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Riunione del Consiglio regionale del 16, 17, 18 e 19 dicembre 2019

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Comunicato n° 735 del 13 dicembre 2019
Adunanza ordinaria del Consiglio regionale

Il Consiglio regionale è convocato in sessione ordinaria lunedì 16, a partire dalle ore 15.00, e da martedì 17 a giovedì 19 dicembre 2019, a partire dalle ore 9.00, per discutere un ordine del giorno incentrato principalmente sui documenti di bilancio della Regione per il triennio 2020-2022.

In discussione ci saranno infatti il documento di economia e finanza regionale e i disegni di legge di stabilità regionale, le sue disposizioni collegate e il bilancio di previsione finanziario della Regione per il triennio 2020-2022, su cui relazioneranno il Consigliere Pierluigi Marquis (SA) per la maggioranza e il Consigliere Stefano Aggravi (Lega VdA) per l'opposizione.

I Consiglieri tratteranno anche il disegno di legge per il riconoscimento dei debiti fuori bilancio della Regione, su cui relazionerà il Consigliere Luca Bianchi (UV) e due relazioni della Sezione regionale di controllo della Corte dei conti: una sul bilancio di previsione della Regione Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste per gli esercizi finanziari 2018-2020, l'altra sul controllo della legittimità e della regolarità della gestione speciale della Finaosta Spa per il periodo 2013-2017, con specifico riferimento all'indebitamento, ai sensi delle leggi regionali n. 40/2010 e n. 13/2014.

All'ordine del giorno figurano poi quattro interrogazioni a risposta immediata: il gruppo ADU-VDA vuole conoscere gli interventi per dirimere le differenze contrattuali delle educatrici professionali rispetto al personale regionale, mentre il gruppo Lega Vallée d'Aoste tratta delle strategie poste in essere dall'Amministrazione regionale per risolvere alcune criticità nella corresponsione degli assegni familiari al comparto scolastico.

Le altre due iniziative riguardano recenti notizie di cronaca: una, del gruppo Mouv', chiede quali siano le decisioni assunte dal Presidente della Regione e da diversi Assessori regionali in merito al rassegnare le dimissioni dalla carica; l'altra, a firma del Movimento 5 Stelle, si interroga sul ricevimento da parte del Presidente della Regione di un avviso di garanzia inerente le indagini sulle tornate elettorali politiche e regionali del 2018.

L'Aula tratterà poi la proposta di razionalizzazione periodica delle partecipazioni pubbliche ai sensi del decreto legislativo n. 175/2016, con individuazione delle partecipazioni da mantenere e da razionalizzare, oltre alla fissazione degli obiettivi specifici sul complesso delle spese di funzionamento delle società controllate.

All'ordine del giorno risultano anche altri 65 oggetti, la cui discussione è stata rinviata dalla scorsa adunanza del 2 e 3 dicembre.

I lavori dell’Assemblea saranno trasmessi in diretta sul sito del Consiglio regionale (www.consiglio.vda.it), sul canale YouTube del Consiglio (www.youtube.it/user/consvda) oltre che sul canale televisivo TV Vallée (canale 15 del digitale terrestre).

 

MM

 

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Comunicato n° 740 del 16 dicembre 2019
Iniziati i lavori sulle dimissioni dei Consiglieri Fosson, Viérin, Borrello e Bianchi

 

Nel pomeriggio di oggi, lunedì 16 dicembre 2019, la Presidente Emily Rini ha aperto i lavori del Consiglio regionale con all'ordine del giorno, come deciso dalla Conferenza dei Capigruppo, la presa d'atto delle dimissioni dei Consiglieri Antonio Fosson, Stefano Borrello e Laurent Viérin dalle cariche di Presidente della Regione e di Assessori oltre che l'accettazione delle dimissioni dalla carica di Consigliere regionale fatte pervenire da Antonio Fosson, Laurent Viérin, Stefano Borrello e Luca Bianchi.

La Presidente Rini ha letto la lettera trasmessa da Luca Bianchi a motivazione delle sue dimissioni da Consigliere: «J'ai trop de considération pour l'Institution et la communauté que j'ai eu l'honneur de représenter pendant ces années - ha scritto Bianchi - et je ne peux pas accepter que la Vallée d'Aoste puisse souffrir de cette situation, tout en réitérant ma bonne foi que j'espère pouvoir démontrer auprès des instances compétentes, avec le sentiment de n'avoir commis aucun manquement et repoussant toute accusation. Je désire remercier mes collègues de Mouvement et tous les Conseillers régionaux ainsi que les dirigeants et les fonctionnaires du Conseil régional et de la Région pour leur collaboration.»

Stefano Borrello, intervenuto in Aula, ha detto: «Credo sia importante essere qui: ritengo opportuno il mio passaggio nell'Aula consiliare, per comunicare di aver ricevuto notifica di garanzia in ordine alle ipotesi di reato di cui avete avuto notizia in questi giorni. Mi ritengo, in coscienza, estraneo a ogni reato. Sono e resto sereno: sono certo di aver operato nel rispetto delle leggi, improntando il mio vissuto nel segno dell'onestà e della legalità. Per quanto riguarda il procedimento giudiziario, ritengo opportune queste indagini e questi approfondimenti della Procura su tematiche così delicate: esprimo massima fiducia nella magistratura, auspicando che possa fare chiarezza al più presto per la mia onorabilità personale e politica. Rassegno le mie dimissioni per il rispetto delle Istituzioni e per la responsabilità nei confronti dell'Amministrazione, affinché il Consiglio regionale in piena autonomia effettui le proprie valutazioni politiche, a tutela della Valle d'Aosta e dell'Amministrazione.»

Antonio Fosson, nella sua lettera di dimissioni da Consigliere regionale, ha scritto: «Nel ribadire con forza la mia totale estraneità rispetto ai fatti di cui ho avuto lettura negli ultimi giorni sui giornali e per onorare quel senso di responsabilità anche politica che ho sempre perseguito e anche per salvaguardare la mia personale dignità, profondamente ferita dalle infamanti ipotesi che mi vengono formulate, con la presente rassegno le mie dimissioni da Consigliere regionale. Amareggiato, non riuscirei più a svolgere un ruolo politico. In poco tempo si può distruggere una persona senza ricordare tutto quello che ha fatto nella sua vita e come l'ha fatto. Depongo ancora una volta la massima fiducia nella giustizia, nella magistratura e nell'operato delle forze dell'ordine. Lascio ai miei avvocati di entrare nel merito dei fatti e dei rilievi che mi sono addebitati quando avranno conoscenza del contenuto delle indagini espletate, con la speranza che tutto si chiarirà in breve tempo. Ringrazio chi mi ha aiutato in quest'anno: il mio Governo, la mia maggioranza, tutti i dirigenti, funzionari, il personale regionale e, in modo particolare, la mia famiglia. Ringrazio anche le numerosissime persone che in questi ultimi giorni mi hanno manifestato la loro stima e solidarietà.»

Dans sa lettre de démissions, Laurent Viérin a écrit: «Les récents événements qui ont concerné le monde politique valdôtain et qui ont touché, malgré moi, aussi ma personne, me portent à prendre la décision de présenter ma démission et du Gouvernement valdôtain et du Conseil de la Vallée. Et ce, tout en ayant pleine conscience d'être en bonne foi et hors de cause par rapport aux implications et interprétations y afférentes. Interprétations qui n'ont rien à voir avec mes principes, mes valeurs et idéaux, que j'ai respectés, observés et auxquels j'ai cru pendant toute ma vie. Après plus de 20 ans d'activité administrative dans ma Commune d'abord et au sein du Conseil de la Vallée et du Gouvernement valdôtain ensuite, activité menée avec profond respect des règles et des Institutions, sans bavures, et sous le signe de la légalité, ces épisodes, qui n'appartiennent pas à ma culture et avec lesquels je n'ai rien à partager, m'ont profondément touché, tout comme la médiatisation qui en est suivie. Ainsi, afin de séparer l'action administrative de ces épisodes et pouvoir défendre, sans conditionnements de sorte, ma dignité, ma personne, le Mouvement au sein duquel je milite et, en même temps, protéger les Institutions que j'ai eu l'honneur de représenter pendant ces années, je présente et ma démission de la fonction d'Assesseur au tourisme, sport, commerce, agriculture et biens culturels au sein du Gouvernement valdôtain et ma démission de Conseiller régional. Je remercie tous les collaborateurs et toutes les personnes qui, pendant toutes ces années, ont travaillé à mes côtés et qui ont cru dans les projets de développement et d'essor de notre communauté, projets que j'ai promus avec passion, énergie et enthousiasme. Merci à tous les collègues du Gouvernement et du Conseil de la Vallée, avec lesquels, dans ces années j'ai partagé une intense activité administrative et des actions politiques, que ce soit de majorité ou d'opposition, toutes toujours menées avec le plus profond respect réciproque. Merci, enfin, à ma famille, aux amis qui me sont proches, aux collègues du Mouvement et à toutes les personnes qui, tout en soulignant leur estime, m'ont témoigné, dans ces jours, leurs solidarité et affection. Vous me donnez la force, avec mes principes, de me battre pour faire ressortir la vérité.»

SC

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Comunicato n° 741 del 16 dicembre 2019
Accettate le dimissioni dei Consiglieri Fosson, Viérin, Borrello e Bianchi

 

Nella seduta del 16 dicembre 2019, il Consiglio Valle, dopo un ampio e articolato dibattito, ha preso atto delle dimissioni dei Consiglieri Antonio Fosson, Stefano Borrello e Laurent Viérin dalle cariche di Presidente della Regione e di Assessori, dando atto che la Giunta regionale, la cui Presidenza è assunta dal Vicepresidente Renzo Testolin il quale assume anche ad interim le cariche assessorili, continui in prorogatio ad assicurare l'ordinaria amministrazione, fatta salva l'adozione degli atti indifferibili ed urgenti, fino all'elezione del nuovo Presidente della Regione e della nuova Giunta (il termine massimo per l'esercizio dell'ordinaria amministrazione da parte della Giunta è di 60 giorni, decorsi i quali si verificherà ex lege lo scioglimento funzionale del Consiglio regionale, ove non siano eletti il nuovo Presidente della Regione e la nuova Giunta). Il Consiglio ha altresì accettato all'unanimità le dimissioni dalla carica di Consigliere regionale di Fosson, Viérin, Borrello e Luca Bianchi, rinviando a successiva adunanza consiliare la convalida dell'elezione dei nuovi Consiglieri subentranti, non appena conclusi gli adempimenti relativi all'esame della condizione degli eletti, ai sensi della legge regionale 7 agosto 2007, n. 20.

Il dibattito in Aula

La Presidente del Consiglio Valle, Emily Rini, ha aperto la discussione in Aula con un invito «al senso di responsabilità che ogni eletto ha il dovere di onorare al di là della propria appartenenza politica. L'unico punto urgente e indifferibile per i cittadini, le imprese e gli enti locali è l'approvazione del bilancio regionale. Un'approvazione che dobbiamo compiere in maniera condivisa: chiedo pertanto che l'atto possa tornare immediatamente all'attenzione della Commissione consiliare competente, al fine di raggiungere un'intesa sul suo contenuto che sia il più condivisa possibile da tutte le forze politiche presenti in quest'Aula.»

La Presidente Rini è quindi intervenuta a nome del suo gruppo: «A seguito degli sviluppi emersi nei giorni scorsi in riferimento all'inchiesta, per il Front Valdôtain sono venuti meno i presupposti per continuare a sostenere questa maggioranza, alla quale l'unica alternativa credibile e sostenibile, a questo punto, è il ritorno alle urne. Questo per evitare che ci siano delle ombre sulle libere elezioni nella nostra regione. Beninteso, ci tengo a sottolineare come le indagini su un presunto scambio elettorale politico-mafioso in Valle siano ancora in una fase embrionale: stiamo parlando di avvisi di garanzia, quindi nemmeno di avvisi di conclusione indagini né tantomeno di richieste di rinvio a giudizio, per cui il procedimento penale non è nemmeno ancora incardinato. Per questa ragione, ringrazio per il senso di responsabilità dimostrato i colleghi che hanno rimesso il proprio mandato per poter essere sereni e per potersi difendere nelle sedi opportune, che ricordo a tutti non essere quest'Aula, dove spero che i toni rispettino le persone e le loro storie personali. Il dato politico da trarre, però, è sicuramente quello che non si deve e che non si può fare finta che nulla sia accaduto, per le conseguenze politiche che questa vicenda inevitabilmente implicherà.»

Il Capogruppo della Lega Vallée d'Aoste, Andrea Manfrin, ha osservato: «Il lavoro che abbiamo portato avanti in questi mesi è stato cancellato e soppiantato dalle vicende che oggi necessariamente trattiamo, in una situazione né politicamente né istituzionalmente sostenibile. La Lega può guardare negli occhi i cittadini perché ha mantenuto la direzione che aveva intrapreso scegliendo di non allearsi con le forze politiche che hanno portato alla dissoluzione della nostra Regione, non piegandosi all'offerta di poltrone e vantaggi. Il Governo Fosson è stata una parentesi tra un arresto e una serie di avvisi di garanzia. Sarebbe incredibile anche solo abbozzare l'idea di continuare con "maggioranze salciccia" create soltanto per sopravvivere. Sarebbe incredibile soprattutto dopo quanto emerso dalle intercettazioni riportate sugli organi di informazione. Come possiamo pensare che il Presidente Prefetto, Assessori e Consiglieri abbiano proseguito la loro attività pur sapendo di essere coinvolti in questa indagine? Ne va dell'autonomia gestionale di quest'organo, della serenità gestionale degli eletti: come possiamo assumere decisioni per il bene dei valdostani sapendo che i risultati elettorali possono essere stati falsati? A fronte di un'inopportunità politica e istituzionale, nonché di un vulnus nella composizione di questo Consiglio, chiediamo di restituire democraticamente la parola ai cittadini, di tornare alle urne per eleggere, finalmente, liberamente i propri rappresentanti.»

La Consigliera Manuela Nasso (M5S) ha sostenuto che «non bisogna cercare un solo colpevole, che è quello che viene messo in prima pagina. Altrettanto colpevoli sono quei cittadini che vendono il proprio voto, una libertà fondamentale e conquistata con fatica: occorre lavorare per recuperare il rispetto per le Istituzioni e per la democrazia, a ogni livello. Mi crea imbarazzo l'idea che i colleghi sapessero da settimane, se non mesi, di essere indagati: in queste condizioni come ha potuto il Presidente della Regione operare con serenità, rispondere alle interrogazioni, affrontare i lavori di quest'Aula anche sul tema della mafia? È un comportamento scorretto e inquietante, che non può essere corretto da una presa di distanza. Possiamo tornare al voto anche domani, ma dobbiamo avere ben chiaro che questa non è la cura: bisogna investire sulla cultura della legalità, perché il sistema mafioso non viene combattuto con il ritorno alle urne, ma con la formazione e l'informazione.»

Anche il Capogruppo di Mouv', Stefano Ferrero, ha invocato le urne: «A noi Consiglieri spetta un processo politico ad un sistema collaudato da decenni. Poco importa quale sarà l'esito delle indagini, se ci saranno condanne o assoluzioni; ciò che importa è che la frequentazione dei politici con certi personaggi è inammissibile, inaccettabile, per una democrazia. Nessuno vuole crocifiggere nessuno, ma oggi si confrontano due visioni politiche contrapposte: una ha portato al disastro attuale, l'altra appartiene a persone che sono state derise per aver denunciato certi metodi. In Valle d'Aosta tutti sono i benvenuti, ma se qualcuno arriva per delinquere deve andarsene immediatamente, e non è una questione etnica. Le elezioni sono indispensabili, ma non risolveranno l'inquinamento della politica valdostana e del contagio 'ndranghetista. Ora siamo chiamati ad un'opera di responsabilità: non possiamo lasciare la Regione senza un bilancio, non possiamo far pagare i cittadini e le Amministrazioni comunali; ma il bilancio che sarà approvato non sarà di certo quello della 'ndrangheta. C'è un sistema intero da cambiare, a partire dalle società partecipate regionali, che devono diventare un motore per l'economia valdostana. Dobbiamo rimuovere questi ostacoli: ci vuole coraggio, sempre tenendo la guardia alzata.»

«Questo Governo - ha evidenziato il Consigliere Stefano Aggravi (Lega VdA) - era iniziato con l'auspicio di inaugurare un nuovo percorso: possiamo dire che quel cammino è finito, e malamente. Personalmente sono entrato in quest'Aula con lo spirito del buon amministratore, in maggioranza come all'opposizione: oggi parlo come valdostano disperato, preoccupato e deluso. Rendo l'onore delle armi a chi ha avuto la coerenza di venire in Aula per portare le proprie dimissioni: non tutti l'hanno fatto, mentre occorrono dei chiarimenti che diano credibilità alle istituzioni e all'azione della stessa maggioranza. È nostro dovere approvare il bilancio regionale, che è il cuore amministrativo di quest'Aula: ma come possiamo partire da quel progetto? Dobbiamo trovare una soluzione rapida per dare continuità amministrativa e istituzionale: chiedo alla maggioranza che tipo di disponibilità metterà in campo verso questo confronto. Torniamo quindi al voto, che non risolverà tutto perché nessun sistema è immune dalle infiltrazioni: ma dobbiamo ridare la parola ai valdostani, dopo aver garantito l'amministrazione della Regione, perché è l'unico modo per difendere la legalità e la nostra autonomia.»

La Consigliera Maria Luisa Russo (M5S) ha detto: «Il Movimento 5 Stelle aveva denunciato la presenza di infiltrazioni mafiose nelle nostre istituzioni già nel 2013. Ma in pochi ci hanno creduto, in tanti ci hanno deriso. Il voto di scambio e il sistema clientelare rendono schiavi e complici: la vicinanza e la collusione tra la 'ndrangheta e diversi politici coinvolgono i cittadini in questo circolo vizioso. La denominazione "Egomnia" dell'indagine in corso ben esprime anche la tracotanza dei colleghi che non hanno fatto menzione degli avvisi di garanzia, violando il primo dovere degli amministratori nei confronti della cittadinanza. Il futuro ci dirà se ci sarà un processo, se ci saranno condanne, ma non servono processi per condannare quei rappresentanti delle istituzioni che hanno cercato contatti e voti con 'ndrangheta. Dobbiamo affrontare questa situazione con il più alto senso di responsabilità che ognuno può trovare in se stesso, evitando spot elettorali ed eccessiva semplificazione.»

Per la Consigliera di ADU-VdA Daria Pulz, «il voto di scambio è un atto di prostituzione, che può facilmente attecchire in politica se il politico non ha un rigore deontologico personale e il suo partito non lo supporta abbastanza. Ci sono comportamenti inopportuni da evitare e i politici non possono far finta di non conoscere certi ambienti, così come bisogna resistere a qualsiasi pressione. Questa è una questione di libertà, che per me è un valore assoluto. Sarò estremista, ma nutro un odio profondo per chi chiede il voto: se la gente ritiene che abbiamo degli strumenti validi per poterla rappresentare, allora ci può votare senza che chiediamo nulla. Il voto di scambio, invece, è l'esatto opposto, è vergognoso e indegno. Questa situazione è surreale e ora ci attendono mesi di stallo nei lavori di questo Consiglio, con tutti i problemi urgenti che, invece, dobbiamo affrontare. L'unico aspetto che ci consola è che nessuna riforma di sistema sarà possibile con un Consiglio così delegittimato, in particolare la proposta di Bertin-Minelli verso una pericolosa svolta iper-presidenzialista. Trovo sconcertante che gli autonomisti continuino a ripetere come un mantra che il Presidente-Prefetto è una peculiarità irrinunciabile della Valle: il nostro Statuto è vecchio di 70 anni e può essere cambiato, soprattutto alla luce di quanto successo. Bisogna separare i poteri affinché si controllino a vicenda.» La Consigliera ha quindi lanciato un appello: «Il bilancio va approvato adesso, anche se non è perfetto: non si può abbandonare a se stessi 74 Comuni, abbiamo il dovere di occuparci dei cittadini valdostani subito. Dopo, potremo rassegnare tutti le dimissioni e andare al voto per il rispetto delle istituzioni. Per questo Natale auguro alla Valle una sola cosa: uscire dalla schiavitù in cui è stata ridotta dal clientelismo; auguro di rialzare la testa e la schiena, di ritrovare una sua dignità. Noi siamo una goccia nell'oceano, ma una goccia limpida.»

Le Conseiller de la Lega VdA Roberto Luboz a dit que «il ne fallait pas une grande imagination pour penser à la fin de cette "alchimie chromatique" qui a été à la base de cette majorité, au moment où Rete Civica est entrée dans une coalition qui a porté à une "nuit valdotaine" habitée par des "revenants" dont nous ne sentions pas le désir. Le problème est que le rouge et le noir de nos drapeaux, dont nous étions fiers, sont devenus pâles dans nos cœurs: notre idéologie et notre culture ont disparu. Vous avez jeté la Vallée d'Aoste dans les déchets.» E ha aggiunto: «Abbiamo subìto la vita di una maggioranza machiavellica, che puntava solo a non morire e ha agito senza alcuno scrupolo, pur di salvare la poltrona. E adesso ha scelto l'harakiri: stanno emergendo fatti che avranno bisogno di tempo, energie e forza per essere combattuti. Credibilità, responsabilità, serietà e coscienza sono state barattate per connivenza e clientelismo. Come potremo "resurgir"? Condannando politicamente e senza appello tutto questo, e cercando di nuovo il nostro orgoglio. La fiducia è stata minata in maniera disonorevole e ignobile: forse dovremmo listare a lutto le bandiere del palazzo regionale.»

Il Vicecapogruppo dell'UV, Giovanni Barocco, ha posto l'accento «sulle dimissioni dei Consiglieri di maggioranza, un gesto che oggi appare scontato, ma che invece va messo in evidenza per il suo valore. L'onore delle armi non lo concedo invece al Presidente Fosson e a lui rivolgo queste parole: non è così che si fa, torni a bordo, si assuma le sue responsabilità e affronti la situazione mettendoci politicamente la faccia. Non ci vogliamo ergere a giudici, ma facciamo politica e dobbiamo condividere le decisioni. L'assenza di Fosson però non ci permette un dibattito sereno. Queste vicende acuiscono maggiormente la sfiducia profonda nei confronti della politica dei cittadini, che ormai non capiscono più nulla. Noi a questo distacco, a questa delusione, dobbiamo porre un freno: credo che donne e uomini della nostra autonomia abbiano ancora la forza per risolvere questi problemi. La politica tutta deve chiedere scusa agli elettori per l'incapacità di dialogo e di costruire progetti per il bene della Valle d'Aosta, per il tempo perso, per la tristezza di questi giorni. Io chiedo scusa per questo spettacolo senza applausi e mi dichiaro disponibile a risolvere queste criticità, senza pensare a schieramenti politici. Il mondo autonomista deve dare la prova di saper gestire l'autonomia e di meritarla. Io ritengo che in quest'Aula ci sia ancora la capacità di dimostrare che i valdostani sanno dialogare e trovare soluzioni. L'UV non ha paura delle elezioni, ma prima mettiamo in sicurezza il bilancio: lo dobbiamo alla nostra comunità. Sul come riusciremo a farlo, ci giochiamo la nostra credibilità e la nostra faccia.»

Per il Consigliere del M5S Luciano Mossa, «la buona amministrazione è quella che gestisce il bene pubblico per migliorare il benessere di tutti i cittadini valdostani e non a favore di poche cosche malavitose. Se non fossero emersi questi gravi fatti, saremmo qui a votare una legge di bilancio prodotta da persone influenzate dalla malavita. Le accuse che leggiamo sono pesantissime e le prove sembrano schiaccianti: oltre a chi si è dimesso, ci sono altri che dovrebbero fare ugualmente un passo indietro, perché altrettanto coinvolti in questi rapporti con le 'ndrine, senza aspettare ulteriori avvisi di garanzia. Anche chi ha richiesto sostegno alla "locale", magari venendo respinto, ha le stesse identiche responsabilità di quelli che invece hanno ricevuto sostegno da quest'ultima, così come ha gravi responsabilità chi ha beneficiato dei voti della malavita garantendo in cambio posti di lavoro. Siamo stati eletti per legiferare: invece, puntualmente, siamo qui a prendere atto di scandalosi fatti di cronaca che ci mostrano agli italiani non come la meravigliosa regione turistica che dovremmo essere ma come una delle più corrotte regioni della nostra penisola nonostante le nostre piccole dimensioni.»

Per il Consigliere Paolo Sammaritani (Lega VdA), «la politica deve riappropriarsi di credibilità, di dignità e di coerenza, ma non a correnti alterne. I nostri cittadini sono delusi perché hanno capito che da sola la politica non ce la fa e deve intervenire la magistratura. Per uscire dal pantano e smetterla con le manovre di palazzo la soluzione è una: quando ci sono troppi problemi complessi, bisogna tornare ai principi; in questo caso, ridare voce agli elettori. Recuperiamo un minimo di dignità per proporci ai cittadini con una faccia presentabile ed evitare il più possibile l'astensionismo, perché meno si vota e più è facile condizionare le elezioni, anche con infiltrazioni molto pericolose. Spero in un sussulto di orgoglio e che si ridia la parola agli elettori valdostani.»

«Non avremmo mai pensato che anche la Valle d'Aosta potesse essere toccata da situazioni come questa, che spesso vediamo a livello nazionale - ha sottolineato il Capogruppo di Stella Alpina, Pierluigi Marquis -. Sicuramente siamo di fronte a una fase embrionale, e le dimissioni dei nostri colleghi non sono scontate: è un gesto importante, che testimonia la volontà di salvaguardare l'istituzione e di permetterci di lavorare. Si è attivato quel "frullatore mediatico" che sembra aver già concluso il processo ed espresso una condanna definitiva: è qualcosa che posso raccontare forte della mia terribile esperienza personale, quando tante pagine sono state scritte per qualcosa che si è concluso poi con un'archiviazione. E nessuno riabilita i soggetti che subiscono una cosa di questo genere. Esprimo solidarietà ai colleghi, quindi: pur rendendomi conto della stanchezza, però, credo che sarebbe stato giusto che il Presidente Fosson fosse oggi in Aula per affrontare la difficoltà che tutti insieme stiamo vivendo. Non ci sono vincitori né vinti, perché nessun movimento è detentore della purezza o dell'opacità. Ora c'è bisogno da parte di tutti di operare per mettere in sicurezza la nostra autonomia, approvando il bilancio, prima di lasciare eventualmente la parola agli elettori. Confrontiamoci con coscienza, per non creare ulteriori difficoltà alla nostra Regione.»

La Consigliera Chiara Minelli (RC-AC) ha stigmatizzato «l'aver tenuti nascosti per settimane gli avvisi di garanzia. Ci sentiamo sconcertati, ma non possiamo dirci sorpresi. Il mercato delle preferenze e il voto di scambio sono mali antichi e radicati. Le denunce e l'impegno di molti cittadini e associazioni sono stati un grido d'allarme inascoltato da parte della politica; si sono così permesse le infiltrazioni e oggi è messa in discussione la credibilità della nostra autonomia. La principale responsabilità è proprio di quelle forze che si dicono autonomiste. Non è però sufficiente una reazione emotiva: deve essere strutturata. La questione non è solo giudiziaria, è culturale e politica. Politica perché il sistema di regole e norme, di istituzioni e strutture pubbliche si scopre fragile in particolare per il sistema elettorale che permette ribaltoni e instabilità; culturale perché non possiamo rilevare che un certo modo di far politica, quello del "fine che giustifica i mezzi" ha reso nebuloso il nostro operare agli occhi dei cittadini. Questa indagine è dunque un bene, un punto di svolta radicale e drammatico ma salutare, a patto di coglierne la responsabilità che ne deriva. Da quest'Aula deve scaturire uno scatto d'orgoglio per la futura costruzione della credibilità intrinseca di questa Istituzione. Andare ora al voto significa chiedere ai cittadini di scegliere con gli stessi vincoli e fragilità del maggio 2018: bisognava prima cambiare le regole e bisognerà farlo in futuro. Per il bilancio, fermiamoci e discutiamo: non possiamo lasciare la Regione in un esercizio provvisorio. Il nostro tentativo dell'accordo di luglio non può essere liquidato nei modi che ha utilizzato qualcuno. Per noi fare buona politica è tentare di fare riforme, di perseguire obiettivi nell'interesse della collettività, porsi delle scadenze, cercare di realizzare cose che non danno benefici elettorali immediati. Non ci siamo riusciti? Ci abbiamo provato noi abbiamo agito con serietà e impegno con tutte le energie possibili, senza chiedere mai nulla in cambio. Ed è questo ciò che conta.»

«Il problema - ha detto il Consigliere di Mouv' Roberto Cognetta - non è solo quello della 'ndrina sulla quale si sta giustamente indagando. Vogliamo davvero immaginare che non ci siano altri pacchetti di voti, legati ad altre realtà o ad amministratori locali? Qualche anno fa, un procuratore parlava di "mafia di montagna": è esattamente l'opposto di favole come quella di un "uomo solo al comando". Dare la colpa ai calabresi è una via d'uscita di comodo: invece ognuno deve assumersi la propria responsabilità, anzitutto per far capire che è indispensabile andare a votare sapendo chi si vota, che cosa, e perché. Chi si candida per cambiare la Valle d'Aosta deve spiegare anzitutto questo. Che fare, dunque? Prima di tutto fare opposizione, in ogni organo rappresentativo, per controllare il potere. Perché occorre essere coscienti che chiunque sta al potere abbastanza a lungo da innamorarsi del potere, farà di tutto per restarci. Il potere corrompe sempre.»

La Capogruppo di Alliance Valdôtaine, Patrizia Morelli, è partita dalla decisione di Laurent Viérin di voler uscire dal Consiglio regionale: «Una volontà che risponde alla necessità di togliere dall'imbarazzo il Consiglio e credo che l'assenza di oggi vada letta in questo senso. Questa vicenda richiede lucidità di analisi, serietà e umiltà da parte nostra. A poco serve rivendicare di avere un percorso corretto: anch'io sono incapace di distribuire santini, ma di fronte alla vergogna cui è sottoposta la nostra regione, tutto ciò che possiamo dire a nostro favore, come singoli o come gruppi, è insufficiente. Al di là dei sentimenti di amarezza, di sconcerto, vi è il dovere di affrontare la situazione con senso di responsabilità e con coerenza rispetto al mandato politico assunto. Ogni persona coinvolta avrà tempo e modo di difendersi nelle sedi competenti, ma oggi le istituzioni vanno protette perché il quadro che emerge è grave e certi metodi devono essere condannati e combattuti fermamente da parte di tutti. Ma questa non è un'Aula di tribunale: noi abbiamo un altro ruolo e come Consiglio regionale dobbiamo dare dimostrazione di responsabilità affrontando la questione del bilancio per non penalizzare oltre la nostra regione, e poi andare a elezioni, anche con una legge imperfetta. Una legge che, grazie al lavoro di questo Consiglio, garantirà la segretezza del voto attraverso la preferenza unica e lo spoglio centralizzato. Mettiamoci quindi una mano sulla coscienza e facciamo un ultimo atto utile alla nostra comunità votando il bilancio.»

Il Consigliere Nicoletta Spelgatti (Lega VdA) ha parlato della «gravità devastante per la Valle d'Aosta di questa situazione politica. Lo scambio elettorale è il cancro di questa Regione e di queste logiche ho avuto conferma anche quando ero al Governo. Io ho sempre lottato contro questo meccanismo e ho mantenuto la schiena dritta, così come la Lega non è mai scesa a compromessi, non ha mai accettato certe situazioni, a differenza di alcune stampelle che continuano anche ora a sostenere questa maggioranza. Al di là delle responsabilità dei singoli, emerge che questo Consiglio è ben più che delegittimato: i voti della 'ndrangheta hanno modificato gli equilibri e di questo ci sono le prove. La politica si fa nelle strade, proponendo nei comizi i propri programmi ai cittadini, che hanno il potere decisionale della matita nell'urna. Le elezioni devono riportare dignità alla meravigliosa Valle d'Aosta. I valdostani sono stati schiacciati da un sistema, ma sanno di potersi liberare e pensare ad un futuro differente, dove viga la meritocrazia e la bellezza.»

«Rispetto ad altri - ha detto il Consigliere Luigi Vesan (M5S) - abbiamo molti più dubbi che certezze. Potrebbe essere l'errore di valutazione evidenziato di chi si è dimesso, oppure qualcosa di molto diverso. Leggiamo nei giornali come questo possa essere un percorso di lunga data, in cui la criminalità può aver mostrato la propria forza in tornate elettorali "di prova" per poi essersi concretizzato nelle ultime elezioni regionali. Occorre quindi lavorare tantissimo: sappiamo che la 'ndrangheta non è stata decapitata e che questo pericolo esiste ancora. Sentir dire che le elezioni sono la soluzione, quindi, ci inquieta: se pensiamo che tutte le elezioni siano state condizionate, allora dobbiamo immaginare che potremmo aver lasciato infiltrare la malavita nelle nostre partecipate e nei consigli di amministrazione. In quest'Aula siamo arrivati, immediatamente dopo le elezioni, tutti molto preoccupati per il controllo del voto: su questo sono state concentrate le due prime proposte di legge, per un confronto che poi è arrivato anche alla proposta di legge sulle elezioni comunali con cui il controllo del voto non era più un problema per chi l'ha votata. Qualcosa è stato fatto, quindi, ma dobbiamo ancora lavorare come legislatori. Non abbiamo la misura del problema, perché sappiamo pochissimo dell'inchiesta Egomnia. Vorremmo invece sapere di più, per poter decidere con cognizione di causa.»

Il Capogruppo di Rete Civica-Alliance Valdôtaine, Alberto Bertin, ha ricordato che «una parte molto significativa della mia attività politica e istituzionale è stata dedicata a denunciare le infiltrazioni mafiose in Valle d'Aosta e le relazioni pericolose con queste. Un'attività che mi è valsa anche la poca simpatia, usando un eufemismo, da parte di queste organizzazioni. Ma oggi, ciononostante, intervenire è difficile oltre che triste perché la Valle d'Aosta è stata travolta da un evento terribile. È sconfortante, ma non stupisce: la presenza della 'ndrangheta è stata colpevolmente sottovalutata, innanzitutto da parte della politica. Non è un problema di ordine pubblico, non riguarda soltanto le forze dell'ordine e la magistratura ma riguarda tutti. Si è voluto illudersi dell'esistenza di un'isola felice, che non è mai esistita. La situazione è gravissima. Questa è una questione politica perché riguarda tutta la società. Non basta inseguire il fatto di cronaca quando succede qualcosa e poi dimenticare: bisogna aprire una guerra senza quartiere a questa organizzazione, perché quando si cede sul principio della legalità anche una regione con un proprio benessere non ha un futuro. La Valle è bella, con una storia ricca e gloriosa e non merita quanto sta succedendo: bisogna reagire! Lo dobbiamo alla Valle d'Aosta.»

Il Consigliere Luca Distort (Lega VdA) nel riconoscere «il lavoro magistrale delle Forze dell'ordine svolto insieme con gli inquirenti» ha rimarcato: «Non vogliamo sostituirci per competenza ad altre figure, non vogliamo cadere nel ridicolo, ma rispettare le persone: con senso dell'onore non infieriamo sugli sconfitti, seguiamo in silenzio il lavoro della magistratura, continuando a lottare per la nostra battaglia. Rispettiamo l'istituzione, oggi così fortemente compromessa, e per questo vogliamo rappresentare con fedeltà e umiltà la voce di chi ci ha dato voce, credendo in noi tutti, ma anche di chi è deluso e si è allontanato. Al di là delle strategie politiche, è urgente ridare ai depositari della nostra autorità, ovvero gli elettori, lo scettro del comando. Le forze politiche devono avere il coraggio di rimettersi in gioco. Il problema non risiede nei meccanismi, ne è a monte: è nella scelta di uscire di casa e andare a votare, sentendosi parte di una comunità. Ed è questa dimensione della fiducia ad essere stata lesa. La nostra risposta - e mi sento di parlare a nome di tutto il Consiglio - è quella di mandare un segnale chiarissimo ai cittadini: vi ridiamo la parola. Dobbiamo tornare al voto in tempi brevissimi perché la sollecitudine sarà l'indicatore del nostro rispetto nei confronti della comunità: mettere il punto finale sarà la dimostrazione del nostro coraggio.»

«Troppo spesso - ha ricordato l'Assessore Mauro Baccega - questo Consiglio ha provato a trasformarsi in tribunale: oggi i toni mi sembrano invece adeguati al momento. Ho espresso solidarietà ai colleghi che si sono dimessi perché, facendolo, hanno dimostrato il rapporto corretto con le istituzioni che rappresentavano: avranno modo di dimostrare le loro eventuali attenuanti. Per queste vicende, la Valle d'Aosta è a pezzi: speriamo di uscire al più presto da questo tourbillon. Con Epav abbiamo sottolineato l'importanza di approvare un bilancio che dà risposte importanti ai bisogni della nostra regione. L'obiettivo è quindi quello di un accordo a larghe intese in Consiglio per andare all'approvazione del bilancio: è un atto di grande responsabilità. A chi parla di marca 'ndranghetista del bilancio: non capisco dove questa possa essere individuata. In questo documento abbiamo riportato un sostegno a tutte le categorie che ne hanno bisogno. Costruiamo un gruppo di lavoro che modifichi se necessario il bilancio, e poi eventualmente andiamo al voto. Ma quanti andranno a votare? Sarà un voto rappresentativo di tutti i Valdostani? Anche noi siamo pronti.»

Il Consigliere Elso Gerandin (Mouv') ha sostenuto: «Anche di fronte al passo indietro di quattro colleghi, i valdostani non riescono ad accettare il loro silenzio sugli avvisi di garanzia. Sono preoccupato perché mai come in questo momento la Valle d'Aosta è sotto attacco: si parla di commissariamento, di revisione delle competenze prefettizie, si dubita del futuro della regione. Probabilmente abbiamo fatto tutto da soli, qualche mea culpa va fatto. È inaccettabile che certe questioni siano state banalizzate per un momento di visibilità da persone telecomandate dal guru di turno; così come è inaccettabile continuare a insistere sul fatto che per riportare al rispetto delle regole si debba ricorrere all'elezione diretta del Presidente della Regione. Il bilancio di questa maggioranza è a crescita zero, non risolve nemmeno un problema. L'esercizio provvisorio non è utile per la collettività valdostana, però per ridiscutere il bilancio ci devono essere le condizioni per chiudere questa Legislatura, per il ritorno al voto; altrimenti la nostra porta sarà sbarrata.»

Il Consigliere Diego Lucianaz (Lega VdA) ha detto: «Tutte le cosche, che hanno decine di voti, continueranno a indirizzarli: si dice che lo faranno verso il cavallo vincente. Se questo è la Lega, posso assicurare che non accadrà. I valdostani sono disgustati: spero che a partire da questa sera e dal prossimo Consiglio ci si possa rialzare. Ci sono urgenze che vanno rispettate, come il bilancio, ed entro marzo dovremo discutere delle concessioni delle acque. Ci sono responsabilità grandissime di chi ha governato in questi anni: tutti dovrebbero scusarsi pietosamente. Questi comportamenti mettono a rischio tutto quello che è stato ottenuto e difeso negli anni: penso alla nostra autonomia, che viene messa in discussione. I nostri rappresentanti a Roma non se ne occupano: il nome del Senatore è uscito nell'inchiesta, mentre la Deputata gioca con le prerogative della nostra autonomia. La Lega, resterà il faro dell'autonomia della Valle d'Aosta e dei comportamenti etici.»

L'Assessore Chantal Certan ha evidenziato: «Già nel 2006 il gruppo ALPE aveva evidenziato che vi erano in Valle d'Aosta azioni poco chiare; lo hanno affermato ripetutamente i magistrati Gratteri e Vella. Abbiamo anche sottolineato l'esigenza di cambiare il sistema e in particolare quello delle nomine, e affermare soltanto oggi di essere sorpresi è da ipocriti. Il popolo valdostano è formato da persone eccezionali che porteranno avanti gli ideali dell'Autonomia in modo altrettanto valido e solido come negli anni passati, ma purtroppo non possiamo non riscontrare un problema culturale. La delega che riceviamo non deve mai essere in bianco e i cittadini non devono disinteressarsi dei problemi e delle tematiche. Personalmente, lo scorso anno sono uscita dal Governo leghista perché ho riscontrato arroganza e incompetenza, ero costretta a votare le delibere sulla fiducia senza conoscerne i contenuti poiché non venivano neppure iscritte all'ordine del giorno. Non credo proprio che i problemi si risolveranno solo invocando le urne perché il trend delle elezioni vira da quella parte. Bisogna sempre mantenere l'etica, anche quando si tratta di persone nominate all'interno di Consigli di amministrazione che sono indagate ma non hanno rassegnato le dimissioni. Se si è capaci di giudicare ciò che fanno gli altri bisogna dare per primi l'esempio. Non penso poi che questo sia un bilancio 'ndranghetista: è un documento elaborato con grandi difficoltà, ma è un bilancio del buon senso e siamo disponibili a chiarire passaggi definiti poco limpidi, anche per senso del dovere.»

Il Consigliere dell'UV Flavio Peinetti ha apprezzato «il tono usato: è importante che si mantenga un adeguato rispetto per quest'Aula. Voglio qui dimostrare la mia solidarietà al nostro ex Capogruppo Bianchi: ha fatto una scelta difficile, che non era un atto dovuto ma che ha rappresentato un segnale. L'altra solidarietà va al collega Bertin per le minacce che avrebbe ricevuto. Oggi, è importante valutare cosa si debba fare in questo momento drammatico per la nostra regione: credo che innanzitutto si debba dare una risposta ai cittadini approvando il bilancio. Sarebbe un passaggio di estrema responsabilità. Ovviamente, ognuno cercherà di portare il proprio contributo, ma bisogna fare in fretta per evitare l'esercizio provvisorio. L'altro discorso da affrontare è quello di dare rapidamente gambe all'Osservatorio permanente sulle associazioni di tipo mafioso. Dopodiché potremo trarre le conseguenze e andare alle urne.»

«Ho apprezzato i toni maturi degli interventi di oggi - ha evidenziato l'Assessore Luigi Bertschy -. Le dimissioni di Laurent Viérin hanno innescato un percorso che ha dato la possibilità al Consiglio di affrontare questo tema con una visione diversa: ringrazio per questo atto di lealtà e di coraggio, che permette ai colleghi del Consiglio di continuare a lavorare. Credo sia giusto anche rispettare l'obbligo di riservatezza al quale erano tenute le persone coinvolte. Ci troviamo di fronte a una situazione semplice e complicata allo stesso tempo. Le elezioni non sono la soluzione del problema, ma sono l'unico sistema per dare legittimità a un consesso come il nostro e per recuperare il giusto rapporto con i cittadini. Il vecchio sistema elettorale avrà la novità della preferenza unica: resterà però il problema della governabilità, e non si può andare a votare senza tenere conto di questo. Dobbiamo capire se c'è effettivamente la disponibilità a confrontarsi sul bilancio: se ci sono le condizioni per un lavoro di ampia maggioranza, mettiamo da subito in campo un confronto con la Commissione per capire quali modifiche mettere in atto. Non c'è tempo da perdere.»

L'Assessore Albert Chatrian si è detto «triste ma deciso ad affrontare questo momento difficile: nei prossimi giorni si avrà il plenum nel Consiglio e ci sembra di aver capito che c'è la volontà di intervenire sul bilancio. Dal punto di vista politico, all'interno di questo Consiglio nessuno ha vinto le elezioni e nessun gruppo può governare da solo: questo è un dato di fatto. Anche noi diciamo che se sarà necessario si dovrà andare alle elezioni, lo abbiamo sempre detto, ma prima dovremo fare una verifica se c'è lo spazio per affrontare in modo responsabile i temi delicati proiettando la nostra azione per dare risposte ai cittadini. Io mi auguro, inoltre, che i Consiglieri che oggi hanno rassegnato le proprie dimissioni possano chiarire la loro situazione.»

Il Vicepresidente della Regione, Renzo Testolin, ha dichiarato: «Nous vivons un des moments les plus difficiles non seulement de cette Législature, mais de l'histoire récente de la Vallée d'Aoste. J'ai apprécié beaucoup d'interventions des collègues, mais j'ai également trouvé des positions trop rigides pour juger des choses qui ne compètent pas à la Salle du Conseil.» Ha aggiunto: «Personalmente, ho appreso dell'indagine sentendo il mio nome in televisione: ma è fin troppo facile giudicare le scelte di chi non ha comunicato la propria conoscenza delle iniziative investigative, senza conoscere il percorso di ognuno. Esprimo quindi la mia solidarietà ai colleghi, anzitutto a Luca Bianchi: non è giusto, infatti, abbandonare un ruolo quando si pensa di aver lavorato con la serietà che si reputa opportuna. Apprezzo l'attenzione dimostrata dai colleghi che si sono dimessi e le proposte che ci permettano di chiudere questa Legislatura senza lasciare strascichi negativi. Mi rifiuto però di sentir definire il bilancio come 'ndranghetista: parlo a nome anche dei colleghi che mi hanno accompagnato in questi mesi, in un lavoro lungo e incentrato sulla serietà e sulla legittimità di quanto fatto. Sono disponibile a lavorare fin da subito per capire quali siano i dubbi da fugare sui dati di bilancio, dando anche la massima disponibilità a trovare soluzioni migliorative per un lavoro importante fatto fin qui. Ora più che mai il confronto è corretto e necessario, agendo con celerità.»

Dopo una sospensione dei lavori, la Presidente del Consiglio, Emily Rini, ha informato l'Aula che domani, martedì 17 dicembre, alle ore 10.30, si riunirà la seconda Commissione "Affari generali" per iniziare a esaminare il bilancio regionale e le disposizioni collegate.

I lavori del Consiglio sono conclusi.

SC-MM-DJ

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