire se vi fossero nomine di tipo politico o di tipo tecnico da parte del Governo, al fine di fare i nostri ragionamenti. Ad oggi, anche se sono uscite notizie su qualche testata online, questa nomina non è ancora stata fatta a livello nazionale. Noi stiamo affrontando la questione, anche in sede di maggioranza regionale, e ci auguriamo di poter portare le nomine di parte regionale nel prossimo Consiglio.»

Nella sua replica, il Consigliere Carrel ha sostenuto: «Spiace apprendere di questi accordi solo oggi: in quest'Aula abbiamo già affrontato questo argomento e nulla era stato detto. Rimane una certezza: si continua a rimandare e non vorremmo che la mancanza di un accordo nella maggioranza regionale diventi un ostacolo alla nomina di un organo importantissimo per la nostra regione. Questa è una pagina bruttissima della politica valdostana e della nostra autonomia.»

 

SC

 

 

TORNA ALL'INDICE


Comunicato n° 287 del 13 maggio 2021
Interrogazione a risposta immediata sul bilancio 2020 dell'Azienda USL della Valle d'Aosta

 

Con un'interrogazione a risposta immediata il gruppo Lega Vallée d'Aoste, nella seduta consiliare del 13 maggio 2021, ha chiesto chiarimenti sul bilancio 2020 dell'Azienda USL della Valle d'Aosta

In particolare, il Vicecapogruppo Stefano Aggravi, tenuto conto «dell'annuncio relativo alla chiusura con un utile di esercizio» ha voluto «sapere se questo risultato finale sia stato caratterizzato maggiormente dalla riduzione/rallentamento di numerose attività ospedaliere (minore spesa) o dal maggior finanziamento della spesa straordinaria per far fronte all'emergenza pandemica ricevuto dallo Stato e dalla Regione (maggiori entrate).»

L'Assessore alla sanità, Roberto Barmasse, ha risposto: «è nel limitato ma inevitabile rallentamento delle attività ordinarie che vanno ricercate le cause, logiche, del prodursi dell'avanzo di amministrazione dell'Azienda USL. Per far fronte all'emergenza, è stato necessario un incremento della spesa corrente e per i beni di investimento correlati alla pandemia. Per effetto del sostanziale pieno utilizzo delle risorse nazionali e regionali e della presenza di situazioni di accantonamento tecnico, la contabilità specifica Covid, sul 2020, viene a determinarsi in sostanziale equilibrio economico. L'emergenza ha modificato fortemente l'assetto della sanità, comprimendo l'attività ordinaria, come dimostrato dalla riduzione degli introiti derivanti dal pagamento dei ticket sanitari. In generale, la spesa per beni e servizi ha fatto registrare la riduzione direttamente riconducibile al rallentamento dell'attività indotto dalla pandemia

Nella sua replica, il Consigliere Aggravi ha dichiarato: «Da tenere in considerazione il calo della fruizione dell'ospedale tra il 2019 e il 2020 (-18% di ricoveri): un indicatore che rappresenta la situazione ma che, una volta usciti dall'emergenza pandemica, genererà una spesa maggiore. Mi auguro che in prospettiva la programmazione terrà conto di questo carico che ha rallentato una serie di interventi che andavano eseguiti

 

MM

 

 

TORNA ALL'INDICE


Comunicato n° 288 del 13 maggio 2021
Interrogazione sul divieto di ingresso in Valle per raggiungere le seconde case

 

Nella seduta consiliare del 13 maggio 2021, il gruppo Lega Vallée d'Aoste ha posto un'interrogazione per conoscere i dati in base ai quali è stata firmata l'ordinanza che, dal 13 marzo al 24 aprile, ha vietato l’ingresso in Valle d’Aosta ai non residenti per raggiungere le seconde case.

Il Presidente della Regione, Erik Lavevaz, ha riferito che le ordinanze «vengono fatte sulla base di diverse considerazioni: in primis, le determinazioni della Cabina di regia e del Comitato tecnico-scientifico, le ordinanze del Ministero della salute; in secondo luogo, sono approfonditi i dati disponibili a livello regionale e le proiezioni che la Protezione Civile e i referenti dell’USL elaborano sulla probabile evoluzione a breve tempo dell’epidemia sul territorio regionale. Le ordinanze, come sapete, hanno possibilità di manovra molto limitate, non sono ampliative e quindi cerchiamo di adattarle alla realtà regionale.»

«Riguardo alla situazione specifica - ha aggiunto il Presidente - ci trovavamo in una situazione particolare: la Valle d'Aosta era in zona arancione, con la deroga che avevamo inserito di autorizzare gli spostamenti su tutto il territorio regionale, e con regioni vicine - in particolare Piemonte e Lombardia da dove viene la maggioranza dei proprietari di seconde case in Valle - in lockdown duro, con contagi che correvano e con le prime diffusioni delle varianti. Quindi abbiamo considerato che l'invito a recarsi nelle seconde case in Valle d'Aosta sarebbe stato troppo ghiotto per i proprietari che venivano da queste regioni: è stata una decisione sofferta, perché nessuno voleva mettere dei paletti ai proprietari delle seconde case o limiti al turismo in Valle, ma era l'unica via possibile. Un'iniziativa che è stata poi ripresa anche da altre Regioni (Liguria, Provincia autonoma di Bolzano, Toscana). Sono tuttora convinto che sia stata una decisione giusta.»

Il Consigliere Dino Planaz ha replicato: «Da quando ci siamo insediati in quest'Aula, abbiamo visto di tutto e di più. Forse certe criticità sopravvengono a fronte di certe decisioni: se andiamo a vedere il quadro abbiamo mantenuto delle restrizioni per tutelarci e oggi abbiamo delle regioni in una situazione migliore della nostra. Sarebbe meglio fare un ragionamento su ampia scala, rapportandoci con le regioni vicine: bisognerebbe fare più attenzione, abbiamo solo rimandato i contagi senza risolvere i problemi. Siamo sempre più isolati e anche chi deve fare rispettare le regola non ha vita facile.»

La Consigliera Raffaella Foudraz ha aggiunto: «Ci vorrebbe un po' più di chiarezza tra quello che si scrive sui comunicati stampa e quello che c'è sull'ordinanza. La legge non ammette ignoranza, ma se si potesse evitare di generare ulteriore confusione alla confusione sarebbe cosa buona e giusta.»

 

SC

 

 

TORNA ALL'INDICE


Comunicato n° 289 del 13 maggio 2021
Interrogazione sul progetto di elettrificazione dell'Ivrea-Aosta

 

Nella seduta consiliare del 13 maggio 2021, il gruppo Lega Vallée d'Aoste ha interrogato la Giunta regionale per sapere se alle trattative per l'inserimento del progetto di elettrificazione del tratto ferroviario Ivrea/Aosta nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) siano stati coinvolti tutti i componenti la Giunta, il Presidente della Regione e il Senatore Lanièce.

Il Presidente della Regione, Erik Lavevaz, ha riferito: «L'elettrificazione della tratta è parte del programma di Legislatura ed è stato riproposto nel DEFR. L'Assessore Minelli si è attivata cercando le interlocuzioni col Ministero e RFI, tenendo sempre informata la Giunta. Ritengo abbia operato correttamente per il raggiungimento dell'obiettivo. E il risultato è molto positivo per la Valle d'Aosta e ancor di più per RFI, che si è visto inserire risorse relative a impegni con lo Stato che avrebbe dovuto onorare negli anni successivi. Dell'inserimento nelle schede del PNRR ne siamo venuti a conoscenza dalla conferenza stampa della Deputata

Il Consigliere Luca Distort ha replicato: «Riconosco al Presidente abilità nel gestire questa interrogazione insidiosa, ma va detto che non è entrato nel merito dei quesiti. Questa iniziativa è nata da un comunicato stampa in cui l'Assessore Minelli, nei ringraziamenti, ha elencato puntualmente gli interpreti dell'obiettivo raggiunto. Pare, in questo modo, essersi trattata di una battaglia privata, di una precisa forza politica e dei suoi vicinissimi sostenitori. Si profilano allora due alternative, che costituiscono i due lemmi del cosiddetto "dilemma cornuto", inteso nell'accezione secondo la quale qualunque sia la risposta, si incorre in una situazione critica: se è vero che il risultato dell'elettrificazione è un merito da cui sono esclusi la Giunta, il Presidente Lavevaz e il Senatore Lanièce, allora questi restano col cerino in mano; altrimenti, se il merito è anche della Giunta, del Presidente e del Senatore, l'obiettivo di spendere 81 milioni di euro per una linea che risparmia l'1% di emissioni e 30 secondi sui tempi di percorrenza tra Aosta e Chivasso, è condiviso da tutto il Governo regionale e dalle forze politiche che lo rappresentano. Queste le condizioni critiche e, trattandosi di dilemma, o è vera un'ipotesi o è vera l'altra: tertium non datur. Chiedo infine di far pervenire alla Commissione competente le schede ufficiali del PNRR

 

MM

TORNA ALL'INDICE


Comunicato n° 290 del 13 maggio 2021
Interrogazione sullo sviluppo dei collegamenti intervallivi e sulle stazioni minori gestite da Monterosa Spa

 

Con un'interrogazione posta nella seduta consiliare del 13 maggio 2021, il gruppo Lega Vallée d'Aoste è tornato a porre l'accento sui piccoli comprensori sciistici valdostani, soffermandosi su quelli di Antagnod, Weissmatten, Champorcher e Estoul-Palasinaz, rispetto ai quali ha voluto sapere se il Governo regionale abbia fornito direttive alla società Monterosa finalizzate allo sviluppo della società nei settori dei collegamenti intervallivi e delle stazioni minori.

L'Assessore allo sviluppo economico, Luigi Bertschy, ha riferito: «Le direttive che vengono date per lo sviluppo in generale del settore rivengono alle normative regionali, al DEFR, alle risoluzioni, agli ordini del giorno e alle mozioni approvati in Aula. Riguardo ai collegamenti intervallivi, rimando ai contenuti dei DEFR 2020-2022 e 2021-2023: dare corso agli studi di fattibilità tecnico economica, definendo costi, cronoprogrammi, autorizzazioni e finanziamenti. Questa è la linea di indirizzo data

«Per i piccoli comprensori sciistici, l'indirizzo a tutte le società è stato quello di lavorare al mantenimento.  Va considerato che la stagione sciistica annullata a causa del Covid ha fermato la programmazione e i piani di sviluppo delle società - ha proseguito l'Assessore Bertschy -. Una volta avuta risposta definitiva sugli indennizzi di cui anche le società degli impianti a fune potranno disporre, potrà riprendere la programmazione e la definizione dei piani di sviluppo. La Monterosa, rispetto ad altre, ha ancora più piccole stazioni da gestire e sviluppare: la società si è attivata con un proprio studio e, rispetto alla petizione su Weissmatten, si è dato corso agli impegni: la revisione della seggiovia e dello skilift, e soprattutto l'elaborazione di una legge per il mantenimento dei piccoli comprensori. Al proposito, stiamo lavorando a un documento da fornire ai gruppi consiliari per ragionare insieme sulla redazione di questa norma. Il sostegno si traduce in un sostegno in spesa corrente, da sviluppare recuperando risorse in bilancio e che faranno parte di questa iniziativa legislativa su cui contiamo di poterci confrontare presto, anche approfondendo iniziative simili assunte da altre Regioni

Il Consigliere Erik Lavy ha sottolineato: «Da oggi in poi, data la risposta, chiamerò l'Assessore Ponzio Pilato. Si lasciano le Partecipate fare ciò che vogliono e poi noi Consiglieri dobbiamo correre per riparare i danni compiuti. Qual è la linea del Governo Lavevaz sui collegamenti intervallivi e sulle piccole stazioni? Davvero il mantenimento delle piccole stazioni è messo a rischio dalla stagione sciistica mancata a causa del Covid? Non avete linee di indirizzo chiare a monte e continuate a non fare nulla. Voi ve ne lavate le mani

 

MM

TORNA ALL'INDICE


Comunicato n° 291 del 13 maggio 2021
Interpellanza sul fabbisogno di personale dipendente della Regione

 

Con un'interpellanza presentata nella seduta consiliare del 13 maggio 2021, il gruppo Lega Vallée d'Aoste ha voluto fare il punto sul fabbisogno di personale dipendente dell'Amministrazione regionale.

«Anche nel DEFR 2021-2023 - ha affermato il Vicecapogruppo Stefano Aggravi -, si richiama tra gli obiettivi per l'evoluzione dell'Amministrazione regionale quello della revisione della legge regionale n. 22/2010 sul personale regionale e degli enti del comparto unico, nell’ottica di agevolare la costruzione di modelli organizzativi innovativi. Ci chiediamo allora a quanto ammonti oggi il fabbisogno in termini di risorse (e relativa spesa pubblica) e quali procedure di reclutamento verranno promosse nel corso del 2021. Quali le tempistiche e le modalità di aggiornamento, per l'anno 2021, del piano triennale 2019-2021 delle modalità di reclutamento del personale dipendente dell'Amministrazione regionale? Vorremmo anche sapere se le valutazioni in termini di fabbisogno del personale e di aggiornamento del piano triennale terranno conto dell'evoluzione della macchina amministrativa, alla luce del prospettato potenziamento delle politiche di digitalizzazione e sviluppo del lavoro agile. Infine, seguendo quali linee caratterizzanti e con quali tempistiche la Giunta pensa di giungere alla riforma della legge regionale n. 22/2010?»

Il Presidente della Regione, Erik Lavevaz, ha riferito che «il fabbisogno di personale dell’Amministrazione regionale, relativamente alle categorie, dal 2019 a oggi, è il seguente: 39 posti da ricoprire, corrispondenti a un costo totale annuo pari a 1,7 milioni di euro nel 2019; 97 posti per 4,1 milioni di euro nel 2020; 72 posti per 2,9 milioni di euro nel 2021. Il fabbisogno relativamente alla qualifica unica dirigenziale prevede, a oggi, la copertura di 7 posti per un costo annuo di 784.931 euro. Il piano delle procedure concorsuali per l’anno 2021 è stato sottoposto all’esame della Giunta regionale e trasmesso al Consiglio permanente degli enti locali per il relativo parere, a seguito del quale sarà oggetto di approvazione definitiva.»

«Il piano triennale con la previsione del fabbisogno di personale - ha proseguito il Presidente - sarà aggiornato, presumibilmente entro la prima metà del mese di agosto 2021. Il piano sarà redatto considerando le cessazioni effettivamente intercorse fino ad agosto e quelle programmate fino al 31 dicembre 2021. Le valutazioni terranno conto delle reali necessità dei singoli Dipartimenti sulla base delle possibilità assunzionali previste dalla legislazione in vigore, anche in termini di spesa, valutando il necessario processo di digitalizzazione intrapreso dall’Amministrazione regionale, che è stato, tra l’altro, previsto come obiettivo dirigenziale per l’anno 2021. Il lavoro agile sarà oggetto di approfondito esame, anche alla luce delle nuove norme approvate a livello statale, e sarà disciplinato dal Piano organizzativo per il lavoro agile. Infine, la riforma della legge regionale 22/2010 è un obiettivo molto ambizioso che richiede un'analisi approfondita di tutto il comparto con l'obiettivo di rendere l'apparato pubblico più efficace ed efficiente e capace di rispondere alle attese della comunità. Non nascondo che su questo dobbiamo ancora partire. È difficile dare oggi delle tempistiche precise su di una materia così complessa che deve tenere conto di tanti fattori.»

Il Consigliere Aggravi ha apprezzato «l'onestà sulle tempistiche della riforma. Il fatto di considerare tutto il fabbisogno del comparto, compresi gli enti locali, sarà fondamentale, per quanto il tutto dovrà garantire un equilibrio di spesa sia a livello centrale che periferico, pensando che la spesa per il personale fagocita risorse importanti, che poi vengono sottratte agli interventi a favore dei cittadini. Mi auguro che si lavori in sinergia anche con la riforma degli enti locali per non lavorare a compartimenti stagni, così come spero che si cerchi di fare chiarezza sulla querelle della validità del titolo di francese.»

I lavori sono conclusi. Il Consiglio si riunirà nuovamente mercoledì 26 e giovedì 27 maggio 2021.

 

SC

 

TORNA ALL'INDICE