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Comunicato n° 439 del 26 luglio 2017

Approvato il Rendiconto generale 2016 della Regione

Seduta consiliare del 26 luglio 2017

Nella seduta consiliare del 26 luglio 2017, il Consiglio Valle, con 30 voti a favore e un'astensione (M5S), ha approvato il Rendiconto generale della Regione autonoma Valle d'Aosta per l'esercizio finanziario 2016. L'Assemblea ha altresì preso atto di cinque Relazioni della Sezione regionale di controllo della Corte dei conti in materia di: processo di razionalizzazione delle società e delle partecipazioni societarie direttamente e indirettamente possedute dalla Regione; bilancio di previsione 2016 della Regione; Rendiconto generale 2015 della Regione; gestione del Servizio sanitario della Regione nell'esercizio 2015; tipologia delle coperture finanziarie adottate nelle leggi regionali approvate nel 2015.

Il Rendiconto è stato illustrato all'Aula dal Consigliere Gerandin e dall'Assessore Chatrian.

«Al netto del contributo allo Stato di 240 milioni di euro - ha dichiarato il Consigliere relatore Elso Gerandin (GM) -, le previsioni definitive di spesa si assestano a 1 miliardo 131 milioni di euro, in diminuzione di 107 milioni rispetto al 2015, e le somme impegnate a 975 milioni, 102 milioni in meno rispetto al 2015. Un dato che incide pesantemente è proprio l'importo complessivamente accantonato per il risanamento della finanza pubblica, un contributo iniquo rispetto alle altre Autonomie speciali, un'illegittima appropriazione come peraltro sancito dalla Corte costituzionale.»

«La gestione di competenza del 2016, derivante dalla sola differenza delle entrate accertate e delle spese impegnate, chiude con un avanzo di 87 milioni 263 mila 845 euro - ha aggiunto Gerandin -. Risulta inoltre notevolmente migliorato l'equilibrio di parte corrente rispetto alla previsione 2016. Invece, il risultato di amministrazione alla chiusura dell'esercizio 2016 presenta un disavanzo di 121 milioni di euro e tenendo anche conto dei fondi a destinazione vincolata accertati e non impegnati e dei fondi da accantonare, il disavanzo di 278 milioni 836 mila 628 euro del 2015 (anno in cui è stata applicata per la prima volta la disciplina prevista dal decreto legislativo n. 118/2011 in materia di armonizzazione dei bilanci pubblici e si è proceduto ad un riaccertamento straordinario dei residui attivi e passivi) si riduce di 76 milioni 845 mila, portando il nuovo disavanzo a 201 milioni 991 mila 527 euro. È forse questa la buona notizia del Rendiconto 2016: non dovremo ammortizzare 9,3 milioni per trent'anni, come prospettato lo scorso anno, ma rientrare molto prima dal disavanzo accertato nel 2015. Un altro aspetto positivo è che sono state risolte le criticità di cassa che si erano manifestate negli ultimi anni e ciò è dovuto al fatto che lo Stato ha iniziato a trasferire il credito relativo alle somme di accise energia elettrica e birra maturato nel periodo 2011-2014.»

L'Assessore al bilancio, Albert Chatrian, ha affermato che «con l’applicazione del decreto legislativo n. 118, e con la modifica normativa inserita nella legge di bilancio dello Stato per il 2017, a partire dall’anno in corso non c’è più il vincolo di spesa del patto di stabilità, ma diventa obbligatorio il rispetto del pareggio di bilancio: si tratta di una buona norma laddove impone che ci sia uniformità fra documenti contabili degli enti pubblici, a garanzia di una migliore lettura e maggiore trasparenza nella gestione del denaro pubblico. Come si può intuire, l’introduzione dell’armonizzazione non è stata indolore né semplice. Occorre ancora affinare l’approccio al bilancio armonizzato, soprattutto da parte dei dirigenti, per ottimizzare l’utilizzo delle risorse assegnate, con un duplice obiettivo: da una parte evitare la formazione di debiti fuori bilancio, come è successo nel 2016 e dall’altra, in applicazione del principio della competenza “potenziata”, prevedere stanziamenti finalizzati alla copertura delle spese effettivamente impegnabili e liquidabili.»

Sul fronte della spesa, l'Assessore ha riferito che «a fronte di 867 milioni di euro di spese correnti, le spese di investimento ammontano a 70 milioni di euro (ossia il 7,47% della spesa totale). Nel 2015 le spese correnti ammontavano a 921,41 milioni di euro e le spese di investimento a 108,18 milioni di euro. Quanto al rapporto tra pagamenti e impegni, è abbastanza buono: si attesta infatti all’83,91%, in crescita rispetto al 2015, quando il rapporto era del 63,81%. Nel 2016, rispetto al 2015, c’è stato dunque un miglioramento della capacità di spesa sul quale ha indubbiamente inciso anche l’applicazione dei nuovi principi contabili.»

La spesa che ha assorbito i maggiori impegni è la sanità con 295,1 milioni di euro, per la quale sono stati reiscritti circa 40 milioni relativi alla mobilità passiva; il personale (che comprende il personale regionale, direttivo e docente delle scuole e per gli interventi di settore) per complessivi 245,7 milioni di euro; la finanza locale, pari a 165,2 milioni di euro.

«L’auspicio che mi sento di fare oggi - ha proseguito l'Assessore Chatrian - è che la capacità di spesa dell’Amministrazione regionale cresca ancora. In questa direzione andrà il mio impegno e quello del Governo regionale. Il pareggio di bilancio permette di spendere tutte, e solo, le risorse che sono a disposizione e quindi occorre lavorare affinché gli stanziamenti siano calibrati per le effettive esigenze e possibilità di spesa. Oltre a questa attenzione, che va posta in sede di previsione di bilancio, ritengo che sarà fondamentale anche il monitoraggio periodico della gestione del bilancio, che permetta di ridurre al minimo le risorse “non utilizzate” nella prospettiva del fine anno. Questo è un lavoro da fare e sarà impegnativo. Per raggiungere questo risultato è però necessario mettere in atto un’attenta programmazione da parte delle strutture organizzative, la cui attenzione sugli impegni di spesa deve essere massima. Per completezza, l’obiettivo non è ovviamente la massimizzazione delle spese, ma appunto il pareggio: per cui a fianco del monitoraggio delle spese sarà sempre più significativo il monitoraggio periodico dell’andamento delle entrate e, per un cambio di passo, soprattutto degli investimenti nel campo produttivo. Il pareggio di bilancio rispetto al patto di stabilità è sicuramente migliore, anche perché garantisce maggiori spazi finanziari e responsabilizza l’amministrazione che dovrà assicurare l’equilibrio tra entrate e spese, anche nella gestione.»

Il Presidente della seconda Commissione, Nello Fabbri (UVP), ha evidenziato: «Dal punto di vista delle leggi finanziarie contabili, il 2016 è stato un anno molto particolare, avendo dovuto gestire la complessa transizione all'armonizzazione contabile. Un passaggio fondamentale è stato il riaccertamento straordinario dei residui attivi e passivi secondo il principio della presenza di un titolo giuridico certificato della loro esigibilità ed esecutività; un principio che ha comportato un ribaltamento dell'avanzo da un anno all'altro, passando da un avanzo positivo a uno negativo. Al contempo, è stata una forma di pulizia dei bilanci, finalmente possiamo partire da una situazione reale e più facilmente gestibile. Siamo di fronte ad un cambiamento sostanziale nella stesura delle leggi finanziarie. Questa complessità giustifica solo in parte l'essere arrivati sul filo di lana per le leggi di variazione, nonostante l'alacre lavoro degli uffici. Non ci si poteva permettere, in momenti di difficoltà economica, di perdere queste importanti risorse economiche. Questo nuovo approccio al bilancio è più complicato per le strutture coinvolte, comportando una programmazione molto puntuale. Stiamo parlando di un documento di transizione, ma ci auguriamo che sia una transizione con bilanci di previsione più aderenti alla realtà, ad una programmazione più aderente alla realizzazione dei bilanci.»

Per il Capogruppo dell'UV, Ego Perron, «il Rendiconto 2016 è la fotografia di un sistema che ha i suoi punti di forza, con un'economia che nel complesso ha tenuto e che attesta la capacità, da parte del Governo, di aver razionalizzato e ridotto la spesa. Oggi, si attesta anche il peso che ha avuto il cambio radicale nell'impostazione del bilancio, comportando uno sforzo per gli uffici, e si riconosce come il superamento del patto di stabilità debba essere considerato come un elemento positivo per la nostra regione. Un Rendiconto che certifica come la precedente Giunta da noi composta abbia amministrato il denaro pubblico nel rispetto delle regole, all'insegna della serietà, della trasparenza e dell'oculatezza; a conclusione di un ciclo, non ci sono delle poste negative che gravano pesantemente sui conti. Nel 2016, vi fu un accertamento importante di residui e questo ha comportato l'inizio di una nuova attività di programmazione. È positivo che non vi sia stato un aumento dell'indebitamento a testimonianza di una gestione sana e di buon senso. Da ricordare poi come il rapporto con lo Stato sia ancora assolutamente grave: infatti, il 20 per cento del nostro bilancio va al risanamento della finanza pubblica italiana. Questa partita continua ad essere aperta e la richiesta dello Stato di 144 milioni di euro da accantonare per il prossimo anno ne è la dimostrazione. Il Rendiconto mostra anche come diminuiscano le entrate della Regione: questo nuovo panorama obbligherà la politica tutta a creare le condizioni per avere nuove entrate, ossia per creare una nuova economia che generi gettito fiscale, indotto e occupazione. Questa è la sfida principale che saremo chiamati a raccogliere.»

Il Consigliere dell'UV Augusto Rollandin ha aggiunto: «Con l'anno 2016, il cambiamento radicale di riaccertamento dei residui ha permesso di mettere in evidenza somme dimenticate per anni. È stata un'operazione verità difficile, perché ha evidenziato la necessità di un cambiamento di programmazione, che deve essere innanzitutto annuale, oltre che pluriennale, andando a modificare continuamente gli impegni. I più grossi avanzi sono negli appalti, sui quali gravano continui ritardi e ricorsi. Il passaggio di uscire dal patto di stabilità a favore del pareggio di bilancio è positivo perché permette di utilizzare le risorse in maniera più snella, ma bisogna farlo altrimenti si rischia di perderle. Riguardo ai rapporti con lo Stato, c'è stato il grosso impegno di arrivare alla ripartizione delle accise dell'energia che altrimenti non avremmo potuto avere e che oggi ritroviamo con soddisfazione nel Rendiconto 2016. Abbiamo anche incentivato la presenza di aziende in Valle d'Aosta. Siamo convinti che con le operazioni che questo Rendiconto attesta abbiamo mantenuto alta la situazione economica malgrado il periodo di crisi economica non indifferente.»

Ha poi ripreso la parola il Consigliere Elso Gerandin (GM) per esprimere alcune considerazioni: «L'armonizzazione dei bilanci pubblici è una sfida aperta. Questa nuova contabilità impegna sì la politica, ma soprattutto le strutture, perché c'è tanto lavoro da fare. È assolutamente inaccettabile che la Valle d'Aosta contribuisca per circa il 20% del proprio bilancio al risanamento della finanza pubblica, è un'anomalia senza eguali nelle Autonomie speciali. Stiamo pagando una debolezza politica nei rapporti con Roma che non ci ha costruito un futuro. Facciamo autocritica, cogliamo la realtà della situazione di una regione in difficoltà, che regge, ma non cresce. Eravamo abituati a fare un assestamento perché avevamo un avanzo; quest'anno non ce l'abbiamo, e probabilmente neppure per i prossimi cinque anni. Bisogna allora fare una disamina e reagire per salvare il destino della Valle d'Aosta.»

In chiusura di dibattito generale è intervenuto il Presidente della Regione, Pierluigi Marquis: «Per guardare al futuro e allo sviluppo della Valle d'Aosta bisogna riuscire a definire un nuovo rapporto con lo Stato, prevedendo un contributo compatibile con le nostre capacità e non iniquo come l'attuale (pari al 9% della partecipazione delle Autonomie speciali, mentre se adottassimo regole in base al PIL la nostra quota sarebbe all'incirca del 2%). Dobbiamo risolvere questo problema che da anni ci grava; a breve sarà fissata una riunione del tavolo di lavoro con lo Stato. Altrettanto importante la problematica della manovrabilità fiscale, il saldo sul gettito dovrà essere a saldo invariato e questo ci richiamerà a responsabilità per generare condizioni migliori alla crescita dell'economia. In questo ambito, le manovre dello Stato hanno ridotto il gettito IRAP. Accessibilità, sviluppo, competitività con le altre Regioni: questi sono temi su cui riflettere e cui dare soluzione. Siamo chiamati ad una svolta epocale per la ripartenza del sistema valdostano, bisogna rinforzare il tessuto economico che ha sofferto la crisi degli ultimi anni (dal 2007 al 2016 abbiamo perso l'11% del PIL). Sicuramente abbiamo le potenzialità per uscire dalle difficoltà, ma dobbiamo cambiare passo, creare le condizioni perché le imprese crescano, producano, creino nuovi posti di lavoro (pensiamo che dal 2007 è triplicata l'area della disoccupazione). Guardiamo con attenzione ai nostri giovani. Nel 2016 sono intervenute innovazioni contabili e regole che determinano una gestione differenziata rispetto al passato. Con l'impegno di tutti, determineremo le condizioni per il rilancio.»

SC-MM