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Comunicato n° 176 del 21 marzo 2019

Respinta una mozione che invitava il Consigliere Rollandin a dimettersi da Vicepresidente del Consiglio

Nella seduta consiliare pomeridiana del 21 marzo 2019, l'Aula ha respinto, con votazione segreta (16 voti a favore, 15 contrari e 3 astensioni), una mozione presentata dal gruppo RC-AC per invitare il Consigliere Augusto Rollandin a rassegnare le dimissioni dalla carica di Vicepresidente del Consiglio regionale.

Il provvedimento è stato illustrato dal Capogruppo Alberto Bertin, che ha spiegato «come sia inopportuno che a rappresentare le Istituzioni, e quindi anche l'Ufficio di Presidenza del Consiglio, sia una persona il cui nominativo compare diverse volte nelle carte dell'inchiesta Geenna sulla presenza della 'ndrangheta in Valle d'Aosta. Vogliamo salvaguardare il ruolo delle Istituzioni valdostane, lasciandole fuori da questi fatti. È una questione di rapporto tra etica e politica.»

La Consigliera di RC-AC Chiara Minelli ha aggiunto: «Ci è sembrato un atto doveroso, anche se speravamo di non doverne discutere in quest'Aula perché è imbarazzante. Ci sembrava ragionevole che un piccolo gesto da parte del Consigliere Rollandin fosse fatto: se si ha rispetto per le Istituzioni, questo sarebbe un atto opportuno e necessario, perché il Presidente e i Vicepresidenti rappresentano tutto il Consiglio e non solo il loro gruppo, i loro movimenti e i loro elettori. Oggi ribadiamo il nostro invito al Consigliere a dimettersi da Vicepresidente. Un invito che è formulato senza alcuna volontà di strumentalizzazione, ma solo per il profondo senso etico cui sono autenticamente ancorata.»

Le Conseiller Roberto Luboz ha ricordato che «sono trascorsi due mesi dall'accusa di 'ndrangheta che si è infiltrata nell'amministrazione attraverso esponenti di questa maggioranza» e si è chiesto: «Dove stiamo andando? Abbiamo vissuto su di un sistema fondato su di una ricchezza diffusa, ma che non ha saputo creare ricchezza durevole. Inoltre le tre lettere di "patronage" di cui siamo venuti a conoscenza la scorsa settimana, sono la dimostrazione di come la gestione delle risorse pubbliche si sia confusa con una gestione personalistica. Niente di personale contro Rollandin, ma le sue dimissioni sono improcrastinabili.»   

Per la Consigliera Daria Pulz (ADU-VdA), «si tratta di una questione politica, ma questa mozione punta ad ottenere altro, a trasformare quest'Aula in un tribunale per punire l'uomo cattivo con tanti adepti. Non solo, vuole andare oltre la legge Severino. Rollandin resterebbe Consigliere, ma con lo stigma del tribunale del popolo. Le motivazioni della mozione sono fuorvianti e pure sbagliate. Dobbiamo avere pazienza, attendere il termine dell'indagine e intanto adempiere al nostro compito: esercitare la democrazia. I valdostani devono poter dire la loro, ma per il tramite delle elezioni, evidentemente temute dai colleghi di RC-AC.»

Il Vicecapogruppo del Movimento 5 Stelle, Luigi Vesan, ha osservato: «Capiamo che sia difficilissimo fare un passo indietro per un personaggio come Rollandin, che vanta venticinque anni di carriera politica. Eppure è arrivato il momento di ridare dignità a quest'Aula, rinunciando ad un incarico di vertice alla Presidenza dell'Assemblea per affrontare i variegati procedimenti giudiziari che lo coinvolgono da Consigliere semplice. Appoggiamo questa mozione, auspicando di riuscire a far compiere a Rollandin il primo passo indietro della sua lunga e variegata carriera.»

Il Capogruppo di Mouv', Stefano Ferrero, ha chiesto ai Consiglieri: «Non vi aspetterete mica le dimissioni di Rollandin? Anche se il Presidente coreano puntasse la bomba atomica sulla Valle, lui rimarrebbe cristallizzato e mummificato lì dov'è, senza fare la minima piega. Pur nella consapevolezza che questo rimane un atto formale e che non avrà gli effetti auspicati, ovviamente voteremo a favore di questa iniziativa. Noi siamo convinti che esista una mafia locale, accanto a quella calabrese, di cui nessuno vuole parlare, che ha inquinato il tessuto economico, sociale e politico valdostano: c'è un grande percorso da fare che passa innanzitutto dall'autocritica e dal riconoscimento di questo fatto.»

La Conseillère Patrizia Morelli (ALPE) a reconnu aux collègues Bertin et Minelli «d'avoir voulu soulever dans cette Salle le problème de la sauvegarde des Institutions valdôtaines. C'est un thème, celui de la morale, qui indépendamment du résultat de la votation de la motion, reste ouvert et qui doit être débattu à l'intérieur des mouvements et de la politique. Les motivations qui nous ont porté à quitter l'Union Valdôtaine ont trait à des phases politiques fortement caractérisées par la présence forte du Vice-Président Rollandin, qui a conditionné la politique pendant des décennies avec des méthodes que nous n'avons pas partagées.» Ha poi aggiunto: «Ci sono però dei criteri oggettivi, ossia delle leggi che normano il diritto all'elezione e la permanenza nelle Istituzioni; ci sono poi criteri soggettivi che attengono alla facoltà di valutare l'opportunità di continuare a ricoprire una carica istituzionale in un momento particolare come quello che stiamo vivendo con l'inchiesta Geenna. Sono scelte non facili, che vanno rimesse alla volontà e alla responsabilità delle singole persone. Da parte nostra, vorremmo concludere con le parole di Mario Andrione che in una situazione analoga disse con molta serenità e determinazione: "gardons la tête froide".»

Il Capogruppo della Stella Alpina, Pierluigi Marquis, ha sostenuto: «La politica non deve andare oltre al dato oggettivo, rischiando di sfociare in conclusioni premature. Sono contrario alla spettacolarizzazione, alla speculazione, a far diventare la giustizia il tema identitario di un movimento per creare consenso. Bisogna rispettare le persone e quest'Aula non deve entrare nel merito di questioni dipendenti dalla sensibilità soggettiva di ogni individuo e da rimettere alla valutazione personale. La giustizia deve fare il suo corso, i provvedimenti vanno presi solo una volta accertate le responsabilità.»

Il Capogruppo dell'UVP, Jean-Claude Daudry, ha sostenuto che «la questione va ricondotta a quello che è stato l'approccio di quest'Aula rispetto a questi temi, che non deve essere trasformata in un'aula di tribunale. Noi non sosterremo questa mozione, ma ci auguriamo e lavoreremo da subito sulla questione morale che è uno dei perni della rifondazione autonomista. Per non personalizzare la vicenda, bisognerà porre il tema nel dibattito tra le forze autonomiste al fine di avere un approccio condiviso sulla tematica. Questo è l'approccio serio e corretto che dobbiamo trasmettere alla comunità.»

Il Vicecapogruppo dell'UV, Luca Bianchi ha evidenziato: «Il nostro movimento è garantista, lascia alla giustizia fare il suo corso e agli indagati di difendersi. Oggi però parliamo di una persona che non è nemmeno indagata. All'interno dell'UV stiamo approfondendo la questione morale, stiamo elaborando un regolamento e mi auguro che anche gli altri movimenti procedano in tal senso e che ognuno si guardi in casa propria: ce n'è per tutti.»

La Consigliera di RC-AC Chiara Minelli ha replicato che «non è stata colta da vari Consiglieri l'essenza della nostra mozione: noi non abbiamo chiesto le dimissioni da Consigliere, abbiamo chiesto un passo indietro rispetto alla carica da Vicepresidente del Consiglio, carica che ha una sua rilevanza. Prendiamo atto che non vi è la sensibilità di capirlo. Noi siamo per costruire, anche dall'opposizione, anche con questa mozione. Ci aspettavamo un esito diverso, ma noi questa questione dovevamo porla

L'Assessore alla sanità, Mauro Baccega, ha detto che «da parte del Governo non c'è nessun imbarazzo a trattare il tema: io ho la sensazione che l'essenza della mozione vada oltre, ossia che abbia la volontà di demolire questa maggioranza composta da forze autonomiste e federaliste. Forze che hanno iniziato un percorso politico importante: oggi, c'è stata una prima riunificazione di soggetti, poi ci sarà l'apertura ad altri e questo, forse, preoccupa. Se si vuole lavorare per tranquillizzare il popolo valdostano non è questo il modo. A nome del Governo annuncio che non voteremo questa mozione.»

Il Presidente della Regione, Antonio Fosson, ha aggiunto: «Il Governo è profondamente colpito per quanto sta succedendo in Valle d'Aosta e auspichiamo che la legalità sia ripristinata al più presto. Legalità che si basa su regole e non su opinioni e soprattutto rispettando l'umanità di tutti

SC-MM