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Comunicato n° 46 del 26 gennaio 2022

Approvata l'istituzione dell'Osservatorio permanente sulla legalità e criminalità organizzata e di tipo mafioso

 

Nella seduta del 26 gennaio 2022, il Consiglio Valle ha approvato, con 32 voti a favore e 2 di astensione (PCP), una proposta di legge per l'istituzione dell'Osservatorio regionale permanente sulla legalità e criminalità organizzata e di tipo mafioso, quale organo provvisto di una propria fisionomia e struttura, di autonomia regolamentare e funzionale.

«L'istituzione dell'Osservatorio permanente, strumento di lotta e contrasto a tutte le forme di criminalità, è una priorità indifferibile - ha evidenziato il Presidente del Consiglio, Alberto Bertin, relatore del provvedimento -. Le organizzazioni mafiose sono infatti in continua trasformazione e rappresentano una minaccia, spesso invisibile, per la legalità, per la qualità della vita dei cittadini e per il futuro della nostra regione. Inoltre, i contesti di crisi economica e sociale alimentano il diffondersi dell'illegalità e lo scenario appare ancor più allarmante in prospettiva, tenuto conto dell'ingente flusso di denaro in arrivo nell'ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza che, come già segnalato da varie autorevoli fonti, pare avere già destato l'interesse dei clan.»

«Il Consiglio Valle ha intrapreso di recente un percorso orientato alla promozione della cultura della legalità e delle buone pratiche amministrative, allo studio, informazione e sensibilizzazione sulla consistenza dei fenomeni malavitosi nella regione - ha aggiunto Bertin -. Un percorso che oggi si rafforza con l'istituzione dell'Osservatorio regionale, la cui mission consiste nel coordinare tutti gli attori istituzionali e sociali e gli stakeholders interessati alla gestione della cosa pubblica, in modo da esercitare un monitoraggio permanente di tutte le attività potenzialmente appetibili alla criminalità organizzata, con particolare attenzione al ciclo degli appalti pubblici, promuovere la coscienza civica e la cittadinanza attiva, agevolare l'adozione di misure efficaci a tutela dei cittadini e dei beni comuni. A tal fine risulta indispensabile il coinvolgimento degli enti locali e in particolare del Comune di Aosta, la cui adesione al progetto consentirà di implementare quanto già previsto dall'amministrazione stessa.»

La proposta di legge

Depositata il 26 novembre 2021 dai componenti l'Ufficio di Presidenza, Alberto Bertin, Corrado Jordan, Aurelio Marguerettaz, Paolo Sammaritani e Luca Distort, l'iniziativa si compone di dieci articoli. L'Aula ha recepito 2 emendamenti del Presidente Bertin, mentre ha respinto 4 emendamenti proposti dal gruppo PCP. L'Osservatorio sarà chiamato a esercitare funzioni consultive, propositive, di studio oltre che di supporto in materia di prevenzione e di contrasto dei fenomeni mafiosi, nonché di promozione della cultura della legalità. Sarà composto dal Presidente del Consiglio, che lo presiede, dal Vicepresidente del Consiglio (individuato in modo da garantire l'equilibrio tra maggioranza e minoranza), dal Presidente della prima Commissione consiliare, dal Presidente della Regione, oltre che dal Sindaco o dal Presidente del Consiglio comunale di Aosta, dal Presidente del Consiglio permanente degli enti locali, dai rappresentanti delle associazioni sindacali e di categoria maggiormente rappresentative in Valle d'Aosta oltre che delle associazioni antimafia e dei consumatori, garantendo anche la partecipazione dei rappresentanti delle forze dell'ordine. Sarà supportato da un comitato tecnico composto di un team di tre esperti e disporrà di un finanziamento di 25 mila euro per il 2022 e di 30 mila euro a partire dal 2023.

Il testo di legge contiene anche la clausola valutativa: l'Osservatorio dovrà, infatti, rendere conto al Consiglio dei risultati ottenuti dalla legge. Infine, viene introdotta l'obbligatorietà della costituzione in giudizio della Regione quale parte civile nei procedimenti penali inerenti a reati di associazionismo mafioso e di scambio elettorale politico-mafioso commessi sul territorio, prevedendo che gli eventuali risarcimenti siano destinati al finanziamento delle attività di promozione della legalità e della sicurezza.

Il dibattito in Aula

La Capogruppo di PCP, Erika Guichardaz, ha sottolineato: «L'impianto di questa proposta di legge manca di completezza e organicità. Sarebbe sembrato sensato dedicare qualche giorno in più ad un lavoro di approfondimento a seguito delle audizioni e delle criticità emerse, ma così non è stato. La fretta improvvisa rispetto all'esame del testo, forse legata agli impegni previsti per domani del Presidente già comunicati prima della votazione della legge, non tiene conto delle richieste di modifica migliorative dell'impianto di legge che ci hanno quindi portate a presentare una serie di emendamenti elaborati da un gruppo di lavoro che come PCP abbiamo costituito insieme ad esponenti dei 5S, di ADU e di indipendenti del campo progressista competenti in materia. Dall'analisi dell'articolato emerge la poca incisività dell'Osservatorio rispetto alla precedente proposta presentata nel 2015 e allo schema-tipo della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e Province autonome. I compiti dell'Osservatorio sono scarni e manca la promozione di accordi di intesa con gli enti locali. Riteniamo inoltre insufficiente lo spazio riservato a tutti i soggetti che già operano nel settore del contrasto alla criminalità organizzata e al Comune di Aosta.»

Per il Consigliere di FP-PD Andrea Padovani, «la presenza della mafia in Valle d'Aosta non è più un'ipotesi, ci sono delle sentenze che la confermano. L'obiettivo di queste organizzazioni sono il potere e il denaro, mentre la violenza è strumento sempre più residuale, il che le rende meno visibili ma più pericolose, con tendenze a infiltrarsi nel tessuto sociale, economico e politico. In Valle d'Aosta, i settori più toccati sono l'edilizia, il turismo e il commercio. Ecco quindi che abbiamo il dovere di contrastare questo fenomeno, senza paura di guardare in faccia la realtà. Oggi, con l'istituzione dell'Osservatorio aggiungiamo un ulteriore strumento di vigilanza, su un fenomeno il cui sviluppo è in continua evoluzione, rafforzando il presidio della legalità. Siamo già in ritardo, non possiamo più aspettare: mi auguro che l'atto sia approvato all'unanimità, mettendo da parte differenziazioni pretestuose e francamente incomprensibili, utili solo a crearsi un po' visibilità. Un voto unanime darebbe a questa proposta ancora più forza.»

Il Consigliere Mauro Baccega (GM) è intervenuto sottolineando che «si sarebbe dovuto fare un lavoro di approfondimento nella Commissione competente. Il Presidente Bertin ha sollecitato l'approvazione di questa legge e vedo però che ha presentato una serie di emendamenti al testo. Non ci sottrarremo alla votazione di questa proposta di legge e il nostro voto sarà conseguente alla nostra attività svolta in Commissione.»

Per il Capogruppo di AV-VdAU, Albert Chatrian, «che il testo sia stato proposto coralmente dall'intero Ufficio di Presidenza è importante, a dimostrazione dell'attenzione su questa tematica. Nel 2015, con il Presidente Bertin avevamo già proposto un testo, che oggi viene implementato in maniera robusta e organica. Se oggi, questo Consiglio lo sosterrà all'unanimità, è anche grazie al Coordinamento della Conferenza dei Presidenti che ha varato una proposta tipo sulla quale hanno poi lavorato i colleghi dell'UP. L'Osservatorio sarà a presidio della legalità in Valle d'Aosta e fornirà le informazioni utili al monitoraggio del fenomeno. È poi importante che l'Osservatorio presenti all'Aula una relazione sull'attività svolta, il che permetterà di confrontarsi e di tenere alta l'attenzione. Per poter investire sulle nuove generazioni, facendo crescere gli anticorpi della nostra comunità, è fondamentale avere piena contezza della situazione.»

Il Presidente Bertin ha replicato: «Questa proposta di legge nasce dall'unione di due testi: lo schema tipo licenziato dalla Conferenza dei Presidenti delle Assemblee regionali e una proposta di legge che avevo depositato in passato. L'impianto attuale recupera la parte più significativa della proposta del 2015 che riguarda il Comitato tecnico composto da esperti di chiara fama. Non voglio qui polemizzare con chi in frettolosi comunicati stampa dice il contrario. Ricordo però alla Consigliera Guichardaz che oggi scopre l'incisività della mia proposta del 2015, che il suo leader di riferimento storico, a quella proposta ha votato contro, forse era troppo incisiva. Dopo una decina d'anni nei quali credo che per tutti ci sia stato il tempo per approfondire e valutare, viene il momento di passare all'azione. È già passato più di un anno dall'inizio della Legislatura e a mio avviso l'istituzione dell'Osservatorio è e resta una priorità. Non si può tergiversare oltre e se mi si accusa di avere fretta, pazienza. La teoria della "fretta zero” non mi convince: le organizzazioni mafiose non si fermano davanti alla pandemia, non vanno in vacanza e sono in continua trasformazione. Prima si inizia a costituire e a operare con l'Osservatorio meglio è. Ricordo che una mozione approvata, all'unanimità da questo Consiglio nel lontano luglio 2013, prevedeva 90 giorni per delineare e istituire l'Osservatorio. Sono passati molti anni da quel giorno ed è ora di passare all'azione.»

Il Vicepresidente Bertschy ha concluso la discussione sottolineando che «questa proposta di legge è stata redatta attraverso un confronto trasparente che ci ha consentito di raggiungere un importante obiettivo. Vogliamo ringraziare la prima Commissione e il Presidente del Consiglio per il lavoro svolto. Peccato non trovare l'unanimità dell'Aula su un tema così significativo.»


SC