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Comunicato n° 24 del 10 gennaio 2019

Interpellanza sulla diffusione della lingua francoprovenzale in Valle d'Aosta

Seduta consiliare del 10 gennaio 2019

Le iniziative per conservare e rilanciare la diffusione della lingua francoprovenzale in Valle d'Aosta sono state discusse in Aula nel corso della seduta del 10 gennaio 2019 affrontando un'interpellanza presentata dal gruppo Lega Vallée d'Aoste.

Il Consigliere Paolo Sammaritani ha premesso quali siano «l'importanza culturale e il significato identitario del francoprovenzale, o "patois", vera e propria lingua che trova origine nel latino e si è sviluppata nei secoli, differenziandosi sia dal francese che dal provenzale e che ha costituito la lingua parlata dalla popolazione di quel territorio transfrontaliero che poi, nel tempo, è diventato lo stato sabaudo» e ha ricordato «come importante curiosità, che vi è una piccola comunità pugliese, in provincia di Foggia, che parla il francoprovenzale. Ci chiediamo quali siano i progetti e le azioni che l'Amministrazione regionale intende mettere in campo, sia in ambito scolastico che in ambito extra scolastico, per tutelare il patois. Il nostro obiettivo è quello di difendere l'elemento fondante della nostra comunità: la lingua parlata sul territorio, ossia il francoprovenzale che esprime la nostra identità e la nostra cultura.»

L'Assessore ai beni culturali, Laurent Viérin, ha ricordato che «negli anni abbiamo lavorato tanto per la nostra lingua, condividendo un concetto: che il patois non fosse patrimonio di pochi, ma che fosse messo a disposizione di tutta la comunità, anche di chi, venuto in Valle d'Aosta, voleva impararlo, proprio nell'ottica di sentirsi valdostano fino in fondo.» L'Assessore ha quindi sostenuto «la necessità di avviare un'iniziativa strategica per rilanciare la "lingua del cuore" della comunità valdostana: dobbiamo lavorare ad una legge regionale per la sua salvaguardia e la sua valorizzazione - perché le leggi sono lo strumento per tutelare dei principi - e per fare in modo che il suo sviluppo non sia solo affidato alla sensibilità dei singoli amministratori, ma sia patrimonio collettivo di tutti. L'idea è quindi quella di lavorare ad un Piano di rilancio del patois attraverso un testo normativo - al di là della legge nazionale di tutela delle minoranze esistente, la 482/99 -, che ne codifichi i principi e le misure di riconoscimento oltre che gli aspetti più delicati, come la grafia, che ampli il ruolo degli sportelli linguistici, che sancisca alcune azioni ripartendo con i corsi di formazione e utilizzando le nuove tecnologie, e che comprenderà anche le parlate walser e i tratti del patrimonio identitario della minoranza linguistica e culturale valdostana. Mi impegno quindi a presentare un Piano attraverso la collaborazione di tutto il mondo che lavora attivamente per il patois.»

I Consiglieri Paolo Sammaritani e Diego Lucianaz, nella replica, hanno preso atto «con soddisfazione della condivisione da parte del Governo della volontà di difendere questa lingua valdostana» e hanno annunciato «la presentazione di iniziative per estendere l'uso del patois anche in sede di riunioni consiliari. Come gruppo Lega porteremo sempre il nostro contributo per tutelare il patois: un'azione reale ed efficiente è fondamentale per evitare quella omologazione, anche culturale che è uno dei maggiori rischi della globalizzazione in atto nel nostro secolo.»

 SC